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Autore: kymyit    27/02/2009    4 recensioni
Qualcosa è in moto a Digiworld fin dai tempi della sua nascita e nonostante i tantissimi anni trascorsi, non si è mai risolto. Lucemon è tornato e i Demon Lords complottano per abbatterlo.
A due gemelli l'onere di custodire i suoi poteri: Yamato e Ylenia Ishida.
I due saranno loro malgrado l'occhio del ciclone, fra digimon che li vogliono morti o vivi tutti per il loro tornaconto. Se poi aggiungiamo nuovi prescelti problematici e vecchi prescelti i cui digimon sono nientemeno che i cari Dark Masters, le cose si complicano assai.
Chi la spunterà nel caos della battaglia? Lucemon? Daemon? I digiprescelti? O forse sarà solo un massacro totale?
Saga Attuale: Wrath's Showdown.
Dopo aver avuto a che fare coi redivivi Dark Masters, i digiprescelti devono affrontare il Demone dell'Ira per ostacolare il suo progetto di assorbire i poteri di Lucemon sfruttando il piccolo Risei.
Witchelny, la città magica, viene assediata. Riusciranno i prescelti a vincere salvando non solo il bambino, ma anche Ken Ichijouji e i fratelli Saiba? Perché il demone ha più di un asso nella manica.
[ATTENZIONE: Sto aggiustando la storia dai primi capitoli, cercando di non fare troppi cambiamenti drastici.
Modificato CAPITOLO 1]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Yamato Ishida/Matt
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Light and Darkness' Quest'
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Capitolo 5: Addio?


Non è facile lo so ma sento che
(Questo è) è un addio
Non è facile per me ma sento che
(Questo è) è il mio addio
(Addio, Finley)



Nel frattempo che Gennai e Yamato si trovavano sulla ruota panoramica a Palette Town, i digiprescelti avevano fatto ritorno nelle loro case.
Erano tutti molto pensierosi e cercavano dentro di se le parole per comunicare ai genitori la loro prossima partenza, per quella che era sicuramente la battaglia più impegnativa delle loro vite.
-Siamo tornati.- disse Ylenia entrando in casa.
-Neesan! Niisan! Oniichan! Bearmon! Gabumon! Patamon! - saltellò Mika andando verso la porta d'ingresso. -Uh? Dove sono Niisan e Gabumon?- chiese
-Ciao!- esclamò Ylenia e massaggiò la testa della sorellina - Yamachan non c'è, ma torna fra un po'.-
-Però c'è una sorpresa per te.- disse Takeru.
Dietro di lui avanzò Hogan.
-Lei è...- cominciò Natsuko vedendo l'uomo.
-Non sono Gennai, se è quello che pensa.- la anticipò, poi le prese la mano e la baciò -Il mio nome è Hogan, sono uno dei cloni di Gennai.-
-Ah...- Natsuko annuì, leggermente confusa. Hogan rivolse lo sguardo a Mika.
-E così saresti tu la principessina di cui mi hanno tanto parlato.-
-Io una principessa?-
Hogan annuì -Esatto. E per una principessa così carina, ci vuole un regalo speciale.- a quelle parole, fece il suo ingresso nella casa Bakumon.
La piccola digimon entrò nell'abitazione un po' titubante.
-Un digimon!- strillò Mika saltellando per l'emozione per poi lanciarsi su di lei. -E' mio????-
-Vorrai dire mia. E' una femminuccia.- le sorrise -E da oggi ti farà compagnia.-


-Cosa??- esclamò la signora Motomiya
-Purtroppo è così mamma. Anche a noi non piace l'idea,ma dobbiamo farlo.- rispose Daisuke.
Appena tornati a casa i fratelli Motomiya avevano raccontato ai loro genitori della loro missione a Digiworld, o meglio di quello che sapevano di quella missione.
C'erano molti punti oscuri e anche un bambino piccolo sarebbe stato capace di accorgersene.
Gennai aveva preso molte precauzioni e questo rendeva la situazione delicata e pericolosa.
La madre di Daisuke e Jun cominciò a porre loro infinite domande, giustamente, ma della metà non ricevette risposta.
Non conoscevano neanche loro tutta la verità, ma una volta a Digiworld, Gennai li avrebbe messi al corrente di tutto.


