Non
pioggia, ma tuono, ed il suono di giganti.
Hellboy
"...
Per coloro che si sono sintonizzati solo in questo momento, riassumiamo
l'annuncio fatto dal Consiglio pochi minuti fa: a seguito degli
avvenimenti
noti come Battaglia per la Cittadella, è stato offerto all'Umanità un
posto nel
Consiglio..."
"...E
io dico che è anche colpa nostra: sono tre decadi che continuiamo a
sottovalutarli. 30 anni fa, Incidente del Portale 314. Siamo stati il
loro
primo contatto, e nonostante possedessero mezzi tecnologicamente
inferiori,
hanno messo in dubbio tutto quello che credevamo di sapere dopo 15
millenni di
onorevole storia militare. Sono... preoccupato dal fatto che abbiano
ricevuto
un seggio nel Consiglio dopo così poco tempo? Che gli Spiriti mi siano
testimoni,
la mia risposta è sì. Ma, e non voglio essere frainteso, la Battaglia
della
Cittadella dimostra senza ombra di dubbio il fatto che questo onore è
meritato.
Hanno salvato il Consiglio, quando noi Turian non eravamo più in grado
di
farlo, ribaltando un pronostico che sembrava certo e sacrificando più
vite di
quante chiunque avrebbe avuto il diritto di chiedere, e tutto questo
per
difendere il nostro sistema di governo. Quindi sì, appoggio questa
candidatura:
almeno gli anni futuri saranno interessanti..."
"...Mi
trovo in sala con l'ammiraglio Kastanie Drescher e l'ambasciatore
Osoba, nostri
graditi ospiti quest'oggi. Ammiraglio, dopo l'ingresso dell'Umanità nel
Consiglio si sentono voci sempre più insistenti che suggeriscono come
la vostra
Alleanza dei Sistemi sia nel bel mezzo di una corsa agli armamenti. Può
dirci
qualcosa al riguardo?
-Non una
corsa agli armamenti, piuttosto una grande mobilitazione. L'Umanità si
è sempre
attenuta al trattato di Farixen, e posso assicurare ogni persona che ci
sta
seguendo in questo momento che continueremo a farlo, ma siamo chiamati
ora ad
ergerci anche a nuovi difensori dello Spazio della Cittadella, come
membri del
suo Consiglio. Le nostre responsabilità sono divenute molto più grandi
di
quanto potessimo immaginare, e desideriamo semplicemente essere
all'altezza del
compito, impedendo a tragedie del passato di ripetersi sulle nostre
colonie, o
su quelle di altri...
-Eppure,
esperti del Consiglio sostengono che vi stiate preparando a raddoppiare
nei
prossimi tre anni il numero dei vostri vascelli e delle vostre
flotte... non le
pare sia esagerato?
-...Sono
dell'opinione che una timida risposta dopo la Battaglia della
Cittadella sia
inaccettabile, sopratutto per il numero di vittime che esso ha causato
fra la
popolazione civile. È stata la prima volta nella storia dello Spazio
del
Consiglio che la Cittadella stessa si è trovata militarmente sotto
attacco: come
rappresentante dell'Alleanza dei Sistemi, la mia ferma intenzione è che
una
cosa del genere non accada mai più.
-Quindi lei
supporta una rappresaglia militare contro i Geth?
-Decidere
offensive militari di simile portata è una prerogativa del Consiglio...
ma se
mi fosse ordinato di puntare le mie navi contro i Geth domani, non
avrei alcun
problema ad eseguire quell'ordine..."
"...Secondo
lei, qual è la caratteristica più importante che gli Umani porteranno
al
Consiglio, dalatrass?"
-La loro
mancanza di specializzazione. Gli Umani non posseggono le risorse
militari
Turian, le capacità diplomatiche Asari o la nostra tecnologia... eppure
nonostante questo, sono in grado di perfezionarsi in ognuna di esse a
seconda
della necessità. Se qualcuno crede che gli Umani abbiano bisogno di
essere
guidati, ha ragione, ma non per le ragioni che crede. A buon diritto,
entrano
nel Consiglio come pari, non da subordinati..."
"...Mr.
Osoba, lei è il terzo ambasciatore della Specie Umana alla Cittadella.
Come
vive l'ingresso della nostra specie nel Consiglio?
-Citando
Shakespeare, posso solo dire che è un prode nuovo mondo. Nella forma,
l'incarico di ambasciatore presso la Cittadella può apparire piuttosto
semplice, nella sostanza... direi decisamente l'opposto.
- Mi
corregga se sbaglio, ma lei faceva già parte della nostra delegazione
diplomatica alla Cittadella quando Anita Goyle è stata nominata nostra
prima
ambasciatrice...
-È corretto.
