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Autore: FollediScrittura    21/11/2015    3 recensioni
" E ora cosa credi di fare?"
"Me ne vado, ecco cosa faccio." ma Richard per tutta risposta la prese per il braccio e la trascinò verso il divano facendola poi ricadere con poca gentilezza.
Era furioso. Non solo l' aveva trovata li, con le sue gambe nude ad aspettarlo e a rovinargli quello che si era prefissato di fare con Rutina....ora era anche arrabbiata e gli urlava che voleva andarsene.
No,non glielo avrebbe permesso.
Se voleva andarsene l'avrebbe fatto solo con il suo permesso.
Cacciandola.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Richard Armitage
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4.capitolo

 

Click Clik

 

Richard premette nervosa sull’acceleratore mentre imboccava la strada che lo avrebbe portato dalla sua fidanzata. Erano già in ritardo e il suono maniacale della macchina fotografica che aveva Rebecca non faceva altro che peggiorare il suo stato emotivo.

 

Click Click.

Frenò di botto sentendo il corpo della ragazza rimbalzare sul sedile. Si girò verso di lei che lo guardava sbigottita e con un cenno poco elegante le chiese di dargli la macchina.

“Non ci penso nemmeno,non è tua e posso farci quello che voglio.” Scattò di nuovo notando sul display che Richard aveva le sue classiche venette dal ‘ho perso la pazienza da un pezzo’ che fremevano sulla fronte.

“Bhè,la macchina invece è mia e posso sbatterti fuori al prossimo click…e sai che ne sono capace.” Rebecca avrebbe volute sfidarlo ma sapeva bene che Richard non scherzava quando arrivava a minacciare la gente…e soprattutto quando arrivava a minacciare lei.

Sbuffò mettendo il suo prezioso tesoro sulle gambe. Appoggiò la testa al finestrino mentre vedeva Richard smanettare con il telefono per poi chiamare Rutina dicendole che la stava aspettando.

Sbuffò nuovamente.

Il suo tono era nettamente cambiato. Da arrabbiato era passato al dolce e in quel momento invidiò la donna che faceva starlo così bene. Si chiese se davvero fingesse con lei,se davvero si spacciasse per quello che non era ,oppure,semplicemente,Rutina lo rendeva felice e meno aggrassivo.

“Puoi fare la brava per tutto il giorno?”Richard si girò nuovamente verso di lei e Rebecca si morse un labbro nel constatre quanto il suo tono fosse uguale a quello che usava suo padre quando era piccola.

Che idea assurda era stata quella di venire a piangere da lui dei suoi problemi.

Per Richard il più grande problema era sempre stato lei.

“Dovresti smetterla di trattarmi come una bambina,sono cresciuta se ancora non te ne fossi accorto.”

“Oh,certo!Abbiamo una Rebecca maggiorenne.” Avrebbe volute dirgli che il suo corpo si era accorto già da tempo che era cresciuta ma doveveva tenere le distanze. Doveva fare in modo che Rebecca fosse solo un desiderio che mai avrebbe espresso e esaudito.

Rebecca stava per replicare quando vide la figura di Rutina avvicnarsi alla macchina. Si fermò e la guardò stupita,forse non immaginava che ci sarebbe stata anche lei.

“Hey,ciao.”Rutina la guardò mentre sostava con lo sportello aperto. Rebecca notò quanto la donna fosse imabarazzata e continuava a guardarla come se fosse un fantasma o un entità che potesse farle quasi del male.

“Non c’era bisogno che ti mettessi dietro,potevi tranquillamente stare davanti.” Si sedette e Rebecca pensò che fosse solo una scena da attrice consumata per guadagnarsi la sua simpatia.

“Tranquilla. Sto dietro già da quando siamo usciti da casa….tra poco andremo in un negozio per bambini a comparmi il seggiolino,senza potrebbero fare la multa a papà Richard.” Fece un sorrisetto mentre osservava gli occhi glaciali di Richard nello specchietto retrovisore. Se lo conosceva bene come credeva,sarebbe morto dentro pur di non dimostrare a Rutina che era la persona meno paziente e tollerante del mondo. Per tutta risposta Richard fece qualcosa che la ferì più di qualsiasi parola che avrebbe potuto dire. Si sporse verso Rutina e le diede un dolce bacio sulle labbra. Notò il modo tenero in cui si guardarono e in quel momento si sentì davvero come una bambina ferita e umiliata dal suo stesso gioco. E se Richard fosse davvero innamorato di Rutina? Se la sua dolcezza fosse dipesa proprio dal fatto che in realtà la donna era così straordinaria da curare il suo carattere burbero e schivo?

