4.capitolo
Click
Clik
Richard
premette nervosa
sull’acceleratore mentre imboccava la strada che lo avrebbe
portato dalla sua
fidanzata. Erano già in ritardo e il suono maniacale della
macchina fotografica
che aveva Rebecca non faceva altro che peggiorare il suo stato emotivo.
Click
Click.
Frenò
di botto sentendo il corpo della
ragazza rimbalzare sul sedile. Si girò verso di lei che lo
guardava sbigottita
e con un cenno poco elegante le chiese di dargli la macchina.
“Non
ci penso nemmeno,non è tua e posso
farci quello che voglio.” Scattò di nuovo notando
sul display che Richard aveva
le sue classiche venette dal ‘ho perso la pazienza da un
pezzo’ che fremevano
sulla fronte.
“Bhè,la
macchina invece è mia e posso
sbatterti fuori al prossimo click…e sai che ne sono
capace.” Rebecca avrebbe
volute sfidarlo ma sapeva bene che Richard non scherzava quando
arrivava a
minacciare la gente…e soprattutto quando arrivava a
minacciare lei.
Sbuffò
mettendo il suo prezioso tesoro
sulle gambe. Appoggiò la testa al finestrino mentre vedeva
Richard smanettare
con il telefono per poi chiamare Rutina dicendole che la stava
aspettando.
Sbuffò
nuovamente.
Il
suo tono era nettamente cambiato. Da
arrabbiato era passato al dolce e in quel momento invidiò la
donna che faceva
starlo così bene. Si chiese se davvero fingesse con lei,se
davvero si
spacciasse per quello che non era ,oppure,semplicemente,Rutina lo
rendeva
felice e meno aggrassivo.
“Puoi
fare la brava per tutto il
giorno?”Richard si girò nuovamente verso di lei e
Rebecca si morse un labbro
nel constatre quanto il suo tono fosse uguale a quello che usava suo
padre
quando era piccola.
Che
idea assurda era stata quella di
venire a piangere da lui dei suoi problemi.
Per
Richard il più grande problema era
sempre stato lei.
“Dovresti
smetterla di trattarmi come
una bambina,sono cresciuta se ancora non te ne fossi accorto.”
“Oh,certo!Abbiamo
una Rebecca
maggiorenne.” Avrebbe volute dirgli che il suo corpo si era
accorto già da
tempo che era cresciuta ma doveveva tenere le distanze. Doveva fare in
modo che
Rebecca fosse solo un desiderio che mai avrebbe espresso e esaudito.
Rebecca
stava per replicare quando vide
la figura di Rutina avvicnarsi alla macchina. Si fermò e la
guardò
stupita,forse non immaginava che ci sarebbe stata anche lei.
“Hey,ciao.”Rutina
la guardò mentre
sostava con lo sportello aperto. Rebecca notò quanto la
donna fosse
imabarazzata e continuava a guardarla come se fosse un fantasma o un
entità che
potesse farle quasi del male.
“Non
c’era bisogno che ti mettessi
dietro,potevi tranquillamente stare davanti.” Si sedette e
Rebecca pensò che
fosse solo una scena da attrice consumata per guadagnarsi la sua
simpatia.
“Tranquilla.
Sto dietro già da quando
siamo usciti da casa….tra poco andremo in un negozio per
bambini a comparmi il
seggiolino,senza potrebbero fare la multa a papà
Richard.” Fece un sorrisetto
mentre osservava gli occhi glaciali di Richard nello specchietto
retrovisore.
Se lo conosceva bene come credeva,sarebbe morto dentro pur di non
dimostrare a
Rutina che era la persona meno paziente e tollerante del mondo. Per
tutta
risposta Richard fece qualcosa che la ferì più di
qualsiasi parola che avrebbe
potuto dire. Si sporse verso Rutina e le diede un dolce bacio sulle
labbra.
Notò il modo tenero in cui si guardarono e in quel momento
si sentì davvero
come una bambina ferita e umiliata dal suo stesso gioco. E se Richard
fosse
davvero innamorato di Rutina? Se la sua dolcezza fosse dipesa proprio
dal fatto
che in realtà la donna era così straordinaria da
curare il suo carattere
burbero e schivo?
Preferì
non farsi più quelle domande e
estraniarsi dal mondo e soprattutto da loro,nascondendosi nelle sue
adorate
cuffiette. La musica era l’unica cosa che la faceva stare
bene subito dopo la
fotografia. Tutti e due avevano il potere di farla vivere in un posto
in cui
lei era il centro del mondo.
