Capitolo
5: Addio?
Non è facile lo so ma
sento che
(Questo è)
è un addio
Non è facile
per me ma sento che
(Questo è)
è il mio addio
(Addio, Finley)
Nel frattempo che
Gennai e Yamato si trovavano sulla ruota panoramica a
Palette Town, i digiprescelti avevano fatto ritorno nelle loro case.
Erano tutti molto
pensierosi e cercavano dentro di se le parole per
comunicare ai genitori la loro prossima partenza, per quella che era
sicuramente la battaglia più impegnativa delle loro vite.
-Siamo tornati.-
disse Ylenia entrando in casa.
-Neesan! Niisan!
Oniichan! Bearmon! Gabumon! Patamon! -
saltellò Mika andando verso la porta d'ingresso. -Uh? Dove
sono Niisan e Gabumon?- chiese
-Ciao!-
esclamò Ylenia e massaggiò la testa della
sorellina - Yamachan non c'è, ma torna fra un po'.-
-Però
c'è una sorpresa per te.- disse Takeru.
Dietro di lui
avanzò Hogan.
-Lei
è...- cominciò Natsuko vedendo l'uomo.
-Non sono Gennai,
se è quello che pensa.- la
anticipò, poi le prese la mano e la baciò -Il mio
nome è Hogan, sono uno dei cloni di Gennai.-
-Ah...- Natsuko
annuì, leggermente confusa. Hogan rivolse lo
sguardo a Mika.
-E
così saresti tu la principessina di cui mi hanno tanto
parlato.-
-Io una
principessa?-
Hogan
annuì -Esatto. E per una principessa così
carina, ci vuole un regalo speciale.- a quelle parole, fece il suo
ingresso nella casa Bakumon.
La piccola
digimon entrò nell'abitazione un po' titubante.
-Un digimon!-
strillò Mika saltellando per l'emozione per
poi lanciarsi su di lei. -E' mio????-
-Vorrai dire mia.
E' una femminuccia.- le sorrise -E da oggi ti
farà compagnia.-
-Cosa??-
esclamò la signora Motomiya
-Purtroppo
è così mamma. Anche a noi non piace
l'idea,ma dobbiamo farlo.- rispose Daisuke.
Appena tornati a
casa i fratelli Motomiya avevano raccontato ai loro
genitori della loro missione a Digiworld, o meglio di quello che
sapevano di quella missione.
C'erano molti
punti oscuri e anche un bambino piccolo sarebbe stato
capace di accorgersene.
Gennai aveva
preso molte precauzioni e questo rendeva la situazione
delicata e pericolosa.
La madre di
Daisuke e Jun cominciò a porre loro infinite
domande, giustamente, ma della metà non ricevette risposta.
Non conoscevano
neanche loro tutta la verità, ma una volta a
Digiworld, Gennai li avrebbe messi al corrente di tutto.
Cominciò
a frugare per tutta la casa in cerca di cose utili:
bende, medicinali, carta igienica (la vecchia cara carta igienica che
li
aveva seguiti durante il primo viaggio a Digiworld,contro i Dark
Masters, sorrise al pensiero di quell' idea così ingenua che
gli era venuta quella volta. In un certo senso, se un digimon come
Ogremon era passato dalla loro, era anche merito di quella carta
così poco nobile. Gli scappò un altra risatina)
cibo in scatola, scalda mani (dovette mettere a soqquadro la casa
letteralmente, dato che era estate inoltrata) corde, due coperte, non
si sa mai, giubbotto, bloc-notes...
-Ehm... Jou...
Vuoi metterci anche una bicicletta in quella borsa?- il
digiprescelto dell'Affidabilità si voltò e
incrociò lo sguardo del suo partner che gli indicava la
borsa pronta ad esplodere
-Mmmh... Forse ho
esagerato...-
-Forse?-
Jou rimase
pensieroso -E' che non sappiamo... cosa ci aspetta...-
-E nonostante
ciò vuoi andare lo stesso?! E se ti succedesse
qualcosa?- esclamò la signora Tachikawa
-Tesoro,
calmati...- cercò di tranquillizzarla il marito
-Calmati un
corno! Mimi, Palmon! Non voglio che vi succeda qualcosa!-
-Mamma...-
cominciò Mimi, non sapeva proprio che dire.
