AVVERTENZE:
Questo capitolo contiene
contenuti piccanti.
--- Capitolo Venticinquesimo ---
Erano
passati un paio di giorni da quando Angel aveva incontrato Sage nella
Dimensione Oscura.
Quel
giorno, ancora chiusa in quel luogo tetro, gli aveva dato appuntamento
in casa sua, avendo la sicurezza che il padre fosse impegnato.
Non
le andava di parlare per strada, e l'unico posto che conosceva sicuro,
era proprio la loro abitazione momentanea.
Non
aveva potuto invitarlo prima per via del carattere iperprotettivo, per
quanto avesse potuto dirgli che era gay - essendo fermamente convinta
che lo fosse -, non le avrebbe mai permesso di restare da sola in casa
con un uomo.
Testardo
com'era aveva rifiutato di credere che la sua 'bambina' fosse cresciuta.
Sghignazzò,
sapendo che il padre non la pensava minimamente capace di avere qualche
rapporto ravvicinato con un essere di sesso opposto.
Era
vero che si era fermata ai preliminari, mai andata fino in fondo, ma
per una sua decisione e non di certo per altro. Si era ripromessa che
non si sarebbe concessa prima della maggiore età, per quanto
gli ormoni la facessero impazzire.
Ora
che era maggiorenne però, tornata a Feel's Church, non aveva
incontrato nessuno di realmente interessante, apparte Stefan. Non
faceva altro che pensare al minore dei Salvatore che le aveva stregato
il cuore ormai da troppo tempo…
Peccato
quest'ultimo avesse occhi solo per la stupida umana che reputava
“la sua fidanzata”.
Prima
o poi avrebbe escogitato un piano per farle avere 'casualmente' un
incidente mortale, ci poteva scommettere!
Osservò
l'orologio malridotto alla parete della sua camera dove la carta da
parati sembrava reggersi per miracolo, e agguantò dei
pantaloncini neri ed una semplice maglia a maniche corte rossa, prima
di scendere al piano di sotto.
Le
18:30, a momenti il rosso sarebbe arrivato.
Il
padre era tornato sulla terra degli umani per delle faccende urgenti,
così ne aveva approfittato per chiamare Sage. Non le piaceva
molto stare sola in quel posto, la inquietava.
Sentì
bussare alla porta, sussultò scansando tutti i pensieri di
pocanzi, e nascondendosi dietro la lastra di legno, la fece cigolare
per permetterle di mostrandole la figura di Sage, accompagnato come suo
solito dall'inseparabile Saber e Taalon.
Non
aveva pensato agli animali ma fortunatamente avevano un giardino sul
retro.
«Ehi,
ti dispiace se ci spostiamo fuori?! Se mio padre trova qualche pelo o
piuma, scopre che ho fatto entrare qualcuno e mi ammazza...»
disse, grattandosi la nuca con evidente disagio.
«Nessun
problema, mon
tresor.»
il mezzo vampiro rispose con un cenno della testa, indicando la porta
del giardino ai due compagni che eseguirono immediatamente l'ordine.
«Posso
dargli qualcosa?» chiese, poi, la bruna, avvicinandosi al
frigorifero.
«Della
carne cruda andrà benissimo.» fece, lui,
accomodandosi alla sedia più vicina alla portafinestra.
La
giovane si piegò verso l'ultimo scomparto in basso,
lasciando in bella mostra le lunghe gambe perlacee.
Il
rosso sbuffò un una risatina compiaciuta e
accavallò le gambe, nell’osservarla. Doveva
crederlo davvero gay ai punti estremi, per ignorare così
tanto il fatto che fosse un uomo, infondo.
La
corvina prese due belle fette alte di carne e le mise in due ciotole,
prima di muovere qualche passo ed arrivare ai due animali per disporle
davanti a loro; accarezzò il grosso cagnone e
tornò al frigorifero.
