Don't Let Malfoy Drive The Bus
Non Permettere A Malfoy Di Guidare L'Autobus
( Don't Let Malfoy Drive the Bus )
Capodanno 2001
Hermione
odiava Capodanno. Ogni anno diceva che sarebbe rimasta a casa a
rilassarsi, ed ogni anno Harry e Ron la convincevano che avrebbe dovuto
uscire con loro e divertirsi. Affermavano che la serata non sarebbe
stata la stessa senza di lei. Non sapeva perchè semplicemente
non gli diceva di no. Finiva sempre con il dover portare a casa loro
due incredibilmente urbiachi marci. Doveva inevitabilmente usare il
Nottetempo, e lo odiava, specialmente a Capodanno. Era sempre pieno di
maghi e streghe sbronzii, ed essere l'unico passeggero sobrio
significava che doveva inevitabilmente aiutare Ern e Stan a portare a
destinazione tutti, al giusto indirizzio. Sospirò, mentre aveva,
ancora
una volta, un braccio intoro ad Harry, cercando di non farlo cadere.
Appoggiò Ron contro l'entrata sul retro del club in cui erano
andati, dopo che lui aveva vomitato sulle sue nuove ed incredibilmente
costose scarpe. Avrebbe dovuto buttarle direttamente nella spazzatura.
Hermione alzò il braccio con la bacchetta, ed il Nottetempo
apparve.
"Hermione! Mi stavo chiedendo quando ci avresti chiamato. Quest'anno hai tardato", dise Stan Picchetto, sorridendo apertamente.
Un
altro motivo per cui Hermione odiava quella serata era il fatto che
Stan Picchetto nurtiva una cotta colossale per lei, e continuava a
sperare che quello sarebbe stato l'anno in cui le regalava un bacio per
l'Anno Nuovo. Odiava guardarlo con irritazione ogni volta. Ne aveva
già abbastanza con gli occhi da cucciolo di Ron, e non voleva
aggiungere altri sensi di colpa nel fare cose che non voleva.
Con
l'aiuto di Stan, Hermione fece salire i suoi due irritanti e pesanti
migliori amici sul Nottetempo, che era già pieno di maghi e
streghe troppo brilli. Sospirò.
Sembrava che, ancora
una volta, avrebbe dovuto correre di qua e di la, per portarli a casa,
anche se non era il suo lavoro. Solo così sarebbe potuta tornare
alla sua in un orario decente, ovvero appena prima che il sole
sorgesse.
Aveva passato le successive ore nel fare questo, e con un irritante
Stan che si gettava ai suoi piedi, causandole ancora più
problemi, visto che stava cercando di impressionarla.
Finalmente,
rimasero solo lei, Ron ed Harry. A quel punto, i suoi due migliori
amici, sarebbero dovuto già essere sobri, ma no, loro erano
ancora esasperatamente brilli, come al solito.
"Guarda, Hermionina, stiamo sfrecciando in mezzo a tutte quelle macchine babbane come se non ci fossero", disse ridendo Ron.
"Sì, Ron, è ciò che fa il Nottetempo", replicò Hermione.
Rimase
a rispondere a simili stupide osservasioni per la successiva ora. Come
se non bastasse, Ron continuava a storpiare il suo nome, e ad
aggiungerci lettere in più. Perchè non potevano
inciampare nel loro stesso vomito come un ubriaco che si rispetti?
Appena arrivarono nei pressi di Grimmauld Place, per scaricare gli
ultimi tre passeggeri, il Nottetempo venne richiamato.
"Dannazione",
mormorò Hermione. Erano stati così vicini a casa. Ora
doveva passare almeno altri dieci minuti con Stan che la fissava
adorante. Era fregata.
"Aiuto", disse una commovente voce al di fuori dell'autobus.
Hermione
e Stan scesero, e si guardadono intorno. Hermione urlò, alla
vista dell'alto e scuro mago, che sembrava essersi storto una caviglia,
mentre afferrava un moccioso. A lei sembrava sospettosamente familiare.
"Zabini? Sei tu?", chiese Hermione.
"Granger? Oh, grazie a Merlino", esclamò lui.
"Cosa c'è che non va?", chiese di nuovo lei.
"Mi sono slogato una caviglia, e sono in un pasticcio", replicò Zabini,
"Sali", disse Hermione. "Posso sistemarti la caviglia in un secondo. Solo stai fermo".
Allungò la bacchetta verso la caviglia di Zabini, e mormorò un Epismendo.
L'osso scricchiolò. "Non c'è alcun dubbio sul
perchè non riesci a rimanere in piedi, la tua caviglia era
rotta".
