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Autore: Hi Fis    26/07/2015    1 recensioni
Adattamento in raccolta del primo capitolo completo della saga di Mass Effect. Vuole essere il mio tributo alla saga fantascientifica della Bioware, il racconto del primo capitolo della saga di Mass Effect e la mia prima long-fic. Comandante Shepard di questa raccolta è un ricognitore, spaziale, eroina di Elysium.
Si basa decisamente sul lore e sulle avventure presenti nel videogioco, cercando di dare al tutto una forma il più coinvolgente possibile.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Mother knows best.
Tangled
 
Per ritornare nella nebulosa Testa di Cavallo, la Normandy aveva dovuto compiere tre salti di portale, passando attraverso l'ammasso di Exodus e vicino ad Eden Prime: era stata quella l'occasione per restituire il corpo di Kahoku all'Alleanza, e per un triste e cupo addio.
L'organizzazione che rappresentava l'Umanità fra le stelle, aveva scoperto di essere troppo vulnerabile e se la verità sulla morte di Kahoku si fosse diffusa, così di pari passo avrebbe fatto il panico. Allo stesso tempo, l'Alleanza non poteva permettersi di apparire debole: così, per lenire l'orgoglio di molti e assicurare la continuità dell'organizzazione, sarebbe dovuta bastare una storia fasulla sulla scomparsa di Kahoku, da dare in pasto ai media e al pubblico. Il comandante Shepard si sarebbe astenuta dal giudicare quell'azione: non spettavano a lei simili decisioni, e Shepard sapeva che c'era del merito in quella scelta. L'idea che un vice ammiraglio si spegnesse per un malore nel suo ufficio inoltre, era una dolce menzogna, a cui era più facile credere...
Nel frattempo, Kahoku sarebbe stato sepolto in tutta fretta, ma non senza onore: il vice ammiraglio era morto a causa della dedizione ai suoi uomini e alla sua convinzione che meritassero di meglio di quello che era successo loro su Edolus. Kahoku poteva anche essere stato un raro idealista e una vittima di una guerra segreta tra l'Alleanza e Cerberus, ma non era morto invano. Il suo coraggio aveva permesso a Shepard di colpire molto duramente l'organizzazione che l'aveva rapito: quanto ci avrebbero messo Cerberus a riprendersi dalle debacle su Binthu e Nepheron, e il danno rappresentato dalle informazioni recuperate su quest'ultimo? Con quanta ferocia l'Alleanza e chissà chi altri ora, sarebbero calati su di loro?
Esisteva la concreta possibilità che il rapimento e l'uccisione di Kahoku sarebbero stati per Cerberus un boccone troppo grosso da digerire anche per loro: il vice ammiraglio non sarebbe stato dimenticato, non dall'Alleanza e di certo non da Shepard, e non solo per il ruolo che Kahoku aveva avuto ai tempi di Elysium...
L'ammiraglio Drescher aveva già preso su di sé la responsabilità di quel fallimento: quando i familiari di Kahoku, moglie e figli, avessero chiesto chi non fosse stato capace di tenerlo al sicuro, sarebbe stato contro di lei che avrebbero potuto puntare il dito. L'Alleanza doveva sempre essere responsabile di ogni sua azione: l'ammiraglio della prima flotta non avrebbe lasciato sola quella famiglia, e la promozione postuma ad ammiraglio per Kahoku, avrebbe garantito anche un piccolo margine di sicurezza economica. Non sarebbe stato abbastanza per onorare quella morte, ma quando mai lo era?
 
L'equipaggio della Normandy prese commiato dal vice ammiraglio al completo, prima di consegnarlo come un eroe al personale dell'Alleanza: mentre però Kahoku avrebbe affrontato il viaggio di ritorno verso la Terra, la Normandy sarebbe dovuta andare avanti, e continuare a combattere. Non potevano permettersi che Benezia sfuggisse loro dalle mani: l'Universo non concede mai seconde possibilità in casi come quello.
Come sempre, sulla Normandy non c'era tempo per piangere i morti: solo per preoccuparsi dei vivi.
 
***
 
Noveria: erano atterrati da poco meno di un'ora, e già Shepard aveva compreso di odiare quella fredda palla di roccia, un sentimento pienamente condivido da ogni altro membro della Squadra.
E ora, mentre pensavano alla loro prossima mossa, attendendo la loro occasione, mentre Shepard fingeva di gradire l'acqua costosa che aveva nel bicchiere, il comandante cercò di mettere ordine ai suoi pensieri, e capire cosa del pianeta, la facesse esattamente infuriare più di tutto.
Chi custodisce i custodi? Era una domanda retorica in fondo: nello Spazio del Consiglio, gli Spettri rispondevano al Consiglio e si controllavano a vicenda.
Come tenere altrimenti al sicuro le popolazione da criminali che infrangevano la legge dello Spazio del Consiglio, ma non erano direttamente perseguibili da essa? Con l'esistenza di agenti con ampi poteri decisionali, slegati dalle leggi e dalla burocrazia. Su Noveria, esisteva qualcosa di simile: la situazione sul pianeta era frutto di un paradosso, esattamente come nel caso degli Spettri.
Come assicurarsi che lo Spazio del Consiglio continuasse ad essere all'apice della tecnologia? Come assicurarsi che i Batarian, o i sistemi Terminus, non producessero tecnologie in grado di rendere l'intesa del Consiglio inutile?
La risposta era stata quella di concedere alle maggiori aziende che investivano nello spazio del Consiglio, la possibilità di compiere ricerche in luoghi che non appartenevano direttamente allo spazio della Cittadella, sanzionando di fatto il privilegio di compiere studi scientifici senza la severa supervisione di commissioni d'etica e di controllo. Un privilegio questo, che su Noveria, e su altri pianeti simili a questo, era difeso con le unghie e con i denti.
Ma chi controllava questi tecnocrati? Chi si assicurava che le guerre tra megacorporazioni, e le ricerche che avrebbero potuto devastare pianeti interi se solo i calcoli fossero stati sbagliati, continuassero a servire il bene più grande?
Su Noveria non c'erano Spettri: era la Commissione di Sviluppo, o NDC, a gestire tutto. Governata col pugno di ferro dal direttorato esecutivo, la NDC dettava ogni regola sul pianeta, tenendo in linea una dozzina di compagnie che usufruivano dei laboratori installati in quel gelido luogo.
Idealmente, nelle sue funzioni la NDC avrebbe dovuto essere un parallelo accettabile agli Spettri. La realtà era però ben diversa: proprio a causa delle ricerche compiute nei suoi laboratori, il pianeta era sottoposto ad un severo regime di isolamento. Le piattaforme orbitali di combattimento, alcune armate perfino con testate all'antimateria, erano state le prime ad accogliere la Normandy quando avevano richiesto di atterrare a Port Hanshan, lo spazioporto della colonia, e il benvenuto delle autorità planetaria era stato poco più amichevole.
Come suo solito, Joker aveva riassunto perfettamente in poche parole Noveria, definendolo:
"Un luogo davvero accogliente, perfetto per passare la prossima licenza. Il freddo ti gela le palle e le società le vendono prima che tu te ne accorga..."
Shepard aveva scoperto di condividere quella definizione: anche dopo aver fatto menzione di essere uno Specialista Tattica e Ricognizioni della Cittadella infatti, la sicurezza di Noveria non era stata affatto collaborativa. Era da poco tempo in fondo che agli Spettri erano stati concessi privilegi extraterritoriali in quel luogo e Shepard aveva dovuto accettare all'atterraggio un'incontro col personale di sicurezza dello spazioporto, pena la confisca della nave.
In un tentativo di rendere le cose più facili per tutti, il comandante si era presentata al portellone della Normandy con la sua divisa blu dell'Alleanza, facendosi accompagnare da Liara e Kaidan, entrambi disarmati e in vesti da civile... e da Wrex, che torreggiava dietro di loro con abbastanza armi per tutti nella sua corazza da combattimento: Shepard voleva essere collaborativa, non stupida. Nonostante questo, erano stati quasi trascinati in un conflitto a fuoco, quando il drappello di guardie di Port Hanshan, sotto il comando di una certa Keira Sterling, avevano ordinato di consegnare subito le armi: di fronte al loro educato rifiuto e alla spiegazione che le regole dello spazioporto non si applicavano agli Spettri, quella stronza aveva quasi sparato loro addosso, minacciandoli per farli obbedire.
Shepard ricordava perfettamente quei tesi istanti:
"Avete fino al tre per consegnare le armi. Uno..." era stato l'ultimatum di Sterling.
"Due." aveva risposto Shepard, mentre tutti loro brillavano d'azzurro per i loro poteri biotici.
Il tre era arrivato dal capitano Maeko Matsuo, responsabile della forza militare della Elanus Risk Control Services, azienda che si occupava della sicurezza a terra per tutta la colonia, in cambio di alcuni sconti vantaggiosi nell'affitto dei laboratori di Noveria. Il capitano era stata assai più pacata, pur mantenendo un atteggiamento distaccato: solo la donna giapponese era riuscita ad evitare che la visita della Normandy si trasformasse in un bagno di sangue. Matsuo era stata l'unica in effetti, ad avere il buon senso di controllare le loro credenziale con la Cittadella.
Era stato in quel modo che Shepard si era resa conto che su Noveria la sua nomina a Spettro e l'attacco di Saren a Eden Prime erano notizie a cui non era stato permesso di giungere: per Port Hanshan, il Turian era ancora lo "Spettro del Consiglio", e Benezia era "Lady Benezia", che si era diretta ai laboratori della Vetta 15 della Binay Helix come rappresentante "dell'azionista Saren", accompagnata da un intero complemento di cacciatrici Asari e diversi container di cui nessuno sapeva il contenuto, ma che avevano "passato tutti i loro controlli".
A parte queste spiegazioni però, Matsuo era stata irremovibile: il regolamento di Port Hanshan prevedeva tassativamente che solo il direttore della NDC, Rannadril Ghan Swa Fulsoom Karaten Narr Eadi Bel Anoleis, avrebbe potuto autorizzare Shepard a lasciare lo spazioporto e raggiungere i laboratori della Binary Helix. Il capitano della ERSC li aveva quindi diretti a far visita a "Parasini-san", segretaria del direttore della NDC, per combinare un'incontro e ottenere i relativi permessi: senza di quelli, la Normandy non avrebbe potuto nemmeno farsi rifornire...
Tuttavia, se Kaira Stirling era stata una vacca ansiosa quanto mai di farsi uccidere da Shepard, il Salarian che lo Spettro aveva incontrato nel suo ufficio si era dimostrato uno stronzo ancora più insopportabile: la sua poltrona era difesa da droni da combattimento anche all'interno della stanza, che non avevano smesso un attimo di tenerla nel mirino, mentre il direttore Anoleis faceva tutto ciò che era in suo potere per ritardare la loro visita ai laboratori della Binary Helix, mischiando il suo disprezzo per qualcuno che "non era nemmeno cresciuto su un pianeta", al suo burocratico ostracismo. Di fatto, Anoleis li aveva bloccati a Port Hanshan: la stagione delle tempeste era su Noveria, e raggiungere la Vetta 15 in volo era impossibile. Allo stesso tempo, il direttore aveva posto il veto ad una loro esplorazione via terra, rifiutando l'accesso al garage della colonia o di rivelare l'esatta ubicazione della Vetta 15, cacciando il comandante dal suo ufficio e rimproverandola per ognuno dei "12 crediti al minuto" che le aveva fatto perdere con le sue "ottuse domande".
In breve, Anoleis si era fatto un nemico, e credeva di poterla fare franca e probabilmente, si ritrovò a pensare Shepard uscendo dal suo ufficio, aveva ragione. La burocrazia, non le armi, le avrebbero permesso di vincere su Port Hanshan, ma era un campo in cui il primo Spettro Umano non sapeva muoversi...
Solo una seconda chiacchierata con Gianna Parasini aveva rivelato il vero inganno di Anoleis: la segretaria aveva ammesso, in via confidenziale, che la Vetta 15 era al momento isolata, ma non a causa della tempesta, e che se il team mandato ad indagare da Port Hanshan non avesse fatto rapporto nelle prossime 48 ore, cioè ben prima che la tempesta di ghiaccio sul pianeta calasse di intensità, l'NDC avrebbe autorizzato lo sgancio di una testata ad antimateria sulla Vetta 15, cancellando ogni prova. Parasini poi, nel suo vestito color salmone, rossetto scuro, carnagione olivastra e acconciatura perfetta, aveva suggerito, se erano davvero interessati ad ottenere un pass per il garage e continuare così la loro missione, di provare a rivolgersi ad uno dei dirigenti. In particolare, la donna aveva fatto il nome di Lorik Qui'in, direttore della divisione locale della Synthetic Insights, al momento sospeso dalla NDC e quindi più facile da avvicinare rispetto ad altri manager: secondo la segretaria, Shepard avrebbe potuto trovarlo facilmente al bar del mezzanino di Port Hanshan.
Ecco perché ora Shepard e i suoi aspettavano che Lorik Qui'in uscisse finalmente dal suo hotel, un luogo in cui si poteva accedere solo come impiegato su Noveria: una situazione paradossale, visto che per gli accordi non divulgativi che venivano acclusi ad ogni contratto firmato sul pianeta, non c'era nemmeno la libertà di dire se effettivamente si lavorasse o meno in quel luogo...
 
