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Autore: purpleblow    18/02/2009    0 recensioni
Una raccolta sul pairing Rufus\Reno.
Un tempo partecipava alla MEZZA TABELLA su Lj, poi ho abbandonato. Adesso è solamente una raccolta con qualche shot, chiaramente i prompt utilizzati sono copyright della community sopra citata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Reno
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Irritante!

29. Attesa



Ed eccolo lì Reno, fuori dalla porta di quel maledetto ufficio. Gli era stato intimato di attendere lì fuori, mentre Rufus finiva di firmare alcuni documenti.
Era sempre così, lui commetteva qualche errore di poco conto in missione e subito veniva richiamato dal presidente in persona, che gli faceva notare i suoi insignificanti errori.
La solita solfa, ormai capitava spesso, ormai si sentiva dire sempre le stesse cose e Reno comincia ad essere stufo per questi continui richiami. Trovava la cosa dannatamente fastidiosa. Sapeva anche da solo di essere un tipo impulsivo, che non rifletteva a lungo sulla situazione e si buttava a capofitto, ma non ne poteva più di sentir ribattere su quell'argomento.
Che senso aveva continuare a ripeterglielo? Ne era consapevole. Se continuava a sbagliare non era certo perché non aveva capito il punto, tutt'altro, semplicemente continuava a fare di testa sua.
Non era una buona scusa, ma Cristo santo, lo sapeva!
Sentire poi la voce altezzosa di quel bastardo di Rufus gli faceva salire il nervoso, ma dato che era routine e doveva sopportarlo ancora una volta, beh, che uscisse da quel fottuto ufficio e gli facesse la consueta ramanzina.
Ciò che più detestava Reno era aspettare e accidenti se il Presidente si faceva attendere. Ecco un'altra cosa da aggiungere alla lista dei difetti del capo.
Non che lo odiasse, dopotutto erano anni che lo conosceva, però era così maledettamente irritante che vederlo era ciò che avrebbe voluto evitare. Peccato che Reno non poteva tralasciare i richiami del Presidente, doveva solo ubbidire e sperare che quella tortura durasse il meno possibile.
"Se proprio devo aspettare, lo farò in dolce compagnia." sbuffò, estraendo una sigaretta dal pacchetto. Lui fumava in diverse occasioni, quando era nervoso, quando voleva rilassarsi e quando non aveva niente da fare. Quindi, sempre.
Si sedette sul pavimento, con la schiena appoggiata alla parete, osservando con sguardo torvo la porta che era ovviamente chiusa, aspettando con ansia che si aprisse. Se presto non sarebbe accaduto, se ne sarebbe andato.
Dopo aver pensato tale assurdità, si rimangiò quel pensiero, in ogni caso sarebbe stato chiamato nuovamente e si sarebbe raddoppiata la sfuriata. Meglio attendere ancora, piuttosto che sentire le lamentele del capo.
"Mi chiedo cosa diavolo abbia da fare di così urgente! Non lo sopporto." farfugliò, nella speranza che Rufus lo sentisse. Peccato che la porta fosse sigillata, era impossibile che quell'imprecazione fosse arrivata alle orecchie raffinate dell'uomo.
Distrattamente scrollò la cenere per terra, affondandosi una mano fra i capelli, in preda a una crisi di nervi.
"E poi si lamenta che rallento il lavoro... per forza! Se solo lui si sbrigasse eviterei di farlo." con stizza si alzò dalla posizione ormai scomoda per dirigersi verso la finestra vicina. L'aprì e si appoggiò al piccolo balcone, guardando fuori, cercando qualsiasi forma di distrazione, ma com'era ovvio non trovò nulla di interessante.
Allora, esasperato tornò davanti alla porta e decise di richiamare nuovamente l'attenzione del Presidente, forse si era dimenticato che fosse lì da ormai venti minuti, se non di più. Bussò alla porta e aprendola si affacciò, notando Rufus intento a firmare varie carte, troppe per i suoi gusti. Per un attimo pensò che se fosse stato al suo posto avrebbe dato fuoco a tutto quanto.