Cominciò a frugare per tutta la casa in cerca di cose utili: bende, medicinali, carta igienica (la vecchia cara carta igienica che li aveva seguiti durante il primo viaggio a Digiworld,contro i Dark Masters, sorrise al pensiero di quell' idea così ingenua che gli era venuta quella volta. In un certo senso, se un digimon come Ogremon era passato dalla loro, era anche merito di quella carta così poco nobile. Gli scappò un altra risatina) cibo in scatola, scalda mani (dovette mettere a soqquadro la casa letteralmente, dato che era estate inoltrata) corde, due coperte, non si sa mai, giubbotto, bloc-notes...
-Ehm... Jou... Vuoi metterci anche una bicicletta in quella borsa?- il digiprescelto dell'Affidabilità si voltò e incrociò lo sguardo del suo partner che gli indicava la borsa pronta ad esplodere
-Mmmh... Forse ho esagerato...-
-Forse?-
Jou rimase pensieroso -E' che non sappiamo... cosa ci aspetta...-


-E nonostante ciò vuoi andare lo stesso?! E se ti succedesse qualcosa?- esclamò la signora Tachikawa
-Tesoro, calmati...- cercò di tranquillizzarla il marito
-Calmati un corno! Mimi, Palmon! Non voglio che vi succeda qualcosa!-
-Mamma...- cominciò Mimi, non sapeva proprio che dire. Qualunque cosa avrebbe detto, avrebbe contribuito a far agitare sua madre.
-Proteggerò io Mimi!- esclamò Palmon, portando le zampette al cuore -A qualunque costo!-
La signora Tachikawa fissò prima Palmon, poi sua figlia, poi si abbracciò al marito scoppiando in un pianto dirotto,peggio di prima -Visto che è pericolosoooooo.....-
Sulle teste di Mimi e Palmon si formò la solita gocciolina che indicava lo stupore o lo shock (in questo caso, la seconda opzione).
-Scusa...- sussurrò Palmon
-Non è colpa tua.- le sorrise Mimi e si precipitò da sua madre cercando di rassicurarla.


-State attenti, vi prego.-
Annuirono.
-Stai tranquillo, papà.- disse Ken -E tu in particolare, mamma.- continuò osservando sua madre che lo osservava con lo sguardo malinconico sulla porta della sua stanza.La signora Ichijouji appariva leggermente più affaticata del solito. Il viso leggermente sciupato e stanco, ma nonostante tutto, appariva più bella.
-Mi raccomando, Umi, non fare affaticare la mamma.- il giovane Ichijouji accarezzò la testolina di una bambina alta quanto un soldo di cacio.
Aveva circa tre anni, Umi Ichijouji, sorella minore di Ken e Osamu.
-Ti.- annuì lei in risposta, stringendo tra le braccia Wormmon, contento di essere strapazzato di coccole.


-Vuoi che lo dica io a tua madre?- chiese il vecchio Chikara al nipote.
Iori annuì.
-Non capirebbe.- il digiprescelto si passò il ricevitore del telefono più volte tra la mani.
Sua madre, suo nonno, Seiko... Dovevano saperlo... Ma probabilmente nessuno dei tre avrebbe capito a fondo.
Nessuno avrebbe capito a fondo le sue preoccupazioni perché le ritenevano troppo grandi per un dodicenne.
-Iori...- cominciò Armadimon -Devi trovare la forza di dirglielo tu, altrimenti tua madre non riuscirà davvero a capirti.-
-Già... Lo so... Però...- così sarebbe stato più doloroso l'addio, specie da parte sua.


