Mother knows best.
Tangled
Per
ritornare nella nebulosa Testa di Cavallo, la Normandy aveva dovuto
compiere
tre salti di portale, passando attraverso l'ammasso di Exodus e vicino
ad Eden
Prime: era stata quella l'occasione per restituire il corpo di Kahoku
all'Alleanza, e per un triste e cupo addio.
L'organizzazione
che rappresentava l'Umanità fra le stelle, aveva scoperto di essere
troppo
vulnerabile e se la verità sulla morte di Kahoku si fosse diffusa, così
di pari
passo avrebbe fatto il panico. Allo stesso tempo, l'Alleanza non poteva
permettersi di apparire debole: così, per lenire l'orgoglio di molti e
assicurare la continuità dell'organizzazione, sarebbe dovuta bastare
una storia
fasulla sulla scomparsa di Kahoku, da dare in pasto ai media
e al
pubblico. Il comandante Shepard si sarebbe astenuta dal giudicare
quell'azione:
non spettavano a lei simili decisioni, e Shepard sapeva che c'era del
merito in
quella scelta. L'idea che un vice ammiraglio si spegnesse per un malore
nel suo
ufficio inoltre, era una dolce menzogna, a cui era più facile
credere...
Nel
frattempo, Kahoku sarebbe stato sepolto in tutta fretta, ma non senza
onore: il
vice ammiraglio era morto a causa della dedizione ai suoi uomini e alla
sua
convinzione che meritassero di meglio di quello che era successo loro
su Edolus.
Kahoku poteva anche essere stato un raro idealista e una vittima di una
guerra
segreta tra l'Alleanza e Cerberus, ma non era morto invano. Il suo
coraggio aveva
permesso a Shepard di colpire molto duramente l'organizzazione che
l'aveva
rapito: quanto ci avrebbero messo Cerberus a riprendersi dalle debacle su Binthu e Nepheron, e il danno
rappresentato dalle informazioni recuperate su quest'ultimo? Con quanta
ferocia
l'Alleanza e chissà chi altri ora, sarebbero calati su di loro?
Esisteva la
concreta possibilità che il rapimento e l'uccisione di Kahoku sarebbero
stati per
Cerberus un boccone troppo grosso da digerire anche per loro: il vice
ammiraglio non sarebbe stato dimenticato, non dall'Alleanza e di certo
non da
Shepard, e non solo per il ruolo che Kahoku aveva avuto ai tempi di
Elysium...
L'ammiraglio
Drescher aveva già preso su di sé la responsabilità di quel fallimento:
quando
i familiari di Kahoku, moglie e figli, avessero chiesto chi non fosse
stato capace
di tenerlo al sicuro, sarebbe stato contro di lei che avrebbero potuto
puntare
il dito. L'Alleanza doveva sempre essere responsabile di ogni sua
azione: l'ammiraglio
della prima flotta non avrebbe lasciato sola quella famiglia, e la
promozione
postuma ad ammiraglio per Kahoku, avrebbe garantito anche un piccolo
margine di
sicurezza economica. Non sarebbe stato abbastanza per onorare quella
morte, ma
quando mai lo era?
L'equipaggio
della Normandy prese commiato dal vice ammiraglio al completo, prima di
consegnarlo come un eroe al personale dell'Alleanza: mentre però Kahoku
avrebbe
affrontato il viaggio di ritorno verso la Terra, la Normandy sarebbe
dovuta
andare avanti, e continuare a combattere. Non potevano permettersi che
Benezia
sfuggisse loro dalle mani: l'Universo non concede mai seconde
possibilità in
casi come quello.
Come sempre,
sulla Normandy non c'era tempo per piangere i morti: solo per
preoccuparsi dei
vivi.
***
Noveria:
erano atterrati da poco meno di un'ora, e già Shepard aveva compreso di
odiare
quella fredda palla di roccia, un sentimento pienamente condivido da
ogni altro
membro della Squadra.
E ora,
mentre pensavano alla loro prossima mossa, attendendo la loro
occasione, mentre
Shepard fingeva di gradire l'acqua costosa che aveva nel bicchiere, il
comandante cercò di mettere ordine ai suoi pensieri, e capire cosa del
pianeta,
la facesse esattamente infuriare più di tutto.
Chi
custodisce i custodi? Era una domanda retorica in fondo: nello Spazio
del
Consiglio, gli Spettri rispondevano al Consiglio e si controllavano a
vicenda.
Come tenere altrimenti
al sicuro le popolazione da criminali che infrangevano la legge dello
Spazio
del Consiglio, ma non erano direttamente perseguibili da essa? Con
l'esistenza
di agenti con ampi poteri decisionali, slegati dalle leggi e dalla
burocrazia.
Su Noveria, esisteva qualcosa di simile: la situazione sul pianeta era
frutto
di un paradosso, esattamente come nel caso degli Spettri.
Come
assicurarsi che lo Spazio del Consiglio continuasse ad essere all'apice
della
tecnologia? Come assicurarsi che i Batarian, o i sistemi Terminus, non
producessero tecnologie in grado di rendere l'intesa del Consiglio
inutile?
La risposta
era stata quella di concedere alle maggiori aziende che investivano
nello
spazio del Consiglio, la possibilità di compiere ricerche in luoghi che
non
appartenevano direttamente allo spazio della Cittadella, sanzionando di
fatto
il privilegio di compiere studi scientifici senza la severa
supervisione di
commissioni d'etica e di controllo. Un privilegio questo, che su
Noveria, e su
altri pianeti simili a questo, era difeso con le unghie e con i denti.
Ma chi
controllava questi tecnocrati? Chi si assicurava che le guerre tra
megacorporazioni, e le ricerche che avrebbero potuto devastare pianeti
interi
se solo i calcoli fossero stati sbagliati, continuassero a servire il
bene più
grande?
Su Noveria
non c'erano Spettri: era la Commissione di Sviluppo, o NDC, a gestire
tutto. Governata
col pugno di ferro dal direttorato esecutivo, la NDC dettava ogni
regola sul
pianeta, tenendo in linea una dozzina di compagnie che usufruivano dei
laboratori installati in quel gelido luogo.
Idealmente,
nelle sue funzioni la NDC avrebbe dovuto essere un parallelo
accettabile agli
Spettri. La realtà era però ben diversa: proprio a causa delle ricerche
compiute
nei suoi laboratori, il pianeta era sottoposto ad un severo regime di
isolamento. Le piattaforme orbitali di combattimento, alcune armate
perfino con
testate all'antimateria, erano state le prime ad accogliere la Normandy
quando
avevano richiesto di atterrare a Port Hanshan, lo spazioporto della
colonia, e
il benvenuto delle autorità planetaria era stato poco più amichevole.
Come suo
solito, Joker aveva riassunto perfettamente in poche parole Noveria, definendolo:
"Un
luogo davvero accogliente, perfetto per passare la prossima licenza. Il
freddo
ti gela le palle e le società le vendono prima che tu te ne accorga..."
Shepard aveva
scoperto di condividere quella definizione: anche dopo aver fatto
menzione di
essere uno Specialista Tattica e Ricognizioni della Cittadella infatti,
la
sicurezza di Noveria non era stata affatto collaborativa. Era da poco
tempo in
fondo che agli Spettri erano stati concessi privilegi extraterritoriali
in quel
luogo e Shepard aveva dovuto accettare all'atterraggio un'incontro col
personale di sicurezza dello spazioporto, pena la confisca della nave.
In un
tentativo di rendere le cose più facili per tutti, il comandante si era
presentata al portellone della Normandy con la sua divisa blu
dell'Alleanza,
facendosi accompagnare da Liara e Kaidan, entrambi disarmati e in vesti
da
civile... e da Wrex, che torreggiava dietro di loro con abbastanza armi
per
tutti nella sua corazza da combattimento: Shepard voleva essere
collaborativa,
non stupida. Nonostante questo, erano stati quasi trascinati in un
conflitto a
fuoco, quando il drappello di guardie di Port Hanshan, sotto il comando
di una
certa Keira Sterling, avevano ordinato di consegnare subito le armi: di
fronte
al loro educato rifiuto e alla spiegazione che le regole dello
spazioporto non
si applicavano agli Spettri, quella stronza aveva quasi sparato loro
addosso,
minacciandoli per farli obbedire.
Shepard
ricordava perfettamente quei tesi istanti:
"Avete
fino al tre per consegnare le armi. Uno..." era stato l'ultimatum di
Sterling.
"Due."
aveva risposto Shepard, mentre tutti loro brillavano d'azzurro per i
loro
poteri biotici.
Il tre era
arrivato dal capitano Maeko Matsuo, responsabile della forza militare
della
Elanus Risk Control Services, azienda che si occupava della sicurezza a
terra
per tutta la colonia, in cambio di alcuni sconti vantaggiosi
nell'affitto dei
laboratori di Noveria. Il capitano era stata assai più pacata, pur
mantenendo
un atteggiamento distaccato: solo la donna giapponese era riuscita ad
evitare
che la visita della Normandy si trasformasse in un bagno di sangue.
Matsuo era
stata l'unica in effetti, ad avere il buon senso di controllare le loro
credenziale con la Cittadella.
Era stato in
quel modo che Shepard si era resa conto che su Noveria la sua nomina a
Spettro
e l'attacco di Saren a Eden Prime erano notizie a cui non era stato
permesso di
giungere: per Port Hanshan, il Turian era ancora lo "Spettro del
Consiglio", e Benezia era "Lady Benezia", che si era diretta ai
laboratori della Vetta 15 della Binay Helix come rappresentante
"dell'azionista Saren", accompagnata da un intero complemento di
cacciatrici Asari e diversi container di cui nessuno sapeva il
contenuto, ma
che avevano "passato tutti i loro controlli".
A parte
queste spiegazioni però, Matsuo era stata irremovibile: il regolamento
di Port
Hanshan prevedeva tassativamente che solo il direttore della NDC,
Rannadril
Ghan Swa Fulsoom Karaten Narr Eadi Bel Anoleis, avrebbe potuto
autorizzare
Shepard a lasciare lo spazioporto e raggiungere i laboratori della
Binary
Helix. Il capitano della ERSC li aveva quindi diretti a far visita a
"Parasini-san", segretaria del direttore della NDC, per combinare
un'incontro e ottenere i relativi permessi: senza di quelli, la
Normandy non avrebbe
potuto nemmeno farsi rifornire...
Tuttavia, se
Kaira Stirling era stata una vacca ansiosa quanto mai di farsi uccidere
da
Shepard, il Salarian che lo Spettro aveva incontrato nel suo ufficio si
era
dimostrato uno stronzo ancora più insopportabile: la sua poltrona era
difesa da
droni da combattimento anche all'interno della stanza, che non avevano
smesso
un attimo di tenerla nel mirino, mentre il direttore Anoleis faceva
tutto ciò
che era in suo potere per ritardare la loro visita ai laboratori della
Binary
Helix, mischiando il suo disprezzo per qualcuno che "non era nemmeno
cresciuto su un pianeta", al suo burocratico ostracismo. Di fatto,
Anoleis
li aveva bloccati a Port Hanshan: la stagione delle tempeste era su
Noveria, e
raggiungere la Vetta 15 in volo era impossibile. Allo stesso tempo, il
direttore aveva posto il veto ad una loro esplorazione via terra,
rifiutando
l'accesso al garage della colonia o di rivelare l'esatta ubicazione
della Vetta
15, cacciando il comandante dal suo ufficio e rimproverandola per
ognuno dei
"12 crediti al minuto" che le aveva fatto perdere con le sue
"ottuse domande".
In breve, Anoleis
si era fatto un nemico, e credeva di poterla fare franca e
probabilmente, si
ritrovò a pensare Shepard uscendo dal suo ufficio, aveva ragione. La
burocrazia, non le armi, le avrebbero permesso di vincere su Port
Hanshan, ma
era un campo in cui il primo Spettro Umano non sapeva muoversi...
Solo una seconda
chiacchierata con Gianna Parasini aveva rivelato il vero inganno di
Anoleis: la
segretaria aveva ammesso, in via confidenziale, che la Vetta 15 era al
momento
isolata, ma non a causa della tempesta, e che se il team mandato ad
indagare da
Port Hanshan non avesse fatto rapporto nelle prossime 48 ore, cioè ben
prima
che la tempesta di ghiaccio sul pianeta calasse di intensità, l'NDC
avrebbe
autorizzato lo sgancio di una testata ad antimateria sulla Vetta 15,
cancellando ogni prova. Parasini poi, nel suo vestito color salmone,
rossetto
scuro, carnagione olivastra e acconciatura perfetta, aveva suggerito,
se erano davvero
interessati ad ottenere un pass per il garage e continuare così la loro
missione, di provare a rivolgersi ad uno dei dirigenti. In particolare,
la
donna aveva fatto il nome di Lorik Qui'in, direttore della divisione
locale
della Synthetic Insights, al momento sospeso dalla NDC e quindi più
facile da
avvicinare rispetto ad altri manager: secondo la segretaria, Shepard
avrebbe potuto
trovarlo facilmente al bar del mezzanino di Port Hanshan.
Ecco perché
ora Shepard e i suoi aspettavano che Lorik Qui'in uscisse finalmente
dal suo
hotel, un luogo in cui si poteva accedere solo come impiegato su
Noveria: una
situazione paradossale, visto che per gli accordi non divulgativi che
venivano
acclusi ad ogni contratto firmato sul pianeta, non c'era nemmeno la
libertà di
dire se effettivamente si lavorasse o meno in quel luogo...
Il bar del
mezzanino di Port Hanshan era un luogo piuttosto variegato, che
includeva molti
membri di specie diverse: gli Umani erano quasi la maggioranza, assieme
a
Turian, Salarian e Asari... e tutti i presenti, di tanto in tanto,
rubavano un'occhiata
nella loro direzione: Shepard provava ormai la tentazione di provare a
spaventarli, tanto per movimentare l'ambiente. Nessuno aveva ancora
provato ad
avvicinarli, ma poiché il comandante era una persona piena di risorse,
e
soprattutto con una squadra formidabile, aveva mandato Alenko e Wrex a
mischiarsi col resto della folla.
Forse uno
Spettro era troppo difficile da avvicinare... ma i suo scagnozzi
ripuliti sarebbero
sembrati di certo meno pericolosi e più interessanti agli abitanti di
Noveria...
Shepard fece
scorrere ancora una volta lo sguardo sull'arredamento del bar: era
ammobiliato
con gusto minimalista, probabilmente Turian. Questo perché ricordava un
giardino
zen di sassi e sabbia, addobbato però con ologrammi astratti, e qualche
cascata
d'acqua corrente a interrompere la monotonia: piacevole in definitiva,
ma alla
lunga noioso, tanto che il comandante scoprì di trovare più
interessante
l'enorme finestrone che spaziava sulle distese di Noveria, in quel
momento
invisibili a causa della tempesta di ghiaccio e neve. La temperatura
esterna
doveva aggirarsi attorno ai -80 °C: impossibile sopravvivere a lungo in
quel
paesaggio uniforme, anche nelle corazze da combattimento.
E arrivò il
momento in cui anche Shepard ne ebbe abbastanza:
"Allora
dottoressa... le andrebbe di condividere il segreto?"
"...Cosa?"
chiese Liara stupita, alzando lo sguardo.
"Da
quando ci siamo sedute hai passato tutto il tempo a guardare il tavolo:
immagino che contenga un grande segreto. Qualche indizio su come
trovare il
Condotto?" chiese il comandante, riuscendo a strappare un piccolo
sorriso
a Liara che però scomparve troppo in fretta.
"Mi
dispiace... ma l'idea di incontrare mia madre... Shepard: capirei se
volessi lasciarmi
indietro..."
"Non
devi spiegarmi niente Liara." la interruppe il comandante: "...Mi
fido di te: so che farai del tuo meglio. Come sempre del resto. Se tu
volessi
rimanere indietro però, lo capirei. Voglio dire..."
Faremo tutto il possibile per prenderla
viva, ma... non ci fu bisogno di dirlo a voce alta, o di continuare
nemmeno
a pensarlo.
Liara scosse
la testa:
"Se
vogliamo avere una speranza di confrontarci alla pari con la Matriarca
Benezia,
avrete bisogno di me..."
Hayat avrebbe
voluto provare a cercare di confortarla: quanto avrebbe preferito
essere in un
luogo più appartato... l'Umana dovette accontentarsi di coprire la mano
di
Liara con la sua, offrendole un muto incoraggiamento.
"... Non
mi mancherà questo posto, quando ce lo lasceremo alle spalle." aggiunse
Liara, accogliendo le dita di Shepard nel palmo.
"Siamo
in due." le rispose, prima che il Krogan scegliesse quel momento per
tornare al loro tavolo.
"...Wrex."
lo accolse Shepard con una punta di dispiacere: gli oneri la
richiamavano al
comando.
"Shepard."
"...Qualche
novità?"
"Ho
trovato un altro Krogan al piano superiore di questo... bar."
il tono con cui pronunciò l'ultima parola non toglieva
dubbi sulla sua opinione del posto.
"Una
vecchia conoscenza?"
"No...
Inamorda è un vecchio del mestiere però: uno degli avventurosi del clan
Ravanor..."
Un giorno,
Shepard si sarebbe presa il disturbo di farsi raccontare di ogni clan
di
Tuchanka e della loro storia... forse: le gesta dei 73 grandi clan del
pianeta natale
dei Krogan non doveva essere breve, e naturalmente, esisteva solo nella
tradizione orale. Non se la sarebbe cavata in poche ore:
"...Vuole farti una proposta."
"Qualcosa
che può farci ottenere un pass per il garage?"
"Forse..."
rispose Wrex dondolando la testa: "Inarmoda è su Noveria per ottenere
alcuni upgrade sottobanco da un mercante locale, un Hanar di nome
Opold. Niente
che possa esserci utile: gli esplosivi a fusione che vuole sono
inferiore ai
nostri, ma Noveria li ha bloccati alla dogana. A quanto pare non
rispondono ai
loro criteri di sicurezza."
"Opold
può farci uscire dal garage?"
"Cosa?
No... ma Anoleis potrebbe essere abbastanza grato di aver segnalato un
episodio
di contrabbando nel suo feudo da permetterci di uscire da questo
dannato buco."
