Irritante!
29. Attesa
Ed eccolo lì Reno, fuori dalla porta di quel maledetto
ufficio. Gli era stato intimato di attendere lì fuori,
mentre Rufus finiva di firmare alcuni documenti.
Era sempre così, lui commetteva qualche errore di poco conto
in missione e subito veniva richiamato dal presidente in persona, che
gli faceva notare i suoi insignificanti errori.
La solita solfa, ormai capitava spesso, ormai si sentiva dire sempre le
stesse cose e Reno comincia ad essere stufo per questi continui
richiami. Trovava la cosa dannatamente fastidiosa. Sapeva anche da solo
di essere un tipo impulsivo, che non rifletteva a lungo sulla
situazione e si buttava a capofitto, ma non ne poteva più di
sentir ribattere su quell'argomento.
Che senso aveva continuare a ripeterglielo? Ne era consapevole. Se
continuava a sbagliare non era certo perché non aveva capito
il punto, tutt'altro, semplicemente continuava a fare di testa sua.
Non era una buona scusa, ma Cristo santo, lo sapeva!
Sentire poi la voce altezzosa di quel bastardo di Rufus gli faceva
salire il nervoso, ma dato che era routine e doveva sopportarlo ancora
una volta, beh, che uscisse da quel fottuto ufficio e gli facesse la
consueta ramanzina.
Ciò che più detestava Reno era aspettare e
accidenti se il Presidente si faceva attendere. Ecco un'altra cosa da
aggiungere alla lista dei difetti del capo.
Non che lo odiasse, dopotutto erano anni che lo conosceva,
però era così maledettamente irritante che
vederlo era ciò che avrebbe voluto evitare. Peccato che Reno
non poteva tralasciare i richiami del Presidente, doveva solo ubbidire
e sperare che quella tortura durasse il meno possibile.
"Se proprio devo aspettare, lo farò in dolce compagnia."
sbuffò, estraendo una sigaretta dal pacchetto. Lui fumava in
diverse occasioni, quando era nervoso, quando voleva rilassarsi e
quando non aveva niente da fare. Quindi, sempre.
Si sedette sul pavimento, con la schiena appoggiata alla parete,
osservando con sguardo torvo la porta che era ovviamente chiusa,
aspettando con ansia che si aprisse. Se presto non sarebbe accaduto, se
ne sarebbe andato.
Dopo aver pensato tale assurdità, si rimangiò
quel pensiero, in ogni caso sarebbe stato chiamato nuovamente e si
sarebbe raddoppiata la sfuriata. Meglio attendere ancora, piuttosto che
sentire le lamentele del capo.
"Mi chiedo cosa diavolo abbia da fare di così urgente! Non
lo sopporto." farfugliò, nella speranza che Rufus lo
sentisse. Peccato che la porta fosse sigillata, era impossibile che
quell'imprecazione fosse arrivata alle orecchie raffinate dell'uomo.
Distrattamente scrollò la cenere per terra, affondandosi una
mano fra i capelli, in preda a una crisi di nervi.
"E poi si lamenta che rallento il lavoro... per forza! Se solo lui si
sbrigasse eviterei di farlo." con stizza si alzò dalla
posizione ormai scomoda per dirigersi verso la finestra vicina.
L'aprì e si appoggiò al piccolo balcone,
guardando fuori, cercando qualsiasi forma di distrazione, ma com'era
ovvio non trovò nulla di interessante.
Allora, esasperato tornò davanti alla porta e decise di
richiamare nuovamente l'attenzione del Presidente, forse si era
dimenticato che fosse lì da ormai venti minuti, se non di
più. Bussò alla porta e aprendola si
affacciò, notando Rufus intento a firmare varie carte,
troppe per i suoi gusti. Per un attimo pensò che se fosse
stato al suo posto avrebbe dato fuoco a tutto quanto.
"Non ti ho forse detto di aspettare fuori?" eccolo lì,
quell'odioso tono di superiorità che si conviene ad un
personaggio importante e al di sopra di tutta la merda che ha intorno.
