Unknown 20
Capitolo XX
"É la fine. Il genere umano mi ha profondamente deluso.
Non è possibile che tutta questa gente abbia un gusto
musicale così orrido da
venire qui e sentire la nerdino's band."
"Il loro nome è Cacciatori di Ombre e non sono male per
la cronaca."
"Le parole di un'innamorata non sono mai
veritiere."
"Tu credi sinceramente che qualcuno possa impedire a
me, Isabelle Sophia Lightwood, di dire la mia?"
"Piantatela entrambi" sbuffò Alec, leggermente
alterato dalla gran massa presente nel locale, gli mancava l'aria e il
mal di
testa pareva esser tornato di prepotenza, deciso a martellare le pareti
del suo
cervello "Jace ho visto una testa rossa sbucare dal backstage, seguita
da
un'altra testa rossa. Sospetto che sia la famiglia Fray, su vai."
"Come vai?
Non mi accompagni?" replicò sbalordito il biondo.
"Hai bisogno del babysitter, fratellino?" commentò
con ironia Izzy, con l'intento di sfottere il ragazzo, visibilmente
sotto
pressione o forse era la camicia chiusa fino all'ultimo bottone che
provocava
la mancanza di ossigeno e un conseguente rossore sulle guance del
biondo.
"Alec..." mormorò l'Herondale, decidendo di
sfoggiare la sua arma segreta.
"Non osare farmi gli occhioni dolci, è una questione
fra te e tua suocera. Io ti terrò d'occhio da qui, ti
guarderò le spalle, come sempre"
Jace doveva convincere
la donna della serietà dei suoi sentimenti per Clary e per
quanto Alexander
avesse accantonato la cotta per il biondo, visto che la sua testa
pareva non
dargli pace, proponendogli a ripetizione l'ultima conversazione con
Magnus,
assistere ad una dichiarazione d'amore del suo fratellastro non faceva
parte
della lista dei suoi desideri, dove, invece, era segnato il voler
ricordare
cosa avesse detto al party planner la sera precedente.
"Vado al patibolo. Sappiate che sulla mia lapide voglio
che ci sia inciso -qui giace l'uomo
più
bello che il mondo abbia mai conosciuto- e ovviamente voi
produrrete dei
santini, così le mie varie fans potranno innalzare un altare
in mio nome"
la drama queen della famiglia Lightwood era palesemente Jace.
"E poi spargeremo le tue ceneri nel laghetto di Central
Park e diventerai la pappa delle anatre" aggiunse Izzy, sogghignando
con
un luccichio diabolico negli occhi, facendo trasalire Jace.
"Tranquillo, non glielo permetterò" lo rassicurò
Alec "ora vai, su" gli diede una leggera spintarella e il biondo
voltò le spalle ai due per dirigersi verso le rosse.
"Dovrei andare a salutare Simon secondo te?"
Isabelle insicura su come comportarsi con un ragazzo era uno
spettacolo che Alexander non si sarebbe mai immaginato di poter
assistere.
"Se ti fa piacere, Iz."
"Non vorrei fare la figura della maleducata" si giustificò
la bruna.
"E mamma ci tiene molto che noi rispettiamo le buone
maniere" Alec le diede una scusa a cui aggrapparsi e sapeva che la
sorella
gliene era grata, anche se non glielo avrebbe mai detto.
"Va bene, se insisti Alec, vado e torno. Tu trova un
tavolo e togliti quel maglione. Sento caldo al solo guardarti con quel
girocollo."
-
Magnus : "Il tuo
maglioncino a girocollo limiterebbe il tuo respiro.”
-
Alec : “Toglimelo"
E quello cosa era stato? Non era un
flashback...vero? Alexander non avrebbe MAI fatto una conversazione del
genere
con Magnus, anche se conoscendo il soggetto in questione con tendenze
promiscue....NO. Non era nella sua indole, lui era il candido della
famiglia….lui
era PURO!