"Sono...
sorpresa Wrex."
"Non
dirlo a me... mi prudono le scaglie per aver anche solo pensato una
cosa del
genere."
Aiutare un
indisponente Salarian a rimanere al suo posto danneggiando un Krogan...
Wrex
doveva sentirsi molto sporco in quel momento.
"...Ma
non abbiamo molta altra scelta... i droni di quel porco rendono
impossibile
marciare nel suo ufficio ad armi spianate. Come minimo ha una stanza
antipanico
nel retro dell'ufficio."
"L'abbiamo
invece... ormai Qu'in non può tardare ancora molto. A questo punto,
qualcuno
gli avrà già fatto sapere che siamo qui: dubito che ci ignorerà. E
sinceramente, l'idea di aiutare Anoleis mi sta davvero antipatica."
"Quindi?"
"Quindi
aiuteremo Opold." rispose Shepard digitando un ordine sul suo omnitool
che
inviò al capitano Matsuo: "...Questo dovrebbe sbloccare il pacco alla
dogana. Potresti assicurarti che arrivi ad Opold per favore?"
"Non ad
Inamorda?"
"Nah...
preferisco non espormi troppo. E mentre Inamorda può offrirci dei
crediti,
Opold potrebbe esserci più utile: immagino possa offrirci delle licenze
per ottenere
merci che normalmente non si trovano nello Spazio della Cittadella."
"...Ha
senso Shepard?" chiese Liara: "Hai già una vasta rete di fornitori
per la Normandy da cui non abbiamo mai preso nulla dopo le corazze
della KF:
Concilio di Serrice, Armax Arsenali... almeno una dozzina di
conglomerati
interstellari che sarebbero disposti di rifornire la Normandy di
qualunque cosa
potessi volere."
"Saren
non si fa questi problemi dottoressa, e preferisco avere una base il
più ampia
possibile. Questa è Noveria: se non si possono trovare prototipi
sperimentali
qui, non saprei proprio dove cercare."
"Mhh...
d'accordo." disse Wrex: "Me ne occuperò io. Meglio che stare qui a
scaldare delle sedie in ogni caso."
"Non
saprei Wrex... è una poltrona comoda. O, a proposito..."
"Shepard?"
"Prendi
con te Tali... se Qu'in non sarà arrivato per quando sarete di ritorno,
le
chiederò se le sue dita magiche possono aprirci la strada del garage."
"Wha ah
ah... ora ti riconosco. Shepard." si congedò il Krogan.
"Wrex."
Mentre il
Krogan andava via, fu il turno del tenente di tornare da loro: nella
sua
uniforme dell'Alleanza, era l'unico della squadra ad raccogliere
qualche
sguardo di apprezzamento dal pubblico, invece che di curioso sospetto.
La sua
facciata affascinante crollò non appena fu al loro tavolo:
"...Tutto
bene tenente?"
Alenko mise
un creditometro fra loro:
"Mi
sono permesso un'iniziativa personale, signora." sospirò Kaidan
massaggiandosi
le tempie: "...E avrò bisogno di una doccia dopo. Il rapporto completo
dovrà aspettare, temo, ma posso riassumerle il tutto."
Alenko
spiegò a Liara e Shepard di essere stato avvicinato da un rappresentate
Asari
del Concilio di Armali, interessata in egual modo ad avere la sua
collaborazione e tentare di rimorchiarlo: Mallene Callis gli aveva
proposto di
rendersi complice di un caso di spionaggio industriale ai danni della
Binary
Helix. Vista l'azienda che avrebbe subito danno, Alenko aveva
accettato,
modificando però il programma tracciante che l'Asari gli aveva
consegnato da
infiltrare nella rete personale del rappresentate della BH, un certo
Vargas. Alenko,
continuò a spiegare, si era fatto passare per un rappresentante
dell'Alleanza,
per discutere con Vargas di una possibile fornitura di potenziamenti
genetici
per biotici, un campo in cui la BH aveva la leadership della ricerca:
Vargas
era un bastardo, riassunse il tenente, non solo perché lavorava per la
BH, ma
anche perché aveva tentato di fregarlo, offrendogli potenziamenti
genetici a
prezzi di listino e di cattiva qualità, inferiore a quelli di altre e
più
trasparenti aziende del settore; nonostante Alenko gli avesse fatto
ballare
davanti al naso la possibilità di una fornitura sostanziosa.
Sia come
sia, era riuscito a tenerlo occupato abbastanza a lungo da permettere
al
programma spia di Callis di insinuarsi nella rete personale di Vargas,
permettendole l'accesso ai file riservati a nome del rappresentante
della BH, e
che ora avevano anche loro: Alenko aveva copiato la maggior parte dei
file, trasmettendoli
alla Normandy, prima di cancellare il suo privilegio d'accesso. Che le
multinazionali si sbranassero a vicenda, commentò il tenente, che per
il suo
disturbo aveva ottenuto una ricompensa di 750 miseri crediti da Callis
e il suo
numero privato...
Dall'altra
parte del bar, un uomo dalla faccia da faina offrì al loro tavolo un
cenno
d'intesa, completamente all'oscuro dall'essere stato raggirato, a cui
Shepard
rispose alzando lievemente il bicchiere e brindando alla sua salute.
"Beh...che
io sia dannata, tenente: mi ha sorpresa." si complimentò Shepard:
"Non sapevo avesse talento per la recita."
"Nemmeno
io signora: la Normandy è un'esperienza interessante. Tira fuori certi
lati di
me... che non sapevo proprio di avere." rispose Alenko, cancellando il
numero di Callis dal suo omnitool.
"Il
futuro secondo Spettro Umano?" scherzò Liara.
"Non
corriamo troppo, dottoressa... l'idea non mi dispiace, ma da quello che
ho
visto, il tirocinio è brutale: non credo di essere all'altezza."
"Per il
solo fatto che lo abbia detto, piuttosto che di ammettere di non averne
voglia,
credo che potrebbe essere una buona scelta, tenente... Ma non corriamo
troppo:
non mi sono ancora stancata del suono delle parole Unico
Spettro Umano."
"Ricevuto
signora... in ogni caso, è qualcosa molto al di là da venire... in
questa linea
di lavoro, mi sorprendo sempre di arrivare a fine mese."
"Siamo
in due..." rispose Shepard: "...E perfettamente in battuta, ecco che
arriva il nostro bersaglio."
Il tenente
non si voltò a guardare, ma Liara sì: l'archeologa individuò un Turian
vestito
elegantemente di nero e blu, ma senza ostentazione, dall'aspetto
dinoccolato e
dal carapace scuro, tigrato da tatuaggi bianchi in faccia. Doveva
essere circa
a metà del suo ciclo vitale, giudicò Liara.
Shepard
aspettò che ordinasse qualcosa prima di provare ad avvicinarlo:
"Restate
in zona. Credo che sia il momento di scoprire il gioco di Parasini."
"Voleva
dire Qui'in, signora?"
Shepard
scosse la testa:
"Qualcosa
in quella segretaria insoddisfatta del suo capo, mi ha fatto pensare
che non
sia affatto una segretaria insoddisfatta del suo capo... Non mi
stupirebbe se
la incontrassimo di nuovo sul nostro cammino."
Poi Shepard
marciò verso il Turian, che sedeva da solo al suo tavolino: era il
momento di
usare tutto il suo fascino.
Eppure, se
anche Qui'in non l'aspettava, di certo la stupì:
"Buon
pomeriggio." la salutò per primo: "Perché non si siede e prende un
drink con me?"
Fu un invito
al quale Shepard fu felice di concedersi: Qui'in sembrava di umore
collaborativo.
"Allora..."
chiese il comandante con finta innocenza dopo aver preso per sé la
poltrona al
suo fianco: "...Lei è Lorik Qui'in, non è vero?"
"E lei
è lo Spettro che è appena arrivato..."
"Ho
sentito che potrebbe aiutarmi." disse Shepard senza preoccuparsi di
negare.
"E in
cosa un vecchio Turian come me potrebbe essere utile al primo Spettro
Umano?" Lorik aveva una ricca voce tenorile, affascinante da ascoltare.
La
mascherata di entrambi cadde di comune accordo: sapevano entrambi l'una
dell'altra, e non c'era ragione di fingere oltre:
"Devo
lasciare Port Hanshan e raggiungere uno dei laboratori."
"Deve
essere una grave missione per voler affrontare il clima di Noveria con
questo
tempaccio... ma d'altra parte immagino non sia interessata ai campi di
asajura
e gli hotel privati all'equatore del pianeta... Dove è diretta se posso
chiedere: valle di Aleutsk, o su, fino a qualcuna delle vette delle
montagne
Skadi?"
"...Devo
ammettere di non essere familiare con la geografia di Noveria."
"No,
immagino che non lo sia... la NDC non ama rivelare troppe informazioni
sul
pianeta. Ma in ogni caso, mi sembra di capire che le serva un pass per
il
garage. Quale... coincidenza: il caso
vuole che io ne abbia uno." affermò Qui'in a voce bassa, prima di
continuare a tono normale:
"Come
immagino sappia, sono il manager della sede locale della SI... per il
momento
almeno. Mister Anoleis ha fatto chiudere il mio ufficio, con la scusa
di stare
indagando sulla mia presunta corruzione."
"Qualcosa
con cui lei non ha niente a che fare, ovviamente...." era più facile
trovare un Krogan codardo, che un Turan corrotto.
"Ovviamente.
L'amministratore Anoleis è un soggetto... davvero interessante. Da
quando ha
preso in carica Port Hanshan, è diventato sospettosamente ricco."
"Una curiosa coincidenza."
"Davvero
curiosa..." assentì il Turian: "Non appena ho acquisto le prove della
sue azioni, Anoleis ha mandato i suoi scagnozzi a setacciare il mio
ufficio
alla ricerca di quelle informazioni."
"E sono
ancora lì?"
"Sì, ma
non possono accedervi: non fino a quando il sistema di sicurezza è
attivato,
almeno. Ma è questione di tempo. Se lei dovesse recuperare le prove dal
mio
ufficio e portarmele, sarei persuaso a darle il mio pass per il garage,
oltre
ad una sostanziosa ricompensa..." spiegò Lorik, soffocando le parole
nel
suo drink.
"Sembra
piuttosto semplice."
"Normalmente
avrebbe ragione... il sistema di sicurezza della mia sede si disattiva
solo con
un codice piuttosto complicato..." disse il Turian, trasmettendolo
all'omnitool del comandante: "Ma c'è un - com'è quella affascinante
espressione Umana- una mosca negli ingranaggi?"
"Qualcosa
del genere." disse Shepard senza correggerlo.
"Gli
scagnozzi di Anoleis cercheranno di fermarla ovviamente, e l'uso della
violenza
contro di loro potrebbe rendersi una... dolorosa necessità: sono membri
della
polizia portuale di Hanshan che ricevono mazzette sottobanco per fare
il lavoro
sporco del direttore... Miss Matsu non è al corrente dell'impiego
esterno di
alcuni suoi sottoposti."
"Se
sono corrotti, non sono migliori dei mercenari... e io posso uccidere i
mercenari, Mr Qui'in."
"Eccellente.
Ecco il pass per il mio ufficio." rispose Qui'in lasciando una tessera
sul
tavolo a fianco al suo drink: "Le permetterà di attivare l'ascensore...
le
prove sono nel mio computer. E questo OSD..." aggiunse, tirando fuori
un
disco ottico dalla tasca e posandolo sopra la tessera: "Le permetterà
di
decrittarlo: basterà inserirlo nella console."
Qui'in non
si era fatto aspettare per nulla: era arrivato preparato, spendendo del
tempo
per informarsi con chi avesse a che fare.
Forse era
per questo che sapeva che avrebbero potuto essere utili l'uno
all'altra:
"La
ringrazio molto della sua collaborazione." rispose Shepard facendo
sparire
tessera e OSD nella sua giacca e alzandosi: avevano perso già
abbastanza tempo.
"Oh..."
la richiamò leggero Lorik finendo il suo drink: "Cerchi di tenere le
macchie di sangue lontano dai tappeti, se le è possibile."
Il sorriso
che Shepard gli rivolse da sopra la spalla fece trasalire il vecchio
manager:
"Non le
prometto niente." rispose lo Spettro, mettendosi in marcia dopo un
cenno
ai suoi compagni.
Guardandola
andare via, Qui'in si chiese quanto potesse costare rinnovare l'intero
ufficio:
qualcosa gli diceva che l'assicurazione non coprisse gli atti della
Leonessa di
Elysium...
"Lo sa
vero comandante, che potremmo occuparcene noi...?" chiese Alenko mentre
si
dirigevano di nuovo sulla Normandy: il tempo della diplomazia era
finito. Era
quello delle pistole e delle granate: Anoleis si sarebbe pentito del
suo
ostracismo.
"Apprezzo
il pensiero, Kaidan. Ma certe cose, preferisco farle ancora di persona.
Anche
perché servirà a creare un precedente."
"...Signora?"
"Voglio
essere sicura che la NDC non dimentichi quanto possa essere costoso
risultare
d'intralcio ad uno Spettro: useremo la squadra al completo. Abbiamo
finito di
nasconderci."
"Sissignora."
esalò rassegnato il tenente, avvisando il resto della squadra che
stavano
tornando.
Il loro
secondo ingresso nella colonia provocò non poco trambusto tra il
personale di
Port Hanshan: i sei di Shepard, più il loro comandante, tutti in
corazze
complete e con le armi sulla schiena, fecero girare più di una testa.
Le
guardie della ERCS fissarono quel drappello che attraversava il loro
territorio, valutando quanto sarebbe costato cercare di ostacolarli.
In fondo però
erano poliziotti: non erano pagati per restare a guardare.
"C'è
qualche problema agente?" chiese Shepard quando si trovarono
circondati.
"Nessuno
ha il permesso di portare armi per Port Hanshan. È la regola."
"Gli
Spettri sono esentati da questa regola: credevo fosse già stato messo
in
chiaro."
"Gli
Spettri forse, cioè lei... vuole forse farmi credere che il Krogan alle
sue
spalle e il ratto di tuta che l'accompagna sono Spettri in incognito?"
Qualcuno tra
le guardie si complimentò per l'arguzia della battuta del loro collega:
"...O
certo che no. Tutti loro portano le armi per me: è difficile
trasportarne così
tante da soli. Per esempio..." rispose Shepard, facendosi passare il
fucile d'assalto da Liara e dispiegandolo: "Questo è un HMWA-X,
caricato
con munizioni HESH sperimentali. È dotato di stabilizzatori cinetici
per
ridurre il rinculo e mantenere una mira precisa anche in condizioni di
conflitto prolungato. A questo in particolare è stata ridotta la
frequenza di
tiro, per poter essere usato anche con una mano sola, volendo." finì il
comandante, impugnandolo e rivolgendolo verso le guardie.
"Doppia
canna." aggiunse: "...Questo significa che con una sola mano posso
sparare 750 colpi al minuto di munizione esplosive. Sapete cosa vuol
dire?" Shepard lasciò loro un momento perché lo immaginassero:
"...Significa,
che se tutti voi doveste aprire il fuoco in questo momento, sareste
cadaveri
prima di aver esaurito le mie barriere cinetiche."
Le guardie
Elanus si guardarono in faccia: nessuno aveva più voglia di scherzare.
"L'amministratore
Anoleis..." provò uno.
"Potreste
scoprire che l'amministratore Anoleis ha pochissima presa su di me.
Fossi in
voi mi farei da parte." suggerì Shepard, lasciando ad una brevissima
scintilla di energia oscura la possibilità di accendersi.
Le guardie
decisero di seguire quel consiglio: non erano alla sua altezza.
"Kaira
te la farà pagare, Umana." disse il capo del drappello facendosi da
parte:
"Lei è la nostra arma segreta." e i suoi colleghi assentirono.
"Sa
dove trovarmi." ripose Shepard, restituendo il fucile a Liara.
Si mossero
in fretta, non correndo, ma a passo di marcia, raggiungendo rapidamente
la sede
della SI: all'esterno trovarono due guardie, un'Umana e un Turian, che
di certo
non si aspettavano il loro arrivo.
"Alt!
Questo ufficio è sigillato." dovevano essere i mercenari di Anoleis:
"Avete
intenzione di fermarci? Voi e quale esercito?" chiese Williams.
"Sentite,
Anoleis è incazzato come un Varren con Qui'in..." provò l'Umana.
"E vi
sta pagando sottobanco per razziare questo posto. Questo fa di voi dei
criminali. E io posso uccidere i criminali." finì per lei Shepard.
"...State
bluffando." rispose l'Umana senza convinzione.
Wrex si fece
avanti a quel punto, assicurandosi che la sua brutta faccia fosse ben
visibile:
"Hai
ragione. In realtà lasceranno che io ti mangi."
Le due
guardie si scambiarono uno sguardo, rivalutando rapidamente le loro
priorità:
"...Si
fotta Anoleis. Non ci paga abbastanza per metterci contro Spettri, o
truppe
dell'Alleanza o altro. Che ne dite se facciamo che voi non avete visto
noi, e
noi non abbiamo visto voi?"
Le due
guardie non rimasero ad aspettare la risposta: evacuarono cercando di
non far
sembrare che stessero correndo. Quasi ci riuscirono.
Nel
frattempo, l'intera squadra salì sull'ascensore, passando la carta di
Qui'in
per azionare la cabina.
"Wrex."
si complimentò il comandante: diplomazia Krogan al suo meglio. Ne aveva
fatta
di strada dal Chora's Den sulla Cittadella...
"Shepard."
"...Come
è finita con Opold alla fine?"
"Ci siamo
fatti offrire qualche licenza, come avevi detto: viscido Hanar... ma
almeno
abbiamo un contatto anche qui ora."
"Più di
uno, dopo che avremo finito su Noveria, spero." affermò il comandante,
osservando i numeri salire: "...Sono la sola ad odiare questa musica da
ascensore?" chiese dopo un po'.
"Perché?
Non la trova orecchiabile?"