-Ma poi ha
dato le dimissioni quando è stato chiamato Donnel Udina a
succederle...posso
chiederle perché?
-Un...
incompatibilità di vedute con il mio predecessore: non posso negare i
risultati
che Donnel Udina ha ottenuto politicamente, ma... forse è il momento di
occuparci anche dello stile della nostra diplomazia, piuttosto che
inseguire
risultati a tutti i costi.
-Crede che
il fatto che lei risulti più gradito ai politici della Cittadella abbia
causato
le dimissioni del suo predecessore?
-Da quello
che so, le dimissioni di Udina sono state date spontaneamente per
perseguire un
nuovo percorso politico..."
"...Con
troppa curiosità: eppure siamo convinti che molti spettatori sarebbero
eccitati
dell'avere l'opportunità di rivolgere qualche domanda all'Eroina della
Cittadella e di ascoltare il suo punto di vista...
-Sfortunatamente,
il lavoro del Primo Spettro Umano non è mai finito... il comando
congiunto mi
ha fatto sapere che al momento il comandante Shepard è impegnata in una
missione prioritaria.
-Con
esitazione: sono dunque infondate le dicerie che sia rimasta ferita
durante la
Battaglia per la Cittadella?
-Posso
garantire che il comandante Shepard è viva e sta bene.
-Con
insincero entusiasmo: siamo rassicurati dalle sue parole."
"Il
sottoscritto si chiede come sia possibile che possa essere stato
permesso:
rimuovere il monumento ai portali degli Illuminati dal Presidium è un
sacrilegio...
-Il
Monumento ai Portali è in fase di restauro: al momento è stato posto al
sicuro
negli archivi della Cittadella e lì rimarrà fino a quando il Consiglio
deciderà
altrimenti!"
"...E
cosa può dirci sul Primo Spettro Umano, capitano Anderson? A livello
personale?"
-Che cercare
di arrivare a lei tramite i suoi conoscenti è una pessima idea se mai
ne ho
sentita una, miss Al Jilani. Il comandante Shepard è la miglior amica
che si
possa avere, e il nemico che non si vuole avere...
-Crede
davvero che un vecchio soldato come lei possa essere la scelta giusta
come
Consigliere Umano...?"
Il clamore
dell'ingresso dell'Umanità nel Consiglio non arrivò fino ad Ilos: per
l'equipaggio della Normandy, la missione non aveva mai fine.
Eppure...
tutti a bordo sapevano che le cose erano già cambiate: lo sentivano...
istintivamente.
***
"...Credo
di avere un problema, dottoressa."
Hayat e
Liara erano entrambe nude nel letto dell'Umana: un gomitolo di arti
disposti
disordinatamente, ignare in verità del loro stesso orientamento.
Erano... in
balia, l'una dell'altra: per descrivere ciò che provavano in quel
momento, beatitudine non sarebbe stato un termine
esagerato.
"...Sì?"
La
scacchiera che le aveva unite era stata abbandonata fin da quando erano
risalite
a bordo della Normandy: ogni momento libero che potessero spendere
assieme era usato
nella sua pienezza, come testimoniavano le risposte monosillabiche di
Liara.
"L'idea
di alzarmi da questo letto mi è insopportabile." rispose Hayat.
Se l'unione
mentale già di per sé era qualcosa di sconvolgente per la psiche di
coloro che
ne erano coinvolti, aggiungere ad essa la gioia, la felicità carnale e
semplice
che si prova mischiando i propri corpi, era quasi soverchiante per le
loro
anime... e qualcosa di cui entrambe stavano scoprendo di non volere più
fare a
meno.
"...Sì."
ammise Liara.
Per quanto
però la Sovereign fosse stata sconfitta, per quanto volessero
altrimenti, c'era
ancora da fare: i Geth avevano forse perso il loro Dio e il suo Messia,
ma non
erano diventati meno pericolosi, né i Razziatori avevano smesso di
ritornare.
Anche senza questo comunque, l'esplorazione e la messa in sicurezza di
Ilos non
erano compiti da poco per una sola nave. Solo la disciplina militare e
il senso
di responsabilità permettevano alla catena di comando della Normandy di
funzionare ancora, e a Shepard di districarsi da Liara ad ogni alba,
per quanto
a malincuore: per il resto dell'equipaggio invece, la dottoressa e il
comandante erano nel bel mezzo di un'analisi serrata sia dei reperti
recuperati
da Ilos, sia dei dati dei dischi Prothean raccolti fino a quel momento,
su cui
gli algoritmi di Vigil avevano finalmente gettato un po' di luce.
Quella almeno
era la spiegazione ufficiale, anche se non riusciva a tenerle sempre al
sicuro:
Felawa per esempio si era offerto di aiutarle nel loro lavoro di
analisi.
