Chapter 8
Il cassetto delle calze
Due settimane
dopo...
Hermione si Materializzò alla Tana un giorno prima del
previsto.
Sarebbe dovuta rimanere in Grecia quindici giorni, ma c’era
stato un disguido con il volo ed era stata costretta ad imbarcarsi su
un aereo precedente a quello prenotato.
Era un caldo pomeriggio del 25 giugno; l’orologio al polso
della ragazza segnava le 15.30.
Stranamente, la casa era silenziosa.
A soli cinque giorni dal matrimonio, si sarebbe aspettata gente che
correva di qua e di là; anche se Ginny e Harry avevano
affermato di non voler una cosa molto complicata, c’erano pur
sempre tante cose da fare, soprattutto data la popolarità
dei due sposi. E diciotto giorni erano veramente pochi.
All’improvviso, Hermione si domandò come sarebbe
stato il suo matrimonio.
Probabilmente, le solite cose: abito bianco, un lungo corridoio di
panche adornate con fiori e nastri, Ron che l’aspettava
all’altare.
Accidenti, già dava per scontato che sarebbe stato Ron a
diventare suo marito.
D’altronde,
perchè no?, domandò una vocina
dentro di lei.
E’ con lui che
voglio passare il resto della mia vita.
E’ lui che amo.
E’ lui che
voglio come padre dei miei figli. Tante piccole testoline rosse
dormiglione e mangione che scorrazzano allegramente per la casa.
Ok, adesso basta.
Ci erano voluti sette anni solo perchè Ron si chiarisse le
idee su quello che provava per lei.
Figuriamoci quanto tempo sarebbe passato prima che si fosse deciso a
farle la proposta.
E poi, lei aveva solo 18 anni!
D’accordo, a settembre sarebbero stati 19, ma rimanevano
comunque pochini per tutte le cose sulle quali stava riflettendo.
Si riscosse dai suoi pensieri e andò a bussare alla porta
d’ingresso.
Nessuna risposta.
Provò a quella sul retro.
Stesso risultato.
Possibile?
La Tana, la casa più affollata del mondo magico, e nessuno
le apriva.
Decise di entrare senza invito; non sarebbe successo niente di male per
una volta.
La porta però era aperta, segno che qualcuno c’era.
Entrò nella piccola cucina di casa Weasley, facendo
atterrare i propri bagagli con un colpo di bacchetta in fondo alle
scale.
In quel momento, una grossa palla di pelo rossiccia le saltò
in braccio.
‘Grattastinchi!’, esclamò ridendo.
Prima di partire per la guerra, l’aveva lasciato
lì; sarebbe stato molto più sospetto se fosse
rimasto nella casa babbana di Londra, dopo aver raccontato ai suoi che
a settembre sarebbe tornata a scuola.
Rimase a coccolarlo per un po’; qualcuno sarebbe di sicuro
sceso a controllare udendo il rumore.
Ma nessuno si presentò.
Dopo un po’, Grattastinchi scese dalle braccia della padrona
e trotterellò allegramente in giardino, probabilmente a dare
la caccia a qualche sventurato gnomo.
Hermione, allora, salì le scale, decisa a mettere a posto
almeno le valige.
Ma quando entrò in camera di Ginny vide che i due letti a
una piazza adoperati dalle ragazze nel corso degli anni erano stati
magicamente uniti in un letto matrimoniale.
E dai vestiti maschili abbandonati lì su una sedia, dedusse
che la signora Weasley fosse stata costretta ad allargare di parecchio
le proprie vedute.
Quindi, se Ginny e Harry dormivano insieme, allora anche lei e Ron...
Hermione corse entusiasta su per un’altra rampa di scale
nella stanza del suo ragazzo, la piccola fornace arancione situata nel
sottotetto.
Sì, decisamente non si era sbagliata: un bel letto a una
piazza e mezzo era già stato preparato da mamma Weasley.
C’era anche un po’ di spazio vuoto per le sue cose.
Andò a prendere i bagagli e li fece ricadere con un tonfo in
un angolo, poi iniziò a curiosare un po’ in giro.
All’improvviso, si accorse che effettivamente c’era
qualcuno in casa, e dai rumori provenienti dal bagno, molto
probabilmente quel qualcuno era sotto la doccia.
Prima non se ne era accorta, ma da lì, l’acustica
era perfetta.
L’acqua della doccia si chiuse.
Hermione decise di andare a controllare dopo aver sbirciato nel
cassetto delle calze per vedere se era rimasto un po’ di
spazio per lei.
Non fece in tempo ad aprirlo che la porta si spalancò e Ron
entrò in tutta la sua gloria con solo un asciugamano beige
annodato attorno ai fianchi.
Siccome era comparso a testa bassa asciugandosi i capelli, il ragazzo
si accorse di Hermione all’ultimo momento e lanciò
un grido di spavento, saltando all’indietro e appoggiandosi
allo stipite con una mano sul cuore e gli occhi chiusi.
‘Miseriaccia, Mione. Ho perso dieci anni di vita! Sei
impazzita a spaventarmi così?’
Ma Mione era troppo presa dalla visione celestiale che le stava davanti
per poter formulare un qualsiasi pensiero logico.
Non ricordava che Ron fosse così bello.
Da ragazzo alto e dinoccolato pelle e ossa qual era, aveva fatto una
trasformazione radicale: quello che le stava dinanzi era un uomo di un
metro e novanta circa, piuttosto muscoloso e dal torace ben ampio e
modellato.