Il bar del mezzanino di Port Hanshan era un luogo piuttosto variegato, che includeva molti membri di specie diverse: gli Umani erano quasi la maggioranza, assieme a Turian, Salarian e Asari... e tutti i presenti, di tanto in tanto, rubavano un'occhiata nella loro direzione: Shepard provava ormai la tentazione di provare a spaventarli, tanto per movimentare l'ambiente. Nessuno aveva ancora provato ad avvicinarli, ma poiché il comandante era una persona piena di risorse, e soprattutto con una squadra formidabile, aveva mandato Alenko e Wrex a mischiarsi col resto della folla.
Forse uno Spettro era troppo difficile da avvicinare... ma i suo scagnozzi ripuliti sarebbero sembrati di certo meno pericolosi e più interessanti agli abitanti di Noveria...
Shepard fece scorrere ancora una volta lo sguardo sull'arredamento del bar: era ammobiliato con gusto minimalista, probabilmente Turian. Questo perché ricordava un giardino zen di sassi e sabbia, addobbato però con ologrammi astratti, e qualche cascata d'acqua corrente a interrompere la monotonia: piacevole in definitiva, ma alla lunga noioso, tanto che il comandante scoprì di trovare più interessante l'enorme finestrone che spaziava sulle distese di Noveria, in quel momento invisibili a causa della tempesta di ghiaccio e neve. La temperatura esterna doveva aggirarsi attorno ai -80 °C: impossibile sopravvivere a lungo in quel paesaggio uniforme, anche nelle corazze da combattimento.
E arrivò il momento in cui anche Shepard ne ebbe abbastanza:
"Allora dottoressa... le andrebbe di condividere il segreto?"
"...Cosa?" chiese Liara stupita, alzando lo sguardo.
"Da quando ci siamo sedute hai passato tutto il tempo a guardare il tavolo: immagino che contenga un grande segreto. Qualche indizio su come trovare il Condotto?" chiese il comandante, riuscendo a strappare un piccolo sorriso a Liara che però scomparve troppo in fretta.
"Mi dispiace... ma l'idea di incontrare mia madre... Shepard: capirei se volessi lasciarmi indietro..."
"Non devi spiegarmi niente Liara." la interruppe il comandante: "...Mi fido di te: so che farai del tuo meglio. Come sempre del resto. Se tu volessi rimanere indietro però, lo capirei. Voglio dire..."
Faremo tutto il possibile per prenderla viva, ma... non ci fu bisogno di dirlo a voce alta, o di continuare nemmeno a pensarlo.
Liara scosse la testa:
"Se vogliamo avere una speranza di confrontarci alla pari con la Matriarca Benezia, avrete bisogno di me..."
Hayat avrebbe voluto provare a cercare di confortarla: quanto avrebbe preferito essere in un luogo più appartato... l'Umana dovette accontentarsi di coprire la mano di Liara con la sua, offrendole un muto incoraggiamento.
"... Non mi mancherà questo posto, quando ce lo lasceremo alle spalle." aggiunse Liara, accogliendo le dita di Shepard nel palmo.
"Siamo in due." le rispose, prima che il Krogan scegliesse quel momento per tornare al loro tavolo.
"...Wrex." lo accolse Shepard con una punta di dispiacere: gli oneri la richiamavano al comando.
"Shepard."
"...Qualche novità?"
"Ho trovato un altro Krogan al piano superiore di questo... bar." il tono con cui pronunciò l'ultima parola non toglieva dubbi sulla sua opinione del posto.
"Una vecchia conoscenza?"
"No... Inamorda è un vecchio del mestiere però: uno degli avventurosi del clan Ravanor..."
Un giorno, Shepard si sarebbe presa il disturbo di farsi raccontare di ogni clan di Tuchanka e della loro storia... forse: le gesta dei 73 grandi clan del pianeta natale dei Krogan non doveva essere breve, e naturalmente, esisteva solo nella tradizione orale. Non se la sarebbe cavata in poche ore:
 "...Vuole farti una proposta."
"Qualcosa che può farci ottenere un pass per il garage?"
"Forse..." rispose Wrex dondolando la testa: "Inarmoda è su Noveria per ottenere alcuni upgrade sottobanco da un mercante locale, un Hanar di nome Opold. Niente che possa esserci utile: gli esplosivi a fusione che vuole sono inferiore ai nostri, ma Noveria li ha bloccati alla dogana. A quanto pare non rispondono ai loro criteri di sicurezza."
"Opold può farci uscire dal garage?"
"Cosa? No... ma Anoleis potrebbe essere abbastanza grato di aver segnalato un episodio di contrabbando nel suo feudo da permetterci di uscire da questo dannato buco."
"Sono... sorpresa Wrex."
"Non dirlo a me... mi prudono le scaglie per aver anche solo pensato una cosa del genere."
Aiutare un indisponente Salarian a rimanere al suo posto danneggiando un Krogan... Wrex doveva sentirsi molto sporco in quel momento.
"...Ma non abbiamo molta altra scelta... i droni di quel porco rendono impossibile marciare nel suo ufficio ad armi spianate. Come minimo ha una stanza antipanico nel retro dell'ufficio."
"L'abbiamo invece... ormai Qu'in non può tardare ancora molto. A questo punto, qualcuno gli avrà già fatto sapere che siamo qui: dubito che ci ignorerà. E sinceramente, l'idea di aiutare Anoleis mi sta davvero antipatica."
"Quindi?"
"Quindi aiuteremo Opold." rispose Shepard digitando un ordine sul suo omnitool che inviò al capitano Matsuo: "...Questo dovrebbe sbloccare il pacco alla dogana. Potresti assicurarti che arrivi ad Opold per favore?"
"Non ad Inamorda?"
"Nah... preferisco non espormi troppo. E mentre Inamorda può offrirci dei crediti, Opold potrebbe esserci più utile: immagino possa offrirci delle licenze per ottenere merci che normalmente non si trovano nello Spazio della Cittadella."
"...Ha senso Shepard?" chiese Liara: "Hai già una vasta rete di fornitori per la Normandy da cui non abbiamo mai preso nulla dopo le corazze della KF: Concilio di Serrice, Armax Arsenali... almeno una dozzina di conglomerati interstellari che sarebbero disposti di rifornire la Normandy di qualunque cosa potessi volere."
"Saren non si fa questi problemi dottoressa, e preferisco avere una base il più ampia possibile. Questa è Noveria: se non si possono trovare prototipi sperimentali qui, non saprei proprio dove cercare."
"Mhh... d'accordo." disse Wrex: "Me ne occuperò io. Meglio che stare qui a scaldare delle sedie in ogni caso."
"Non saprei Wrex... è una poltrona comoda. O, a proposito..."
"Shepard?"
"Prendi con te Tali... se Qu'in non sarà arrivato per quando sarete di ritorno, le chiederò se le sue dita magiche possono aprirci la strada del garage."
"Wha ah ah... ora ti riconosco. Shepard." si congedò il Krogan.
"Wrex."
Mentre il Krogan andava via, fu il turno del tenente di tornare da loro: nella sua uniforme dell'Alleanza, era l'unico della squadra ad raccogliere qualche sguardo di apprezzamento dal pubblico, invece che di curioso sospetto.
La sua facciata affascinante crollò non appena fu al loro tavolo:
"...Tutto bene tenente?"
Alenko mise un creditometro fra loro:
"Mi sono permesso un'iniziativa personale, signora." sospirò Kaidan massaggiandosi le tempie: "...E avrò bisogno di una doccia dopo. Il rapporto completo dovrà aspettare, temo, ma posso riassumerle il tutto."
Alenko spiegò a Liara e Shepard di essere stato avvicinato da un rappresentate Asari del Concilio di Armali, interessata in egual modo ad avere la sua collaborazione e tentare di rimorchiarlo: Mallene Callis gli aveva proposto di rendersi complice di un caso di spionaggio industriale ai danni della Binary Helix. Vista l'azienda che avrebbe subito danno, Alenko aveva accettato, modificando però il programma tracciante che l'Asari gli aveva consegnato da infiltrare nella rete personale del rappresentate della BH, un certo Vargas. Alenko, continuò a spiegare, si era fatto passare per un rappresentante dell'Alleanza, per discutere con Vargas di una possibile fornitura di potenziamenti genetici per biotici, un campo in cui la BH aveva la leadership della ricerca: Vargas era un bastardo, riassunse il tenente, non solo perché lavorava per la BH, ma anche perché aveva tentato di fregarlo, offrendogli potenziamenti genetici a prezzi di listino e di cattiva qualità, inferiore a quelli di altre e più trasparenti aziende del settore; nonostante Alenko gli avesse fatto ballare davanti al naso la possibilità di una fornitura sostanziosa.
Sia come sia, era riuscito a tenerlo occupato abbastanza a lungo da permettere al programma spia di Callis di insinuarsi nella rete personale di Vargas, permettendole l'accesso ai file riservati a nome del rappresentante della BH, e che ora avevano anche loro: Alenko aveva copiato la maggior parte dei file, trasmettendoli alla Normandy, prima di cancellare il suo privilegio d'accesso. Che le multinazionali si sbranassero a vicenda, commentò il tenente, che per il suo disturbo aveva ottenuto una ricompensa di 750 miseri crediti da Callis e il suo numero privato...
Dall'altra parte del bar, un uomo dalla faccia da faina offrì al loro tavolo un cenno d'intesa, completamente all'oscuro dall'essere stato raggirato, a cui Shepard rispose alzando lievemente il bicchiere e brindando alla sua salute.
"Beh...che io sia dannata, tenente: mi ha sorpresa." si complimentò Shepard: "Non sapevo avesse talento per la recita."
"Nemmeno io signora: la Normandy è un'esperienza interessante. Tira fuori certi lati di me... che non sapevo proprio di avere." rispose Alenko, cancellando il numero di Callis dal suo omnitool.
"Il futuro secondo Spettro Umano?" scherzò Liara.
"Non corriamo troppo, dottoressa... l'idea non mi dispiace, ma da quello che ho visto, il tirocinio è brutale: non credo di essere all'altezza."
"Per il solo fatto che lo abbia detto, piuttosto che di ammettere di non averne voglia, credo che potrebbe essere una buona scelta, tenente... Ma non corriamo troppo: non mi sono ancora stancata del suono delle parole Unico Spettro Umano."
"Ricevuto signora... in ogni caso, è qualcosa molto al di là da venire... in questa linea di lavoro, mi sorprendo sempre di arrivare a fine mese."
"Siamo in due..." rispose Shepard: "...E perfettamente in battuta, ecco che arriva il nostro bersaglio."
Il tenente non si voltò a guardare, ma Liara sì: l'archeologa individuò un Turian vestito elegantemente di nero e blu, ma senza ostentazione, dall'aspetto dinoccolato e dal carapace scuro, tigrato da tatuaggi bianchi in faccia. Doveva essere circa a metà del suo ciclo vitale, giudicò Liara.
Shepard aspettò che ordinasse qualcosa prima di provare ad avvicinarlo:
"Restate in zona. Credo che sia il momento di scoprire il gioco di Parasini."
"Voleva dire Qui'in, signora?"
Shepard scosse la testa:
"Qualcosa in quella segretaria insoddisfatta del suo capo, mi ha fatto pensare che non sia affatto una segretaria insoddisfatta del suo capo... Non mi stupirebbe se la incontrassimo di nuovo sul nostro cammino."
Poi Shepard marciò verso il Turian, che sedeva da solo al suo tavolino: era il momento di usare tutto il suo fascino.
Eppure, se anche Qui'in non l'aspettava, di certo la stupì:
"Buon pomeriggio." la salutò per primo: "Perché non si siede e prende un drink con me?"
Fu un invito al quale Shepard fu felice di concedersi: Qui'in sembrava di umore collaborativo.
"Allora..." chiese il comandante con finta innocenza dopo aver preso per sé la poltrona al suo fianco: "...Lei è Lorik Qui'in, non è vero?"
"E lei è lo Spettro che è appena arrivato..."
"Ho sentito che potrebbe aiutarmi." disse Shepard senza preoccuparsi di negare.
"E in cosa un vecchio Turian come me potrebbe essere utile al primo Spettro Umano?" Lorik aveva una ricca voce tenorile, affascinante da ascoltare.
La mascherata di entrambi cadde di comune accordo: sapevano entrambi l'una dell'altra, e non c'era ragione di fingere oltre:
"Devo lasciare Port Hanshan e raggiungere uno dei laboratori."
"Deve essere una grave missione per voler affrontare il clima di Noveria con questo tempaccio... ma d'altra parte immagino non sia interessata ai campi di asajura e gli hotel privati all'equatore del pianeta... Dove è diretta se posso chiedere: valle di Aleutsk, o su, fino a qualcuna delle vette delle montagne Skadi?"
"...Devo ammettere di non essere familiare con la geografia di Noveria."
"No, immagino che non lo sia... la NDC non ama rivelare troppe informazioni sul pianeta. Ma in ogni caso, mi sembra di capire che le serva un pass per il garage. Quale... coincidenza: il caso vuole che io ne abbia uno." affermò Qui'in a voce bassa, prima di continuare a tono normale:
"Come immagino sappia, sono il manager della sede locale della SI... per il momento almeno. Mister Anoleis ha fatto chiudere il mio ufficio, con la scusa di stare indagando sulla mia presunta corruzione."
"Qualcosa con cui lei non ha niente a che fare, ovviamente...." era più facile trovare un Krogan codardo, che un Turan corrotto.
"Ovviamente. L'amministratore Anoleis è un soggetto... davvero interessante. Da quando ha preso in carica Port Hanshan, è diventato sospettosamente ricco."
"Una curiosa coincidenza."
"Davvero curiosa..." assentì il Turian: "Non appena ho acquisto le prove della sue azioni, Anoleis ha mandato i suoi scagnozzi a setacciare il mio ufficio alla ricerca di quelle informazioni."
"E sono ancora lì?"
"Sì, ma non possono accedervi: non fino a quando il sistema di sicurezza è attivato, almeno. Ma è questione di tempo. Se lei dovesse recuperare le prove dal mio ufficio e portarmele, sarei persuaso a darle il mio pass per il garage, oltre ad una sostanziosa ricompensa..." spiegò Lorik, soffocando le parole nel suo drink.
"Sembra piuttosto semplice."
"Normalmente avrebbe ragione... il sistema di sicurezza della mia sede si disattiva solo con un codice piuttosto complicato..." disse il Turian, trasmettendolo all'omnitool del comandante: "Ma c'è un - com'è quella affascinante espressione Umana- una mosca negli ingranaggi?"
"Qualcosa del genere." disse Shepard senza correggerlo.
"Gli scagnozzi di Anoleis cercheranno di fermarla ovviamente, e l'uso della violenza contro di loro potrebbe rendersi una... dolorosa necessità: sono membri della polizia portuale di Hanshan che ricevono mazzette sottobanco per fare il lavoro sporco del direttore... Miss Matsu non è al corrente dell'impiego esterno di alcuni suoi sottoposti."
"Se sono corrotti, non sono migliori dei mercenari... e io posso uccidere i mercenari, Mr Qui'in."
"Eccellente. Ecco il pass per il mio ufficio." rispose Qui'in lasciando una tessera sul tavolo a fianco al suo drink: "Le permetterà di attivare l'ascensore... le prove sono nel mio computer. E questo OSD..." aggiunse, tirando fuori un disco ottico dalla tasca e posandolo sopra la tessera: "Le permetterà di decrittarlo: basterà inserirlo nella console."
Qui'in non si era fatto aspettare per nulla: era arrivato preparato, spendendo del tempo per informarsi con chi avesse a che fare.
Forse era per questo che sapeva che avrebbero potuto essere utili l'uno all'altra:
"La ringrazio molto della sua collaborazione." rispose Shepard facendo sparire tessera e OSD nella sua giacca e alzandosi: avevano perso già abbastanza tempo.
"Oh..." la richiamò leggero Lorik finendo il suo drink: "Cerchi di tenere le macchie di sangue lontano dai tappeti, se le è possibile."
Il sorriso che Shepard gli rivolse da sopra la spalla fece trasalire il vecchio manager:
"Non le prometto niente." rispose lo Spettro, mettendosi in marcia dopo un cenno ai suoi compagni.
Guardandola andare via, Qui'in si chiese quanto potesse costare rinnovare l'intero ufficio: qualcosa gli diceva che l'assicurazione non coprisse gli atti della Leonessa di Elysium...
"Lo sa vero comandante, che potremmo occuparcene noi...?" chiese Alenko mentre si dirigevano di nuovo sulla Normandy: il tempo della diplomazia era finito. Era quello delle pistole e delle granate: Anoleis si sarebbe pentito del suo ostracismo.
"Apprezzo il pensiero, Kaidan. Ma certe cose, preferisco farle ancora di persona. Anche perché servirà a creare un precedente."
"...Signora?"
"Voglio essere sicura che la NDC non dimentichi quanto possa essere costoso risultare d'intralcio ad uno Spettro: useremo la squadra al completo. Abbiamo finito di nasconderci."
"Sissignora." esalò rassegnato il tenente, avvisando il resto della squadra che stavano tornando.
 
