Ed
eccoci qui, un pelino in ritardo sulla tabella di marcia, ad aggiornare!
Non voglio
dilungarmi più di tanto, penso che vorrete buttarvi sulla
lettura del capitolo e magari molti di voi hanno saltato questa parte,
ma poco importa. Le note sono un mio piccolo sfizio.
Questo
capitolo è stato uno dei più impegnativi, per la
sottoscritta. Era da tanto tempo che non mi cimentavo in una cosa...
così. Per tutta la settimana ho apportato modifiche,
cercando di non alterare il proposito originario con cui fu scritta la
base, e dopo sei giorni di lacrime posso affermare di sentirmi
soddisfatta. Sì sì.
Io posso solo
sperare che il risultato vi piaccia, e che non vi deluda. Tutto qui.
Un grazie al
piccolo popolo di lettori che sta crescendo, e all'ormai-di-casa Hades_sama e alla benvenuta AvalonGoddess.
Non mi resta
che salutarvi e promettervi un epilogo decente sabato prossimo~
Una parte di lui non si
rassegnava nel battere contro la porta, chiamando a gran voce i nomi di
quegli infami che li avevano chiusi fuori. Shion picchia contro il
vetro, disperato, senza ottenere un risultato concreto. Una parte di
lui non voleva arrendersi, non voleva diventare prigioniero di quello
scherzo di cattivo gusto. Soprattutto, non voleva essere in compagnia
di Dohko.
« Shion,
lascia perdere. » Dohko, invece, si era ormai arreso
all’evidenza di dover passare una notte sul balcone insieme a
lui, relativamente isterico che, se solo avesse potuto, avrebbe preso
la porta a testate, sedendosi tranquillamente sul pavimento.
Già ci aveva avuto a che fare, e non desiderava
particolarmente ripetere l’esperienza.
« No! Mi
rifiuto! Non ho la minima intenzione di dormire qui! » Dohko
osserva placido qualche altro tentativo di abbattere la porta o
convincere i due stronzi
all’interno di aprirla da parte di Shion, prima che questi si
sieda non molto lontano da lui con aria sconfortata, stringendo le
ginocchia al petto.
Dohko gli si fa
più vicino, e stranamente Shion non si ritrae dalla sua
vicinanza. E’ imbarazzato, profondamente, solo a ripensare a
quello che hanno appena fatto – dando anche spettacolo,
magari – e a cercare di capire perché Dohko non
reagisca come invece ha temuto per tutto quel tempo.
Il silenzio, tra di
loro, non era mai stato pesante. Forse, soprattutto perché
non era lasciato intatto a lungo, distrutto dalle lamentazioni o dalle
risate che facevano in compagnia. Anche in quel momento, sembrava
parlare per loro. Racconta una verità già nota da
fin troppo tempo, ma che entrambi ancora rifiutavano di capire.
La brezza notturna
è più calda, o almeno così gli sembra.
Non si vede nessuna stella, nel cielo, tranne quel grande astro che era
la luna, che insieme ai lampioni illuminava i loro volti tesi e
imbarazzati. Si percepiva l’avvento di maggio
nell’aria, insieme al profumo soffocante dei fiori.
Shion si sente un poco
scemo, per essersi lasciato abbindolare così facilmente,
prima di accarezzarsi leggermente le labbra e ripensare a quel bacio
che gli ha tolto il fiato. Dohko era davvero bravo a baciare, anche se
una parte di lui continuava a non capire perché
l’amico l’avesse fatto.
Improvvisamente, la
mano di Dohko accarezza la sua, risale lungo il braccio e sfiora la
guancia.
« Dovremmo
parlare, Shion. » pronuncia con tono serio Dohko, come se
fosse quello che aveva appena detto fosse di vitale importanza.
« Di cosa?
» lo sguardo di Dohko alle sue parole gli appare triste,
quasi malinconico.
«
Perché, quella mattina, sei scappato, tanto per iniziare?
» Shion sussulta, abbassando il proprio sguardo. Si chiude in
un silenzio senza breccia, o possibilità di dialogo. Ha
cercato di evitare quel discorso per parecchio tempo, senza apparenti
risultati. Alla fine, il conto da pagare arrivava sempre, che lui lo
volesse o meno.
