Shara arrivò di corsa fino al campo d’allenamento ma sfortunatamente per lei
lo trovò vuoto. Non c’èra un’anima, nemmeno un assonnato Kakashi che cercava di
trascorrere il tempo leggendo i suoi soliti giornaletti vietati ai minori. Le
scappò un " maledizione " e riprese a correre, stavolta in direzione opposta:
verso Konoha. Era passata una settimana buona da quando i suoi amici erano stati
attaccati dai ninja del suono, ma ancora c’era una aria di tensione fra tutti.
Soprattutto fra gli adulti: i suoi genitori non erano molto felici di vederla
uscire dal villaggio, il suo sensei se ne stava sempre con l’aria di chi conosce
tutto ma ha quasi paura di quello che sa, e l’Hokage… Bhè, lui era sempre lo
stesso se non fosse per il fatto che il numero di ambu che gli giravano
costantemente intorno era triplicato. Tutto il mondo della kunoichi era quindi
ancora scombussolato e non sembrava volersi riaccomodare. Chikara non era ancora
uscita dall’ospedale e, benché fra lei e suo fratello Asuma continuassero ad
assillare tutti, nessuno voleva dir loro fra quanto la ragazza sarebbe potuta
uscire. Nessun problema aveva pensato Shara: ne approfitteremo per allenarci,
tanto l’uzumaki sta bene. Ma anche questo suo progetto mentale le era andato in
fumo… Su Seigi in fondo ci contava poco, sapeva cosa avrebbe fatto. L’Uchiha
passava tutto il girono all’ospedale con Chikara, per tenerle compagnia visto
che pochissime infermiere le giravano intorno. C’era sempre Shukumei no?
Sbagliato. Anche l’altro suo compagno di squadra l’aveva abbandonata per
prendere il posto dell’uzumaki nel team Rock-lee. Shara si era ritrovata sola
come un cane, anzi peggio di un cane. Non sapeva cosa fare ma una cosa la
conosceva perfettamente: era arrabbiata. Quasi furiosa, ma ancora le orecchie
non le fumavano: " hai ereditato il carattere di tua madre ", le dicevano. " Tu
sei un po’ più stronza " aveva precisato una volta Chikara, e forse aveva
ragione. Sentiva una voglia martellante di spaccare la faccia a qualcuno ma non
c’era un cavolo di nessuno in quel maledetto villaggio?
Quasi rimpiangeva Suna: li si che si stava bene!! Il sole, la sabbia
rossissima che le piaceva tanto… Se avesse deciso di scappare sarebbe andata li
di sicuro. A casa di suo zio, il Kazekage, il villaggio natale di sua madre.
Peccato che quella parte della sua famiglia fosse in viaggio per arrivare
proprio a Konoha! Sarebbero arrivati in serata e avrebbero trovato il villaggio
in subbuglio. Lei di sicuro si sarebbe dovuta sorbire le lamentele di Asuma e
avrebbe dovuto fare da babysitter alla sua cuginetta Chiyo. Itami sarebbe
sfrecciato da Chikara.. L’uzumaki sembrava essere il centro del mondo, persino
da malata! Non che fosse gelosa, noooo… Shara Nara, la figlia di Sabaku noTemari
che è gelosa di qualcuno per le attenzioni che riceveva?!? Era la nipote del
Kazekage, la figlia di due ninja molto amici dell’Hokage: era una persona di
rilievo. Aveva tutte le attenzioni di questo mondo anche tra i suoi pari: aveva
amiche ed amici, soprattutto amici maschi. Gelosia, rise mentalmente ripensando
a quella parola così sgradevole. Una voce familiare attirò la sua attenzione:
una ragazzina con i capelli turchini rideva mentre un gruppo di ragazzi più
grandi le facevano il filo. Nessuno avrebbe mai creduto che quella kunoichi
potesse avere solo dodici anni, chiunque gliene avrebbe dati almeno quattordici.
Shara non era mai stata una guasta feste, ma una vocina dentro di lei la obbligò
ad intervenire.
<< Scusate ragazzi >> disse con malizia facendosi spazio fra i
ninja. La ragazzina la guardò torva sperando che i suoi occhi color glicine
riuscissero a produrre un raggio laser per distruggere la kunoichi. Ma purtroppo
il suo sguardo di fuco non scalfì minimamente Shara che anzi la afferrò per un
braccio e la fece scendere dal muretto su cui se ne stava seduta.