"Grazie, Granger. Fortuna che eri in giro", disse Zabini.
La cosa non le piacque molto. Ron ed Harry non erano in competizione.
Tutti sapevano che Ron ed Hermione avevano provato ad avere una
relazione, ma avevano fallito, ed Harry era felicemente fidanzato con
Ginny Weasley. Questo bel mago, invece, che sembrava conoscerla,
sebrava troppo una minaccia.
"Ci hai chiamato per curarti, o vuoi andare da qualche parte?", chiese petulantemente Stan.
"Ehm..no,
ho bisogno che il Nottetempo ci porti a casa", disse Zabini, indicando
se stesso ed il moccioso che aveva il viso premuto contro il suo collo.
I
capelli biondo platino confusero Hermione. Quel colore di solito
implicava la presenza di un Malfoy, ma sapeva che Draco Malfoy non era
sposato, e Narcissa Malfoy aveva oltrepassato l'età per avere
figli. Significava che o Draco o Lucius ne avevano avuto uno fuori
dal matrimonio? Sorrise al pensiero. Che cosa degradante per
un Malfoy, visto che per loro la linea di sangue puro e il
comportamento "corretto" erano tutto.
"Bene, allora sono un galeone, e due biglietti", disse Stan.
Zabini inarcò un sopracciglio, ed Hermione fissò Stan in stato di shock.
"Cosa fissate?", chiese Sten.
"E'
un'estorsione, non è vero? L'ultima volta che ho preso il
Nottetempo, erano undici falci per un biglietto adulti, e sei per un
minore", disse Zabini.
"Ehm.. beh, è Capodanno. Costa di più, no?", disse Stan.
Hermione
sentì il bisogno di intervenire. "Stan, se così fosse,
allora perchè hai fatto pagare a me, Ron ed Harry la
stessa somma di sempre?".
Stan sembrava sconfortato ora, e si fissò i piedi. "Non importa, un galeone per voi due".
Zabini sbuffò verso l'impiegato del Nottetempo, gli allungò i soldi, e seguì Hermione in fondo all'autobus.
"Granger, è una fortuna che tu sia qui ora. Ho bisogno del tuo aiuto", disse.
"Ehi, Harry, quello non è il tizio Serpeverde di Hogwarts? Sai, quello che era al Lumaclub", disse scompostamente Ron.
"Mmmm", replicò addormentato Harry.
Hermione
arrossì di imbarazzo. "Non badarli. Sono completamente andati, e
parlano a sproposito", disse lei, per scusarsi con Zabini.
Zabini ghignò, "Il duo - Trappola Mortale - si sbronza? E chi lo sapeva", li prese in giro.
Hermione
ignorò la beffa, troppo stanca perchè glie ne importasse
qualcosa, e troppo curiosa di chi fosse quel piccolino. "Di chi
è il bambino? Ha i capelli dei Malfoy", disse lei.
"Questo è ciò di cui volevo parlarti", disse Zabini, girando il moccioso, per far notare il viso ad Hermione.
"E' Draco Malfoy?", disse boccheggiando lei, mentre osservava le familiari fattezze del biondo.
"Già.
Eravamo alla festa di Capodanno, quando ha mangiato qualcosa e si
è immediatamente trasformato in un moccioso. Credo fosse un
prodotto dei Weasley", spiegò Zabini, mentre il piccolo Draco
Malfoy riseppelliva la testa nel suo collo.
"Ehi, Ron, guarda. E' un mini-Malfoy", disse Harry, richiamando il suo compagno.
Ron ed Harry fissarono con interesse il ragazzino, toccandolo di continuo per vedere se fosse reale.
"Basta", gli urlò Zabini. "E' piccolo. Dovete essere gentili".
Harry
e Ron risero. Hermione grugnì. I Tiri Vispi Weasley erano la sua
nemesi personale, e lo erano stati sin da quando i gemelli avevano
iniziato a testare i loro prodotti sugli stutenti ad Hogwarts, dutanre
il quinto anno. Sapeva che Harry aveva donato loro la sua vincita del Torneo
Tremaghi. George Weasley aveva messo il cuore nel suo
negozio, dopo la morte del gemello Fred, ed aveva inventato dei
prodotti veramente bizzarri. Sembrava che Malfoy si fosse imbattuto in
uno di quelli.
"Ora l'autobus non dovrebbe muoversi di nuovo?", chiese Zabini.
Stan,
che era rimasto contro la porta a guardare Hermione parlare con Zabini,
si avvicinò. "Staremo qui per un po'. Ern sta facendo una pausa,
no?".
"Bus!", urlò il piccolo Draco, scostandosi dal collo di Zabini.
