Tutto per una parola

di 9Pepe4
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Tutto per una parola

Quando Dís rientrò, non poté fare a meno di notare che Thorin sembrava particolarmente stressato, e cercò i propri figli con lo sguardo.
Fíli, seduto sul pavimento, stava costruendo un muro coi cubetti di legno smaltato che gli aveva regalato Bofur. La sua espressione era estremamente concentrata, tanto che Dís si lasciò sfuggire un sorriso.
In quanto a Kíli, si trovava ai piedi dello zio, intento a rotolarsi a terra come un gattino. Steso sulla schiena, rivolse un sorrisone a Thorin e disse, con estrema chiarezza: «Elfo».
Dís sbatté le palpebre, mentre le labbra di suo fratello si contraevano.
Kíli si girò sulla pancia e si mise a quattro zampe, alzò di nuovo lo sguardo sullo zio e ripeté: «Elfo».
Dís, stavolta, sorrise divertita, perché l’espressione logorata di Thorin era uno spettacolo. «Da quanto va avanti questa storia?»
Thorin le rivolse un’occhiata. «Da troppo» rispose, con voce sofferente.
«Elfo!» cinguettò ancora Kíli, balzando in piedi.
Thorin gli rivolse una smorfia.
«Questo ti insegni a non inveire contro gli Elfi in presenza dei miei figli» commentò Dís.
«Io non…» iniziò a protestare Thorin, mentre Kíli proclamava: «Elfo».
«E allora dove l’ha sentito dire?» replicò Dís. «Sei fortunato che non stia ripetendo la volgarità che sono certa tu abbia accompagnato a quella parola».
«Forse l’avrei preferito» borbottò Thorin.
«Be’, io no» disse Dís, con voce tagliente.
Sapeva che Thorin, in realtà, non imprecava molto spesso nei riguardi degli Elfi, preferendo fingere bellamente che non esistessero. Doveva essere stato un pessimo scherzo del destino che Kíli fosse stato in ascolto proprio in quel momento.
Kíli si appoggiò alle ginocchia dello zio. «El… fooo» sillabò.
«Lo terrò a mente» disse Thorin. «Potresti dirgli di smetterla?»
Dís scrollò le spalle. «A breve si stancherà» affermò, «puoi resistere ancora un po’».
Gli lesse in volto che non ne era affatto certo. Probabilmente, per Thorin, avere un nipote che continuava a ripetere «Elfo» come se fosse stata la parola più bella del mondo era terribilmente snervante.
Dís, però, non aveva alcuna intenzione di venirgli in aiuto – una piccola vendetta per aver imprecato davanti ai bambini.
«Elfo, Elfo, Elfo!» acclamò Kíli.
Thorin rivolse lo sguardo verso Fíli, che si dedicava alla sua costruzione con cura religiosa. «Fíli» disse, «puoi convincere tuo fratello a ripetere un’altra parola?»
Fíli quasi non alzò gli occhi dai suoi mattoncini, e Dís rise sotto i baffi. «Gli piace quella».
«Elfo!» confermò Kíli.
«Non piace a me» affermò Thorin, tra i denti.
Fíli, allora, si girò a guardarli con un mattoncino in mano. «Kíli, di’ zio Thorin».
«Elfo!»
Suo fratello ci pensò su. «Di’ Elfo puzza». A quel che pareva, lo trovava un buon compromesso.
«Zio puzza!» esclamò Kíli, a dir poco radioso.
Thorin si strozzò con la propria saliva, mentre Fíli considerava la situazione e Dís si dirigeva rapidamente in cucina per non ridere in faccia a suo fratello.
Anche dall’altra stanza, sentì nitidamente il proprio primogenito che constatava: «Ha smesso di dire Elfo. Sei felice, zio?»








Note:
Non è niente di ché, lo so, ma era da un po’ che non scrivevo su questa famigliola, e mi mancavano.
Perciò ecco una flashfic di 500 parole :) Spero sia stata piacevole da leggere…




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