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Non
seppe bene se fu più forte l'impatto di vederla, o di
vederla in
quello stato. Sicuro non si aspettava nessuna delle due cose ed ora
l'unica immagine che si trovava davanti era quella della sua bocca
che amava tanto fatta a pezzi. Brian pedalò il
più veloce
possibile, tanto che molti giri andarono a vuoto perdendo per qualche
secondo il controllo del manubrio. Non seppe bene come ne dove si
stesse dirigendo, ne se fosse stato meglio trovarlo o meno. Trovare
quel verme, viscido, che già da anni prima aveva odiato con
tutto se
stesso e che ormai adesso non aveva più scuse per impedirsi
di
scovarlo. Lo avrebbe cercato nei buchi più nascosti della
città,
negli angoli più bui e fetidi, avrebbe ficcato la testa
nelle fogne
se necessario pur di averlo fra le mani quella notte stessa. Gli
avrebbe parlato e gli avrebbe detto di stare lontano da lei, di
lasciarla in pace, di lasciare che si facesse una nuova vita lontana
da lui e semmai la cosa non gli fosse risultata chiara ci avrebbe
pensato in altro modo a rendergli nitide le idee. Sentì come
il
sangue gli pulsasse invasivo e veloce nelle vene, scorreva a fiumi,
gli colorì il viso incredibilmente e cominciarono ad
ingrossarsi
spesse vene, come cordoni, sui dorsi delle mani. Diede un'occhiata
nelle strade deserte di Broadway Street,
non c'era un povero diavolo in giro, fino all'incrocio del quadrivia
in fondo alla strada, dove iniziava ad accalcarsi qualche gruppo di
ragazzini caotico e indiscreto. Si passò una mano fra i
capelli
umidi di sudore e attraversò la strada pedalando a ritmo
serrato,
col vento che gli tagliava la faccia ma era come se neanche lo
sfiorasse. Le sue iridi si muovevano freneticamente, frastagliavano
da un lato all'altro della strada, squadravano i visi con
velocità
impressionante; Brian si drizzò sulla schiena lungo la
strada
deserta fino al Johnny's, dove il chiacchiericcio si fece accesso e
diverse risate si drizzavano nell'aria. Erano risate brille, a gola
sbarrata, sguaiate, frizzanti. Frenò la sua corsa e si
accostò ad
ascoltare, conosceva il Johnny's come le sue tasche e anche coloro
che lo frequentavano di solito o chi invece era solo di passaggio.
Non c'erano facce che conosceva né potevano interessargli
fino a che
non udì il cellulare vibrare nella tasca: del
perché Matt lo stesse
contattando a quell'ora non riusciva a capirlo, forse voleva sapere
se era riuscito a ritornare a casa? Quando finì di dare
un'occhiata
alla schermata luminescente drizzò il capo in direzione del
bar.
Non
aveva pensato alla sua reazione nel rivederlo: così vispo,
frenetico, chiaramente brillo come uno stupido scolaretto al ballo
della scuola, appena uscito dalla soglia del locale. Dio, gli stava
nascendo qualche enorme mostro nel petto che cercava disperatamente
di scavargli lo sterno con le unghia arcuate. Dovette asciugarsi il
sudore in viso, stringere un pugno per stiracchiare le ossa,
permettendosi un pienissimo inspiro prima di dirigersi a piedi verso
di loro lasciando cadere il mezzo come se non avesse minimamente
importanza, guardando dirimpetto a lui come stregato e
impossibilitato a distogliere lo sguardo. Continuava a divertirsi
aggirandosi fra i suoi amici, bazzicavano sorseggiando la birra dal
becco che tenevano stretto fra le mani e stringendo con l'altra un
mozzicone di sigaretta. Brian sembrò non riuscire mai ad
avvicinarsi, sembrava come se ci volessero interminabili minuti per
raggiungerlo, invece era lì, ad un passo, lo stava guardando
quando
era finalmente arrivato verso di lui, squadrandolo per bene,
chiedendosi forse.. perché? Mark rimase sorpreso,
probabilmente con
quel poco di lucidità che gli era rimasta si era reso conto
che era
lì per lui, e ricambiò lo sguardo, ma non
riuscì a raggiungere lo
stesso grado di freddezza. Barcollava un pò, si muoveva a
stento al
lato opposto per guardarlo meglio, poi aprì le braccia, le
spalancò
come a pavoneggiarsi, o per abbracciarlo, non si capì bene
come.