Preferì non farsi più quelle domande e estraniarsi dal mondo e soprattutto da loro,nascondendosi nelle sue adorate cuffiette. La musica era l’unica cosa che la faceva stare bene subito dopo la fotografia. Tutti e due avevano il potere di farla vivere in un posto in cui lei era il centro del mondo.

 

***

 

“Rebb, faremo sicuramente tardi con le riprese,ti lascio dei soldi semmai volessi tornare a casa o andare un pò in giro.” Richard prese il portafoglio mentre le truccatrici preparavano il materiale per trasformarlo nello spietato e tormentato Red Dragon.

“Guarda che i soldi li ho e poi preferisco restare qui che gironzolare da sola per la città…..a meno che non è una scusa per non volermi tra i piedi.” Richard la guardò come se per la prima volta avesse davanti una sconosciuta. Il suo sguardo era fiero e diretto e non ammetteva nessuna replica. Per un attimo,Richard,ebbe come l’impressione che Rebecca fosse diventata una donna,una donna con cui avrebbe perso la testa al solo schioccare delle sue dita.

“Se non ti avessi voluta,ti avrei detto di stare a casa.” Aveva ancora i soldi in mano mentre sentiva lo sguardo indagatore della ragazza su di se. Sembrava che avesse perso il suo formidabile potere di capire cosa passasse nella sua testa,era come se avesse messo un sottile strato di vetro tra di loro,come se volesse proteggersi da qualsiasi persona che le volesse farle del male. E in quel momento sentì come uno spillo nel cuore nel constatare che Rebecca volesse proteggersi da lui.

“Ti starò il più lontana possibile,tranquillo. Ci vediamo dopo.” Rebecca stava per andarsene quando Richard la fermò per un braccio e se la tirò a se per poi abbracciarla. Rebecca sentì come se in quella presa,in quel forte abbraccio,fosse tornata a casa. Come se si fosse perduta e in quel petto largo e caldo avesse ritrovato la strada di casa.

Richard era questo per lei.

La perdizione.

 

Ed il ritorno.

 

“Rebb,lo sai che ti voglio bene,vero?” Richard si spostò da lei per poi afferrare le sue spalle in modo che lo guardasse negli occhi. Quegli occhi lucidi e smarriti gli fecero male. Quella persona non era più la sua dolce e allegra Rebecca a cui sapeva dare una cura su tutto. Li davanti a lui c’era una donna,una donna dove non riusciva più a caprine nulla. Rebecca lo smarriva e dentro di se si accorse che quello smarrimento gli piaceva…e in un certo senso lo eccitava.

“Certo…..” e dicendo questo si tolse dalla sua presa.

“Ma a volte il solo affetto non basta.”

Gli sorrise,sentendo che sul suo viso c’era tutto…tranne che un sorriso sincero.

 

***

 

Rebecca aveva passato tutta la mattina ad osservare le scene tra Richard e Rutina. Era rimasta seduta per terra con le gambe al petto mentre guardava ammirata e sbalordita il ruolo di Richard. Era un uomo incredibile, il suo talento era qualcosa di inspiegabile. Ti sapeva rapire in qualsiasi ruolo che impersonava. Aveva il potere di trasportarti nel suo ruolo,come se fossi in prima linea con lui.

Dio,quanto lo amava.

Amava la sua passione per la recitazione.

L’impegno che ci mettava in quello che faceva.

Il suo sorriso sincero.

Ma amava anche la parte che nessuno conosceva di lui. Quella di un uomo che amava stava sulle sue, che ti rispondeva sgarbato. L’uomo a cui non permetteva nessuno di conoscerlo come davvero fosse.

In un certo senso si sentiva come una favorita. Lei sapeva tutto di lui. E lui non fingeva mai di essere qualcun altro.

Forse in un certo senso era una fortuna per lei.

Ma poi,guardando il bacio che Richard e Rutina si stavano scambiando pensò che alla fine,avrebbe volute essere Rutina e avere Richard per se anche nella finzione.

“Hey,ciao.”

Rebecca tornò alla realtà quando sentì una voce calda e gioiosa arrivargli di lato.