Il loro secondo ingresso nella colonia provocò non poco trambusto tra il personale di Port Hanshan: i sei di Shepard, più il loro comandante, tutti in corazze complete e con le armi sulla schiena, fecero girare più di una testa. Le guardie della ERCS fissarono quel drappello che attraversava il loro territorio, valutando quanto sarebbe costato cercare di ostacolarli.
In fondo però erano poliziotti: non erano pagati per restare a guardare.
"C'è qualche problema agente?" chiese Shepard quando si trovarono circondati.
"Nessuno ha il permesso di portare armi per Port Hanshan. È la regola."
"Gli Spettri sono esentati da questa regola: credevo fosse già stato messo in chiaro."
"Gli Spettri forse, cioè lei... vuole forse farmi credere che il Krogan alle sue spalle e il ratto di tuta che l'accompagna sono Spettri in incognito?"
Qualcuno tra le guardie si complimentò per l'arguzia della battuta del loro collega:
"...O certo che no. Tutti loro portano le armi per me: è difficile trasportarne così tante da soli. Per esempio..." rispose Shepard, facendosi passare il fucile d'assalto da Liara e dispiegandolo: "Questo è un HMWA-X, caricato con munizioni HESH sperimentali. È dotato di stabilizzatori cinetici per ridurre il rinculo e mantenere una mira precisa anche in condizioni di conflitto prolungato. A questo in particolare è stata ridotta la frequenza di tiro, per poter essere usato anche con una mano sola, volendo." finì il comandante, impugnandolo e rivolgendolo verso le guardie.
"Doppia canna." aggiunse: "...Questo significa che con una sola mano posso sparare 750 colpi al minuto di munizione esplosive. Sapete cosa vuol dire?" Shepard lasciò loro un momento perché lo immaginassero:
"...Significa, che se tutti voi doveste aprire il fuoco in questo momento, sareste cadaveri prima di aver esaurito le mie barriere cinetiche."
Le guardie Elanus si guardarono in faccia: nessuno aveva più voglia di scherzare.
"L'amministratore Anoleis..." provò uno.
"Potreste scoprire che l'amministratore Anoleis ha pochissima presa su di me. Fossi in voi mi farei da parte." suggerì Shepard, lasciando ad una brevissima scintilla di energia oscura la possibilità di accendersi.
Le guardie decisero di seguire quel consiglio: non erano alla sua altezza.
"Kaira te la farà pagare, Umana." disse il capo del drappello facendosi da parte: "Lei è la nostra arma segreta." e i suoi colleghi assentirono.
"Sa dove trovarmi." ripose Shepard, restituendo il fucile a Liara.
Si mossero in fretta, non correndo, ma a passo di marcia, raggiungendo rapidamente la sede della SI: all'esterno trovarono due guardie, un'Umana e un Turian, che di certo non si aspettavano il loro arrivo.
"Alt! Questo ufficio è sigillato." dovevano essere i mercenari di Anoleis:
"Avete intenzione di fermarci? Voi e quale esercito?" chiese Williams.
"Sentite, Anoleis è incazzato come un Varren con Qui'in..." provò l'Umana.
"E vi sta pagando sottobanco per razziare questo posto. Questo fa di voi dei criminali. E io posso uccidere i criminali." finì per lei Shepard.
"...State bluffando." rispose l'Umana senza convinzione.
Wrex si fece avanti a quel punto, assicurandosi che la sua brutta faccia fosse ben visibile:
"Hai ragione. In realtà lasceranno che io ti mangi."
Le due guardie si scambiarono uno sguardo, rivalutando rapidamente le loro priorità:
"...Si fotta Anoleis. Non ci paga abbastanza per metterci contro Spettri, o truppe dell'Alleanza o altro. Che ne dite se facciamo che voi non avete visto noi, e noi non abbiamo visto voi?"
Le due guardie non rimasero ad aspettare la risposta: evacuarono cercando di non far sembrare che stessero correndo. Quasi ci riuscirono.
Nel frattempo, l'intera squadra salì sull'ascensore, passando la carta di Qui'in per azionare la cabina.
"Wrex." si complimentò il comandante: diplomazia Krogan al suo meglio. Ne aveva fatta di strada dal Chora's Den sulla Cittadella...
"Shepard."
"...Come è finita con Opold alla fine?"
"Ci siamo fatti offrire qualche licenza, come avevi detto: viscido Hanar... ma almeno abbiamo un contatto anche qui ora."
"Più di uno, dopo che avremo finito su Noveria, spero." affermò il comandante, osservando i numeri salire: "...Sono la sola ad odiare questa musica da ascensore?" chiese dopo un po'.
"Perché? Non la trova orecchiabile?"
"Avanti Williams: ci meritiamo di meglio." rispose Tali, meditando se hackerare gli altoparlanti interni dell'ascensore e sostituire la melodia con qualcosa di più ascoltabile: ma a quel punto, la cabina si fermò al piano e la squadra si preparò a scendere.
Poliziotti corrotti di Port Hanshan contro la Squadra della Normandy: l'esito non fu in dubbio nemmeno per un istante. Per quanto la ERCS rifornisse metà dei mercenari dei sistemi Terminus e una buona fetta dello spazio del Consiglio, il livello delle sue armi e corazza non era all'altezza, tecnologicamente parlando, di quelle della Squadra. E per quanto riguardava l'addestramento invece, perfino Liara si stupì di quanto facile fu quello scontro, rispetto ai soliti in cui incappavano...
Con la preghiera di Qui'in bene in mente, tennero il sangue lontano dai tappeti, e non usarono nemmeno le granate: di conseguenza, Shepard fece del suo meglio per rovinare il resto dell'arredamento della sede della SI con i suoi poteri biotici. I primi due scagnozzi di Anoleis furono trasformati in macchie sul muro di fondo con una singola spinta biotica. Il terzo invece ricevette una fucilata, trovandosi a cercare di raccogliere le sue viscere mentre moriva: quasi ci riuscì.
Poi, mentre Wrex provvedeva a curiosare un po' in giro, passarono al piano superiore, dove una singolarità fece macerie di una sala conferenze, aspirando due tavoli e diverse sedie nel suo vortice gravitazionale: Liara scoprì di averci preso gusto quando fece esplodere la singolarità, spazzando via le porte a vetro di diversi uffici.
"Ops." cercò di scusarsi l'archeologa: tutto, pur di dimenticare per un momento che avrebbe incontrato sua madre prima che il giorno fosse finito...
Un ultimo superstite cercò di affrontarli ad armi spianate, ma riuscì a sparare solo una raffica, prima di essere lanciato contro la balaustra e precipitare al piano sottostante, dove Williams non gli permise di rialzarsi.
"Trovato qualcosa di interessante?" chiese Shepard con un tono di voce noncurante: quanto odiava quel pianeta!
“Crediti!" rispose gioioso il mercenario.
"Wrex, non c'è bisogno di recuperare ogni credito lasciato in giro..."
"Lo so! Ecco perché ho sfondato una cassaforte... possiamo dare la colpa agli uomini di Anoleis."
"Wrex..."
"Andiamo... niente sa come di crediti razziati ad un Turian."
"Wrex!"
"D'accordo d'accordo... bah. Che noia." borbottò il Krogan, rimettendo i crediti al loro posto. Quasi tutti, almeno.
L'ufficio di Qui'in era l'unica stanza rimasta in qualche modo intatta: il codice di sicurezza aprì le doppie porte antiproiettile e l'OSD fece il suo lavoro.
"Facile e rapido." commentò Tali, trasferendo i dati: non era mai stato così semplice per loro.
"...Abbiamo compagnia." riferì Garrus.
E in effetti, al piano inferiore, erano arrivati i rinforzi di Anoleis: niente di particolarmente impressionante, dato che erano solo altre cinque persone.
A capeggiarle però c'era Kaira Stirling, la vacca bionda dello spazioporto, che li fissava dal piano inferiore della SI con puro disprezzo nello sguardo:
"Shepard: non credo che dovresti essere qui."
"Stavamo giusto uscendo." rispose il comandante.
"Oh no no..." rispose Kaira con un tono zuccheroso: "Non pensare che abbia intenzione di lasciarti andare, dopo quello che hai fatto: Anoleis ti avrebbe espulsa dal pianeta per quello che è successo qui. Io non sarò così gentile: lo sai cosa facciamo sul mio pianeta a quelli che uccidono un poliziotto?"
"E tu lo sai cosa facciamo sul mio ai poliziotti corrotti?" ripose Garrus.
"Non m'importa..." rispose Kaira brillando come una torcia al metano: impressionante per un'Umana che non fosse lei, immaginò Shepard.
Nel suo piccolo stagno, Sterling doveva credersi se non il pesce più grosso, di certo il più pericoloso.
La singolarità catturò lei e il cecchino che li accompagnava, e Kaidan li finì con un'esplosione biotica prima ancora che il comandante dovesse solo alzare un dito: Wrex invece si occupò del terzo, lanciando la guardia di faccia contro un muro ornamentale. Si accasciò scompostamente a culo all'aria, la testa rotta nonostante il casco.
Williams e Garrus invece, complice la posizione sopraelevata, avevano già aperto un buco ciascuno in mezzo alle fronti delle ultime due guardie, che caddero a terra con un tonfo sordo.
Nel frattempo, Tali era riuscita a cancellare la loro presenza dai registri dei sensori: nessuno avrebbe potuto perseguirli per quello che era successo in quel luogo.
Stavano diventando davvero troppo bravi; nonostante questo però, la Squadra lasciò la sede della SI in tutta fretta: dovevano essere passati meno di tre minuti dal loro ingresso.
"Un'operazione da manuale." si complimentò Shepard nell'ascensore: "Ma era solo l'antipasto: alla BH le cose non saranno così facili." ricordò loro il comandante, cercando di ricomporre i ranghi.
Ci sarebbe stato tempo perché l'effetto dell'adrenalina svanisse: qualcosa le diceva che anche solo raggiungere la Vetta 15 coi Mako sarebbe stato più complicato di quanto avrebbero potuto aspettarsi...
Non erano arrivati che a metà strada per il bar del mezzanino però, che un'altra previsione di Shepard si avverrò: Gianna Parasini non era di certo spaventosa o pericolosa quanto le guardie della Elanus, ma apparve molto più sicura di loro quando si avvicinò alla squadra.
"Comandante... ho ricevuto rapporti di rumori alla sede della SI. Per caso ne sa qualcosa?"
Shepard assunse una faccia stupita, osservando i suoi compagni:
"SI? Saranno gli scagnozzi di Anoleis immagino..." rispose facendo spallucce.
"Molto spiritosa, comandante Shepard... Mi permetta almeno di presentarmi per la seconda volta: Gianna Parasini, affari interni di Noveria." disse, producendo un distintivo olografico dal suo omnitool.
"...Immagino quindi che la NDC sappia già della corruzione di Anoleis."
"Esattamente... sono sotto copertura da sei mesi, ma Anoleis è furbo. Le prove che ho trovato su di lui non bastano ad incastrarlo."
"...Dato quando Anoleis mi sia stato d'intralcio, l'ascolto, Parasini."
"Vorrei che provasse a convincere Qui'in a testimoniare contro Anoleis." affermò la donna senza preamboli.
"E non può farlo lei?" chiese Alenko.
Gianna scosse la testa:
"Per lui, sono la segretaria di Anoleis: Qui'in non accetterebbe mai di fare accordi con me... senza Anoleis però, questo pianeta tornerà a produrre profitti."
"E io che credevo che la corruzione fosse la norma in... posti, come questo." commentò Wrex.
"La regola qui è non creare problemi: l'interesse personale è tollerato... fino ad un certo punto. Ma Anoleis sta allontanando potenziali investitori."
"Immagino la tragedia... vedere i loro profitti assottigliarsi deve essere terribile per la NDC." commentò Garrus scuotendo la testa.
"Se ha bisogno delle prove di Qui'in, Parasini, non mi sembra che sia un buon agente... con tutto il rispetto, ovviamente." aggiunse Shepard.
"Non mi piace essere trattata con condiscendenza, comandante... ma ammetto che Anoleis è un osso più duro del previsto. Perfino Qui'in ha dovuto usare una delle sue dannate IA per raccogliere le prove."
"IA?"
"È pur sempre manager capo della Synthetic Insights... creare IA è il loro campo..."
Williams si concesse un fischio ammirato: in quanti guai Qui'in era disposto a finire, pur di provare la colpevolezza di Anoleis? Il vecchio Turian era di certo fatto di una pasta diversa rispetto agli altri dirigenti di Noveria.
"...Sentite, nemmeno a me piace questa situazione. Voi Spettri ve ne fregate delle regole, e questo è un problema per gli affari..."
"La correggo Parasini: gli Spettri possono fregarsene delle regole. Non è obbligatorio farlo."
"Già... non credo però che gli scagnozzi di Anoleis alla SI abbiano notato molta differenza."
"Anoleis... mi ha davvero fatta infuriare, agente Parasini."
"Quindi mi aiuterà a portarlo dietro le sbarre? E convincere Qui'in?"
Shepard ci pensò un momento, prima di rispondere:
"...Ci proverò. Liara, Tali: restate con me. Voi altri: tornate alla Normandy e preparate i Mako alla partenza. Li voglio pronti nel garage di Port Hanshan per quando Anoleis comincerà ad urlare mentre verrà trascinato via."
"Prenda qualche foto ricordo." rispose Williams, cominciando ad allontanarsi assieme al resto della squadra.
"Contaci, capo artigliere."
 
Meno di venti minuti dopo, i due Mako uscivano dal garage di Port Hanshan, sgommando nella neve. Nessuno li aveva visti andare via: erano stati tutti troppo occupati dall'agitazione causata all'arresto del direttore esecutivo di Port Hanshan per mano della sua segretaria. Con la sua collaborazione, Shepard si era guadagnata la simpatia dell'agente degli affari interni, anche perché convincere Qui'in a collaborare era costato non poca fatica. Probabilmente il Turian aveva solo l'intenzione di tenere le prove come una polizza assicurativa contro minacce di Anoleis a lui e al suo team di R&D, ma alla fine aveva capitolato. La vera identità di Parasini era stata il punto più alto della conversazione, e vedere il volto di Anoleis mentre veniva trascinato via in manette, imprecando e minacciando a vuoto tutti quelli che lo osservavano, ne era valsa la pena.
Il capitano Matsuo aveva preso piuttosto male il cambio di leadership, o forse era stata la scoperta della corruzione dei suoi uomini, ma aveva fatto capire che la prossima visita dello Spettro sarebbe stato meno burrascosa.
A Shepard però non era bastato: quando l'ufficio di Anoleis era stato sgomberato, e prima che Parasini potesse tornare, il comandante aveva per la prima volta abusato pienamente del suo potere di Spettro. Approfittando del fatto che la rete di sicurezza dell'ufficio era stata spenta, Shepard aveva frugato negli effetti personali del Salarian, alla ricerca di qualcosa che potesse rendere quella vittoria sul burocrate appena più dolce: Anoleis l'aveva davvero fatta infuriare. Seppe di aver trovato quello che stava cercando quando, aprendo la cassaforte del Salarian, un capitolo della Matriarca Dilinaga, che chissà come Anoleis aveva trovato e deciso di tenere per sé, le scivolò in mano. Un capitolo quello, che era già stato portato a bordo della Normandy: di tutti gli scritti della Matriarca Dilinaga, ora non ne mancava che uno. I crediti che prosciugarono da Anoleis furono un bonus: non che l'ex direttore non potesse permettersi un avvocato, ma era stato comunque divertente provare a immaginare la reazione del Salarian all'assenza di 50'000 crediti dai suoi fondi personali...
In quell'occasione, Tali le disse di ricordarle di non farla mai arrabbiare:
"Tranquilla Tali: sono solo i burocrati a causarmi queste brutte reazioni." aveva riposto il comandante.
Poi si erano diretti al garage, ansiose più che mai di lasciarsi Port Hanshan alle spalle, e cominciare finalmente la loro vera missione su Noveria.
 
***
 
Raggiungere i laboratori della Vetta 15 fu qualcosa di lungo e noioso, ma che fece apprezzare alla squadra le piccole cose: finalmente, da Feros per la precisione, stavano di nuovo combattendo tutti assieme come un unico coeso uno. Non era poco: la squadra lavorava al meglio quando tutti i membri erano riuniti...
Soprattutto però, si stavano avvicinando ai laboratori della BH a bordo dei Mako, invece che a piedi: Noveria era un luogo maledettamente poco ospitale, specie in quel momento: raffiche improvvise di neve e vento a 60 km/h, visibilità ridotta al minimo, tanto che si facevano strada solo grazie ai sensori del Mako, e una strada che offriva una parete verticale di roccia su un fianco e uno strapiombo dall'altro, senza guardrail a impedire la loro caduta.
La strada che congiungeva Port Hanshan e la Vetta 15 non era in buone condizioni: in effetti, la manutenzione scarseggiava parecchio. Era probabilmente, come molte altre cose su Noveria, una strada solo di nome:
"Castor, qui Pollux. Vi stiamo perdendo di vista. Se potesse rallentare, le sarei grata ma'am."
"Problemi Willams?"
"...Non vedo il fondo del dannato strapiombo, ma'am."
"Non ti preoccupare Williams: puoi sempre azionare i retrorazzi, dovesse succedere qualcosa."
"Non aiuta, signora!" si lamentò Alenko attraverso il circuito radio, cosa che strappò una risata a Wrex dietro di loro, prima che Shepard chiudesse il contatto.
Nonostante le sue parole, il comandante staccò un poco il piede dall'acceleratore: come facesse a tenerli in strada in quelle condizioni e a quella velocità era un mistero che Liara non aveva fretta di risolvere.
Per un momento, la foschia si diradò davanti a loro, permettendole di osservare la monolitica costruzione che torreggiava in cima alla montagna verso cui si stavano dirigendo: i laboratori della BH si trovavano in un'arcologia di grigio cemento a pianta triangolare, con una sola luce di navigazione proprio sulla cima, che si accese e spense un paio di volte prima che la neve la nascondesse di nuovo.
"Liara?"
"...Wrex?"
"Tutto bene, piccola Asari?"
"...Non lo so." rispose sinceramente la dottoressa: "Non parlo con mia madre da decenni. E ci siamo lasciate... non proprio nei migliori dei modo. Sembra sciocco pensarci adesso: simili contrasti sbiadiscono col tempo, di solito. Ma non avrei mai pensato che ci saremmo ritrovate così."
"Non sei da sola Liara. Non più." disse Shepard, staccando per un attimo la mano dalla cloche del Mako.
"Lo so... comandante."
"Ah..." disse Wrex dietro di loro: "...Trovatevi una stanza voi due."
"Credimi Wrex, ci stiamo provando...molto intensamente."
Per qualche motivo, nessuna delle due sembrava ritenere la Normandy il luogo adatto per la loro prima volta insieme: la Cittadella era stata il posto ideale, ma Cerberus si era messo di mezzo...
"Mhh." commentò Wrex neutro.
Liara assunse un lieve colore porpora, e per un altro poco ancora, smise di pensare a sua madre: fino a quando, per l'esattezza, le sue riflessioni non la portarono a chiedersi cosa esattamente sua madre, non l'alleata di Saren che era diventata, ma sua madre, avrebbe potuto pensare di Shepard... quasi le venne da ridere a pensarci.
 