"Avanti
Williams: ci meritiamo di meglio." rispose Tali, meditando se hackerare
gli altoparlanti interni dell'ascensore e sostituire la melodia con
qualcosa di
più ascoltabile: ma a quel punto, la cabina si fermò al piano e la
squadra si
preparò a scendere.
Poliziotti
corrotti di Port Hanshan contro la Squadra della Normandy: l'esito non
fu in
dubbio nemmeno per un istante. Per quanto la ERCS rifornisse metà dei
mercenari
dei sistemi Terminus e una buona fetta dello spazio del Consiglio, il
livello
delle sue armi e corazza non era all'altezza, tecnologicamente
parlando, di
quelle della Squadra. E per quanto riguardava l'addestramento invece,
perfino
Liara si stupì di quanto facile fu quello scontro, rispetto ai soliti
in cui
incappavano...
Con la
preghiera di Qui'in bene in mente, tennero il sangue lontano dai
tappeti, e non
usarono nemmeno le granate: di conseguenza, Shepard fece del suo meglio
per
rovinare il resto dell'arredamento della sede della SI con i suoi
poteri
biotici. I primi due scagnozzi di Anoleis furono trasformati in macchie
sul
muro di fondo con una singola spinta biotica. Il terzo invece ricevette
una fucilata,
trovandosi a cercare di raccogliere le sue viscere mentre moriva: quasi
ci
riuscì.
Poi, mentre
Wrex provvedeva a curiosare un po' in giro, passarono al piano
superiore, dove
una singolarità fece macerie di una sala conferenze, aspirando due
tavoli e
diverse sedie nel suo vortice gravitazionale: Liara scoprì di averci
preso gusto
quando fece esplodere la singolarità, spazzando via le porte a vetro di
diversi
uffici.
"Ops."
cercò di scusarsi l'archeologa: tutto, pur di dimenticare per un
momento che
avrebbe incontrato sua madre prima che il giorno fosse finito...
Un ultimo
superstite cercò di affrontarli ad armi spianate, ma riuscì a sparare
solo una
raffica, prima di essere lanciato contro la balaustra e precipitare al
piano
sottostante, dove Williams non gli permise di rialzarsi.
"Trovato
qualcosa di interessante?" chiese Shepard con un tono di voce
noncurante:
quanto odiava quel pianeta!
“Crediti!"
rispose gioioso il mercenario.
"Wrex,
non c'è bisogno di recuperare ogni credito lasciato in giro..."
"Lo so!
Ecco perché ho sfondato una cassaforte... possiamo dare la colpa agli
uomini di
Anoleis."
"Wrex..."
"Andiamo...
niente sa come di crediti razziati ad un Turian."
"Wrex!"
"D'accordo
d'accordo... bah. Che noia." borbottò il Krogan, rimettendo i crediti
al
loro posto. Quasi tutti, almeno.
L'ufficio di
Qui'in era l'unica stanza rimasta in qualche modo intatta: il codice di
sicurezza aprì le doppie porte antiproiettile e l'OSD fece il suo
lavoro.
"Facile
e rapido." commentò Tali, trasferendo i dati: non era mai
stato così semplice per loro.
"...Abbiamo
compagnia." riferì Garrus.
E in
effetti, al piano inferiore, erano arrivati i rinforzi di Anoleis:
niente di
particolarmente impressionante, dato che erano solo altre cinque
persone.
A
capeggiarle però c'era Kaira Stirling, la vacca bionda dello
spazioporto, che li
fissava dal piano inferiore della SI con puro disprezzo nello sguardo:
"Shepard:
non credo che dovresti essere qui."
"Stavamo
giusto uscendo." rispose il comandante.
"Oh no
no..." rispose Kaira con un tono zuccheroso: "Non pensare che abbia
intenzione di lasciarti andare, dopo quello che hai fatto: Anoleis ti
avrebbe
espulsa dal pianeta per quello che è successo qui. Io non sarò così
gentile: lo
sai cosa facciamo sul mio pianeta a quelli che uccidono un poliziotto?"
"E tu
lo sai cosa facciamo sul mio ai poliziotti corrotti?" ripose Garrus.
"Non
m'importa..." rispose Kaira brillando come una torcia al metano:
impressionante per un'Umana che non fosse lei, immaginò Shepard.
Nel suo
piccolo stagno, Sterling doveva credersi se non il pesce più grosso, di
certo
il più pericoloso.
La
singolarità catturò lei e il cecchino che li accompagnava, e Kaidan li
finì con
un'esplosione biotica prima ancora che il comandante dovesse solo
alzare un
dito: Wrex invece si occupò del terzo, lanciando la guardia di faccia
contro un
muro ornamentale. Si accasciò scompostamente a culo all'aria, la testa
rotta
nonostante il casco.
Williams e
Garrus invece, complice la posizione sopraelevata, avevano già aperto
un buco
ciascuno in mezzo alle fronti delle ultime due guardie, che caddero a
terra con
un tonfo sordo.
Nel
frattempo, Tali era riuscita a cancellare la loro presenza dai registri
dei
sensori: nessuno avrebbe potuto perseguirli per quello che era successo
in quel
luogo.
Stavano
diventando davvero troppo bravi;
nonostante questo però, la Squadra lasciò la sede della SI in tutta
fretta:
dovevano essere passati meno di tre minuti dal loro ingresso.
"Un'operazione
da manuale." si complimentò Shepard nell'ascensore: "Ma era solo
l'antipasto: alla BH le cose non saranno così facili." ricordò loro il
comandante, cercando di ricomporre i ranghi.
Ci sarebbe
stato tempo perché l'effetto dell'adrenalina svanisse: qualcosa le
diceva che anche
solo raggiungere la Vetta 15 coi Mako sarebbe stato più complicato di
quanto
avrebbero potuto aspettarsi...
Non erano
arrivati che a metà strada per il bar del mezzanino però, che un'altra
previsione di Shepard si avverrò: Gianna Parasini non era di certo
spaventosa o
pericolosa quanto le guardie della Elanus, ma apparve molto più sicura
di loro
quando si avvicinò alla squadra.
"Comandante...
ho ricevuto rapporti di rumori alla sede della SI. Per caso ne sa
qualcosa?"
Shepard
assunse una faccia stupita, osservando i suoi compagni:
"SI?
Saranno gli scagnozzi di Anoleis immagino..." rispose facendo
spallucce.
"Molto
spiritosa, comandante Shepard... Mi permetta almeno di presentarmi per
la
seconda volta: Gianna Parasini, affari interni di Noveria." disse,
producendo un distintivo olografico dal suo omnitool.
"...Immagino
quindi che la NDC sappia già della corruzione di Anoleis."
"Esattamente...
sono sotto copertura da sei mesi, ma Anoleis è furbo. Le prove che
ho trovato su di lui non bastano ad incastrarlo."
"...Dato
quando Anoleis mi sia stato d'intralcio, l'ascolto, Parasini."
"Vorrei
che provasse a convincere Qui'in a testimoniare contro Anoleis."
affermò
la donna senza preamboli.
"E non
può farlo lei?" chiese Alenko.
Gianna
scosse la testa:
"Per
lui, sono la segretaria di Anoleis: Qui'in non accetterebbe mai di fare
accordi
con me... senza Anoleis però, questo pianeta tornerà a produrre
profitti."
"E io
che credevo che la corruzione fosse la norma in... posti,
come questo." commentò Wrex.
"La
regola qui è non creare problemi: l'interesse personale è tollerato...
fino ad
un certo punto. Ma Anoleis sta allontanando potenziali investitori."
"Immagino
la tragedia... vedere i loro profitti assottigliarsi deve essere
terribile per
la NDC." commentò Garrus scuotendo la testa.
"Se ha
bisogno delle prove di Qui'in, Parasini, non mi sembra che sia un buon
agente... con tutto il rispetto, ovviamente." aggiunse Shepard.
"Non mi
piace essere trattata con condiscendenza, comandante... ma ammetto che
Anoleis
è un osso più duro del previsto. Perfino Qui'in ha dovuto usare una delle sue
dannate
IA per raccogliere le prove."
"IA?"
"È pur
sempre manager capo della Synthetic Insights... creare IA è il loro
campo..."
Williams si
concesse un fischio ammirato: in quanti guai Qui'in era disposto a
finire, pur
di provare la colpevolezza di Anoleis? Il vecchio Turian era di certo
fatto di una
pasta diversa rispetto agli altri dirigenti di Noveria.
"...Sentite,
nemmeno a me piace questa situazione. Voi Spettri ve ne fregate delle
regole, e
questo è un problema per gli affari..."
"La
correggo Parasini: gli Spettri possono
fregarsene delle regole. Non è obbligatorio farlo."
"Già...
non credo però che gli scagnozzi di Anoleis alla SI abbiano notato
molta
differenza."
"Anoleis...
mi ha davvero fatta infuriare, agente Parasini."
"Quindi
mi aiuterà a portarlo dietro le sbarre? E convincere Qui'in?"
Shepard ci
pensò un momento, prima di rispondere:
"...Ci
proverò. Liara, Tali: restate con me. Voi altri: tornate alla Normandy
e
preparate i Mako alla partenza. Li voglio pronti nel garage di Port
Hanshan per
quando Anoleis comincerà ad urlare mentre verrà trascinato via."
"Prenda
qualche foto ricordo." rispose Williams, cominciando ad allontanarsi
assieme al resto della squadra.
"Contaci,
capo artigliere."
Meno di
venti minuti dopo, i due Mako uscivano dal garage di Port Hanshan,
sgommando
nella neve. Nessuno li aveva visti andare via: erano stati tutti troppo
occupati dall'agitazione causata all'arresto del direttore esecutivo di
Port
Hanshan per mano della sua segretaria. Con la sua collaborazione,
Shepard si era
guadagnata la simpatia dell'agente degli affari interni, anche perché
convincere Qui'in a collaborare era costato non poca fatica.
Probabilmente il
Turian aveva solo l'intenzione di tenere le prove come una polizza
assicurativa
contro minacce di Anoleis a lui e al suo team di R&D, ma alla fine
aveva
capitolato. La vera identità di Parasini era stata il punto più alto
della
conversazione, e vedere il volto di Anoleis mentre veniva trascinato
via in
manette, imprecando e minacciando a vuoto tutti quelli che lo
osservavano, ne
era valsa la pena.
Il capitano
Matsuo aveva preso piuttosto male il cambio di leadership, o forse era
stata la
scoperta della corruzione dei suoi uomini, ma aveva fatto capire che la
prossima visita dello Spettro sarebbe stato meno burrascosa.
A Shepard però
non era bastato: quando l'ufficio di Anoleis era stato sgomberato, e
prima che
Parasini potesse tornare, il comandante aveva per la prima volta
abusato
pienamente del suo potere di Spettro. Approfittando del fatto che la
rete di sicurezza
dell'ufficio era stata spenta, Shepard aveva frugato negli effetti
personali
del Salarian, alla ricerca di qualcosa che potesse rendere quella
vittoria sul
burocrate appena più dolce: Anoleis l'aveva davvero
fatta infuriare. Seppe di aver trovato quello che stava cercando
quando,
aprendo la cassaforte del Salarian, un capitolo della Matriarca
Dilinaga, che
chissà come Anoleis aveva trovato e deciso di tenere per sé, le scivolò
in mano.
Un capitolo quello, che era già stato portato a bordo della Normandy:
di tutti
gli scritti della Matriarca Dilinaga, ora non ne mancava che uno. I
crediti che
prosciugarono da Anoleis furono un bonus: non che l'ex direttore non
potesse
permettersi un avvocato, ma era stato comunque divertente provare a
immaginare
la reazione del Salarian all'assenza di 50'000 crediti dai
suoi
fondi personali...
In
quell'occasione, Tali le disse di ricordarle di non farla mai
arrabbiare:
"Tranquilla
Tali: sono solo i burocrati a causarmi queste brutte reazioni." aveva
riposto il comandante.
Poi si erano
diretti al garage, ansiose più che mai di lasciarsi Port Hanshan alle
spalle, e
cominciare finalmente la loro vera missione su Noveria.
***
Raggiungere
i laboratori della Vetta 15 fu qualcosa di lungo e noioso, ma che fece
apprezzare
alla squadra le piccole cose: finalmente, da Feros per la precisione,
stavano
di nuovo combattendo tutti assieme come un unico coeso uno. Non era
poco: la
squadra lavorava al meglio quando tutti i membri erano riuniti...
Soprattutto
però, si stavano avvicinando ai laboratori della BH a bordo dei Mako,
invece
che a piedi: Noveria era un luogo maledettamente poco ospitale, specie
in quel
momento: raffiche improvvise di neve e vento a 60 km/h, visibilità
ridotta al
minimo, tanto che si facevano strada solo grazie ai sensori del Mako, e
una
strada che offriva una parete verticale di roccia su un fianco e uno
strapiombo
dall'altro, senza guardrail a impedire la loro caduta.
La strada
che congiungeva Port Hanshan e la Vetta 15 non era in buone condizioni:
in
effetti, la manutenzione scarseggiava parecchio. Era probabilmente,
come molte
altre cose su Noveria, una strada solo di nome:
"Castor, qui Pollux. Vi stiamo perdendo di
vista. Se potesse rallentare, le sarei grata ma'am."
"Problemi
Willams?"
"...Non vedo il fondo del dannato strapiombo,
ma'am."
"Non ti
preoccupare Williams: puoi sempre azionare i retrorazzi, dovesse
succedere
qualcosa."
"Non aiuta, signora!" si lamentò
Alenko attraverso il circuito radio, cosa che strappò una risata a Wrex
dietro
di loro, prima che Shepard chiudesse il contatto.
Nonostante
le sue parole, il comandante staccò un poco il piede dall'acceleratore:
come
facesse a tenerli in strada in quelle condizioni e a quella velocità
era un
mistero che Liara non aveva fretta di risolvere.
Per un
momento, la foschia si diradò davanti a loro, permettendole di
osservare la
monolitica costruzione che torreggiava in cima alla montagna verso cui
si
stavano dirigendo: i laboratori della BH si trovavano in un'arcologia
di grigio
cemento a pianta triangolare, con una sola luce di navigazione proprio
sulla
cima, che si accese e spense un paio di volte prima che la neve la
nascondesse di
nuovo.
"Liara?"
"...Wrex?"
"Tutto
bene, piccola Asari?"
"...Non
lo so." rispose sinceramente la dottoressa: "Non parlo con mia madre
da decenni. E ci siamo lasciate... non proprio nei migliori dei modo.
Sembra
sciocco pensarci adesso: simili contrasti sbiadiscono col tempo, di
solito. Ma
non avrei mai pensato che ci saremmo ritrovate così."
"Non
sei da sola Liara. Non più." disse Shepard, staccando per un attimo la
mano dalla cloche del Mako.
"Lo
so... comandante."
"Ah..."
disse Wrex dietro di loro: "...Trovatevi una stanza voi due."
"Credimi
Wrex, ci stiamo provando...molto intensamente."
Per qualche
motivo, nessuna delle due sembrava ritenere la Normandy il luogo adatto
per la
loro prima volta insieme: la Cittadella era stata il posto ideale, ma
Cerberus
si era messo di mezzo...
"Mhh."
commentò Wrex neutro.
Liara
assunse un lieve colore porpora, e per un altro poco ancora, smise di
pensare a
sua madre: fino a quando, per l'esattezza, le sue riflessioni non la
portarono
a chiedersi cosa esattamente sua madre, non l'alleata di Saren che era
diventata, ma sua madre, avrebbe potuto pensare di Shepard... quasi le
venne da
ridere a pensarci.
Alla fine, ed
era anche ora per Wrex, i due Mako arrivarono alla base della Vetta 15:
la
strada era stata maledettamente lunga.
Davanti alle
porte chiuse del garage dell'installazione principale della BH,
trovarono ad
accoglierli due IFV ancora in fiamme:
"Dovevano
essere il team incaricato di ispezionare la Vetta 15, dopo che
l'installazione
ha lanciato l'allarme ed è stata isolata." affermò Williams dalla
sicurezza del Mako.
"E chi
è stato a farli a pezzi?" chiese Garrus.
"...Il
motivo dell'allarme?"
"...Matsuo ha detto che Benezia era venuta
alla Vetta 15 con delle cacciatrici Asari e diversi container. Chi
vuole
scommettere sul contenuto dei container?"
"No
grazie comandante... mi ha già preso 5 mila crediti l'ultima volta."
rispose
Garrus.
"In ogni caso, le porte del garage non si
apriranno se ci limiteremo a bussare."
"Crede
che dovremmo provare con apriti sesamo, ma'am?"
"...Qualcosa del genere, Williams."
Il Mako a
fianco a loro distese il cannone, preparandosi a fare fuoco: quella non
era
certo lega Prothen.
"Knoc
knoc." disse Tali dietro di loro, liberando anche le loro armi.
"...Chi è?" rispose gioviale Shepard
dalla radio: Tali non aveva passato mesi a fianco di Tucks per niente.
"Ka."
rispose la Quarian con le dita sul grilletto.
"Ka chi?"
Tali
premette il grilletto, cominciando a bussare: KA BOOM!
I proiettili
da 155 mm degli IFV fecero saltare le porte del garage davanti a loro:
trovarono molti ad aspettarli.
Garrus contò
almeno un paio di Juggernaut, un Distruttore e diversi altri fanti,
oltre a
qualche mercenario Krogan. C'era stata anche un'Armatura Geth, ma aveva
ricevuto la battuta di Tali in piena faccia: non ne rimaneva molto a
opporsi a
loro e per di più, il garage della BH non offriva molti ripari. La loro
fu una
strage crudele.
I due
Juggernaut furono i primi a saltare in aria, e il resto dei Geth li
seguì in
poco tempo, crivellati dalle raffiche di mitragliatrice coassiale: i
Krogan
furono letteralmente segati in due dai proiettili ad alta velocità.
Shepard si concesse
di investire l'unità Distruttore e di passargli sopra con le sei ruote
del
Mako, tornando indietro per assicurarsi di averlo finito: i droni Geth
fecero
del loro meglio per opporsi a Castor e Pollux, ma la loro potenza di
fuoco
limitata poté poco contro le barriere cinetiche dei due IFV. Più danno
fecero
invece i Geth artiglieri che si materializzarono in fondo al garage:
riuscirono
a sparare ciascuno un razzo, prima che fossero finiti rapidamente a
loro volta.
