N.d.A.
Salve a tutti! Ebbene eccomi qui con l’ultimo capitolo di
questa What if . Ringrazio
moltissimo chi ha
seguito questa storia e chi la ricorderà! Non ho molto altro
da dire prima che
leggiate, solo spero che ne apprezziate la conclusione! E, per il resto,
vi
aspetto nelle note post capitolo.
A
dopo, quindi!
Postludio: “What the world
owes me”
Darcy
aveva cominciato a camminare.
Camminava
lenta e si sentiva come un autostoppista colto da una grandinata.
Quello che
provava non poteva essere ignorato e non poteva essere nascosto. Erano
sensazioni che le scivolavano sulla pelle, emozioni che si erano accese
nell’iniquità del tempo presente.
Avevano
lasciato Asgard con l’aiuto di Lady Sif e dei tre guerrieri e
grazie a Loki
avevano raggiunto Svartalfaheimr, il regno degli Elfi Oscuri.
Lei
si era occupata di Jane, sempre più sopraffatta dal potere
dell’Aether,
un’energia malvagia che la divorava da dentro, mentre i due
fratelli si erano
confrontati e scontrati trovando infine una sorta di compromesso.
E
poi erano scesi in battaglia, una guerra che aveva visto il Dio del
Caos
spegnersi fra le braccia di Thor, in un gesto altruista con cui aveva
pagato l’aspro
prezzo di quella che chiamavano lealtà.
Le
urla di dolore del loro compagno erano risuonate in
quell’attimo e nei mille
anni dopo, nella consapevolezza di aver perso un qualcosa di appena
ritrovato.
Darcy
aveva osservato il suo volto privo di vita, un corpo freddo che
rivelava le sue
vere discendenze. Aveva sentito il cuore batterle in gola, un pianto
soffocato
per quell’uomo che segretamente aveva iniziato almeno un
po’ a comprendere.
Aveva
incrociato le braccia come per fermare un malessere crescente, aveva
guardato Jane
senza essere sicura di vederla e insieme si erano riunite al Dio del
Tuono, a
un frammento del suo stesso cordoglio.
“Che
cosa facciamo adesso?”
Lei
aveva ascoltato la richiesta dell’amica senza parlare e aveva
seguito l’eco
della sua voce perdersi nella grotta che avevano scelto come riparo, un
rifugio
dal vento e da quello che era stato.
Poi
era uscita di nuovo all’aperto, si era appoggiata alle rocce
sporgenti e li
aveva lasciati padroni di una decisone da prendere, una soluzione che
li
avrebbe potati lontani.
“Un
attimo! Questa è la mia suoneria! Il mio cellulare deve
essere qui, da qualche
parte!”
Jane
si era inoltrata nella penombra con passi svelti e decisi. Passi che si
erano
persi come fruscii nel rumore di altri passi. Finché i
mormorii erano cessati e
il silenzio era arrivato, una quiete improvvisa che aveva risvegliato i
suoi
sensi dal torpore.
“Jane?
Thor? Dove siete finiti?”
La
brezza gelida che s’infrangeva sulle rocce fu
l’unica risposta che le sue
orecchie riuscirono a udire.
Rimase
ad ascoltare e solo dopo si concesse uno scatto d’ira e di
sgomento.
Darcy
era rimasta sola.
Era
rimasta sola quando un bagliore
verde l’aveva quasi toccata.
Si
era voltata e aveva sorriso in
modo diverso dal solito, in una maniera che s’illuminava di
speranza. Aveva
corso verso quella luce improvvisa e quando le era arrivata vicina
aveva
sussultato.
Non
c’era niente ad aspettarla,
neppure quel corpo senza vita che si era aspettata di trovare. Aveva
chiuso gli
occhi mentre ispirando a pieni polmoni si era concessa di riflettere,
mentre
nel buio cercava la risposta che mancava. E quando aveva sollevato le
palpebre
l’aveva trovata perché Loki era di fronte a lei,
una sagoma di morte che
riaffiorava alla vita.
