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Autore: Sux Fans    14/08/2015    1 recensioni
[...]Jillian tirò giù le maniche della felpa e Brian rivide in lei gli stessi gesti di anni prima. Non era una sconosciuta, non era una donna diversa da quella che abitava i suoi ricordi.
-No.. ma io voglio sapere perché. - Brian s'interruppe per un attimo. -Vuoi saperlo? - lei annuì. -Jillian è tornata ad Huntington.-
-Non ti permetterò di trattarla così mai più, semmai succedesse ti ammazzerei con le mie stesse mani. Mark, ti giuro, cazzo, che ti ammazzo..- [...]
Jillian ritorna otto anni dopo al suo paese d'origine e poco è il tempo che impedisce ai suoi vecchi amici di liceo, Brian e gli altri di riunirsi di nuovo nonostante ora non siano più dei ragazzini, ma piuttosto degli adulti con un traguardo lavorativo già raggiunto e vite già avviate. Solo gli amori di un tempo appassiti sembrano essere tornati a punzecchiare qualche nervo scoperto ma anche troppi anni sembrano separare quelle che sarebbero potute essere le facili scelte adesso intrappolate solo in qualche ricordo. Purtroppo non saranno solo questi tormenti astratti il vero problema, ma più concreti legami a frenare i desideri.
Tema dedicato in modo leggero alla violenza sulle donne. 25 Novembre
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Synyster Gates
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Non seppe bene se fu più forte l'impatto di vederla, o di vederla in quello stato. Sicuro non si aspettava nessuna delle due cose ed ora l'unica immagine che si trovava davanti era quella della sua bocca che amava tanto fatta a pezzi. Brian pedalò il più veloce possibile, tanto che molti giri andarono a vuoto perdendo per qualche secondo il controllo del manubrio. Non seppe bene come ne dove si stesse dirigendo, ne se fosse stato meglio trovarlo o meno. Trovare quel verme, viscido, che già da anni prima aveva odiato con tutto se stesso e che ormai adesso non aveva più scuse per impedirsi di scovarlo. Lo avrebbe cercato nei buchi più nascosti della città, negli angoli più bui e fetidi, avrebbe ficcato la testa nelle fogne se necessario pur di averlo fra le mani quella notte stessa. Gli avrebbe parlato e gli avrebbe detto di stare lontano da lei, di lasciarla in pace, di lasciare che si facesse una nuova vita lontana da lui e semmai la cosa non gli fosse risultata chiara ci avrebbe pensato in altro modo a rendergli nitide le idee. Sentì come il sangue gli pulsasse invasivo e veloce nelle vene, scorreva a fiumi, gli colorì il viso incredibilmente e cominciarono ad ingrossarsi spesse vene, come cordoni, sui dorsi delle mani. Diede un'occhiata nelle strade deserte di Broadway Street, non c'era un povero diavolo in giro, fino all'incrocio del quadrivia in fondo alla strada, dove iniziava ad accalcarsi qualche gruppo di ragazzini caotico e indiscreto. Si passò una mano fra i capelli umidi di sudore e attraversò la strada pedalando a ritmo serrato, col vento che gli tagliava la faccia ma era come se neanche lo sfiorasse. Le sue iridi si muovevano freneticamente, frastagliavano da un lato all'altro della strada, squadravano i visi con velocità impressionante; Brian si drizzò sulla schiena lungo la strada deserta fino al Johnny's, dove il chiacchiericcio si fece accesso e diverse risate si drizzavano nell'aria. Erano risate brille, a gola sbarrata, sguaiate, frizzanti. Frenò la sua corsa e si accostò ad ascoltare, conosceva il Johnny's come le sue tasche e anche coloro che lo frequentavano di solito o chi invece era solo di passaggio. Non c'erano facce che conosceva né potevano interessargli fino a che non udì il cellulare vibrare nella tasca: del perché Matt lo stesse contattando a quell'ora non riusciva a capirlo, forse voleva sapere se era riuscito a ritornare a casa? Quando finì di dare un'occhiata alla schermata luminescente drizzò il capo in direzione del bar.

