CAPITOLO
3
Il viaggio in aereo
è stato piuttosto
stressante. Non l'avevo mai provato prima d'ora ed ho scoperto di
soffrire il mal d'aria, per mia sfortuna. Giorgia rideva come una
matta mentre cercavo di non vomitare...Quella stupida.
I controlli sono
stati severissimi,
ogni minimo oggetto di metallo è stato perquisito. Persino il mio
Casio ha suscitato dei dubbi al check-in, tanto che ho dovuto
toglierlo e lasciarlo esaminare.
Ora siamo in un taxi
che assomiglia
molto a quello dei film ambientati negli Stati Uniti.
Sfrecciamo
attraverso la strada
perfettamente asfaltata, circondata da un paesaggio da sogno.
Un'infinità di spiagge si susseguono l'una dietro l'altra, lasciando
talvolta spazio a distese di prato.
Mi sembra di essere
a Miami mentre
osservo quello spettacolo. Un'emozione unica.
Apro il finestrino e
sento la brezza
estiva che mi scompiglia i capelli. E' molto piacevole e mi trasmette
un senso di tranquillità incredibile.
Ci mettiamo circa
un'ora e mezza
dall'aeroporto a raggiungere il nostro luogo di villeggiatura, ma ne
vale davvero la pena. Un villaggio così bello l'ho visto solo in
televisione. Yacht e imbracazioni di ogni genere parcheggiati nel
porto fanno da cornice ad un panorama mozzafiato.
Sorrido per la prima
volta da quando
sono scesa dall'aereo.
Scarichiamo i
bagagli e raggiungiamo la
reception. E' colma di gente di ogni tipo, proveniente da diverse
parti del mondo. Mi ero dimenticata di quanto fosse famoso come luogo
e dico a me stessa di non meravigliarsi per questa pluralità di
gente lì presente.
Prendo il manico del
mio trolley e
comincio a trasportarlo, faticando. Ad un tratto pesto i piedi di
qualcuno, per errore. Mi volto per scusarmi.
< < Oh,
perdonami davvero. Sono
una sbadata, purtroppo la valigia è pesante...> >
< < No,
tranquilla va tutto bene!
> > Mi risponde una ragazza della mia età più o meno, dalla
carnagione color cioccolato e dai capelli bruni e ricci. Mi osserva
incuriosita per un attimo poi riprende, sorridendo. < < Io sono
Ella, molto piacere. > > Mi tende la mano.
< < Io
Alessandra. Piacere mio! >
> Affermo, afferrandola. Sembra piuttosto simpatica.
< < Da dove
vieni? > > Le
chiedo. Lei mi dice di avere origini sudafricane, ma di essere nata e
di vivere a Milano. Io le rivelo di essere di Roma, ma lei mi
comunica di non esserci mai stata. Neanche io sono mai stata a Milano
in realtà. Mi piacerebbe andarci però, o meglio mi sarebbe piaciuto
andare in occasione del concerto di John, ma non è stato possibile.
< < Anche tu
villeggerai qui,
quindi? > > Le chiedo. Mi risponde di si. Bello, sto già
conoscendo qualcuno di nuovo. Di solito mi capita di fare amicizia
troppo tardi. Ad un tratto vengo chiamata dai miei e mi comunicano di
aver ricevuto le chiavi. Così mi congedo da Ella e le dico di
rivederci in giro.
Salgo sul terrazzino
e scatto una foto
del paesaggio da inviare a Sofia. Sono sicura che le piacerà, anche
perchè adora le località di mare. Infatti, mi risponde con
un'emoticon dagli occhi a cuoricino. Mi dispiace davvero che non sia
qui.
Scendo e vado a fare
un giro in
spiaggia, lasciando i miei nella stanza a sbrigare le faccende di
riordino. Sono abbastanza pigra, lo so. Subito vengo attratta dalla
moltitudine di gente che prende il sole o si gode il mare facendo
tuffi ed immersioni. Per ora non mi unisco a loro, sto solo
esplorando il territorio. Il caldo è insopportabile e decido di
fermarmi al bar per prendere un thè. E' la mia bevanda preferita,
l'unica capace di rinfrescarmi e di farmi tornare il buonumore.
