8.capitolo
‘“Solo un bacio e poi
Se vuoi
Le labbra mie perdonerai’
‘Solo un bacio e poi
Se vuoi
Le labbra mie ritroverai”’
.Cit. Romeo&Giulietta Ama e cambia il
mondo.
‘”Madre, perché deve andare via? Non può restare con
noi?’”
‘”Oh Leda, ricorda sempre che gli
amici
devono avere la libertà
di essere lasciati andare. Se sono veri torneranno da te. E io
credo davvero che lui non ti lascerà mai, nemmeno ora che sta salendo sulla
carrozza che lo porterà via da noi. Con il corpo
è lontano ma
i suoi occhi veglieranno sempre su di te”
Leda si strinse di più
tra le braccia della
madre mentre, ancora poco convita, vedeva la carrozza andare via.
Il suo unico amico la stava lasciando ma le
parole della madre riecheggiavano ancora nella sua testa.
Lui sarebbe tornato.
E lei si sarebbe di nuovo sentita protetta.
Eppure qualcosa era cambiato.
In un momento tutto quello che le era
intorno cambiò
Una forte nebbia aveva investito sua madre
facendo sparire il suo abbraccio caldo su di se. Da bambina si ritrovò
adulta e sola. E di
nuovo il suo cuore iniziò a battere per la paura, cercò
di chiamare la carrozza che piano piano si
allontanava da lei. Cercò di urlare ma dalla sua bocca non uscì
nemmeno un suono striminzito. Voleva correre,
urlare, piangere ma si sentiva bloccata. Avrebbe voluto che il suo
amico
scendesse da lì e le dicesse che sarebbe andato tutto bene ma
nulla di tutto ciò accadde.
Si lasciò andare a terra mentre le nubi avvolgevano il
suo
corpo stanco. Forse stava per morire anche lei, e provò
un grande senso di
smarrimento perché
in quel momento avrebbe voluto tornare, vivere, rivedere i suoi
occhi.
‘’Quali occhi?’’
Leda si girò nervosamente dalla parte in cui veniva quella
voce.
Avrebbe voluto rispondere che cercava i
suoi occhi dolci, quegli occhi che l’avevano amata
incondizionatamente. Che la
avevano espresso fedeltà e amicizia. Che sarebbero stati per
sempre con lei.
‘’Di che colore sono i suoi
occhi?’ e
quella voce ora era calda al suo orecchio,come se volesse farle capire
che in
realtà stava
cercando gli occhi sbagliati. Che in realtà la persona che cercava non era più
il suo amico ma qulcuno
che aveva preso il suo posto già da tempo.
Si portò inconsapevolmente una mano sul petto, quel
cuore
che aveva battuto fino adesso, aveva smesso di battere. Il suo corpo
piano
piano stava diventando freddo,come se il marmo stesse prendendo il
posto della
sua pelle calda e viva.
‘’Sai perché ti sta succedendo questo?’’
Leda spalancò gli occhi. La voce calda aveva preso una piega
spietata e finalmente riuscì
a dare un senso a
quell’inclinatura. SE avesse avuto ancora un corpo
avrebbe sicuramente tremato dalla paura ma ormai era diventata di
ghiaccio. Di
ghiaccio come era la misteriosa donna del ballo.
‘’Non puoi rispondere perché stai
morendo. L’usurpatrice sta morendo perchè è una
traditrice.
L’usurpatrice
verrà
decapitata per mano di chi pensava di amarla.’
“’Decapitata? Perchè? Cosa
ho fatto?’
Leda si stupì di come le uniche parti del corpo ancora vive
erano i suoi occhi e la sua bocca che chiedevano, imploravano quella
voce di
spiegarle cosa avesse fatto per meritarsi una simile morte.
‘’Lo sai, pensaci. Sai cosa hai
fatto.’
LEDA.
Ora la voce era cambiata.
LEDA.
Sentiva come una pressione sul collo mentre
il suo nome echeggiava intorno a lei.
LEDA.
SVEGLIATEVI.
Svegliarsi?
Svegliarsi da cosa?
Lei sentiva sempre di più gli occhi
farsi pesanti. Forse stava davvero morendo, era stata punita perché aveva scelto
una via che andava contro i suoi principi.
Perché aveva ceduto.
Quella voce aveva ragione.
Era un usurpatrice.