Non aveva pensato alla sua reazione nel rivederlo: così vispo, frenetico, chiaramente brillo come uno stupido scolaretto al ballo della scuola, appena uscito dalla soglia del locale. Dio, gli stava nascendo qualche enorme mostro nel petto che cercava disperatamente di scavargli lo sterno con le unghia arcuate. Dovette asciugarsi il sudore in viso, stringere un pugno per stiracchiare le ossa, permettendosi un pienissimo inspiro prima di dirigersi a piedi verso di loro lasciando cadere il mezzo come se non avesse minimamente importanza, guardando dirimpetto a lui come stregato e impossibilitato a distogliere lo sguardo. Continuava a divertirsi aggirandosi fra i suoi amici, bazzicavano sorseggiando la birra dal becco che tenevano stretto fra le mani e stringendo con l'altra un mozzicone di sigaretta. Brian sembrò non riuscire mai ad avvicinarsi, sembrava come se ci volessero interminabili minuti per raggiungerlo, invece era lì, ad un passo, lo stava guardando quando era finalmente arrivato verso di lui, squadrandolo per bene, chiedendosi forse.. perché? Mark rimase sorpreso, probabilmente con quel poco di lucidità che gli era rimasta si era reso conto che era lì per lui, e ricambiò lo sguardo, ma non riuscì a raggiungere lo stesso grado di freddezza. Barcollava un pò, si muoveva a stento al lato opposto per guardarlo meglio, poi aprì le braccia, le spalancò come a pavoneggiarsi, o per abbracciarlo, non si capì bene come.

-Ce ne hai messo di tempo per arrivare. - Brian rimase qualche altro secondo a guardarlo per non dimenticare mai più quell'espressione, prima che venisse completamente oscurata da quella di Jillian qualche minuto prima. Non seppe bene cosa o come il suo pugno riuscì a raggiungere quella faccia di scherno così velocemente, ma si dimenò contro di lui senza riuscire a controllarsi e tutto quello che riuscì a godere poco dopo fu quella stessa espressione contro i suoi pugni serrati.


***


-Cazzo... rispondi.. - mormorò a bassa voce e denti stretti, con il cellulare attaccato al viso come se volesse quasi attraversarlo per vedere esattamente con gli stessi occhi dell'amico. -Sei proprio sicura che sia andato a cercarlo? - disse infine, una volta aver riposto via il cellulare per poterle parlare. Jillian mestamente annuì, poi sbuffò muovendosi a cerchio per la stanza nervosamente.

-Non ha detto più nulla ed è fuggito via, di certo la sua non mi sembrava una faccia da passeggiatina. -

-Neanche la tua se è per questo. -Jillian si interruppe all'intervento serio dell'uomo, zittendo e mordendosi le labbra come per vergogna con quello sguardo fisso nel suo.

-Sta di fatto che ora dobbiamo trovarlo prima che faccia qualcosa di veramente stupido.- Zack smorzò i toni e prese di corsa le chiavi della macchina. -Ci dividiamo?- Matt annuì.

-Chi lo trova prima avverte gli altri, lo stesso vale per Mark. E faremmo meglio a scovarlo prima di lui. - Jillian fece per seguirli ma il giovane dalle spalle ampie si voltò interrompendola mentre gli altri sparivano già oltre l'uscio della porta, lasciandoli soli.

-Voglio venire con voi. -

-Non mi sembra una buona idea sinceramente, soprattutto vedendoti in queste condizioni. Faresti bene a tornare a casa e a rifoccillarti un pò, penseremo noi a riportare Brian a casa. È chiaro del perché fosse preoccupato per te. - esclamò alludendo al viso tumefatto. -Avresti dovuto denunciarlo.-

-Credi che in tutti questi anni non lo abbia fatto?- Matt negò col capo come ad allontanare qualsiasi tipo di pensiero.

-Non lo so, ma di tutte le scelte che potevi prendere questa è stata la più sbagliata. Brian si sente responsabile, ha completamente perso il senno! Avresti potuto chiedere aiuto a noi da diverso tempo! Se non troviamo quel figlio di puttana, Brian potrebbe fare qualche stronzata e spero non irreparabile.- il suono del clacson da parte di Zacky gli fece capire che lo stava attendendo con impazienza. -So che non dovrei dirti queste cose e credimi, neanche io mi trovo nella posizione di farlo, ma Brian è la mia famiglia e se proprio dovete amarvi smettetela di rincorrervi in capo al mondo. Scoprirete che stare fermi insieme non è poi così male.- Notò come gli occhi smeraldo di lei calarono a guardarsi le punte delle scarpe, digrignando la dentatura come a non sapere cosa dire. Il giovane intuì quanto disagio aleggiasse fra loro e scomparì, raggiunse il suo migliore amico e insieme sfrecciarono lungo le strade deserte; Johnny li aveva già preceduti da un pò, ma ancora non aveva avuto notizie.


***


Cadde scagliandosi contro un tavolo che barcollò al peso cadendo in terra, mentre Brian lo raggiunse con sole due falciate recuperando il corpo inerme per la sbronza e le botte.

-Erano dieci anni che sognavo questo momento, gran figlio di puttana! - soffiò fra i denti ad un palmo dal naso, intento a farsi ascoltare solo da lui; una cerchia cominciò a distanziarsi fra di loro, mentre il vociare si alzava forte senza però intervenire a causa dello stato brillo degli altri clienti del bar.