Qualunque cosa avrebbe detto, avrebbe contribuito a far agitare sua
madre.
-Proteggerò
io Mimi!- esclamò Palmon, portando le
zampette al cuore -A qualunque costo!-
La signora
Tachikawa fissò prima Palmon, poi sua figlia, poi
si abbracciò al marito scoppiando in un pianto
dirotto,peggio di prima -Visto che è pericolosoooooo.....-
Sulle teste di
Mimi e Palmon si formò la solita gocciolina
che indicava lo stupore o lo shock (in questo caso, la seconda opzione).
-Scusa...-
sussurrò Palmon
-Non è
colpa tua.- le sorrise Mimi e si precipitò
da sua madre cercando di rassicurarla.
-State attenti,
vi prego.-
Annuirono.
-Stai tranquillo,
papà.- disse Ken -E tu in particolare,
mamma.- continuò osservando sua madre che lo osservava con
lo sguardo malinconico sulla porta della sua stanza.La signora
Ichijouji appariva leggermente più affaticata del solito. Il
viso leggermente sciupato e stanco, ma nonostante tutto, appariva
più bella.
-Mi raccomando,
Umi, non fare affaticare la mamma.- il giovane
Ichijouji accarezzò la testolina di una bambina alta quanto
un soldo di cacio.
Aveva circa tre
anni, Umi Ichijouji, sorella minore di Ken e Osamu.
-Ti.-
annuì lei in risposta, stringendo tra le braccia
Wormmon, contento di essere strapazzato di coccole.
-Vuoi che lo dica
io a tua madre?- chiese il vecchio Chikara al nipote.
Iori
annuì.
-Non capirebbe.-
il digiprescelto si passò il ricevitore del
telefono più volte tra la mani.
Sua madre, suo
nonno, Seiko... Dovevano saperlo... Ma probabilmente
nessuno dei tre avrebbe capito a fondo.
Nessuno avrebbe
capito a fondo le sue preoccupazioni perché
le ritenevano troppo grandi per un dodicenne.
-Iori...-
cominciò Armadimon -Devi trovare la forza di
dirglielo tu, altrimenti tua madre non riuscirà davvero a
capirti.-
-Già...
Lo so... Però...- così sarebbe
stato più doloroso l'addio, specie da parte sua.
-Però
cosa Miyako Inoue?- la signora Inoue si
risistemò gli occhiali sul naso -Mi stai chiedendo di non
preoccuparmi mentre tu e i tuoi amici andate in un mondo assurdo a
farvi ammazzare!-
Miyako
montò su tutte le furie -Questo a dimostrare che non
mi ascolti mai quando ti parlo!- gracidò, ultimamente i
rapporti con la madre erano particolarmente tesi, forse per il fatto
che la digiprescelta si dimostrava più ribelle e desiderosa
di libertà, aveva un ragazzo e non sopportava l'idea di
subire il terzo grado dopo ogni uscita col giovane Ichijouji.
Però era giusto che la madre si preoccupasse per lei, Miyako
lo capiva, ma il suo carattere talmente cocciuto le impediva di chinare
il capo e dire ''Hai ragione, mamma.''
-Miyako...-
cominciò Hawkmon che assisteva alle sfuriate tra
le due ogni giorno da un po' di tempo a quella parte, ma mai aveva
sentito Miyako rivolgersi con tanto astio a sua madre.
-Io mi preoccupo
per te!- esclamò la donna
-E secondo te io
perché ci vado a Digiworld??? Per
proteggere tutti voi!- sbraitò prima di uscire di casa
sbattendo la porta, dirigendosi verso il negozio di alimentari a pian
terreno.
-Mi dispiace...-
balbettò il falchetto -Miyako sicuramente
non voleva...- ma si interruppe osservando il viso della donna.