***
“Rebb,
faremo sicuramente tardi con le
riprese,ti lascio dei soldi semmai volessi tornare a casa o andare un
pò in
giro.” Richard prese il portafoglio mentre le truccatrici
preparavano il
materiale per trasformarlo nello spietato e tormentato Red Dragon.
“Guarda
che i soldi li ho e poi
preferisco restare qui che gironzolare da sola per la
città…..a meno che non è
una scusa per non volermi tra i piedi.” Richard la
guardò come se per la prima
volta avesse davanti una sconosciuta. Il suo sguardo era fiero e
diretto e non
ammetteva nessuna replica. Per un attimo,Richard,ebbe come
l’impressione che
Rebecca fosse diventata una donna,una donna con cui avrebbe perso la
testa al
solo schioccare delle sue dita.
“Se
non ti avessi voluta,ti avrei detto
di stare a casa.” Aveva ancora i soldi in mano mentre sentiva
lo sguardo
indagatore della ragazza su di se. Sembrava che avesse perso il suo
formidabile
potere di capire cosa passasse nella sua testa,era come se avesse messo
un
sottile strato di vetro tra di loro,come se volesse proteggersi da
qualsiasi
persona che le volesse farle del male. E in quel momento
sentì come uno spillo
nel cuore nel constatare che Rebecca volesse proteggersi da lui.
“Ti
starò il più lontana
possibile,tranquillo. Ci vediamo dopo.” Rebecca stava per
andarsene quando
Richard la fermò per un braccio e se la tirò a se
per poi abbracciarla. Rebecca
sentì come se in quella presa,in quel forte abbraccio,fosse
tornata a casa.
Come se si fosse perduta e in quel petto largo e caldo avesse ritrovato
la
strada di casa.
Richard
era questo per lei.
La
perdizione.
Ed
il ritorno.
“Rebb,lo
sai che ti voglio bene,vero?”
Richard si spostò da lei per poi afferrare le sue spalle in
modo che lo
guardasse negli occhi. Quegli occhi lucidi e smarriti gli fecero male.
Quella persona
non era più la sua dolce e allegra Rebecca a cui sapeva dare
una cura su tutto.
Li davanti a lui c’era una donna,una donna dove non riusciva
più a caprine nulla.
Rebecca lo smarriva e dentro di se si accorse che quello smarrimento
gli
piaceva…e in un certo senso lo eccitava.
“Certo…..”
e dicendo questo si tolse
dalla sua presa.
“Ma
a volte il solo affetto non basta.”
Gli
sorrise,sentendo che sul suo viso c’era
tutto…tranne che un sorriso sincero.
***
Rebecca
aveva passato tutta la mattina
ad osservare le scene tra Richard e Rutina. Era rimasta seduta per
terra con le
gambe al petto mentre guardava ammirata e sbalordita il ruolo di
Richard. Era
un uomo incredibile, il suo talento era qualcosa di inspiegabile. Ti
sapeva rapire
in qualsiasi ruolo che impersonava. Aveva il potere di trasportarti nel
suo
ruolo,come se fossi in prima linea con lui.
Dio,quanto
lo amava.
Amava
la sua passione per la
recitazione.
L’impegno
che ci mettava in quello che
faceva.
Il
suo sorriso sincero.
Ma
amava anche la parte che nessuno
conosceva di lui. Quella di un uomo che amava stava sulle sue, che ti
rispondeva sgarbato. L’uomo a cui non permetteva nessuno di
conoscerlo come
davvero fosse.
In
un certo senso si sentiva come una favorita.
Lei sapeva tutto di lui. E lui non fingeva mai di essere qualcun altro.
Forse
in un certo senso era una fortuna
per lei.
Ma
poi,guardando il bacio che Richard e
Rutina si stavano scambiando pensò che alla fine,avrebbe
volute essere Rutina e
avere Richard per se anche nella finzione.
“Hey,ciao.”
Rebecca
tornò alla realtà quando sentì
una voce calda e gioiosa arrivargli di lato.
“Ciao”
disse timidamente quando incontrò
gli occhi blu e dolci di uno dei protagonist della serie.
Hugh
Dancy le sorrise allegro mentre tranquillamente
si sedette accanto lei con un pacco di patatine giganti.