Era stato
molto difficile per il comandante trovare al volo una scusa convincente
quando
il caporale l'aveva suggerito a cena, mentre Liara cercava
ostinatamente di
recuperare la posata che le era caduta sotto il tavolo:
"...Credi
che riusciremo a rimettere in funzione il generatore oggi?" le chiese
Shepard, sperando di fornire ad entrambe abbastanza ragioni per
alzarsi.
Dopo la
sconfitta della Sovereign, i Geth avevano quasi abbandonato Ilos: al
contrario
di quello che l'equipaggio della Normandy aveva temuto, quando erano
tornati
nel sistema Rifugio vi avevano trovato solo un pugno di navi ostili ad
attenderli, navi che erano state subito abbattute. Restavano ancora
molti Geth
sulla superficie del pianeta tuttavia, ostili di cui marine della
Normandy si
stavano ancora occupando in operazioni giornaliere di guerriglia
urbana.
"...Non
lo so." rispose Liara pensierosa: "Mi accontenterei di
trovarlo."
Il
generatore che aveva alimentato Vigil, e il bunker dove era rimasto
nascosto
per 50 millenni, doveva aver ceduto durante la battaglia per la
Cittadella, o
forse era stato semplicemente spento dai Geth una volta esaurito il suo
compito: ancora una volta, Ilos era tornato ad essere un pianeta morto,
dove
niente si muoveva a parte gli incendi spontanei e i Geth a terra, ormai
solo
forze sbandate e senza più speranza, ma non per questo disposte ad
arrendersi.
Con
l'importanza però dei reperti Prothean su Ilos, il bombardamento
orbitale era
da escludersi:
"Forse
dovremmo sospendere le nostre spedizioni in coppia a terra, dottoressa,
e
lasciare che se ne occupino le forze del Consiglio quando arriveranno:
di
sicuro avranno più uomini per passare Ilos al setaccio..."
"Come
dite voi Umani, sul mio cadavere!" ribatté Liara: "...E poi ti piace
quando prendo il comando." aggiunse con un bacio sulla guancia.
Il sorriso
di Hayat disse tutto quello che c'era da sapere sulla questione:
"...Devo
ammettere che avere un affascinante archeologo Asari a dare ordini a
questa
marine ha i suoi pregi. Specie ora che ho un braccio solo." disse
Hayat,
agitando lievemente la sinistra ingessata.
"Non
che ti abbia rallentato affatto... con me." rispose Liara arrossendo.
La mano
dell'Umana fu sulla sua nuca in un istante, e il bacio...
"Non
posso farci niente Liara: tu tiri fuori il meglio di me. Grazie."
"...Sì?"
rispose l'archeologa.
"A
questo proposito dottoressa...le andrebbe di dividere la doccia con
me?"
chiese timidamente Shepard.
"...Per
quanto l'idea di avere le sue mani sulle mie creste mi sia... emh...
estremamente
gradita, comandante..." sospirò Liara: "...Sappiamo entrambe che non
riuscirei a ritornare al laboratorio prima dell'inizio del prossimo
turno. E a
quel punto avremmo molte spiegazioni da dare."
"Lo sai
che non m'importerebbe, vero?"
"Lo
so... ma un passo alla volta. Non c'è bisogno di scuotere la barca
prima del
tempo. Letteralmente, in questo caso."
"...Il
mio pessimo senso dell'umorismo ti sta rovinando, T'Soni."
"Au contraire, mon capitan." recitò
Liara, scambiando un altro bacio con Hayat, prima di cominciare il
gravoso
compito che era alzarsi e cercare di dividere i suoi vestiti da quelli
dell'Umana, chinandosi sulla pila.
"...Stai
fissando." disse ancora la dottoressa dopo un po', senza bisogno di
voltarsi: Hayat si produsse in un sospiro, e non cercò nemmeno di
negare.
"Non
posso farne a meno. È una sfumatura di blu così... irresistibile."
"Hayat
Shepard! Una tale sfacciataggine è indegna del primo Spettro Umano."
disse
ridendo Liara, ma quando si voltò, fu il suo turno di sospirare:
l'Umana la
guardava sdraiata in mezzo al materasso, nuda e senza vergogna.
"Due
possono giocare a questo gioco, T'Soni." rispose dolcemente il
comandante.
"...Dea."
"Può chiamarmi
Hayat, dottoressa."
Liara
affondò la fronte nel polso:
"Sarai
la mia morte, Hayat." disse l'Asari con un lieve sorriso, mentre
l'Umana
si dava lo slancio con i piedi per scendere dal materasso ed entrare
nella
doccia, lasciandosi dietro un letto che assomigliava ad un campo di
battaglia.