<< Nara cosa ti prende?!? >> chiese stizzita la ragazza.
<< Vai ancora all’accademia Tia, e alcuni di loro sono anche
maggiorenni.. >>
<< E allora? >>
<< I ragazzi a quell’età vogliono una cosa sola >>
<< E cosa ti dice che io non voglia la stessa cosa? >>
<< Tia!!! >> la sgridò scandalizzata la bionda. La ragazzina si
divincolò dalla sua presa con un rapido movimento del polso. Ma la kunoichi fu
più rapida nel riagguantarla per le spalle. Era gia arrabbiata di suo,
figuriamoci dover fare anche la predica a quella piccola sciagurata.
<< Che ci fai qui?? Dovresti essere a casa! >>
<< Ero fuori con Gai-sensei >>
<< E dov’è?? Perché sai io non lo vedo! >>
<< Semplice >> rispose la ragazza dai lunghi capelli azzurri
<< L’ho seminato circa un’ora fa dicendogli che volevo andare a giocare
con le bambole >>
Shara strabuzzò gli occhi.
<< Sono l’angelo di Konoha, mia cara Nara… La faccio in barba a chi mi
pare! >>
La kunoichi stava stringendo i pugni cercando di far diventare quello che era
un ghigno di rabbia in una specie di inquietante sorriso. Doveva mantenere i
nervi saldi o l’avrebbe sicuramente riempita di botte questa volta. No, lei era
superiore a quella piccola peste con il viso d’angelo.
<< Torna a casa Tia, che è meglio >> le consigliò Shara cercando
di trattenersi dall’impulso di urlare.
<< Senti Nara, non sei la mia balia, ok?? Vai per la tua strada ed io
vado per la mia >> rispose la ragazzina. Shara spalancò le palpebre di
colpo, poi lentamente le rilassò e sorrise.
<< Mi hai convinto >>
<< Davvero?? >> chiese Tia mentre le sbrilluccicavano gli occhi
per la felicità.
<< No >> rispose la kunoichi sfogando la sua energia repressa nel
sarcasmo. Afferrò la ragazza dai capelli turchini e prese a trascinarsela
dietro. Quella si dimenava come un pesce fuor d’acqua ed ogni tanto le mandava
qualche sciagura. Ma la barriera mentale di Shara era già stata innalzata da un
pezzo e quello che arrivava fino al suo cervello era un brusio incomprensibile.
Vedendo che non riusciva ad opporsi alla kunoichi Tia sbuffò e smise di opporre
resistenza.
Non le era mai piaciuta quella là, sempre al centro dell’attenzione con
quella sua amichetta con gli occhi di cielo. Chika-qualcosa…… la figlia
dell’Hokage insomma!
Certo il fatto che fosse più piccola rispetto a loro la escludeva
automaticamente del gruppo e questo la mandava fuori dai gangheri.
Le altre sue compagne dell’accademia, i suoi coetanei non la soddisfavano
minimamente: lei si sentiva abbastanza matura per una della sua età!
Aveva provato con le buone, ma non era mai riuscita ad inserirsi nella
ristretta cerchia di ninja d’elite di cui tanto aspirava far parte.
<< Dove stiamo andando? >> domandò ad un tratto.
<< All’ospedale, ti scarico a tuo padre e me ne torno ai miei problemi
>>
<< Evviva >> affermò Tia con finto entusiasmo.
Shara non era mai stata un tipo paziente; ma comprensivo quello si.
Si fermò di colpo e si girò verso la ragazzina.
<< Che c’è? >> borbottò quella. Aveva la pelle chiarissima, il
fisico minuto e quelle labbra piccole e carnose le davano sempre un’aria
imbronciata. Era evidentemente irritata ma in quel momento forse si sentì più
imbarazzata che altro. Dopo tutto la stava fissando da qualche minuto e per di
più come un investigatore fa con un criminale. Tia si portò timidamente un
ciuffo di capelli da davanti al viso fino a dietro l’orecchio più vicino.
Socchiuse gli occhi viola e strinse le spalle.
<< Pensavo… >> biascicò Shara ancora incredula all’idea di quello
che stava per dire.
<< Si? >> chiese Tia con voce d’angelo.