-
Magnus : “mi
staccherei da te, nonostante tu rilasci un gemito di protesta,
afferrerei i
bordi del maglione e te lo sfilerei dalla testa. Cosa indossi
sotto?”
-
Alec : “niente. Me
lo sono tolto anche adesso.”
-
Magnus : “che bravo
il mio fiorellino. Bene, finalmente vedrei i tuoi addominali. Le mie
mani
accarezzerebbero i tuoi fianchi, esplorerebbero la tua pancia piatta
per
fermarsi suoi tuoi pettorali. I tuoi capezzoli diventerebbero turgidi
sotto i
miei palmi. Vorresti che te li toccassi?”
-
Alec : “sì, ti
prego.”
Per l'Angelo, lui non era il tipo che pregava per essere
virtualmente spogliato, al massimo per prendere una A in Chimica, non
gli era
mai particolarmente piaciuta come materia...
Alec si riscosse dalle inutili divagazioni sugli atomi per
tornare al problema principale : AVEVA AVUTO UNA TELEFONATA A SFONDO
SESSUALE
CON MAGNUS!
"Porca merda."
Isabelle non era nervosa. Non poteva essere nervosa per il
semplice fatto che stava andando a salutare Simon. Lei non era mai
stata
vittima dei tipici complessi femminili che mandavano in paranoia le
ragazze
ogniqualvolta si trovassero davanti ad un uomo.
Tutti le cadevano ai piedi.
Per Izzy, era sempre stato tutto estremamente facile, quindi
perché adesso sentiva il cuore palpitare e le mani tremare?
Era ridicolo, se non addirittura impossibile che un nerd con
un cespuglio in testa la potesse ridurre così!
Lanciò una rapida occhiata a Jace che si era appartato in un
angolo, forse più silenzioso, a parlare con le due
Fray. La madre di Clary
aveva stampata sul viso un'aria scettica e guardinga, mentre la figlia
muoveva
nervosamente le dita, intrecciandole fra di loro.
Dopo sarebbe andata a salvare suo fratello.
Trovò Simon intento a controllare gli spartiti delle cover
delle canzoni che avrebbero suonato.
"Spero che tu abbia messo -Irresistible-
dei Fall Out Boy in scaletta" sentenziò la
Lightwood appoggiandosi al divisorio tra il locale e il backstage.
"È la tua preferita, ovvio che l'ho messa. Sei stata
terribilmente pignola alle prove. Non so quante volte l'abbiamo dovuta
ripetere
prima di ottenere la tua approvazione" commenta con il sorriso sulle
labbra il Lewis, ricordandosi i vari cazziatoni di Izzy, che quando si
arrabbiava perdeva quella compostezza quasi innaturale che la rendeva
una
bellissima regina di ghiaccio, per lasciare il posto ad una guerriera,
con una
vivacità nello sguardo che gli trasmetteva sempre una
scarica adrenalinica.
"I Fall Out Boy meritano perfezione" asserì con
tono saccente Isabelle, per poi concentrarsi sulla figura del
batterista. Il riccioluto si
asciugava ogni due per tre le mani sui pantaloni, era tremendamente
nervoso e
adorabile, NO. La mente di Izzy la rimproverò per tale
pensiero. Simon non era
adorabile, poteva essere al massimo compassionevole, patetico o ...
adorabile.
"Come va, gran rock star?"
Dall'altra parte, il ragazzo rimase sorpreso
dall'autocontrollo della Lightwood, lui si sentiva incredibilmente in
imbarazzo. Ieri sera aveva friendzonato la donna più bella
di tutta New York e
lei pareva far finta di niente. Simon poteva persino offendersi,
allora, forse,
a Isabelle non gli era mai fregato niente di lui...
"Benino, ho paura che mi scivolino le bacchette o che
sbagli le pause. E se dessi male l'attacco?"
"Non hai mai sbagliato da quando sono venuta a sentirvi
e non sbaglierai nemmeno stasera. C'è Clary e sono sicura
che darai il meglio
di te per lei."