“Vuoi?”
le disse mentre ancora aveva la
bocca piena del boccone che aveva preso prima di offrile. A Rebecca
veniva da
ridere ma cercò di smascherare la cosa prendendo un
pò di patatine.
“Che
sciocco,non mi sono presentato. Io
sono Hugh,non ti offro la mano perchè è unta
peggio di una padella che usano al
McDonald’s.
Rebecca
scoppiò a ridere di gusto sapendo
di aver causato troppo rumore quando sentì la regia zittirla
perchè stavano
girando.
“Ops….”
Per
tutta risposta rise di gusto anche
Hugh beccandosi un rimprovero con i fiocchi dallo stesso regista che
fermò la
ripresa per guardarlo infuriato.
“Scusate,ma
questa ragazza è troppo
divertente,me la porto via.” E senza nemmeno avere il tempo
di replicare,Hugh
la prese per mano facendola alzare di scatto per poi trascinarla via
dalla sala
facendola di nuovo scoppiare a ridere. Ma Rebecca non si era accorta
che tra le
risate del gruppo generale,una sola persona era rimasto immobile,serio
e
infastidito.
***
“Quindi
sei una sorta di nipotina per
Richard?”
Rebecca
si era appena infilata un
boccone dello sformato di pasta che Hugh gli aveva gentilmente offerto
invitandola a pranzo. Prese tempo assoporando fin troppo bene il
pasto,non
sapeva che risposta dare all’uomo.
Nemmeno
lei aveva ancora capito cosa
rappresentasse per Richard. La maggior parte delle volte era
sicuramente un
fastidio e nel restante una bambina che non voleva crescere.
“Mmmm,credo
che nipotina si possa
avvicinare.”si coprì la bocca cercando di capire
perchè Hugh avesse assunto un
espressione seria mentre la guardava con il mento appoggiato sulla
mano. In quel
momento si sentì in imbarazzo perchè il suo
sguardo la inchiodava come se fosse
sotto processo. Sembrava l’avvocato del diavolo dove non
aspettasse altro che
lei si dichiarasse colpevole di amare un uomo che la ignorava senza
troppo
garbo.
“Credo
che essere la sua nipotina
proprio non ti piaccia.”
“A
volte bisogna farsi piacere anche
quello che detestiamo.”
Si
accorse di aver detto più del dovuto
quando Hugh gli mostrò una faccia di pura compassione.
Doveva davvero far pena
se persino uno sconosciuto gli mostrava quanto fosse sciocco il suo
amore. Sembrava
davvero che l’unica che ancora non se ne facesse una ragione
era lei. Aveva questa
convinzione che prima o poi Richard si sarebbe accorto che era
lei,l’unica
donna della sua vita ma sperava che se ne accorgesse quando fosse
ancora capare
di procreare e non quando sarebbe diventato un vecchio ancora
più scorbutico
con il bisogno di una badante.
“L’amore
è un arma potente. Può
distruggere la solitudine in cui vivi o distruggere la speranza con cui
sei sempre
vissuto.”
“Oh,
questa è davvero bella,di chi è?
“Oh
del non famosissimo ma altrettanto ingambissimo
poeta dei poveri d’amore Hugh Dancy.”
Rebecca
scoppiò di nuovo a ridere
quando vide l’attore prendere un fazzoletto e asciugare delle
lacrime finte. Quella
giornata si stava rilevando più interessante di quanto
pensasse. Richard l’aveva
praticamente trattata come se non esistesse ma in compenso aveva
conosciuto una
persona affabile e carina come Hugh.
“Deduco
dalle vostre parole,che anche
voi avete pene d’amore.”
“Oh
mia dolce fanciullina,non si è vivi
senza pene d’amore.”
“Si
ma sarebbe bello che queste pene
ogni tanto finissero.”
Hugh
prese il portafoglio e pagò la
cameriera che gli aveva appena portato il conto. Rebecca
notò che portava una
catenina con una mezza stella e si chiese cosa significasse quel
simbolo. Sapeva
dei mezzi cuori ma mai in vita sua aveva visto una mezza stella. Si
sentiva
titubante nel chiedergli qualcosa e si chiedeva se
quell’oggetto era collegato
alle pene di cui parlava. Stava per prendere coraggio e fargli la
domanda
quando vide da lontanto avvicinarsi quello le cui pene non smettevano
mai di
finire per lei.