Stava vivendo la vita di qualcun altro.
LEDA.
Il freddo che sentiva stava piano piano
svanendo, la sua faccia era come smossa da una sorta di strano calore.
Come se
qualcuno avesse appiccato del fuoco sul suo viso.
LEDA PER L’AMOR DEL CIELO SVEGLIATEVI.
E di nuovo il calore divenne quasi
insopportabile. Nella sua mente tornò ai suoi 14 anni,quando le fiamme avevano
avvolto la sua casa, i
suoi mobili e il corpo di sua madre.
LEDA,TORNATE DA ME.
Non seppe se fu la voce così
dolce ma allo stesso
tempo triste che la chiamava incessantemente o la luce che vedeva
riflettersi
sulla sua vista buia che le fece aprire gli occhi di scatto per poi
trovarsi
una candela troppo vicina al suo viso.
"Noo,non vi avvicinate a me."
Leda si alzò
di scatto spingendo via la candela che Richard aveva in mano che poi andò
a finire a terra
spegnendosi per la botta ricevuta. Leda si allontanò
il più
possibile
aandanosi a rifugiare dietro la scrivania che l'uomo usava come base
per il suo
lavoro.
Richard dal canto suo si ritrovò
spiazzato dal
comportamento della ragazza. Si ritrovava ad osservarla da per terra.
Guardava
come quel corpo fosse cambiato nel giro di pochi istanti.
Erano tornati da poche ore dal ballo,
tornati dal momento in cui non avevano smesso un secondo di baciarsi e
sfiorarsi. Leda si era addormentata nella carrozza con la testa
appoggiata alla
sua spalla e con i capelli che lo inebriavano con il loro profumo.
Quella donna
lo aveva stregato. Stregato con la sua franchezza, con la timidezza e
con la
sua delicata e misteriosa bellezza. Non voleva interrompere quel
momento tra di
loro, quella tenerezza che si era creata e che chissà
fino a quanto sarebbe
durata.
L'aveva portata nel suo studio e l'aveva
appoggiata sul divano per continuare a godersi della sua presenza e del
suo
viso dolcemente addormentato. Avrebbe continuato a guardarla per sempre
fino a
quando il suo viso non aveva mutato espressione. Da serenamente
addormentata
era passata ad avere delle contrazioni facciali di grande sofferenza.
Il suo
corpo era come preso da spasmi e continuava a chiedere cosa avesse
fatto per
meritarsi di morire.
Aveva cercato di scuoterla per farla
risvegliare ma niente sembrava riportarla nel mondo reale. Aveva
iniziato a
chiamarla e in quel momento si ricordò del trucco che usava sua madre per farlo
svegliare quando era piccolo. Era solita chiamarlo dolcemente mentre
passava
una piccola candela dalla fiamma quasi spenta in modo che la luce
invadesse le
sue palpebre chiuse e chiedesse al suo corpo di risvegliarsi. Ogni
volta che lo
usava lui in automatico si svegliava e per quanto negli anni quel
trucco gli
sembrasse ridicolo,in quel momento decise di provarlo ma mai immaginò
una reazione simile
dalla ragazza.
“” Leda" riuscì
a pronunciare mentre
osservava la ragazza farsi sempre più piccola per poi vederla accasciarsi dietro la
sedia e lasciarsi
andare ad un pianto disperato. Richard si alzò
da terra buttando la candela nel camino. Si
avvicinò nel
luogo dove provenivano quegli intensi singhiozzi e la ritrovò
con la testa appoggiata
sulle ginocchia e con i capelli che le ricadevano in disordine fino
alla
schiena.
" Leda" disse questa volta dolce
mentre appoggiava la mano su quei capelli setosi. La sentì
tremare ma ringraziò Dio che non lo fece
scansare.
"Ditemi cosa è successo,ditemi cosa vi ho fatto
per farvi reagire in questo modo." Per tutta risposta ebbe i suoi occhi
rossi
e bagnati di lacrime che l’osservavano con serietà
e diffidenza. Richard si chiese cosa ci fosse nel
passato di quella donna che aveva tanto turbato la sua vita. Non sapeva
quasi
nulla di lei, soltanto che era la parente povera di una famiglia
facoltosa e
che l'aveva presa con se dopo la morte dei genitori.
Chi era davvero questa donna?
E cosa davvero gli stava facendo?
