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Autore: Shiida the BlackLightning    20/02/2009    1 recensioni
**E finita.. La loro costante battaglia per scongiurare la fine del loro mondo è finalmente giunta al temine.. Ma così finisce anche la loro avventura? No, perchè un'avventura più grande li aspetta: essere genitori!! Sarà in grado la nuova generazione, figlia degli " Eroi " di Konoha e Suna, di affrontare una nuova minaccia?? ....Che l'avventura continui!!** Una nuova fic, una nuova pazzia... Spero di avervi intrigato almeno un pochino, anche se il mio senso del mistero fa un po' cilecca ogni tanto... Date pure a questa storia una chance!! Non vi deluderà!! XDDDD
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" Pensieri ( o quasi…^^) "

 

 

 

Shara arrivò di corsa fino al campo d’allenamento ma sfortunatamente per lei lo trovò vuoto. Non c’èra un’anima, nemmeno un assonnato Kakashi che cercava di trascorrere il tempo leggendo i suoi soliti giornaletti vietati ai minori. Le scappò un " maledizione " e riprese a correre, stavolta in direzione opposta: verso Konoha. Era passata una settimana buona da quando i suoi amici erano stati attaccati dai ninja del suono, ma ancora c’era una aria di tensione fra tutti. Soprattutto fra gli adulti: i suoi genitori non erano molto felici di vederla uscire dal villaggio, il suo sensei se ne stava sempre con l’aria di chi conosce tutto ma ha quasi paura di quello che sa, e l’Hokage… Bhè, lui era sempre lo stesso se non fosse per il fatto che il numero di ambu che gli giravano costantemente intorno era triplicato. Tutto il mondo della kunoichi era quindi ancora scombussolato e non sembrava volersi riaccomodare. Chikara non era ancora uscita dall’ospedale e, benché fra lei e suo fratello Asuma continuassero ad assillare tutti, nessuno voleva dir loro fra quanto la ragazza sarebbe potuta uscire. Nessun problema aveva pensato Shara: ne approfitteremo per allenarci, tanto l’uzumaki sta bene. Ma anche questo suo progetto mentale le era andato in fumo… Su Seigi in fondo ci contava poco, sapeva cosa avrebbe fatto. L’Uchiha passava tutto il girono all’ospedale con Chikara, per tenerle compagnia visto che pochissime infermiere le giravano intorno. C’era sempre Shukumei no? Sbagliato. Anche l’altro suo compagno di squadra l’aveva abbandonata per prendere il posto dell’uzumaki nel team Rock-lee. Shara si era ritrovata sola come un cane, anzi peggio di un cane. Non sapeva cosa fare ma una cosa la conosceva perfettamente: era arrabbiata. Quasi furiosa, ma ancora le orecchie non le fumavano: " hai ereditato il carattere di tua madre ", le dicevano. " Tu sei un po’ più stronza " aveva precisato una volta Chikara, e forse aveva ragione. Sentiva una voglia martellante di spaccare la faccia a qualcuno ma non c’era un cavolo di nessuno in quel maledetto villaggio?

Quasi rimpiangeva Suna: li si che si stava bene!! Il sole, la sabbia rossissima che le piaceva tanto… Se avesse deciso di scappare sarebbe andata li di sicuro. A casa di suo zio, il Kazekage, il villaggio natale di sua madre. Peccato che quella parte della sua famiglia fosse in viaggio per arrivare proprio a Konoha! Sarebbero arrivati in serata e avrebbero trovato il villaggio in subbuglio. Lei di sicuro si sarebbe dovuta sorbire le lamentele di Asuma e avrebbe dovuto fare da babysitter alla sua cuginetta Chiyo. Itami sarebbe sfrecciato da Chikara.. L’uzumaki sembrava essere il centro del mondo, persino da malata! Non che fosse gelosa, noooo… Shara Nara, la figlia di Sabaku noTemari che è gelosa di qualcuno per le attenzioni che riceveva?!? Era la nipote del Kazekage, la figlia di due ninja molto amici dell’Hokage: era una persona di rilievo. Aveva tutte le attenzioni di questo mondo anche tra i suoi pari: aveva amiche ed amici, soprattutto amici maschi. Gelosia, rise mentalmente ripensando a quella parola così sgradevole. Una voce familiare attirò la sua attenzione: una ragazzina con i capelli turchini rideva mentre un gruppo di ragazzi più grandi le facevano il filo. Nessuno avrebbe mai creduto che quella kunoichi potesse avere solo dodici anni, chiunque gliene avrebbe dati almeno quattordici. Shara non era mai stata una guasta feste, ma una vocina dentro di lei la obbligò ad intervenire.