“Ragazzi,eccovi
qua.” Richard si
posizionò dietro Hugh mettendogli le mani sulle spalle
sorridendo allegro. Hugh
alzò la testa e ricambiò il sorriso mentre
Rebecca osservava la scena con il
cuore che batteva forte in petto. Sapeva benissimo che il sorriso che
aveva
Richard era uno dei più falsi che avesse mai visto e sapeva
anche, che quando
sorrideva in quel modo,qualcosa lo aveva profondamente infastidito.
E
ne ebbe la conferma quando la fissò
con lo stesso sorriso e capì subito che
quell’espressione non prometteva nulla
di buono. Si portò il bicchiere alla bocca pensando che
l’acqua potesse
calmarle i nervi e cercando di capire che cosa avesse fatto per
scatenare una
simile reazione.
“Avete
finite con le riprese?” disse
ignaro Hugh non vedendo la guerra che i due si stavano facendo con gli
occhi.
“Già,stavo
cercando Rebecca per dirle
che potevamo andare a casa a pranzare ma noto che avete già
fatto.” E la sua
voce si abbassò di qualche nota scatenando ancora di
più in Rebecca l’allarme
di pericolo a cui non sapeva perchè ne stesse prendendo
parte.
“Avevi
detto che avresti recitato fino
a tardi e Hugh è stato così gentile da invitarmi
a pranzo.” Gli sorrise
facendogli capire che non aveva fatto nulla di male per meritarsi un
simile
comportamente e soprattutto non capiva il perchè di questo
suo interesse in
quanto l’aveva trattata come una nullità per tutta
la mattina.
“E’
vero,il nostro Hugh è sempre
gentile,magari potresti invitare anche me a pranzo la prossima
volta.”
“Ma
con piacere,anche se di certo non
hai lo stesso fascino della tua splendida nipotina.”
“Nipotina?”
rispose inclinado la testa
verso Hugh.
“Si,nipotina,insomma…come
descriveresti
il nostro rapporto. Siamo come parenti ma non imparentati.”
Rebecca si accorse
di aver balbettato mentre cercava di spiegare e soprattutto
perchè vedeva che
quella situazione stava piano piano scivolandole via di mano. Sapeva che aveva peggiorato tutto
descrivendo Richard
come un ipotetico zio e sapeva anche che questa cosa non avrebbe fatto
piacere
al forte e sconosciuto egocentrismo dell’uomo.
“Bhè,non
mi sembra una tragedia così
grossa da cui tu ti debba giustificare,Rebby.” Hugh era stato
il più dolce
possibile quando le rivolse quelle parole e per un attimo Rebecca si
sentì come
se Hugh potesse mettere pace alla sua anima tormentata. Non sapeva
descrivere
il modo in cui la faceva sentire. Le parlava da pari,con
l’interesse che un
uomo prova per una donna. Era tutto quello che sperava che Richar
provasse per
lei e invece ora quei sentimente glieli stava dimostrando una persona
per cui
cominciava a provare del serio interesse.
“Hugh,perdonami,ma
non sei nelle
condizioni di giudicare un rapporto di cui non conosci
niente.”
“Richard….”lo
ammonì Rebecca sapendo
quanto le sue parole fossero state fredde e spietate verso una persona
che non
aveva fatto nulla di male se non quello di proteggerla ingenuamente
senza
pensare che la situazione fosse davvero tragica.
“Bene,visto
che ti trovi così bene….ti
farai accompagnare dal tuo nuovo amico.” E prima di andarsene
le rivolse lo
sguardo più spietato che gli avesse mai visto. Uno di quelli
di cui non
ammettevano repliche. Uno di quelli in cui gli diceva che la cosa per
lui
sarebbe finita lì.
“Richard
ma che diavolo ti prende?” gli
urlò Hugh ancora incredulo per la scena per poi girarsi
verso di lei come per
chiederle spiegazioni. Rebecca era ancora inchiodata alla sedia,sentiva
le
gambe tremare e il petto farsi sempre più pesante. Aveva
come la sensasione di
essersi di nuovo persa,di aver perso la strada,di non riuscire
più a trovare la
via di casa.
Per
quanto fosse stato perfido e
ingiusto,lei aveva paura di perderlo e fu proprio quella paura che la
fece
alzare dalla sedia e correre dietro di lui senza sentire che
Hugh,ora,stava
chiamanado anche il suo nome.
***
“Richard.”
Stava
correndo come non aveva mai fatto
in vita sua.
“Richard.”