-Però cosa Miyako Inoue?- la signora Inoue si risistemò gli occhiali sul naso -Mi stai chiedendo di non preoccuparmi mentre tu e i tuoi amici andate in un mondo assurdo a farvi ammazzare!-
Miyako montò su tutte le furie -Questo a dimostrare che non mi ascolti mai quando ti parlo!- gracidò, ultimamente i rapporti con la madre erano particolarmente tesi, forse per il fatto che la digiprescelta si dimostrava più ribelle e desiderosa di libertà, aveva un ragazzo e non sopportava l'idea di subire il terzo grado dopo ogni uscita col giovane Ichijouji. Però era giusto che la madre si preoccupasse per lei, Miyako lo capiva, ma il suo carattere talmente cocciuto le impediva di chinare il capo e dire ''Hai ragione, mamma.''
-Miyako...- cominciò Hawkmon che assisteva alle sfuriate tra le due ogni giorno da un po' di tempo a quella parte, ma mai aveva sentito Miyako rivolgersi con tanto astio a sua madre.
-Io mi preoccupo per te!- esclamò la donna
-E secondo te io perché ci vado a Digiworld??? Per proteggere tutti voi!- sbraitò prima di uscire di casa sbattendo la porta, dirigendosi verso il negozio di alimentari a pian terreno.
-Mi dispiace...- balbettò il falchetto -Miyako sicuramente non voleva...- ma si interruppe osservando il viso della donna.
Gli occhi arrossati e lacrime pronte a rigarle le guance.
-Che male c'è a essere preoccupata per mia figlia?- riuscì a dire, soffocando i singhiozzi.

-Mamma, non preoccuparti per noi. Andrà tutto bene.- Koushirou aveva ripetuto quella frase almeno dieci volte, ma sua madre era ancora sotto shock. Non le piaceva l'idea che il suo adorato figlio rischiasse la vita, ma cercava comunque di non darlo a vedere, voleva mostrarsi fiduciosa nei suoi confronti, come aveva sempre fatto, ma questa volta era molto più difficile.
Koushirou sospirò e si rimise a trafficare al computer. Doveva liberarlo dalle cose inutili in modo da lasciare spazio per qualsiasi file o software, Gennai gli avesse passato.
Via la musica, via le foto, via qualunque cosa non servisse.
Trasferì i file sul computer fisso e cominciò a maneggiare con varie periferiche e penne USB, a questo punto potevano tornargli utili.
Mentre smanettava da un pc all'altro, il suo DigiTerminal prese a suonare.
Sollevato il piccolo display dell'apparecchio, Koushirou lesse un messaggio che lo lasciò profondamente angosciato.


-Sora,cos'hai?- chiese Pyomon all'amica mentre sistemava delle cose in una borsa.
-Non lo so. Sento un grande peso al cuore, ma non so perché... E' angosciante...-
Pyomon le si appoggiò ad una spalla -Stai tranquilla, pyo. Ci sono io con te.-
La rossa sorrise.
Pyomon sarebbe sempre stata con lei, vero,ma non era quello che la preoccupava maggiormente.
Improvvisamente il suo ragazzo era al centro di qualcosa di straordinario e rischiava di essere ucciso da un momento all'altro. Che poteva fare lei?
-Ti vedo abbastanza tranquilla.- scherzò il signor Takenouchi, rivolto alla moglie, intenta a sistemare dei fiori.
Un fiore cadde.
-Se anche mi agitassi...- rispose calma la donna raccogliendolo -... Non cambierebbe nulla.-
-Sora è una ragazza responsabile...- le fece eco il marito.
Lei annuì.


Annuì.
-Si. Gliel'ho detto, ma la mamma non l'ha presa molto bene.- Mamoru rispose a Elecmon. Già da qualche giorno aveva accennato a sua madre che sarebbe dovuto andare a Digiworld a combattere per la salvezza del mondo, ma ovviamente la donna non riusciva a comprendere fino in fondo la situazione. Era molto preoccupata per suo figlio e subito erano iniziate le discussioni con suo padre che non c'era mai.
-Credo che non mi sposerò mai.- disse prendendo una coperta.
-Perché?- chiese Elecmon
-Perché costruire una famiglia se poi non la si vive?-
-Ti riferisci a tuo padre?-
Annuì
-Ma non devi necessariamente seguire le sue orme, Mamoru.-
Mamoru si sedette sul letto.
-Io voglio seguire le sue orme... E superarlo... -
Elecmon lo guardò leggermente angosciato.
Conosceva la storia di Tsutomu.
Il suo partner si trascinava una ferita ancora sanguinante e non si sarebbe mai dato pace. Voleva che il mondo venisse purificato da ogni male. Ma era praticamente impossibile e Mamoru doveva rendersene conto al più presto.