Il
dio l’aveva guardata con
quell’espressione risoluta che ogni volta era come un vuoto
d’aria, un respiro
che si spezzava e moriva in un altro sospiro.
“Sei
vivo.”
Il
sussurro si era perso nello
spazio. Non sapeva cosa cercare sul suo volto e
nell’incertezza si era
avvicinata. Aveva appoggiato le mani sul suo petto ignorandone la
possibile
reazione, lo aveva fatto provando ad immaginarne i pensieri e nel suo
sguardo
aveva colto l’essenza del presagio che ogni essere umano si
portava appresso.
In lui albergavano la stanchezza e il dolore, stati d’animo
che solo chi aveva
ingannato in nome di un diritto negato poteva comprendere.
E
nel vortice di quelle percezioni
le labbra avevano sfiorato le altre labbra. Un tocco lieve con cui era
rimasta
immobile per sempre, finché staccandosi il tempo era tornato
normale.
Loki
l’aveva lasciata fare e dopo
era tornato a baciarla. Aveva portato le dita affusolate fra i suoi
capelli e
il contatto era diventato vero, un misto di saliva, passione e pensieri
contrastanti. E come l’aveva cercata l’aveva
allontanata.
“Perché
sei ancora qui?”
“Dobbiamo
trovare gli altri. Non so
dove siano finiti. Credo che in qualche modo abbiano raggiunto la
Terra.”
Darcy
aveva usato il tono più fermo
che conosceva, aveva fatto qualche passo verso la grotta e
all’improvviso aveva
deciso di fermarsi.
Dentro
di lei c’era un contrasto
fatto di disillusioni e di sogni, come chi si era alzato una mattina
comprendendo in un solo momento la differenza tra realtà e
aspettative, tra
normalità e perversione.
L’uomo
alle sue spalle portava una
maschera e dietro ad essa nascondeva il suo vero essere, sprazzi di
umanità che
si annerivano nell’attesa di una rivalsa da sempre troppo
agognata, una
rivincita a cui ancora non era pronto a rinunciare.
“Tu
non verrai, vero?”
“No.”
Quel
monosillabo conteneva molti
significati, forse un mondo intero.
“Che
cosa farai adesso? Mi
ucciderai?”
Loki
l’aveva guardata e non aveva
trovato traccia di rammarico nei suoi occhi, un senso
d’inquietudine che forse
avrebbe preferito trovare. Era un istante che si componeva di specchi,
frammenti che riflettevano il suo lato oscuro e frammenti che si
dipingevano di
un intento svelato, un’intenzione che non era certo di poter
attuare.
L’unica
verità era che avrebbe
voluto essere altrove.
“Heimdall.”
L’uomo
aveva pronunciato quel nome
con un tono di sentenza, come chi aveva osservato il suo stesso
pensiero prima
di trasformalo in parola.
Darcy
aveva assimilato quella
decisone trovandosi avvolta da un albore che sapeva di arcobaleno, una
luce che
li aveva avvolti portandoli dove tutto era cominciato, su quel ponte
colorato
dove cielo e terra s’incontravano. E una volta fermi Loki era
stato rapido. Con
un movimento della mano aveva pietrificato il Dio Bianco, un velo di
smeraldo
che lo aveva intrappolato.
E
lei ci aveva provato.
“Torna
sulla Terra. Vieni via con
me. Dopo tutto quello che hai fatto per Thor, per tua madre e per noi,
non
posso credere che per te questo non sia importante.”
Le
sue labbra si erano allargate
con l’amarezza tipica di conosceva la risposta.
E
nella consapevolezza aveva
continuato.
“So
che una parte di te vorrebbe
farlo, ma so che non lo farai perché l’altra parte
è così autodistruttiva, così
arrabbiata, che non potrebbe mai scegliere qualcosa di diverso da un
trono. L’altra
parte non può fare a meno di ciò che
significherebbe.”
Loki
aveva focalizzato il bene e il
male e in quel confine si era consumato. Nel silenzio aveva osservato
la
nascita di un paio di lacrime spontanee, gocce di sale che rigavano le
guance
della donna che aveva davanti.