<< Scusate ragazzi >> disse con malizia facendosi spazio fra i ninja. La ragazzina la guardò torva sperando che i suoi occhi color glicine riuscissero a produrre un raggio laser per distruggere la kunoichi. Ma purtroppo il suo sguardo di fuco non scalfì minimamente Shara che anzi la afferrò per un braccio e la fece scendere dal muretto su cui se ne stava seduta.

<< Nara cosa ti prende?!? >> chiese stizzita la ragazza.

<< Vai ancora all’accademia Tia, e alcuni di loro sono anche maggiorenni.. >>

<< E allora? >>

<< I ragazzi a quell’età vogliono una cosa sola >>

<< E cosa ti dice che io non voglia la stessa cosa? >>

<< Tia!!! >> la sgridò scandalizzata la bionda. La ragazzina si divincolò dalla sua presa con un rapido movimento del polso. Ma la kunoichi fu più rapida nel riagguantarla per le spalle. Era gia arrabbiata di suo, figuriamoci dover fare anche la predica a quella piccola sciagurata.

<< Che ci fai qui?? Dovresti essere a casa! >>

<< Ero fuori con Gai-sensei >>

<< E dov’è?? Perché sai io non lo vedo! >>

<< Semplice >> rispose la ragazza dai lunghi capelli azzurri

<< L’ho seminato circa un’ora fa dicendogli che volevo andare a giocare con le bambole >>

Shara strabuzzò gli occhi.

<< Sono l’angelo di Konoha, mia cara Nara… La faccio in barba a chi mi pare! >>

La kunoichi stava stringendo i pugni cercando di far diventare quello che era un ghigno di rabbia in una specie di inquietante sorriso. Doveva mantenere i nervi saldi o l’avrebbe sicuramente riempita di botte questa volta. No, lei era superiore a quella piccola peste con il viso d’angelo.

<< Torna a casa Tia, che è meglio >> le consigliò Shara cercando di trattenersi dall’impulso di urlare.

<< Senti Nara, non sei la mia balia, ok?? Vai per la tua strada ed io vado per la mia >> rispose la ragazzina. Shara spalancò le palpebre di colpo, poi lentamente le rilassò e sorrise.

<< Mi hai convinto >>

<< Davvero?? >> chiese Tia mentre le sbrilluccicavano gli occhi per la felicità.

<< No >> rispose la kunoichi sfogando la sua energia repressa nel sarcasmo. Afferrò la ragazza dai capelli turchini e prese a trascinarsela dietro. Quella si dimenava come un pesce fuor d’acqua ed ogni tanto le mandava qualche sciagura. Ma la barriera mentale di Shara era già stata innalzata da un pezzo e quello che arrivava fino al suo cervello era un brusio incomprensibile. Vedendo che non riusciva ad opporsi alla kunoichi Tia sbuffò e smise di opporre resistenza.

Non le era mai piaciuta quella là, sempre al centro dell’attenzione con quella sua amichetta con gli occhi di cielo. Chika-qualcosa…… la figlia dell’Hokage insomma!

Certo il fatto che fosse più piccola rispetto a loro la escludeva automaticamente del gruppo e questo la mandava fuori dai gangheri.

Le altre sue compagne dell’accademia, i suoi coetanei non la soddisfavano minimamente: lei si sentiva abbastanza matura per una della sua età!

Aveva provato con le buone, ma non era mai riuscita ad inserirsi nella ristretta cerchia di ninja d’elite di cui tanto aspirava far parte.

<< Dove stiamo andando? >> domandò ad un tratto.

<< All’ospedale, ti scarico a tuo padre e me ne torno ai miei problemi >>

<< Evviva >> affermò Tia con finto entusiasmo.

Shara non era mai stata un tipo paziente; ma comprensivo quello si.

Si fermò di colpo e si girò verso la ragazzina.

<< Che c’è? >> borbottò quella. Aveva la pelle chiarissima, il fisico minuto e quelle labbra piccole e carnose le davano sempre un’aria imbronciata. Era evidentemente irritata ma in quel momento forse si sentì più imbarazzata che altro. Dopo tutto la stava fissando da qualche minuto e per di più come un investigatore fa con un criminale. Tia si portò timidamente un ciuffo di capelli da davanti al viso fino a dietro l’orecchio più vicino. Socchiuse gli occhi viola e strinse le spalle.