-Ce
ne hai messo di tempo per arrivare. - Brian rimase qualche altro
secondo a guardarlo per non dimenticare mai più
quell'espressione,
prima che venisse completamente oscurata da quella di Jillian qualche
minuto prima. Non seppe bene cosa o come il suo pugno riuscì
a
raggiungere quella faccia di scherno così velocemente, ma si
dimenò
contro di lui senza riuscire a controllarsi e tutto quello che
riuscì
a godere poco dopo fu quella stessa espressione contro i suoi pugni
serrati.
***
-Cazzo...
rispondi.. - mormorò a bassa voce e denti stretti, con il
cellulare
attaccato al viso come se volesse quasi attraversarlo per vedere
esattamente con gli stessi occhi dell'amico. -Sei proprio sicura che
sia andato a cercarlo? - disse infine, una volta aver riposto via il
cellulare per poterle parlare. Jillian mestamente annuì, poi
sbuffò
muovendosi a cerchio per la stanza nervosamente.
-Non
ha detto più nulla ed è fuggito via, di certo la
sua non mi
sembrava una faccia da passeggiatina. -
-Neanche
la tua se è per questo. -Jillian si interruppe
all'intervento serio
dell'uomo, zittendo e mordendosi le labbra come per vergogna con
quello sguardo fisso nel suo.
-Sta
di fatto che ora dobbiamo trovarlo prima che faccia qualcosa di
veramente stupido.- Zack smorzò i toni e prese di corsa le
chiavi
della macchina. -Ci dividiamo?- Matt annuì.
-Chi
lo trova prima avverte gli altri, lo stesso vale per Mark. E faremmo
meglio a scovarlo prima di lui. - Jillian fece per seguirli ma il
giovane dalle spalle ampie si voltò interrompendola mentre
gli altri
sparivano già oltre l'uscio della porta, lasciandoli soli.
-Voglio
venire con voi. -
-Non
mi sembra una buona idea sinceramente, soprattutto vedendoti in
queste condizioni. Faresti bene a tornare a casa e a rifoccillarti un
pò, penseremo noi a riportare Brian a casa. È
chiaro del perché
fosse preoccupato per te. - esclamò alludendo al viso
tumefatto.
-Avresti dovuto denunciarlo.-
-Credi
che in tutti questi anni non lo abbia fatto?- Matt negò col
capo
come ad allontanare qualsiasi tipo di pensiero.
-Non
lo so, ma di tutte le scelte che potevi prendere questa è
stata la
più sbagliata. Brian si sente responsabile, ha completamente
perso
il senno! Avresti potuto chiedere aiuto a noi da diverso tempo! Se
non troviamo quel figlio di puttana, Brian potrebbe fare qualche
stronzata e spero non irreparabile.- il suono del clacson da parte di
Zacky gli fece capire che lo stava attendendo con impazienza. -So che
non dovrei dirti queste cose e credimi, neanche io mi trovo nella
posizione di farlo, ma Brian è la mia famiglia e se proprio
dovete
amarvi smettetela di rincorrervi in capo al mondo. Scoprirete che
stare fermi insieme non è poi così male.-
Notò come gli occhi
smeraldo di lei calarono a guardarsi le punte delle scarpe,
digrignando la dentatura come a non sapere cosa dire. Il giovane
intuì quanto disagio aleggiasse fra loro e
scomparì, raggiunse il
suo migliore amico e insieme sfrecciarono lungo le strade deserte;
Johnny li aveva già preceduti da un pò, ma ancora
non aveva avuto
notizie.
***
Cadde
scagliandosi contro un tavolo che barcollò al peso cadendo
in terra,
mentre Brian lo raggiunse con sole due falciate recuperando il corpo
inerme per la sbronza e le botte.
-Erano
dieci anni che sognavo questo momento, gran figlio di puttana! -
soffiò fra i denti ad un palmo dal naso, intento a farsi
ascoltare
solo da lui; una cerchia cominciò a distanziarsi fra di
loro, mentre
il vociare si alzava forte senza però intervenire a causa
dello
stato brillo degli altri clienti del bar.
-Dio,
Haner.. se ci hai messo dieci anni per fotterla è solo colpa
tua.. -
la voce era esitante, smorta dal sangue che scivolava dalle gengive,
percorreva il mento e moriva nel bavero che Brian stava cagnescamente
stritolando nei palmi. L'occhio era già livido e
probabilmente da lì
non vedeva più, mentre le guancie cominciavano a colorarsi
di rosa,
poi rosso, poi blu. Gli scagliò un altro pungo, seguito da
altri due
mentre era sopra di lui ormai a terra, infervorendosi sempre di
più
e sentendo la pressione del braccio smorzarsi ulteriormente.
-Quanto
ti senti uomo a picchiare una donna? Ti piace allo stesso modo
così?