Alla fine, ed era anche ora per Wrex, i due Mako arrivarono alla base della Vetta 15: la strada era stata maledettamente lunga.
Davanti alle porte chiuse del garage dell'installazione principale della BH, trovarono ad accoglierli due IFV ancora in fiamme:
"Dovevano essere il team incaricato di ispezionare la Vetta 15, dopo che l'installazione ha lanciato l'allarme ed è stata isolata." affermò Williams dalla sicurezza del Mako.
"E chi è stato a farli a pezzi?" chiese Garrus.
"...Il motivo dell'allarme?"
"...Matsuo ha detto che Benezia era venuta alla Vetta 15 con delle cacciatrici Asari e diversi container. Chi vuole scommettere sul contenuto dei container?"
"No grazie comandante... mi ha già preso 5 mila crediti l'ultima volta." rispose Garrus.
"In ogni caso, le porte del garage non si apriranno se ci limiteremo a bussare."
"Crede che dovremmo provare con apriti sesamo, ma'am?"
"...Qualcosa del genere, Williams."
Il Mako a fianco a loro distese il cannone, preparandosi a fare fuoco: quella non era certo lega Prothen.
"Knoc knoc." disse Tali dietro di loro, liberando anche le loro armi.
"...Chi è?" rispose gioviale Shepard dalla radio: Tali non aveva passato mesi a fianco di Tucks per niente.
"Ka." rispose la Quarian con le dita sul grilletto.
"Ka chi?"
Tali premette il grilletto, cominciando a bussare: KA BOOM!
I proiettili da 155 mm degli IFV fecero saltare le porte del garage davanti a loro: trovarono molti ad aspettarli.
Garrus contò almeno un paio di Juggernaut, un Distruttore e diversi altri fanti, oltre a qualche mercenario Krogan. C'era stata anche un'Armatura Geth, ma aveva ricevuto la battuta di Tali in piena faccia: non ne rimaneva molto a opporsi a loro e per di più, il garage della BH non offriva molti ripari. La loro fu una strage crudele.
I due Juggernaut furono i primi a saltare in aria, e il resto dei Geth li seguì in poco tempo, crivellati dalle raffiche di mitragliatrice coassiale: i Krogan furono letteralmente segati in due dai proiettili ad alta velocità.
Shepard si concesse di investire l'unità Distruttore e di passargli sopra con le sei ruote del Mako, tornando indietro per assicurarsi di averlo finito: i droni Geth fecero del loro meglio per opporsi a Castor e Pollux, ma la loro potenza di fuoco limitata poté poco contro le barriere cinetiche dei due IFV. Più danno fecero invece i Geth artiglieri che si materializzarono in fondo al garage: riuscirono a sparare ciascuno un razzo, prima che fossero finiti rapidamente a loro volta.
Dopo la carneficina, Castor e Pollux fecero uno scan coi sensori, le loro due bocche da fuoco fumanti nel gelo di Noveria:
"Via libera." annunciò Shepard, guidando Castor all'interno del garage e assicurandosi di parcheggiarlo perfettamente all'interno delle righe segnate: il comandante era una donna con alcune strane idiosincrasie...
Non appena furono schierati al completo, e i due Mako bloccati, una voce tranquilla che non era la loro, e nemmeno dalla Normandy, si fece sentire attraverso gli altoparlanti del garage:
"Allarme utente. Quarantena violata. Agenti contaminanti presenti all'interno della struttura."
"...L'IV dell'installazione?"
"Non credo si riferisca a noi..." commentò Shepard attraverso il casco: "IV: Identificati."
Ma la voce registrata rispose senza presentarsi:
"Interfaccia utente IV offline."
"Deve essere stata disattivata quando la Vetta 15 ha lanciato l'allarme."
"...Allora sappiamo dove dirigerci: se c'è qualcuno che può darci una mano in questo posto, è l'IV: cerchiamo una mappa dell'installazione e vediamo di raggiungere il nucleo dell'intelligenza virtuale."
Si misero rapidamente in marcia, seguendo il camminamento sul lato sinistro del garage: l'installazione complessiva della Vetta 15 doveva essere enorme, più grande perfino di una città, senza contare poi le varie sottostazioni. E tutto quell'enorme complesso era governato da una singola intelligenza virtuale, ora dormiente: la squadra poté solo sperare che non fosse troppo difficile svegliarla... o troppo pericoloso.
Percorsero il camminamento fino in fondo, trovandosi ad un checkpoint di sicurezza: nessuno si oppose al loro passaggio. Evidentemente, i Geth dovevano aver creduto che la loro forza al garage potesse bastare:
"Perché le torrette sono ruotate nel senso sbagliato?" chiese Garrus.
Il checkpoint di sicurezza aveva tutto: Shepard aveva identificato perfino dei tozzi ugelli nello stretto passaggio obbligato, distribuiti lungo tutta la lunghezza. Difficilmente avrebbero soffiato acqua, in caso d'emergenza.
Sopra di questi, delle torrette puntavano le loro canne verso l'interno della stazione, invece che contro di loro:
"...Devono voler tenere il loro personale all'interno, tanto quanto vogliono gli intrusi all'esterno." realizzò Liara.
Non fu un pensiero confortante: la guardiola e la postazione di controllo erano vuote, e non c'era traccia dei precedenti occupanti. Sembrava che fossero stati semplicemente portati via:
"Tali, sigilla le porte dietro di noi." ordinò Shepard: meglio non rischiare che i contaminanti di cui parlava l'IV si diffondessero. "...tenente?"
"Il mio Savant non rileva nulla nell'aria, ma è equipaggiato solo per identificare tossine e gas. Non sono in grado di identificare ogni eventuale patogeno."
"Tali, i sistemi della tua tuta sono più sensibili?"
"No." spiegò la Quarian: "...Sono progettati per controllare e tenere quello che c'è dentro, dentro, e ben separato dal fuori."
"Quindi meglio tenere i caschi su, per ora..." commentò Williams.
"Ammesso che i contaminanti di cui parla l'IV non siano qualcos'altro. Rachni per esempio." affermò Shepard.
"..." tutta la squadra si trovò a guardarla smarrita.
"L'IV ha detto contaminanti..." tentò di abbozzare Shepard: "La parola copre un'ampia categoria. E la BH deve avere un numero immenso di progetti di ricerca in questo laboratorio. Stavo solo pensando ad alta voce..."
"Dio... spero sia ebola. O un patogeno biogenico." pregò Williams.
"O un gas nervino." le fece eco Kaidan.
"Sono Rachni." affermò Wrex, lasciando che il suo casco si aprisse in quattro sezioni, scivolandogli all'interno dell'armatura: "E se i Rachni sono la causa di questa quarantena e dell'allarme, significa che ce ne sono abbastanza da prendere possesso dell'intera struttura."
Shepard sospirò, aprendo il casco a sua volta:
"...A cui dobbiamo aggiungere Geth e mercenari Krogan al soldo di Saren, e da qualche parte, nella profondità della Vetta 15, anche una Matriarca indottrinata e le sue guardie del corpo Asari."
"Che culo." commentò Alenko acido, iniziando a respirare a sua volta l'atmosfera della Vetta 15 senza filtri.
"Almeno adesso sappiamo con chi abbiamo a che fare." aggiunse Williams: Port Hanshan, e la sua scarsa resistenza, sembrava già lontani mille miglia.
"E ovviamente con questo tempo, la Normandy è irraggiungibile. Le nostre radio non sono in grado di compensare l'interferenza atmosferica: dovremmo poterlo fare con i sistemi della Vetta 15, ma visto che sono governati dall'IV..." aggiunse Garrus, che però tenne il suo casco dal vetro annerito su: i Turian non amano davvero il freddo, e la temperatura nella stanza era a livelli tali da non essere per nulla confortevole.
"...Muoviamoci." ordinò Shepard già rassegnata.
Si fecero strada oltre il checkpoint di sicurezza, raggiungendo il primo di due ascensori che li avrebbero portati al nucleo dell'IV: a quanto pareva, era stato piazzato quasi in cima all'arcologia. La cabina era terribilmente stretta per farci entrare tutti loro, ma nessuno si lamentò mentre salivano, fino al 788° piano. Nessuno aveva voglia di scherzare o di fare conversazione: l'idea di affrontare Rachni a breve non riusciva a piacere a nessuno di loro, Wrex compreso.
Il livello a cui l'ascensore li portò era conciato male: la neve aveva invaso il piano, complice il fatto che un intero lato della stanza mancava. Doveva essere stata una caffetteria prima della quarantena, ma l'assenza dell'unica finestra a separarla dalla neve di Noveria aveva cambiato molto l'ambiente, ora desolato e vuoto. Il respiro degli Umani si fece di ghiaccio, tanto che i loro caschi dovettero tornare a proteggerli: il pianeta era un inverno eterno, specie a quelle latitudini e quote.
"... Non sono stati i Geth a fare questo."
"Tali?"
"...Sembra quasi che la finestra sia stata aperta di proposito e abbiano lasciato al vento il tempo di entrare."
"Perché fare una cosa simile?"
"...Non lo so" ammise Tali.
"...Piano e con calma." ordinò Shepard.
Avanzarono oltre la caffetteria, entrando in quella che un tempo doveva essere stata una mensa: anche qui, la finestra mancava. A differenza della caffetteria però, qui trovarono Geth: questa volta, ai semplici fanti nero onice si mischiavano nuovi soldati, bianchi come la neve che calpestavano. Bianchi come Geth Prime per l'esattezza: furono i Geth ad aprire il fuoco per primi, ma la squadra rispose immediatamente.
Le nuove truppe Geth non sembravano aver semplicemente un colore diverso: Shepard fece fuoco verso uno di essi, solo per vedere il Geth gettare a terra qualcosa di fronte a lui. Una barriera esagonale traslucida sorse dal niente e i colpi del comandante si infransero contro di essa: la barriera sfarfallò assorbendoli, ma non cedette. Shepard non rimase a pensarci: una granata volò oltre la barriera, spazzando via il Geth e distruggendo qualunque aggeggio la generasse. Wrex scoprì che anche un colpo sovraccaricato poteva bastare per farla cadere, mentre il resto della squadra faceva del suo meglio per combattere il resto dei fanti.
Nonostante la superiorità numerica dei Geth, alla fine fu la squadra di Shepard a sparare per ultima:
"Questo è nuovo." commentò Garrus, quando si assicurarono di avere il controllo della stanza.
"...È una sorta di emettitore portatile di barriere cinetiche." disse Tali, analizzandone uno che era rimasto intatto: premendoci contro la mano, era solida. "Ma è molto più resistente, tenendo conto di quanto sia piccolo."
"Una copertura portatile." disse Williams.
"Praticamente sì."
"E i fanti?"
Tali era riuscita a prendere il possesso di uno di loro, ed estrarne già abbastanza:
"Truppe speciali Geth." spiegò Tali, prima di friggere il superstite che aveva esaminato.
"Una novità?"
"Non proprio... avremmo dovuti incontrarli anche nella nebulosa di Armstrong, ma con gli IFV non abbiamo mai lasciato loro tempo sufficiente ad usare questa nuova capacità."
"Capisco. Qualcosa da tenere da conto da ora in poi e..."
Fu un rumore strano ad interrompere il comandante: come se qualcuno trascinasse un tubo di metallo dietro di sé. Troppo vicino per essere confortante:
"Vento...?" chiese Liara, guardando il comandante imbracciare il fucile.
"Non sembrava vento." rispose Shepard.
Il rumore si ripeté, questa volta più vicino:
"Questo posto è messo male."
"Non temere Tali: ti proteggerò io." rispose Garrus.
Questo prima che un'intera sezione del muro cedesse, lasciando entrare nella stanza qualcosa che tutti speravano di non dover combattere:
"RACHNI!"
La creatura ruggì, impennandosi sulle zampe posteriori, scrollandosi di dosso la polvere e facendo scattare le sue chele, per poi caricare a testa bassa, incontrando le bocche da fuoco dell'intera squadra.
Tali accettò l'offerta di Garrus: la giovane Quarian non riuscì a sparare, paralizzata com'era dal terrore.
Gli shotgun di Williams, Wrex e Shepard compensarono alla sua assenza: i colpi sovraccaricati viaggiarono attraverso la sala mensa, come lingue di fuoco rosseggianti, colpendo l'insetto con precisione e prima che sputasse su di loro il suo pericoloso acido.
Il Rachni morì sul colpo, in uno spruzzo di liquido disgustoso.
"Altri in arrivo." urlò Alenko, sparando una raffica verso il buco nella parete da cui era uscito il Rachni: piccoli operai verdi stavano zampettando fuori. Lui e Garrus si dedicarono immediatamente ad impedire a quegli insetti di raggiungerli: i piccoli operai erano però agili e molto aggressivi, per quanto sparassero in fuoco automatico infatti, il tenente e il Turian si accorsero di non riuscire a controllarli del tutto. L'ultimo di questi riuscì ad avvicinarsi abbastanza da saltare verso di loro, con una violenza e una velocità che non sembravano possibili per qualcosa di così piccolo. Wrex lo ricevette sulla sua corazza, dove l'operaio Rachni esplose con la forza di una granata concussiva, liberando una nube verdastra.
I sensori all'interno della corazza di Tali la informarono che era piuttosto tossica, ma la Quarian non riuscì a dare a quelle informazioni importanza.
Dall'altra parte della stanza, attraversando le porte di fondo della sala mensa come se non esistessero, si fecero strada tre Rachni adulti, marrone cioccolato, sui quali il comandante lanciò una singolarità senza perdere tempo. Li crivellarono tenendoli in aria, poi Liara lanciò il suo campo di distorsione, spazzandoli via.
La squadra si assicurò che nessuno si rialzasse, mentre Tali rimase a guardare, paralizzata dal suo panico.
"Dobbiamo muoverci." avvisò Alenko: dal foro nella parete, risalivano le urla di altri Rachni in avvicinamento.
"Tali?"
"Sto... bene..."
Shepard non ci pensò: afferrò la mano di Tali e cominciò a trascinarla via, seguita dal resto della squadra che si chiuse attorno a loro per coprire i fianchi.
Corsero seguendo le indicazioni dell'installazione, senza guardarsi indietro, inseguiti dalle stridule grida dei Rachni, fino a trovare rifugio in un secondo ascensore in cui si gettarono subito dentro, premendo il pulsante per il livello del nucleo dell'IV.
"Tali?" chiese ancora Shepard quando le porte si chiusero e la cabina si mise in moto.
"Sto bene." ripeté la Quarian.
Shepard non la stava ascoltando: le passò il suo omnitool addosso.
"È in shock." disse il comandante: "Tali? Tali!" disse scollandola.
"Che c'è?" chiese aggressivamente la Quarian.
"...Ben tornata. Che è successo là sotto?" chiese Shepard, rimanendo con un ginocchio a terra di fronte a lei.
Fu così che Tali si rese conto di essere seduta nella cabina dell'ascensore che saliva, con tutta la squadra preoccupata dal suo stato:
"...Tali?"
“Ho avuto un attacco di panico." ammise la Quarian.
“Aracnofobia?" disse Alenko.
"Non so cosa significhi... ma quando quel Rachni è uscito dalla parete..." disse Tali, cominciando a grattarsi la tuta: una reazione istintiva e completamente sbagliata per lei.
"Il tenente intendeva che il tuo attacco di panico è stato dovuto ai Rachni."
"...Quando l'ho visto... quando è uscito dal muro... non lo so." disse Tali: "Abbiamo visto un sacco di cose spaventose nel nostro viaggio... perché solo coi Rachni...?"
"A volte non c'è un perché: si chiamano fobie per questo. Paure irrazionali che non riusciamo a controllare... e sinceramente parlando... non c'è niente di male nell'aver paura di insetti grossi quanto un dannato IFV."
"Questo è un problema comandante..."
"Una cosa alla volta Alenko: cominciamo a riattivare l'IV della stazione. Una volta fatto, decideremo il passo successivo. Avanti Tali: non è ancora finita." disse il comandante, aiutandola a rimettersi in piedi: non potevano rimandare Tali a Port Hanshan a quel punto. Non da sola, e... sarebbero riusciti ad avvicinarsi a Benezia senza Tali? O anche solo riparare l'IV della Vetta 15?
La squadra lasciò passare qualche piano in silenzio: nessuno provò a prendere Tali giro. Come aveva detto Shepard, non c'era vergogna nell'aver paura dei Rachni...
Fu Garrus alla fine a rompere il silenzio:
"Così per curiosità, sulla flottiglia non avete insetti?"
"L'ecologia di Rannoch si basava... si basa ancora probabilmente, sulla simbiosi biologica: eravamo anche noi Quarian a contribuire all'impollinazione delle piante... assieme a uccelli e piccoli mammiferi."
"Mh. Deve essere un bel posto: niente che striscia, o zampetta in giro."
"E dobbiamo solo sconfiggere i Geth per riprendercelo..." rispose asciutta Tali.
Finalmente, la cabina arrivò alla loro destinazione: 957° piano, sede del nucleo dell'IV. Normalmente, non avrebbero potuto accedervi, ma la disattivazione dell'intelligenza virtuale aveva fatto saltare molti dei sistemi di sicurezza: loro sette avanzarono indisturbati dalle sentinelle automatizzate, in quel momento dormienti.
Scoprirono che il piano conteneva solo il nucleo dell'IV, e le strutture ad essa deputata:
"Un sistema energetico di backup." disse Tali, osservando un insieme di cavi uscire da una scatola di metallo contro una parete: "Deve alimentare il mainframe della stazione."
"Come lo riattiviamo?"
"Già fatto." rispose Tali e l'effetto fu piuttosto visibile.
Le sottostazioni di alimentazione si accesero su tutto il piano, mentre l'edificio sembrò riprendere vita: spie e sensori ammiccarono attorno a loro come stelle. E la voce dell'IV tornò a farsi sentire: non furono buone notizie.
"Errore critico all'avvio. Interfaccia di intelligenza virtuale offline. Richiesto avvio manuale."
"...Fantastico."
"Signora: ostili in arrivo."
L'intera squadra estrasse le armi, puntandole nella direzione indicata da Alenko:
"...Parlami tenente."
"Si sono fermati appena oltre la porta." disse Kaidan, e un certo numero di colpetti si fecero strada attraverso il metallo fino a loro.
Shepard rilasso la presa sul fucile:
"Se fossero Rachni adulti avrebbero sfondato la porta come hanno fatto in mensa."
"Operai?"
Shepard si illuminò di azzurro, e la porta venne scardinata e fatta rovinare su qualunque cosa si trovasse al di là.
Lo scoppio multiplo, come quello di granate a gas, confermò che Shepard aveva avuto ragione:
"Alla faccia dello schiacciamosche... ma'am."
"Mmhh... è quasi un peccato ucciderli."
"Shepard!" esclamò scandalizzata Tali.
"Che c'è? Una colonia di formiche spaziali è stata il mio primo animale domestico..." rispose il comandante, ripensando brevemente alla sua infanzia: con lo spazio limitato a bordo delle navi, non era così strano, in fondo.
Tali non riuscì a replicare: si limitò a scuotere la testa orripilata.
 