<< Pensavo… >> biascicò Shara ancora incredula all’idea di quello che stava per dire.

<< Si? >> chiese Tia con voce d’angelo.

<< Ti va di allenarti con me? >>

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Reika aprì la porta della stanza con la schiena facendo attenzione che il vassoio che aveva fra le mani non oscillasse troppo. Kuroi fece capolino timidamente ma la padrona con un semplice sguardo gli ordinò di starsene fuori ed il cucciolo ubbidì. Rivolse uno dei suoi sorrisi più sgargianti verso l’amica che se ne stava tutta pensosa sul suo letto d’ospedale. Ormai era d’abitudine per la kunoichi andare a farle visita per quell’ora e portarle il pranzo. La mora posò con cura il vassoio sul comodino che c’era alla destra del letto e con estrema delicatezza vi ci si sedette. Chikara da parte sua non mosse un solo muscolo, sembrava toppo assorta nel flusso dei suoi pensieri per accorgersi anche del suo ingresso nella stanza. Reika sorrise nuovamente cercando di attirare l’attenzione dell’amica iniziando a parlare.

<< Tuo cugino è proprio bravo sai?? Sai vede che è molto più allenato di me per quanto riguarda la tecnica… >>

La giovane fece una pausa e poi riprese.

<< Credo che mi dovrò impegnare sul serio la prossima volta che acconsentirò di allenarmi con lui, non voglio mica fare una figuraccia… A proposito, ti hanno detto tra quanto potrai uscire? >>

Chikara dischiuse un secondo le labbra e con grande sforzo rivolse i suoi occhi di cielo verso Reika.

<< Presto >>

<< Bene!! >> rispose entusiasta Reika. Ma la cosa non la rendeva per niente felice: era quasi una settimana che Chikara le rifilava la stessa risposta. Sincerante cominciava a dubitare che anche lei ne sapesse qualcosa…

<< Sto bene, non ti preoccupare >> sussurrò l’uzumaki cercando di rendere la sua voce più calda. Non voleva certo estraniarsi dal mondo, tanto meno dalle persone a cui teneva. Eppure sapeva che alla fine sarebbe stato quello il suo dovere: uscire dal quel mondo che tanto amava. Sentiva in cuor suo un desiderio profondo che la spingeva a ribellarsi a quell’amara convinzione ma quella forza era troppo flebile e fragile adesso… adesso che anche lei sapeva quello che si portava dentro. Non era una stupida, ma nemmeno una vigliacca; si sarebbe presa le sue responsabilità ed avrebbe fatto quello che si doveva fare. Anche strare chiusa in ospedale per dei mesi se era necessario ma non avrebbe mai detto addio a quel mondo. No, essere un ninja, lottare per il suo villaggio era tutto quello che più desiderava. Abbandonare tutti i suoi sogni sarebbe stato come morire e se quello era il prezzo da pagare allora tanto valeva…

<< Chii!! >>

La voce di Reika la riportò alla realtà.

<< Se mi stringi la mano così mi fai male >>

Chikara subito allentò la presa e rivolse uno sguardo timido ed impacciato verso la kunoichi.

<< Scusami >> mormorò.

<< Fa niente >> azzardò Reika sorridendo << Mangia adesso >>

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Il giovane Uchiha si stava dirigendo con passo veloce verso il palazzo dell’Hokage sicuro della decisione che aveva preso. Conosceva fin troppo bene Chikara; e quella settimana passata sempre con lei, se non nell’oretta in cui concedeva all’inuzuka di starle accanto, aveva capito una cosa: qualcosa era cambiato in Chikara. Qualcosa di talmente grande era riuscito a portargli via una parte di lei. La kunoichi era sempre la stessa esteriormente, malgrado il colorito cadaverico e lo sguardo perso. Ma c’era di più e lui lo sapeva. Qualcosa di diverso, di strano e di terrificante aleggiava in quella stanza ora più forte che mai. E lui doveva sapere cos’era. Suo padre lo sapeva, ne era certo, ma non gliel’avrebbe mai detto, se non sotto tortura. L’unico barlume di speranza era l’Hokage. Naruto era sempre stato un chiacchierone , un tipo gentile insomma, e sapeva quanto tenesse a sua figlia. Seigi sperò con tutto il cuore che il capo del villaggio non gli negasse il diritto di sapere cosa era accaduto nella foresta.