<< Ti va di allenarti con me? >>
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Reika aprì la porta della stanza con la schiena facendo attenzione che il
vassoio che aveva fra le mani non oscillasse troppo. Kuroi fece capolino
timidamente ma la padrona con un semplice sguardo gli ordinò di starsene fuori
ed il cucciolo ubbidì. Rivolse uno dei suoi sorrisi più sgargianti verso l’amica
che se ne stava tutta pensosa sul suo letto d’ospedale. Ormai era d’abitudine
per la kunoichi andare a farle visita per quell’ora e portarle il pranzo. La
mora posò con cura il vassoio sul comodino che c’era alla destra del letto e con
estrema delicatezza vi ci si sedette. Chikara da parte sua non mosse un solo
muscolo, sembrava toppo assorta nel flusso dei suoi pensieri per accorgersi
anche del suo ingresso nella stanza. Reika sorrise nuovamente cercando di
attirare l’attenzione dell’amica iniziando a parlare.
<< Tuo cugino è proprio bravo sai?? Sai vede che è molto più allenato
di me per quanto riguarda la tecnica… >>
La giovane fece una pausa e poi riprese.
<< Credo che mi dovrò impegnare sul serio la prossima volta che
acconsentirò di allenarmi con lui, non voglio mica fare una figuraccia… A
proposito, ti hanno detto tra quanto potrai uscire? >>
Chikara dischiuse un secondo le labbra e con grande sforzo rivolse i suoi
occhi di cielo verso Reika.
<< Presto >>
<< Bene!! >> rispose entusiasta Reika. Ma la cosa non la rendeva
per niente felice: era quasi una settimana che Chikara le rifilava la stessa
risposta. Sincerante cominciava a dubitare che anche lei ne sapesse
qualcosa…
<< Sto bene, non ti preoccupare >> sussurrò l’uzumaki cercando di
rendere la sua voce più calda. Non voleva certo estraniarsi dal mondo, tanto
meno dalle persone a cui teneva. Eppure sapeva che alla fine sarebbe stato
quello il suo dovere: uscire dal quel mondo che tanto amava. Sentiva in cuor suo
un desiderio profondo che la spingeva a ribellarsi a quell’amara convinzione ma
quella forza era troppo flebile e fragile adesso… adesso che anche lei sapeva
quello che si portava dentro. Non era una stupida, ma nemmeno una vigliacca; si
sarebbe presa le sue responsabilità ed avrebbe fatto quello che si doveva fare.
Anche strare chiusa in ospedale per dei mesi se era necessario ma non avrebbe
mai detto addio a quel mondo. No, essere un ninja, lottare per il suo villaggio
era tutto quello che più desiderava. Abbandonare tutti i suoi sogni sarebbe
stato come morire e se quello era il prezzo da pagare allora tanto valeva…
<< Chii!! >>
La voce di Reika la riportò alla realtà.
<< Se mi stringi la mano così mi fai male >>
Chikara subito allentò la presa e rivolse uno sguardo timido ed impacciato
verso la kunoichi.
<< Scusami >> mormorò.
<< Fa niente >> azzardò Reika sorridendo << Mangia adesso
>>
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Il giovane Uchiha si stava dirigendo con passo veloce verso il palazzo
dell’Hokage sicuro della decisione che aveva preso. Conosceva fin troppo bene
Chikara; e quella settimana passata sempre con lei, se non nell’oretta in cui
concedeva all’inuzuka di starle accanto, aveva capito una cosa: qualcosa era
cambiato in Chikara. Qualcosa di talmente grande era riuscito a portargli via
una parte di lei. La kunoichi era sempre la stessa esteriormente, malgrado il
colorito cadaverico e lo sguardo perso. Ma c’era di più e lui lo sapeva.
Qualcosa di diverso, di strano e di terrificante aleggiava in quella stanza ora
più forte che mai. E lui doveva sapere cos’era. Suo padre lo sapeva, ne era
certo, ma non gliel’avrebbe mai detto, se non sotto tortura. L’unico barlume di
speranza era l’Hokage. Naruto era sempre stato un chiacchierone , un tipo
gentile insomma, e sapeva quanto tenesse a sua figlia. Seigi sperò con tutto il
cuore che il capo del villaggio non gli negasse il diritto di sapere cosa era
accaduto nella foresta.
Era ormai vicino al suo obbiettivo: era stato tutto fin troppo facile e
l’uchiha questo lo sapeva fin troppo bene.
<< Dove vai? >> chiese una voce a lui familiare.
<< Kakashi sensei >> biascicò Seigi mentre involontariamente
tutto il corpo si irrigidì.