Dopo la
carneficina, Castor e Pollux fecero uno scan coi sensori, le loro due
bocche da
fuoco fumanti nel gelo di Noveria:
"Via
libera." annunciò Shepard, guidando Castor all'interno del garage e
assicurandosi
di parcheggiarlo perfettamente all'interno delle righe segnate: il
comandante
era una donna con alcune strane idiosincrasie...
Non appena
furono schierati al completo, e i due Mako bloccati, una voce
tranquilla che
non era la loro, e nemmeno dalla Normandy, si fece sentire attraverso
gli
altoparlanti del garage:
"Allarme
utente. Quarantena violata. Agenti contaminanti presenti all'interno
della
struttura."
"...L'IV
dell'installazione?"
"Non
credo si riferisca a noi..." commentò Shepard attraverso il casco:
"IV: Identificati."
Ma la voce
registrata rispose senza presentarsi:
"Interfaccia
utente IV offline."
"Deve
essere stata disattivata quando la Vetta 15 ha lanciato l'allarme."
"...Allora
sappiamo dove dirigerci: se c'è qualcuno che può darci una mano in
questo
posto, è l'IV: cerchiamo una mappa dell'installazione e vediamo di
raggiungere il
nucleo dell'intelligenza virtuale."
Si misero
rapidamente in marcia, seguendo il camminamento sul lato sinistro del
garage:
l'installazione complessiva della Vetta 15 doveva essere enorme, più
grande perfino
di una città, senza contare poi le varie sottostazioni. E tutto
quell'enorme
complesso era governato da una singola intelligenza virtuale, ora
dormiente: la
squadra poté solo sperare che non fosse troppo difficile svegliarla...
o troppo
pericoloso.
Percorsero
il camminamento fino in fondo, trovandosi ad un checkpoint di
sicurezza: nessuno
si oppose al loro passaggio. Evidentemente, i Geth dovevano aver
creduto che la
loro forza al garage potesse bastare:
"Perché
le torrette sono ruotate nel senso sbagliato?" chiese Garrus.
Il
checkpoint di sicurezza aveva tutto: Shepard aveva identificato perfino
dei
tozzi ugelli nello stretto passaggio obbligato, distribuiti lungo tutta
la
lunghezza. Difficilmente avrebbero soffiato acqua, in caso d'emergenza.
Sopra di
questi, delle torrette puntavano le loro canne verso l'interno della
stazione,
invece che contro di loro:
"...Devono
voler tenere il loro personale all'interno, tanto quanto vogliono gli
intrusi
all'esterno." realizzò Liara.
Non fu un
pensiero confortante: la guardiola e la postazione di controllo erano
vuote, e
non c'era traccia dei precedenti occupanti. Sembrava che fossero stati
semplicemente portati via:
"Tali,
sigilla le porte dietro di noi." ordinò Shepard: meglio non rischiare
che
i contaminanti di cui parlava l'IV si diffondessero. "...tenente?"
"Il mio
Savant non rileva nulla nell'aria, ma è equipaggiato solo per
identificare
tossine e gas. Non sono in grado di identificare ogni eventuale
patogeno."
"Tali,
i sistemi della tua tuta sono più sensibili?"
"No."
spiegò la Quarian: "...Sono progettati per controllare e tenere quello
che
c'è dentro, dentro, e ben separato dal fuori."
"Quindi
meglio tenere i caschi su, per ora..." commentò Williams.
"Ammesso
che i contaminanti di cui parla l'IV non siano qualcos'altro. Rachni
per
esempio." affermò Shepard.
"..."
tutta la squadra si trovò a guardarla smarrita.
"L'IV
ha detto contaminanti..." tentò di abbozzare Shepard: "La parola
copre un'ampia categoria. E la BH deve avere un numero immenso di
progetti di
ricerca in questo laboratorio. Stavo solo pensando ad alta voce..."
"Dio...
spero sia ebola. O un patogeno biogenico." pregò Williams.
"O un
gas nervino." le fece eco Kaidan.
"Sono
Rachni." affermò Wrex, lasciando che il suo casco si aprisse in quattro
sezioni, scivolandogli all'interno dell'armatura: "E se i Rachni sono
la
causa di questa quarantena e dell'allarme, significa che ce ne sono
abbastanza
da prendere possesso dell'intera struttura."
Shepard
sospirò, aprendo il casco a sua volta:
"...A
cui dobbiamo aggiungere Geth e mercenari Krogan al soldo di Saren, e da
qualche
parte, nella profondità della Vetta 15, anche una Matriarca
indottrinata e le
sue guardie del corpo Asari."
"Che
culo." commentò Alenko acido, iniziando a respirare a sua volta
l'atmosfera della Vetta 15 senza filtri.
"Almeno
adesso sappiamo con chi abbiamo a che fare." aggiunse Williams: Port
Hanshan, e la sua scarsa resistenza, sembrava già lontani mille miglia.
"E
ovviamente con questo tempo, la Normandy è irraggiungibile. Le nostre
radio non
sono in grado di compensare l'interferenza atmosferica: dovremmo
poterlo fare con
i sistemi della Vetta 15, ma visto che sono governati dall'IV..."
aggiunse
Garrus, che però tenne il suo casco dal vetro annerito su: i Turian non
amano
davvero il freddo, e la temperatura nella stanza era a livelli tali da
non essere
per nulla confortevole.
"...Muoviamoci."
ordinò Shepard già rassegnata.
Si fecero
strada oltre il checkpoint di sicurezza, raggiungendo il primo di due
ascensori
che li avrebbero portati al nucleo dell'IV: a quanto pareva, era stato
piazzato
quasi in cima all'arcologia. La cabina era terribilmente stretta per
farci
entrare tutti loro, ma nessuno si lamentò mentre salivano, fino al 788°
piano. Nessuno
aveva voglia di scherzare o di fare conversazione: l'idea di affrontare
Rachni
a breve non riusciva a piacere a nessuno di loro, Wrex compreso.
Il livello a
cui l'ascensore li portò era conciato male: la neve aveva invaso il
piano,
complice il fatto che un intero lato della stanza mancava. Doveva
essere stata
una caffetteria prima della quarantena, ma l'assenza dell'unica
finestra a
separarla dalla neve di Noveria aveva cambiato molto l'ambiente, ora
desolato e
vuoto. Il respiro degli Umani si fece di ghiaccio, tanto che i loro
caschi dovettero
tornare a proteggerli: il pianeta era un inverno eterno, specie a
quelle
latitudini e quote.
"...
Non sono stati i Geth a fare questo."
"Tali?"
"...Sembra
quasi che la finestra sia stata aperta di proposito e abbiano lasciato
al vento
il tempo di entrare."
"Perché
fare una cosa simile?"
"...Non
lo so" ammise Tali.
"...Piano
e con calma." ordinò Shepard.
Avanzarono
oltre la caffetteria, entrando in quella che un tempo doveva essere
stata una
mensa: anche qui, la finestra mancava. A differenza della caffetteria
però, qui
trovarono Geth: questa volta, ai semplici fanti nero onice si
mischiavano nuovi
soldati, bianchi come la neve che calpestavano. Bianchi come Geth Prime
per
l'esattezza: furono i Geth ad aprire il fuoco per primi, ma la squadra
rispose
immediatamente.
Le nuove
truppe Geth non sembravano aver semplicemente un colore diverso:
Shepard fece
fuoco verso uno di essi, solo per vedere il Geth gettare a terra
qualcosa di
fronte a lui. Una barriera esagonale traslucida sorse dal niente e i
colpi del
comandante si infransero contro di essa: la barriera sfarfallò
assorbendoli, ma
non cedette. Shepard non rimase a pensarci: una granata volò oltre la
barriera,
spazzando via il Geth e distruggendo qualunque aggeggio la generasse.
Wrex
scoprì che anche un colpo sovraccaricato poteva bastare per farla
cadere, mentre
il resto della squadra faceva del suo meglio per combattere il resto
dei fanti.
Nonostante
la superiorità numerica dei Geth, alla fine fu la squadra di Shepard a
sparare
per ultima:
"Questo
è nuovo." commentò Garrus, quando si assicurarono di avere il controllo
della stanza.
"...È
una sorta di emettitore portatile di barriere cinetiche." disse Tali,
analizzandone uno che era rimasto intatto: premendoci contro la mano,
era
solida. "Ma è molto più resistente, tenendo conto di quanto sia
piccolo."
"Una copertura
portatile." disse Williams.
"Praticamente
sì."
"E i
fanti?"
Tali era
riuscita a prendere il possesso di uno di loro, ed estrarne già
abbastanza:
"Truppe
speciali Geth." spiegò Tali, prima di friggere il superstite che aveva
esaminato.
"Una
novità?"
"Non
proprio... avremmo dovuti incontrarli anche nella nebulosa di
Armstrong, ma con
gli IFV non abbiamo mai lasciato loro tempo sufficiente ad usare questa
nuova capacità."
"Capisco.
Qualcosa da tenere da conto da ora in poi e..."
Fu un rumore
strano ad interrompere il comandante: come se qualcuno trascinasse un
tubo di
metallo dietro di sé. Troppo vicino per essere confortante:
"Vento...?"
chiese Liara, guardando il comandante imbracciare il fucile.
"Non
sembrava vento." rispose Shepard.
Il rumore si
ripeté, questa volta più vicino:
"Questo
posto è messo male."
"Non
temere Tali: ti proteggerò io." rispose Garrus.
Questo prima
che un'intera sezione del muro cedesse, lasciando entrare nella stanza
qualcosa
che tutti speravano di non dover combattere:
"RACHNI!"
La creatura
ruggì, impennandosi sulle zampe posteriori, scrollandosi di dosso la
polvere e
facendo scattare le sue chele, per poi caricare a testa bassa,
incontrando le
bocche da fuoco dell'intera squadra.
Tali accettò
l'offerta di Garrus: la giovane Quarian non riuscì a sparare,
paralizzata
com'era dal terrore.
Gli shotgun
di Williams, Wrex e Shepard compensarono alla sua assenza: i colpi
sovraccaricati viaggiarono attraverso la sala mensa, come lingue di
fuoco
rosseggianti, colpendo l'insetto con precisione e prima che sputasse su
di loro
il suo pericoloso acido.
Il Rachni
morì sul colpo, in uno spruzzo di liquido disgustoso.
"Altri
in arrivo." urlò Alenko, sparando una raffica verso il buco nella parete
da
cui era uscito il Rachni: piccoli operai verdi stavano zampettando
fuori. Lui e
Garrus si dedicarono immediatamente ad impedire a quegli insetti di
raggiungerli: i piccoli operai erano però agili e molto aggressivi, per
quanto
sparassero in fuoco automatico infatti, il tenente e il Turian si
accorsero di
non riuscire a controllarli del tutto. L'ultimo di questi riuscì ad
avvicinarsi
abbastanza da saltare verso di loro, con una violenza e una velocità
che non
sembravano possibili per qualcosa di così piccolo. Wrex lo ricevette
sulla sua
corazza, dove l'operaio Rachni esplose con la forza di una granata
concussiva,
liberando una nube verdastra.
I sensori
all'interno della corazza di Tali la informarono che era piuttosto
tossica, ma la
Quarian non riuscì a dare a quelle informazioni importanza.
Dall'altra
parte della stanza, attraversando le porte di fondo della sala mensa
come se
non esistessero, si fecero strada tre Rachni adulti, marrone
cioccolato, sui
quali il comandante lanciò una singolarità senza perdere tempo. Li
crivellarono
tenendoli in aria, poi Liara lanciò il suo campo di distorsione,
spazzandoli
via.
La squadra
si assicurò che nessuno si rialzasse, mentre Tali rimase a guardare,
paralizzata dal suo panico.
"Dobbiamo
muoverci." avvisò Alenko: dal foro nella parete, risalivano le urla di
altri
Rachni in avvicinamento.
"Tali?"
"Sto...
bene..."
Shepard non
ci pensò: afferrò la mano di Tali e cominciò a trascinarla via, seguita
dal
resto della squadra che si chiuse attorno a loro per coprire i fianchi.
Corsero
seguendo le indicazioni dell'installazione, senza guardarsi indietro,
inseguiti
dalle stridule grida dei Rachni, fino a trovare rifugio in un secondo
ascensore
in cui si gettarono subito dentro, premendo il pulsante per il livello
del
nucleo dell'IV.
"Tali?"
chiese ancora Shepard quando le porte si chiusero e la cabina si mise
in moto.
"Sto
bene." ripeté la Quarian.
Shepard non
la stava ascoltando: le passò il suo omnitool addosso.
"È in
shock." disse il comandante: "Tali? Tali!" disse scollandola.
"Che
c'è?" chiese aggressivamente la Quarian.
"...Ben
tornata. Che è successo là sotto?" chiese Shepard, rimanendo con un
ginocchio a terra di fronte a lei.
Fu così che
Tali si rese conto di essere seduta nella cabina dell'ascensore che
saliva, con
tutta la squadra preoccupata dal suo stato:
"...Tali?"
“Ho avuto un
attacco di panico." ammise la Quarian.
“Aracnofobia?"
disse Alenko.
"Non so
cosa significhi... ma quando quel Rachni è uscito dalla parete..."
disse
Tali, cominciando a grattarsi la tuta: una reazione istintiva e
completamente
sbagliata per lei.
"Il
tenente intendeva che il tuo attacco di panico è stato dovuto ai
Rachni."
"...Quando
l'ho visto... quando è uscito dal muro... non lo so." disse Tali:
"Abbiamo visto un sacco di cose spaventose nel nostro viaggio... perché
solo coi Rachni...?"
"A
volte non c'è un perché: si chiamano fobie per questo. Paure
irrazionali che
non riusciamo a controllare... e sinceramente parlando... non c'è
niente di
male nell'aver paura di insetti grossi quanto un dannato IFV."
"Questo
è un problema comandante..."
"Una
cosa alla volta Alenko: cominciamo a riattivare l'IV della stazione.
Una volta
fatto, decideremo il passo successivo. Avanti Tali: non è ancora
finita."
disse il comandante, aiutandola a rimettersi in piedi: non potevano
rimandare
Tali a Port Hanshan a quel punto. Non da sola, e... sarebbero riusciti
ad
avvicinarsi a Benezia senza Tali? O anche solo riparare l'IV della
Vetta 15?
La squadra lasciò
passare qualche piano in silenzio: nessuno provò a prendere Tali giro.
Come
aveva detto Shepard, non c'era vergogna nell'aver paura dei Rachni...
Fu Garrus
alla fine a rompere il silenzio:
"Così
per curiosità, sulla flottiglia non avete insetti?"
"L'ecologia
di Rannoch si basava... si basa ancora probabilmente, sulla simbiosi
biologica:
eravamo anche noi Quarian a contribuire all'impollinazione delle
piante...
assieme a uccelli e piccoli mammiferi."
"Mh.
Deve essere un bel posto: niente che striscia, o zampetta in giro."
"E
dobbiamo solo sconfiggere i Geth per riprendercelo..." rispose asciutta
Tali.
Finalmente,
la cabina arrivò alla loro destinazione: 957° piano, sede del nucleo
dell'IV.
Normalmente, non avrebbero potuto accedervi, ma la disattivazione
dell'intelligenza
virtuale aveva fatto saltare molti dei sistemi di sicurezza: loro sette
avanzarono
indisturbati dalle sentinelle automatizzate, in quel momento dormienti.
Scoprirono
che il piano conteneva solo il nucleo dell'IV, e le strutture ad essa
deputata:
"Un
sistema energetico di backup." disse Tali, osservando un insieme di
cavi
uscire da una scatola di metallo contro una parete: "Deve alimentare il
mainframe della stazione."
"Come
lo riattiviamo?"
"Già
fatto." rispose Tali e l'effetto fu piuttosto visibile.
Le
sottostazioni di alimentazione si accesero su tutto il piano, mentre
l'edificio
sembrò riprendere vita: spie e sensori ammiccarono attorno a loro come
stelle. E
la voce dell'IV tornò a farsi sentire: non furono buone notizie.
"Errore
critico all'avvio. Interfaccia di intelligenza virtuale offline.
Richiesto
avvio manuale."
"...Fantastico."
"Signora:
ostili in arrivo."
L'intera
squadra estrasse le armi, puntandole nella direzione indicata da
Alenko:
"...Parlami
tenente."
"Si
sono fermati appena oltre la porta." disse Kaidan, e un certo numero di
colpetti si fecero strada attraverso il metallo fino a loro.
Shepard
rilasso la presa sul fucile:
"Se
fossero Rachni adulti avrebbero sfondato la porta come hanno fatto in
mensa."
"Operai?"
Shepard si
illuminò di azzurro, e la porta venne scardinata e fatta rovinare su
qualunque
cosa si trovasse al di là.
Lo scoppio
multiplo, come quello di granate a gas, confermò che Shepard aveva
avuto
ragione:
"Alla
faccia dello schiacciamosche... ma'am."
"Mmhh...
è quasi un peccato ucciderli."
"Shepard!"
esclamò scandalizzata Tali.
"Che
c'è? Una colonia di formiche spaziali è stata il mio primo animale
domestico..." rispose il comandante, ripensando brevemente alla sua
infanzia: con lo spazio limitato a bordo delle navi, non era così strano, in fondo.
Tali non
riuscì a replicare: si limitò a scuotere la testa orripilata.
Raggiunsero
il nucleo dell'IV senza altri intoppi: un enorme cervellone costruito
in una
struttura che ricordava vagamente una clessidra.
"Non
sembra troppo complicato." disse Tali, facendosi strada all'interno
della
struttura di server.
"Se lo
dici tu Tali... non avrei la minima idea da dove iniziare."
"Non è
difficile... basta trovare la sede di personalità e capire il problema.
Cominciando da... qui." disse Tali, aprendo uno scomparto e spingendo
una
pulsante con decisione.
Il pavimento
su cui Tali poggiava si abbassò automaticamente: solo Garrus riuscì a
saltare
prima che la distanza diventasse troppa.