"Isabelle..." Simon non sapeva nemmeno come
replicare e fu eternamente grato al tempismo dei suoi compagni di band!
"IZZY!!!"
"CI SEI MANCATA!"
"CHE BELLO CHE TU SIA VENUTA!"
A Kirk bastava che gli spuntasse la coda e sarebbe sembrato
un perfetto cagnolino adorante della sua padrona.
"Non sarei mai potuta mancare!" affermò la ragazza
puntando i suoi occhi su Simon, mandandolo in confusione. Prima
l'uscita su
Clary con totale menefreghismo, ora, invece, Isabelle aveva palesemente
fatto
intendere al batterista che era lì per lui. Lewis non ci
stava capendo più
niente.
21.32 Meliorn :
splendore sono arrivato, dove sei?
21.32 Isabelle :
aspettami al bar, arrivo subito
"Scusatemi, ma il mio appuntamento è appena arrivato.
Vi saluto e conquistatevi il palco, ragazzi. Buona fortuna" mandando un
bacio
volante a tutti, Izzy lasciò il backstage per tornare in
sala.
"Stasera dobbiamo essere perfetti" ordinò Simon.
Voleva che Isabelle prestasse attenzione solo a lui, cioè solo alla band, e
non
a quel damerino senza cervello che sicuramente era il suo appuntamento.
"Lei sicuramente si chiederà chi io sia e nel momento
in cui le svelerò la mia identità mi
vorrà uccidere.... Sono io la causa per cui
sua figlia è stata tutta la notte fuori. Ieri sera era il
compleanno di mio
fratello e ho invitato Clary in discoteca con noi, perché
volevo presentare
alla mia famiglia l'unica ragazza che mi ha fatto battere il cuore."
Jace e il manifestare i propri sentimenti erano due concetti
che stonavano se presenti nella stessa frase. Per l'Herondale non era
facile
esprimere il suo affetto, le incomprensioni con Alec erano un esempio
eclatante, ma non poteva lasciarsi sfuggire quella piccoletta dai
capelli
ramati, sentiva che lei era fatta per lui, come due tessere del puzzle
che si incastravano perfettamente. Era solo
una sensazione, ma il suo genitore gli aveva sempre ripetuto che
l'istinto
degli Herondale non sbagliava mai.
"Quindi tu saresti il tatuato con la moto da quattro
soldi che mia figlia frequenta" affermò acidamente Jocelyn,
incrociando le
braccia davanti al petto, osservando con scetticismo l'adolescente
davanti a
sé.
"Io non sono solo -tatuato-,
sono tante altre cose e non credo sinceramente che una Harley Davidson
possa
essere minimizzata a -moto da quattro
soldi-" quella donna aveva sminuito la sua baby,
era il diavolo in persona "io sono veramente interessato
a sua figlia e farò di tutto per continuare a frequentarla,
sempre se Clary
voglia perdonarmi. Scusami piccola, dovevo mettermi nei tuoi panni e
capire che per te
non era facile dire a tua madre di noi. So che do l'impressione di
essere un
cattivo ragazzo, non dico di essere un angelo, sono un semplice umano
che
commettere errori e ti chiedo di darmi una seconda
possibilità, Clary. Nessuna
mi ha mai fatto sentire così vivo, io..."
"Blabla, tante belle parole, ragazzino, ma non
bastano."
"Posso cambiare per sua figlia!"
"Ma io non voglio che tu cambi!" finalmente Clary
si intromise nella conversazione, facendo un passo verso Jace, ma venne
subito
bloccata dalla madre.
"Bambina mia, ma si vede che lui non fa per te"
insistette la donna, prestando particolare attenzione al collo del
biondo, era
sicura di intravedere un altro tatuaggio sotto al colletto della
camicia.
"Ma come fai ad esserne così certa? Lo conosci?"
replicò
sprezzante la ragazza.
"No, ma..."
"Ma niente, anche tu hai un tatuaggio, quindi tutto
questo astio non lo capisco" aggiunse Clary.