Reno si trattenne dallo spegnergli la sigaretta in fronte e sbuffando
espresse il suo disappunto.
"Sono venti minuti che aspetto, capo." trattenersi era servito a poco
dato che l'irritazione era stata ben mostrata dal tono seccato della
voce del Turk, che non era sfuggito alle orecchie acute del biondo, che
gli regalò uno sguardo perforante.
"Credimi non mi sto divertendo, sto cercando di sistemare il casino che
hai combinato l'altro giorno." adesso capiva, doveva sempre trovare un
modo per attaccarlo. Doveva proprio piacergli punzecchiare il rosso.
"Ah davvero?" puntualmente Reno, non riusciva a tapparsi la bocca,
sparando frasi che straripavano di sarcasmo.
"Sì idiota. Se proprio non hai la pazienza di aspettare, non
stare sulla porta. Entra e togliti dalla bocca quel sarcasmo." colpito
in pieno. Le vene sulla fronte del Turk avevano cominciato a pulsare
senza controllo, ma almeno stavolta Reno si impose di stare zitto.
Solitamente non ci riusciva, non gli piaceva starsene a subire senza
ribattere, ma con Rufus era meglio farlo, per quanto si sentisse
soffocare.
Con Tseng era già diverso, nonostante fosse anch'esso suo
superiore, riusciva comunque ad imporre le sue ragioni, senza
guadagnarsi ramanzine varie o peggio, punizioni, in quel momento
avrebbe tanto voluto essere al suo cospetto.
"Sai vero quanto fosse importante per noi quella missione?" Reno si
morse le labbra, annuendo in silenzio con un cenno del capo. Avrebbe
tanto voluto urlargli contro, dirgli che tutti sbagliano e che non
c'è bisogno di fare tanto macello per un errore, di lasciar
correre una volta tanto.
"Bene. E tu te lo sei lasciato scappare, ovviamente!" il Turk, strinse
le mani a pugno, le nocche si tinsero di bianco per la forte pressione,
ma non poté far altro che annuire nuovamente, attendendo
un'altra frase sprezzante da parte del suo interlocutore.
"Hai idea di cos'hai causato?" Reno stavolta non sapeva cosa
rispondere, se avesse dato retta alla sua impulsività
avrebbe risposto scrollando le spalle e dicendo che secondo lui non era
così grave, ma se così avesse fatto probabilmente
il Presidente non avrebbe aspettato due secondi prima di lanciargli
contro qualcosa.
"No, a quanto pare non lo sai, se così idiota da non capire
la gravità della situazione..." sbuffò lui
apparentemente esasperato.
Il ragazzo però stavolta non si trattenne, possibile che
quell'uomo non parlasse mai chiaro? Se proprio doveva infierire che lo
facesse per bene, completando il discorso.
"Beh spiegamelo tu allora visto che sono così idiota da non
arrivarci!" Rufus si stiracchiò, puntando i suoi occhi di
ghiaccio contro quelli di Reno, mostrando rabbia mista a noia. Si era
stancato di spiegargli sempre le stesse cose.
"Allora, vediamo se lo capisci. Quante volte ti ho detto che le nostre
azioni segrete devono restare tali? Qualora una spia si infiltri
nell'edificio e riesca a fuggire con delle informazioni che non possono
e non devono uscire da qui, voi dovete sbarazzarvi di loro, dovete
farli fuori! Non lasciarli scappare. Non possiamo permetterci che le
squadre anti-ShinRa scoprano informazioni importanti, lo sai meglio di
me Reno." il Turk sapeva benissimo quanta ragione avesse Rufus, ma non
sopportava di dover essere trattato così, se la spia gli era
sfuggita era per una distrazione, potevano capitare benissimo anche a
lui. Per quanto potesse sembrare perfetto, nemmeno lui lo era.
"E i Soldier allora? Non mi pare abbiano fatto un ottimo lavoro
lasciandolo entrare, no? Ah, ma qui sono io quello che si prende sempre
dell'idiota. Loro poverini, non hanno alcuna colpa!" per difendersi,
attaccava, con il Presidente era sempre stato così.