“Ciao” disse timidamente quando incontrò gli occhi blu e dolci di uno dei protagonist della serie.

Hugh Dancy le sorrise allegro mentre tranquillamente si sedette accanto lei con un pacco di patatine giganti.

“Vuoi?” le disse mentre ancora aveva la bocca piena del boccone che aveva preso prima di offrile. A Rebecca veniva da ridere ma cercò di smascherare la cosa prendendo un pò di patatine.

“Che sciocco,non mi sono presentato. Io sono Hugh,non ti offro la mano perchè è unta peggio di una padella che usano al McDonald’s.

Rebecca scoppiò a ridere di gusto sapendo di aver causato troppo rumore quando sentì la regia zittirla perchè stavano girando.

“Ops….”

Per tutta risposta rise di gusto anche Hugh beccandosi un rimprovero con i fiocchi dallo stesso regista che fermò la ripresa per guardarlo infuriato.

“Scusate,ma questa ragazza è troppo divertente,me la porto via.” E senza nemmeno avere il tempo di replicare,Hugh la prese per mano facendola alzare di scatto per poi trascinarla via dalla sala facendola di nuovo scoppiare a ridere. Ma Rebecca non si era accorta che tra le risate del gruppo generale,una sola persona era rimasto immobile,serio e infastidito.

 

 

***

 

“Quindi sei una sorta di nipotina per Richard?”

Rebecca si era appena infilata un boccone dello sformato di pasta che Hugh gli aveva gentilmente offerto invitandola a pranzo. Prese tempo assoporando fin troppo bene il pasto,non sapeva che risposta dare all’uomo.

Nemmeno lei aveva ancora capito cosa rappresentasse per Richard. La maggior parte delle volte era sicuramente un fastidio e nel restante una bambina che non voleva crescere.

“Mmmm,credo che nipotina si possa avvicinare.”si coprì la bocca cercando di capire perchè Hugh avesse assunto un espressione seria mentre la guardava con il mento appoggiato sulla mano. In quel momento si sentì in imbarazzo perchè il suo sguardo la inchiodava come se fosse sotto processo. Sembrava l’avvocato del diavolo dove non aspettasse altro che lei si dichiarasse colpevole di amare un uomo che la ignorava senza troppo garbo.

“Credo che essere la sua nipotina proprio non ti piaccia.”

“A volte bisogna farsi piacere anche quello che detestiamo.”

Si accorse di aver detto più del dovuto quando Hugh gli mostrò una faccia di pura compassione. Doveva davvero far pena se persino uno sconosciuto gli mostrava quanto fosse sciocco il suo amore. Sembrava davvero che l’unica che ancora non se ne facesse una ragione era lei. Aveva questa convinzione che prima o poi Richard si sarebbe accorto che era lei,l’unica donna della sua vita ma sperava che se ne accorgesse quando fosse ancora capare di procreare e non quando sarebbe diventato un vecchio ancora più scorbutico con il bisogno di una badante.

“L’amore è un arma potente. Può distruggere la solitudine in cui vivi o distruggere la speranza con cui sei sempre vissuto.”

“Oh, questa è davvero bella,di chi è?

“Oh del non famosissimo ma altrettanto ingambissimo poeta dei poveri d’amore Hugh Dancy.”

Rebecca scoppiò di nuovo a ridere quando vide l’attore prendere un fazzoletto e asciugare delle lacrime finte. Quella giornata si stava rilevando più interessante di quanto pensasse. Richard l’aveva praticamente trattata come se non esistesse ma in compenso aveva conosciuto una persona affabile e carina come Hugh.

“Deduco dalle vostre parole,che anche voi avete pene d’amore.”

“Oh mia dolce fanciullina,non si è vivi senza pene d’amore.”

“Si ma sarebbe bello che queste pene ogni tanto finissero.”

 

Hugh prese il portafoglio e pagò la cameriera che gli aveva appena portato il conto. Rebecca notò che portava una catenina con una mezza stella e si chiese cosa significasse quel simbolo. Sapeva dei mezzi cuori ma mai in vita sua aveva visto una mezza stella. Si sentiva titubante nel chiedergli qualcosa e si chiedeva se quell’oggetto era collegato alle pene di cui parlava. Stava per prendere coraggio e fargli la domanda quando vide da lontanto avvicinarsi quello le cui pene non smettevano mai di finire per lei.