"Spero
proprio di no, Liara... almeno... ne vale la pena?" chiese sporgendo
solo
la testa oltre lo stipite del suo bagno.
"Sì.
Sempre." rispose l'Asari con decisione: ne valeva la pena anche solo
per
il sorriso che le rivolse Hayat in quel momento.
Un sorriso
pieno di vera felicità.
Con il loro
CO inabile al comando sul campo, Wrex ancora in infermeria e Garrus
occupato
assieme a Gladstone in ogni sua ora di veglia a restituire a Castor
funzionalità a ruote e armi, erano Williams e Tali ad occuparsi
direttamente
della disinfestazione dei Geth su Ilos, aiutate dai quattro marine
della
Normandy. Con sei uomini ed un solo Mako però, i marinai erano
costretti ad
agire sempre in due squadre, ma nessuno si lamentava... a parte i Geth
forse,
quando incappavano nella linea di tiro di Pollux o del fucile da
cecchino di
Williams, dopo aver inseguito l'esca di turno. Era una strategia
semplice, un
po' banale forse, ma di certo efficace e con Tali a disturbare le loro
comunicazioni, intere squadre Geth scomparivano dal pianeta senza che
potessero
chiedere aiuto.
"Distruttore
Geth. Elevazione, 3.35 metri. Vento da sud, sud ovest. Temperatura 35
°C,
umidità 12%..."
Quel giorno
era il turno di Barcalow come spotter e guardia di Williams: un uomo di
poche
parole, dalla faccia piena come una luna, ma dalla carnagione
olivastra.
"Distanza...
2543 metri."
Williams
espirò a meta, bloccò la laringe e aspettò l'intervallo tra due battiti
del suo
cuore per tirare dolcemente il grilletto.
Il fucile da
cecchino cinguettò, scalciando lievemente sulla sua spalla: Williams
aspettò
che il proiettile arrivasse a destinazione, più di due secondi dopo,
prima di
parlare.
"...Quale
Distruttore?"
"Crede
che venderebbero un mostro del genere anche a noi semplici marine,
capo?"
chiese Barcalow, mentre da un'altra direzione, Pollux cominciava a far
cantare
il suo cannone.
"Non
vuoi sapere quanto costa, Barcalow... sul serio. Anche adesso, è
praticamente
in prestito." rispose Williams, senza spostare l'occhio dal mirino:
appena
ebbe un'altra testa di torcia nell'ottica, fece di nuovo fuoco.
Fu un tiro
avventato, ma il mirino del fucile aveva suggerito a Williams le
possibili
traiettorie di movimento del Geth, esprimendole con indice statistico:
il capo
artigliere aveva scelto la più probabile, e il suo bersaglio si trovò
con solo
mezza faccia. L'aveva preso di striscio: fu costretta a sparare una
seconda
volta al petto per finirlo:
"Però..."
commentò pacifico Barcalow: "Non male ma'am."
Ad Ashley
venne quasi da ridere a farsi chiamare ma'am: era la prima volta che
era una ma'am per qualcuno. Shepard era sempre
stata il capo... ma a quanto pareva, dopo la Battaglia della Cittadella
la
squadra aveva guadagnato anche per i marinai della Normandy una
reputazione
famigerata. Williams credeva che fosse esagerato, specie nei suoi
confronti, ma
di sicuro aiutava il suo complesso di inferiorità, specie con metà del
team
bloccato per varie ragioni sulla Normandy.
Com'è che
diceva sempre il comandante in quelle situazioni? Ho fatto
solo il mio dovere? Williams decise di volerci provare a
sua volta:
"...Solo
un altro giorno tra i marine, Barcalow."
"Crede
che potrebbe... farci fare un giro anche a questo marine la prossima
volta,
ma'am?"
"...Perché
non ora?" rispose Williams, passandogli il mostro che era il suo
HMWSR-X
modificato: ormai, i Geth erano in rotta. Non valeva la pena fare i
preziosi
con i propri giocattoli.
Barcalow
poggiò il fucile contro la spalla, rimanendo in posizione per pochi
istanti...
poi tirò a sua volta il grilletto: a più di due chilometri di distanza,
un Geth
impegnato a fare fuoco sul loro IFV perse il suo braccio.
"Bel
tiro." si complimentò Williams.
"Beh...
ma'am, se non fossi sposato, credo che cercare di corteggiarla sarebbe
d'obbligo a questo punto." commentò Barcalow restituendole il fucile.
"...Sei
sposato, Zander?"
"Aye.
Cinque anni a settembre. E piuttosto felicemente."
"E la
tua Jane non ha problemi ad averti così lontano da lei? Specie dopo la
Battaglia per la Cittadella?"