"Sei così giovane, non sai quello che stai
facendo" asserì Jocelyn.
"Rieccoci al solito discorso, non ho più cinque anni,
ne ho sedici e sono abbastanza matura da prendere decisioni con la mia
testa!" insistette l'artista, allontanandosi dalla madre.
"Commetteresti un errore, fidati di tua madre"
ribatté la Fray più grande.
"Tu ti potresti fidare di tua figlia per una volta!"
Jace ebbe la sensazione che ormai la discussione non era più
incentrata su di lui….
“Alec, anche tu qui, che bella coincidenza! Come è
andata
ieri sera? Hai messo la sciarpa che ti ha regalato il tuo
ragazzo?”
“Magnus non è il mio ragazzo!”
ribatté Alexander
all’affermazione di Julia e la ragazza dai capelli grigi gli
rivolse la tipica
occhiataccia del –credi davvero che
ci
caschi?-. Il Lightwood iniziò a pensare che il
capo supremo ai piani alti ce
l’avesse con lui, prima il ricordo traumatizzante della
telefonata con Magnus e
adesso l’unica persona esterna ad Izzy che era a conoscenza
del suo impiccio con il party
planner si era
materializzata nello stesso locale dove era venuto anche con Jace, il
quale era
del tutto all’oscuro della sua omosessualità e
Alec desiderava che restasse
ignaro della situazione ancora per un po’.
“E mio fratello non sa che mi sento con un maschio,
quindi…”
“Quindi dovrò stare zitta, cosa difficile visto
che sono
logorroica, ma non è colpa mia. Sono una persona
estremamente interessante e
non posso privare gli altri delle mie incredibili perle di saggezza, in
più
sono iperattiva da nascita. Genetica” il ragazzo si
domandò fra quanto la
commessa di Starburcks avrebbe avuto un arresto respiratorio, non aveva
preso
nemmeno una pausa durante il suo monologo “vabbè,
non stai con Magnus, uffi,
volevo foto da otp. Che ci fai qui?”
“Sono venuto a sentire la band, sono amici di mia sorella
e…” e dove era Izzy quando aveva bisogno di una
via di fuga?
“E intanto che stai qui da solo, vieni al nostro tavolo! Ti
presento al mio ragazzo e alla mia migliore amica, anche lei fangirl e
ovviamente shippa Malec!”
Mentre veniva trascinato dal tornado Julia, Alec ripensò
alla conversazione avuta con Magnus sui nomi da ship, per fortuna il
party planner
si era premunito di spiegargli cosa fosse effettivamente una ship, e
non erano
barche da crociera.
Alecagnas , per
l’Angelo che nome orribile e il moro si sorprese nel
constatare che era passata
solo una settimana, più o meno, da quel discorso altamente
culturale tenuto con
Magnus.
7 giorni e quel ragazzo gli era entrato così nel
profondo…
“Amore mio, lui è Alec. Alec, lui è
l’uomo della mia vita
Dylan, è iperattivo quanto me, ci siamo trovati, mentre lei
è Rebecca, la mia
best friend forevahhhh.”
“Iperattiva pure te?” domandò Alexander
alla ragazza mora,
che gli indicò il posto accanto a sé, mentre
Julia si sedette sulle gambe del
fidanzato, veramente carino, per la cronaca, ma non quanto Magnus.
Il castano disse qualcosa alla compagna all'orecchio e lei
ridacchiò, girandosi verso di lui per dargli un bacio sulla
guancia. Avevano un atteggiamento così spontaneo ed
intimo..Alec si chiese se lui sarebbe mai stato in grado di fare
altrettanto, ma molto probabilmente no, avrebbe attirato troppi sguardi
e Alexander preferiva restare nell'ombra. Però se fosse
uscito con Magnus, il party planner avrebbe sicuramente attirato
l'attenzione di tutti...
DOVEVA SMETTERE DI FAR FINIRE OGNI PENSIERO SU MAGNUS!