Era ormai vicino al suo obbiettivo: era stato tutto fin troppo facile e l’uchiha questo lo sapeva fin troppo bene.

<< Dove vai? >> chiese una voce a lui familiare.

<< Kakashi sensei >> biascicò Seigi mentre involontariamente tutto il corpo si irrigidì.

<< Ti ho chiesto dove stai andando >>

<< Dall’Hokage-sama >>

<< Poi chiedere a me quello che vuoi sapere >>

<< Mi dispiace ma… >>

<< Ma?? >>

<< Ma è una sorpresa!! >> strillò una voce angelica. Tia si mise prontamente fra l’uchiha ed il maestro.

<< Noi ninja dell’accademia abbiamo fatto una cosa per l’ Hokage e Seigi si era offerto per accompagnarmi come rappresentante di tutti i ragazzi >>

<< Non ne sapevo niente >> esclamò Kakashi inclinando appena la testa da una parte.

<< perché è una sorpresa Kakashi-sensei!! Mi sembrava di averlo già detto no? >>

Il sensei posò un secondo gli occhi su Seigi, poi su Tia che con i suoi occhi da cucciolo poteva riuscire ad intenerire chiunque.

<< Kakashi-sensei >> lo chiamò una terza voce.

<< Dimmi Shara >>

<< Il mastro Iruka la stava cercando per non so cosa, è qui fuori che la sta aspettando comunque >>

L’uomo anche se appena dubbioso lasciò stare i ragazzi e si allontanò sussurrando un " grazie " accennato.

L’uchiha si rivolse sollevato verso le due ragazze.

<< Cosa ci fate qui? >>

<< Lo prenderò come un grazie, visto che la sottoscritta ti ha appena salvato il cu.. >> ma la fese venne prontamente interrotta dalla kunoichi del clan Nara che tappò con un rapito gesto della mano la bocca alla ragazzina.

<< Abbiamo visto che correvi da questa parte tutto preoccupato e ti abbiamo seguito, poi abbiamo notato che eri in difficoltà con il sensei e quindi… >>

<< Grazie, ma posso cavarmela da solo adesso >> rispose Seigi tutto d’un fiato.

<< E’ no bello!! >> strillò Tia tutta indispettita dopo essersi liberata dalla salda presa di Shara.

<< Io non è che regalo favori a destra e a manca! Vorrei almeno sapere cosa vuoi fare di così importante dall’Hokage! >>

<< Si tratta di Chikara? >> chiese Shara socchiudendo appena i suoi occhi d’ambra. Un improvviso nodo tappò la gola del moro che riuscì soltanto ad annuire in tutta risposta.

<< Allora ti accompagno >> esclamò Shara con fermezza.

<< Non se ne parla >>

<< Guarda che è anche amica mia Seigi!! >>

<< questa è una cosa diversa, una cosa personale >> ribadì l’uchiha cercando mentalmente una via di fuga da quella discussione.

Sapeva di che cosa era capace la sua compagna di squadra. Una ragazza testarda, molto più di Chikara. Ma a differenza dell’uzumaki che non sapeva farsi valere in un’accanita discussione, almeno senza alzare la voce o arrivare alle mani, la giovane pupilla del clan Nara riusciva benissimo a rigirare il discorso a suo vantaggio. Una dote che anche suo padre aveva: un’intelligenza sopraffina mixata però al carattere forte e deciso della madre. Un cocktail micidiale racchiuso in una sola persona!

<< Chikara non mi ha mai nascosto nulla, conosco persino cose che tu non sai su di lei…… quindi se la domanda che credo vuoi porre all’Hokage-sama è solo personale posso accompagnarti! >>

<< Shara >>

<< Deduco quindi che mi stai raccontando delle balle uchiha, tutto per deviarmi dalla più ovvia conclusione.. >>

<< E sarebbe? >> chiese Tia non capendo una parola del ragionamento di Shara.

<< Facile: la domanda non è perché Chikara non può uscire dall’ospedale, ma cosa le impedisce di uscire? >>

<< Non capisco >> si lamenta la kunoichi tenendosi la testa tra le mani.

<< Ragiona Tia: perché si sta in ospedale? >>

<< Ma è ovvio perché si sta male!! >>

<< ma una male grave, un’influenza può benissimo essere curata nell’ambito domiciliare >>

<< e quindi? >>

<< Come sta Chikara? >>

<< ed io che cavolo ne so?? >> sbottò la ragazzina sentendosi ancora più confusa.