Era
una situazione alquanto strana ma infondo era stata lei a chiamarlo per
chiedere aiuto, no?! Nella Dimensione Oscura, da quanto era
lì, non aveva scoperto altro che cose che già
sapeva, sui due Kitsune… a parte il fatto che avevano
più alleati di quanto si credesse. Davvero non
c’era modo a parte la loro forza, di uccidere quei due
pazzoidi?!
Nonostante
quei pensieri, preferì voltarsi verso Sage e fare gli onori
di casa «Lei, invece, cosa desidera, signore?»
fece, mostrando l'interno del frigo abbastanza vuoto.
«Hai
da bere? Magari qualcosa di super alcolico?» fece lui in
tutta risposta, sogghignando. Se aveva accettato di aiutarla, a dire il
vero, non era solo per la sua amicizia con Damon che lo spingeva a
farsi in quattro per salvare la donna che il ragazzo al momento aveva a
cuore, nonostante non volesse ammetterlo, ma era anche
perché, doveva essere sincero, aveva notato un certo non so
che in Angel sin dal primo sguardo che si erano scambiati
inconsapevolmente. Quella ragazza aveva qualcosa di così
simile a lui che per la prima volta in tutti i suoi secoli di vita, lo
facevano sentire meno solo nel suo io. Infondo lui era il figlio di
Satana e di una vampira… e chi meglio di un mezzo sangue
come Angel, poteva capirlo?! Anche se non le aveva parlato per nulla di
sé, a parte del suo ruolo come Guardiano della Dimensione
Oscura per ordine di suo padre.
«Mh,
abbiamo un intenditore qui, eh?!» sorrise lei, mettendosi
sulle punte per raggiungere uno scaffale alto.
Sentì
il rosso alzarsi dalla sedia e raggiungerla e le fece scivolare una
mano su un fianco, mentre aderendo alla sua schiena si all'ungo alle
sue spalle per raggiungere le bottiglie.
Il
sangue iniziò a ribollirle nelle vene. Non capiva il
motivo… ma Sage aveva un non so che di simile a
lei… lo aveva capito da subito.
Da
quanto tempo non aveva un contatto così ravvicinato con un
uomo?!
Dei
brividi iniziarono a percorrerle tutta la pelle quando lo
sentì distaccarsi dal suo corpo.
«Questo
andrà benissimo» le sorrise, mostrandole la
bottiglia di Jack Daniel's ancora non aperta.
Quest'ultima
un po' rossa in volto gli sorrise di rimando, tornando al frigo e
prendendo la Vodka alla pesca. «Io opto per questa».
Erano
seduti a quel tavolo da ormai un paio d'ore.
La
giovane gli aveva spiegato dettagliatamente come era riuscita ad
entrare nella Dimensione Oscura, grazie a delle conoscenze sicure del
padre.
Era
incredibile come fossero riusciti a trovarsi in quel luogo
impenetrabile e dannatamente enorme, nonostante potesse non sembrarlo.
L'uomo
osservò il tavolo completamente coperto di carte, e
portò una lunga ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio
destro, cercando di raccapezzarsi su quello che erano riusciti a
mettere insieme con le loro scoperte forse inutili.
«Allora...
cerchiamo di ricapitolare...» fece la ragazza, parecchio
nervosa.
Sage
la osservò portarsi freneticamente le lunghe ciocche dietro
le orecchie senza darsi pace.
Si
erano scolati entrambi diversi alcolici, e l'aria cominciava a farsi
pesante nonostante fossero entrambi vampiri e forse l’alcool
non avrebbe dovuto procurare chissà quanti effetti dannosi.
«Shinichi
e Misao arrivano a Feel's Church richiamati dall'energia sprigionata
dopo il ritorno di Elena dall'Altro Lato. Vogliono impossessarsi della
Città e rivendicare il Potere delle linee
energetiche...» iniziò il rosso leggendo un foglio
dove avevano appuntato diverse cose.