Barcalow
sorrise sotto il suo casco, e si sentì nella sua voce:
"...Il
mio John è un tipo comprensivo."
"...Com'è
la vita da sposati?" gli chiese, prima di sparare ancora.
"Non ci
rinuncerei per niente al mondo, ma'am. E lei? Ha qualcuno che l'aspetta
a
casa?"
"Tre
sorelle. Per ora mi bastano..."
"Aye.
So come si sente: a volte è meglio in trincea che in famiglia. Più
tranquillo... E a casa non avrei simili giocattoli."
"Ricevo
forte e chiaro, Barcalow." rispose Williams con l'occhio nel mirino,
senza
trovare altri bersagli. Perfettamente in battuta, arrivò
nell'auricolare anche
la voce di Tali:
"...Qui Pollux: griglia 98 disinfestata.
Pronti a procedere per la 99."
"Ricevuto
Tali, stiamo arrivando."
"Sono
sempre quelli che non ti aspetti..." commentò Zander tirandosi in piedi
e
offrendo la mano a Williams: "...Non avrei mai pensato che una persona
così garbata e gentile come Tali potesse provare così... tanto
divertimento ad
uccidere Geth."
"Non ne
hai davvero idea, marine."
"Comandante, qui Normandy per il rapporto
periodico."
"La
ascolto Pressly."
"Situazione immutata: nessun Geth in un raggio
di 50 chilometri dalla vostra posizione."
"E il
resto della squadra?"
"Griglie da 90 a 109 sicure. Nessun
ferito: Pollux è convinto di poter arrivare fino alla 130 prima che il
sole tramonti..."
Su Ilos i
giorni erano molto lunghi: il pianeta ruotava sul suo asse in 54 ore e
mezza, e
dopo tutto quello che avevano passato, i marinai della Normandy erano
confidenti di poterle usare tutte al meglio.
"Riferisca
che apprezzo l'entusiasmo, ma che non è necessario strafare: abbiamo
almeno una
settimana prima che le forze del Consiglio ci raggiungano. Lasciamo
qualcosa
anche per loro."
"Sissignora... E il CMO vuole sapere come si
sente."
Shepard non
poté fare a meno di ruotare gli occhi esasperata: pur di accontentare
Chakwas,
aveva persino dovuto indossare la sua corazza da combattimento Onyx
delle forze
dell'Alleanza, invece che la Colossus da Spettro, in modo da
alleggerire il
peso sulla sua caviglia. Con indici cinetici e ablativi di 189 e 35
però,
invece dei 565 e 96 a cui si era abituata, l'armatura Onyx era
diventata per il
comandante come il vecchio paio di jeans smessi che si era costretti a
portare
dopo anni: pratici forse, ma non necessariamente confortevoli.
"...Ricordi
a Chakwas, Pressly, che avete la trasmissione dei nostri parametri
vitali e le
riprese video del mio casco in diretta sulla Normandy. E che per quanto
apprezzi la sua preoccupazione, è di diverse sfumature troppo pallida
per
potersi sostituire a mia madre. Ho solo un braccio rotto e una caviglia
slogata: non mi hanno mai fermato prima."
"Sissignora."
"Shepard
chiude." disse il comandante prima che Chakwas arrivasse a chiederle se
avesse
preso i suoi analgesici e fosse costretta a mentirle.
Con il
braccio sinistro bloccato al petto, Shepard sarebbe stata in grado di
difendere
Liara solo con la pistola che aveva sulla coscia, e anche se Liara
portava con
sé il suo fucile d'assalto e abbastanza poteri biotici da poter
affondare una
nave trasporto truppe Geth se fosse stato necessario, il comandante
preferiva
non diminuire i suoi riflessi con cose superflue come gli analgesici.
Sapeva
perfettamente di comportarsi come l'archetipo del maschio sciovinista,
ma ad
Hayat non importava: il primo che avesse cercato di toccare Liara
mentre
entrambe erano immerse nel retaggio Prothean di Ilos, e quindi quanto
di più
simile al giardino dell'Eden ci fosse per l'archeologa, si sarebbe
trovato
entrambi gli scarponi del comandante in bocca. E c'era un motivo se il
comandante Shepard, Leonessa di Elysium, Primo Spettro Umano ed Eroina
della
Cittadella non sapeva ballare: anche a causa del potenziamento genetico
delle
forze speciali dell'Alleanza, aveva un bel piede...
Curiosamente,
in quei momenti Liara aveva pensieri simili ai suoi: il fatto che
Shepard le
concedesse di proteggerla con i suoi poteri biotici e le sue armi era
un
insperato privilegio. Per la prima volta da quando si conoscevano,
Liara era
meglio armata e corazzata di Shepard ed era lei ad aprire la strada ad
entrambe, mentre avanzavano tra le rovine Prothean, alla ricerca di un
passaggio che potesse portare al generatore della città, per ora ancora
inaccessibile.