"Sì, Draco, siamo su un'autobus", replicò Zabini.
"Bus!", urlò ancora Draco, eccitato.
"Sì, l'abbiamo già stabilito, Draco", rispose Zabini.
"Il bus non si muove", disse imbronciato Draco, tirandosi in piedi addosso a Zabini.
"Ehi, stai attento. Stavi per pestare qualcosa di prezioso", urlò Zabini.
Il piccolo Draco iniziò a piangere. Zabini cercò di placare le sue urla, ma fu tutto vano.
Harry si mise le mani sulle orecchie. "Fallo smettere. Mi sta regalando un mal di testa", urlò.
"Non ci riesco. Non mi ascolta", urlò di risposta Zabini.
Hermione sospirò. Gli uomini non erano di nessun aiuto.
"Dammelo qui", ordinò a Zabini, che felicemente le lasciò il moccioso singhizzante.
"Su, su, Draco. Va tutto bene. Zio Blasie non voleva urlare con te", disse pacata, massaggiandogli la schiena.
Il
piccolo Draco iniziò a calmarsi, poggiando la testa sulla spalla
di Hermione e nascondendosi nel suoi capelli. Si girò verso
Zabini, e gli lanciò il collaudato - sguardo alla Malfoy - .
Hermione rise. "Vedo che alcune cose non cambiano mai, non importa se sia grande o piccolo".
Il piccolo Draco, sul braccio di Hermione, iniziò ad agitarsi. "Il bus non si muove. Voglio che il bus si muova", disse.
"Dobbiamo aspettare l'autista, Draco", spiegò pazientemente Hermione.
"Lo faccio muovere io il bus", esclamò felice il piccolo Draco.
"No, Draco. Non sei abbastanza grande per guidare l'autobus", gli disse Hermione.
"Lo faccio muovere io il bus. Voglio far muovere il bis", disse Draco, impuntato.
Hermione
usò il suo tono di voce migliore. "Draco, i bambini piccoli non
guidano gli autobus, solo quelli cresciuti lo fanno".
"Vroom
Vroom", disse il piccolo Draco, facendo a finta di girare il volante.
"Beep, beep", continuò, premendosi il naso come se fosse un
clacson.
Hermione sossise. Draco Malfoy era un ragazzino adorabile.
"Per
favore, faccio io muovere il bus", disse Draco, come se avesse potuto
leggere la mente di Hermione, e regalandole un sorriso fantastico.
"Ho detto di no, Draco. Ora ascolta zia Hermione", disse lei.
Ron
ed Harry iniziarono a ridere. "Ahahah, hai sentito, Harry? Si è
chiamata da sola zia Hermione. E' la zia di Malfoy, ahahah", rise Ron.
Hermione
roetò gli occhi, rivolta ai suoi due migliori amici che, quando
erano ubriachi, avevano una maturità mentale paragonabile a quella di Draco
Malfoy da moccioso.
Il piccolo Draco tornò verso Hermione, e guardò i due ragazzi isterici. "A me non piacciono", disse solemmenente.
"No, sono dei ragazzi veramente stupidi", disse Hermione
"Non hanno un cazzo come cervello", li prese in giro Zabini.
"Cazzo, cazzo cazzo!", urlò il piccolo Draco.
Hermione
fissò Zabini. "Devi fare attenzione a cosa dici quando hai
intorno piccole orecchie", disse severamente. "Draco, no, non dirlo,
è una brutta parola".
"Brutto. Cattivo", disse il piccolo Draco. "Tu sei cattivo", disse a Zabini.
"Dove porterai Malfoy?", chiese Hermione.
"Non
lo so. A Malfoy Manor non c'è nessuno, e non posso lascairlo da
solo così com'è. Non posso portarlo da me,
perchè condivido un appartamento con Theo Nott ed Adrian Pucey,
e chissà che caz... cose depravate che accadranno lì",
replicò Zabini. Guardò poi Hermione, recalcitante.
"On no, Blasie Zabini, non mi mollerai con un moccioso!", esclamò lei.
"Andiamo,
Granger. Sei l'unica persona responsabile che conosco. Sei
un'insegnante e tutto. Saprai cosa fare con lui", la pregò.
"E' Draco Malfoy! Probabilmente mi affatturerà quando questo incantesimo finità", disse Hermione.
Zabini
non le stava prestando attenzione. Sapeva cosa doveva fare per farla
accettare. "Ehi, Draco, vuoi andare e passare la notte con zia
Hermione?", chiese al ragazzino.
"Mine, voglio Mine", urlò il piccolo Draco.