Gli occhi
arrossati e lacrime pronte a rigarle le guance.
-Che male
c'è a essere preoccupata per mia figlia?-
riuscì a dire, soffocando i singhiozzi.
-Mamma, non
preoccuparti per noi. Andrà tutto bene.-
Koushirou aveva ripetuto quella frase almeno dieci volte, ma sua madre
era ancora sotto shock. Non le piaceva l'idea che il suo adorato figlio
rischiasse la vita, ma cercava comunque di non darlo a vedere, voleva
mostrarsi fiduciosa nei suoi confronti, come aveva sempre fatto, ma
questa volta era molto più difficile.
Koushirou
sospirò e si rimise a trafficare al computer.
Doveva liberarlo dalle cose inutili in modo da lasciare spazio per
qualsiasi file o software, Gennai gli avesse passato.
Via la musica,
via le foto, via qualunque cosa non servisse.
Trasferì
i file sul computer fisso e cominciò a
maneggiare con varie periferiche e penne USB, a questo punto potevano
tornargli utili.
Mentre smanettava
da un pc all'altro, il suo DigiTerminal prese a
suonare.
Sollevato il
piccolo display dell'apparecchio, Koushirou lesse un
messaggio che lo lasciò profondamente angosciato.
-Sora,cos'hai?-
chiese Pyomon all'amica mentre sistemava delle cose in
una borsa.
-Non lo so. Sento
un grande peso al cuore, ma non so
perché... E' angosciante...-
Pyomon le si
appoggiò ad una spalla -Stai tranquilla, pyo.
Ci sono io con te.-
La rossa sorrise.
Pyomon sarebbe
sempre stata con lei, vero,ma non era quello che la
preoccupava maggiormente.
Improvvisamente
il suo ragazzo era al centro di qualcosa di
straordinario e rischiava di essere ucciso da un momento all'altro. Che
poteva fare lei?
-Ti vedo
abbastanza tranquilla.- scherzò il signor
Takenouchi, rivolto alla moglie, intenta a sistemare dei fiori.
Un fiore cadde.
-Se anche mi
agitassi...- rispose calma la donna raccogliendolo -...
Non cambierebbe nulla.-
-Sora
è una ragazza responsabile...- le fece eco il marito.
Lei
annuì.
Annuì.
-Si. Gliel'ho
detto, ma la mamma non l'ha presa molto bene.- Mamoru
rispose a Elecmon. Già da qualche giorno aveva accennato a
sua madre che sarebbe dovuto andare a Digiworld a combattere per la
salvezza del mondo, ma ovviamente la donna non riusciva a comprendere
fino in fondo la situazione. Era molto preoccupata per suo
figlio e subito erano iniziate le discussioni con suo padre che non
c'era mai.
-Credo che non mi
sposerò mai.- disse prendendo una coperta.
-Perché?-
chiese Elecmon
-Perché
costruire una famiglia se poi non la si vive?-
-Ti riferisci a
tuo padre?-
Annuì
-Ma non devi
necessariamente seguire le sue orme, Mamoru.-
Mamoru si sedette
sul letto.
-Io voglio
seguire le sue orme... E superarlo... -
Elecmon lo
guardò leggermente angosciato.
Conosceva la
storia di Tsutomu.
Il suo partner si
trascinava una ferita ancora sanguinante e non si
sarebbe mai dato pace. Voleva che il mondo venisse purificato da ogni
male. Ma era praticamente impossibile e Mamoru doveva rendersene conto
al più presto.
-Non
fraintendermi Taichi.-disse il signor Yagami.
Era ormai passata
l'ora di cena. L'intera famiglia era davanti alla
televisione, ma il quiz televisivo che trasmettevano in quel momento
era l'ultimo dei loro pensieri.
-Non voglio dire
che non mi fidi di te, di voi. Solo che tua madre ed
io siamo preoccupati. Questo Lucemon che dovrete affrontare, non
è come gli altri, l'hai detto tu stesso.-
Taichi
annuì.