Il
fiato diventava sempre più corto per
la fatica e soprattutto perchè lo sport non era di certo una
delle sue più
grandi passione. Ma correndo sapeva che avrebbe raggiunto subito le
lunghe
gambe di Richard e quando vide la sua schiena a pochi metri da
lei,corse ancora
pià forte e urlando il suo nome come se fosse
l’ultimo che avrebbe mai chiamato
nella sua vita.
“RICHARD.”
E
urlando gli si aggrappà alla schiena,
respirando affannosamente facendolo poi fermare. Lo strinse
così forte come se
il suo corpo fosse una medicina che le avrebbe fatto recuperare le
forze e
curato la paura dell’abbandono che gli aveva fatto provare.
Che
uomo cattivo che era.
Lo
odiava.
Ma
la sua schiena era la cosa più bella
a cui si fosse mai appoggiata. Voleva solo lui e sapeva che non avrebbe
mai
dovuto corrergli dietro perchè non aveva commesso nessuno
errore.
Ma
non voleva perderlo e si sarebbe
anche umiliata pur di stargli accanto. Non era giusto ma non poteva
tollerare
di vivere con il pensiero che Richard la rifutasse.
“Rebecca…”
il suo tono era ancora
freddo e arrabbiato ma sapeva di aver fatto la scelta giusta quando le
mani
dell’uomo scesero sulle sue per poi afferrarle e fare in modo
che gli si
staccasse di dosso e mettersi davanti a lui per guardarlo.
“Richard…..io….”
iniziò a piangere
sapendo di non riuscire a parole a spiegare la frustazione che provava
ogni volta
che litigavano. Si sentiva addosso una malinconia e una tristezza di
cui sapeva
che Richard ne poteva essere la cura e soprattutto l’artefice.
“Shhh…”
fu l’unica cosa che gli disse
appoggiando l’indice sulle sue labbra per farla tacere. In
quel momento notò
una dolcezza nei suoi occhi che mai gli aveva visto prima. Come se in
quel
momento non vedesse più la piccolo Rebb ma Rebecca. Mosse le
labbra per poter
dire qualcosa ma Richard la fermò subito circondandole il
viso con le sue
grandi mani. Sbarrò gli occhi quando vide il suo viso
avvicinarsi al suo ma d’istinto
li chiuse quando finalmente le loro labbra si sfiorarono.
Rimasero
per un secondo immobili,assoporando
quel momento che mai pensavano sarebbe successo.
Passarono
dei semplici secondi quando
la scintilla scoccò e le loro labbra si toccarono e si
mangiarono come se mai
nella loro vita aspettassero altro.
Le
loro lingue presero a danzare un
tango appassionato mentre le mani dell’uomo si staccavano
dalla sua faccia per
poi andare verso la sua schiena per premerla con forza verso di lui.
Rebecca
per tutta risposta emise dei mugolii di puro piacere aggrappandosi alla
sua
maglia come se da un momento all’altro potesse svenire dalla
gioia. Si baciariono
in un tempo di cui non riuscirano a contare nemmeno i secondi.
La
loro vita iniziava li ma qualcosa
gli mise anche fine. Richard come se si fosse svegliato da un
incantesimo si
staccò da lei come se si fosse accorto che Rebecca fosse un
virus letale. La scansò
così fortemente che lei andò a sbattere contro il
muro del corridoio dove aveva
preso vita la loro passione.
I
loro respiri erano ancora affannosi,Richard
si portò le mani sul petto,come se quel gesto potesse
calmarlo ma in cuor suo
sapeva che l’unico rimedio di quel momento,era andare via da
li.
Era
scappare da lei.
“Perdonami…ti
prego…non succederà
più…”
Si
leccò le labbra come se in quel
momento realizzasse che avesse ancora il suo sapore in bocca. Si
sentiva un
drogato,un alcolizzato,assuefatto da lei.
“Non
seguirmi….” Riuscì a dire
incamminandosi verso l’uscita e lasciando Rebecca ancora
appoggiata al muro
dove incredula si toccava le labbra gonfie dal tocco del suo Richard.
Angolo
autrice:
Faccio
schifo,
Schifissimo,
Schifio,
Schifo,schifo,schifo
e ancora schifo.
Ho
un ritardo di non so quanto tempo ma
….
Non
ho scuse abbastanza plausibili da
farmi perdonare….quindi,non me le inventerò. xD
Spero
davvero che questo capitolo mi
possa far perdonare e spero che mi continuerete ancora a seguire.
Grazie ancora
che continuate a commentare e a leggere.
A
presto….spero! :D
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