Hermione
cercò di ripassare Draco a Zabini, non molto felice della piega
che stava prendendo la conversazione, ma il ragazzino, testardo, rimase
ancorato a lei, ed inizò a piangere forte.
"No, no, voglio Mine", singhiozzò.
"Sembra che siamo a posto, Granger", disse compiaciuto Zabini.
Fortunatamente
per tutti i passeggeri, Ern tornò dalla sua pausa, e mise in
moto il Nottetempo. Il rumore del motore che si accendeta, distrasse il
piccolo Draco dai suoi capricci nel volere solo Hermione.
Presto
rimasero solo lei e Zabini sull'autobus. Harry e Ron erano stati
portati a casa loro, con abbastanza pochi problemi. Hermione non aveva
avuto alcun rimorso nel delegare Zabini a portare entrambi i ragazzi
alla porta. Lei stava già tenendo il piccolo Draco, che si
rifiutava di lasciare il suo braccio, giusto in caso lo volessero
separare da lei, e non poteva accompagnare anche gli altri due in contemporanea.
"Che
ti serva di lezione per avermi mollato il tuo amico", disse Hermione,
quando Zabini si lamentò. "E lui non ti ringrazierà di
certo, quando ritronerà ad essere il solito idiota di ventuno
anni".
"Per
la coda di Salazar, Granger, sei così ipocrita. Non so cosa ci
veda Draco in te", protestò Zabini, prima di rendersi
conto di ciò che aveva detto, e chiudersi la bocca con la mano.
Hermione strinse gli occhi. "Cosa intendi per - cosa ci veda Draco in te - ?" , domandò.
"Niente, niente. Intendevo solo che il piccolo Draco sembra molto attaccato a te ora", cercò di salvarsi Zabini.
Hermione
non credette a quella bugia, ma non riusciva ad indovinare cosa
intendesse lui, che aveva uno sguardo che diceva chiaramente : non
dirò altro.
"Non ti credo per niente", disse Hermione.
"Comunque,
Granger, questa è la tua fermata, non è vero?", disse
lui, felice di liberarsi di lei e del piccolo marmocchio.
"A che ora verrai a riprendertelo?",
"Ehm.... alle ore mai in punto", replicò Zabini.
"Puoi
essere più collaborativo?", commentò Hermione. "Non
crederte che me lo terrò anche domani, se sarà ancora un
moccioso. Te lo riporterò".
Hermione
trascinò il piccolo Draco giù dall'autobus, che salutava
felicemente Stan, e continuò a dire - bus - finchè il
Nottetempo non scomparve.
"Grazie
per l'avvertimento, Granger. Mi assicurerò di aver insallato gli
incantesimi di protezione più resistenti possibile",
mormorò Blasie a se stesso.
Hermione
emise un sospiro di sollievo, mentre entrava nel suo appartamento.
Almeno quello! Era più che sicura che quella sarebbe stata
definitivamente l'ultima volta che usciva il giorno di Capodanno. Non
le importava che sensi di colpa avrebbero cercato Ron ed Harry di
propinarle. Avrebbero almeno potuto essere responsabili, l'anno
successivo. Lei sarebbe rimasta a casa, con un buon libro.
Un leggero strattone alla sua mano le ricordò della presenza del piccolo Draco.
"Latte?", chiese commoventemente lui.
Hermione gli prese la mano, ed entrò in cucina. Prese il latte
dal frigorifero, e poi cercò una tazza, prima di notare che
probabilmente lui aveva bisogno di un biberon. Trasfigurò in
bicchiere in ciò che le serviva, prima di metterci il latte, e lo diede al piccolo Draco.
Lui lo bevve felice, sfregandosi ogni tanto gli occhi. Era passata da un pezzo l'ora di andare a dormire.
"Andiamo, Draco, è l'ora di andare a letto", disse Hermione.
Il piccolo Draco osservò l'appartamento di Hermione.
"Cosa stai cercando?", chiese curiosamente lei.
"Il dago. Dov'è il dago?", chiese lui, muovendo le mani.
Hermione immaginò che il piccolo Draco di solito dormisse con un drago giocattolo. "Come è fatto?", chiese lei.
"Così", disse lui, indicando il cuscino rosso, e mostrandole con
le mani quanto fosse grande. Hermione girò l'angolo, e
velocemente trasfigurò un cuscino rosso di media grandezza in un
drago. Sperava di averlo fatto bene. Lo allungò al piccolo
Draco, che lo accettò felice.
"Letto", disse lui, afferrando il drago, ed allungando la mano, perchè Hermione la prendesse.