«Per
riuscirci, stringono un'alleanza con quel coglione di Damon, nel quale
Shinichi ha precedentemente insinuato un malach, controllandone la
volontà. La volpe maledetta lo costringe a sequestrare Matt
ed Elena. Poiché i due ragazzi si rifiutano di fare
ciò che gli viene ordinato, Damon li frusta e beve il sangue
di Matt. Porta poi via quella gallina di Elena in auto, ma la biondina
si lancia fuori dalla portiera e il suo gesto fa liberare Damon dal
controllo di Shinichi...» continuò lei,
massaggiandosi le tempie per le troppe informazioni.
«Il
kitsune viene raggiunto da Damon, che lo intrappola in un Kekkai
insieme a sua sorella, e porta il vampiro nel loro cottage nel bosco,
dove lo lascia a curare Elena. Successivamente, i due kitsune catturano
i loro amici e li torturano, ma la ragazza interviene e riesce ad
afferrare Misao. Dopo aver perso tre code, la kitsune le rivela due
indizi su come trovare Stefan ed intanto, Shinichi, lotta contro
Damon...» Sage sorrise di quello scambio di parole nel
mettere insieme i pezzi del puzzle.
«Temporaneamente
sconfitti, i due fratelli decidono di aiutare Elena e gli altri a
recuperare Stefan: Shinichi inserisce nella mente di Damon la mappa per
la Dimensione Oscura.
Al
ritorno del gruppo con Stefan, Shinichi compare davanti ai loro occhi
sotto forma di ologramma e, mentre li distrae, cerca di portargli via
una sfera stellata di Misao, ma viene fermato da Matt e Damon.
Successivamente, a causa dell'utilizzo del Potere contenuto nella sfera
stellata da parte di Damon, Misao inizia a deperire fisicamente,
rischiando di morire…» Angel si alzò
dalla sedia, allungandosi verso un mobile basso da cui prese una
bottiglia di vetro.
«Il
fratello, furioso, intercetta Bonnie ad una vendita di schiavi nella
Dimensione Oscura e la tortura, cercando intanto di capire come sia
venuta a conoscenza della storia sui Sette Tesori Kitsune, rubati alla
sua razza molto tempo prima. La rossa gli viene portata via da Damon.
Shinichi, allora, torna a Fell's Church sotto le mentite spoglie di
Stefan, ma viene subito scoperto e imprigionato, insieme a Misao, che
aveva tentato lo stesso trucco. I due kitsune riescono però
a liberarsi. Misao, ormai troppo debole, viene assorbita dal fratello,
che torna nella Dimensione Oscura per raggiungere la sfera stellata
più grande che esista per metterci dentro la sorella,
cosicché si possa riprendere...» concluse infine,
Sage, sistemando i fogli in un unica pila, osservando divertito la
ragazza che cercava di aprire la bottiglia.
Finalmente
riuscitaci tornò barcollando verso il tavolo poggiando la
bottiglia.
«Vous
ne pensez pas que vous avez eu assez, jolie?»
(Non pensi di aver bevuto abbastanza, carina?) Chiese, il rosso,
poggiano il mento sulla mano al bordo del tavolo.
«Oooh
non cominciare a parlare in francese, che non ci capisco niente...
» fece, quest'ultima, versando il vino rosso come il sangue
dentro il bicchiere del ragazzo.
«Uhlalà!
Non mi dire : è proprio quello che penso io?»
chiese con sguardo complice, Sage, afferrando il bicchiere e facendo
oscillare al suo interno il liquido tanto simile al sangue.
«Se
intendi il Black Magic... si: proprio quello...» Angel si
sedette sul tavolo, accavallando le gambe. Osservò il rosso
sorseggiare lentamente quel vino così saporito, invidiando
sia il bicchiere che quel nettare stesso, per riuscire ad entrare in
contatto con quelle labbra così carnose e succulente che
purtroppo non avrebbe mai potuto avere.
Ma
che diamine di pensieri le venivano in testa?! Sicuramente era colpa
dell’alcool.
Sospirò
frustrata, afferrando direttamente la bottiglia e bevendo anche lei.
«Chérie,
je ne pense pas que vous pouvez résister à
beaucoup d'alcool.»