-Non fraintendermi Taichi.-disse il signor Yagami.
Era ormai passata l'ora di cena. L'intera famiglia era davanti alla televisione, ma il quiz televisivo che trasmettevano in quel momento era l'ultimo dei loro pensieri.
-Non voglio dire che non mi fidi di te, di voi. Solo che tua madre ed io siamo preoccupati. Questo Lucemon che dovrete affrontare, non è come gli altri, l'hai detto tu stesso.-
Taichi annuì.
-Ma io e Tailmon proteggeremo Taichi e Hikari, vero?-
-Certo.- annuì la gattina.
-Lo sapiamo, ci fidiamo di voi, ma non possiamo rimanere qui in silenzio col sorriso sulle labbra.-
-Lo so. Ma cosa vuoi che ti dica?- Taichi si ficcò dei popcorn in bocca.
-Dovevate proprio dircelo oggi?-
-L'abbiamo saputo solo stamattina.- intervenne Hikari.
Il signor Yagami sospirò.
-Non voglio farvi la predica.- disse mettendo una mano sulla spalla di Taichi e una su quella di Hikari -Sono solo preoccupato, perciò cercate di fare del vostro meglio e tornate sani e salvi.-
Annuirono tristemente.
Odiavano dare tante preoccupazioni ai loro genitori, dopotutto, non avevano scelto mica loro di diventare digiprescelti. Per quanti lati positivi avesse esserlo, quando accadevano cose del genere, la cosa peggiore era sempre informare i propri genitori.
Troppo doloroso vederli angosciati.
"Ma perché... Perché devono andare?" la signora Yagami era intenta a fare i piatti. Li sciacquava nervosamente e altrettanto nervosamente li metteva nello scolapiatti seguendo il ritmo frenetico dei suoi pensieri. Aveva paura. Come aveva detto Taichi, questa missione era più pericolosa delle precedenti. In ogni missione i suoi figli avevano rischiato la vita forse più di tutti gli altri prescelti e ora... Ora dovevano tornare a combattere in un mondo selvaggio che non era neanche il loro. Non ce l'aveva con i digimon, Agumon e Tailmon ormai erano di famiglia, ma in fondo al cuore si chiedeva "Perché non ci pensano loro al proprio mondo?"


-Non hai una bella cera, Natsuko.- disse il signor Ishida porgendo alla moglie del caffè.
-Non sono riuscita a dormire stanotte.- rispose lei mettendoci lo zucchero e sorseggiandolo.
-E' comprensibile.-
-Hiroaki...- cominciò -Perché proprio i nostri figli?-
-Se non fossero stati i nostri, sarebbero stati quelli di qualcun altro.- rispose lui, apparentemente calmo e freddo.
Lei poggiò la tazzina sul tavolo e tenne la testa fra le mani -Ma perché Yamato e Ylenia? Non potevano affidare quei poteri a qualcun altro?-
-Sigillare quei poteri a Digiworld era molto più pericoloso.- si intromise Hogan.
Natsuko inarcò il sopracciglio, guardando l'uomo con sufficienza. La storia della loro famiglia era stata travagliata sin dall'inizio, senza che ci mettessero lo zampino dei digimon con manie di grandezza. Certo, ora Ylenia era insieme a loro e se non fosse successo ciò che era accaduto 17 anni prima, non sarebbe stata lì, ma una domanda ronzava in testa alla donna.
Insistentemente, come un martello d'angoscia quelle parole colpivano la sua mente. "E se morissero?"
Le mani le tremarono, tanto che stava per rovesciare la tazzina da caffè sul tavolo.
Hiroaki avvertì quel senso di smarrimento, era lo stesso che provava anche lui e si maledisse per essere un uomo, perché come tale non riusciva ad esternare appieno i suoi sentimenti e appariva distaccato e freddo.
Non poteva ricevere forza da qualcuno, doveva darla. E così fece, prendendo la mano della moglie e stringendola per rassicurarla.