"Non ti ho forse detto di aspettare fuori?" eccolo lì, quell'odioso tono di superiorità che si conviene ad un personaggio importante e al di sopra di tutta la merda che ha intorno. Reno si trattenne dallo spegnergli la sigaretta in fronte e sbuffando espresse il suo disappunto.
"Sono venti minuti che aspetto, capo." trattenersi era servito a poco dato che l'irritazione era stata ben mostrata dal tono seccato della voce del Turk, che non era sfuggito alle orecchie acute del biondo, che gli regalò uno sguardo perforante.
"Credimi non mi sto divertendo, sto cercando di sistemare il casino che hai combinato l'altro giorno." adesso capiva, doveva sempre trovare un modo per attaccarlo. Doveva proprio piacergli punzecchiare il rosso.
"Ah davvero?" puntualmente Reno, non riusciva a tapparsi la bocca, sparando frasi che straripavano di sarcasmo.
"Sì idiota. Se proprio non hai la pazienza di aspettare, non stare sulla porta. Entra e togliti dalla bocca quel sarcasmo." colpito in pieno. Le vene sulla fronte del Turk avevano cominciato a pulsare senza controllo, ma almeno stavolta Reno si impose di stare zitto. Solitamente non ci riusciva, non gli piaceva starsene a subire senza ribattere, ma con Rufus era meglio farlo, per quanto si sentisse soffocare.
Con Tseng era già diverso, nonostante fosse anch'esso suo superiore, riusciva comunque ad imporre le sue ragioni, senza guadagnarsi ramanzine varie o peggio, punizioni, in quel momento avrebbe tanto voluto essere al suo cospetto.
"Sai vero quanto fosse importante per noi quella missione?" Reno si morse le labbra, annuendo in silenzio con un cenno del capo. Avrebbe tanto voluto urlargli contro, dirgli che tutti sbagliano e che non c'è bisogno di fare tanto macello per un errore, di lasciar correre una volta tanto.
"Bene. E tu te lo sei lasciato scappare, ovviamente!" il Turk, strinse le mani a pugno, le nocche si tinsero di bianco per la forte pressione, ma non poté far altro che annuire nuovamente, attendendo un'altra frase sprezzante da parte del suo interlocutore.
"Hai idea di cos'hai causato?" Reno stavolta non sapeva cosa rispondere, se avesse dato retta alla sua impulsività avrebbe risposto scrollando le spalle e dicendo che secondo lui non era così grave, ma se così avesse fatto probabilmente il Presidente non avrebbe aspettato due secondi prima di lanciargli contro qualcosa.
"No, a quanto pare non lo sai, se così idiota da non capire la gravità della situazione..." sbuffò lui apparentemente esasperato.
Il ragazzo però stavolta non si trattenne, possibile che quell'uomo non parlasse mai chiaro? Se proprio doveva infierire che lo facesse per bene, completando il discorso.
"Beh spiegamelo tu allora visto che sono così idiota da non arrivarci!" Rufus si stiracchiò, puntando i suoi occhi di ghiaccio contro quelli di Reno, mostrando rabbia mista a noia. Si era stancato di spiegargli sempre le stesse cose.
"Allora, vediamo se lo capisci. Quante volte ti ho detto che le nostre azioni segrete devono restare tali? Qualora una spia si infiltri nell'edificio e riesca a fuggire con delle informazioni che non possono e non devono uscire da qui, voi dovete sbarazzarvi di loro, dovete farli fuori! Non lasciarli scappare. Non possiamo permetterci che le squadre anti-ShinRa scoprano informazioni importanti, lo sai meglio di me Reno." il Turk sapeva benissimo quanta ragione avesse Rufus, ma non sopportava di dover essere trattato così, se la spia gli era sfuggita era per una distrazione, potevano capitare benissimo anche a lui. Per quanto potesse sembrare perfetto, nemmeno lui lo era.
"E i Soldier allora? Non mi pare abbiano fatto un ottimo lavoro lasciandolo entrare, no? Ah, ma qui sono io quello che si prende sempre dell'idiota. Loro poverini, non hanno alcuna colpa!" per difendersi, attaccava, con il Presidente era sempre stato così.