Raggiunsero il nucleo dell'IV senza altri intoppi: un enorme cervellone costruito in una struttura che ricordava vagamente una clessidra.
"Non sembra troppo complicato." disse Tali, facendosi strada all'interno della struttura di server.
"Se lo dici tu Tali... non avrei la minima idea da dove iniziare."
"Non è difficile... basta trovare la sede di personalità e capire il problema. Cominciando da... qui." disse Tali, aprendo uno scomparto e spingendo una pulsante con decisione.
Il pavimento su cui Tali poggiava si abbassò automaticamente: solo Garrus riuscì a saltare prima che la distanza diventasse troppa.
"Tutto bene." affermò la Quarian una volta che furono spariti: il resto della squadra si sporse sul tunnel che si era aperto, per confermare quelle parole
Tali e Garrus li guardavano da circa dieci metri più in basso:
"Sicuri?"
"A posto: ho già trovato il problema. Devo spostare manualmente delle schede di elaborazione." spiegò Tali, cominciando a lavorare.
"Sono stati i Rachni a causare questo guasto?
"...No: sembra far parte del protocollo di sicurezza."
"Staccano l'IV che controlla la stazione in caso di breccia alla quarantena?" chiese Alenko.
"...E cancellano ogni prova. Poi fanno cadere una testata all'antimateria e sterilizzano il posto." commentò Shepard cupa.
"Preferiscono distruggere tutto piuttosto che tentare di recuperare i loro studi..."
"Almeno la BH comprende la pericolosità dei Rachni..."
"Peccato che lavorino con Saren allora... chi non vorrebbe un'amichevole conglomerato interstellare ad allevare i Rachni ad un solo salto di distanza dallo spazio del Consiglio?" chiese acida il comandante.
"...Abbiamo quasi finito qui sotto." disse Garrus: fedele alle sue parole, si diffuse attraverso gli altoparlanti uno squillo bitonale, testimoniando il riuscito riavvio del sistema. La piattaforma che ospitava Tali e Garrus cominciò a risalire automaticamente, riportandoli al piano: nell'alcova che lasciarono libera, si materializzò un ologramma arancione, l'avatar dell'IV, vagamente femminile e virginale, ma con un ciuffo ribelle di capelli olografici in mezzo alla fronte.
"...Sembra che stiate cercando di rimettere in funzione la struttura. Posso aiutarvi?" chiese l'ologramma osservandoli paziente.
Shepard si fece portavoce del gruppo:
"Sei l'IV che controlla l'intera Vetta 15?"
"Questo sistema è programmato per rispondere alla definizione di Mira. Posso conoscere l'identità dell'utente corrente?"
"Comandante Shepard, Specialista Tattica e Ricognizione della Cittadella."
"Attendere prego..." ribatté Mira, setacciando le sue banche dati, grandi probabilmente quanto una piccola città: "... autorità del Consiglio confermata. È stato garantito un accesso di sicurezza generico a tutti i livelli. L'accesso ai segreti corporativi richiede un livello di sicurezza confidenziale. L'accesso confidenziale è garantito solo a dirigenti della Binary Helix."
Mira si interruppe un momento, probabilmente soddisfatta di aver esaurito i convenevoli per cui era stata programmata:
"Il sistema è pronto a processare le vostre richieste. Potete ora accedere a Mira da ogni interfaccia olografica presente nella Vetta 15."
"Devo raggiungere la Matriarca Benezia. Dove posso trovarla?"
"Lady Benezia ha usato il trasporto passeggeri sotterraneo per raggiungere i laboratori della sottostazione Rift... Allarme utente. Il trasporto passeggeri non è al momento operabile."
"...Rapporto danni."
"Attendere prego... diagnostica in corso. Guasto critico: reattore principale spento in accordo ai protocolli di quarantena d'emergenza. Riavvio manuale richiesto. Guasto critico: cavi di connessione disinseriti. Il sistema di trasporto passeggeri è offline. Rapporto completato. Ha ulteriore domande sullo stato del sistema?"
"Come raggiungo e riparo i guasti?"
"Il reattore principale si trova 1037 livelli sotto di voi: posso aprire un percorso prioritario con un ascensore per permettervi di raggiungerlo rapidamente."
"Fallo per favore." ordinò Shepard.
"...Una volta raggiunto il nucleo, le valvole di Elio-3 devono essere riaperte. Questo può essere fatto in loco presso i controlli del reattore. Avviso utente: rilevati contaminanti meccanici nel livello del reattore."
Geth, realizzarono tutti.
"...E per quanto riguarda i cavi di connessione?"
"I cavi di connessione collegano il mio mainframe principale qui alla stazione centrale, alle varie sottostazioni della Vetta 15. Questo permette ai ricercatori di accedere ai miei database anche dalla confortevole sicurezza dei loro laboratori. Quando il protocollo di emergenza è iniziato all'interno dei laboratori di ricerca della sottostazione Rift, i cavi sono stati automaticamente disinseriti..."
"Intendevo come fare a ripararli." la interruppe Shepard afferrandosi la radice del naso: maledette loquaci ed ottuse IV.
"I cavi di connessione sono concepiti per essere facilmente ricollegabili: potrà farlo dal tetto dell'installazione, premendo semplicemente un pulsante. Questo consentirà la riconnessione dell'hardware e il suo riavvio. Per raggiungere il tetto, vi basta percorrere il corridoio dietro di voi ed accedere all'ascensore. Avviso utente: rilevanti contaminanti biologici vicino ai comandi."
Shepard si concesse un sospiro rassegnato:
"Che cosa è successo qui?"
"Prego... formulare una domanda più specifica." rispose l'ologramma di Mira.
"La tua disattivazione faceva parte del protocollo di quarantena?"
"Sì. Nel caso che la Vetta 15 debba essere sterilizzata per ragioni di sicurezza, il mio programma e i miei dati sono epurati."
"I contaminanti biologici che si aggirano per la Vetta 15 provenivano dai laboratori di ricerca della stazione Rift?"
"Mi dispiace comandante: domande relative alle nostre ricerche richiedono un livello confidenziale di accesso ai dati..."
"...Riservato ai dirigenti della BH." la interruppe Shepard: solo in quel momento apprezzò completamente la frustrazione del Krogan su Feros:"Mira, fornire cronologia degli eventi occorsi subito prima della tua disattivazione."
"Allerta di livello 1 ai laboratori di ricerca. Contaminanti rilasciati dalla capsula Gamma. Attivazione protocolli di emergenza. Allerta di livello 2 ai laboratori di ricerca. Violazione condotte di isolamento. Disattivazione trasporto passeggeri. Cavi di connessione ai laboratori di ricerca disinseriti. Allerta di livello 3 emessa localmente. Contaminanti presenti nei tunnel di trasporto. Blocco della stazione ed evacuazione iniziata. Inviato codice Omega.
Avviso utente, evacuazione fallita: presenza di contaminanti meccanici. IV disattivata."
"Ci sono dei superstiti della BH alla Vetta 15?"
"Impossibile determinare: l'assenza di cavi di collegamento impedisce di individuare la presenza di eventuali superstiti nelle sottostazioni dell'installazione."
Il che significava almeno che in tutto l'edificio principale non rimaneva nessuno vivo a parte loro.
"Ripristinare blocco della Vetta 15 fino a nuovo ordine: ogni contaminante biologico o meccanico nell'installazione deve essere neutralizzato. Autorizzato l'uso della forza letale ove possibile e rifiutare qualsiasi input elettronico inviato dai contaminanti meccanici."
"Comando confermato in accordo ai privilegi concessi al reparto Specialisti Tattica e Ricognizione della Cittadella. Blocco in corso... attendere prego."
"Questo almeno ci darà del tempo e spazio di manovra."
"...Blocco completato ad ogni livello della struttura principale della Vetta 15." riferì Mira.
"È ridicolo comunque: disattivare l'unico guardiano che resta e lasciare agli invasori campo libero..." disse Alenko scuotendo la testa: di certo non si aspettava che Mira rispondesse.
"I protocolli di emergenza suggeriscono come l'ambiente inospitale di Noveria uccida i contaminanti biologici. Potrebbe anche danneggiare i contaminanti meccanici."
"Quindi spengono il riscaldamento e sperano per il meglio... dannazione, qualcuno dia loro una medaglia."
"...Dovremo dividerci: Alenko, Vakarian, Tali e Williams, scenderete a riattivare il reattore principale della stazione. Io, Wrex e Liara, saliremo a ricollegare i cavi."
"È sicura comandante di volere andare solo in tre contro i Rachni?"
"Abbiamo Wrex. E se riattivare i cavi è così facile come Mira sostiene, spero di riuscire a farcela prima di attirare tutti i Rachni all'esterno."
"...Va bene signora."
"Una volta che avremo fatto, dovremmo essere in grado di inviare un rapporto alla Normandy e a Port Hanshan: almeno sapranno cosa sta succedendo, e non decideranno all'improvviso di sganciarci una bomba ad antimateria dall'orbita."
"Già... questo mi pare piuttosto importante." disse Wrex.
"Occhi aperti gente. Una volta fatto, RV alla stazione di trasporto." ordinò Shepard facendo cenno a Wrex e Liara.
"...Shepard."
"Sì Tali?"
"...Buona fortuna."
Shepard alzò il pugno sinistro senza voltarsi, come cenno di incoraggiamento, sperando con tutta sé stessa che si sarebbero rivisti tutti più tardi...
 
"Figlio di puttana!" fu il ruggito che la seconda squadra sentì avvicinandosi alla stazione di trasporto passeggeri.
Furono sorpresi di scoprire di essere l'ultima delle due squadre, per quanto fossero in maggioranza numerica? Non tanto, in fondo. Ma quando realizzarono che il ruggito proveniva dal comandante, non poterono fare a meno di affrettarsi. I quattro superarono un checkpoint di sicurezza, nel quale trovarono i resti untuosi di un paio di Rachni arrostiti... e infine il comandante Shepard seduta su una delle panchine d'aspetto, con Liara che si agitava in mezzo alla sue gambe, mentre Wrex le guardava sogghignando.
"...come un cucciolo." stava finendo di dire Wrex.
Per quanto il Krogan ridesse, non era in buono stato: c'erano due buchi sulla sua corazza, tappati da omnigel, ma due rivoli di sangue arancione ormai coagulato erano ancora ben visibili.
"Signora... sta bene?" chiese Alenko quando arrivarono.
"Un Rachni le ha danneggiato lo stivale: sto cercando di smontarlo senza portarle via il piede." rispose Liara.
"Con scarsi risultati per ora..." impreco Shepard e Kaidan si affiancò alla dottoressa.
"Dannazione... deve aver bruciato anche l'isolante protettivo. Signora sente qualcosa?"
"Sì Alenko, fa un male da vero figlio di puttana!"
"Wha ah ah... ha ucciso il Rachni con un calcio biotico. L'ha decapitato così..." disse Wrex facendo schioccare le dita: "...di netto. Mai visto niente del genere."
Aveva aiutato forse il fatto che Liara fosse stata in pericolo: in effetti, Shepard aveva trasformato la meta usando il Rachni piuttosto che un pallone da football.
"E a te cosa è successo, Wrex?" chiese Williams indicandogli i buchi nella corazza
"A me? Un Rachni mi ha preso da dietro" spiegò Wrex voltandosi per far vedere i due buchi simmetrici sulla schiena: "...I bastardi sono coriacei. Ma credeva che infilzarmi una volta con le sue zampe bastasse. Grosso errore."
"Non facevi così lo spaccone Wrex prima, quando... dannazione Alenko: non sono un fottuto manichino."
"Mi scusi signora..." disse Alenko arrendendosi: "Dovremo tagliare la corazza." quando ritirò i guanti, li trovò macchiati di rosso.
"Allora meglio farlo a bordo del trasporto verso la stazione Rift: tanto vale unire l'utile al dilettevole. Dottoressa, tenente... una mano ad alzarmi, per favore?"
Liara e Alenko non si fecero attendere, aiutando Shepard a salire a bordo del tram sotterraneo. Le porte si chiusero dietro di loro automaticamente e si mise in moto da solo.
"Mira?" chiese a voce alta Williams.
Liara annuì:
"L'IV è stata sorprendentemente collaborativa da quando abbiamo ricollegato i cavi d'accesso. Pare ci siano dei superstiti alla stazione Rift: erano meglio preparati per far fronte ai Rachni rispetto alla struttura principale."
"Buone notizie insomma."
"Non proprio..." sospirò Shepard, coprendosi la faccia per nascondere il riverbero dalla saldatrice che Alenko aveva creato sul suo omnitool: "Non riusciamo a metterci direttamente in comunicazione con loro. La sottostazione Rift è costruita all'interno di uno dei ghiacciai più vecchi della Vetta 15, ma sono completamente isolati. Mira ha accesso alle loro console, ma solo attraverso i cavi di connessione: la rete di sensori della stazione Rift è troppo danneggiata: una volta lì, saremo isolati a nostra volta, e Rachni e Geth abbondano nella stazione. Anche se, a detta di Mira, il grosso si è dispero nella struttura principale..." spiegò Shepard serrando i denti.
"Abbiamo anche contattato Port Hanshan." disse Wrex: "Quegli stolti dalla vescica debole sono stati inutili..."
"Con l'arresto di Anoleis c'è un momentaneo vuoto di potere: non hanno ancora deciso qualcuno che si prenda la responsabilità di questa patata bollente."
"Eh... bollente."
"...E non aiuta il fatto che i dirigenti della BH fossero alla Vetta 15 quando è scoppiato il casino."
"Come dar loro torto..." disse Vakarian sarcastico, scuotendo la testa.
"In ogni caso, hanno sospeso il conto alla rovescia per il bombardamento orbitale."
"Questo è decisamente positivo."
"E con il nucleo energetico di nuovo attivo, Mira ha accesso ai suoi armamenti offensivi." disse Tali.
"Abbiamo visto." disse Wrex: "C'erano dei Rachni nella camera di decontaminazione, al checkpoint. Non appena il nucleo è tornato in funzione, li ha bruciati con delle torce al plasma. Probabilmente sta facendo lo stesso in tutta l'installazione e..."
"Cristo. Santo." esalò Kaidan togliendo finalmente lo stivale da Shepard.
"È così grave?" disse il comandante senza guardare: non sentiva più le dita. Non voleva guardarsi un troncone.
"...Per un po' di tempo signora, non potrà usare delle ballerine. Ma no, il tenente ha solo avuto una brutta reazione."
"A cosa?" chiese Shepard guardando: la buona notizia fu che le rimanevano tutte e cinque le dita, assieme alle falangi.
Quella cattiva era che la pelle del suo piede si era trasformata in cera raffreddata troppo rapidamente, almeno come aspetto. Non molto bello da vedere, specie per la furiosa sfumatura di rosso che esibiva... ma non così grave. Adesso riusciva perfino a sentirsi l'alluce: il resto delle dita si piegò poco dopo.
Poi lo sguardo del comandante risalì fino alla mano di Alenko, che teneva l'unghia del suo alluce tra pollice e indice.
"Mi scusi comandante." disse Alenko accorgendosi del suo sguardo e lasciando cadere quel macabro resto: il tenente abbassò lo sguardo, iniziando a frugare nella sua cintura alla ricerca di bende e medigel.
"Mmhh... avete avuto problemi al reattore?"
"Niente che non abbiamo potuto gestire... specie dopo che Tali qui, ha preso il controllo di un Juggernaut."
"Niente Prime quindi? È un sollievo saperlo."
"Per ora... e non credo che ne incontreremo nella stazione Rift. Il drappello nel reattore principale e al garage sembravano essere le loro forze principali."
"Che fortuna." disse Shepard stringendo i denti.
"...Quasi finito signora." disse Alenko, attaccandole un impacco di medigel dopo aver disinfettato con della polvere antisettica, e legando il tutto con delle garze: "Dovrò saldarle di nuovo lo stivale alla corazza e tappare il tutto con omnigel."
"Proceda tenente. Non c'è bisogno che le dia il mio permesso."
"Potrei... potrei aiutare?"
"Ma certo Tali: probabilmente te la cavi meglio di me nel ricollegare i circuiti. Dovrà farsela riparare non appena saremo di nuovo a bordo della Normandy, signora."
"Te l'ha mai detto nessuno tenente, che sei una chioccia?" lo motteggiò Williams.
"...Quindi è vero che gli Umani hanno cinque dita anche sui piedi." disse Tali, strappando una risata a Wrex e al comandante.
 