“Ragazzi,eccovi qua.” Richard si posizionò dietro Hugh mettendogli le mani sulle spalle sorridendo allegro. Hugh alzò la testa e ricambiò il sorriso mentre Rebecca osservava la scena con il cuore che batteva forte in petto. Sapeva benissimo che il sorriso che aveva Richard era uno dei più falsi che avesse mai visto e sapeva anche, che quando sorrideva in quel modo,qualcosa lo aveva profondamente infastidito.

E ne ebbe la conferma quando la fissò con lo stesso sorriso e capì subito che quell’espressione non prometteva nulla di buono. Si portò il bicchiere alla bocca pensando che l’acqua potesse calmarle i nervi e cercando di capire che cosa avesse fatto per scatenare una simile reazione.

“Avete finite con le riprese?” disse ignaro Hugh non vedendo la guerra che i due si stavano facendo con gli occhi.

“Già,stavo cercando Rebecca per dirle che potevamo andare a casa a pranzare ma noto che avete già fatto.” E la sua voce si abbassò di qualche nota scatenando ancora di più in Rebecca l’allarme di pericolo a cui non sapeva perchè ne stesse prendendo parte.

“Avevi detto che avresti recitato fino a tardi e Hugh è stato così gentile da invitarmi a pranzo.” Gli sorrise facendogli capire che non aveva fatto nulla di male per meritarsi un simile comportamente e soprattutto non capiva il perchè di questo suo interesse in quanto l’aveva trattata come una nullità per tutta la mattina.

“E’ vero,il nostro Hugh è sempre gentile,magari potresti invitare anche me a pranzo la prossima volta.”

“Ma con piacere,anche se di certo non hai lo stesso fascino della tua splendida nipotina.”

“Nipotina?” rispose inclinado la testa verso Hugh.

“Si,nipotina,insomma…come descriveresti il nostro rapporto. Siamo come parenti ma non imparentati.” Rebecca si accorse di aver balbettato mentre cercava di spiegare e soprattutto perchè vedeva che quella situazione stava piano piano scivolandole via di mano. Sapeva che  aveva peggiorato tutto descrivendo Richard come un ipotetico zio e sapeva anche che questa cosa non avrebbe fatto piacere al forte e sconosciuto egocentrismo dell’uomo.

“Bhè,non mi sembra una tragedia così grossa da cui tu ti debba giustificare,Rebby.” Hugh era stato il più dolce possibile quando le rivolse quelle parole e per un attimo Rebecca si sentì come se Hugh potesse mettere pace alla sua anima tormentata. Non sapeva descrivere il modo in cui la faceva sentire. Le parlava da pari,con l’interesse che un uomo prova per una donna. Era tutto quello che sperava che Richar provasse per lei e invece ora quei sentimente glieli stava dimostrando una persona per cui cominciava a provare del serio interesse.

“Hugh,perdonami,ma non sei nelle condizioni di giudicare un rapporto di cui non conosci niente.”

“Richard….”lo ammonì Rebecca sapendo quanto le sue parole fossero state fredde e spietate verso una persona che non aveva fatto nulla di male se non quello di proteggerla ingenuamente senza pensare che la situazione fosse davvero tragica.

“Bene,visto che ti trovi così bene….ti farai accompagnare dal tuo nuovo amico.” E prima di andarsene le rivolse lo sguardo più spietato che gli avesse mai visto. Uno di quelli di cui non ammettevano repliche. Uno di quelli in cui gli diceva che la cosa per lui sarebbe finita lì.

“Richard ma che diavolo ti prende?” gli urlò Hugh ancora incredulo per la scena per poi girarsi verso di lei come per chiederle spiegazioni. Rebecca era ancora inchiodata alla sedia,sentiva le gambe tremare e il petto farsi sempre più pesante. Aveva come la sensasione di essersi di nuovo persa,di aver perso la strada,di non riuscire più a trovare la via di casa.

Per quanto fosse stato perfido e ingiusto,lei aveva paura di perderlo e fu proprio quella paura che la fece alzare dalla sedia e correre dietro di lui senza sentire che Hugh,ora,stava chiamanado anche il suo nome.

 

***

 

“Richard.”

 

Stava correndo come non aveva mai fatto in vita sua.

 

“Richard.”