<< Ti ho chiesto dove stai andando >>
<< Dall’Hokage-sama >>
<< Poi chiedere a me quello che vuoi sapere >>
<< Mi dispiace ma… >>
<< Ma?? >>
<< Ma è una sorpresa!! >> strillò una voce angelica. Tia si mise
prontamente fra l’uchiha ed il maestro.
<< Noi ninja dell’accademia abbiamo fatto una cosa per l’ Hokage e
Seigi si era offerto per accompagnarmi come rappresentante di tutti i ragazzi
>>
<< Non ne sapevo niente >> esclamò Kakashi inclinando appena la
testa da una parte.
<< perché è una sorpresa Kakashi-sensei!! Mi sembrava di averlo già
detto no? >>
Il sensei posò un secondo gli occhi su Seigi, poi su Tia che con i suoi occhi
da cucciolo poteva riuscire ad intenerire chiunque.
<< Kakashi-sensei >> lo chiamò una terza voce.
<< Dimmi Shara >>
<< Il mastro Iruka la stava cercando per non so cosa, è qui fuori che
la sta aspettando comunque >>
L’uomo anche se appena dubbioso lasciò stare i ragazzi e si allontanò
sussurrando un " grazie " accennato.
L’uchiha si rivolse sollevato verso le due ragazze.
<< Cosa ci fate qui? >>
<< Lo prenderò come un grazie, visto che la sottoscritta ti ha appena
salvato il cu.. >> ma la fese venne prontamente interrotta dalla kunoichi
del clan Nara che tappò con un rapito gesto della mano la bocca alla
ragazzina.
<< Abbiamo visto che correvi da questa parte tutto preoccupato e ti
abbiamo seguito, poi abbiamo notato che eri in difficoltà con il sensei e
quindi… >>
<< Grazie, ma posso cavarmela da solo adesso >> rispose Seigi
tutto d’un fiato.
<< E’ no bello!! >> strillò Tia tutta indispettita dopo essersi
liberata dalla salda presa di Shara.
<< Io non è che regalo favori a destra e a manca! Vorrei almeno sapere
cosa vuoi fare di così importante dall’Hokage! >>
<< Si tratta di Chikara? >> chiese Shara socchiudendo appena i
suoi occhi d’ambra. Un improvviso nodo tappò la gola del moro che riuscì
soltanto ad annuire in tutta risposta.
<< Allora ti accompagno >> esclamò Shara con fermezza.
<< Non se ne parla >>
<< Guarda che è anche amica mia Seigi!! >>
<< questa è una cosa diversa, una cosa personale >> ribadì
l’uchiha cercando mentalmente una via di fuga da quella discussione.
Sapeva di che cosa era capace la sua compagna di squadra. Una ragazza
testarda, molto più di Chikara. Ma a differenza dell’uzumaki che non sapeva
farsi valere in un’accanita discussione, almeno senza alzare la voce o arrivare
alle mani, la giovane pupilla del clan Nara riusciva benissimo a rigirare il
discorso a suo vantaggio. Una dote che anche suo padre aveva: un’intelligenza
sopraffina mixata però al carattere forte e deciso della madre. Un cocktail
micidiale racchiuso in una sola persona!
<< Chikara non mi ha mai nascosto nulla, conosco persino cose che tu
non sai su di lei…… quindi se la domanda che credo vuoi porre all’Hokage-sama è
solo personale posso accompagnarti! >>
<< Shara >>
<< Deduco quindi che mi stai raccontando delle balle uchiha, tutto per
deviarmi dalla più ovvia conclusione.. >>
<< E sarebbe? >> chiese Tia non capendo una parola del
ragionamento di Shara.
<< Facile: la domanda non è perché Chikara non può uscire
dall’ospedale, ma cosa le impedisce di uscire? >>
<< Non capisco >> si lamenta la kunoichi tenendosi la testa tra
le mani.
<< Ragiona Tia: perché si sta in ospedale? >>
<< Ma è ovvio perché si sta male!! >>
<< ma una male grave, un’influenza può benissimo essere curata
nell’ambito domiciliare >>
<< e quindi? >>
<< Come sta Chikara? >>
<< ed io che cavolo ne so?? >> sbottò la ragazzina sentendosi
ancora più confusa.
<< Non ha ne una ferita ne una linea di febbre >>
Tia strabuzzò gli occhi poi posò il suo sguardo su Seigi che intanto era già
arrivato alla conclusione del ragionamento di Shara.