Sfortunatamente, Hermione viveva in un appartamento con una sola stanza
da letto. Continuava a ripetersi come un mantra che Draco era solo un
marmocchio, così non era una brutta cosa dividere il letto con
lui, e pregava che rimanesse in quella forma abbastanza a lungo
perchè riuscissero a dormire entrambi. Lo fece sedere dal lato
del muro, mettendo lui ed il drago sotto la coperta; poi si mise a
letto anche lei. Stava per addormentarsi, quando sentì il peso
del bambino appoggiarsi sulla sua spalla. Sorrise lievemente. Chi
pensava che Draco Malfoy da piccolo potesse essere stato così
adorabile?
Hermione si svegliò la mattina dopo, e si stiracchiò
felice. Aveva dormito come un sasso, ed ora si sentiva incredibilmente
rilassata. Le ci volle un minuto, prima che la sua mente si attivasse,
e si alzò velocemente da letto, quando capì che il
piccolo Draco non era a letto con lei. Non riusciva a sentire alcun
rumore di marmocchio, il che la fece andare nel panico, e pensare che
magari fosse caduto da una finestra, o riuscito ad aprire in
qualche modo la porta d'ingresso. Piombò nel soggiorno,
assicurandosi di controllare anche in bagno, giusto in caso fosse li.
Nel divano, seduto in silenzio mentre fissava a vuoto, c'era il Draco
Malfoy che lei ricordava. Cavolo, pensò. Perchè non
poteva rimanere solo ancora un po' bambino, finchè non lo
avesse riportato da Zabini?
"Malfoy", disse, disturbandolo dal suo sogno ad occhi aperti.
Lui girò lentamente la testa verso di lei. "Granger".
"Da quanto sei sveglio?", chiese, un po' sconcertata nell'aver
trovato Malfoy completamente cresciuto, seduto tranquillamente nel suo
appartamento.
"Un paio d'ore. La trasformazione alla mia grandezza naturale mi ha
svegliato. E' stata incredibilmente dolorosa. Credo di dover dire
qualcosa a George Weasley a riguardo. Probabilmente sarà
felice che sia successo a me", constatò Malfoy.
Hermione voleva difendere il suo amico, ma capì che George con
avrebbe provato alcun rimorso nell'aver causato dolore a Draco Malfoy,
che fosse intenzionale o meno.
"Ehm .. .beh, immagino che dovrei spiegarti come sei arrivato qui",
disse nervosamente Hermione. Non voleva veramente affrontare
l'argomento, sapendo come Malfoy avrebbe potuto reagire.
"Non serve, mi ricordo tutto perfettamente. Come dei ricordi da
marmocchio, ovvio, ma è tutto cristallino", replicò lui.
"Oh, beh, bene, immagino", replicò Hermone, un po' insicura su cosa dire.
Malfoy le rivolse semplicemente uno sguardo enigmatico. Lui si alzò, e le si mise di fronte, affrontandola.
"Ora dovrei andarmene. Devo trovare Blasie e fargli una lavata di capo, due volte", disse Malfoy.
"Perchè due?", chiese Hermione, un po' confusa.
"Una per avermi scaricato il più velocemente possibile che gli
è riuscito, ed una per essere stato una spina nel fianco ed
averti lasciato con un bambino", rispose Malfoy.
Hermione non potè fare altro che sorridere. Era carino da parte sua riconoscere che era stata incastrata.
"Devo dirlo, è incredibilmente carino da parte tua che tu mi
abba trattato così gentilmente. Io non sono mai stato carino con
te, durante tutto il tempo che ci siamo conosciuti,
perciò, grazie, Granger", disse Malfoy.
Hermone arrosì. Le sue azioni sembravano super compassionevoli
quando venivano messe su quel piano. "Beh, non è come se ci
fossimo corsi tra le braccia, dal sesto anno ad Hogwarts. Credo di
averti visto un paio di volte giù a Diagon Alley, e non sono una
che si porta avanti i rancori scolastici".
Malfoy semplicemente le sorrise. Era la prima volta che lo faceva. "Grazie comunqe, Granger".
La salutò con un cenno della mano, e scomparve fuori dalla
porta. Hermione se ne sentì privata e delusa. Ora realmente non
sapeva cosa fare con se stessa. Passeggiò verso la
cucina, e si fece una tazza di thè.
Passò una settimana, ed Hermione ancora non sapeva cosa trarre
dalle sue avventure di Capodanno, o della sua strana conversazione con
Draco Malfoy di quel giorno. Era rimasta ancora più sconcertata
quando un mazzo di garofani e crisantemi invernali le venne recapitato
al suo appartamento il giorno dopo. Il biglietto la ringraziava di
nuovo brevemente, ed era firmato da Malfoy. Sorrise. Adorava i fiori,
ma li riceveva raramente. La gente pensava che, solo perchè era
razionale, non avesse un lato romantico; ma i fiori erano sicuramente
ben accetti, non importava da dove venissero.