***
 
Al loro arrivo alla sottostazione Rift, furono accolti da un piccolo gruppo di guardie armate: due Umani ed un Turian, tutti con l'espressione estremamente provata. Fu uno degli Umani a farsi avanti: un meticcio dalle spalle larghe e pelato come una palla da bowling.
"Giù le armi." ordinò ai suoi uomini quando si accorse di quale specie non fossero gli occupanti del treno sotterraneo.
"Comandante Shepard, Spettro della Cittadella. E loro sono la mia squadra: siamo venuti a risolvere il vostro problema." disse per tutti l'N7: ora che era stata medicata e la corazza la pompava di antidolorifici, riusciva di nuovo a camminare. Magari non sarebbe riuscita a correre senza assistenza, ma a marciare a capo del drappello, non c'era problema:
"Mi scusi per l'accoglienza. Non potevamo sapere chi manovrasse la vettura."
"Quei cosi sanno come manovrare un tram?" chiese Williams.
"Che il diavolo mi prenda se lo so, ma preferisco non assumere niente. Capitano Ventralis, sicurezza BH. E loro sono Blain Cooper e il sergente Mac." disse Ventralis indicando l'Umano e il Turian.
"Non hai la faccia da Mac." disse Garrus al suo consimile.
"Marrus Cotua." disse brevemente il turian: "Mac è più facile da pronunciare per i miei colleghi."
"Qual è la situazione, capitano Ventralis?"
"Non buona: gli alieni hanno conquistato il laboratorio di ricerca qualche giorno fa. L'unico a salvarsi è stato Han Olar, e non ci sta più con la testa... non del tutto, almeno. E prima che ce ne accorgessimo, il primo di quei cosi si stava facendo strada nel mio centro di comando..." Ventralis risparmiò uno sguardo per i suoi uomini: "...Avevamo molto più staff allora." aggiunse sovrappensiero.
"Sappiamo cosa volete dire: la struttura principale è infestata. Mira riesce a contenerli in qualche modo da quando l'abbiamo rimessa in funzione, ma non è detto che qualcuno non riesca a scapparle."
"Allora ho già un motivo per ringraziarvi. La direzione ha mandato un'Asari per ripulire questo macello: si è diretta ai laboratori di ricerca ieri, ma da allora, nessun contatto."
"Benezia... per caso è ancora lì?"
Ventralis scosse le spalle:
"Non lo so. Non vedo come una singola persona possa fare la differenza... specie contro queste cose."
"Una Matriarca ha le capacità per restare in vita molto a lungo..." interloquì Liara timidamente.
"In ogni caso non c'è modo di saperlo: i laboratori sono isolati."
"Può farci entrare?"
"Sul mio cadavere signora... quelle porte sono l'unica cosa che ci separi dai laboratori principali: se le apriamo, saremmo spazzati via prima che lei riesca ad incontrare la sua Asari. E sinceramente signora, ci servono le vostre armi, per tenere al sicuro il personale superstite."
"Di quanti stiamo parlando?"
"Una dozzina, e un altra dozzina di miei Uomini a difenderli: teste d'uovo che non hanno mai preso in mano un fucile. Li ho fatti riunire nell'area abitativa, più facilmente difendibile. Una buona idea, ma quelle cose sono inarrestabili: va un po' meglio da quando abbiamo bloccato l'ascensore diretto per i laboratori principali... ma quelle creature attaccano comunque il perimetro ogni paio d'ore... non sono molto intelligenti, anche un animale dovrebbe aver imparato ormai a non mettere una zampa nel fuoco se scotta, ma stiamo andando avanti a... turni prolungati e stimolanti. Non possiamo fare altro per ora."
"Garrus, Ashley: vorrei che aiutaste il capitano Ventralis a rinforzare il perimetro. In caso che i Rachni ci facessero visita."
"Sissignora."
"La ringrazio per il suo aiuto."
"Le dispiace se mi dirigo col resto della squadra all'area abitativa? Vorrei dare un'occhiata in giro..."
Prima che potesse finire, quel rumore che avevano già sentito alla Vetta 15 si rinnovò, costringendo ognuno di loro a prendere in mano le armi, cercando di capire da dove venisse.
"Sono qui..." disse Mac.
Una conduttura dell'aria esplose verso l'esterno, e il primo Rachni si fece sotto.
Shepard e Liara si concentrarono su di lui: l'archeologa lo alzò da terra, e il comandante lo strizzò senza pietà, mentre il resto della squadra si occupò del gemello che stava arrivando: qualche raffica di fuoco automatico fece esplodere anche gli operari che li accompagnavano e i Rachni finirono squartati.
"... come le dicevo." disse Ventralis, quando le armi tacquero: "Ogni paio d'ore ci provano. questa volta siamo stati fortunati, grazie a voi."
"Sarebbe stupido non aiutarsi a vicenda: siamo tutti sulla stessa barca. E ora se non le dispiace, vorrei raggiungere l'area abitativa: devo farmi un'idea prima di risolvere il problema."
"Ma certo: basta superare il checkpoint di sicurezza e se la troverà subito davanti. Non può sbagliare." indicazioni quelle, che Shepard seguì alla lettera.
 
"Per la Dea..."
Ventralis non aveva descritto lo stato dell'area abitativa: i residenti e ricercatori superstiti erano davvero in un pessimo stato. Shepard contò anche un Salarian addormentato, un Elcor dall'aspetto miserevole e un Asari che passava il tempo a gambe incrociate nella posizione del loto, meditando. Le guardie di Ventralis non erano messe meglio: facce stanche e affrante, dalla risata nervosa e dalla voce rassegnata.
Quando i civili li videro, credettero per un momento che fossero il team di recupero, o nuovi invasori, e Shepard dovette ancora una volta spiegare cosa ci facesse lì con la sua squadra. Saputo che comunque erano lì per aiutare, i civili e le guardie riversarono sul suo team le loro speranze, e Petozi, l'Elcor, si offrì persino di vendere loro qualcosa a prezzi scontanti, dato che si presentò come un fornitore della BH capitato lì per caso durante l'incidente.
L'Asari intenta alla sua meditazione non si rivelò molto più a conoscenza della situazione rispetto a loro: conosceva Benezia solo di nome, e non l'aveva mai vista di persona. Per quanto acida, Alestia Iallis non fu però inutile al gruppo, nonostante si occupasse dell'ibridazione e del miglioramento di alleli biotici geneticamente potenziati: li diresse al Salarian, il Dr. Palon, che aveva una conoscenza più intima della stazione Rift, essendo il ricercatore anziano.
Il dottore Salarian, un tossicologo, era indubbiamente scosso, ma Shepard non riuscì a provare per lui troppa simpatia, dato che vedeva i frutti del suo lavoro all'opera: nonostante l'incidente, nonostante la perdita di diversi colleghi, e sopratutto, nonostante lavorare alla Vetta 15 non gli piacesse neanche un po', dato che a suo dire si seppelliva l'etica in favore dei risultati; il Dr. Palon non ebbe intenzioni di sbottonarsi più di tanto con loro. A quanto pareva, era fermamente interessato a tenere il suo posto di lavoro e l'accordo di non divulgazione che gli avevano fatto firmare nel suo contratto era per lui vincolante, anche di fronte a quella tragedia. Tuttavia, a sua volta Palon li indirizzò al dottor Cohen, l'unico fra tutto il gruppo di dottori e ricercatori superstiti in grado di fornire un certo livello di cure mediche. Per questo, Shepard e gli altri lo trovarono nella sua infermeria improvvisata: il buon dottore era quasi calvo, stanco e spaventato almeno quanto gli altri, ma non smetteva un momento di affaccendarsi attorno alle macchine che lo circondavano, mentre i suoi tre pazienti restavano sedati nelle loro brande.
"Lo so che avresti già trovato una cura al posto mio..." si lamentò il dottore, voltandosi e accorgendosi di loro: "Che c'é? Chi siete? Cosa volete?"
"...Sono stata attaccati dagli alieni?" disse Shepard guardando i pazienti.
"Cosa? O no... stanno soffrendo per gli effetti di una tossina. C'è stato un incidente, io..." il dottore Cohen si fermò tossendo: "Io ho firmato un NDA: non dovrei parlarne con estranei alla compagnia."
"Credo che lo farà invece, dottore, perché potrei aiutarla..."
Il dottore sospirò:
"Mi piace pensare che alla compagnia importino di più le nostre vite che i suoi segreti... conoscete Mira, l'IV della Vetta 15? Gestiva i protocolli di sicurezza per i nostri esperimenti qui..."
"L'abbiamo riattivata prima di raggiungervi."
"Siete stati voi? Grazie allora: fino a quando Mira non è tornata online i macchinari auto diagnostici non volevano saperne di funzionare.... in ogni caso, loro tre qui..." il dottore sospirò di nuovo:"...Abbiamo perso la connessione a Mira durante uno dei nostri esperimenti, e la quarantena è fallita. I miei colleghi sono stati esposti ad una tossina: qualcosa a cui stavamo lavorando."
"Se vuole che l'aiuti, Cohen, dovrò essere più specifico di così: sono stufa di scontrarmi con i vostri NDA. A cosa stavate lavorando?"
"...È un'arma biogenica." ammise alla fine Cohen: "Basata su una forma di vita esotica scoperta alla frontiera. Le stesse creature che hanno invaso la Vetta 15. La direzione voleva qualcosa capace di ucciderle... ma non c'era alcun profitto da ottenere da un'arma biogenica che potesse essere usata su una sola specie. Abbiamo continuato a lavorarci a perfezionarla... perché potesse infettare altre specie." il dottore sospirò ancora prima di continuare, visibilmente provato dai rimorsi, specie ora che il suo lavoro stava uccidendo i suoi colleghi:
"Il Thoros B è altamente contagioso, ma non può passare da una persona all'altra. Come un attacco biologico, ma senza la dispersione pandemica."
"Credete che una simile distinzione la renda etica?" chiese Liara.
"Militari, politici... si sarebbero assicurati quest'arma in un modo o nell'altro. Abbiamo cercato di limitare i danni potenziali che poteva fare... so che non riuscite a vederlo, ma..."
"Può scommetterci che non riesco a vederlo!" disse Shepard: "C'è una ragione se le armi biologiche e biogeniche sono proibite della convenzioni della Cittadella. E non mi dica che non avete nemmeno formulato una cura."
"...La nostra priorità era di rendere il Thoros B efficace, ma ci stavamo avvicinando a sintetizzare un antidoto quando abbiamo perso la connessione con Mira. I nostri appunti e il nostro equipaggiamento sono rimasti nel laboratorio di quarantena, è questione di unire qualche fiala al massimo... ma il capitano Ventralis non vuole rischiare ulteriori contaminazioni."
"E le sue paure sono fondate?"
"No! La tossina ha un breve ciclo vitale, dopo di ché si frantuma in semplici catene proteiche. Ma non vuole ascoltarci..."
"Il mio tenente e io abbiamo un addestramento medico da campo. Uno di noi può restare, mentre l'accompagniamo a finire la sua ricerca."
"...Non posso chiederglielo ufficialmente, comandante, ma le sarei molto grato del favore."
"Aspetti a ringraziarci: so come potrebbe sdebitarsi. Dobbiamo accedere ai laboratori di ricerca da cui è partito tutto: Ventralis ha detto che l'unico modo per accedervi è attraverso la porta che il resto dei suoi uomini presidiano, ma sono sicura che un ricercatore come lei conoscerà un altro modo per entrare, dico bene?"
"...Ci sarebbe l'ingresso per la manutenzione: è vicino ai laboratori dove facevamo la nostra ricerca. Posso darle il mio pass, ma se Ventralis lo chiede, io non ne so niente."
"D'accordo allora: Alenko te la senti di badare ai pazienti fino a quando il dottore Cohen ritorna?"
"Dovrei essere in grado signora... ha un piano?"
"Qualcosa del genere. Mira." chiamò il comandante: l'ologramma dell'IV si materializzò in un angolo della stanza.
"Come posso esserle utile, comandante?"
"Come procede la sterilizzazione dei contaminanti biologici alla struttura principale?"
"Alcuni focolai si dimostrano particolarmente resistenti, ma ho sterilizzato con successo il 55,3% della Vetta 15. Il resto è contenuto."
"È sicuro evacuare gli occupanti della stazione Rift?"
"Mi dispiace comandante Shepard, temo di non poterlo permettere."
Chi aveva programmato Mira doveva avere un pessimo senso dell'umorismo per farle usare proprio quelle parole: se si fosse anche messa a cantare Daisy Bell, Shepard si sarebbe fatta strada fino al nucleo IV per spararle.
"...Specificare." ordinò Shepard.
"Fino a quando il focolaio principale di contaminazione alla sottostazione Rift non sarà neutralizzato, i miei protocolli mi obbligano a mantenere la Vetta 15 isolata."
"...Quali opzioni abbiamo?"
"L'epurazione neutronica potrebbe essere risolutiva nell'estinguere i contaminanti biologici alla vostra posizione..."
"...Ed ucciderci tutti." finì per lei Cohen.
"Epurazione neutronica? Non ne ho mai sentito parlare." chiese Shepard.
"Usa radiazioni di neutroni per uccidere ogni essere vivente. Dovrebbe essere usata solo in condizioni catastrofiche e quando la sola alternativa è il bombardamento orbitale. Che io sappia, non è mai stata usata da quando la Vetta 15 è stata costruita."
"È corretto." disse l'ologramma di Mira, fluttuando per un istante.
"...E in ogni caso è inutile: serve un codice di accesso privilegiato per ordinare un'epurazione neutronica. E non rimane più un solo dirigente della BH su tutto il dannato pianeta."
"Questo è errato dottor Cohen: come emissario dell'azionista Saren, Lady Benezia possiede il codice necessario ad attivare il sistema di epurazione neutronica."
Shepard soffocò un'imprecazione in una mano.
"...Niente è mai facile per noi, signora."
"Già...Mira, puoi confermare che Benezia si trovi ancora nei laboratori di ricerca principali?"
"La rete dei sensori è troppo danneggiata per confermarlo con certezza."
"Una cosa alla volta allora. Dottor Cohen, lei verrà con noi. Alenko: tieni in vita questi pazienti fino al suo ritorno."
"Sissignora."
Ottenere il permesso da Ventralis per accedere ai laboratori di ricerca fu più facile con la mediazione di Shepard e l'assicurazione che avrebbero rischiato solo loro: gli uomini della BH non sarebbero stati coinvolti nell'esplorazione del laboratorio del dottor Cohen. Dopo qualche tentennamento, alla fine il capitano cedette, permettendo che si avvicinassero a quello che per lui era solo un laboratorio pieno di tossine. Li avvisò però, che li avrebbe fatti chiudere dentro dal suo uomo di guardia, e avrebbero dovuto passare la decontaminazione prima di uscire, precauzioni che il comandante trovò perfettamente accettabili, tanto che a Ventalis non restò loro altro che augurare buona fortuna. E così la squadra composta da Shepard, Wrex, Liara, Tali e il dottor Cohen, si diresse al livello inferiore della stazione Rift: avvicinandosi al suo laboratorio, Cohen indicò loro silenziosamente il passaggio di manutenzione, dal quale sarebbe stato possibile raggiungere i laboratori di ricerca attraverso un corridoio scavato nel nudo ghiaccio.
Prima di entrare nel laboratorio, Shepard riuscì ad interrogare brevemente anche Han Olar, il Volus unico superstite dei laboratori di ricerca sui Rachni quando erano fuggiti dal contenimento. Ventralis aveva avuto ragione: il Volus era sotto shock, e non mancava di parlare a volte tra sé e sé. I sensi di colpa per aver dovuto abbandonare i suoi colleghi ai Rachni non gli davano pace, ma con un po' di insistenza e qualche parola gentile, Olar raccontò loro tutto quello che sapeva sulla ricerca della BH. A quando pareva, i Rachni che stavano studiando non erano dei cloni: la BH aveva trovato una nave Rachni alla deriva, di un'epoca precedente alla loro guerra con il Consiglio. A bordo, ancora perfettamente conservato in stasi criogenica, erano riusciti a trovare un singolo uovo ancora intatto, antico, ma ancora vitale: un uovo speciale. Questo perché l'uovo che la BH aveva trovato, ma ci avevano messo un po' a capirlo, era quello di una regina Rachni. Una volta schiuso, e seguendo il suo istinto, la regina aveva cominciato a produrre operai aploidi, usandoli poi per fecondare altre uova, generando figli dall'incesto ad un ritmo impressionante.
Indifferenti alla possibilità che si trovavano di fronte, la BH non era stata interessata a comprendere i Rachni, ma si era dedicata solo allo studio del loro potenziale come armi biologiche: avevano creduto di poter controllare i figli della regina sottraendoli a lei, ma i Rachni che crescevano senza la presenza della loro madre erano bestie senza cervello, dove invece la regina possedeva senza dubbio un'enorme capacità intellettiva, ma che per la BH era stata un difetto da aggirare...
Con queste nuove informazioni su cui rimuginare, e non erano poche, la squadra incontrò la guardia di Ventralis fuori dal laboratorio di Cohen:
"...Sì, mi ha fatto sapere che sareste arrivati. Ha detto anche che dovrete dimostrare di non essere infetti prima di uscire... ma se vi va di morire, forse dovreste rimanere di sentinella sul muro esterno." disse loro, aprendo la porta della camera di decontaminazione e permettendo l'accesso, prima di richiuderla subito dopo.
Quando furono all'interno, ed ebbero la conferma che il Thoros B si era davvero degradato in semplici catene proteiche, si misero al lavoro: o meglio, Cohen si mise al lavoro, mentre Shepard e Liara cercavano di aiutarlo. La biologia in generale non era davvero il campo di Tali, che passò il tempo rimanendo a controllare vecchi e nuovi dati, soprattutto quelli provenienti dal server Geth, mentre nel frattempo Wrex trovò un angolo comodo del laboratorio, schiacciando un pisolino.
"...Non sarebbe stato meglio lasciarlo alla barricata?" chiese Cohen, mentre scartabellavano vecchi appunti del suo collega Phelps.
"Ha mai sentito dire che l'apparenza inganna, dottor Cohens?"
"Ovviamente."
"E se un dottore può sviluppare armi biogeniche a partire da forme di vita aliene, perché un Krogan onesto non può stare in un laboratorio?"
Cohen non disse più nulla, fino a quando il loro lavoro non venne interrotto inaspettatamente da dei nuovi arrivati: Shepard riconobbe subito Alestia Iallis, e quando vide alle sue spalle un piccolo gruppo di Geth, avrebbe potuto benissimo risparmiarle la spiegazione. Malvagi: sempre troppo affezionati ai loro monologhi...
"La tua missione finisce qui, Shepard." disse l'Asari con una voce zuccherosa.
"...Questo la vedremo, troia." disse Wrex alzandosi in piedi: a quanto pareva, al Krogan non piaceva affatto essere svegliato senza motivo.
"Che è successo alla guardia di Ventralis?" chiese Shepard con voce noncurante.
"Non avevo il permesso di entrare... si è messo sulla mia strada." confessò Alestia con un sorrisetto: "Mi era stato ordinato di eliminarti, se ne avessi avuta l'occasione: ed eccoti qui, intrappolata in questo laboratorio..."
Shepard non perse tempo, ma Liara fu più rapida: la dottoressa lanciò una singolarità nel bel mezzo del gruppo nemico, a cui Shepard aggiunse il suo campo di distorsione. L'esplosione risultante fu perfettamente controllata, in modo da limitare i danni.
In qualche modo, Alestia fu l'unica che riuscì a rialzarsi: doveva aver proiettato una barriera biotica appena prima di essere risucchiata dalla singolarità di Liara. Wrex la travolse, colpendola con la spalla in pieno petto, e facendola sbattere contro il muro: difficile dire cosa l'avesse uccisa tra i due impatti, ma il Krogan si era preso l'omnitool di Alestia non appena erano venuti a contatto; omnitool che lanciò a Tali. La Quarian non si era presa nemmeno il disturbo di alzarsi e si mise a lavorare immediatamente per recuperare tutti i dati: complessivamente, l'azione aveva preso meno di cinque secondi.
"Ci sottovalutano." disse Wrex, riposizionandosi nel suo comodo angolino.
"Meglio per noi, non credi?"
"Bah."
"...Tali?"
"Era una cacciatrice agli ordini di Benezia. Si era trasferita alla BH da poco... l'unico agente infiltrato che Saren è riuscito a piazzare prima dell'incidente."
"Ti dispiacerebbe informare Ventralis e Williams?"
"...Fatto." disse Tali finendo di digitare il suo messaggio e inviandolo tramite omnitool: "Shepard?"
"Sì Tali?"
"Sinceramente non capisco perché tu mi abbia voluta qui... voglio dire, contro una squadra di commando Asari..."
"Perché sarai l'unica cosa che ci permetterà di non venire schiacciati, credo. Saremo in inferiorità numerica. Io, Wrex, Liara e il tenente faremo del nostro meglio, ma conto su di te per guardarci le spalle."
"Buon Dio... volete combattere contro una Matriarca Asari?"
"Non a cuor leggero..." rispose Liara: "...Ma a volte non si ha scelta."
Shepard le appoggiò la mano sulla spalla, e la fronte sulla tempia:
"Saremo con te, Liara."
L'archeologa non disse niente: offrì solo un cenno di assenso in risposta, ma lo apprezzò moltissimo.
"...Dottor Cohen."
"Sì comandante?"
"Cosa le serve ancora per finire il suo antidoto?"
"Credo... credo di averlo appena finito." affermò il dottore guardando la fiala che aveva fra le mani: "Sì... questo dovrebbe neutralizzare gli effetti del Thoros B nei miei colleghi... ma ci vorrà un po' perché recuperino le forze."
"Allora credo che possa farcela a tornare ai suoi pazienti da solo: noi abbiamo la nostra missione da completare."
"Ha salvato loro la vita comandante."
"No, Cohen. È stato lei."
Il dottore scosse la testa:
"Senza di lei, Ventralis non mi avrebbe mai permesso di avvicinarmi al laboratorio. Io e i miei colleghi... le dobbiamo la vita. Buon Dio! Che frase banale: si merita di meglio che questo e..."
Cohens si trovò la mano di Shepard sulla spalla:
"Ho fatto solo il mio dovere, dottore."
"...Buona fortuna, comandante."
"Spero ci rivedremo presto."
"...Lo spero anch'io. Non vedo l'ora di andarmene da questo posto."
"Non è l'unico, mi creda."
Ma la parte più difficile stava per arrivare, e Shepard, Liara, Wrex, Tali e Kaidan lo sapevano bene. Williams e Garrus non erano rimasti indietro a caso: se qualcosa fosse andato storto, avrebbero saputo cosa fare.
Cohen quasi inciampò sul cadavere del Turian di guarda: Alestia lo aveva strangolato e il passaggio di manutenzione era stato aperto. Ecco da dove erano arrivati i Geth!
Il buon dottore fece del suo meglio per tornare nella sicurezza del suo laboratorio il più presto possibile: a parole poteva essere sembrato coraggioso, ma tutta quella violenza, quella morte, così precisa e indifferente. Cohen non aveva mai sparato a nessuno!
 