"Tutto
bene." affermò la Quarian una volta che furono spariti: il resto della
squadra si sporse sul tunnel che si era aperto, per confermare quelle
parole
Tali e
Garrus li guardavano da circa dieci metri più in basso:
"Sicuri?"
"A
posto: ho già trovato il problema. Devo spostare manualmente delle
schede di
elaborazione." spiegò Tali, cominciando a lavorare.
"Sono
stati i Rachni a causare questo guasto?
"...No:
sembra far parte del protocollo di sicurezza."
"Staccano
l'IV che controlla la stazione in caso di breccia alla quarantena?"
chiese
Alenko.
"...E
cancellano ogni prova. Poi fanno cadere una testata all'antimateria e
sterilizzano il posto." commentò Shepard cupa.
"Preferiscono
distruggere tutto piuttosto che tentare di recuperare i loro studi..."
"Almeno
la BH comprende la pericolosità dei Rachni..."
"Peccato
che lavorino con Saren allora... chi non vorrebbe un'amichevole
conglomerato
interstellare ad allevare i Rachni ad un solo salto di distanza dallo
spazio
del Consiglio?" chiese acida il comandante.
"...Abbiamo
quasi finito qui sotto." disse Garrus: fedele alle sue parole, si
diffuse
attraverso gli altoparlanti uno squillo bitonale, testimoniando il
riuscito
riavvio del sistema. La piattaforma che ospitava Tali e Garrus cominciò
a
risalire automaticamente, riportandoli al piano: nell'alcova che
lasciarono
libera, si materializzò un ologramma arancione, l'avatar dell'IV,
vagamente
femminile e virginale, ma con un ciuffo ribelle di capelli olografici
in mezzo
alla fronte.
"...Sembra
che stiate cercando di rimettere in funzione la struttura. Posso
aiutarvi?"
chiese l'ologramma osservandoli paziente.
Shepard si
fece portavoce del gruppo:
"Sei
l'IV che controlla l'intera Vetta 15?"
"Questo
sistema è programmato per rispondere alla definizione di Mira. Posso
conoscere
l'identità dell'utente corrente?"
"Comandante
Shepard, Specialista Tattica e Ricognizione della Cittadella."
"Attendere
prego..." ribatté Mira, setacciando le sue banche dati, grandi
probabilmente quanto una piccola città: "... autorità del Consiglio
confermata. È stato garantito un accesso di sicurezza generico a tutti
i
livelli. L'accesso ai segreti corporativi richiede un livello di
sicurezza confidenziale.
L'accesso confidenziale è garantito solo a dirigenti della Binary
Helix."
Mira si
interruppe un momento, probabilmente soddisfatta di aver esaurito i
convenevoli
per cui era stata programmata:
"Il
sistema è pronto a processare le vostre richieste. Potete ora accedere
a Mira
da ogni interfaccia olografica presente nella Vetta 15."
"Devo
raggiungere la Matriarca Benezia. Dove posso trovarla?"
"Lady
Benezia ha usato il trasporto passeggeri sotterraneo per raggiungere i
laboratori della sottostazione Rift... Allarme utente. Il trasporto
passeggeri
non è al momento operabile."
"...Rapporto
danni."
"Attendere
prego... diagnostica in corso. Guasto critico: reattore principale
spento in
accordo ai protocolli di quarantena d'emergenza. Riavvio manuale
richiesto.
Guasto critico: cavi di connessione disinseriti. Il sistema di
trasporto
passeggeri è offline. Rapporto completato. Ha ulteriore domande sullo
stato del
sistema?"
"Come
raggiungo e riparo i guasti?"
"Il
reattore principale si trova 1037 livelli sotto di voi: posso aprire un
percorso prioritario con un ascensore per permettervi di raggiungerlo
rapidamente."
"Fallo
per favore." ordinò Shepard.
"...Una
volta raggiunto il nucleo, le valvole di Elio-3 devono essere riaperte.
Questo
può essere fatto in loco presso i controlli del reattore. Avviso
utente:
rilevati contaminanti meccanici nel livello del reattore."
Geth,
realizzarono tutti.
"...E
per quanto riguarda i cavi di connessione?"
"I cavi
di connessione collegano il mio mainframe principale qui alla stazione
centrale,
alle varie sottostazioni della Vetta 15. Questo permette ai ricercatori
di
accedere ai miei database anche dalla confortevole sicurezza dei loro
laboratori. Quando il protocollo di emergenza è iniziato all'interno
dei
laboratori di ricerca della sottostazione Rift, i cavi sono stati
automaticamente disinseriti..."
"Intendevo
come fare a ripararli." la interruppe Shepard afferrandosi la radice
del
naso: maledette loquaci ed ottuse IV.
"I cavi
di connessione sono concepiti per essere facilmente ricollegabili:
potrà farlo
dal tetto dell'installazione, premendo semplicemente un pulsante.
Questo
consentirà la riconnessione dell'hardware e il suo riavvio. Per
raggiungere il
tetto, vi basta percorrere il corridoio dietro di voi ed accedere
all'ascensore.
Avviso utente: rilevanti contaminanti biologici vicino ai comandi."
Shepard si
concesse un sospiro rassegnato:
"Che
cosa è successo qui?"
"Prego...
formulare una domanda più specifica." rispose l'ologramma di Mira.
"La tua
disattivazione faceva parte del protocollo di quarantena?"
"Sì.
Nel caso che la Vetta 15 debba essere sterilizzata per ragioni di
sicurezza, il
mio programma e i miei dati sono epurati."
"I
contaminanti biologici che si aggirano per la Vetta 15 provenivano dai
laboratori di ricerca della stazione Rift?"
"Mi
dispiace comandante: domande relative alle nostre ricerche richiedono
un
livello confidenziale di accesso ai dati..."
"...Riservato
ai dirigenti della BH." la interruppe Shepard: solo in quel momento
apprezzò completamente la frustrazione del Krogan su Feros:"Mira,
fornire
cronologia degli eventi occorsi subito prima della tua disattivazione."
"Allerta
di livello 1 ai laboratori di ricerca. Contaminanti rilasciati dalla
capsula
Gamma. Attivazione protocolli di emergenza. Allerta di livello 2 ai
laboratori
di ricerca. Violazione condotte di isolamento. Disattivazione trasporto
passeggeri. Cavi di connessione ai laboratori di ricerca disinseriti.
Allerta
di livello 3 emessa localmente. Contaminanti presenti nei tunnel di
trasporto.
Blocco della stazione ed evacuazione iniziata. Inviato codice Omega.
Avviso
utente, evacuazione fallita: presenza di contaminanti meccanici. IV
disattivata."
"Ci
sono dei superstiti della BH alla Vetta 15?"
"Impossibile
determinare: l'assenza di cavi di collegamento impedisce di individuare
la
presenza di eventuali superstiti nelle sottostazioni
dell'installazione."
Il che
significava almeno che in tutto l'edificio principale non rimaneva
nessuno vivo
a parte loro.
"Ripristinare
blocco della Vetta 15 fino a nuovo ordine: ogni contaminante biologico
o
meccanico nell'installazione deve essere neutralizzato. Autorizzato
l'uso della
forza letale ove possibile e rifiutare qualsiasi input elettronico
inviato dai
contaminanti meccanici."
"Comando
confermato in accordo ai privilegi concessi al reparto Specialisti
Tattica e
Ricognizione della Cittadella. Blocco in corso... attendere prego."
"Questo
almeno ci darà del tempo e spazio di manovra."
"...Blocco
completato ad ogni livello della struttura principale della Vetta 15."
riferì
Mira.
"È
ridicolo comunque: disattivare l'unico guardiano che resta e lasciare
agli
invasori campo libero..." disse Alenko scuotendo la testa: di certo non
si
aspettava che Mira rispondesse.
"I protocolli
di emergenza suggeriscono come l'ambiente inospitale di Noveria uccida
i
contaminanti biologici. Potrebbe anche danneggiare i contaminanti
meccanici."
"Quindi
spengono il riscaldamento e sperano per il meglio... dannazione,
qualcuno dia
loro una medaglia."
"...Dovremo
dividerci: Alenko, Vakarian, Tali e Williams, scenderete a riattivare
il
reattore principale della stazione. Io, Wrex e Liara, saliremo a
ricollegare i
cavi."
"È
sicura comandante di volere andare solo in tre contro i Rachni?"
"Abbiamo
Wrex. E se riattivare i cavi è così facile come Mira sostiene, spero di
riuscire a farcela prima di attirare tutti i Rachni all'esterno."
"...Va
bene signora."
"Una
volta che avremo fatto, dovremmo essere in grado di inviare un rapporto
alla
Normandy e a Port Hanshan: almeno sapranno cosa sta succedendo, e non
decideranno all'improvviso di sganciarci una bomba ad antimateria
dall'orbita."
"Già...
questo mi pare piuttosto importante." disse Wrex.
"Occhi
aperti gente. Una volta fatto, RV alla stazione di trasporto." ordinò
Shepard facendo cenno a Wrex e Liara.
"...Shepard."
"Sì
Tali?"
"...Buona
fortuna."
Shepard alzò
il pugno sinistro senza voltarsi, come cenno di incoraggiamento,
sperando con
tutta sé stessa che si sarebbero rivisti tutti più tardi...
"Figlio
di puttana!" fu il ruggito che la seconda squadra sentì avvicinandosi
alla
stazione di trasporto passeggeri.
Furono
sorpresi di scoprire di essere l'ultima delle due squadre, per quanto
fossero
in maggioranza numerica? Non tanto, in fondo. Ma quando realizzarono
che il
ruggito proveniva dal comandante, non poterono fare a meno di
affrettarsi. I
quattro superarono un checkpoint di sicurezza, nel quale trovarono i
resti
untuosi di un paio di Rachni arrostiti... e infine il comandante
Shepard seduta
su una delle panchine d'aspetto, con Liara che si agitava in mezzo alla
sue
gambe, mentre Wrex le guardava sogghignando.
"...come
un cucciolo." stava finendo di dire Wrex.
Per quanto
il Krogan ridesse, non era in buono stato: c'erano due buchi sulla sua
corazza,
tappati da omnigel, ma due rivoli di sangue arancione ormai coagulato
erano
ancora ben visibili.
"Signora...
sta bene?" chiese Alenko quando arrivarono.
"Un
Rachni le ha danneggiato lo stivale: sto cercando di smontarlo senza
portarle
via il piede." rispose Liara.
"Con
scarsi risultati per ora..." impreco Shepard e Kaidan si affiancò alla
dottoressa.
"Dannazione...
deve aver bruciato anche l'isolante protettivo. Signora sente
qualcosa?"
"Sì
Alenko, fa un male da vero figlio di puttana!"
"Wha ah
ah... ha ucciso il Rachni con un calcio biotico. L'ha decapitato
così..."
disse Wrex facendo schioccare le dita: "...di netto. Mai visto niente
del
genere."
Aveva
aiutato forse il fatto che Liara fosse stata in pericolo: in effetti,
Shepard
aveva trasformato la meta usando il Rachni piuttosto che un pallone da
football.
"E a te
cosa è successo, Wrex?" chiese Williams indicandogli i buchi nella
corazza
"A me?
Un Rachni mi ha preso da dietro" spiegò Wrex voltandosi per far vedere
i
due buchi simmetrici sulla schiena: "...I bastardi sono coriacei. Ma
credeva che infilzarmi una volta con le sue zampe bastasse. Grosso
errore."
"Non
facevi così lo spaccone Wrex prima, quando... dannazione Alenko: non
sono un
fottuto manichino."
"Mi
scusi signora..." disse Alenko arrendendosi: "Dovremo tagliare la
corazza." quando ritirò i guanti, li trovò macchiati di rosso.
"Allora
meglio farlo a bordo del trasporto verso la stazione Rift: tanto vale
unire
l'utile al dilettevole. Dottoressa, tenente... una mano ad alzarmi, per
favore?"
Liara e
Alenko non si fecero attendere, aiutando Shepard a salire a bordo del
tram
sotterraneo. Le porte si chiusero dietro di loro automaticamente e si
mise in
moto da solo.
"Mira?"
chiese a voce alta Williams.
Liara annuì:
"L'IV è
stata sorprendentemente collaborativa da quando abbiamo ricollegato i
cavi
d'accesso. Pare ci siano dei superstiti alla stazione Rift: erano
meglio
preparati per far fronte ai Rachni rispetto alla struttura principale."
"Buone
notizie insomma."
"Non
proprio..." sospirò Shepard, coprendosi la faccia per nascondere il
riverbero
dalla saldatrice che Alenko aveva creato sul suo omnitool: "Non
riusciamo
a metterci direttamente in comunicazione con loro. La sottostazione
Rift è
costruita all'interno di uno dei ghiacciai più vecchi della Vetta 15,
ma sono
completamente isolati. Mira ha accesso alle loro console, ma solo
attraverso i
cavi di connessione: la rete di sensori della stazione Rift è troppo
danneggiata: una volta lì, saremo isolati a nostra volta, e Rachni e
Geth
abbondano nella stazione. Anche se, a detta di Mira, il grosso si è
dispero
nella struttura principale..." spiegò Shepard serrando i denti.
"Abbiamo
anche contattato Port Hanshan." disse Wrex: "Quegli stolti dalla
vescica debole sono stati inutili..."
"Con
l'arresto di Anoleis c'è un momentaneo vuoto di potere: non hanno
ancora deciso
qualcuno che si prenda la responsabilità di questa patata bollente."
"Eh...
bollente."
"...E
non aiuta il fatto che i dirigenti della BH fossero alla Vetta 15
quando è
scoppiato il casino."
"Come
dar loro torto..." disse Vakarian sarcastico, scuotendo la testa.
"In
ogni caso, hanno sospeso il conto alla rovescia per il bombardamento
orbitale."
"Questo
è decisamente positivo."
"E con
il nucleo energetico di nuovo attivo, Mira ha accesso ai suoi armamenti
offensivi." disse Tali.
"Abbiamo
visto." disse Wrex: "C'erano dei Rachni nella camera di
decontaminazione, al checkpoint. Non appena il nucleo è tornato in
funzione, li
ha bruciati con delle torce al plasma. Probabilmente sta facendo lo
stesso in
tutta l'installazione e..."
"Cristo.
Santo." esalò Kaidan togliendo finalmente lo stivale da Shepard.
"È così
grave?" disse il comandante senza guardare: non sentiva più le dita.
Non
voleva guardarsi un troncone.
"...Per
un po' di tempo signora, non potrà usare delle ballerine. Ma no, il
tenente ha
solo avuto una brutta reazione."
"A
cosa?" chiese Shepard guardando: la buona notizia fu che le rimanevano
tutte e cinque le dita, assieme alle falangi.
Quella
cattiva era che la pelle del suo piede si era trasformata in cera
raffreddata
troppo rapidamente, almeno come aspetto. Non molto bello da vedere,
specie per
la furiosa sfumatura di rosso che esibiva... ma non così
grave. Adesso riusciva perfino a sentirsi l'alluce: il resto
delle dita si piegò poco dopo.
Poi lo
sguardo del comandante risalì fino alla mano di Alenko, che teneva
l'unghia del
suo alluce tra pollice e indice.
"Mi
scusi comandante." disse Alenko accorgendosi del suo sguardo e
lasciando
cadere quel macabro resto: il tenente abbassò lo sguardo, iniziando a
frugare
nella sua cintura alla ricerca di bende e medigel.
"Mmhh...
avete avuto problemi al reattore?"
"Niente
che non abbiamo potuto gestire... specie dopo che Tali qui, ha preso il
controllo di un Juggernaut."
"Niente
Prime quindi? È un sollievo saperlo."
"Per
ora... e non credo che ne incontreremo nella stazione Rift. Il
drappello nel
reattore principale e al garage sembravano essere le loro forze
principali."
"Che
fortuna." disse Shepard stringendo i denti.
"...Quasi
finito signora." disse Alenko, attaccandole un impacco di medigel dopo
aver disinfettato con della polvere antisettica, e legando il tutto con
delle
garze: "Dovrò saldarle di nuovo lo stivale alla corazza e tappare il
tutto
con omnigel."
"Proceda
tenente. Non c'è bisogno che le dia il mio permesso."
"Potrei...
potrei aiutare?"
"Ma
certo Tali: probabilmente te la cavi meglio di me nel ricollegare i
circuiti.
Dovrà farsela riparare non appena saremo di nuovo a bordo della
Normandy,
signora."
"Te
l'ha mai detto nessuno tenente, che sei una chioccia?" lo motteggiò
Williams.
"...Quindi
è vero che gli Umani hanno cinque dita anche sui piedi." disse Tali,
strappando una risata a Wrex e al comandante.
***
Al loro
arrivo alla sottostazione Rift, furono accolti da un piccolo gruppo di
guardie
armate: due Umani ed un Turian, tutti con l'espressione estremamente
provata.
Fu uno degli Umani a farsi avanti: un meticcio dalle spalle larghe e
pelato
come una palla da bowling.
"Giù le
armi." ordinò ai suoi uomini quando si accorse di quale specie non
fossero
gli occupanti del treno sotterraneo.
"Comandante
Shepard, Spettro della Cittadella. E loro sono la mia squadra: siamo
venuti a
risolvere il vostro problema." disse per tutti l'N7: ora che era stata
medicata e la corazza la pompava di antidolorifici, riusciva di nuovo a
camminare. Magari non sarebbe riuscita a correre senza assistenza, ma a
marciare a capo del drappello, non c'era problema:
"Mi
scusi per l'accoglienza. Non potevamo sapere chi manovrasse la
vettura."
"Quei
cosi sanno come manovrare un tram?" chiese Williams.
"Che il
diavolo mi prenda se lo so, ma preferisco non assumere niente. Capitano
Ventralis, sicurezza BH. E loro sono Blain Cooper e il sergente Mac."
disse Ventralis indicando l'Umano e il Turian.
"Non
hai la faccia da Mac." disse Garrus al suo consimile.
"Marrus
Cotua." disse brevemente il turian: "Mac è più facile da pronunciare
per i miei colleghi."
"Qual è
la situazione, capitano Ventralis?"