Qualche giorno dopo Capodanno, era stata sorpresa da un contrito Blasie
Zabini, apparso nell'appartamento. Non aveva cercato di nascondere il
fatto che non voleva essere lì, e che Malfoy lo aveva minacciato
per andare da lei e scusarsi, per averla lasciata sola con un
marmocchio. Hermione, essendo una persona tendente al perdono, lo aveva
perdonato subito, e ciò lo aveva sollevato. Poi lui aveva
continuato a dire di come Malfoy fosse arrivato a casa sua la stessa
sera sul tardi, sgridandolo per essere un idiota. Hermione non
riuscì a non essere più che toccata da quanto si era
comportato carinamente. Era tornata di nuovo, ancora ed ancora, alla
frase di Zabini sul Nottetempo, riguardo a cosa Draco ci trovasse in
lei. Aveva iniziato a chiedersi se si poteva trattare di qualcosa di
romantico, in un certo qual modo, ed era rimasta terrificata dal
desiderare che lo fosse. Forse il buon proposito per l'anno nuovo
avrebbe dovuto essere lavorare di meno ed uscire di più. Poi non
avrebbe dovuto iper-analizzare un semplice atto di ricevere un mazzo di
fiori in segno di gratitutine per la sua gentilezza, da parte di Draco
Malfoy.
Hermione non si imbattè in lui fino a metà febbraio.
Aveva sperato di, magari, vederlo passare per Hogsmeade, ma così
non era stato. Non aveva nemmeno più ricevuto gufi o fiori da
parte sua. Non potè far altro che sentirsi un pochino delusa, e
si sgridò. Era solo che, al momento, si sentiva sola, con Harry
in procinto di sposare Ginny quella primavera e Ron incastrato in una
relazione seria con Demelza Robbins. Lei non aveva nessuno. In effetti,
così era stato sin da quei pochi, disastrosi, appuntamenti con
Ernie MacMillan, quando aveva diciannove anni. Aveva passato il tempo
focalizzandosi sulla carriera, decidendo che, in seguito, ci sarebbe
stato un sacco di tempo per l'amore. Iniziva a sentire che, magari,
avrebbe dovuto crearsi una vita più bilanciata.
Hermione stava supervisionando il viaggio di febbraio ad Hogsmeade.
Come al solito, era piena di coppie innamorate, che volevano
festeggiare San Valentino al locale di Madama Piediburro. Non
potè non ridere leggermente, al ricordo dell'uscita di Harry
lì, con Cho Chang, al quarto anno. Le aveva raccontanto tutto in
ogni minimo dettaglio una noiosa notte d'inverno, quando cercavano gli
Horcrux.
"Ridi da sola nel bel mezzo di Hogsmeade? Non è una bella cosa,
per un professore di Hogwarts", biasicò una familiare voce da
dietro di lei.
Hermione si voltò, e si ritrovò ad arrossire leggermente sotto lo sguardo grigio di Draco Malfoy.
"Malfoy, mi hai spaventata a morte. Non si striscia alle spalle delle persone", disse.
"Scusa", rispose ghignando lui. "Serpeverde. Non posso farci nulla".
Cercò di rifilargli l'occhiata in stile McGranitt, ma finì per sorridergli.
"Allora, hai l'incarico di sorvegliare le coppiette sodolcinate in vista di San Valentino", osservò Malfoy.
"Non importa. E' sempre meglio del primo fine settimana dell'anno ad
Hogsmeade. Allora avresti a che fare con quelli del terzo anno iper
eccitati".
Malfoy concordò. Nessuno avrebbe mai voluto controllare ragazzini dai tredici ai quattordici anni.
"Allora, cosa significa supervisionare? Devi rimanere qui tutto il giorno?", chiese Malfoy.
Il battito di Hermione accelerò. Lo chiedeva per un motivo
particolare? "No, più o meno posso controllarli da ovunque. Non
è che in realtà qualcuno abbia davvero bisogno di me".
Malfoy sorrise. "Ti va qualcosa da bere?".
Hermione guardò dubbiosa il pub Madama Piediburro. "Cosa? Qui?", chiese.
Malfoy iniziò a ridere. "Assolutamente no. Non ci andrei neanche
morto, specialmente a San Valentino. Pansy cercava sempre di
imbrogliarmi e portarmici, quando eravamo a scuola".
"Grazie a Merlino", disse Hermione, rilasciando un sospiro di sollievo.
"Che ne dici di una burrobirra ai Tre Manici di Scopa?", suggerì Malfoy.