-Dio, Haner.. se ci hai messo dieci anni per fotterla è solo colpa tua.. - la voce era esitante, smorta dal sangue che scivolava dalle gengive, percorreva il mento e moriva nel bavero che Brian stava cagnescamente stritolando nei palmi. L'occhio era già livido e probabilmente da lì non vedeva più, mentre le guancie cominciavano a colorarsi di rosa, poi rosso, poi blu. Gli scagliò un altro pungo, seguito da altri due mentre era sopra di lui ormai a terra, infervorendosi sempre di più e sentendo la pressione del braccio smorzarsi ulteriormente.

-Quanto ti senti uomo a picchiare una donna? Ti piace allo stesso modo così? Eh? TI PIACE? RISPONDI, CAZZO! - Mark tossì incassando sugli zigomi ossuti, nella sua figura già magra che aveva perso qualsiasi affinità con colui che aveva conosciuto anni fa, uno dei suoi grandi amici.

-Vaf..fanculo.. - Brian lo tirò su sentendolo ormai debolissimo fra le braccia, senza che riuscisse più a tenersi in piedi se non contro la parete sulla quale l'aveva scagliato tendendoglisi contro. -C-credi che Jill ti amerà grazie a questo? Jill.. non ama niente e nessuno. È .. solo una che.. puoi tenere buona in questo modo.. sei.. s-ei solo il suo animaletto preferito.-

-Sta zitto! -

-Tu non la conosci.. ma se ci tieni tanto t-te ne accorgerai, a meno che da stanotte.. non è già andata via. - Brian gli tappò la bocca fortemente come ad impedirgli di continuare.

-Ti ho detto di stare zitto! Non ti permetterò di trattarla così mai più, semmai succedesse ti ammazzerei con le mie stesse mani. Mark, ti giuro, cazzo, che ti ammazzo..- sibilò così lievemente che dovette avvicinarsi al suo viso affinché l'udisse. Con un lieve cenno lo vide sorridere debolmente e Brian dovette contenersi nell'evitare di strozzarlo in quel momento esatto. La folla cominciò ad accerchiarli infierendo contro Brian affinché lo lasciasse andare, ma l'unica cosa che sentivano entrambi furono le enormi scariche di adrenalina che gli elettrizzava i corpi.



-Merda! Accosta!! - Matt scese dalla macchina che ancora doveva inchiodarsi al terreno e si precipitò verso la folla, mentre Zachary, allarmato, contattava gli altri dal posto di guida per avvisare di averlo trovato. Si preoccupò dell'incredibile folla che si era scatenata intorno, sperando vivamente che non fosse successo più di una futile rissa. Sapeva che con Brian arrabbiato a quel modo le conseguenze sarebbero potute essere pericolose.

-BRIAN! - Matt si fece spazio fra la folla scalciando e dimenandosi per raggiungerlo, afferrandolo per il gomito che stava caricando per colpirlo ancora una volta al viso. Mark era completamente inerme e mentre Matt lo squadrava cominciò a tirare via l'amico trattenendolo per le braccia.

-LASCIALO, CAZZO! LASCIALO! - Cercò di farsi udire più del rumore che si stava scatenendo intorno, mentre Brian infervorato continuava a dimenarsi contro di lui. -Brian ti prego, fermati! Vieni via! Dobbiamo andarcene subito! - fortunatamente fece come detto, lasciò che il corpo si accasciasse contro la parete e si fece trascinare via senza perdere gli occhi verso di lui. Sapeva che Mark lo stava guardando, debolmente, dagli occhi ormai gonfi e lacrimanti, ma così gli sarebbe rimasta impressa maggiormente la sua faccia alla mente. Non se ne sarebbe dimenticato facilmente, così come credeva che neanche Jillian lo avrebbe mai più fatto.

-Si sono invertiti i ruoli, bastardo! Ti scoverò ovunque andrai a nasconderti! -

-Sali in macchina! - ordinò Matt ormai vicino all'abitacolo e respirando affannosamente.

-Brian che cazzo hai fatto? - chiese Zack vedendolo arrivare macchiato di sangue alle nocche e alla t-shirt, ma non ebbe risposta se non dal leader che richiuse la portiera porgendosi dall'esterno conto il finestrino.

-Portalo a casa, aspetterò Johhny. - Zack si dimenò completamente preoccupato e fuori di senno.

-Ma dico, sei impazzito? Vieni, ti porto a casa!-

-Non posso lasciare quel verme in quello stato! Sta arrivando un'ambulanza per lui! Per non parlare che ci sono centinaia di testimoni e presto sarà assediato dalla stampa! Devo calmare almeno le acque, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno sono denunce di omissione!-

-È solo sbronzo, per questo non si tiene in piedi! Gli avrò dato al massimo un paio di pugni, neanche la metà di quelli che si sarebbe meritato! - Matt strinse i pugni serrati davanti al viso per trattenere l'isteria.