***
 
"Siamo pronti?"
Non fu una domanda retorica, quella di Shepard: loro cinque si erano avventurati per lo stretto passaggio di manutenzione, chiudendolo dietro di loro e bloccandolo.
Erano stanchi, Shepard e Wrex erano feriti, Liara si sentiva insicura e Tali guardava tutti loro con rassegnazione... ma avevano comunque condiviso un ultimo giro di razioni militari, controllato i loro fucili, i medigel e le granate rimaste, ormai circa la metà. Erano rassegnati al destino che li attendeva: a fronteggiare una Matriarca indottrinata da Saren.
Non lo facevano per altro motivo che la necessità: sarebbe stato quello il giorno in cui ne avrebbe perso uno? Si chiese Shepard. Sarà questo il giorno in cui perderemo il nostro comandante? Si chiesero invece gli altri.
Nessuno invidiava Liara in quel momento: comunque andasse, probabilmente in quel giorno avrebbe perso una fra le sole due cose care che avesse nella Galassia. Liara aveva scelto di non aggrapparsi all'illusione che potesse salvarle entrambe: l'Universo non concede mai simili miracoli. No, l'Universo impone delle scelte, e Liara era chiamata a fare la sua: cosa avrebbe scelto? La verità... fu che non era sicura di poter fare quella giusta.
Piccole ali... è nella natura dei giovani ribellarsi ai proprio genitori. Un giorno lo capirai anche tu...
Liara non visitava quei ricordi da tanto tempo: la residenza di Benezia su Thessia... una casa che non era mai appartenuta davvero a Liara. E tuttavia... c'era stata così tanta bellezza in quel luogo. Per un po', almeno: fino a quando la scelta di Liara di interessarsi ai Prothean non aveva trovato la sempre crescente disapprovazione di sua madre. Una disapprovazione sorda, una delusione che era sempre rimasta muta, ma che Benezia non aveva mai cercato davvero di nascondere e quello era stato il colpo di grazia per Liara. Non si erano mai dette ad alta voce ciò che pensavano davvero, e anche quello aveva contribuito a dividerle, alla fine:
"Lo sono Shepard." affermò Liara.
Il resto del gruppo assentì con lei, e si rimisero in cammino: non era possibile perdersi, perché la strada era una sola. L'accesso della manutenzione era stato scavato nel ghiaccio, e aggirava completamente il blocco degli uomini di Ventralis. Il fatto che i Rachni non li avessero invasi da quel lato, significava probabilmente che era sicuro, ma Shepard non volle rischiare: avanzarono cautamente e con le armi sempre in pugno.
Non potevano essere attaccati di sorpresa, perché il ghiaccio era scavato in modo squadrato, ma se un branco di Rachni avesse deciso di gettarsi su di loro, meglio saperlo in anticipo.
Complessivamente, ci misero alcuni minuti a percorrere il passaggio, arrivando alla fine ad una porta che recitava: "Laboratori di ricerca, ingresso di manutenzione." in diverse lingue.
Entrarono cautamente, assicurandosi che non ci fossero trappole: il posto sembrava deserto.
 
Dovettero inoltrarsi parecchio in profondità nei laboratori per raggiungere quello corretto: il posto era un vero labirinto. Alla fine però, la trovarono: Benezia si stagliava solitaria, circondata dalle sue guardie, Asari e Geth, osservando da una posizione sopraelevata un'enorme gabbia contenente la regina dei Rachni. Le dimensioni di quell'essere... era già grande quanto un Mako, e non aveva raggiunto il massimo delle sue possibili dimensioni: era di un viola così intenso da sembrare quasi nero.
Fu proprio la regina ad accorgersi di loro, emettendo un verso che fece girare la testa di tutti i presenti verso Shepard, mentre la sua squadra e le cacciatrici Asari imbracciarono i loro fucili d'assalto. Come spesso accadeva, quelle Cacciatrici non erano particolarmente corazzate: quei semplici strati ablativi, confezionati come un completo da combattimento, impallidivano perfino di fronte alla corazza di Tali, ma questo non le rendeva meno pericolose. Non solo erano più di loro, ma erano tutte biotiche, affiancate poi da ancor più Geth: Shepard contò rapidamente una dozzina di Cacciatrici Asari e una ventina di Geth, capitanati da un'unità Juggernaut. E dietro tutti loro, la Matriarca Benezia, perfetta nel suo vestito nonostante il luogo in cui si trovasse, li osservava con disprezzo.
Senza Tali, quello scontro sarebbe già stato deciso.
Shepard ricambiò lo sguardo di Benezia, osservandola bene: la Matriarca era un'Asari piuttosto alta, vestita solo da una gonna leggera di seta, un corpetto di pelle, un morbido scialle che si trasformava in un corto mantello, ed un copricapo che ricordava una corona. A differenza di ogni altra Asari che aveva visto fino a quel momento però, ogni capo d'abbigliamento della Matriarca era in toni cupi del nero e del grigio. Benezia possedeva una bellezza altera, fredda... e per certi versi crudele: non era una purosangue, a differenza di Liara, ma la somiglianza era notevole, anche se mento, labbra e orbite, portavano voglie più scure sulla pelle. E se Liara poteva essere usata come paragone per i poteri biotici, sua madre non aveva bisogno di altra protezione: probabilmente, anche le sue guardie erano superflue.
Benezia si rivolse a loro con una voce gelida, cattiva, rimanendo sul gradino più alto del laboratorio:
"Voi non conoscete il privilegio di essere una madre. C'è potere nel creare. Nel dare forma ad una vita. Di indirizzarla verso la disperazione, o la gioia." lo sguardo di Benezia si spostò sulla regina Rachni: "...I suoi figli avrebbero dovuto essere nostri. Cresciuti per cacciare e uccidere i nemici di Saren." La Matriarca tornò ad osservarli, come le più vili forme di vita: "...Non mi farò muovere a compassione, non importa chi tu abbia portato con te." avvisò Shepard.
"Liara è qui per sua scelta. Non perché l'ho chiesto io."
"Davvero? Cosa le hai detto su di me, Liara?" fu la prima volta in cui Benezia si prese il disturbo di guardare sua figlia.
L'archeologa, la dottoressa... la figlia, si mise al fianco di Shepard per fronteggiare sua madre, mentre dietro di loro, Tali lavorava sul suo omnitool: se fosse riuscita a prendere possesso del Juggernaut...
"Cosa avrei dovuto dire, madre? Che sei pazza? Malvagia? Avrei dovuto spiegare come ucciderti? ...Cosa dovrei dire?"
Benezia indicò i suoi accoliti con un gesto, tornando a rivolgersi a Shepard:
"Hai mai affrontato un commando Asari? Pochi Umani sono sopravvissuti per raccontarlo."
Shepard non poté impedirsi di provare ancora: era davvero impossibile scuotere Benezia dall'indottrinamento di Saren?
"E che ne sarà di Liara?"
"Lei ha fatto le sue scelte. E tempo che paghi per le conseguenze di esse."
"...Tu non sei mia madre." disse Liara e Shepard la sentì: il suo corpo si mosse da solo, di puro istinto.
Non l'avrebbe visto arrivare, ma sapeva che la Matriarca avrebbe colpito.
Per quasi tutta la sua vita, Benezia aveva addestrato il suo corpo e i suoi poteri biotici: il suo fine controllo e la sua potenza erano impareggiabili. Non fu una fiamma la sua, ma più come un laser: la sua spinta biotica non produsse altro effetto che un lievissimo lucore azzurro sulla sua pelle, appena un'ombra, e Shepard fece appena in tempo a frapporsi fra Benezia e Liara. Il comandante sentì la sua corazza incrinarsi, o forse erano le sue ossa, e anche Wrex dovette metterle una mano sulla spalla, per evitare che fossero spinte via.
"Qualcuno sta diventando vecchio..." commentò Shepard con il più obliquo dei suoi sorrisi: sapeva però che non avrebbe potuto ricevere un altro attacco simile e restare in piedi...
"La tua insolenza è una povera maschera per la tua paura." rispose Benezia.
"Lo stesso vale per la tua." la rimbeccò Shepard.
Tali violò i sistemi del Juggernaut in quel momento, e i due schieramenti attaccarono: cinque contro trentadue, Benezia esclusa. Per poter sperare di vincere, combattere in modo leale non era neanche da prendere in considerazione e d'altro canto, chi osa, vince.
Shepard e la sua squadra caricarono il nemico, il comandante e Wrex davanti, ruggendo come demoni: non servì a molto, i Geth e le cacciatrici Asari sembravano immuni alla paura, che fosse per addestramento, o indottrinamento, difficile dirlo. Ciò che fu molto più utile invece, furono le loro corazze e i loro poteri biotici: in quel momento, non pensarono nemmeno di attaccare. Wrex e Shepard si affidarono alle loro armature e ai loro poteri biotici per diventare per un breve istante quasi invincibili: le loro barriere biotiche e cinetiche ricevettero tutta l'offensiva nemica, resistendo quel tanto che bastava per coprire la distanza fra loro, e arrivare nel corpo a corpo.
Rispetto ai fucili d'assalto, gli shotgun hanno una cadenza minore di fuoco, ma a distanza così ravvicinata, avevano il vantaggio di poter colpire assai più duramente: il commando Asari di Cacciatrici si aspettava il loro attacco però, e i colpi sovraccaricati si infransero sulle loro barriere biotiche.
Non si aspettavano le granate che vennero gettate ai loro piedi però.
Fu in quel momento che si accorsero che il Juggernaut non era più dei loro, e che allo stesso tempo, mentre si erano concentrati sul Krogan e l'Umana, quasi tutti i Geth erano già stati spazzati via da una singolarità assai precisa, che li aveva assorbiti, ed era poi esplosa. Alcune cacciatrici realizzarono anche che le loro armi erano state inceppate, complice lo scoppio di strane mine che erano volate tra loro.
Li avevano sottovalutati, semplicemente, e quello fu il loro errore: così vicini, i loro poteri biotici servirono a poco per poter sostenere il lavoro di squadra per cui i commando Asari erano famosi, e con solo dei semplici strati ablativi a proteggerli, non fermarono quei due.
Il Krogan schiacciava commando a mani nude, come un orso tra lupi che continuavano a ferirlo, ma senza riuscire a fermarlo: chi tra le commando esitava a schivare, si trovava le ossa in briciole.
Tali e Kaidan si assicuravano di offrire ogni distrazione possibile alle commando Asari dalla distanza: bastava poco, anche solo una raffica, o una granata.
Shepard invece si muoveva come una tigre, spezzando trachee, sparando a bruciapelo, fratturando costole con ginocchia: il comandante non era Wrex. Le sue barriere biotiche reggevano con la forza della disperazione, ma si impossessò del momento: avanzare, avanzare, avanzare sempre, senza esitazione. E trucidare.
Esitare anche un solo momento, l'avrebbe uccisa.
Shepard perse il fucile e passò alla pistola, perse la pistola e usò le mani, i piedi le dita... Shepard si ritrovò ad imitare Wrex quando due cacciatrici le bloccarono le braccia. Non uccise la terza con la testata, ma bastò: Kaidan si occupò della seconda, e Shepard liberò il suo destro, lanciando l'ultima con la sinistra addosso all'altra. Il suo esoscheletro serviva anche a quello: a trasformare le sue braccia in magli.
Allo stesso tempo, Liara e il Juggernaut cercavano di assicurarsi di mantenere Benezia fuori dallo scontro abbastanza a lungo da finire il resto delle sue guardie: non era facile. Benezia non aveva più l'agilità della sua gioventù, ma la forza non le faceva difetto: lei e il Geth danzavano, e nonostante questo, la Matriarca trovava l'occasione di difendersi da sua figlia.
Finì alla fine, con il Juggernaut spedito lontano come un mucchio di rottami, ma non prima che Shepard e Wrex avessero esaurito gli avversari: l'Umana e il Krogan erano fradici di sangue viola, e perfino il grande Wrex aveva messo il ginocchio a terra, schiacciando sotto il suo peso l'ultima commando Asari, soffocandola lentamente, mentre si dibatteva cercando di spostare inutilmente il ginocchio di Wrex dalla sua gola. Il Krogan ansimava, ma era pronto a ricominciare.
Shepard invece era in piedi, stanca a sua volta, ma molto più pericolosa: aveva finito le granate, aveva finito il medigel, e probabilmente il suo corpo stava gridando per le ossa incrinate e i muscoli strappati.
"Mi aspettavo di meglio da un commando Asari." disse Shepard, ma a tutti i presenti nella stanza fu chiaro quanto fosse solo falso coraggio... forse.
Perché nonostante lo stato in cui fosse, Shepard riuscì comunque ad evitare l'attacco di Benezia, estraendo l'unica arma che le restasse ancora sulla schiena: il suo HMWSR X. Lo impugnò ad una velocità disumana: il fucile da cecchino fu una macchia indistinta nelle sue mani, mentre Shepard si sedette sui talloni a causa dello slancio con cui aveva schivato. Non prese la mira, non aspettò nemmeno che l'ottica del fucile finisse di dispiegarsi: sparò tenendo il fucile all'altezza del bacino, per poi sedersi per terra per lo slancio, in modo assolutamente goffo.
Fu precisa però, e bastò: il tonfo acuto dello sparo attraversò il laboratorio, e anche le barriere biotiche di Benezia non poterono fermare quel proiettile.
La Matriarca si porto una mano al petto, scoprendola sporca di sangue, rivolgendo su di lei uno sguardo pieno d'odio e di sorpresa in parti uguali...
Crollò a terra senza un lamento e Shepard abbandonò il fucile correndo su di lei: non le aveva sparato in testa non per paura di mancarla, né le aveva mancato il cuore per errore. Shepard aveva delle ragioni per volerla tenere in vita, nonostante il pericolo che Benezia rappresentava.
La Matriarca si stava già strozzando col suo sangue, e Shepard fece forza per tenerla sdraiata:
"MEDIGEL!" urlò, prima che Benezia le afferrasse i polsi:
"Questo... non è... finita... Saren è inarrestabile. La mia... mente è piena... della sua luce... Ogni cosa... ogni cosa è chiara. Io non... non lo tradirò... io non... tu..." poi qualcosa cambiò.
Fu sottile, una lieve differenza nel diametro della pupilla, nella tensione dei suoi muscoli, nel tono della sua voce...
"Madre." disse Liara inginocchiandosi accanto a lei e cominciando a tagliare il corpetto di pelle. Il proiettile l'aveva trapassata, e Benezia si stava dissanguando dal foro d'uscita.
Ma Benezia non si voltò a guardarla: la stretta attorno al polso di Shepard si fece più urgente, più disperata, e la sua voce più chiara:
"Tu devi ascoltarmi ora. È importante. Saren ancora mi sussurra nella mente, ma riesco a combattere la sua pulsione, brevemente. L'indottrinamento è... troppo... troppo potente."
"Come Shiala." offrì la voce di Alenko e Shepard non si voltò a guardarlo, ma Benezia lo fece paralizzandolo con occhi pieni di orrore:
"Tu non conosci il terrore che è essere intrappolati nella propria mente, un passeggero in una prigione senza sbarre, a battere sulle pareti, mentre le tue mani torturano e uccidono... Ero impotente, solo un oggetto per Saren da usare."
Benezia tornò a guardare il comandante, più angosciata ora:
"Mi ha mandato qui per trovare le coordinate del portale di Mu. Un portale che è stato perso eoni fa..." Benezia strinse i denti, mentre il dolore la sopraffaceva: c'era troppo sangue, e anche se il medigel impediva che uscisse all'esterno, non potevano impedire di versarsi all'interno del suo corpo.
Shepard doveva impedirle di scivolare via: doveva farla parlare.
"Benezia: come si può perdere un portale?" chiese scuotendola lievemente.
"Una stella... una stella è diventata una supernova, e l'onda d'urto ha spinto il portale fuori dal sistema... ma non l'ha danneggiato. Era impossibile calcolare la sua traiettoria e velocità, e nei millenni dalla sua esplosione, la nebulosa creata dalla supernova ha avvolto il portale... È molto difficile... trovare un oggetto freddo nello spazio interstellare, specie se è pieno di polvere e radiazioni..."
Benezia tossì sangue: il medigel calmava il dolore, ma a differenza di quello che molti pensavano, non faceva miracoli.
"Ma i Rachni... due millenni fa... loro abitavano in quella regione di spazio. E l'hanno trovato, cercandolo pazientemente. I Rachni... loro... possono condividere ricordi attraverso le generazioni. E le regine ereditano le memorie delle loro madri. Ho preso le coordinate del portale dalla sua mente... non sono stata... delicata."
"Perché Saren vuole il portale Mu?"
"Crede che possa condurlo al Condotto... dove esso sia esattamente, nemmeno io lo so. Saren mi ha tenuta all'oscuro di molte sue decisioni. Ero... ero semplicemente una schiava per la sua causa... quale stupidità la mia. Non ero me stessa... ma avrei dovuto... avrei dovuto essere più forte. Lui sa già le coordinate del portale di Mu... le ho salvate nel mio omnitool e i codici... dovete fermarlo io... io... io non posso... i suoi denti sulle mie orecchie, le sue dita sulla schiena, io non sono più me stessa, e non lo sarò mai. Dovete fermarlo dovete... voi dovete... voi dovete...."
Il corpo di Benezia fu scosso da tremiti.
"Madre... non andartene. Combattilo..." la voce di Liara... nessuno aveva mai sentito tanta disperazione in lei.
"Mi hai sempre reso fiera di te Liara..." fu l'ultimo momento di lucidità della Matriarca, prima che l'oscurità di Saren tornasse a muoverla, e la Benezia che li aveva combattuti si affacciasse di nuovo in quegli occhi:
"Voi dovete morire!" tossì aspramente, tentando di alzare la mano abbastanza da stringerla attorno alla gola di Shepard.
Il comandante la lasciò fare: Hayat stava guardando Liara in quel momento.
Cosa ho fatto?
Come aveva potuto permettere che qualcun'altro conoscesse quel dolore?
La mano di Benezia ricadde, mentre la Matriarca seguiva lo sguardo di Shepard: che cosa la Matriarca vide in quel momento, forse solo lei lo sapeva.
"Buona notte Piccole Ali. Ti rivedrò con l'alba." disse sorridendo, poi cominciò a tremare: "Fa freddo... è buio... non c'è luce... perché non c'è luce?" Benezia fece il suo ultimo respiro: "Avevano detto che ci sarebbe stata..."
E la matriarca Benezia non fu più.
 