Hermione aveva notato più di una ragazza per strada voltarsi
a guardarlo, e a ragione.
In quel momento, aveva il petto coperto di goccioline d’acqua
e i capelli rossi piuttosto lunghi gli sfioravano la base del collo. A
completare il tutto, due sfavillanti occhi blu che non erano affatto
cambiati nel corso degli anni; erano sempre gli stessi occhi limpidi e
sinceri che a Hermione ricordavano il bambino di undici anni con il
naso sporco sul treno per Hogwarts.
Ma come diavolo faceva a
farle ancora quest’effetto?
‘Ciao,’ disse Ron quando si riprese, avvicinandosi
e cercandola con lo sguardo.
Hermione si riscosse.
‘Sei arrivata prima.’
Sorrise sornione.
‘Disguido con i voli.’
‘Eh?’
‘Niente, lascia stare.’
‘Ne sono felice, ad ogni modo,’ disse Ron un attimo
prima di posare le sue labbra di velluto su quelle morbide di Hermione.
Lei ricambiò con trasporto, passandogli le mani sui
pettorali e facendole scorrere poi sulle spalle, bagnandosi tutta.
‘Vedo che tua mamma è diventata molto
più elastica,’ gli sussurrò
all’orecchio qualche istante dopo.
‘Ha dovuto accettare il fatto che i suoi figli non sono
più tanto casti e puri come si costringeva ad immaginare. A
parte il fatto che per figli intende anche te e Harry, visto che ha
concesso una “camera della perdizione” a Ginny,
è stata costretta a darne una anche a me,’ rispose.
‘Parlando di Harry e Ginny, dove sono finiti tutti?’
Hermione riportò il viso davanti a quello di lui.
‘Dunque, vediamo...Papà, Bill, Fleur, Charlie e i
gemelli sono al lavoro; mamma, Ginny e Harry a Diagon Alley per
scegliere un salone da affittare per il matrimonio. Sono appena usciti
e resteranno fuori almeno fino alle cinque, mamma deve comprare anche
qualcosa per cena, visto che ci saranno anche Charlie, Bill e
Fleur,’ aggiunse con uno strano scintillio negli occhi.
‘Sei bellissima, lo sai? I capelli così ti stanno
benissimo.’
Hermione aveva accorciato i capelli prima di partire, sfilandoli in
modo che ora le cadessero ricci sulle spalle e non più
crespi. In quel momento, inoltre, indossava un paio di pantaloni verde
militare a tinta unita e una canottiera nera a collo alto con una croce
in stile gotico sul davanti e delle minuscole catenelle di metallo che
le penzolavano sul seno. Lo strano pallore che le colorava il viso
all’ospedale era quasi sparito grazie al sole della Grecia.
Hermione ricambiò l’occhiata e decise di
assecondarla; era arrivato il momento di scontare le sue due settimane
di assenza.
Iniziò a baciarlo sotto il collo, salendo poi pian piano
verso l’alto sentendo un accenno di barba sulle guance di
Ron; le sue mani, intanto, vagavano sulla schiena del ragazzo,
facendolo rabbrividire di piacere.
A quel punto, Ron perse completamente il controllo e, sollevata
Hermione tra le braccia, la depose sul letto senza mai rompere il
contatto, cominciando a spogliarla con dolcezza.
L’asciugamano era già caduto sul pavimento e, ben
presto, anche gli abiti di Hermione fecero la stessa fine.
Ron si stese sopra di lei sorreggendosi con le braccia per non pesarle
addosso e le passò la lingua tra i seni giù fino
all’ombelico; da lì, le strofinò la
guancia ruvida sul ventre, facendola quasi gridare di piacere.
Hermione lo afferrò per le spalle, quando Ron
riportò il viso su quello di lei e prese a sfiorargli il
morbido incavo della spina dorsale con le mani, percependo Ron arcuarsi
al tocco delicato delle sue dita.
Quella piacevole tortura sembrò durare ore; poi Ron la
baciò con foga soffocando un gemito di Hermione proprio
mentre un’ondata di piacere li coglieva inaspettati.
Rimasero abbracciati a lungo, mentre Ron la cullava tra le braccia in
un gesto protettivo baciandole di tanto in tanto i capelli e Hermione
gli scostava la frangia dalla fronte, ascoltando il battito attutito
del suo cuore con la testa poggiata sul suo petto.
Il ragazzo continuò a coccolarsela fin quando non
sentì il suo respiro regolarizzarsi; allora
abbassò lo sguardo e vide che Hermione si era assopita.
Sorrise tra sè e sè, soddisfatto di essere
riuscito a distrarla così astutamente dal cassetto delle
calze dove stava per mettere le mani, quando era entrato in camera.
Niente da fare, Ron non sarebbe mai cambiato.
Per titty79:
Grazie! ^_^ Sono contenta che la storia ti piaccia!
Per TINAX86:
*Si guarda intorno con cautela perchè la sottoscritta
è la prima a leggere poche fanfic e a recensirne ancora
meno*
Ehm, dunque, sì...Ron? Senza ripercussioni? Mmh. Uhm, beh,
sì, la vacanza l'ho messa perchè non potevo far
partire Hermione direttamente per la Tana, dopo mesi e mesi che non
vedeva i suoi genitori. Mi sembrava poco credibile. Anche se due
settimane erano poche, erano un tempo più o meno accettabile
e che mi facesse rientrare nei tempi. ^_^
Grazie per i tuoi commenti sempre puntuali! Alla prossima!
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