<< Non ha ne una ferita ne una linea di febbre >>

Tia strabuzzò gli occhi poi posò il suo sguardo su Seigi che intanto era già arrivato alla conclusione del ragionamento di Shara.

<< Adesso poniti l’ultima domanda Tia >>

La ragazzina si fermò un attimo a riflettere poi con timore rispose.

<< Se sta bene, cosa le impedisce di uscire dall’ospedale? >>

<< Bingo >> mormorò Shara mentre i suoi occhi d’ambra si illuminavano.

<< quindi Seigi, sbrighiamoci a risolvere quest’ultimo quesito e poi andiamocene prima che Kakashi-sensei scopra che lo abbiamo fregato! >>

Il moro fece spallucce ormai arreso all’idea che quelle due ragazze lo avrebbero seguito ed aprì la porta con decisione.

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Kon si diresse a grandi passi verso casa, mentre dietro di lui il sole stava già tramontando. Il cielo aveva assunto un colore rosso fuoco e tutto ciò aveva contribuito a dare al villaggio quel tocco di romanticismo stucchevole che tanto gli dava sui nervi. In fondo non era mai stato un tipo romantico, sensibile forse, ma il romanticismo non era proprio il suo forte. Forse da questo punto di vista assomigliava più a suo padre che a sua madre. D’altra parte però era un’artista, e da bravo artista avrebbe dovuto venerare quel sentimento così ispirante…

A complicare le cose poi era subentrato il fattore Asuma-Jiyu. Già, avere come compagni di squadra la " coppietta felice " di Konoha non era stato poi così d’aiuto. Aveva quasi finito per considerare vomitevole ogni dimostrazione d’affetto tra i due, e malgrado cercasse sempre di rimanere impassibile e di non rendere pubbliche le sue emozioni interiori non era riuscito in quell’intento. Si era accorto solo ultimamente che tutte le volte che sorprendeva i due a sbaciucchiarsi assumeva un’espressione contorta e gli angoli della sua bocca si tiravano verso il basso. Era un gesto così naturale che nemmeno era mai riuscito ad accorgersene!

Che Reika lo avesse mai notato?

Il ninja si fermò di colpo quando si rese conto della domanda che il suo cervello gli aveva appena sottoposto.

Cosa diavolo c’entrava adesso Reika??? Nel senso, gli importava veramente cosa pensasse la kunoichi a riguardo delle sue espressioni facciali più o meno piacevoli?

Era una cosa priva di senso. Non aveva mai fatto caso a quello che gli altri pensavano, figuriamoci chiedersi una cosa del genere su di una che conosceva a mala pena…

<< Konton >>

Il sentir pronunciare il suo nome completo lo fece quasi sobbalzare. Era persino pronto ad inventarsi una scusa per giustificarsi con sua madre ma quando si voltò al suo cuore mancò un battito.

<< Tutto ok? >> chiese Reika guardandolo in modo interrogativo.

Lo Yamanaka deglutì cercando di aprire la bocca almeno per respirare, poi le parole sarebbero uscite di conseguenza. Ma evidentemente il suo sistema nervoso era così in tilt che non riusciva a dare ordini precisi al resto del corpo. Kon riuscì non si sa come ad accennare un si con il capo.

<< No, sai… io… Ho sentito che parlavi da solo e poi mi è sembrato di sentire il mio nome >> biascicò lei arrossendo.

<< No >> rispose lui trattenendo per la seconda volta il respiro. Forse le cose che credeva di aver solo pensato non erano poi solo un frutto di un ragionamento mentale.

<< Ah… >> disse la ragazza in un sospiro. Si doveva essere immaginata che il ragazzo l’avesse chiamata. Si, certo, era palesemente ovvio. Ma allora perché se ne era uscita con quella patetica scusa per attaccare bottone??

Era stanca, certo, passare un ora con Chikara senza poterle dire ciò che provava, o solo pensava veramente, era decisamente demoralizzante e forse aveva solo sentito il bisogno di parlare con qualcuno. E guardacaso Kon era li..

Si, le cose non potevano che stare così…

<< Ehm, allora vai a casa? >> chiese avvicinandosi a lui.

Kon si irrigidì all’istante quando la distanza fra di loro si ridusse a poco meno di un metro.

<< Si >> rispose secco.