-Ma io e Tailmon
proteggeremo Taichi e Hikari, vero?-
-Certo.-
annuì la gattina.
-Lo sapiamo, ci
fidiamo di voi, ma non possiamo rimanere qui in
silenzio col sorriso sulle labbra.-
-Lo so. Ma cosa
vuoi che ti dica?- Taichi si ficcò dei
popcorn in bocca.
-Dovevate proprio
dircelo oggi?-
-L'abbiamo saputo
solo stamattina.- intervenne Hikari.
Il signor Yagami
sospirò.
-Non voglio farvi
la predica.- disse mettendo una mano sulla spalla di
Taichi e una su quella di Hikari -Sono solo preoccupato,
perciò cercate di fare del vostro meglio e tornate sani e
salvi.-
Annuirono
tristemente.
Odiavano dare
tante preoccupazioni ai loro genitori, dopotutto, non
avevano scelto mica loro di diventare digiprescelti. Per quanti lati
positivi avesse esserlo, quando accadevano cose del genere, la cosa
peggiore era sempre informare i propri genitori.
Troppo doloroso
vederli angosciati.
"Ma
perché...
Perché devono andare?" la signora
Yagami era intenta a fare i piatti. Li sciacquava nervosamente e
altrettanto nervosamente li metteva nello scolapiatti seguendo il ritmo
frenetico dei suoi pensieri. Aveva paura. Come aveva detto Taichi,
questa missione era più pericolosa delle precedenti. In ogni
missione i suoi figli avevano rischiato la vita forse più di
tutti gli altri prescelti e ora... Ora dovevano tornare a combattere in
un mondo selvaggio che non era neanche il loro. Non ce l'aveva con i
digimon, Agumon e Tailmon ormai erano di famiglia, ma in fondo al cuore
si chiedeva
"Perché non ci pensano loro al proprio mondo?"
-Non hai una
bella cera, Natsuko.- disse il signor Ishida porgendo alla
moglie del caffè.
-Non sono
riuscita a dormire stanotte.- rispose lei mettendoci lo
zucchero e sorseggiandolo.
-E'
comprensibile.-
-Hiroaki...-
cominciò -Perché proprio i nostri
figli?-
-Se non fossero
stati i nostri, sarebbero stati quelli di qualcun
altro.- rispose lui, apparentemente calmo e freddo.
Lei
poggiò la tazzina sul tavolo e tenne la testa fra le
mani -Ma perché Yamato e Ylenia? Non potevano affidare quei
poteri a qualcun altro?-
-Sigillare quei
poteri a Digiworld era molto più
pericoloso.- si intromise Hogan.
Natsuko
inarcò il sopracciglio, guardando l'uomo con
sufficienza. La storia della loro famiglia era stata travagliata sin
dall'inizio, senza che ci mettessero lo zampino dei digimon con manie
di grandezza. Certo, ora Ylenia era insieme a loro e se non
fosse successo ciò che era accaduto 17 anni prima, non
sarebbe stata lì, ma una domanda ronzava in testa alla donna.
Insistentemente,
come un martello d'angoscia quelle parole colpivano la
sua mente. "E se morissero?"
Le mani le
tremarono, tanto che stava per rovesciare la tazzina da
caffè sul tavolo.
Hiroaki
avvertì quel senso di smarrimento, era lo stesso che
provava anche lui e si maledisse per essere un uomo, perché
come tale non riusciva ad esternare appieno i suoi sentimenti e
appariva distaccato e freddo.
Non poteva
ricevere forza da qualcuno, doveva darla. E così
fece, prendendo la mano della moglie e stringendola per rassicurarla.
-Yamato,
cos'hai?- chiese Takeru al fratello.
Si erano
svegliati abbastanza presto, per prepararsi per bene ad andare
a Digiworld, ma mentre Takeru era completamente sveglio e veloce nel
vestirsi e preparare le ultime cose, Yamato stranamente tardava.
Il biondo della
Speranza guardò attentamente il fratello che
sedeva sul bordo del letto.
Yamato sudava e
ansimava ed era molto pallido.