Hermione sembrò un po' insicura, e di nuovo Malfoy la sorprese, capendola al volo.
"Non preoccuparti. Ho spiegato le cose a Madama Rosmerta. Ha capito le circostanze", spiegò Malfoy.
Hermione arrossì, al ricordo di quel periodo della vita del
ragazzo. Camminarono insieme verso la locanda, attirando una leggera
attenzione da parte degli studenti.
"Oooooh, Professoressa, ha un appuntamento?", urlò una ragazza
del sesto anno. "E con Draco Malfoy. Bella scelta, signorina",
finì con ammiccamento.
"E' una Serpeverde", mormorò Hermione a Malfoy.
"Lo so. E' Arabella Flint, la cugina di Marcus Flint. Cercava sempre di
intrufolarsi in casa sua, quando aveva dieci anni, per guardarci
giocare a Quidditch. Penso avesse una cotta per me", la informò
Malfoy.
Hermione sorrise. Magari poteva contare su di lui, per maggiori
informazioni sui suoi studenti Serpeverde. Alcuni, in particolare i
più vecchi, adoravano ancora prenderla in giro, quando pensavano
non li stesse guardando. Arabella Flint non era una di loro. In
realtà, le piaceva molto Hermione, e spesso si fermava a
chiacchierare con lei, finita la lezione del giorno.
"E' una brava ragazza. Per ora, la più gentile Serpeverde del suo anno", replicò Hermione.
Malfoy lanciò ad Hermione uno sguardo indagatore. "Hai problemi con i Serpeverde?", chiese.
"Non proprio. Alcuni dei più vecchi cercano di darmi fastidio.
Quelli che si ricordano di me, quando ero ad Hogwarts", disse.
Malfoy agrottò la fronte. "Dimmi chi sono la prossima volta, e
ti aiuterò. Conosco tutti quei ragazzi e le loro famiglie.
Dovrebbero rispettarti, come loro insegnante".
Hermione osservò Malfoy. "Chi sei tu, e cosa ne hai fatto del vero Draco Malfoy?", chiese, prendendolo in giro.
"Sono cresciuto", rispose sorridendo. "La guerra è stata un modo divertente per farlo".
Hermione diventò seria. "Sì, è vero".
Malfoy aprì la porta per lei, e la scortò verso un tavolo
appartato nel retro del pub. Le chiese cosa volesse, ed andò ad
ordinare al bancone. Hermione non riuscì a non guardarlo per
ogni momento. Il suo comportamento con lei era sorprendente, e non come
se lo aspettava. Ripetè mentalmente le parole di Zabini. Si
decise a tastare il terreno e chiedere direttamente a lui il
significato.
Malfoy le piazzò di fronte una burrobirra, e lei lo ringraziò, lasciandolo sedersi.
"Allora, Malfoy. Devo chiederti una cosa". Lui alzò un
sopracciglio. "Zabini mi ha detto una cosa, quando eri un moccioso, che
mi ha fatto pensare da allora. Ha detto che non riusciva a capire cosa
tu ci vedessi in me", sputò fuori Hermione.
Il silenzio calò sul tavolo, ed Hermione non riuscì a
guardarlo. Piuttosto, fece ripetutamente passare le dita sulla
bottiglia, sperando di ricevere una risposta, e non ottenere la sua
dipartita.
Malfoy le mise un dito sotto il mento, per alzarle il viso. "Se mi
chiedi una cosa del genere, potresti almeno guardarmi", disse.
Hermione voleva, più di ogni altra cosa, tornare a fissare il
drink, ma Malfoy aveva lanciato la sfida, e lei, dopotutto, era una
Grifondoro. Alzò lo sguardo verso i suoi occhi grigi, e ci vide
il divertimento.
"E' tutto quello che ha detto Blasie?", chiese
"Più o meno. Ha cercato di ritrattare piuttosto velocemente,
dicendo qualcosa sul fatto del piccolo Draco, ma non sono stupida",
rispose.
"Ecco cosa ci vedo in te. Ti ammiro, Hermione. Sei intelligente, fiera, e bellissima", disse semplicemente.
Hermione arrossì violentemente. Era praticamente la cosa
più carina che qualcuno le avesse mai detto, e che provenisse da
Malfoy era ancora più strano. Non sapeva cosa rispondere, e
Malfoy la salvò.
"Allora, non credo di averti chiesto cosa insegni", disse.
"Oh, Artimanzia", rispose Hermione.