Per un secondo gli balenò
in mente di lasciar
perdere tutta la storia del matrimonio, di allontanarla da lui, di non
portare
avanti quella assurda storia.
Non poteva essere sostituita.
Non per quello che aveva in mente.
Se solo ci fosse stata un altra soluzione,
se solo avesse avuto davvero il potere di cambiare tutto.
" Non fatelo mai più,
vi prego." la voce
interrotta solo da leggeri singhiozzi lo fece ritornare nel mondo
reale. A
Richard non poteva apparire più bella di così, nella sua fragilità
ma anche nel coraggio di ammettere le
sue paure. Si sedette
meglio accanto a lei, distendendo le lunghe gambe per stare
più comodo e
distrattamente portò i suoi lunghi capelli dietro le
orecchie godendosi della
smorbidezza di quei boccoli neri.
“Aiutatemi a capire, Leda. Non so
davvero
cosa vi ha arrecato tanto dolore, volevo solo svegliarvi."
Leda sospirò per quel dolce contatto
e per
quegli occhi azzurri che la guardavano ancora preoccupato. Le sue
labbra erano
così vicine alla sua guancia che ne poteva sentire il
calore. Era così intimo
quel momento che anche nel dolore ne poteva percepire la
sensualità. Sentiva il
cuore battere forte e si avvicinò di più a lui
per poi farsi cadere sul suo
petto sentendo il tepore dell’uomo.
”Richard.””riuscì
a dire sentendo un altro
cuore batterle nell’orecchio. Richard dal canto suo era
talmente amozionato che
non riuscì a fare altro che abbracciarla sentendo i suoi
capelli accarezzargli
il collo e il mento.
“Se non volete dirmi cosa
è successo non
insisterò"”
Leda si accocolò meglio nel suo
abbraccio e
per la prima volta in vita sua sentì il bisogno di
condividere con qualcuno la
sua storia. Con qualcuno che sentiva che poteva essere un nemico, che
sentiva
come se da un momento all’altro non l’avrebbe
più stretta come stava facendo
ora.
Che l’avrebbe perso.
Ma in quel momento non gli importò.
In quel preciso istante sentì
l’impulso di
dire la verità.
“Mia madre è morta in un
incendio, Richard.
E’ morta nel giorno del mio quattordicesimo compleanno."
Chiuse gli occhi
tornando a quel giorno e soprattutto al dolore nel vedere suo padre
prendere la
decisione più orribile della sua vita. Richard rimase in
silenzio ascoltando
quello che aveva da dirle. Ora capiva il perchè si era
così spaventata nel
vederlo con la candela vicino al suo viso. Si sentì in colpa
perchè gli aveva
fatto tornare alla mente il ricordo di quando la sua vita
finì.
"Mi dispiace,Leda..io,davvero.."
“Shh, Richard, non è colpa
vostra. Mia
madre credeva ciecamente nell’amore, diceva che era
l’unica forza in grado di
sfidare qualsiasi cosa negativa fosse successa. Credeva persino che
potesse
combattere la morte,ma alla fine non la salvò dal destino
crudele che le era
toccato." Sorrise mentre sentiva la mano di Richard sulla nuca, nel
silenzio che le dava , le stava trasmettendo più calore
delle tante parole che
aveva ricevuto nel giorno dei loro funerali.
““Tutti sanno che sia mia madre che
mio
padre sono morti in quell’incendio" si scansò dal
suo petto e ingonocchiandosi
staccò la mano dell’uomo dalla sua nuca e si mise
all’altezza dei suoi occhi
che ora la guardavano incuriositi cercando di capire che cosa fosse
davvero
successo quel giorno.
““Mio padre si è ucciso
davanti ai miei
occhi. Quel giorno non era ancora rientrato a casa quando successe
tutto, mia
madre mi chiese di aiutarla ad addobbare la sala da ballo con delle
candele. Le
adorava e diceva che la loro fiamma rappresentava l’amore
eterno. Avremmo
festeggiato il mio compleanno e la loro nuova promessa
d’amore ma purtroppo non
fu così. Avevo aperto tutte le finestre della sala, il tempo
non era dei
migliori ma pensavo che con il panorama che si vedeva da
lì,sarebbe stato
ancora tutto più bello"
Leda sentì gli occhi pizzicare, quel
profondo dolore che sentiva dentro si stava piano piano diffondendo.