Quell'occasione
era la prima volta in cui Liara poteva mostrare ad Hayat il suo mondo,
fatto di
studi deliberati e quieti, ma non meno importanti di battaglie
all'ultimo
sangue: un mondo il suo che era fatto della gioia della scoperta e del
ritrovamento. E le rovine Prothean attorno a lei, l'euforia
dell'esperienza di
essere su Ilos come parte della prima spedizione archeologica a mettere
piede
sul pianeta dopo l'estinzione dei Prothean, e la compagnia di Hayat che
la
seguiva, contribuivano a costruire per Liara l'ideale paradiso, che
sperò
potesse durare per sempre: guai a coloro che avessero cercato di
interromperle!
Quei giorni
su Ilos sarebbero stati alcuni fra i più felici dei primi 106 anni
della vita
di Liara: momenti in cui lei e Hayat avrebbero avuto il tempo e l'agio
di
innamorarsi nuovamente l'una dell'altra, fin dall'inizio, senza il peso
dell'Universo sulle loro spalle. Sarebbe stato un periodo breve, ma
indimenticabile ad entrambe...
***
Diverse ore
dopo, quando ormai era calata la notte su Ilos e la squadra aveva speso
quasi
venti ore di discontinuo combattimento sulla sua superficie, su
richiesta di
Shepard si ritrovarono tutti in infermeria: non c'erano nuovi feriti
fra loro,
ma Wrex non poteva ancora muoversi. In verità, il Krogan mal sopportava
il suo
forzato riposo e la necessità di restare a letto con una gamba
immobilizzata,
ma la Battaglia della Cittadella aveva lasciato il suo segno su ognuno
di loro:
Wrex era stato semplicemente il più sfortunato, e solo alcuni
passatempi
riuscivano a distrarlo e a tenerlo di umore... sufficientemente alto,
ma
l'intero equipaggio aveva dovuto contribuire a prendersi cura del suo
morale.
Shepard per esempio gli aveva passato la sua intera collezione delle
partite
dei Draghi di Edmonton nella Lega di Combattimento Urbano, mentre
Williams
aveva aggiunto i migliori film che avesse salvato nel mainframe della
nave, in
special modo Spaghetti Western e vecchi blockbuster d'azione. Tra
quelli, i
vassoi pieni di cibo che Prescott gli portava cinque volte al giorno, e
le partite
registrate degli All Blacks, Wrex
riusciva a restare di umore... sopportabile, servito e riverito com'era
al pari
di una vecchia, brutta e grassa comare.
Per
quell'occasione particolare, Shepard aveva contrabbandato
nell'infermeria una
bottiglia di chiaro di luna corretto e tutti loro, stanchi dalla
giornata e
seduti dove capitava, ne stavano consumando abbondantemente, tranne
Garrus e
Tali ovviamente, ma nemmeno loro erano rimasti a bocca asciutta...
"...Vi
ho fatto riunire qui..." cominciò il comandante con un sospiro: "Beh,
l'avrete capito ormai." finì con un'alzata di spalle.
"Eloquente
come al solito, Shepard."
"Garrus,
sto cercando di fare un discorso serio." ribatté la loro amica con un
sorriso che però, non le arrivò fino agli occhi.
Il Turian
mimò il gesto di cucirsi le labbra:
"So che
per alcuni tra voi... non c'è più ragione di restare a bordo." affermò
il
comandante, dopo aver preso un sorso di fuoco liquido.
"Comandante..."
Ma Shepard
non permise a Tali di interromperla:
"...Questo
momento doveva arrivare, prima o poi, e non c'è ragione di girarci
attorno più
a lungo. Quando verranno a darci il cambio qui su Ilos, la Normandy
tornerà
alla Cittadella e... beh. Sapete il resto."
Alcuni fra
loro annuirono, ma nessuno parlò, costringendo il comandante a
continuare:
"La
Sovereign è... morta, suppongo si possa dire così, ma i Razziatori
stanno
ancora arrivando. Non so se fermarli sia la mia missione, ma rispetto a
quella
che abbiamo appena compiuto, questa ha un obbiettivo molto più vago e
forse
lontano nel tempo. Potrebbe perfino non succedere durante la nostra
generazione, o quella di Liara: lo spazio oscuro fra le Galassie è
immenso e i
Razziatori potrebbero aver bisogno di millenni o almeno secoli per
varcarlo.
Sappiamo solo che stanno tornando...ma niente altro. Anche se alcuni di
voi lo
vorrebbero, non posso chiedervi di restare sulla Normandy con un
obbiettivo
così vago. Non sarebbe giusto."
