Se avete clikkato sul tasto "ultimo capitolo", e non avete letto
l'avvertenza, vi dico che ho fatto il colpaccio e ho aggiunto 3 capitoli
insieme, per permettere di avere la continuità. Quindi tornate indietro
al capitolo 18^^ altrimenti, se avete già letto gli altri due,
continuate pure.
Se volete, potete leggere questa piccola shot con sottofondo la Ending
di Soul of Gold “Yakusoku no Ashita”; non l’ho fatto apposta, anzi, l’ho
aggiunta dopo questa cosa del sottofondo, ma mi sa tantissimo di
tragedia, però vissuta insieme, e da quel poco di dolce che c’è in
questa scena.
Vi auguro buona lettura, e al prossimo lavoro… se avrò il coraggio di fare qualcos’altro. =)
Epilogo
Battaglia contro gli Angeli di Àrtemis
La fatica si stava impossessando di entrambi. Questa volta, nemmeno
la potenza di Phoenix Ikki era stata sufficiente a sconfiggere il loro
avversario. Certo, lo aveva indebolito, ma Teseo, Angelo alle dipendenze
di Àrtemis, Dea della caccia e della Luna, sembrava ancora voglioso di
combattere.
Ikki, ripresosi dal tremendo colpo subito, si aggrappò alla mano che
il fratello gli tendeva e si tirò su dalla polvere e dal sudore caduto a
terra. I due si scambiarono uno sguardo d’intesa, e subito si
posizionarono l’uno di fianco all’altro, preparandosi ad attaccare
insieme quell’Angelo mostruoso.
Metticela tutta.
Shun spalancò gli occhi quando avvertì quella voce profonda nella
sua testa. Si voltò di scatto alla propria sinistra, e lo vide.
Una mano poggiata sulla sua spalla, in segno di incoraggiamento.
Quel corpo, ora avvolto da una tunica candida, sembrava luminoso e vivo.
I lunghi capelli corvini, smossi dal vento, il volto affilato e
diafano, quelle labbra carnose e sorridenti e quegli occhi, così limpidi
e profondi come un cielo stellato a gennaio, ora trasmettevano
felicità.
Shun non poté che sorridere di rimando, chiudendo gli occhi ed arrossendo leggermente.
Quell’apparizione, così come era arrivata silenziosamente, scomparve
dissolvendosi in una nuvola di scintille color del Sole e di piume
bianche, che vennero trasportate dal vento.
Sì, Shun ne era certo. Si voltò in direzione di Teseo, che aveva
cominciato a temere per la propria vita, visto l’enorme emanazione
cosmica della Fenice. Espanse a sua volta il Cosmo, e da lì l’Angelo non
poté più nascondersi dall’orrore della morte.
Nulla avrebbe potuto ostacolarlo. Lui credeva in Athena, credeva
nella giustizia, e credeva nell’amore. L’amore che aveva reso cieco
perfino un Dio, e che poi gli aveva ridonato la luce.
Grazie!
Thanks to my Dear.
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