Si sentiva in colpa per aver causato
quell’incendio
per una stupidita. Aveva creato una corrente d’aria mortale
imprigionando lei e
sua madre nel fuoco. Richard non potè fare altro che
assistere al pianto
disperato della ragazza. Non riuscì a muoversi, si sentiva
impotente davanti
all’ammissione di colpa della ragazza. Ma che avrebbe potuto
fare? Era stato
solo uno stupido incidente, un’incidente che avava cambiato
il decorso di tutta
la sua vita.
“Leda, avete vissuto con questo senso
di
colpa per tutti questi anni…ma non è stata colpa
vostra. Eravate solo una
bambina, non potete vivere con il dolore di essere stata voi."E quando
vide il suo viso farsi scuro la tirò verso di abbracciandola
forte. Sentì le
mani della ragazza aggrapparsi alla sua camicia. Come se lui fosse la
roccia da
cui dipendeva la sua salvezza.“
“Come potete dire no, se solo non
avessi
aperto quella dannata finestra..loro sarebbero ancora qui con me." e si
ritrovò
a pensare che forse non si sarebbe ritrovata nemmeno tra le braccia
dell'uomo
se la sua vita fosse stata diversa. Se sua madre e suo padre fossero
stati
vivi,lui l'avrebbe notata? L'avrebbe scelta?
Di nuovo le domande su quella relazione le
si ripresentarono spietate nella testa.
Anche in quel momento in cui gli stava mettendo
tutta la verità davanti, si ritrovò a pensare a
quanto fosse sbagliata quell’unione.
Se fosse cresciuta nella ricchezza,se fosse
stata una ragazza frivola e mondana come sua cugina,lui avrebbe chiesto
di lei?
Magari nella nobiltà
l’avrebbe amata di
più?
Oppure l’avrebbe scansata e avrebbe
scelto
un altra ragazza nelle condizioni in cui versava lei in quel momento?
Chiuse gli occhi di scatto come se quelle
domande le avessero causato dolore.
Perchè voleva scacciare
l’egoismo che aveva
provato in quell momento.
Provare quasi sollievo per quella vita solo
perchè gli aveva messo davanti Richard e in quel momento
capì cosa le stesse
dicendo il suo cuore.
Lei amava Richard.
Lui era la sua aria.
Lui era la sua stessa vita.
Era una dannazione.
Una malattia a cui non c’era cura.
Era lo stesso fuoco di cui aveva paura ma
allo stesso tempo ne voleva essere bruciata e consumata.
“Leda, è per questo motivo che non volevate accettare
la mia proposta di
matrimonio?" come risposta ebbe le braccia della ragazza strette ancora
di
più sulla sua schiena.
“Leda, vi guiro che vi
proteggerò. Non dovete
avere paura, io non vi abbondonerò,MAI.”
“Lo giurate? Giurate che non mi
farete
soffrire? Io sono stata tradita dal mio stesso padre. Quel padre che
diceva di
amarmi e di proteggermi. Quel padre che non ha retto alla morte della
moglie e
che ha preferito lasciare me nella completa disperazione della
solitudine che
lasciare andare lei nella morte. Giurate,dunque, voi,che alla fine mi
siete
estraneo…di proteggermi per sempre?”
Richard si sentì colpito come da una
tempesta.
Leda aveva questo potere. In un momento sembrava essere la pecorella
che doveva
essere salvata dal lupo, e il momento dopo si ritrovava lui ad essere
la pecora
che desiderava essere sbranato da quel lupo misterioso e intrigante.
L’aveva di nuovo messo di fronte alla
cruda
realtà. Lui che aveva in mente un solo piano quando
l’aveva scelta, ora si
ritrovava a fare nuove promesse. Voleva davvero proteggere quella donna
dal
mondo ma il problema stave che lei dove essere protetta da lui e dai
suoi
scopi. Ora lo guardava con una tale intensità e
serietà che tutto quello che
aveva in mente stava andando in frantumi. Le prese di nuovo il viso tra
le sue
grandi e calde mani e sorrise divertito quando vide gli occhi della
ragazza
farsi grandi per la sorpresa di quel gesto.
“Sarò forse un estraneo
per il tempo ma non
sono un estraneo al Vostro cuore. Se batte come batte il mio in questo
momento..” e Leda di rimando mise una mano su quel cuore di
cui tanto decantava
e tirò un sospiro di sollievo nel sentirlo battere
all’impazzata.