"Hanno avuto pure loro ciò che si meritano. Tu vedi di
pensare a te stesso." gli rispose, tornando poi con gli occhi sui
documenti, lasciati a metà poco prima. Questo per Reno era
un umiliazione, non era più degno nemmeno di essere guardato
in faccia, a quanto sembrava.
"Posso andare adesso?" chiese con stizza, dando le spalle all'uomo in
attesa di una risposta, che non tardò molto ad arrivare,
irritandolo ancor di più essendo negativa.
"No. Non puoi, non ho finito." ottima notizia. Cos'altro aveva quel
bastardo da sputargli addosso?
Reno afferrò nuovamente il suo pacchetto di sigarette e con
foga ne accese un'altra. Era agitato, lo si poteva vedere dal tremore
delle mani, che avevano trovato difficoltà con l'accendino.
Si appoggiò alla parete, in attesa che Rufus parlasse di
nuovo, quella era decisamente una delle giornate peggiori che il Turk
avesse vissuto, non vedeva l'ora che quello strazio finisse e potersi
finalmente godere un po' di relax, lontano dalla fonte del suo
nervosismo.
Il biondo alzò lo sguardo, sentendo l'odore della nicotina.
Solitamente gli avrebbe ordinato di spegnere la sigaretta, ma quella
volta lo lasciò fumare, notando il tremore che pervadeva il
corpo del ragazzo.
"Veniamo al dunque, in realtà ti ho chiamato qui per un
altro motivo." il rosso spalancò gli occhi, non ci voleva
credere, non solo lo aveva sottoposto a quella tortura, adesso
insinuava che era lì per un altro motivo. Quindi la
ramanzina non era compresa, forse. Non volle ribattere però,
aveva già esternato abbastanza i suoi pensieri.
Rufus si alzò dalla sedia e andò a sedersi sul
bordo della scrivania, guardando negli occhi l'altro.
"Ho una missione da darti. Siccome Tseng ed Elena hanno scoperto dove
si trova il tizio che ti hai lasciato scappare, è tuo dovere
fare irruzione in quel luogo e ammazzare chiunque sia con lui,
ovviamente non sarai da solo." trovava giusta la missione affidatagli,
sperava solo di non commettere nessun altro errore, altrimenti
l'avrebbe sentito! Annuì, sospirando poco dopo, per fortuna
il tono del boss era ora calmo, sembrava avesse esaurito la sua dose di
acidità per quel giorno.
"Non voglio errori stavolta, sia chiaro, Reno!" aggiunse poi,
facendogli cenno di avvicinarsi a lui.
Il Turk si diresse verso il biondo, arrivandogli a pochi passi di
distanza. Rufus lo afferrò per i lembi della giacca e lo
attirò a sè, lasciando solo pochi centimetri dai
loro visi. Lo guardava dritto negli occhi, osservando lo stupore di
Reno in essi, poi gli posò con violenza le labbra sulle sue.
Durò un attimo, che bastò a far restare il rosso
senza parole. Che significava quel gesto?
"Ci siamo capiti. Ora puoi andare." disse spingendolo via e tornando
alla sua postazione iniziale, osservando Reno che usciva lentamente
dalla stanza, ancora incredulo, in cerca di una motivazione logica.
Ovviamente non aveva capito, così come non era mai successo.
Rufus sorrise tra sè e sè, sperando che un giorno
quel Turk esuberante capisse che le sue non volevano essere
provocazioni, ma soltanto un modo per spronarlo a dare il meglio di
sè, sempre. Il Presidente aveva molta fiducia in lui, ma non
voleva farglielo sapere, non voleva che Reno si montasse la testa.
Sapeva benissimo quanto il ragazzo se la prendesse per quei richiami,
mettendoci però tutta l'energia necessaria durante le
missioni successive. Forse un giorno l'avrebbe capito. Forse.
Note
dell'autrice:
Fatta anche la sesta! Woh, non credevo di farcela! ^^
Beh, che dire, un po' strano questo capitolo. Si capisce solo alla fine
il perchè di tanta asprezza ha Rufus nei confronti di Reno.
E mi piace così!
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