***
 
Quanto a lungo erano rimasti a guardare quel corpo?
Abbastanza da permettere a Tali da infrangere l'omnitool della Matriarca e trovare non solo le coordinate per il portale di Mu, che tanto interessavano a Saren, ma anche i codici per attivare l'epurazione neutronica. Abbastanza da permettere a Wrex il tempo necessario ad aggirarsi tra i cadaveri...
"Mi dispiace così tanto, Liara."
"Le Repubbliche... la ricorderanno come una traditrice. E non so se dar loro torto... nemmeno io so più la verità..." rispose l'Asari asciugandosi gli occhi.
"È stata colpa di Saren, e..."
"L'hai sentita Shepard... avrebbe dovuto essere più forte. Chi sono io per mettere in dubbio il giudizio di una Matriarca?"
"Liara..."
Ma l'archeologa non rispose: il suo sguardo si spostò sulla gabbia che conteneva la Regina Rachni. L'orrore non era ancora finito:
"...Liara?"
La dottoressa si alzò, avanzando lentamente verso la gabbia, un passo dopo l'altro, in modo quasi goffo: all'interno, la Regina Rachni si mosse abbastanza repentinamente da scuotere il suo contenitore, appoggiando il suo becco aperto nelle cinque sezioni sul campo di forza che la conteneva. Dall'altra parte, Liara sovrappose la mano: la voce che uscì non fu più quella dell'archeologa.
"Lei sarà... la nostra...voce." pronunciava ogni parola quasi con fatica, come se non fosse sicura di come dirla.
Accorrendo al suo fianco, Shepard si accorse che gli occhi di Liara si erano fatti neri, e realizzò che gli echi che sentiva nelle parole di Liara, come risonanze non perfettamente sincronizzate, non erano suoni, ma pensieri.
"Noi... non possiamo cantare. Non nei vostri spazi... limitati. Le vostre musiche sono... prive di colori."
"Rilascia Liara subito." ringhiò Shepard guardando la regina Rachni.
"Noi siamo... contrite. Ma non possiamo... comunicare in altro modo. Chiediamo solo... un'udienza... e poi la vostra compagna... vi sarà restituita incolume: avete strani modi di comunicare... piatti... essi non colorano l'aria. Quando noi parliamo... uno muove tutti."
"Signora?" chiese Kaidan accorrendo, ma Shepard gli fece cenno di tacere:
"Noi siamo... la madre. Noi cantiamo per coloro che sono rimasti indietro. I figli, che pensavate dormienti. Noi siamo i Rachni."
A quel punto erano arrivati anche Tali e Wrex:
"Come puoi parlare attraverso Liara?" chiese Tali prima che Shepard potesse fermarla: la Regina però sembrava ansiosa di esaudire la loro curiosità.
"La nostra razza canta attraverso... il tocco di pensieri. Noi... pizzichiamo le corde... e gli altri comprendono. Lei è... troppo debole per resistere. Troppo... addolorata. Lei ha colori per cui non abbiamo nomi: la sua musica è... amara e dolce allo stesso tempo. È... magnifica."
Cosa ho fatto?
"I figli che abbiamo generato... ci sono stati rubati. Prima che potessero imparare a... cantare. Essi sono perduti nel silenzio. Poni fine alle loro sofferenze: non possono essere salvati. Porteranno solo... dolore così come sono. "
"...Non capisco." disse Shepard: la sorte di Liara non era più nelle sue mani, ormai.
"Gli esseri con gli aghi! Hanno rubato le nostre uova. Hanno cercato di trasformare i nostri figli in bestie da guerra: artigli, senza una loro canzone. I nostri... anziani sono confortevoli nel silenzio, ma i nostri figli conoscono solo la paura, se nessuno canta per loro! La paura ha frantumato le loro menti: loro sono perduti. È lamentevole... ma essi devono essere distrutti. Fa ciò che devi per porre termine alle loro sofferenze."
Dopo aver ucciso una Madre, ora la Regina dei Rachni chiedeva di uccidere i suoi figli: quanto sangue aveva sulle mani? Era davvero solo questo l'unica cosa per cui potesse vivere? Uccidere?
"...Io lo farò, se è necessario." rispose una voce che era quella del comandante.
"Prima... che voi vi confrontiate con i nostri figli, noi siamo al vostro giudizio: cosa canterete? Ci lascerete andare? O saremo condannati a scomparire, un'altra volta?"
"Vedi quei serbatoi sotto la gabbia Shepard? Sono pieni di acido. Io dico di usarli e finire i Rachni una volta per tutte: la mia specie si è scontrata con loro, siamo stati elevati per questo... sappiamo di cosa siano capaci."
"Comandante... ci sono già abbastanza rancori nella galassia, rancori da cui l'Umanità dovrebbe rimanere fuori: se la uccidiamo... estinguiamo un'intera specie." disse Alenko.
"...I vostri compagni hanno visto la verità: tu hai il potere di liberarci... o ritornare la nostra gente al silenzio della memoria." disse la regina attraverso Liara.
"I Rachni... non so abbastanza sulla vostra razza per prendere questa decisione: chi mi dice che non attaccherete di nuovo le altre razze del Consiglio?"
"NO!" fu un grido, quello della regina Rachni, più mentale che attraverso Liara: una profonda negazione.
"Noi... IO, non so cosa sia successo nella guerra. Abbiamo solo sentito dissonanze... canzoni del colore di oleose ombre... Noi eravamo solo un uovo al tempo... e ascoltavamo nostra madre piangere sognando... una canzone dallo spazio ha fatto tacere una voce, poi un'altra... ha costretto i cantori a risuonare con le sue aspre note gialle... la vostra compagna... li conosce come... Razziatori... indottrinamento? Noi non abbiamo significati per queste parole... Non sappiamo il perché. E poi ci siamo svegliati qui, in questo luogo: l'ultima eco di coloro che vennero via dal pianeta dei canti. Il cielo... è muto."
C'era un tale dolore nelle parole della Regina, da tacere la ragione per un istante: un istante che permise a loro di vedere oltre la carne in cui l'evoluzione aveva messo il suo spirito e oltre i suoi otto occhi composti.
"Se ci libererete, noi cercheremo un luogo remoto, un luogo nel quale insegnare ai nostri figli l'armonia. Se dovessero comprendere, forse un giorno, noi potremmo tornare."
"...Shepard."
"Pensa a quello che ci ha detto Wrex: tutto quello che è successo... la mostruosità che è stata la guerra dei Rachni... non è diverso da quello che è successo qui! Dove l'indottrinamento... ha costretto una madre a cercare di uccidere una figlia..."
E quanto beneficio poteva venire ai Krogan da quella decisione: Wrex non se ne rendeva ancora conto. Ma Shepard aveva intravisto una possibilità, perfino nello stato in cui era.
"La lasceremo al Consiglio allora?"
Shepard ci pensò, ma poi scosse la testa:
"Nemmeno Kaidan: c'è troppo cattivo sangue tra la sua razza e lo spazio del Consiglio. Consegnarla alla Cittadella... sarebbe condannarla di nuovo a indagini scientifiche: nessuno crede ai Razziatori, o all'indottrinamento... nessuno crederebbe alla sua storia. E se non avessimo parlato con Shiala, non avremmo motivo di crederci nemmeno noi." affermò Shepard incrociando le braccia.
Cosa ho fatto?
"...Ho deciso di lasciarti andare." decise il comandante: qualcosa che a quanto pare stupì la stessa regina.
"Tu... ci darai la possibilità di comporre di nuovo? Noi ricorderemo e canteremo del tuo perdono ai nostri figli."
E poi la Regina Rachni si ritirò, e Liara crollò tra le braccia di Shepard.
"Liara? Liara?"
"Oh per la Dea... Shepard... lei ha detto la verità... non ha mentito. Io l'ho sentita... dobbiamo lasciarla andare... quello che le hanno fatto... mostruoso."
 Maledizioni alle pietre: Liara aveva perso tutto quel giorno, in quel momento, eppure si stava preoccupando per qualcun'altro. Come poteva dirle di no?
"...Lo faremo Liara: te lo prometto."
 
***
 
Lasciarsi alle spalle Noveria fu facile in fondo: una volta liberata dal suo contenimento, la regina Rachni non ebbe difficoltà a scomparire. Letteralmente: la creatura scavò il pavimento del laboratorio, cominciando a farsi strada nel metallo e poi nel ghiaccio. Prima o poi, quel suo scavare guidato dall'istinto o da chissà quali sensi, l'avrebbe portata fuori dalla Vetta 15: per quando l'epurazione neutronica fosse stata azionata, sarebbe stata ben lontana.
Prima di far crollare il passaggio dietro di sé, ed impedire così a qualcuno dei suoi figli di seguirla, la regina rivolse un ultimo sguardo verso Shepard, mentre Tali rimaneva nascosta dietro Wrex. Emise uno strano suono: il nitrito di un cavallo e il richiamo di un Upupa... cosa questo significasse, nessuno a parte lei l'avrebbe mai saputo.
Poi, semplicemente, si inabissò sotto terra.
Alenko si prese il compito di organizzare il trasporto dei superstiti dalla stazione Rift fino alla Vetta 15, lasciando a Shepard il tempo per occuparsi totalmente di Liara, che rimase svenuta per tutto il tempo.
Durante il transito attraverso i tunnel, quando erano tutti al sicuro all'interno dei vagoni sotterranei, Mira azionò l'epurazione neutronica, cancellando in sicurezza ogni forma di vita rimasta alla Vetta 15 oltre a loro e a quel punto, la sua programmazione le permise di organizzare un evacuazione per Port Hanshan.
Shepard non lasciò Liara un momento: ci sarebbero state conseguenze per quello che aveva fatto su Noveria e il comandante lo sapeva.
Qualunque fossero state però, Hayat non avrebbe avuto la forza di opporsi.
Cosa ho fatto?



>.>
Non sono riuscito a fermarmi. Mi spiace davvero (un pochino): prometto che non vi costringerò più con un unico capitolo così lungo... è solo che ... dovevo metterci tutto, o avevo paura di scordarmelo.
Spero che sia abbastanza scorrevole e scritto bene da non avervi tediato (36 pagine non sono poche, sorry), ma spero che magari si sia meritato anche una recensione.
Come a volte è già accaduto, ho rimaneggiato un poco alcuni eventi canonici del gioco, per risultare più credibile e magari più avvincente nelle scene d'azione, oltre ad aver messo in scena la tragedia che può essere stata la perdita di Benezia da parte di Liara. OLtre, ovviamente alla conversazione con la regina Rachni: canonicamente, non viene mai spiegato chi, abbia spinto i Rachni in guerra contro il Consiglio: abbiamo dovuto aspettare Leviathan in ME3 per sapere che forse erano stati i precursori, ma sinceramente la trovo un'ipotesi un po' debole. Se non altro, perché ha poco senso: costringere Rachni e Spazio del Consiglio ad allearsi per combattere i Razziatori avrebbe avuto più senso, e sarebbe stato in linea con gli obbiettivi di Leviathan... dato che però si è trattato di un conflitto per l'estinzione, preferisco pensare che siano stati i Razziatori a metterci lo zampino, quando hanno capito di non poter più inviare le loro truppe attraverso la Cittadella. Bloccati nello spazio oscuro, avranno cercato di estinguere, o indebolire, le forze del Consiglio usando i Rachni... sinceramente, tutto questo lo trovo più credibile, ma mi rendo conto essere solo un'opinione come un'altra.
E detto questo, vi saluto, spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero di rivedervi al prossimo!
Hi Fis.


  
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