-Yamato?- gli
chiese. Anche Gabumon e Patamon cominciarono a
preoccuparsi.
-Non... mi
sento...molto bene...- biascicò il maggiore,
prima di ricadere su un fianco.
E fu in quel
momento che Takeru notò un strana macchia scura
sotto la maglietta del pigiama.
°
Un bizzarro
digimon varcò la soglia del salone, a passo
lento e deciso, quasi calcolato. Davanti a lui, dall'altro capo della
stanza, stava un trono completamente realizzato in oro bianco e sopra
di esso, una figura minuta e aggraziata.
-Hai qualcosa di
importante da dirmi, Piemon?-
Piemon, il leader
dei Dark Masters, procedette ancora verso il trono,
per poi inchinarsi dinanzi all'interlocutore.
-Purtroppo la
situazione sta degenerando, Lucemonsama.-
Lucemon, il
demone della Superbia, si mise ritto a sedere. Il suo
aspetto era quello di un bambino biondo, dalla pelle rosea, gli occhi
azzurri e le ali sulla schiena. Ben sei paia di ali sulla schiena e due
alucce ai lati della testa. I capelli biondi ordinati in un grazioso
caschetto, presentavano due ciuffi leggermente rialzati, sulla
sommità del capo, come delle piccole corna. Indossava una
tunica bianca che lasciava scoperta metà del busto e le
gambe. Ai polsi e alle caviglie, dei grossi bracciali dorati. Sotto
l'occhio e il braccio sinistro e sul petto erano tatuati dei simboli
viola.
Nonostante
l'aspetto innocuo, Lucemon era uno dei digimon
più potenti mai esistiti. E per questo, anche uno dei
più soli.
-Parla! Che avete
combinato stavolta?-
-Non dica
così, la prego.- rispose Piemon ridacchiando -Sa
benissimo che non posso interferire con le azioni di quell'altro. Se lo
facessi, mi scoprirebbero.-
-Tsk... Vai al
dunque.-
-L'altro me, ha
dato ordine a Kokueimon di uccidere Yamato Ishida,
ovvero la Chiave delle Tenebre.-
-E....-
-Yamato Ishida
è in pericolo di vita. Non gli rimangono che
poche ore.-
-Non ci voleva
proprio.- il piccolo angelo caduto prese a riflettere -
Se morisse, il potere che ho acquisito con fatica, svanirebbe con lui.
Piemon!- scattò in piedi esclamando il nome del demone clown.
-Si, signore?-
-Tienimi
informato.-
Annuì,
poco prima di lasciare la sala. La testa gli doleva.
Si massaggiò le tempie. Non poteva continuare
così. Se il suo altro se stesso fosse riuscito nei suoi
piani, la maledizione di Lucemon sarebbe sparita, e così lui.
Forse un modo
c'era per impedirlo, ma doveva stare molto attento.
Fine
Capitolo 5
Bene
signori, eccoci
al 5o capitolo, che come gli altri non presenta scene d'azione
(arriveranno, ve lo prometto).
Ho
cercato di
collegare le varie scene le une con le altre, spero che l'effetto sia
stato gradito.
Per
chi se lo sta
chiedendo Seiko è la bambina che Iori ha incontrato in
quell'ospedale, quando MarineDevimon ha cominciato a fare danno.
E
si, Iori ha trovato
la ragazza prima di Daisuke XD
Comunque
il nome
Seiko gliel'ho messo io, che il vero non lo so.
Spero
che
il capitolo sia di vostro gradimento U_U e grazie a chi legge,
recensisce e mette fra i preferiti la storia ^^
Bene,
ora passiamo
alle recensioni.
crhystal:
Grazie ^^
Non abituarti all'idea di LadyD. dolce e depressa U_U
Eden89:
Lo scoprirai
presto. Eh si, Yama ha un figlio e l'ha avuto durante la prima serie, i
dettagli nel corso della storia ^^
Echo:
Si, Yama ha un
figlio U_U ma aspetta prima di strozzarmi XD Ti posso spiegare.
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