<< Adesso poniti l’ultima domanda Tia >>
La ragazzina si fermò un attimo a riflettere poi con timore rispose.
<< Se sta bene, cosa le impedisce di uscire dall’ospedale?
>>
<< Bingo >> mormorò Shara mentre i suoi occhi d’ambra si
illuminavano.
<< quindi Seigi, sbrighiamoci a risolvere quest’ultimo quesito e poi
andiamocene prima che Kakashi-sensei scopra che lo abbiamo fregato! >>
Il moro fece spallucce ormai arreso all’idea che quelle due ragazze lo
avrebbero seguito ed aprì la porta con decisione.
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Kon si diresse a grandi passi verso casa, mentre dietro di lui il sole stava
già tramontando. Il cielo aveva assunto un colore rosso fuoco e tutto ciò aveva
contribuito a dare al villaggio quel tocco di romanticismo stucchevole che tanto
gli dava sui nervi. In fondo non era mai stato un tipo romantico, sensibile
forse, ma il romanticismo non era proprio il suo forte. Forse da questo punto di
vista assomigliava più a suo padre che a sua madre. D’altra parte però era
un’artista, e da bravo artista avrebbe dovuto venerare quel sentimento così
ispirante…
A complicare le cose poi era subentrato il fattore Asuma-Jiyu. Già, avere
come compagni di squadra la " coppietta felice " di Konoha non era stato poi
così d’aiuto. Aveva quasi finito per considerare vomitevole ogni dimostrazione
d’affetto tra i due, e malgrado cercasse sempre di rimanere impassibile e di non
rendere pubbliche le sue emozioni interiori non era riuscito in quell’intento.
Si era accorto solo ultimamente che tutte le volte che sorprendeva i due a
sbaciucchiarsi assumeva un’espressione contorta e gli angoli della sua bocca si
tiravano verso il basso. Era un gesto così naturale che nemmeno era mai riuscito
ad accorgersene!
Che Reika lo avesse mai notato?
Il ninja si fermò di colpo quando si rese conto della domanda che il suo
cervello gli aveva appena sottoposto.
Cosa diavolo c’entrava adesso Reika??? Nel senso, gli importava veramente
cosa pensasse la kunoichi a riguardo delle sue espressioni facciali più o meno
piacevoli?
Era una cosa priva di senso. Non aveva mai fatto caso a quello che gli altri
pensavano, figuriamoci chiedersi una cosa del genere su di una che conosceva a
mala pena…
<< Konton >>
Il sentir pronunciare il suo nome completo lo fece quasi sobbalzare.
Era persino pronto ad inventarsi una scusa per giustificarsi con sua
madre ma quando si voltò al suo cuore mancò un battito.
<< Tutto ok? >> chiese Reika guardandolo in modo
interrogativo.
Lo Yamanaka deglutì cercando di aprire la bocca almeno per respirare, poi le
parole sarebbero uscite di conseguenza. Ma evidentemente il suo sistema nervoso
era così in tilt che non riusciva a dare ordini precisi al resto del corpo. Kon
riuscì non si sa come ad accennare un si con il capo.
<< No, sai… io… Ho sentito che parlavi da solo e poi mi è sembrato di
sentire il mio nome >> biascicò lei arrossendo.
<< No >> rispose lui trattenendo per la seconda volta il respiro.
Forse le cose che credeva di aver solo pensato non erano poi solo un frutto di
un ragionamento mentale.
<< Ah… >> disse la ragazza in un sospiro. Si doveva essere
immaginata che il ragazzo l’avesse chiamata. Si, certo, era palesemente ovvio.
Ma allora perché se ne era uscita con quella patetica scusa per attaccare
bottone??
Era stanca, certo, passare un ora con Chikara senza poterle dire ciò che
provava, o solo pensava veramente, era decisamente demoralizzante e forse aveva
solo sentito il bisogno di parlare con qualcuno. E guardacaso Kon era li..
Si, le cose non potevano che stare così…
<< Ehm, allora vai a casa? >> chiese avvicinandosi a lui.
Kon si irrigidì all’istante quando la distanza fra di loro si ridusse a poco
meno di un metro.
<< Si >> rispose secco.
<< E… ti va se, insomma, tanto abitiamo abbastanza vicini, e poi… ma
comunque io farei la stessa strada! Però se non vuoi, capisco >>
Kon non riuscì a trattenere un sorriso capendo che forse la kunoichi era più
a disagio di lui. E per questa volta, non gli servì un libro per capire che
forse, avrebbe dovuto aiutarla… almeno ad esprimersi senza dover esplodere per
la vergogna.