Nella
penombra aveva allungato una
mano e con il pollice ne aveva cancellata una. Poi aveva deglutito
scoprendo
quanto fosse diventato difficile farlo.
“Io
l’ho fatto per me.”
“Non
è vero. Ma va bene lo stesso.”
Al
seguito di quella confessione il
dio aveva socchiuso le palpebre e con un movimento fluido delle dita
aveva
annullato tutti i suoi ricordi, reminescenze ormai lontane di quello
che era
stato. Memorie che si perdevano in un arco celeste diretto verso
Midgard, un
biglietto di sola andata verso quella che era la sua casa.
E
un attimo più tardi Darcy era
sparita.
Lui
si era voltato verso Asgard, le
gambe pesanti e il cuore tremante, una strada che minacciava di
condurlo all’apice
del suo destino.
Per
Loki sarebbe stato facile
tornare.
Riunirsi
a quel fratello ritrovato,
a quella fiducia persa e riacquistata, con quella donna che lo aveva
cercato e
aiutato senza chiedere nulla in cambio, sarebbe stato semplice.
Ma
rinunciare a ciò che aveva
sempre bramato sarebbe stato insopportabile.
E
il fato era anche quello, era la
consapevolezza di non poter partire per un viaggio sapendo cosa
lasciava alle spalle.
Non
è vero. Ma va bene lo stesso.
Il
Dio dell’Inganno aveva catturato
quel pensiero e per un istante ci aveva anche creduto, prima di
annullarlo e di
convertirlo in quella che era un’utopia lontana.
Forse
lo aveva tenuto sospeso per
lei, perché quello era ciò che voleva ricordare.
Qualcosa che avrebbe potuto
regalarle insieme a quella vita che aveva deciso di lasciarle. O forse
perché
semplicemente l’idea di seguirla lo aveva sfiorato almeno una
volta, quel tanto
che bastava per insinuare in lui un senso di malessere, un sentimento
sbagliato
che mai lo avrebbe abbandonato.
E
mentre scacciava quella disforia
sfiancante il suo corpo mutava, le sue sembianze quelle di qualcun
altro,
quelle di un sovrano presto rimpiazzato e dimenticato.
Era
il Padre di Tutti e finalmente
poteva regnare.
Una
scelta intrapresa perché infondo
il mondo glie lo doveva.
Note:
Bene! Adesso alcune spiegazioni sono d’obbligo! Come avrete
capito e letto,
questa What if ha ripercorso in
maniera –più o meno fedele- la pellicola originale
di Thor: The Dark World, solo con
la piccola eccezione che Darcy
questa volta è approdata su Asgard insieme al dio del tuono
e all’amica Jane.
Ecco,
dato il presupposto, ci
tenevo che la conclusione rispecchiasse quella del film. Ovvero volevo
l’inganno
e volevo Loki
sul trono! Una fine doverosa per il personaggio! E,
già che ci siamo, vi condivido anche altre due bellissime
immagini: immagine1,
immagine2.
Comunque, per questo
motivo principale, con Darcy non poteva accadere niente di
più oppure niente di
diverso. Lui doveva scegliere il
trono. Se così non avesse fatto… non sarebbe
stato Loki!
In
ogni caso, anch’io come voi,
speravo e volevo una conclusione meno sofferta, più un lieto
fine, per questo
ho deciso di tralasciare volutamente alcuni spezzoni della battaglia
contro
Malekith. Vi starete chiedendo: e che c’entra?
Bé,
semplice, li ho serbati per la
one shot che intendo scrivere adesso! Una storia che sarà la
conclusione
effettiva di questa What if. Non sto
a darvi adesso i particolari, ma conto di pubblicarla fra un paio di
sabati,
fra quindici giorni al massimo. La pubblicherò unendola a
questa con la voce ‘serie’.
Che ne dite? Vi piace l’idea? Adesso ho parlato fin troppo,
quindi lascio a voi
la sentenza, sperando di sapere il vostro parere sulla storia! A
presto. Giulia
PS. Questa
immagine di Loki
e Darcy potete considerarla un po' il trailer della one shot!
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