"Non
buona: gli alieni hanno conquistato il laboratorio di ricerca qualche
giorno
fa. L'unico a salvarsi è stato Han Olar, e non ci sta più con la
testa... non
del tutto, almeno. E prima che ce ne accorgessimo, il primo di quei
cosi si
stava facendo strada nel mio centro di comando..." Ventralis risparmiò
uno
sguardo per i suoi uomini: "...Avevamo molto più staff allora."
aggiunse
sovrappensiero.
"Sappiamo
cosa volete dire: la struttura principale è infestata. Mira riesce a
contenerli
in qualche modo da quando l'abbiamo rimessa in funzione, ma non è detto
che
qualcuno non riesca a scapparle."
"Allora
ho già un motivo per ringraziarvi. La direzione ha mandato un'Asari per
ripulire questo macello: si è diretta ai laboratori di ricerca ieri, ma
da
allora, nessun contatto."
"Benezia...
per caso è ancora lì?"
Ventralis
scosse le spalle:
"Non lo
so. Non vedo come una singola persona possa fare la differenza...
specie contro
queste cose."
"Una
Matriarca ha le capacità per restare in vita molto a lungo..."
interloquì
Liara timidamente.
"In
ogni caso non c'è modo di saperlo: i laboratori sono isolati."
"Può
farci entrare?"
"Sul
mio cadavere signora... quelle porte sono l'unica cosa che ci separi
dai
laboratori principali: se le apriamo, saremmo spazzati via prima che
lei riesca
ad incontrare la sua Asari. E sinceramente signora, ci servono le
vostre armi,
per tenere al sicuro il personale superstite."
"Di
quanti stiamo parlando?"
"Una
dozzina, e un altra dozzina di miei Uomini a difenderli: teste d'uovo
che non
hanno mai preso in mano un fucile. Li ho fatti riunire nell'area
abitativa, più
facilmente difendibile. Una buona idea, ma quelle cose sono
inarrestabili: va
un po' meglio da quando abbiamo bloccato l'ascensore diretto per i
laboratori
principali... ma quelle creature attaccano comunque il perimetro ogni
paio
d'ore... non sono molto intelligenti, anche un animale dovrebbe aver
imparato
ormai a non mettere una zampa nel fuoco se scotta, ma stiamo andando
avanti
a... turni prolungati e stimolanti. Non possiamo fare altro per ora."
"Garrus,
Ashley: vorrei che aiutaste il capitano Ventralis a rinforzare il
perimetro. In
caso che i Rachni ci facessero visita."
"Sissignora."
"La
ringrazio per il suo aiuto."
"Le
dispiace se mi dirigo col resto della squadra all'area abitativa?
Vorrei dare
un'occhiata in giro..."
Prima che
potesse finire, quel rumore che avevano già sentito alla Vetta 15 si
rinnovò,
costringendo ognuno di loro a prendere in mano le armi, cercando di
capire da
dove venisse.
"Sono
qui..." disse Mac.
Una
conduttura dell'aria esplose verso l'esterno, e il primo Rachni si fece
sotto.
Shepard e
Liara si concentrarono su di lui: l'archeologa lo alzò da terra, e il
comandante lo strizzò senza pietà, mentre il resto della squadra si
occupò del
gemello che stava arrivando: qualche raffica di fuoco automatico fece
esplodere
anche gli operari che li accompagnavano e i Rachni finirono squartati.
"...
come le dicevo." disse Ventralis, quando le armi tacquero: "Ogni paio
d'ore ci provano. questa volta siamo stati fortunati, grazie a voi."
"Sarebbe
stupido non aiutarsi a vicenda: siamo tutti sulla stessa barca. E ora
se non le
dispiace, vorrei raggiungere l'area abitativa: devo farmi un'idea prima
di
risolvere il problema."
"Ma
certo: basta superare il checkpoint di sicurezza e se la troverà subito
davanti. Non può sbagliare." indicazioni quelle, che Shepard seguì alla
lettera.
"Per la
Dea..."
Ventralis
non aveva descritto lo stato dell'area abitativa: i residenti e
ricercatori
superstiti erano davvero in un pessimo stato. Shepard contò anche un
Salarian
addormentato, un Elcor dall'aspetto miserevole e un Asari che passava
il tempo
a gambe incrociate nella posizione del loto, meditando. Le guardie di
Ventralis
non erano messe meglio: facce stanche e affrante, dalla risata nervosa
e dalla
voce rassegnata.
Quando i
civili li videro, credettero per un momento che fossero il team di
recupero, o
nuovi invasori, e Shepard dovette ancora una volta spiegare cosa ci
facesse lì
con la sua squadra. Saputo che comunque erano lì per aiutare, i civili
e le
guardie riversarono sul suo team le loro speranze, e Petozi, l'Elcor,
si offrì
persino di vendere loro qualcosa a prezzi scontanti, dato che si
presentò come
un fornitore della BH capitato lì per caso durante l'incidente.
L'Asari
intenta alla sua meditazione non si rivelò molto più a conoscenza della
situazione rispetto a loro: conosceva Benezia solo di nome, e non
l'aveva mai
vista di persona. Per quanto acida, Alestia Iallis non fu però inutile
al
gruppo, nonostante si occupasse dell'ibridazione e del miglioramento di
alleli
biotici geneticamente potenziati: li diresse al Salarian, il Dr. Palon,
che
aveva una conoscenza più intima della stazione Rift, essendo il
ricercatore
anziano.
Il dottore
Salarian, un tossicologo, era indubbiamente scosso, ma Shepard non
riuscì a
provare per lui troppa simpatia, dato che vedeva i frutti del suo
lavoro
all'opera: nonostante l'incidente, nonostante la perdita di diversi
colleghi, e
sopratutto, nonostante lavorare alla Vetta 15 non gli piacesse neanche
un po',
dato che a suo dire si seppelliva l'etica in favore dei risultati; il
Dr. Palon
non ebbe intenzioni di sbottonarsi più di tanto con loro. A quanto
pareva, era fermamente
interessato a tenere il suo posto di lavoro e l'accordo di non
divulgazione che
gli avevano fatto firmare nel suo contratto era per lui vincolante,
anche di
fronte a quella tragedia. Tuttavia, a sua volta Palon li indirizzò al
dottor
Cohen, l'unico fra tutto il gruppo di dottori e ricercatori superstiti
in grado
di fornire un certo livello di cure mediche. Per questo, Shepard e gli
altri lo
trovarono nella sua infermeria improvvisata: il buon dottore era quasi
calvo,
stanco e spaventato almeno quanto gli altri, ma non smetteva un momento
di
affaccendarsi attorno alle macchine che lo circondavano, mentre i suoi
tre
pazienti restavano sedati nelle loro brande.
"Lo so
che avresti già trovato una cura al posto mio..." si lamentò il
dottore,
voltandosi e accorgendosi di loro: "Che c'é? Chi siete? Cosa volete?"
"...Sono
stata attaccati dagli alieni?" disse Shepard guardando i pazienti.
"Cosa?
O no... stanno soffrendo per gli effetti di una tossina. C'è stato un
incidente, io..." il dottore Cohen si fermò tossendo: "Io ho firmato
un NDA: non dovrei parlarne con estranei alla compagnia."
"Credo
che lo farà invece, dottore, perché potrei aiutarla..."
Il dottore
sospirò:
"Mi
piace pensare che alla compagnia importino di più le nostre vite che i
suoi
segreti... conoscete Mira, l'IV della Vetta 15? Gestiva i protocolli di
sicurezza per i nostri esperimenti qui..."
"L'abbiamo
riattivata prima di raggiungervi."
"Siete
stati voi? Grazie allora: fino a quando Mira non è tornata online i
macchinari
auto diagnostici non volevano saperne di funzionare.... in ogni caso,
loro tre
qui..." il dottore sospirò di nuovo:"...Abbiamo perso la connessione
a Mira durante uno dei nostri esperimenti, e la quarantena è fallita. I
miei
colleghi sono stati esposti ad una tossina: qualcosa a cui stavamo
lavorando."
"Se
vuole che l'aiuti, Cohen, dovrò essere più specifico di così: sono
stufa di
scontrarmi con i vostri NDA. A cosa stavate lavorando?"
"...È
un'arma biogenica." ammise alla fine Cohen: "Basata su una forma di
vita esotica scoperta alla frontiera. Le stesse creature che hanno
invaso la
Vetta 15. La direzione voleva qualcosa capace di ucciderle... ma non
c'era
alcun profitto da ottenere da un'arma biogenica che potesse essere
usata su una
sola specie. Abbiamo continuato a lavorarci a perfezionarla... perché
potesse
infettare altre specie." il dottore sospirò ancora prima di continuare,
visibilmente provato dai rimorsi, specie ora che il suo lavoro stava
uccidendo
i suoi colleghi:
"Il Thoros
B è altamente contagioso, ma non può passare da una persona all'altra.
Come un
attacco biologico, ma senza la dispersione pandemica."
"Credete
che una simile distinzione la renda etica?" chiese Liara.
"Militari,
politici... si sarebbero assicurati quest'arma in un modo o nell'altro.
Abbiamo
cercato di limitare i danni potenziali che poteva fare... so che non
riuscite a
vederlo, ma..."
"Può
scommetterci che non riesco a vederlo!" disse Shepard: "C'è una
ragione se le armi biologiche e biogeniche sono proibite della
convenzioni
della Cittadella. E non mi dica che non avete nemmeno formulato una
cura."
"...La
nostra priorità era di rendere il Thoros B efficace, ma ci stavamo
avvicinando
a sintetizzare un antidoto quando abbiamo perso la connessione con
Mira. I
nostri appunti e il nostro equipaggiamento sono rimasti nel laboratorio
di
quarantena, è questione di unire qualche fiala al massimo... ma il
capitano
Ventralis non vuole rischiare ulteriori contaminazioni."
"E le
sue paure sono fondate?"
"No! La
tossina ha un breve ciclo vitale, dopo di ché si frantuma in semplici
catene
proteiche. Ma non vuole ascoltarci..."
"Il mio
tenente e io abbiamo un addestramento medico da campo. Uno di noi può
restare,
mentre l'accompagniamo a finire la sua ricerca."
"...Non
posso chiederglielo ufficialmente, comandante, ma le sarei molto grato
del
favore."
"Aspetti
a ringraziarci: so come potrebbe sdebitarsi. Dobbiamo accedere ai
laboratori di
ricerca da cui è partito tutto: Ventralis ha detto che l'unico modo per
accedervi è attraverso la porta che il resto dei suoi uomini
presidiano, ma
sono sicura che un ricercatore come lei conoscerà un altro modo per
entrare,
dico bene?"
"...Ci
sarebbe l'ingresso per la manutenzione: è vicino ai laboratori dove
facevamo la
nostra ricerca. Posso darle il mio pass, ma se Ventralis lo chiede, io
non ne
so niente."
"D'accordo
allora: Alenko te la senti di badare ai pazienti fino a quando il
dottore Cohen
ritorna?"
"Dovrei
essere in grado signora... ha un piano?"
"Qualcosa
del genere. Mira." chiamò il comandante: l'ologramma dell'IV si
materializzò in un angolo della stanza.
"Come
posso esserle utile, comandante?"
"Come
procede la sterilizzazione dei contaminanti biologici alla struttura
principale?"
"Alcuni
focolai si dimostrano particolarmente resistenti, ma ho sterilizzato
con
successo il 55,3% della Vetta 15. Il resto è contenuto."
"È
sicuro evacuare gli occupanti della stazione Rift?"
"Mi
dispiace comandante Shepard, temo di non poterlo permettere."
Chi aveva
programmato Mira doveva avere un pessimo senso dell'umorismo per farle
usare
proprio quelle parole: se si fosse anche messa a cantare Daisy
Bell, Shepard si sarebbe fatta strada fino al nucleo IV per
spararle.
"...Specificare."
ordinò Shepard.
"Fino a
quando il focolaio principale di contaminazione alla sottostazione Rift
non
sarà neutralizzato, i miei protocolli mi obbligano a mantenere la Vetta
15
isolata."
"...Quali
opzioni abbiamo?"
"L'epurazione
neutronica potrebbe essere risolutiva nell'estinguere i contaminanti
biologici
alla vostra posizione..."
"...Ed
ucciderci tutti." finì per lei Cohen.
"Epurazione
neutronica? Non ne ho mai sentito parlare." chiese Shepard.
"Usa
radiazioni di neutroni per uccidere ogni essere vivente. Dovrebbe
essere usata
solo in condizioni catastrofiche e quando la sola alternativa è il
bombardamento orbitale. Che io sappia, non è mai stata usata da quando
la Vetta
15 è stata costruita."
"È
corretto." disse l'ologramma di Mira, fluttuando per un istante.
"...E
in ogni caso è inutile: serve un codice di accesso privilegiato per
ordinare
un'epurazione neutronica. E non rimane più un solo dirigente della BH
su tutto
il dannato pianeta."
"Questo
è errato dottor Cohen: come emissario dell'azionista Saren, Lady
Benezia
possiede il codice necessario ad attivare il sistema di epurazione
neutronica."
Shepard
soffocò un'imprecazione in una mano.
"...Niente
è mai facile per noi, signora."
"Già...Mira,
puoi confermare che Benezia si trovi ancora nei laboratori di ricerca
principali?"
"La
rete dei sensori è troppo danneggiata per confermarlo con certezza."
"Una
cosa alla volta allora. Dottor Cohen, lei verrà con noi. Alenko: tieni
in vita
questi pazienti fino al suo ritorno."
"Sissignora."
Ottenere il
permesso da Ventralis per accedere ai laboratori di ricerca fu più
facile con
la mediazione di Shepard e l'assicurazione che avrebbero rischiato solo
loro:
gli uomini della BH non sarebbero stati coinvolti nell'esplorazione del
laboratorio del dottor Cohen. Dopo qualche tentennamento, alla fine il
capitano
cedette, permettendo che si avvicinassero a quello che per lui era solo
un
laboratorio pieno di tossine. Li avvisò però, che li avrebbe fatti
chiudere
dentro dal suo uomo di guardia, e avrebbero dovuto passare la
decontaminazione
prima di uscire, precauzioni che il comandante trovò perfettamente
accettabili,
tanto che a Ventalis non restò loro altro che augurare buona fortuna. E
così la
squadra composta da Shepard, Wrex, Liara, Tali e il dottor Cohen, si
diresse al
livello inferiore della stazione Rift: avvicinandosi al suo
laboratorio, Cohen
indicò loro silenziosamente il passaggio di manutenzione, dal quale
sarebbe
stato possibile raggiungere i laboratori di ricerca attraverso un
corridoio
scavato nel nudo ghiaccio.
Prima di
entrare nel laboratorio, Shepard riuscì ad interrogare brevemente anche
Han
Olar, il Volus unico superstite dei laboratori di ricerca sui Rachni
quando
erano fuggiti dal contenimento. Ventralis aveva avuto ragione: il Volus
era
sotto shock, e non mancava di parlare a volte tra sé e sé. I sensi di
colpa per
aver dovuto abbandonare i suoi colleghi ai Rachni non gli davano pace,
ma con
un po' di insistenza e qualche parola gentile, Olar raccontò loro tutto
quello
che sapeva sulla ricerca della BH. A quando pareva, i Rachni che
stavano
studiando non erano dei cloni: la BH aveva trovato una nave Rachni alla
deriva,
di un'epoca precedente alla loro guerra con il Consiglio. A bordo,
ancora
perfettamente conservato in stasi criogenica, erano riusciti a trovare
un singolo
uovo ancora intatto, antico, ma ancora vitale: un uovo speciale. Questo
perché
l'uovo che la BH aveva trovato, ma ci avevano messo un po' a capirlo,
era
quello di una regina Rachni. Una volta schiuso, e seguendo il suo
istinto, la
regina aveva cominciato a produrre operai aploidi, usandoli poi per
fecondare
altre uova, generando figli dall'incesto ad un ritmo impressionante.
Indifferenti
alla possibilità che si trovavano di fronte, la BH non era stata
interessata a
comprendere i Rachni, ma si era dedicata solo allo studio del loro
potenziale
come armi biologiche: avevano creduto di poter controllare i figli
della regina
sottraendoli a lei, ma i Rachni che crescevano senza la presenza della
loro
madre erano bestie senza cervello, dove invece la regina possedeva
senza dubbio
un'enorme capacità intellettiva, ma che per la BH era stata un difetto
da
aggirare...
Con queste
nuove informazioni su cui rimuginare, e non erano poche, la squadra
incontrò la
guardia di Ventralis fuori dal laboratorio di Cohen:
"...Sì,
mi ha fatto sapere che sareste arrivati. Ha detto anche che dovrete
dimostrare
di non essere infetti prima di uscire... ma se vi va di morire, forse
dovreste
rimanere di sentinella sul muro esterno." disse loro, aprendo la porta
della
camera di decontaminazione e permettendo l'accesso, prima di
richiuderla subito
dopo.
Quando
furono all'interno, ed ebbero la conferma che il Thoros B si era
davvero
degradato in semplici catene proteiche, si misero al lavoro: o meglio,
Cohen si
mise al lavoro, mentre Shepard e Liara cercavano di aiutarlo. La
biologia in
generale non era davvero il campo di Tali, che passò il tempo rimanendo
a
controllare vecchi e nuovi dati, soprattutto quelli provenienti dal
server
Geth, mentre nel frattempo Wrex trovò un angolo comodo del laboratorio,
schiacciando un pisolino.
"...Non
sarebbe stato meglio lasciarlo alla barricata?" chiese Cohen, mentre
scartabellavano vecchi appunti del suo collega Phelps.
"Ha mai
sentito dire che l'apparenza inganna, dottor Cohens?"
"Ovviamente."
"E se
un dottore può sviluppare armi biogeniche a partire da forme di vita
aliene,
perché un Krogan onesto non può stare in un laboratorio?"
Cohen non
disse più nulla, fino a quando il loro lavoro non venne interrotto
inaspettatamente da dei nuovi arrivati: Shepard riconobbe subito
Alestia
Iallis, e quando vide alle sue spalle un piccolo gruppo di Geth,
avrebbe potuto
benissimo risparmiarle la spiegazione. Malvagi: sempre troppo
affezionati ai
loro monologhi...