-Yamato, cos'hai?- chiese Takeru al fratello.
Si erano svegliati abbastanza presto, per prepararsi per bene ad andare a Digiworld, ma mentre Takeru era completamente sveglio e veloce nel vestirsi e preparare le ultime cose, Yamato stranamente tardava.
Il biondo della Speranza guardò attentamente il fratello che sedeva sul bordo del letto.
Yamato sudava e ansimava ed era molto pallido.
-Yamato?- gli chiese. Anche Gabumon e Patamon cominciarono a preoccuparsi.
-Non... mi sento...molto bene...- biascicò il maggiore, prima di ricadere su un fianco.
E fu in quel momento che Takeru notò un strana macchia scura sotto la maglietta del pigiama.

°

Un bizzarro digimon varcò la soglia del salone, a passo lento e deciso, quasi calcolato. Davanti a lui, dall'altro capo della stanza, stava un trono completamente realizzato in oro bianco e sopra di esso, una figura minuta e aggraziata.
-Hai qualcosa di importante da dirmi, Piemon?-
Piemon, il leader dei Dark Masters, procedette ancora verso il trono, per poi inchinarsi dinanzi all'interlocutore.
-Purtroppo la situazione sta degenerando, Lucemonsama.-
Lucemon, il demone della Superbia, si mise ritto a sedere. Il suo aspetto era quello di un bambino biondo, dalla pelle rosea, gli occhi azzurri e le ali sulla schiena. Ben sei paia di ali sulla schiena e due alucce ai lati della testa. I capelli biondi ordinati in un grazioso caschetto, presentavano due ciuffi leggermente rialzati, sulla sommità del capo, come delle piccole corna. Indossava una tunica bianca che lasciava scoperta metà del busto e le gambe. Ai polsi e alle caviglie, dei grossi bracciali dorati. Sotto l'occhio e il braccio sinistro e sul petto erano tatuati dei simboli viola.
Nonostante l'aspetto innocuo, Lucemon era uno dei digimon più potenti mai esistiti. E per questo, anche uno dei più soli.

-Parla! Che avete combinato stavolta?-
-Non dica così, la prego.- rispose Piemon ridacchiando -Sa benissimo che non posso interferire con le azioni di quell'altro. Se lo facessi, mi scoprirebbero.-
-Tsk... Vai al dunque.-
-L'altro me, ha dato ordine a Kokueimon di uccidere Yamato Ishida, ovvero la Chiave delle Tenebre.-
-E....-
-Yamato Ishida è in pericolo di vita. Non gli rimangono che poche ore.-
-Non ci voleva proprio.- il piccolo angelo caduto prese a riflettere - Se morisse, il potere che ho acquisito con fatica, svanirebbe con lui. Piemon!- scattò in piedi esclamando il nome del demone clown.
-Si, signore?-
-Tienimi informato.-
Annuì, poco prima di lasciare la sala. La testa gli doleva. Si massaggiò le tempie. Non poteva continuare così. Se il suo altro se stesso fosse riuscito nei suoi piani, la maledizione di Lucemon sarebbe sparita, e così lui.
Forse un modo c'era per impedirlo, ma doveva stare molto attento.


Fine Capitolo 5







Bene signori, eccoci al 5o capitolo, che come gli altri non presenta scene d'azione (arriveranno, ve lo prometto).
Ho cercato di collegare le varie scene le une con le altre, spero che l'effetto sia stato gradito.
Per chi se lo sta chiedendo Seiko è la bambina che Iori ha incontrato in quell'ospedale, quando MarineDevimon ha cominciato a fare danno.
E si, Iori ha trovato la ragazza prima di Daisuke XD
Comunque il nome Seiko gliel'ho messo io, che il vero non lo so.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento U_U e grazie a chi legge, recensisce e mette fra i preferiti la storia ^^


Bene, ora passiamo alle recensioni.


crhystal: Grazie ^^ Non abituarti all'idea di LadyD. dolce e depressa U_U
Eden89: Lo scoprirai presto. Eh si, Yama ha un figlio e l'ha avuto durante la prima serie, i dettagli nel corso della storia ^^
Echo: Si, Yama ha un figlio U_U ma aspetta prima di strozzarmi XD Ti posso spiegare.


   
 
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