<< E… ti va se, insomma, tanto abitiamo abbastanza vicini, e poi… ma comunque io farei la stessa strada! Però se non vuoi, capisco >>

Kon non riuscì a trattenere un sorriso capendo che forse la kunoichi era più a disagio di lui. E per questa volta, non gli servì un libro per capire che forse, avrebbe dovuto aiutarla… almeno ad esprimersi senza dover esplodere per la vergogna.

<< Si, mi fa piacere se facciamo un pezzo di strada insieme >>

<< Ecco, forse così era più semplice da dire.. >> commentò lei abbozzando un sorriso tirato.

<< Forse >>

Reika non poté far a meno di notare il foglio che lo Yamanaka teneva in mano. Era uno spartito molto logoro e pieno di scarabocchi e di cancellaticci vari. Forse ci stava ancora lavorando ma la curiosità le impedì di farsi i fatti suoi.

<< Che cosa è? >> chiese facendo la finta tonta.

Kon abbassò lo sguardo quanto bastava per intravedere il foglio che gli spuntava dal pugno destro.

<< Nulla di che… >> rispose uccidendo l’entusiasmo di lei.

<< E’ uno spartito vero? >>

<< Si, ma è da finire… Mi manca ancora qualche nota qua e in la e la battuta centrale.. >>

<< Posso sentirlo? >> Domandò Reika facendo irrigidire di nuovo il ragazzo.

<< No!!! >>

<< Cioè… >> si corresse prima che la sua risposta categorica ferisse l’animo della ragazza.

<< Voglio prima finirlo, poi forse.. >>

<< ok, scusa >>

Kon si sentì morire quando percepì nella voce di Reika una lieve nota di dispiacere.

<< No, è colpa mia! E’ solo che.. Mi piacerebbe che tu lo sentissi solo quando sarà perfetto >>

La kunoichi sorrise dolcemente.

<< Allora me lo farei sentire Konton? >>

<< Kon >> la corresse lui << Chiamami solo Kon >>

<< Allora me lo farai sentire…. Kon? >>

<< Può darsi >> azzardò lui rivolgendo verso la giovane un sorriso malizioso. Reika però non reagì così bene a quel gesto. Arrossì di colpo e nascose gli occhi dentro la felpa grigia che si era tirata fin sopra il mento.

<< Io vado, a domani >> disse lui girando l’angolo e salutandola con la mano.

Reika ricambiò il saluto con un cenno della testa e tirò diritta per la sua strada.

Che diavolo le era preso?? Sconvolgersi così per un sorriso…

Era peggio di una bambina, e se ne vergognava. Da quando in qua parlare con un ragazzo le faceva questo effetto?

Certo con Seigi era diverso.. ma Seigi era Seigi!! Era il ragazzo per cui aveva una cotta sin da piccolissima, era il ninja per cui aveva un debole e quello che popolava la maggior parte delle sue fantasticherie. Eppure quell’immagine di Kon sorridente si era sostituita per un millesimo di secondo a quella del suo principe Uchiha.

<< Che stupida che sono >> si auto-rimproverò varcando la soglia di casa.

 

 

<< Che stupido che sono >> si auto-rimproverò varcando la soglia di casa.

Come poteva aver sorriso a quel modo a Reika? Si sentì avvampare tutto d’un tratto. Che si fosse preso una cotta per lei ormai gli era più che chiaro ma come poteva competere con l’Uchiha? Lui non aveva quegli occhi rossi scarlatti che facevano tanto impazzire le sue coetanee; ne tanto meno quell’aria da principe delle favole. Lui era solo Kon, il ragazzo silenzioso che leggeva quei libri assurdi e che aveva una passione per la musica in generale. Fra l’artista sciagurato ed il bello impossibile di sicuro Reika avrebbe scelto il secondo. Chiunque lo avrebbe fatto e questa convinzione lo trafisse come un pugnale può trafiggere la carne. Eppure si sentiva stranamente intontito e felice senza un motivo preciso. Gli veniva persino voglia di sorridere e di suonare… Che questa fosse l’ispirazione che cercava??

Kon, non lo sapeva; ma di certo ora sapeva che l’amore non lo disgustava più così tanto.

 

 

 

 

 

Fine capitolo……

 

*** Eccomi finalmente tornata dopo una lunghissima scomparsa da EFP e dopo una lunghissima pausa dal mio consueto lavoro di scrittura!! Che dire, cercherò di rimettermi in carreggiata e soprattutto di non farvi più aspettare così tanto per una fic!! ^______^

Grazie a tutti per i bellissimi commenti e scusate ancora per questo interminabile periodo di attesa!!! ***

Kissoni Shiida
  
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