"La tua
missione finisce qui, Shepard." disse l'Asari con una voce zuccherosa.
"...Questo
la vedremo, troia." disse Wrex alzandosi in piedi: a quanto pareva, al
Krogan non piaceva affatto essere svegliato senza motivo.
"Che è
successo alla guardia di Ventralis?" chiese Shepard con voce
noncurante.
"Non
avevo il permesso di entrare... si è messo sulla mia strada." confessò
Alestia con un sorrisetto: "Mi era stato ordinato di eliminarti, se ne
avessi avuta l'occasione: ed eccoti qui, intrappolata in questo
laboratorio..."
Shepard non
perse tempo, ma Liara fu più rapida: la dottoressa lanciò una
singolarità nel
bel mezzo del gruppo nemico, a cui Shepard aggiunse il suo campo di
distorsione. L'esplosione risultante fu perfettamente controllata, in
modo da limitare
i danni.
In qualche
modo, Alestia fu l'unica che riuscì a rialzarsi: doveva aver proiettato
una
barriera biotica appena prima di essere risucchiata dalla singolarità
di Liara.
Wrex la travolse, colpendola con la spalla in pieno petto, e facendola
sbattere
contro il muro: difficile dire cosa l'avesse uccisa tra i due impatti,
ma il
Krogan si era preso l'omnitool di Alestia non appena erano venuti a
contatto; omnitool
che lanciò a Tali. La Quarian non si era presa nemmeno il disturbo di
alzarsi e
si mise a lavorare immediatamente per recuperare tutti i dati:
complessivamente,
l'azione aveva preso meno di cinque secondi.
"Ci
sottovalutano." disse Wrex, riposizionandosi nel suo comodo angolino.
"Meglio
per noi, non credi?"
"Bah."
"...Tali?"
"Era
una cacciatrice agli ordini di Benezia. Si era trasferita alla BH da
poco...
l'unico agente infiltrato che Saren è riuscito a piazzare prima
dell'incidente."
"Ti
dispiacerebbe informare Ventralis e Williams?"
"...Fatto."
disse Tali finendo di digitare il suo messaggio e inviandolo tramite
omnitool:
"Shepard?"
"Sì
Tali?"
"Sinceramente
non capisco perché tu mi abbia voluta qui... voglio dire, contro una
squadra di
commando Asari..."
"Perché
sarai l'unica cosa che ci permetterà di non venire schiacciati, credo.
Saremo
in inferiorità numerica. Io, Wrex, Liara e il tenente faremo del nostro
meglio,
ma conto su di te per guardarci le spalle."
"Buon
Dio... volete combattere contro una
Matriarca Asari?"
"Non a
cuor leggero..." rispose Liara: "...Ma a volte non si ha
scelta."
Shepard le
appoggiò la mano sulla spalla, e la fronte sulla tempia:
"Saremo
con te, Liara."
L'archeologa
non disse niente: offrì solo un cenno di assenso in risposta, ma lo
apprezzò
moltissimo.
"...Dottor
Cohen."
"Sì
comandante?"
"Cosa
le serve ancora per finire il suo antidoto?"
"Credo...
credo di averlo appena finito." affermò il dottore guardando la fiala
che aveva
fra le mani: "Sì... questo dovrebbe neutralizzare gli effetti del
Thoros B
nei miei colleghi... ma ci vorrà un po' perché recuperino le forze."
"Allora
credo che possa farcela a tornare ai suoi pazienti da solo: noi abbiamo
la
nostra missione da completare."
"Ha
salvato loro la vita comandante."
"No,
Cohen. È stato lei."
Il dottore
scosse la testa:
"Senza
di lei, Ventralis non mi avrebbe mai permesso di avvicinarmi al
laboratorio. Io
e i miei colleghi... le dobbiamo la vita. Buon Dio! Che frase banale:
si merita
di meglio che questo e..."
Cohens si
trovò la mano di Shepard sulla spalla:
"Ho
fatto solo il mio dovere, dottore."
"...Buona
fortuna, comandante."
"Spero
ci rivedremo presto."
"...Lo
spero anch'io. Non vedo l'ora di andarmene da questo posto."
"Non è
l'unico, mi creda."
Ma la parte
più difficile stava per arrivare, e Shepard, Liara, Wrex, Tali e Kaidan
lo
sapevano bene. Williams e Garrus non erano rimasti indietro a caso: se
qualcosa
fosse andato storto, avrebbero saputo cosa fare.
Cohen quasi
inciampò sul cadavere del Turian di guarda: Alestia lo aveva
strangolato e il
passaggio di manutenzione era stato aperto. Ecco da dove erano arrivati
i Geth!
Il buon
dottore fece del suo meglio per tornare nella sicurezza del suo
laboratorio il
più presto possibile: a parole poteva essere sembrato coraggioso, ma
tutta
quella violenza, quella morte, così precisa e indifferente. Cohen non
aveva mai
sparato a nessuno!
***
"Siamo
pronti?"
Non fu una
domanda retorica, quella di Shepard: loro cinque si erano avventurati
per lo
stretto passaggio di manutenzione, chiudendolo dietro di loro e
bloccandolo.
Erano
stanchi, Shepard e Wrex erano feriti, Liara si sentiva insicura e Tali
guardava
tutti loro con rassegnazione... ma avevano comunque condiviso un ultimo
giro di
razioni militari, controllato i loro fucili, i medigel e le granate
rimaste,
ormai circa la metà. Erano rassegnati al destino che li attendeva: a
fronteggiare una Matriarca indottrinata da Saren.
Non lo
facevano per altro motivo che la necessità: sarebbe stato quello il
giorno in
cui ne avrebbe perso uno? Si chiese Shepard. Sarà questo il giorno in
cui
perderemo il nostro comandante? Si chiesero invece gli altri.
Nessuno
invidiava Liara in quel momento: comunque andasse, probabilmente in
quel giorno
avrebbe perso una fra le sole due cose care che avesse nella Galassia.
Liara
aveva scelto di non aggrapparsi all'illusione che potesse salvarle
entrambe:
l'Universo non concede mai simili miracoli. No, l'Universo impone delle
scelte,
e Liara era chiamata a fare la sua: cosa avrebbe scelto? La verità...
fu che
non era sicura di poter fare quella giusta.
Piccole ali... è nella natura dei giovani
ribellarsi ai proprio genitori. Un giorno lo capirai anche tu...
Liara non
visitava quei ricordi da tanto tempo: la residenza di Benezia su
Thessia... una
casa che non era mai appartenuta davvero a Liara. E tuttavia... c'era
stata
così tanta bellezza in quel luogo. Per un po', almeno: fino a quando la
scelta
di Liara di interessarsi ai Prothean non aveva trovato la sempre
crescente
disapprovazione di sua madre. Una disapprovazione sorda, una delusione
che era
sempre rimasta muta, ma che Benezia non aveva mai cercato davvero di
nascondere
e quello era stato il colpo di grazia per Liara. Non si erano mai dette
ad alta
voce ciò che pensavano davvero, e anche quello aveva contribuito a
dividerle,
alla fine:
"Lo
sono Shepard." affermò Liara.
Il resto del
gruppo assentì con lei, e si rimisero in cammino: non era possibile
perdersi,
perché la strada era una sola. L'accesso della manutenzione era stato
scavato
nel ghiaccio, e aggirava completamente il blocco degli uomini di
Ventralis. Il
fatto che i Rachni non li avessero invasi da quel lato, significava
probabilmente che era sicuro, ma Shepard non volle rischiare:
avanzarono cautamente
e con le armi sempre in pugno.
Non potevano
essere attaccati di sorpresa, perché il ghiaccio era scavato in modo
squadrato,
ma se un branco di Rachni avesse deciso di gettarsi su di loro, meglio
saperlo
in anticipo.
Complessivamente,
ci misero alcuni minuti a percorrere il passaggio, arrivando alla fine
ad una
porta che recitava: "Laboratori di ricerca, ingresso di
manutenzione." in diverse lingue.
Entrarono
cautamente, assicurandosi che non ci fossero trappole: il posto
sembrava
deserto.
Dovettero
inoltrarsi parecchio in profondità nei laboratori per raggiungere
quello
corretto: il posto era un vero labirinto. Alla fine però, la trovarono:
Benezia
si stagliava solitaria, circondata dalle sue guardie, Asari e Geth,
osservando
da una posizione sopraelevata un'enorme gabbia contenente la regina dei
Rachni.
Le dimensioni di quell'essere... era già grande quanto un Mako, e non
aveva
raggiunto il massimo delle sue possibili dimensioni: era di un viola
così
intenso da sembrare quasi nero.
Fu proprio la
regina ad accorgersi di loro, emettendo un verso che fece girare la
testa di
tutti i presenti verso Shepard, mentre la sua squadra e le cacciatrici
Asari
imbracciarono i loro fucili d'assalto. Come spesso accadeva, quelle
Cacciatrici
non erano particolarmente corazzate: quei semplici strati ablativi,
confezionati come un completo da combattimento, impallidivano perfino
di fronte
alla corazza di Tali, ma questo non le rendeva meno pericolose. Non
solo erano
più di loro, ma erano tutte biotiche, affiancate poi da ancor più Geth:
Shepard
contò rapidamente una dozzina di Cacciatrici Asari e una ventina di
Geth,
capitanati da un'unità Juggernaut. E dietro tutti loro, la Matriarca
Benezia,
perfetta nel suo vestito nonostante il luogo in cui si trovasse, li
osservava con
disprezzo.
Senza Tali,
quello scontro sarebbe già stato deciso.
Shepard
ricambiò lo sguardo di Benezia, osservandola bene: la Matriarca era
un'Asari
piuttosto alta, vestita solo da una gonna leggera di seta, un corpetto
di
pelle, un morbido scialle che si trasformava in un corto mantello, ed
un
copricapo che ricordava una corona. A differenza di ogni altra Asari
che aveva
visto fino a quel momento però, ogni capo d'abbigliamento della
Matriarca era in
toni cupi del nero e del grigio. Benezia possedeva una bellezza altera,
fredda... e per certi versi crudele: non era una purosangue, a
differenza di
Liara, ma la somiglianza era notevole, anche se mento, labbra e orbite,
portavano voglie più scure sulla pelle. E se Liara poteva essere usata
come
paragone per i poteri biotici, sua madre non aveva bisogno di altra
protezione:
probabilmente, anche le sue guardie erano superflue.
Benezia si
rivolse a loro con una voce gelida, cattiva, rimanendo sul gradino più
alto del
laboratorio:
"Voi
non conoscete il privilegio di essere una madre. C'è potere nel creare.
Nel
dare forma ad una vita. Di indirizzarla verso la disperazione, o la
gioia." lo sguardo di Benezia si spostò sulla regina Rachni: "...I
suoi figli avrebbero dovuto essere nostri. Cresciuti per cacciare e
uccidere i
nemici di Saren." La Matriarca tornò ad osservarli, come le più vili
forme
di vita: "...Non mi farò muovere a compassione, non importa chi tu
abbia
portato con te." avvisò Shepard.
"Liara
è qui per sua scelta. Non perché l'ho chiesto io."
"Davvero?
Cosa le hai detto su di me, Liara?" fu la prima volta in cui Benezia si
prese il disturbo di guardare sua figlia.
L'archeologa,
la dottoressa... la figlia, si mise al fianco di Shepard per
fronteggiare sua
madre, mentre dietro di loro, Tali lavorava sul suo omnitool: se fosse
riuscita
a prendere possesso del Juggernaut...
"Cosa
avrei dovuto dire, madre? Che sei pazza? Malvagia? Avrei dovuto
spiegare come
ucciderti? ...Cosa dovrei dire?"
Benezia
indicò i suoi accoliti con un gesto, tornando a rivolgersi a Shepard:
"Hai
mai affrontato un commando Asari? Pochi Umani sono sopravvissuti per
raccontarlo."
Shepard non
poté impedirsi di provare ancora: era davvero impossibile scuotere
Benezia
dall'indottrinamento di Saren?
"E che
ne sarà di Liara?"
"Lei ha
fatto le sue scelte. E tempo che paghi per le conseguenze di esse."
"...Tu
non sei mia madre." disse Liara e Shepard la sentì: il suo corpo si
mosse
da solo, di puro istinto.
Non l'avrebbe
visto arrivare, ma sapeva che la Matriarca avrebbe colpito.
Per quasi tutta
la sua vita, Benezia aveva addestrato il suo corpo e i suoi poteri
biotici: il
suo fine controllo e la sua potenza erano impareggiabili. Non fu una
fiamma la
sua, ma più come un laser: la sua spinta biotica non produsse altro
effetto che
un lievissimo lucore azzurro sulla sua pelle, appena un'ombra, e
Shepard fece
appena in tempo a frapporsi fra Benezia e Liara. Il comandante sentì la
sua
corazza incrinarsi, o forse erano le sue ossa, e anche Wrex dovette
metterle
una mano sulla spalla, per evitare che fossero spinte via.
"Qualcuno
sta diventando vecchio..." commentò Shepard con il più obliquo dei suoi
sorrisi: sapeva però che non avrebbe potuto ricevere un altro attacco
simile e
restare in piedi...
"La tua
insolenza è una povera maschera per la tua paura." rispose Benezia.
"Lo
stesso vale per la tua." la rimbeccò Shepard.
Tali violò i
sistemi del Juggernaut in quel momento, e i due schieramenti
attaccarono:
cinque contro trentadue, Benezia esclusa. Per poter sperare di vincere,
combattere in modo leale non era neanche da prendere in considerazione
e d'altro
canto, chi osa, vince.
Shepard e la
sua squadra caricarono il nemico, il comandante e Wrex davanti,
ruggendo come
demoni: non servì a molto, i Geth e le cacciatrici Asari sembravano
immuni alla
paura, che fosse per addestramento, o indottrinamento, difficile dirlo.
Ciò che
fu molto più utile invece, furono le loro corazze e i loro poteri
biotici: in
quel momento, non pensarono nemmeno di attaccare. Wrex e Shepard si
affidarono
alle loro armature e ai loro poteri biotici per diventare per un breve
istante quasi
invincibili: le loro barriere biotiche e cinetiche ricevettero tutta
l'offensiva nemica, resistendo quel tanto che bastava per coprire la
distanza
fra loro, e arrivare nel corpo a corpo.
Rispetto ai
fucili d'assalto, gli shotgun hanno una cadenza minore di fuoco, ma a
distanza
così ravvicinata, avevano il vantaggio di poter colpire assai più
duramente: il
commando Asari di Cacciatrici si aspettava il loro attacco però, e i
colpi
sovraccaricati si infransero sulle loro barriere biotiche.
Non si
aspettavano le granate che vennero gettate ai loro piedi però.
Fu in quel
momento che si accorsero che il Juggernaut non era più dei loro, e che
allo
stesso tempo, mentre si erano concentrati sul Krogan e l'Umana, quasi
tutti i
Geth erano già stati spazzati via da una singolarità assai precisa, che
li
aveva assorbiti, ed era poi esplosa. Alcune cacciatrici realizzarono
anche che le
loro armi erano state inceppate, complice lo scoppio di strane mine che
erano volate
tra loro.
Li avevano
sottovalutati, semplicemente, e quello fu il loro errore: così vicini,
i loro
poteri biotici servirono a poco per poter sostenere il lavoro di
squadra per
cui i commando Asari erano famosi, e con solo dei semplici strati
ablativi a
proteggerli, non fermarono quei due.
Il Krogan
schiacciava commando a mani nude, come un orso tra lupi che
continuavano a
ferirlo, ma senza riuscire a fermarlo: chi tra le commando esitava a
schivare,
si trovava le ossa in briciole.
Tali e
Kaidan si assicuravano di offrire ogni distrazione possibile alle
commando
Asari dalla distanza: bastava poco, anche solo una raffica, o una
granata.
Shepard
invece si muoveva come una tigre, spezzando trachee, sparando a
bruciapelo,
fratturando costole con ginocchia: il comandante non era Wrex. Le sue
barriere
biotiche reggevano con la forza della disperazione, ma si impossessò
del
momento: avanzare, avanzare, avanzare sempre, senza esitazione. E
trucidare.
Esitare
anche un solo momento, l'avrebbe uccisa.
Shepard perse
il fucile e passò alla pistola, perse la pistola e usò le mani, i piedi
le
dita... Shepard si ritrovò ad imitare Wrex quando due cacciatrici le
bloccarono
le braccia. Non uccise la terza con la testata, ma bastò: Kaidan si
occupò
della seconda, e Shepard liberò il suo destro, lanciando l'ultima con
la
sinistra addosso all'altra. Il suo esoscheletro serviva anche a quello:
a
trasformare le sue braccia in magli.
Allo stesso
tempo, Liara e il Juggernaut cercavano di assicurarsi di mantenere
Benezia
fuori dallo scontro abbastanza a lungo da finire il resto delle sue
guardie:
non era facile. Benezia non aveva più l'agilità della sua gioventù, ma
la forza
non le faceva difetto: lei e il Geth danzavano, e nonostante questo, la
Matriarca trovava l'occasione di difendersi da sua figlia.
Finì alla fine, con il Juggernaut spedito lontano come un mucchio di
rottami,
ma non prima che Shepard e Wrex avessero esaurito gli avversari:
l'Umana e il
Krogan erano fradici di sangue viola, e perfino il grande Wrex aveva
messo il
ginocchio a terra, schiacciando sotto il suo peso l'ultima commando
Asari,
soffocandola lentamente, mentre si dibatteva cercando di spostare
inutilmente
il ginocchio di Wrex dalla sua gola. Il Krogan ansimava, ma era pronto
a
ricominciare.
Shepard invece
era in piedi, stanca a sua volta, ma molto più pericolosa: aveva finito
le
granate, aveva finito il medigel, e probabilmente il suo corpo stava
gridando
per le ossa incrinate e i muscoli strappati.
"Mi
aspettavo di meglio da un commando Asari." disse Shepard, ma a tutti i
presenti nella stanza fu chiaro quanto fosse solo falso coraggio...
forse.