“Allora anche voi sentite che siamo
più
uniti di quello che pensavamo.” E così dicendo
Richard si avvicinò piano alle
sue labbra per poi unirsi ad un bacio che stava per suggellare una vita
fatta
di nuove promesse.
***
Quando l’uomo entrò nello
studio per poco
non tirò un urlo dalla vista che gli si proponeva davanti.
Tutto era
sottosopra, le tende erano state sdradicate giù, i libri
erano da una parte e l’altra
della stanza con mezzo colui che aveva provocato tutto quell caos.
“Robert…” fu
l’unica cosa che riuscì a dire
vedendolo sdraiato a pancia in su e con il bicchiere pieno di
chissà quale
intruglio stretto in una mano. Aveva la camicia aperta fino a
metà petto e i
capelli spettinati e sparpagliati sul pavimento. Sapeva già
cosa avesse turbato
l’animo del ragazzo ma preferì non professare
parola e si mise a mettere in
ordine quell disastro.
“Sono uno sciocco, fratello. Un
grandissmo
sciocco.” E bevve quel poco che restava nel bicchiere
versandolo anche sugli
angoli della bocca.
“Pensavo che non sarebbe caduta nella
sua
trappola e invece no,lei,lei,che credevo fosse diversa…che
ho promesso di
porteggerla a costo della mia stessa vita, ha lasciato che il lupo la
divorasse.” E furioso prese il bicchiere e lo
buttò contro la parete facendolo
cadere a terra in mille pezzi.
“Robert, per l’amor del
cielo.” Gli urlò
Andrew esasperato dal comportamento del fratello degli ultimi giorni.
Lo aveva
pregato di non immischiarsi in quella faccenda, ma lui e
l’indole dell’amico fedele
aveva avuto la meglio e ora si trovava a pagare le conseguenze per
essersi
messo in mezzo in quella situazione.
“Andrew…”
piagnucolò rialzandosi e
portandosi le mani alla testa come segno della pazzia che lo stava
divorando.
“Robert, smettila,ti prego. Non
rimanere
attaccato al passato. Lei è andata Avanti,devi farlo anche
tu.” E lo prese per
le spalle per farlo ragionare ma quello che vedeva nei suoi occhi era
tutto
tranne che ragionevole.
“Come faccio,eh? Dimmi come faccio a
dimenticarla?” e lo spintonò via andando verso la
bottiglia e pregando Dio di
farlo svenire oppure di dirgli che tutto quello che aveva sentito in
quella
stanza non fosse vero.
“Come lei ha dimenticato
te,Robert.”
Lasciò cadere lento il tappo della
bottiglia esaminando come quelle parole del fratello gli facessero male.
Era vero, lui aveva fatto di tutto per
mantenere la promessa. Per farsì che un giorno si sarebbero
rincontrati,per
aiutarla in quella vita che l’aveva distrutta.
Aveva fatto di tutto.
E lei invece si era dimenticata tutto e in
questo momento amoreggiava con un uomo che detestava con tutto se
stesso.
“Quindi non esiste più
nulla che io possa
fare…” lo disse più a se stesso che al
fratello ma la risposta che ebbe lo fece
girare di scatto nella direzione in cui proveniva una voce che
conosceva bene.
“Non tutto è perduto, mio
caro Robert.”
In quel momento sentì solo la voce
di Andrew
mentre le forze lo abbandonavano e sperando che tutto quello fosse un
semplice
e distorto sogno.
Angolo autrice:
Lenta lenta e senza farsi sentire,la
sconsiderata autrice esce fuori dal suo nascondiglio e chiede mille
volte scusa
per il tremendo e sfacciato ritardo nel pubblicare il nuovo capitolo.
Dovete scusarmi ma non ho nemmeno una
valida scusa per farmi perdonare se non facendo innamorare quei due
birbanti di
Leda e Richard.
Bene,bene,bene….da adesso in poi si
capiscono più cose e spero solo che Robert domani non si
svegli in un
manicomio.
Votate per la salute del piccolo
Robert!!!!!!!!!
Spero ma non prometto di aggiornare
presto!!!!!xD
Grazie ancora per i
commenti e le
visite alla mia storia!;)
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