Continuo a passeggiare, godendomi la calura estiva, quando scorgo in
lontananza un ragazzo molto alto, piuttosto robusto e con quello che
sembrerebbe un ciuffo biondo, ma non ne sono sicura. Sorrido tra me e
me, sembra John visto da qui. Ormai mi stupisco di quante volte
immagino di vederlo. Trovo persone che gli assomigliano anche quando
non ce ne sono. Cerco di rivedere meglio quel ragazzo ma mi volto e
non c'è più. Sarà stata un'allucinazione, come sempre d'altronde.
Il posto più strano
in cui ho
immaginato di vederlo è stato allo studio dentistico vicino casa
mia.
Sono troppo
fantasiosa, ciò è
abbastanza dannoso...
Continuo a camminare
persa nei miei
pensieri quando mi accorgo di aver fatto tanta, troppa strada.
Avrò percorso circa
due kilometri,
infatti comincia già a tramontare il sole. Do un'occhiata
all'orologio. Sono le sette.
Ripercorro
velocemente la strada e
quando, stremata, arrivo in camera i miei cominciano a gridarmi
contro. Rispondo loro che non ho mai guardato l'orario durante la mia
passeggiata e alla fine si arrendono alle mie giustificazioni, per
fortuna.
Scendiamo per la
cena e sulla via del
ristorante incontro Ella, che mi saluta sorridendo, come se fossimo
amiche da molto tempo.
< < Alessandra
che ne dici di
venire a fare un giro in centro stasera? Ti posso portare a conoscere
meglio la città, io ci vengo ogni anno. > > Si propone
amichevolmente.
All'inizio sono un
po' titubante, anche
perchè ci metto molto a fidarmi di qualcuno, ma la sua disponibilità
mi fa riconsiderare il tutto e acconsento. Prevedevo una bella
serata.
Così ceno e, insieme
ad Ella, esco dal
resort per raggiungere il centro. Montecarlo è pazzesca, fin troppo
mondana per i miei gusti. Ci sono locali e negozi dappertutto, e
giochi di luce che li rendono ancor più attraenti. Cominciamo a
esplorare i negozi e a chiacchierare un po', per conoscerci meglio.
E' una ragazza molto simpatica e divertente, sto bene con lei. Mi
parla della sua famiglia, dicendomi che ha un fratello maggiore che
lavora negli Stati Uniti e io le parlo di mia sorella, anche se avrei
preferito non farlo.
< < E così
adori i cani? Devo
dire che io preferisco i gatti ma anche loro non mi dispiacciono >
> mi dice, notando la fantasia sulla mia borsa. Si, mi piacciono
davvero, ma non ne ho mai avuto uno.
Le chiedo se ha mai
provato ad essere
fidanzata con qualcuno e lei mi dice che ha avuto una storiella con
un ragazzo della sua scuola ma che non è durata molto. Io ammetto
che non sono mai stata fidanzata e lei mi dice che probabilmente è
meglio essere single. Molte volte mi chiedo se l'amore provochi
davvero così tanta delusione.
Mi porta a vedere un
negozio davvero
fantastico, in cui vendono abiti di ogni tipo di griffe e stile, con
l'unico difetto del prezzo, che è enormemente esagerato.
Ci divertiamo a
provare diverse felpe
nel camerino e a scattare foto. Purtroppo non compriamo nulla e
decidiamo di recarci nella libreria lì vicina. Noto alcuni libri
interessanti e mi prometto di comprarne almeno uno prima della fine
della vacanza.
Per la via ci sono
numerosissime
discoteche che ci attirano con la musica a palla che proviene da
dentro. Ad un tratto ci viene il desiderio di entrare ma decidiamo
che è meglio organizzarci per un altro giorno. D'altronde siamo
arrivate giusto oggi e abbiamo ancora una settimana per spassarcela.
Immagino come
Giorgia starà rodendo di
rabbia sapendo che io sono in giro per Montecarlo.
Una gelateria si
presenta nel posto
giusto al momento giusto. Decidiamo di prendere un gelato e poi di
tornare. E' già quasi mezzanotte e la stanchezza comincia davvero a
farsi sentire.
< < Ho sempre
adorato i film
horror. Mio fratello più grande aveva una paura terribile, io ridevo
invece! > > Ridacchia Ella.
< < No, io
sono come tuo
fratello. Ho paura di qualsiasi cosa, ma soprattutto dei ragni...Che
schifo. > > Rabbrividisco visibilmente ed Ella ride.
Arrivate al resort
ci salutiamo e ci
diamo l'appuntamento a domani.
Non
avrei mai immaginato cosa sarebbe
accaduto il giorno dopo.
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