“Nah, bastano loro due, non sono facili da gestire. Hai
presenti i bambini di due anni che dopo aver imparato a camminare
vogliono
esplorare il mondo intero? Ecco, loro sono quei bambini di due anni e
io la
mamma. E chiamami Becks, odio Rebecca.”
Lei gli stava decisamente simpatica, soprattutto appariva
più pacata rispetto alla coppietta che aveva incominciato a
fare gli origami
con i tovaglioli.
“Alexander, ma preferisco nettamente Alec.”
E adesso come si portava avanti una conversazione con degli
sconosciuti?
Con Magnus era stato naturale… l’aveva fatto di
nuovo! NON
DOVEVA PENSARE A MAGNUS, PERCHE’ SE PENSAVA A MAGNUS, ALLORA
GLI RITORNAVA ALLA
MENTE IL LORO SESSO TELEFONICO E LUI NON ERA PSICOLOGICAMENTE PRONTO A
TUTTO
QUESTO!
“E per gli amici intimi fiorellino” lo
stuzzicò Julia,
facendolo arrossire.
“Julia!” la riprese Alec.
“Sìsì, sto zitta, lui è otp,
honey” specificò la commessa
alla sua amica.
“Ci ero arrivata, honey. Si fomenta quando entra in contatto
con coppie slash, perdonala” mormorò Rebecca.
“Quanto sei sassy stasera, dovremmo festeggiare
invece!”
sentenziò Dylan, sbattendo i pugni sul tavolo.
“Che si festeggia?” chiese curioso il Lightwood.
“Becky..”
“Odio essere chiamata Becky, Julia.”
“Becky ha vinto un master al Jeffersonian Institute a
Washington per scienze forense e parte la settimana prossima.”
“Siamo molto fieri di lei” asserì Dylan,
rivolgendo un
sorriso di sincero affetto all’amica.
“Ma tanto non me ne vado da New York, ve l’ho
già detto!”
replicò esasperata la mora.
“Per via di Tom? Seriamente? Non ti si fila, honey,
è da due
anni che ti diciamo che è un idiota, ma no! Tu insisti, gli
hai detto che ti
piaceva e lui -sono concentrato sulla
stesura del mio libro-, libro di cui non abbiamo visto una
riga. Studiate
insieme i casi irrisolti che ti danno
all’università solo perché lui cerca
inspirazione e nemmeno la tecnica di provarci spudoratamente con lui ha
funzionato. Lo mette in imbarazzo. Honey, vai via da qui , ovviamente
venendomi a trovare tutti i weekend, e trovatene uno
intelligente almeno la metà di te!”
“Io voglio leggere il suo libro, mi ha promesso che la prima
copia sarà per la sottoscritta! Io so che lui ci tiene a me,
io aspetto” asserisce
con calma Rebecca.
“Due anni, cara amica mia, sono un lungo periodo di tempo e
poi guardalo, sta tutte le sere qui a servire ai tavoli, la mattina ha
i corsi
di Lettere, quando pensi abbia il tempo di scrivere? Esatto, non ce
l’ha.”
“Lui merita la pena di aspettare.”
Anche per Magnus, lui valeva la pena di aspettare, ma se
Ragnor o Raphael, o qualcun altro dei suoi amici gli stesse facendo in
questo
momento lo stesso discorso che Julia e Dylan stavano intavolando con
Rebecca? E
se Magnus desse loro retta? Effettivamente Alexander si ricordava cosa
era
successo la notte precedente e come un vigliacco stava scappando.
“Lui ti fa delle carinerie e tu ci caschi, ogni singola
volta stai di merda, noi ti consoliamo, ma non ci permetti di menarlo. Io sono stanca di vederti
stare male!” si
infervorò Julia.
“Non credo che ad Alec interessi così tanto la mia
vita
sentimentale…” commentò Rebecca.
“In realtà sì”
sussurrò Alexander, non rendendosi conto di
averlo detto veramente ad alta voce.