"Hanno avuto pure loro ciò che si meritano. Tu vedi di pensare a te stesso." gli rispose, tornando poi con gli occhi sui documenti, lasciati a metà poco prima. Questo per Reno era un umiliazione, non era più degno nemmeno di essere guardato in faccia, a quanto sembrava.
"Posso andare adesso?" chiese con stizza, dando le spalle all'uomo in attesa di una risposta, che non tardò molto ad arrivare, irritandolo ancor di più essendo negativa.
"No. Non puoi, non ho finito." ottima notizia. Cos'altro aveva quel bastardo da sputargli addosso?
Reno afferrò nuovamente il suo pacchetto di sigarette e con foga ne accese un'altra. Era agitato, lo si poteva vedere dal tremore delle mani, che avevano trovato difficoltà con l'accendino.
Si appoggiò alla parete, in attesa che Rufus parlasse di nuovo, quella era decisamente una delle giornate peggiori che il Turk avesse vissuto, non vedeva l'ora che quello strazio finisse e potersi finalmente godere un po' di relax, lontano dalla fonte del suo nervosismo.
Il biondo alzò lo sguardo, sentendo l'odore della nicotina. Solitamente gli avrebbe ordinato di spegnere la sigaretta, ma quella volta lo lasciò fumare, notando il tremore che pervadeva il corpo del ragazzo.
"Veniamo al dunque, in realtà ti ho chiamato qui per un altro motivo." il rosso spalancò gli occhi, non ci voleva credere, non solo lo aveva sottoposto a quella tortura, adesso insinuava che era lì per un altro motivo. Quindi la ramanzina non era compresa, forse. Non volle ribattere però, aveva già esternato abbastanza i suoi pensieri.
Rufus si alzò dalla sedia e andò a sedersi sul bordo della scrivania, guardando negli occhi l'altro.
"Ho una missione da darti. Siccome Tseng ed Elena hanno scoperto dove si trova il tizio che ti hai lasciato scappare, è tuo dovere fare irruzione in quel luogo e ammazzare chiunque sia con lui, ovviamente non sarai da solo." trovava giusta la missione affidatagli, sperava solo di non commettere nessun altro errore, altrimenti l'avrebbe sentito! Annuì, sospirando poco dopo, per fortuna il tono del boss era ora calmo, sembrava avesse esaurito la sua dose di acidità per quel giorno.
"Non voglio errori stavolta, sia chiaro, Reno!" aggiunse poi, facendogli cenno di avvicinarsi a lui.
Il Turk si diresse verso il biondo, arrivandogli a pochi passi di distanza. Rufus lo afferrò per i lembi della giacca e lo attirò a sè, lasciando solo pochi centimetri dai loro visi. Lo guardava dritto negli occhi, osservando lo stupore di Reno in essi, poi gli posò con violenza le labbra sulle sue. Durò un attimo, che bastò a far restare il rosso senza parole. Che significava quel gesto?
"Ci siamo capiti. Ora puoi andare." disse spingendolo via e tornando alla sua postazione iniziale, osservando Reno che usciva lentamente dalla stanza, ancora incredulo, in cerca di una motivazione logica. Ovviamente non aveva capito, così come non era mai successo.
Rufus sorrise tra sè e sè, sperando che un giorno quel Turk esuberante capisse che le sue non volevano essere provocazioni, ma soltanto un modo per spronarlo a dare il meglio di sè, sempre. Il Presidente aveva molta fiducia in lui, ma non voleva farglielo sapere, non voleva che Reno si montasse la testa.
Sapeva benissimo quanto il ragazzo se la prendesse per quei richiami, mettendoci però tutta l'energia necessaria durante le missioni successive. Forse un giorno l'avrebbe capito. Forse.



Note dell'autrice:
Fatta anche la sesta! Woh, non credevo di farcela! ^^
Beh, che dire, un po' strano questo capitolo. Si capisce solo alla fine il perchè di tanta asprezza ha Rufus nei confronti di Reno. E mi piace così! 
   
 
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