(Tesoro, non credo tu regga molto l'alcool.) ridacchiò,
vedendo come la ragazza si fosse letteralmente attaccata alla
bottiglia. Si alzò dalla sedia raggiungendola al bordo del
tavolo. «E se ne volessi ancora un pò?!»
chiese malizioso, poggiando le mani al bordo, ognuna rispettivamente
accanto ai suoi fianchi.
La
corvina finalmente si staccò la bottiglia dalle labbra,
assumendo un colorito ancora più acceso e sorridendo al
ragazzo. «Oh, se solo tu non fossi Gay, ti avrei dato
volentieri il vino in un'altra maniera...»
scherzò, afferrando nuovamente il suo bicchiere e
riempiendoglielo.
Il
vampiro roteò gli occhi al cielo per poi tornare ad
osservarla. «Mi pare di averti già detto che sono
bisessuale.» ribadì, allungando un braccio e
prendendo il bicchiere.
«E
mi sembra di averti detto, che per il mio parere, bisessuale
è uguale a Gay.» disse lei, agitanto un dito per
imitare un'insegnante che riprende un alunno. «Non vedo come
una persona attratta dallo stesso sesso possa provare attrazione verso
quello opposto...» sentenziò, sorseggiando le
ultime gocce dalla bottiglia.
Era
proprio un ipocrita. Lei era la prima a provare qualcosa verso la sua
migliore amica, ma allo stesso tempo, era innamorata di Stefan.
Sentì
le dita del rosso afferrarle la nuca e staccarla dalla bottiglia per
poi trascinandole il volto davanti il suo e catturarle le labbra per
unirle alle sue.
Le
fece dischiudere le labbra muovendo la lingua, recuperando il vino che
lei stava sorseggiando poco prima.
Si
staccò e si leccò le labbra umide «Era
questo che intendevi?» ripulì, malizioso, con il
pollice, un rivolo di nettare sfuggitogli dalle labbra.
La
corvina arrossì ancora di più se possibile e
scivolò dal tavolo portandosi dietro la bottiglia.
«Se
volevi ancora vino potevi dirmelo... » fece, ignorando
volutamente il bacio. Cosa cavolo si era messo in testa quel mezzo
deficiente ?! E perché adesso il cuore le batteva
così forte ?!
Ehi
ehi ehi! Datti una calmata, Angel! Ami Stefan, ami Sabrina... e adesso
provi attrazione per Sage?! Faccio più schifo di Elena... a
questo punto...
«Maintenant,
faites aussi la sainte douceur?»
(Adesso fai anche la santa, dolcezza?) Sage appoggiò una
mano al fianco, quasi non scoppiando a ridere per la sua reazione ben
poco credibile. Si... quella ragazza era davvero interessante... e lui
ne aveva conosciuti di uomini e donne, prima di lei, ma mai nessuno gli
aveva fatto quell’effetto, nemmeno la sua infatuazione
secolare per Damon.
Non
gli era affatto dispiaciuto il contatto ravvicinato con la giovane
vampira... per niente.
La
sua pelle emanava un buon odore, e la sua bocca aveva il sapore di quel
delizioso nettare che stavano sorseggiando pocanzi.
Si
avvicinò nuovamente a lei, sporgendosi verso la bottiglia.
Quest'ultima
la strinse al petto. «Eh no, niente più vino
finché non ammetti di essere Gay!» disse lei,
ridacchiando per scacciare quei pensieri tristi di poco prima.
«Non
vedo perché dovrei dire il falso. Mi piacciono sia gli
uomini che le donne. Soprattutto se queste sono delle belle
ragazze» fece, prendendole un braccio per riappropriarsi
della bottiglia.
Ma
la ragazza con un gesto fulmineo svuotò il contenuto
rimanente dentro la sua bocca, per poi sorridere a bocca chiusa e
riaprirla in sua direzione facendogli vedere il vino che tanto
desiderava.