Da lì passarono un'ora a chiacchierare liberamente di questo e
di quello. Hermione imparò, di Malfoy, più di quanto
avesse mai fatto i sei anni di scuola con lui. Non aveva più
riportato la conversazione su ciò che vedeva in lei, e lei era
troppo confusa riguardo come si sentisse. Si separarono amichevolmente,
e camminò con un sorriso in volto per tutta la via di ritorno al
castello.
San Valentino, quell'anno, cadde di martedì. Hermione aveva
finito le sue lezioni, e stava sistemando gli incarichi che aveva
ricevuto. Aveva anche avuto due cartoline della festa da parte di suoi
studenti. La fecero sorridere, specialmente quello da parte del
più giovane, che era davvero carino. Ci fu un leggero bussare
alla porta, ed Arabella Flint infilò la testa.
"Salve Professoressa, ha finito per oggi?".
Hermione sorrise ed annuì. "Certo, entra Arabella. Come posso aiutarti?".
Scoprì che Arabella era arrivata con la patetica scusa di
discutere sui compiti assegnati. Era una studentessa da O, quindi
Hermione non credette nemmeno per un secondo che fosse lì per
quello. La sua risposta arrivò dieci minuti dopo, con un enorme
mazzo di fiori, che apparve magicamente in una nuvola di petali rosa e
cuori dorati.
"Wow, Professoressa", sospirò Arabella. "Da parte di chi sono?".
Arabella afferrò il biglietto prima che Hermione potesse anche
solo reagire. Era ancora immobile per lo stupore, a fissare quei
magnifici fiori.
Lo spirito dell'estate, per la bellissima ventata d'aria fresca di Hogwarts. DM.
"E' la cosa più romantica che abbia mai letto, Professoressa",
squittì eccitata Arabella, sventolando il biglietto intorno ad
Hermione, che finalmente riuscì a prenderlo per leggerlo da
sola. Si sentì arrossire, e percepì il ritorno del
sorriso stupido.
"Immagino sia da parte di Draco Malfoy", continuò Arabella, alla velocità della luce.
Hermione alzò lo sguardo, e lanciò alla sua studentessa
preferita un'occhiata di chi la sa lunga. "Come se tu non avessi
organizzato tutto con Malfoy, Arabella", disse.
Arabella provò a fare l'innocente, ma irruppe in una risata nel
mentre. "Ok, beccata. Gli ho detto dove sarebbe stata questa volta e,
ovviamente, mi sono assicurata di essere presente quando sarebbero
apparsi i fiori. Voi due fate una coppia da sogno, e la vostra storia
è così romantica", gongolò Arabella.
"Bene, puoi smetterla di essere così sdolcinata. Noi non siamo
una coppia. Ci siamo visti solo un paio di volte da quando abbiamo
lasciato Hogwarts per combattere. Su lati diversi, potrei aggiungere".
Arabella sorrise semplicemente da guancia a guancia. "Scommetto che lo
vedrà molto di più in futuro", disse, prima di svolazzare
fuori dalla stanza.
Hermione roteò gli occhi, alla vista della teatralità
della ragazza. Comunque, si trovò a sperare che Arabella avesse
ragione.
Caporanno 2002
Hermione sospirò di contentezza, mentre faceva saltare un altro
cioccolatino in bocca, e si tornò a sdraiare sul divano. Stava
facendo esattamente ciò che voleva quell'anno, il che era
rimanere a casa e divertirsi, piuttosto che portare a casa sani e salvi
due maghi ubriachi, da un club ultra affollato ed iper costoso. Harry e
Ron non avevano avuto successo nel cercare di persuaderla,
probabilmente perchè anche Harry era a casa con la neo-moglie,
Ginny. Ron aveva sbuffato ad entrambi, li aveva chiamati noiosi e se ne
era uscito con Seamus, Neville e Dean. Doveva ammettere che non aveva
provato a convincerla, a differenza di Harry, probabilmente
perchè era ancora preoccupato di rimanere bloccato a capodanno
con il suo nuovo accessorio, Draco Malfoy, o il dannato furetto, come
lui continuava affezionatamente a chiamarlo.
Hermione si strinse maggiormente di fianco a Draco, e gli sorrise contenta.
"Sicura di non annoiarti, amore?", le chiese lui, per la milionesima
volta. "Posso sempre portarti a quel nuovo ristorante ad Hogsmeade. Ne
vale la pena quest'anno".
Hermione scosse la testa. "No, ho tutto ciò che voglio proprio
qui", disse, indicando il film, i cioccolatini (Honeyduke pregiati,
cortesia di Draco) e, ovviamente, si allungò per baciare il suo
bellissimo biondo.
"Sono stato veramente fortunato, quando mi hai detto che mi avresti
dato una possibilità", soffiò Draco al suo orecchio,
prima di distrarla dal film in onda in TV.
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