 

Il fiato diventava sempre più corto per la fatica e soprattutto perchè lo sport non era di certo una delle sue più grandi passione. Ma correndo sapeva che avrebbe raggiunto subito le lunghe gambe di Richard e quando vide la sua schiena a pochi metri da lei,corse ancora pià forte e urlando il suo nome come se fosse l’ultimo che avrebbe mai chiamato nella sua vita.

 

“RICHARD.”

 

E urlando gli si aggrappà alla schiena, respirando affannosamente facendolo poi fermare. Lo strinse così forte come se il suo corpo fosse una medicina che le avrebbe fatto recuperare le forze e curato la paura dell’abbandono che gli aveva fatto provare.

 

Che uomo cattivo che era.

 

Lo odiava.

 

Ma la sua schiena era la cosa più bella a cui si fosse mai appoggiata. Voleva solo lui e sapeva che non avrebbe mai dovuto corrergli dietro perchè non aveva commesso nessuno errore.

Ma non voleva perderlo e si sarebbe anche umiliata pur di stargli accanto. Non era giusto ma non poteva tollerare di vivere con il pensiero che Richard la rifutasse.

 

“Rebecca…” il suo tono era ancora freddo e arrabbiato ma sapeva di aver fatto la scelta giusta quando le mani dell’uomo scesero sulle sue per poi afferrarle e fare in modo che gli si staccasse di dosso e mettersi davanti a lui per guardarlo.

 

“Richard…..io….” iniziò a piangere sapendo di non riuscire a parole a spiegare la frustazione che provava ogni volta che litigavano. Si sentiva addosso una malinconia e una tristezza di cui sapeva che Richard ne poteva essere la cura e soprattutto l’artefice.

 

“Shhh…” fu l’unica cosa che gli disse appoggiando l’indice sulle sue labbra per farla tacere. In quel momento notò una dolcezza nei suoi occhi che mai gli aveva visto prima. Come se in quel momento non vedesse più la piccolo Rebb ma Rebecca. Mosse le labbra per poter dire qualcosa ma Richard la fermò subito circondandole il viso con le sue grandi mani. Sbarrò gli occhi quando vide il suo viso avvicinarsi al suo ma d’istinto li chiuse quando finalmente le loro labbra si sfiorarono.

Rimasero per un secondo immobili,assoporando quel momento che mai pensavano sarebbe successo.

Passarono dei semplici secondi quando la scintilla scoccò e le loro labbra si toccarono e si mangiarono come se mai nella loro vita aspettassero altro.

Le loro lingue presero a danzare un tango appassionato mentre le mani dell’uomo si staccavano dalla sua faccia per poi andare verso la sua schiena per premerla con forza verso di lui. Rebecca per tutta risposta emise dei mugolii di puro piacere aggrappandosi alla sua maglia come se da un momento all’altro potesse svenire dalla gioia. Si baciariono in un tempo di cui non riuscirano a contare nemmeno i secondi.

La loro vita iniziava li ma qualcosa gli mise anche fine. Richard come se si fosse svegliato da un incantesimo si staccò da lei come se si fosse accorto che Rebecca fosse un virus letale. La scansò così fortemente che lei andò a sbattere contro il muro del corridoio dove aveva preso vita la loro passione.

I loro respiri erano ancora affannosi,Richard si portò le mani sul petto,come se quel gesto potesse calmarlo ma in cuor suo sapeva che l’unico rimedio di quel momento,era andare via da li.

Era scappare da lei.

“Perdonami…ti prego…non succederà più…”

Si leccò le labbra come se in quel momento realizzasse che avesse ancora il suo sapore in bocca. Si sentiva un drogato,un alcolizzato,assuefatto da lei.

“Non seguirmi….” Riuscì a dire incamminandosi verso l’uscita e lasciando Rebecca ancora appoggiata al muro dove incredula si toccava le labbra gonfie dal tocco del suo Richard.

 

 

 

Angolo autrice:

 

Faccio schifo,

Schifissimo,

Schifio,

Schifo,schifo,schifo e ancora schifo.

Ho un ritardo di non so quanto tempo ma ….

Non ho scuse abbastanza plausibili da farmi perdonare….quindi,non me le inventerò. xD

 

Spero davvero che questo capitolo mi possa far perdonare e spero che mi continuerete ancora a seguire. Grazie ancora che continuate a commentare e a leggere.

A presto….spero! :D

  
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