Il
rosso inarcò un sopracciglio, chinandosi poi verso il viso
di lei, leccò un rivolo che minacciava di cadere dall'angolo
della bocca e tornò a baciarla immediatamente intrecciando
la lingua alla sua, che stavolta rispose energicamente.
Quella
donna stava giocando con il fuoco, e le avrebbe dimostrato come si
sarebbe scottata.
Sorrise
al pensiero di possedere quel giovane e candido corpo, che sentiva
ardere sotto di lui, più il bacio si faceva vorace.
Effettivamente
da un po' di tempo non affondava lo stress nei piaceri carnali.
Quella
ragazza gli andò a genio, sarebbe stata un'ottima compagnia,
in quel luogo così buio e deprimente.
La
corvina osservò il rosso sovrastarla, mettendogli poi le
mani sul petto. «Non mi prendi in giro così
facilmente, sai?!» fece, cercando di scansarsi da quella
posizione.
Sentì
i fianchi sbattere contro il bancone della cucina, le mani di lui su di
essi per tenerla ferma.
«Ti
ho fatto scherzare abbastanza sulla mia sessualità, petite...
è ora che ti dimostri cosa vuol essere
bisessuale..» le sussurrò all'orecchio, scendendo
poi lentamente a leccarne il lobo.
Un
brivido le percorse tutta la spina dorsale. Sentì il cuore
cominciare a battere sempre più velocemente, man mano che la
lingua del ragazzo scendeva sul suo collo.
Sentì
inspirare l'odore della sua pelle, maledicendosi per non aver messo un
profumo particolare quella sera La presa sui suoi fianchi si
rafforzò.
«Vous
ne dites pas ... vous êtes une vierge...»
(Ma non mi dire... sei vergine..) sorrise maliziosamente... un vampiro
vergine... questa gli era davvero nuova.
Una
mano salì carezzandole le curve sino ad afferrarle i capelli
dietro la nuca, portandole la testa all'indietro e affondò i
canini nella candida carne della ragazza, facendole sprigionare dalle
labbra un lamento simile ad un gemito.
Quest'ultima
si aggrappò alle sue spalle per non cadere rovinosamente a
terra.
Tra
i vari giramenti di testa dovuti all'alcool e quelli ora dovuti al
rosso che stava banchettando con il suo sangue, perse forza nelle gambe.
«Era
una vita che non assaggiavo sangue vergine...» fece, Sage,
finalmente staccatosi dal suo collo per fiondarsi nuovamente sulle sue
labbra.
La
ragazza si lasciò finalmente andare in quel gioco
lussurioso, e ricambiando il bacio passionale, scese soavemente con le
mani ad accarezzare i pettorali scolpiti.
Delineò
il contorno dei capezzoli, scendendo ancora fino ad arrivare
all'attaccatura dei pantaloni.
Avrebbe
infilato immediatamente le mani nella sua biancheria intima, ma non
volle sembrare troppo frettolosa, così si dedicò
a carezzare sensualmente la sua erezione attraverso la stoffa leggera
che la ricopriva.
Sentì
il respiro caldo del rosso scottarle la pelle già bollente
di suo e sorrise, decidendo di sorprenderlo un po'.
Se
effettivamente non era del tutto gay, avrebbe fatto di tutto per fargli
preferire le donne.
O
meglio, per fargli desiderare lei.
Piegò
le ginocchia, ritrovandosi a pochi centimetri dalla sua
sessualità e strofinò il viso, sentendola
pulsare. Scoprì delicatamente il sesso del giovane e lo
prese tra le mani, carezzandolo prima di circondarlo tra le sue labbra.
Sentì
il ragazzo sussultare a quel contatto, alzò lo sguardo e lo
guardò con fare malizioso.
Lo
vide poggiare le mani al di sopra del bancone, chinando il capo,
facendo così ricadere la cascata di lunghi capelli rossi
sulle sue spalle.
Quanto
tempo era che non si divertiva a quel modo?! Che non trovasse una
ragazza tanto sfrontata?!