Eh? TI PIACE? RISPONDI, CAZZO! - Mark tossì incassando sugli
zigomi
ossuti, nella sua figura già magra che aveva perso qualsiasi
affinità con colui che aveva conosciuto anni fa, uno dei
suoi grandi
amici.
-Vaf..fanculo..
- Brian lo tirò su sentendolo ormai debolissimo fra le
braccia,
senza che riuscisse più a tenersi in piedi se non contro la
parete
sulla quale l'aveva scagliato tendendoglisi contro. -C-credi che Jill
ti amerà grazie a questo? Jill.. non ama niente e nessuno.
È ..
solo una che.. puoi tenere buona in questo modo.. sei.. s-ei solo il
suo animaletto preferito.-
-Sta
zitto! -
-Tu
non la conosci.. ma se ci tieni tanto t-te ne accorgerai, a meno che
da stanotte.. non è già andata via. - Brian gli
tappò la bocca
fortemente come ad impedirgli di continuare.
-Ti
ho detto di stare zitto! Non ti permetterò di trattarla
così mai
più, semmai succedesse ti ammazzerei con le mie stesse mani.
Mark,
ti giuro, cazzo, che ti ammazzo..- sibilò così
lievemente che
dovette avvicinarsi al suo viso affinché l'udisse. Con un
lieve
cenno lo vide sorridere debolmente e Brian dovette contenersi
nell'evitare di strozzarlo in quel momento esatto. La folla
cominciò
ad accerchiarli infierendo contro Brian affinché lo
lasciasse
andare, ma l'unica cosa che sentivano entrambi furono le enormi
scariche di adrenalina che gli elettrizzava i corpi.
-Merda!
Accosta!! - Matt scese dalla macchina che ancora doveva inchiodarsi
al terreno e si precipitò verso la folla, mentre Zachary,
allarmato,
contattava gli altri dal posto di guida per avvisare di averlo
trovato. Si preoccupò dell'incredibile folla che si era
scatenata
intorno, sperando vivamente che non fosse successo più di
una futile
rissa. Sapeva che con Brian arrabbiato a quel modo le conseguenze
sarebbero potute essere pericolose.
-BRIAN!
- Matt si fece spazio fra la folla scalciando e dimenandosi per
raggiungerlo, afferrandolo per il gomito che stava caricando per
colpirlo ancora una volta al viso. Mark era completamente inerme e
mentre Matt lo squadrava cominciò a tirare via l'amico
trattenendolo
per le braccia.
-LASCIALO,
CAZZO! LASCIALO! - Cercò di farsi udire più del
rumore che si stava
scatenendo intorno, mentre Brian infervorato continuava a dimenarsi
contro di lui. -Brian ti prego, fermati! Vieni via! Dobbiamo
andarcene subito! - fortunatamente fece come detto, lasciò
che il
corpo si accasciasse contro la parete e si fece trascinare via senza
perdere gli occhi verso di lui. Sapeva che Mark lo stava guardando,
debolmente, dagli occhi ormai gonfi e lacrimanti, ma così
gli
sarebbe rimasta impressa maggiormente la sua faccia alla mente. Non
se ne sarebbe dimenticato facilmente, così come credeva che
neanche
Jillian lo avrebbe mai più fatto.
-Si
sono invertiti i ruoli, bastardo! Ti scoverò ovunque andrai
a
nasconderti! -
-Sali
in macchina! - ordinò Matt ormai vicino all'abitacolo e
respirando
affannosamente.
-Brian
che cazzo hai fatto? - chiese Zack vedendolo arrivare macchiato di
sangue alle nocche e alla t-shirt, ma non ebbe risposta se non dal
leader che richiuse la portiera porgendosi dall'esterno conto il
finestrino.
-Portalo
a casa, aspetterò Johhny. - Zack si dimenò
completamente
preoccupato e fuori di senno.
-Ma
dico, sei impazzito? Vieni, ti porto a casa!-
-Non
posso lasciare quel verme in quello stato! Sta arrivando un'ambulanza
per lui! Per non parlare che ci sono centinaia di testimoni e presto
sarà assediato dalla stampa! Devo calmare almeno le acque,
l'ultima
cosa di cui abbiamo bisogno sono denunce di omissione!-
-È
solo sbronzo, per questo non si tiene in piedi! Gli avrò
dato al
massimo un paio di pugni, neanche la metà di quelli che si
sarebbe
meritato! - Matt strinse i pugni serrati davanti al viso per
trattenere l'isteria.
-Cazzo!
Vallo a dire al suo avvocato questo! Dio, ti aprirei quel cranio
pieno di merda che ti ritrovi! Filate a casa! - Zack annuì e
partirono veloci sfrecciando lungo la strada, mentre Matt li guardava
scomparire con un espressione preoccupata.