"E se i
Razziatori dovessero tornare invece?"
"Allora
Ashley, non ci sono altri compagni che vorrei al mio fianco per
affrontarli..." rispose Shepard abbracciandoli con lo sguardo: "Ma
fino ad allora, ammesso che succeda, voglio che abbiate la possibilità
di
inseguire le vostre vite, non gli incubi... ci meritiamo almeno
questo."
aggiunse facendo spallucce: "Non è un addio: la Galassia è troppo
piccola
per tenermi lontana da ognuno di voi, ma... voi dovreste andare. Se è
quello
che volete."
Si
guardarono l'un l'altro, ripensando ai quei mesi: avevano rischiato la
vita
quasi ogni volta che erano scesi dalla nave... eppure, non avrebbero
fatto il
cambio con niente. La Normandy era diventata per tutti loro casa, ma
una casa
da cui ora doveva staccarsi ed andare avanti.
Il primo a
parlare fu Wrex:
"...Tornerò
a Tuchanka, Shepard. Ci ho messo un po' a capirlo, ma noi Krogan non
meritiamo
di estinguerci. Due cose però."
"Wrex?"
"Tieni
la taglia di Saren. Non ho bisogno di crediti per quello che devo fare.
Ma
lasciami le armi, e la corazza, perché possa raccontare ai Krogan cosa
ho
visto, ricordarmi di questa nave... e diffondere la sua storia, un
proiettile
alla volta."
"Non
avrei saputo dove metterle in ogni caso." rispose il comandante.
"Mhh."
annuì Wrex, e per un attimo, sembrò quasi che il vecchio mercenario
fosse
davvero sul punto di commuoversi.
"Io...
tornerò alla Flottiglia, Shepard. Devo. Ma..." e fu chiaro a tutti che
Tali avrebbe dato quasi qualunque cosa per restare: "...Non voglio.
Devo,
ma vorrei restare: mi mancherete. Keelah...
mi mancherete da morire. Siete dei bosh'tet... specialmente tu
Garrus... ma
siete i migliori bosh'tet che potessi avere."
E Tali
iniziò a piangere, sciogliendosi con sua stessa sorpresa nell'abbraccio
di
Williams: ormai, a nessuna delle due sembrava strano. Tutti loro erano
fratelli
in armi, e cos'era per la marine una sorella in più, in fondo?
"Io
resterò." disse invece Liara: "Ho molte ragioni per andare, ma ancora
di più per restare. Il lavoro di tutta la mia vita sui Prothean è
connesso
indissolubilmente ai Razziatori ora. E per scoprire tutto ciò che i
Prothean
sapevano su di loro, la Normandy avrà bisogno di me."
Shepard non
fu sorpresa dalle parole di Liara, ma di certo sentirle ad alta voce fu
un
sollievo. Le sembrò di essere pronta a ricominciare tutto dal
principio,
fronteggiando la Morte guardandola negli occhi. Ora con lei c'era
qualcuno che
l'aveva accettata per ciò che era: pur di tornare da Liara dopo ogni
missione,
Shepard avrebbe fatto qualunque cosa.
"Almeno
qualcuno rimarrà." sussurrò Williams.
"...Pensi
di lasciare la Normandy anche tu, Ashley?"
A suo modo,
nemmeno quello fu sorprendente: i segni erano piuttosto evidenti.
Williams
aveva bisogno di lasciarsi alle spalle Eden Prime e la morte di Alenko
su
Virmire: non poteva farlo sulla Normandy.
"Solo
col suo permesso, ma'am, e solo temporaneamente. Questa marine vorrebbe
andare
alla ICT e risalire sulla Normandy con un N6 di fronte al mio nome. Per
smettere di doversi fermare a riprendere fiato quando la seguo, ma'am.
Ha
presente?"
"Non
devi dimostrarmi niente Ashley. Non hai mai dovuto. Ma se questo è
quello che
vuoi, hai il mio permesso capo artigliere, e la mia benedizione. La tua
postazione qui sulla Normandy ti aspetterà: fagli vedere chi sei,
marine."
Al quello
Williams poté solo battere i tacchi, esibendosi in un saluto militare
perfetto:
"Aye
aye, ma'am!" rispose con un sorriso.
"...Garrus?"
"Penso
che ci sia bisogno di più Spettri come te, comandante. Saren è arrivato
fino
alla Cittadella, solo perché non c'era nessun altro a fermarlo..."
"C'eravate
tutti voi..."
"...Ma
non siamo Spettri. Ancora."
"Ancora?"
"Ancora."
ripeté Garrus annuendo: "Questa volta, voglio fare quello che la prima
volta non ho avuto il coraggio di fare. Voglio provare ad addestrarmi
come
Spettro. Dovrò rientrare a C-Sec prima... ma ne varrà la pena, per
questa
squadra."