Rebecca e questo fantomatico Tom erano la versione ribaltata
della sua situazione con Magnus.
Il promettente scrittore pareva illudere la studentessa di
scienze forense con frasi dolci, come alla fin fine anche lui faceva
con Magnus,
ma non concludeva niente, e come Bane, lei sembrava non essersi
stancata di
aspettare una mossa significativa da parte dell’altro.
“Visto? Bravo amico, mi sei piaciuto”
affermò Dylan,
allungandogli la mano per battere il cinque e Alec rispose riluttante,
ma era
così che si faceva tra adolescenti, giusto? Si stava
relazionando con qualcuno
che non fosse della sua famiglia o Magnus, era strano, piacevolmente
strano.
“E dimmi Alec cosa ti affascina della mia storia da eterna
non corrisposta?” asserì ironicamente Rebecca con
una punta di acidità, incrociando
le braccia al petto, tipico comportamento di auto difesa.
“Non volevo essere indelicato, vorrei solo capire cosa ti
spinge ad aspettarlo. Sei una bella ragazza, intelligente, con dei
magnifici occhi verdi” più scuri rispetto a quelli
di Magnus, che invece erano talmente chiari
da sfiorare il giallo “con un futuro assicurato e sei pronta
a rinunciare al
tuo sogno per lui, che non ti dà alcuna certezza.
Perché?”
La schiettezza era il marchio di fabbrica della
famiglia Lightwood.
Alec guardò Rebecca aspettandosi che gli rivelasse la
soluzione a tutti i suoi problemi. Pendeva da quelle labbra piene prive
di
rossetto, che vennero morsicchiate dal nervosismo dalla proprietaria.
“Il crimine mi affascina, ho sempre voluto far carriera in
qualcosa che mi mettesse nella posizione di essere sul campo, di
mandare dentro
i cattivi, ma ho le giunture deboli e i criminali mi scapperebbero
sotto le
mani ogni volta. Il mio posto è in laboratorio, ad
analizzare proiettili,
combinazioni esplosive, tentare attraverso le polveri dei tessuti di
dare un
nome ai posti frequentati dalle vittime poco prima di essere uccise.
Voglio far
giustizia e vivevo solo per questo obbiettivo. Diventare la migliore.
Stavo
perdendo il quadro generale della vita. Ho sempre sintetizzato i
rapporti con
gli altri come normali convenzioni sociali, eccetto con questi due, che
di
normale hanno ben poco. Le piccole analisi che facevano effettuare a
noi
studenti mi esaltavano, non vedevo più il lato umano di quel
lavoro, fino a che
un giovane scrittore non si presentò alla lezione di
Investigazione
scientifica, si era palesemente imbucato e trovò vuoto solo
il posto affianco
al mio. Fu l’unico che chiese della vita della ipotetica
vittima, noi studenti
eravamo interessati al tipo di arma utilizzata, lui mi
ricordò il perché avevo
iniziato quella facoltà. Mi fece risentire viva. Era vero,
non portava nessuna
maschera da persona vissuta che quelli del mio settore indossano tutte
le
mattine. Vede la vita con occhi che trovano qualcosa di nuovo ogni
giorno, qualcosa
che vale la pena essere raccontato. Credi che io possa lasciarmi
sfuggire una
persona del genere? Ho bisogno di vederlo e quando mi chiama per
indagare
insieme, fare un sopraluogo o solo sentirlo lamentarsi
dell’incompetenza di
certi suoi compagni mi rende felice. Non so se tu mi possa capire,
Alec.”
Invece Alexander comprendeva benissimo. Magnus era arrivato
all’improvviso e si era portato via l’alone di
solitudine che lo circondava, lo
aveva fatto ridere, aveva imparato ad usare le emoticon solo per non
sembrare
un inetto ai suoi occhi. Il tempo volava quando si scrivevano e lui si
era
rifugiato di nuovo nella sua paura di non essere abbastanza, ma a
Magnus
piaceva così com’era e a lui piaceva Magnus
così com’era, con una sfrenata
passione per i glitter e i colori fluo. E se al party planner fosse
fatta
un’ottima offerta di lavoro? Perché dovrebbe
restare a New York? Non di sicuro
per un adolescente impaurito.