«Nous
sommes débrouillards, hein?»
(Siamo intraprendenti, eh?) chiese, ironico, poggiando una mano sulla
testa della ragazza, trattenendola ancora un po' per provare altro
piacere.
Dopo
qualche altro minuto di fugaci giochi di lingua che gli fecero scappare
qualche mugolio, la sentì rialzarsi.
«Adesso
tocca a me...» Angel poggiò le mani sulle spalle
dell'uomo che aveva di fronte e si mise a sedere sul bancone,
allargando le gambe e avvicinandolo di più a sé.
«Sei
sicura di quello che fai, ragazzina...? Vuoi sprecare la tua 'première
fois',
con me?» chiese, più per non aver problemi che
altro, carezzandole l'interno coscia con delicatezza.
Lei
rise di gusto. «Che problema c'è?!»
chiese retorica, leccandogli l'attaccatura tra collo e spalle.
«Tu mi piaci, e non credo nel principe azzurro...»
affondò i canini sulla spalla destra del ragazzo,
assaporando il dolce fluido che sgorgò copiosamente.
Sentì
un gemito caldo e profondo uscire dalla gola del rosso, che gli fece
vibrare l'intera gabbia toracica.
Le
mani cominciarono a vagargli per il corpo, insinuandosi dentro i suoi
indumenti, afferrarle un seno e stringerlo talmente forte da doverla
far staccare dalla sua spalla per gemere.
Quest'ultimo
si avventò nuovamente sulle sue labbra, facendo scendere le
mani ai pantaloni e sfilandoli.
Non
ci pensò due volte ad accarezzare la femminilità
calda ed umida che sussultò a quel contatto.
White
lo vide sorridere soddisfatto nell’abbandonare le sue labbra
mentre spostava l'intimo di alto, facendo spazio ad un dito che la
penetrò senza troppi ripensamenti.
Un
urlo le uscì dalle labbra quando sentì affondare
in lei un corpo estraneo per la prima volta. La prima cosa che
constatò era come il dolore iniziale lasciava spazio al
piacere, sentendo il dito dell'uomo muoversi delicatamente in lei e poi
sempre più voracemente.
Lo
vide che con la mano libera afferrò il suo membro e si
avvicinò di più a lei. Uscì
velocemente e dolorosamente il dito completamente bagnato e lo
portò alle labbra, ripulendolo con la lingua, poi si
chinò su di lei insinuandosi ancora di più tra le
sue gambe, che sembravano cominciare a fare un po' di resistenza.
Un
pensiero le balenò per la mente, se un solo dito era
riuscito a farle tanto male, come pensava di poter accogliere in
sé, qualcosa di talmente grande?! Fece per fermarlo ma
quando le parole stavano per uscirle dalla bocca, il rosso la
penetrò di scatto, sentendola poi aggrapparsi a lui e
affogando un urlo sulla sua spalla.
Sage
sentì le unghie scalfirgli la pelle, graffiandolo. La
ragazza doveva aver cambiato idea all'ultimo momento, beh, problemi
suoi, aveva voluto giocare, adesso non si poteva abbandonare il gioco
nel bel mezzo del divertimento.
La
ragazza inarcò la schiena, ormai compiaciuta delle
attenzioni dell'uomo verso il suo corpo, e in un gesto spontaneo
allargò tremante le gambe, dandogli così il
consenso per potersi muovere. Voleva sentirlo ancora e ancora di
più, era una sensazione troppo meravigliosa.
Quest'ultimo
captò immediatamente il suo segnale e aumentò i
movimenti di bacino, sentendola tremare ad ogni spinta.
Gemiti
sempre più alti uscirono fuori dalle labbra della corvina,
che ormai non si tratteneva più.
Sentì
le mani di lui afferrarla per i glutei e sollevarla di peso,
trasportandola verso il divano.
Angel
si aggrappò a Sage, ansimando ad ogni suo passo, sentendo
ancora il suo sesso dentro di lei.