"Non
sappiamo nemmeno quando arriveranno, Garrus."
"Almeno
avrai qualcuno a guardarti le spalle, Shepard."
"...Ti
aspetterò Vakarian: qualcuno deve pur coprirci." e ora che Kaidan non
c'era più a farlo, solo Garrus poteva.
"Dovremo
dirlo all'equipaggio." disse Williams, tirando su col naso:
"...Niente è mai facile, ma'am."
"Come
tutte le cose importanti Ashley: come tutte le cose che vale la pena di
fare."
sospirò il comandante: dire arrivederci, a volte, è più difficile che
dire
addio.
Ma anche di
quello ne sarebbe valsa la pena, se non altro per vedere Joker
commuoversi di
fronte alla notizia, rivelando finalmente la persona che era davvero, e
Pressly
stringere la mano ad ognuno di coloro che, giusto pochi mesi prima,
aveva
considerato solo alieni.
A coloro che
se ne andavano, forse per sempre, Shepard fu generosa: Tali avrebbe
tenuto il
suo Savant X e la corazza, anche se il comandante avrebbe dovuto
insistere per
farla accettare. L'amicizia del reparto ingegneria della Normandy
invece,
l'avrebbe seguita in ogni caso: Tucks le diede anche il suo prezioso
cappello
da cowboy, perché si ricordasse di loro.
Garrus aveva
ricevuto già il suo visore customizzato da Shepard, e si rifiutò di
prendere
altro: solo grazie all'insistenza di Shepard avrebbe portato con sé il
suo HMWSR-X,
uno strappo alla regola a cui non seppe davvero dire di no, mentre
Gladstone lo
convinse a portare con sé metà di una delle sospensioni di Castor: con
le ore
che avevano passato a riparare quell'IFV, disse che gli spettava di
diritto.
L'altra metà invece sarebbe rimasta al guardiamarina, come pegno
d'amicizia tra
due meccanici, uno Turian ed uno Umano.
Da sotto
Castor, le loro facce che sbucavano sporche di grasso furono una delle
ultime
immagini che scattarono assieme...
Williams non
volle niente: disse che i ricordi che aveva sarebbero bastati fino al
suo
ritorno... ma forse fu Liara che avrebbe ricevuto il dono più prezioso,
non
necessariamente perché restava sulla Normandy, ma perché Hayat sarebbe
stata
con lei: in quella lunga notte di Ilos, il morale fu alto e la festa
durò a
lungo, per quanto non mancò fra loro chi non temesse l'addio.
Quando fosse
venuto il momento, di nuovo al sicuro alla Cittadella, si sarebbero
lasciati
con un sorriso, con la speranza che il legame che avevano tessuto a
bordo della
Normandy sarebbe durato per sempre e la certezza che si sarebbero
rivisti...
possibilmente presto. Ignari che non ci sarebbe stata mai più
l'occasione per
calcare di nuovo assieme i ponti di quella nave: quelle memorie, così
preziose,
si sarebbero trasformate in cenere.
E con questo, dopo 35 capitoli e 29 immagini, posso
dire che ci siamo. Questo è la fine di questa storia, che spero davvero
vi sia piaciuta. Ringrazio davvero molto coloro che mi hanno seguito,
perché i vostri suggerimenti e incoraggiamenti spesso sono stati
l'unica cosa ad avermi spronato a migliorare come potevo questa storia,
o anche solo a continuare. Non penso di poter dire che sia perfetta,
anzi: spesse volte mi sono dovuto costringere a tagliare alcune parti,
per conservare omogeneità nella trama; ma di certo scrivere tutto
questo mi ha divertito e spero di aver imparato qualcosa.
A coloro invece che arrivano qui solo ora invece, rivolgo lo stesso i
miei ringraziamenti, e spero davvero che questa storia non vi abbia
solo incuriosito, ma anche emozionato (rispondo sempre ad ogni
recensione). Per me, in ogni caso, è stata una vera avventura :).
Restano solo due domande da fare a questo punto: si può dire che io
scriva per diletto (principalmente il mio xD), ma pubblico perché spero
di darne a qualcun altro. Quindi, pensate che valga la pena che scriva
una seconda raccolta per ME2? O vi ho annoiati così tanto che dovrei
andare a nascondermi sotto un sasso xD? E dopo 35 capitoli, quali pensate
avrebbero potuto essere i margini di miglioramento per questa storia?
Se i pareri saranno positivi, sarà anche mio piacere mettermi a scrivere
di ME2... tenente conto però che come in altre cose, ci vorrà il tempo
che ci vorrà S:.
Grazie ancora a voi tutti dell'attenzione.
Hi Fis. |