-Cazzo!
Cazzo! Cazzo! Cazzo! Cazzo! Brian tu sei completamente impazzito!
Che.. cazzo hai nella testa!? Hai idea dei problemi che ti
creerà
quello lì? C'erano testimoni ovunque e la tua bella faccia
di sicuro
non è una di quelle che passa inosservata! - gli occhi
cerulei
dell'amico si spalancarono al bianco dei fanali osservando la strada
con fosse un mostro tentacolato, colpendo più volte il palmo
contro
lo sterzo per sfogare la paura appena subìta.
-Chi
vuoi che crederà a quelli lì? Non si manteneva in
piedi per lo
stato in cui era! Gli troveranno qualsiasi schifezza possibile nel
sangue. - Zack sbuffò come fintamente risollevato.
-Oh,
e tu invece passerai per quello che voleva soccorrerlo a pugni in
faccia! - Brian tacque per quasi tutto il tragitto ai rimproveri
dell'amico che ormai quasi rischiava di perdere la voce. Una vena gli
pulsava in gola e su per la fronte a testimone del fatto che non
sapeva più come contenere la sua preoccupazione.
-Hai
visto la faccia di Jillian? Era completamente tumefatta per colpa di
quel figlio di puttana! -
-E
tu quindi hai pensato bene di tumefare anche la sua anziché
andare
alla polizia! Mossa astutissima. - Brian disdì col capo
amareggiato,
guardando fuori dal finestrino le luminescenze che nascevano e
morivano simultaneamente sulla strada.
-Jillian
non avrebbe mai deposto contro di lui. -
-Lui
invece stai pur certo che deporrà benissimo contro di te, e
si
alzerà minimo qualche verdone infangando la tua faccia !
Cazzo,
Brian! Spera che Matt ti faccia salvare solo con qualche denuncia di
stronzagine oppure sei nella merda fino al collo.-
***
Non
sapeva bene quale era la cosa migliore da fare, se telefonare al suo
amico o meno per vedere come erano mutate le cose, e di sicuro delle
scelte fatte nell'ultimo periodo nessuna era stata veramente
positiva. Si distese sfiancato nel letto troppo grande per una sola
persona pensando al giorno dopo: doveva attendere Michelle sperando
che si sarebbe fatta viva, come aveva promesso. La sua ultima azione
non era stata delle più intelligenti e forse sarebbe stata
la rovina
definitiva del rapporto con sua moglie, la notizia ci avrebbe messo
poco per uscire su giornali e tabloid e di sicuro non sarebbe stata
per nulla contenta. Non riusciva a smettere di deludere quella donna
ne la sua famiglia, era tutto un devastante casino. Si portò
una
mano fra i capelli bruni stringendosi il cranio per rannicchiarsi su
se stesso come un bambino, aveva un gran bisogno di aiuto e aveva
allontanato tutti nell'ultimo periodo per sapere a chi chiederne.
Forse non avrebbe mai più rivisto Jillian e da domani un
nuovo
capitolo della sua vita si sarebbe aperto, ma se in bene o male era
tutto ancora da scoprire. Forse Mark aveva ragione, aveva letto nei
suoi occhi la verità su di lei: non amava niente e nessuno,
la
conosceva meglio di quello che lui credeva di sapere, di quello che
avevano provato da ragazzi. Doveva essere tutto diverso e smetterla
di pensare come allora, nulla più sarebbe stato come prima.
Si
rigirò cercando di dormire, ma non era servita una doccia
fredda con
una birra per aiutarlo a rilassarsi; avrebbe passato la notte in
bianco a ripensare a tutto ciò che di bello c'era a parte
lei, che
però non riusciva a ricordare.
Note
dell'autrice:
Il
cerchio si stringe, forte! Sono elettrizzata e dispiaciuta al tempo
stesso. La pausa estiva è stata un ottima alleata per
riprendere a
scrivere con successione e finalmente riusciremo a scoprire la fine
di queste vicende tumultuose! Ho ricevuto almeno due messaggi privati
di voi lettrici/tori, della difficoltà di affrontare un
argomento
così articolato e intimo, e mi rendo conto della
particolarità che
richiede la lettura di situazioni che accadono anche nelle vite
reali. Sperando di non aver mai toccato nessun nervo scoperto e
magari di sensibilizzare di più i lettori/trici alla
vicenda, vi
auguro un buon ferragosto, una buona vacanza e attesa al prossimo
capitolo! :)
Sempre
lieta di leggere le vostre opinioni,
Angela.
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