HALLOWEEN TALES
HALLOWEEN TALES
11
PANSY’S TALE part 3:
Quei
quattro giorni che la separavano dal ballo erano finalmente passati.
Tra
le occhiate severe e agghiaccianti di sua madre, i suoi bagni bollenti, i salmi
e le preghiere.
Kate
aveva sentite le sue urla strazianti durante tutte quelle notti.
Invocava la pietà di Dio e pregava con implacabile bramosia.
E
Kate aveva soffocato un rantolo, stringendo forte a se il suo cuscino.
Erano
stati giorni da inferno, eppure erano passati.
Mancavano ormai poche ore al grande evento.
Kate
sorrideva,mentre spazzolava delicatamente i suoi capelli lucidi e lisci come
seta.
Sorrise, mentre si guardava allo specchio.
E si
disse che quella era la volta buona per far colpo sugli altri.
Per
dimostrare chi era realmente.
Il
suo sorriso a trentadue denti perse gran parte della sua gioia quando vide l’
ombra scura e nera di sua madre dietro di lei.
Aveva
gli occhi neri e lucidi che schizzavano su di lei come impazziti.
-
Vergognati
Kate – sussurrò.
Con
quella voce sibilante che prometteva di sfociare in pazzia da un momento all’
altro.
-
Sei ancora
in tempo per redimerti. Con un po’ di preghiera Dio, perdonerà la sua stoltezza
–
Kate
l’ ignorò.
-
Cristo, il
tuo peccato lorderà anche la mia anima!Il peccato s’ estenderà su questa casa e
lederà i nostri cuori fino ad allontanarli da Dio! -
Quelle grida avevano distrutto il cuore di Kate a mille pezzi.
I
suoi occhi erano diventati a quel punto brucianti e Kate s’ era sentita come se
stessa soffocando.
-
Stai zitta!
– aveva urlato in quel momento, mentre un rimbombo le riempiva la testa.
Poi
la rabbia aveva preso a zampillare fuori dalla sua anima e senza neanche farci
troppo caso aveva stretto forte le mani al collo di sua madre, col chiaro
intento di ucciderla.
Sua
madre era sbiancata in volto e con un filo di voce aveva invocato l’ aiuto
divino.
Gli
occhi di Kate erano chiusi in due fessure.
Poi
una luce gialla le aveva attraversato il busto che con potenza aveva spinta a
terra.
Sua
madre aveva vinto.
Lei e
il suo Dio.
Kate
vide lo stesso fervore che prima aveva invaso lei, negli occhi di sua madre.
Indietreggiò strisciando.
Sua
madre sorrideva.
Cercò
di fuggire da lei.
Strisciando a terra. Tentava d’ alzarsi ma le sue gambe erano come paralizzate.
-
Non
diventerai la sposa del demonio che t’ ha creato!! Redimerò la tua anima col
modo più sacro ed estremo che conosco –
Strillò sua madre.
Poi
prese sua figlia per il polso e la trascinò nello scantinato con la forza.
Lì vi
era una grossa croce di legno.
Kate
la guardò a lungo e le parve davvero inquietante.
-
Spogliati –
le ordinò sua madre.
Kate
lo fece. I suoi vestiti cadderò sul pavimento di legno in un rumore secco.
Sua
madre la spinse in un grosso catino di legno.
-
Sono stata
stolta – disse la donna sospirando – credevo che l’ acqua sarebbe bastata a
purificarti -
Prese
un panno di stoffa e lo immerse nella candeggina.
Fu
con quello che il corpo di Kate riacquisì la purezza.
La
ragazza aveva strillato di dolore durante tutto il tempo.
-
Ora indossa
questo – disse sua madre, porgendola un panno di lino unto.
Kate
ubbidì.
Aveva
freddo. Freddo e paura.
Tornò
a guardare la croce di legno.
Poi
il crocifisso che v’ era si di una parete.
E d’
un tratto capì.
Il
cuore prese a batterle all’ impazzata. Di nuovo quella terribile sensazione di
soffocare.
Tentò
di scappare ma sua madre si gettò su di lei.
-
Non voglio
morire – disse
-
Devi, per il
bene della tua anima –
Kate
chinò il capo.
Sua
madre la spinse sulla croce.
-
Mostrerai al
Cristo la tua devozione morendo così come lui ha fatto –
Kate
tacque.
Un
unico, selvaggio e straziante grido di dolore bagnò la sua bocca quando un
chiodo alla vena del polso la unì alla croce.
Un
altro chiodo.
Al
polso.
Poi
altri ai piedi.
E
mille grida strazianti.
Il
suo sangue caldo e fluido le bagnò il corpo.
Sua
madre sorrise .
Mentre con la candeggina tamponava il sangue.
Poi
s’inginocchiò dinanzi a quella croce.
E
iniziò a pregare.
-
Signore
accogli in paradiso la tua pecorella smarrita, che solo sulla fine del suo
cammino ha ritrovato la tua strada di luce –
Kate
ormai non urlava più. Non aveva le forze. Mille dolori l’ accompagnarono alla
morte.
Insieme alla voce di sua madre. E al suo sguardo perso.
Divennero schegge nella mente.
Chiuse gli occhi.
Mentre fuori dalla quella casa, un ragazzo bussava alla porta.
-
Dì un po’
Pansy, ti sei ispirata alla Granger per questa storia? – esclamò Draco al
termine del racconto.
Tutti i Serpeverde scoppiarono a ridere.
-
Vaffanculo Malfoy – replicò Hermione, stizzita.
-
Comunque
dovete ammettere che v’ ha spaventato un bel po’ … - disse Pansy sorridendo.
-
Un
pochino… - disse Ron, con tono indifferente.
-
Dì un po’
Weasley, sapresti fare di meglio? – lo sfidò lei acida.
-
Te lo
dico io. Nella casa in cui si ritrova, tra la Piattolina e quella strega di sua
madre… potrebbe spaventarci tutti raccontandoci soltanto la sua estate –
-
Sentì un
po’ Malfoy, se ti becco io ti do un cazzotto… -
-
Raccontaci la tua storia Ronald – disse Hermione – io voglio ascoltarla –
Ecco a voi il gran finale!! Che ne dite? Spero abbiate gradito……
A
giusyangel: eh si, matta da legare… un po’ come la mia (eh eh eh.. scherzo
ovviamente)
A
Stephenye: immagino eccome, m’ è capitato una volta ed è fastidiosissimo.
Comunque ti ringrazio per i complimenti. Un bacio
A
Lacrimosa: ecco a te il finale, spero non ti abbia deluso. Un bacio
A
balakov: anche a me quella scena piace molto. È molto horror!!
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