Lo
vide sedersi con ancora i loro corpi uniti e allargò le
gambe mentre la afferrava per i fianchi e cominciava a muoverla
ritmicamente dall'alto al basso.
Sentì
la ragazza prendere immediatamente confidenza con il movimento che li
univa sempre più affondo, tanto che non dovette
più guidarla.
Abbandonò
le braccia lungo il corpo, buttando la testa indietro contro lo
schienale, godendo dei movimenti della giovane che ormai, rapita dalla
lussuria, muoveva da sola il suo corpo su di lui.
Il
suo ego stava godendo di soddisfazione.
Quando
sentì avvicinarsi all'apice del piacere decise che avrebbe
fatto provare la stessa cosa anche a quella ragazza tanto testarda ed
intraprendente.
L'afferrò
per le spalle, e con uno scatto la spinse violentemente contro il
basso, penetrandola completamente.
L'estasi
non tardò ad arrivare, facendolo rantolare dal piacere,
abbandonandosi nuovamente sullo schienale, con le mani che dalle spalle
scendevano lungo le esili braccia della mora.
La
sentì contrarsi intorno al suo sesso e qualche secondo dopo
si accasciò sul suo petto, sudata e ansimante, percorsa da
qualche tremore di tanto in tanto.
Le
fece scivolare una mano lungo la testa e le sistemò i
capelli arruffati quando la sentì ridacchiare sommessamente.
«Et
maintenant, pourquoi riez-vous?»
(Ed ora, perché ridi?) chiese, inarcando un sopracciglio.
«Beh...»
lei cominciò «credo che infondo tu abbia
ragione..: non sei totalmente gay.»
«Damon!
Mon amour!»
Sage allargò le braccia in segno di saluto, seguito a ruota
dai suoi fedeli animali mentre chiudeva la porta di casa una volta
entrati tutti nell'abitazione «Ti sono mancato?»
«Per
niente» sbuffò l'amico, voltando lo sguardo
altrove nell'appoggiare il gomito sul manico della poltrona e
appoggiare la guancia nel palmo della mano alzata.
Intanto,
però, allungava un sorrisino.
Sabrina
ridacchiò nel salutare Sage e quando il vampiro si
voltò per ricambiare e notò Angel, un largo
sorriso si allungò sul suo volto raramente malizioso
«Regardez
qui est ici»
(Guardate qui chi c'è)
Angel
sospirò. Il
mio sesto senso non sbaglia mai. E nel vederlo, quei ricordi mi sono
scattati nella mente anche non volendoli. Ahhh… maledizione!
Non
che lei volesse far finta che nulla fosse accaduto... solo che, adesso,
non sembrava il momento giusto... e le cose non si erano svolte proprio
come lei avrebbe voluto.
Oo
Angolino dell'Autrice oO
Mi
sono solo ora resa conto, facendo un giro della storia, del fatto che
la sua prima pubblicazione è stata nel 2009....
cioè, un attimo... davvero voi mi sopportate da
così tanto?! Io mi sarei già mandata a quel paese
ahahah aggiorno così lentamente che non so come mi
sopportiate. Purtroppo negli ultimi anni aggiorno ancor più
di rado perché ho un lavoro in un Centro Commerciale che mi
occupa quasi tutta la giornata, una cosa però potete
saperla: AGGIORNO. SEMPRE. Ora prima o dopo non ha importanza.
Aggiorno, SEMPRE. Non capiterà mai che una mia storia venga
interrotta senza un finale, mai. La aggiornerò sempre
finché non giungerà alla fine. Con questa
premessa, spero voi vogliate seguirmi comunque e avere la pazienza che
io non avrei ahahah xD
Sperando che questo sciocco capitolo vi sia piaciuto (ci tenevo a
dedicare spazio ad Angel e Sage xD), vi ringrazio di cuore e spero di
rileggerci presto. Nel mentre, se volete, potete seguirmi nella mia
pagina FB come mangaka.
https://www.facebook.com/StrawberryDrawings/?fref=ts
Un forte bacio.
MikuChan
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