Perché nonostante
lo stato in cui fosse, Shepard riuscì comunque ad evitare l'attacco di
Benezia,
estraendo l'unica arma che le restasse ancora sulla schiena: il suo
HMWSR X. Lo
impugnò ad una velocità disumana: il fucile da cecchino fu una macchia
indistinta nelle sue mani, mentre Shepard si sedette sui talloni a
causa dello
slancio con cui aveva schivato. Non prese la mira, non aspettò nemmeno
che
l'ottica del fucile finisse di dispiegarsi: sparò tenendo il fucile
all'altezza
del bacino, per poi sedersi per terra per lo slancio, in modo
assolutamente
goffo.
Fu precisa
però, e bastò: il tonfo acuto dello sparo attraversò il laboratorio, e
anche le
barriere biotiche di Benezia non poterono fermare quel proiettile.
La Matriarca
si porto una mano al petto, scoprendola sporca di sangue, rivolgendo su
di lei
uno sguardo pieno d'odio e di sorpresa in parti uguali...
Crollò a
terra senza un lamento e Shepard abbandonò il fucile correndo su di
lei: non le
aveva sparato in testa non per paura di mancarla, né le aveva mancato
il cuore
per errore. Shepard aveva delle ragioni per volerla tenere in vita,
nonostante
il pericolo che Benezia rappresentava.
La Matriarca
si stava già strozzando col suo sangue, e Shepard fece forza per
tenerla
sdraiata:
"MEDIGEL!"
urlò, prima che Benezia le afferrasse i polsi:
"Questo...
non è... finita... Saren è inarrestabile. La mia... mente è piena...
della sua
luce... Ogni cosa... ogni cosa è chiara. Io non... non lo tradirò... io
non...
tu..." poi qualcosa cambiò.
Fu sottile,
una lieve differenza nel diametro della pupilla, nella tensione dei
suoi
muscoli, nel tono della sua voce...
"Madre."
disse Liara inginocchiandosi accanto a lei e cominciando a tagliare il
corpetto
di pelle. Il proiettile l'aveva trapassata, e Benezia si stava
dissanguando dal
foro d'uscita.
Ma Benezia
non si voltò a guardarla: la stretta attorno al polso di Shepard si
fece più
urgente, più disperata, e la sua voce più chiara:
"Tu
devi ascoltarmi ora. È importante. Saren ancora mi sussurra nella
mente, ma
riesco a combattere la sua pulsione, brevemente. L'indottrinamento è...
troppo... troppo potente."
"Come
Shiala." offrì la voce di Alenko e Shepard non si voltò a guardarlo, ma
Benezia lo fece paralizzandolo con occhi pieni di orrore:
"Tu non
conosci il terrore che è essere intrappolati nella propria mente, un
passeggero
in una prigione senza sbarre, a battere sulle pareti, mentre le tue
mani
torturano e uccidono... Ero impotente, solo un oggetto per Saren da
usare."
Benezia
tornò a guardare il comandante, più angosciata ora:
"Mi ha
mandato qui per trovare le coordinate del portale di Mu. Un portale che
è stato
perso eoni fa..." Benezia strinse i denti, mentre il dolore la
sopraffaceva: c'era troppo sangue, e anche se il medigel impediva che
uscisse
all'esterno, non potevano impedire di versarsi all'interno del suo
corpo.
Shepard
doveva impedirle di scivolare via: doveva farla parlare.
"Benezia:
come si può perdere un portale?" chiese scuotendola lievemente.
"Una
stella... una stella è diventata una supernova, e l'onda d'urto ha
spinto il
portale fuori dal sistema... ma non l'ha danneggiato. Era impossibile
calcolare
la sua traiettoria e velocità, e nei millenni dalla sua esplosione, la
nebulosa
creata dalla supernova ha avvolto il portale... È molto difficile...
trovare un
oggetto freddo nello spazio interstellare, specie se è pieno di polvere
e
radiazioni..."
Benezia
tossì sangue: il medigel calmava il dolore, ma a differenza di quello
che molti
pensavano, non faceva miracoli.
"Ma i
Rachni... due millenni fa... loro abitavano in quella regione di
spazio. E
l'hanno trovato, cercandolo pazientemente. I Rachni... loro... possono
condividere ricordi attraverso le generazioni. E le regine ereditano le
memorie
delle loro madri. Ho preso le coordinate del portale dalla sua mente...
non
sono stata... delicata."
"Perché
Saren vuole il portale Mu?"
"Crede
che possa condurlo al Condotto... dove esso sia esattamente, nemmeno io
lo so.
Saren mi ha tenuta all'oscuro di molte sue decisioni. Ero... ero
semplicemente
una schiava per la sua causa... quale stupidità la mia. Non ero me
stessa... ma
avrei dovuto... avrei dovuto essere più forte. Lui sa già le coordinate
del
portale di Mu... le ho salvate nel mio omnitool e i codici... dovete
fermarlo
io... io... io non posso... i suoi denti sulle mie orecchie, le sue
dita sulla
schiena, io non sono più me stessa, e non lo sarò mai. Dovete fermarlo
dovete...
voi dovete... voi dovete...."
Il corpo di
Benezia fu scosso da tremiti.
"Madre...
non andartene. Combattilo..." la voce di Liara... nessuno aveva mai
sentito tanta disperazione in lei.
"Mi hai
sempre reso fiera di te Liara..." fu l'ultimo momento di lucidità della
Matriarca, prima che l'oscurità di Saren tornasse a muoverla, e la
Benezia che
li aveva combattuti si affacciasse di nuovo in quegli occhi:
"Voi
dovete morire!" tossì aspramente, tentando di alzare la mano abbastanza
da
stringerla attorno alla gola di Shepard.
Il
comandante la lasciò fare: Hayat stava guardando Liara in quel momento.
Cosa ho fatto?
Come aveva
potuto permettere che qualcun'altro conoscesse quel dolore?
La mano di
Benezia ricadde, mentre la Matriarca seguiva lo sguardo di Shepard: che
cosa la
Matriarca vide in quel momento, forse solo lei lo sapeva.
"Buona
notte Piccole Ali. Ti rivedrò con l'alba." disse sorridendo, poi
cominciò
a tremare: "Fa freddo... è buio... non c'è luce... perché non c'è
luce?" Benezia fece il suo ultimo respiro: "Avevano detto che ci
sarebbe stata..."
E la
matriarca Benezia non fu più.
***
Quanto a
lungo erano rimasti a guardare quel corpo?
Abbastanza
da permettere a Tali da infrangere l'omnitool della Matriarca e trovare
non
solo le coordinate per il portale di Mu, che tanto interessavano a
Saren, ma
anche i codici per attivare l'epurazione neutronica. Abbastanza da
permettere a
Wrex il tempo necessario ad aggirarsi tra i cadaveri...
"Mi
dispiace così tanto, Liara."
"Le Repubbliche...
la ricorderanno come una traditrice. E non so se dar loro torto...
nemmeno io
so più la verità..." rispose l'Asari asciugandosi gli occhi.
"È
stata colpa di Saren, e..."
"L'hai
sentita Shepard... avrebbe dovuto essere più forte. Chi sono io per
mettere in
dubbio il giudizio di una Matriarca?"
"Liara..."
Ma l'archeologa
non rispose: il suo sguardo si spostò sulla gabbia che conteneva la
Regina
Rachni. L'orrore non era ancora finito:
"...Liara?"
La
dottoressa si alzò, avanzando lentamente verso la gabbia, un passo dopo
l'altro,
in modo quasi goffo: all'interno, la Regina Rachni si mosse abbastanza
repentinamente da scuotere il suo contenitore, appoggiando il suo becco
aperto
nelle cinque sezioni sul campo di forza che la conteneva. Dall'altra
parte, Liara
sovrappose la mano: la voce che uscì non fu più quella dell'archeologa.
"Lei
sarà... la nostra...voce." pronunciava ogni parola quasi con fatica,
come
se non fosse sicura di come dirla.
Accorrendo
al suo fianco, Shepard si accorse che gli occhi di Liara si erano fatti
neri, e
realizzò che gli echi che sentiva nelle parole di Liara, come risonanze
non
perfettamente sincronizzate, non erano suoni, ma pensieri.
"Noi...
non possiamo cantare. Non nei vostri spazi... limitati. Le vostre
musiche
sono... prive di colori."
"Rilascia
Liara subito." ringhiò Shepard guardando la regina Rachni.
"Noi
siamo... contrite. Ma non possiamo... comunicare in altro modo.
Chiediamo
solo... un'udienza... e poi la vostra compagna... vi sarà restituita
incolume:
avete strani modi di comunicare... piatti... essi non colorano l'aria.
Quando
noi parliamo... uno muove tutti."
"Signora?"
chiese Kaidan accorrendo, ma Shepard gli fece cenno di tacere:
"Noi
siamo... la madre. Noi cantiamo per coloro che sono rimasti indietro. I
figli,
che pensavate dormienti. Noi siamo i Rachni."
A quel punto
erano arrivati anche Tali e Wrex:
"Come
puoi parlare attraverso Liara?" chiese Tali prima che Shepard potesse
fermarla: la Regina però sembrava ansiosa di esaudire la loro
curiosità.
"La
nostra razza canta attraverso... il tocco di pensieri. Noi...
pizzichiamo le
corde... e gli altri comprendono. Lei è... troppo debole per resistere.
Troppo... addolorata. Lei ha colori per cui non abbiamo nomi: la sua
musica
è... amara e dolce allo stesso tempo. È... magnifica."
Cosa ho fatto?
"I
figli che abbiamo generato... ci sono stati rubati. Prima che potessero
imparare a... cantare. Essi sono perduti nel silenzio. Poni fine alle
loro
sofferenze: non possono essere salvati. Porteranno solo... dolore così
come sono.
"
"...Non
capisco." disse Shepard: la sorte di Liara non era più nelle sue mani,
ormai.
"Gli
esseri con gli aghi! Hanno rubato le nostre uova. Hanno cercato di
trasformare
i nostri figli in bestie da guerra: artigli, senza una loro canzone. I
nostri... anziani sono confortevoli nel silenzio, ma i nostri figli
conoscono
solo la paura, se nessuno canta per loro! La paura ha frantumato le
loro menti:
loro sono perduti. È lamentevole... ma essi devono essere distrutti. Fa
ciò che
devi per porre termine alle loro sofferenze."
Dopo aver
ucciso una Madre, ora la Regina dei Rachni chiedeva di uccidere i suoi
figli:
quanto sangue aveva sulle mani? Era davvero solo questo l'unica cosa
per cui
potesse vivere? Uccidere?
"...Io
lo farò, se è necessario." rispose una voce che era quella del
comandante.
"Prima...
che voi vi confrontiate con i nostri figli, noi siamo al vostro
giudizio: cosa
canterete? Ci lascerete andare? O saremo condannati a scomparire,
un'altra
volta?"
"Vedi
quei serbatoi sotto la gabbia Shepard? Sono pieni di acido. Io dico di
usarli e
finire i Rachni una volta per tutte: la mia specie si è scontrata con
loro,
siamo stati elevati per questo... sappiamo di cosa siano capaci."
"Comandante...
ci sono già abbastanza rancori nella galassia, rancori da cui l'Umanità
dovrebbe rimanere fuori: se la uccidiamo... estinguiamo un'intera
specie."
disse Alenko.
"...I
vostri compagni hanno visto la verità: tu hai il potere di liberarci...
o
ritornare la nostra gente al silenzio della memoria." disse la regina
attraverso Liara.
"I
Rachni... non so abbastanza sulla vostra razza per prendere questa
decisione:
chi mi dice che non attaccherete di nuovo le altre razze del
Consiglio?"
"NO!"
fu un grido, quello della regina Rachni, più mentale che attraverso
Liara: una
profonda negazione.
"Noi...
IO, non so cosa sia successo nella guerra. Abbiamo solo sentito
dissonanze...
canzoni del colore di oleose ombre... Noi eravamo solo un uovo al
tempo... e
ascoltavamo nostra madre piangere sognando... una canzone dallo spazio
ha fatto
tacere una voce, poi un'altra... ha costretto i cantori a risuonare con
le sue
aspre note gialle... la vostra compagna... li conosce come...
Razziatori...
indottrinamento? Noi non abbiamo significati per queste parole... Non
sappiamo
il perché. E poi ci siamo svegliati qui, in questo luogo: l'ultima eco
di
coloro che vennero via dal pianeta dei canti. Il cielo... è muto."
C'era un
tale dolore nelle parole della Regina, da tacere la ragione per un
istante: un
istante che permise a loro di vedere oltre la carne in cui l'evoluzione
aveva
messo il suo spirito e oltre i suoi otto occhi composti.
"Se ci
libererete, noi cercheremo un luogo remoto, un luogo nel quale
insegnare ai
nostri figli l'armonia. Se dovessero comprendere, forse un giorno, noi
potremmo
tornare."
"...Shepard."
"Pensa
a quello che ci ha detto Wrex: tutto quello che è successo... la
mostruosità
che è stata la guerra dei Rachni... non è diverso da quello che è
successo qui!
Dove l'indottrinamento... ha costretto una madre a cercare di uccidere
una
figlia..."
E quanto
beneficio poteva venire ai Krogan da quella decisione: Wrex non se ne
rendeva
ancora conto. Ma Shepard aveva intravisto una possibilità, perfino
nello stato
in cui era.
"La
lasceremo al Consiglio allora?"
Shepard ci
pensò, ma poi scosse la testa:
"Nemmeno
Kaidan: c'è troppo cattivo sangue tra la sua razza e lo spazio del
Consiglio.
Consegnarla alla Cittadella... sarebbe condannarla di nuovo a indagini
scientifiche: nessuno crede ai Razziatori, o all'indottrinamento...
nessuno
crederebbe alla sua storia. E se non avessimo parlato con Shiala, non
avremmo
motivo di crederci nemmeno noi." affermò Shepard incrociando le
braccia.
Cosa ho fatto?
"...Ho
deciso di lasciarti andare." decise il comandante: qualcosa che a
quanto
pare stupì la stessa regina.
"Tu...
ci darai la possibilità di comporre di nuovo? Noi ricorderemo e
canteremo del
tuo perdono ai nostri figli."
E poi la
Regina Rachni si ritirò, e Liara crollò tra le braccia di Shepard.
"Liara?
Liara?"
"Oh per
la Dea... Shepard... lei ha detto la verità... non ha mentito. Io l'ho
sentita... dobbiamo lasciarla andare... quello che le hanno fatto...
mostruoso."
Maledizioni alle pietre: Liara aveva perso
tutto quel giorno, in quel momento, eppure si stava preoccupando per
qualcun'altro. Come poteva dirle di no?
"...Lo
faremo Liara: te lo prometto."
***
Lasciarsi
alle spalle Noveria fu facile in fondo: una volta liberata dal suo
contenimento,
la regina Rachni non ebbe difficoltà a scomparire. Letteralmente: la
creatura
scavò il pavimento del laboratorio, cominciando a farsi strada nel
metallo e
poi nel ghiaccio. Prima o poi, quel suo scavare guidato dall'istinto o
da
chissà quali sensi, l'avrebbe portata fuori dalla Vetta 15: per quando
l'epurazione neutronica fosse stata azionata, sarebbe stata ben
lontana.
Prima di far
crollare il passaggio dietro di sé, ed impedire così a qualcuno dei
suoi figli
di seguirla, la regina rivolse un ultimo sguardo verso Shepard, mentre
Tali
rimaneva nascosta dietro Wrex. Emise uno strano suono: il nitrito di un
cavallo
e il richiamo di un Upupa... cosa questo significasse, nessuno a parte
lei
l'avrebbe mai saputo.
Poi,
semplicemente, si inabissò sotto terra.
Alenko si
prese il compito di organizzare il trasporto dei superstiti dalla
stazione Rift
fino alla Vetta 15, lasciando a Shepard il tempo per occuparsi
totalmente di
Liara, che rimase svenuta per tutto il tempo.
Durante il
transito attraverso i tunnel, quando erano tutti al sicuro all'interno
dei
vagoni sotterranei, Mira azionò l'epurazione neutronica, cancellando in
sicurezza ogni forma di vita rimasta alla Vetta 15 oltre a loro e a
quel punto,
la sua programmazione le permise di organizzare un evacuazione per Port
Hanshan.
Shepard non
lasciò Liara un momento: ci sarebbero state conseguenze per quello che
aveva
fatto su Noveria e il comandante lo sapeva.
Qualunque
fossero state però, Hayat non avrebbe avuto la forza di opporsi.
Cosa ho fatto?
>.>
Non sono riuscito a fermarmi. Mi spiace davvero (un pochino): prometto
che non vi costringerò più con un unico
capitolo così lungo... è solo che ... dovevo metterci tutto, o avevo
paura di scordarmelo.
Spero che sia abbastanza scorrevole e scritto bene da non avervi
tediato (36 pagine non sono poche, sorry), ma spero che magari si sia
meritato anche una recensione.
Come a volte è già accaduto, ho rimaneggiato un poco alcuni eventi
canonici del gioco, per risultare più credibile e magari più avvincente
nelle scene d'azione, oltre ad aver messo in scena la tragedia che può
essere stata la perdita di Benezia da parte di Liara. OLtre, ovviamente
alla conversazione con la regina Rachni: canonicamente, non viene mai
spiegato chi, abbia spinto i Rachni in guerra contro il Consiglio:
abbiamo dovuto aspettare Leviathan in ME3 per sapere che forse erano
stati i precursori, ma sinceramente la trovo un'ipotesi un po' debole.
Se non altro, perché ha poco senso: costringere Rachni e Spazio del
Consiglio ad allearsi per combattere i Razziatori avrebbe avuto più
senso, e sarebbe stato in linea con gli obbiettivi di Leviathan... dato
che però si è trattato di un conflitto per l'estinzione, preferisco
pensare che siano stati i Razziatori a metterci lo zampino, quando
hanno capito di non poter più inviare le loro truppe attraverso la
Cittadella. Bloccati nello spazio oscuro, avranno cercato di
estinguere, o indebolire, le forze del Consiglio usando i Rachni...
sinceramente, tutto questo lo trovo più credibile, ma mi rendo conto
essere solo un'opinione come un'altra.
E detto questo, vi saluto, spero davvero che questo capitolo vi sia
piaciuto e spero di rivedervi al prossimo!
Hi Fis.
|