Quando suonò la sveglia, io ero già sveglia da un
po'. Sarà stata l'ansia, non lo so. So solo che per mezz'ora
mi sono girata e rigirata nel letto senza concludere niente.
Mi sono alzata e mi sono preparata per affrontare il mio primo giorno
di scuola.
Charlie era già andato al lavoro ein casa regnava un
silenzio pazzesco.
Guardai l'orologio e decisi che era meglio incamminrsi, se non volevo
aririvare tardi.
Presi una briosche al volo, accesi il mio mp3 e mi incamminai.
Sulle note di una delle mie canzoni preferite camminavo lungo il viale
e mi guardavo in giro.
Niente era cambiato, a parte qualche casetta e qualche albero in
più.
Quando arrivai vicino alla scuola, vidi macchine piene di ragazzi tutti
eccitati e pimpanti.
"Come si fa ad essere così già di prima mattina!"
pensai.
Passai in mezzo al cortile e appena mi avvicinai all'ingresso avevo
già mille occhi puntati su di me.
"Evvai comincia la tortra", andai in segreteria per sapere a quali
corsi ero stata assegnata. Guardai l'orario: prima ora scienze.
"Cominciamo bene!"
Ci misi un po' a trovare l'aula ma alla fine seguii uun gruppo di
ragazzi, che da quello che avevo sentito, andavano proprio nella mia
stessa classe.
In classe fui presentata dall'insegnante, una di quelle cose
imbarazzanti che non avrei mai voluto che succedesse.
< Ragazzi... vi presento Isabella Swan. Viene da Seattle e da
oggi sarà una di voi >
Tutti mi stavno fissando ma uno sguardo in particolare mi
attirò più degli altri.
"Non ci posso credere... la mia allora è sfiga!!"
< Isabella, vuoi dire qualcosa? >
< Ah ok. Io sono Isabella ma per gli amici Bella. Vengo da
Seattle e da qualche giorno vivo qui insieme a mio padre.
Spero di diventare vostra amica. >
Lui mi fissava e stava sogghignando. Che cavolo aveva da ridere non lo
so.
< Bene, Bella puoi andarti a sedere in quel banco vuoto vicino a
Edward >
"Ecco lo sapevo. L'unico posto libero doveva per forza essere quello
vicino a lui!"
Per tutta la lezione lui continuò a guardarmi e a ridere.
"Prima o poi lo prendo a pugni"
Alla fine non resistetti.
< Che hai da ridere tanto.. si può sapere??!! >
< Niente >
< Se fosse niente non rideresti >
< E che mi fai ridere >
< Come mai? >
< Devi proprio essere matta per trasferirti da Seattle in questo
buco >
< Ho i miei buoni motivi > gli dissi abbassando il viso.
< Posso immaginare > disse ridacchiando.
Quel tono trafottente non lo sopportavo più e per questo mi
vennero fuori parole che non volevo che uscissero.
< Nessuno può immaginare quello che provo. Fuggire
dalla propria vita, essere lasciata sola dalle persone a te
più care, essere incolpata ingiustamente.. >
< Cosa vuoi dire? >
Quando mi resi conto delle parole che avevo detto, mi
maledì da sola.
< Niente.. lascia perdere >
Per fortuna suonò la campanella e potei scappare da quella
conversazione che non avrei amai dovuto iniziare.
"Ma che cavolo mi è preso? Avevo promesso di non parlarne
più con nessuno!!"
Edward rimase in classe ripensando alle parole della ragazza.
"Cosa voleva dire? Improvvisamente si è
intristita...Avrò toccato un tasto dolente..."
pensò Ed.
< Ehi Ed, che fai ancora lì, andiamo? > chiese
Emmett.
< Si, arrivo > prese la sua roba e uscì.
Cosa succederà nel prossimo capitolo?? aspettate e vedrete...
scusate se questo capitolo è un po' cortino ma mi
farò perdonare con il prox...
un grosso grazie a chi legge la mia storia e chi mi lascia anche un suo
commentino..
Ringraziamenti:
- principessa
leila: grazie per il tuo ennesimo
commento.... per le anticipazioni della mia storia dovrai aspettare i
prossimi capitoli.. baci ale
- kati07 :
scusa davvero tanto se mi sono fatta spettare così tanto ma
a causa della scuola e dell'influenza ho avuto poco tempo per
aggiornare la ia storia... a presto ale
alla prox
alexis_92
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