Come poteva quel Tom stare tranquillo? Non aveva paura che
gli portassero via Rebecca?
Alec non poteva convivere con questo timore.
Doveva scrivere a Magnus.
“Sei stata illuminante, Becks.”
21.28 Magnus sta
scrivendo.
Oh! Il suo Bane stava digitando.
21.28 Magnus : Fiorellino,
prima di tutto spero che ti sia tornata la memoria,
secondo devo dirti una cosa. Per correttezza più che altro.
La stronza della mia ex è tornata a New York, domani
pomeriggio
prendiamo un caffè a Starbucks, quello a Central Park,
e ho accettato solo perché voglio la piena
proprietà
della mia casuccia. Ho fatto la cazzata di comprarla con
lei.
Firmerò il contratto di compravendita e poi le
verserò
il caffè caldo in faccia.
Mi è sembrato giusto avvertirti, perché ci stiamo
frequentando, io ti considero
già il mio ragazzo praticamente, questo per ricordarti che
sei mio e
niente, buon concerto!
Ci sentiamo prestissimo, guanciotte dolci.
“Alec, tutto bene?”
“Julia, tu domani hai per caso il turno di
pomeriggio?”
Non è stata un’allucinazione, ho veramente
pubblicato dopo
più di due mesi. Sono viva e vegeta, sommersa di studio, con
tendenze
masochiste, visto che sto veramente andando in palestra, riesco a
prendere un
attimo di respiro solo la sera, ma la maggior parte del tempo libero lo
passo
tentando di mantenere i contatti con i miei amici, persone molto
impegnate,
peggio di Obama.
Ho scritto il capitolo nemmeno io so quando, nelle pause,
prima di prendere un caffè, 10 minuti prima di andare a
letto e i miei Malec
sono rivissuti.
Alec si è ricordato della hot call,
andando ovviamente in paranoia, ma una
giovane sfigata in amore, qualsiasi
riferimento alla situazione sentimentale dell’autrice
è del tutto casuale, gli
apre gli occhi e stava per scrivere a
Magnus, gente! Ma è stato anticipato da Bane stesso che lo
avvisava del caffè
con l’ex il giorno dopo, sappiate che la gelosia psicopatica
di Alec sta per
approdare anche in questa fan fiction.
I SIZZY! Sono la mia seconda otp della saga e mi emoziona
sempre scrivere di loro!
I Clace, beh, non mi fanno impazzire, ma non immagino nessun
altro per Clary e viceversa.
Quei due sono fatti per stare insieme. PUNTO.
Jocelyn non la reggo e lascia stare i Clace.
Ho inserito lievissimi riferimenti a due serie tv, chissà se
li scoprirete :P
Adesso passiamo alla parte più seria della mia nota
d’autrice.
Le mie scuse:
-per una mia ennesima mancanza
-per il ritardo
-per non aver risposto alle recensioni, ma sappiate che le
ho lette tutte, anche quelle dell’avviso, che nel momento in
cui pubblicherò il
capitolo, verrà eliminato.
Non mi merito assolutamente niente da voi, sono pronta ad
essere sommersa da critiche, effettivamente non scrivevo da tanto e
sono certa
di aver commesso errori.
Ma sappiate che mi siete davvero mancate e spero di esservi
mancata anche io un pochino.
Ringrazio chiunque sia arrivato fin qui, chi mi ha sostenuto
in questo periodo di blocco e chi sprecherà 5 minuti del suo
tempo a lasciarmi
la sua opinione del capitolo.
Spero a presto,
basetti
Potete contattarmi su Twitter
o attraverso l’hashtag #Unknownff
Larry in corso 10
punti in meno a Grifondoro
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