-Cazzo! Vallo a dire al suo avvocato questo! Dio, ti aprirei quel cranio pieno di merda che ti ritrovi! Filate a casa! - Zack annuì e partirono veloci sfrecciando lungo la strada, mentre Matt li guardava scomparire con un espressione preoccupata.


-Cazzo! Cazzo! Cazzo! Cazzo! Cazzo! Brian tu sei completamente impazzito! Che.. cazzo hai nella testa!? Hai idea dei problemi che ti creerà quello lì? C'erano testimoni ovunque e la tua bella faccia di sicuro non è una di quelle che passa inosservata! - gli occhi cerulei dell'amico si spalancarono al bianco dei fanali osservando la strada con fosse un mostro tentacolato, colpendo più volte il palmo contro lo sterzo per sfogare la paura appena subìta.

-Chi vuoi che crederà a quelli lì? Non si manteneva in piedi per lo stato in cui era! Gli troveranno qualsiasi schifezza possibile nel sangue. - Zack sbuffò come fintamente risollevato.

-Oh, e tu invece passerai per quello che voleva soccorrerlo a pugni in faccia! - Brian tacque per quasi tutto il tragitto ai rimproveri dell'amico che ormai quasi rischiava di perdere la voce. Una vena gli pulsava in gola e su per la fronte a testimone del fatto che non sapeva più come contenere la sua preoccupazione.

-Hai visto la faccia di Jillian? Era completamente tumefatta per colpa di quel figlio di puttana! -

-E tu quindi hai pensato bene di tumefare anche la sua anziché andare alla polizia! Mossa astutissima. - Brian disdì col capo amareggiato, guardando fuori dal finestrino le luminescenze che nascevano e morivano simultaneamente sulla strada.

-Jillian non avrebbe mai deposto contro di lui. -

-Lui invece stai pur certo che deporrà benissimo contro di te, e si alzerà minimo qualche verdone infangando la tua faccia ! Cazzo, Brian! Spera che Matt ti faccia salvare solo con qualche denuncia di stronzagine oppure sei nella merda fino al collo.-



***


Non sapeva bene quale era la cosa migliore da fare, se telefonare al suo amico o meno per vedere come erano mutate le cose, e di sicuro delle scelte fatte nell'ultimo periodo nessuna era stata veramente positiva. Si distese sfiancato nel letto troppo grande per una sola persona pensando al giorno dopo: doveva attendere Michelle sperando che si sarebbe fatta viva, come aveva promesso. La sua ultima azione non era stata delle più intelligenti e forse sarebbe stata la rovina definitiva del rapporto con sua moglie, la notizia ci avrebbe messo poco per uscire su giornali e tabloid e di sicuro non sarebbe stata per nulla contenta. Non riusciva a smettere di deludere quella donna ne la sua famiglia, era tutto un devastante casino. Si portò una mano fra i capelli bruni stringendosi il cranio per rannicchiarsi su se stesso come un bambino, aveva un gran bisogno di aiuto e aveva allontanato tutti nell'ultimo periodo per sapere a chi chiederne. Forse non avrebbe mai più rivisto Jillian e da domani un nuovo capitolo della sua vita si sarebbe aperto, ma se in bene o male era tutto ancora da scoprire. Forse Mark aveva ragione, aveva letto nei suoi occhi la verità su di lei: non amava niente e nessuno, la conosceva meglio di quello che lui credeva di sapere, di quello che avevano provato da ragazzi. Doveva essere tutto diverso e smetterla di pensare come allora, nulla più sarebbe stato come prima. Si rigirò cercando di dormire, ma non era servita una doccia fredda con una birra per aiutarlo a rilassarsi; avrebbe passato la notte in bianco a ripensare a tutto ciò che di bello c'era a parte lei, che però non riusciva a ricordare.



Note dell'autrice:


Il cerchio si stringe, forte! Sono elettrizzata e dispiaciuta al tempo stesso. La pausa estiva è stata un ottima alleata per riprendere a scrivere con successione e finalmente riusciremo a scoprire la fine di queste vicende tumultuose! Ho ricevuto almeno due messaggi privati di voi lettrici/tori, della difficoltà di affrontare un argomento così articolato e intimo, e mi rendo conto della particolarità che richiede la lettura di situazioni che accadono anche nelle vite reali. Sperando di non aver mai toccato nessun nervo scoperto e magari di sensibilizzare di più i lettori/trici alla vicenda, vi auguro un buon ferragosto, una buona vacanza e attesa al prossimo capitolo! :)


Sempre lieta di leggere le vostre opinioni,

Angela.

   
 
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