<< Si, mi fa piacere se facciamo un pezzo di strada insieme
>>
<< Ecco, forse così era più semplice da dire.. >> commentò lei
abbozzando un sorriso tirato.
<< Forse >>
Reika non poté far a meno di notare il foglio che lo Yamanaka teneva in mano.
Era uno spartito molto logoro e pieno di scarabocchi e di cancellaticci vari.
Forse ci stava ancora lavorando ma la curiosità le impedì di farsi i fatti
suoi.
<< Che cosa è? >> chiese facendo la finta tonta.
Kon abbassò lo sguardo quanto bastava per intravedere il foglio che gli
spuntava dal pugno destro.
<< Nulla di che… >> rispose uccidendo l’entusiasmo di lei.
<< E’ uno spartito vero? >>
<< Si, ma è da finire… Mi manca ancora qualche nota qua e in la e la
battuta centrale.. >>
<< Posso sentirlo? >> Domandò Reika facendo irrigidire di nuovo
il ragazzo.
<< No!!! >>
<< Cioè… >> si corresse prima che la sua risposta categorica
ferisse l’animo della ragazza.
<< Voglio prima finirlo, poi forse.. >>
<< ok, scusa >>
Kon si sentì morire quando percepì nella voce di Reika una lieve nota di
dispiacere.
<< No, è colpa mia! E’ solo che.. Mi piacerebbe che tu lo sentissi solo
quando sarà perfetto >>
La kunoichi sorrise dolcemente.
<< Allora me lo farei sentire Konton? >>
<< Kon >> la corresse lui << Chiamami solo Kon >>
<< Allora me lo farai sentire…. Kon? >>
<< Può darsi >> azzardò lui rivolgendo verso la giovane un
sorriso malizioso. Reika però non reagì così bene a quel gesto. Arrossì di colpo
e nascose gli occhi dentro la felpa grigia che si era tirata fin sopra il
mento.
<< Io vado, a domani >> disse lui girando l’angolo e salutandola
con la mano.
Reika ricambiò il saluto con un cenno della testa e tirò diritta per la sua
strada.
Che diavolo le era preso?? Sconvolgersi così per un sorriso…
Era peggio di una bambina, e se ne vergognava. Da quando in qua parlare con
un ragazzo le faceva questo effetto?
Certo con Seigi era diverso.. ma Seigi era Seigi!! Era il ragazzo per cui
aveva una cotta sin da piccolissima, era il ninja per cui aveva un debole e
quello che popolava la maggior parte delle sue fantasticherie. Eppure
quell’immagine di Kon sorridente si era sostituita per un millesimo di secondo a
quella del suo principe Uchiha.
<< Che stupida che sono >> si auto-rimproverò varcando la soglia
di casa.
<< Che stupido che sono >> si auto-rimproverò varcando la soglia
di casa.
Come poteva aver sorriso a quel modo a Reika? Si sentì avvampare tutto d’un
tratto. Che si fosse preso una cotta per lei ormai gli era più che chiaro ma
come poteva competere con l’Uchiha? Lui non aveva quegli occhi rossi scarlatti
che facevano tanto impazzire le sue coetanee; ne tanto meno quell’aria da
principe delle favole. Lui era solo Kon, il ragazzo silenzioso che leggeva quei
libri assurdi e che aveva una passione per la musica in generale. Fra l’artista
sciagurato ed il bello impossibile di sicuro Reika avrebbe scelto il secondo.
Chiunque lo avrebbe fatto e questa convinzione lo trafisse come un pugnale può
trafiggere la carne. Eppure si sentiva stranamente intontito e felice senza un
motivo preciso. Gli veniva persino voglia di sorridere e di suonare… Che questa
fosse l’ispirazione che cercava??
Kon, non lo sapeva; ma di certo ora sapeva che l’amore non lo disgustava più
così tanto.
Fine capitolo……
*** Eccomi finalmente tornata dopo una lunghissima scomparsa da EFP e dopo
una lunghissima pausa dal mio consueto lavoro di scrittura!! Che dire, cercherò
di rimettermi in carreggiata e soprattutto di non farvi più aspettare così tanto
per una fic!! ^______^
Grazie a tutti per i bellissimi commenti e scusate ancora per questo
interminabile periodo di attesa!!! ***