«
Perché non è successo niente, Dohko. Niente di
niente. E’ stata… un’allucinazione,
ecco! » esclama, con improvvisa risoluzione. A quelle parole
Dohko strattona bruscamente il suo braccio, costringendolo a guardarlo
in viso.
«
Perché neghi ciò che è successo?
Perché, Shion? » il ragazzo scuote la testa,
abbassando lo sguardo perché non in grado di contrastare
l’espressione sofferente sul volto di Dohko. La voce
dell’amico ha una nota sofferente che non gli è
sfuggita.
«
Perché, anche tu non vorresti la stessa cosa? Fare finta che
non sia successo niente è la via più facile per
entrambi, Dohko. Non è così? » quasi
vorrebbe mordersi la lingua. No, lui non vuole negare. Per nessuna
ragione negherebbe quella notte di malsana passione, ma sa che deve,
per il bene di Dohko. Sa che è quello che vuole lui, e deve
assecondarlo.
« No!
» quella forte opposizione lo spiazza più del
dovuto. L’espressione di Dohko, ora che ha alzato la testa
con fierezza e riesce ad osservarla, è determinata e
addolorata insieme.
«
Perché? Perché fai così, Dohko? Vuoi
umiliarmi pubblicamente? Ti prego, come vecchio amico, non farlo.
Facciamo che non sia mai successa quella notte! »
« Cosa stai
negando, Shion? Quella notte? Perché? » la voce di
Dohko è piccata, sofferente, ma Shion torna ad abbassare lo
sguardo per improvvisa mancanza di coraggio. Si stringe alle ginocchia,
nascondendosi dal mondo, o almeno provandoci. « Rispondimi.
Rispondimi e ti lascerò stare. »
«
…cosa vuoi che ti dica, Dohko? » replica dopo
qualche istante di silenzio, monocorde. « Tu mi piaci. E
anche tanto. Io ho cercato di pensare che avevi ben altri interessi,
che non mi avresti mai guardato in quel modo, che le mie
possibilità erano pari a zero. Sono
semplicemente… scoppiato, quella sera. Non ce la facevo. Non
ho resistito, e ti chiedo scusa se ti ho infastidito. Se ti faccio
schifo, e se non vorrai parlarmi, lo capirò. » si
sente improvvisamente a cuore leggero, dopo quel fiume di parole. Aveva
parlato con sincerità, quasi col cuore in mano. Aveva
finalmente smesso di mentire o reprimersi, e la sensazione era
bellissima.
Tutto si sarebbe
aspettato a quella dichiarazione, Shion, tranne l’essere
attirato tra le braccia di Dohko, stretto in un abbraccio soffocante
senza possibilità di districarsi da esso.
« Dohko,
cosa…? »
« Tu,
davvero, sei sincero? E’ vero? » continua a
stringerlo, Dohko, sempre più forte, il volto contro la sua
spalla. Il suo corpo tremava. A quella constatazione Shion chiude gli
occhi, finalmente arrendendosi.
«
Sì. » conferma, e solo dopo la propria
affermazione Dohko lo rilascia dalla sua morsa. Gli sembra
così felice, mentre alza il volto per stampargli un bacio
sulle labbra e lasciarlo senza parole. Quasi subisce il suo entusiasmo,
inizialmente non capente, perdendosi in quei tocchi casti e pieni di
gioia.
« Dohko,
perché? » lo ferma in un guizzo di
lucidità, osservandolo serio. Il ragazzo sgrana gli occhi,
piegando la testa di lato e osservarlo perplesso.
« Pensavo
fosse palese che tu mi piacessi. Cardia mi sfotte a proposito da mesi.
» è il turno di Shion rimanere sorpreso, tanto che
l’idea di svenire non gli sembra così lontana.
« Cosa?
»
«
E’ vero! » replica il cinese, aggrottando le
sopracciglia. « Ti lancio segnali da chissà
quanto! »
«
Ma… tutte quelle ragazze? Tu, fino ad oggi, mi sbattevi in
faccia la tua eterosessualità ogni sacrosanto giorno!
» Dohko sorride, leggermente colpevole, ma il sorriso
svanisce presto nel vedere l’espressione corrucciata di Shion.
« Non
è colpa mia se il signorino qui presente non coglieva i
segnali, rendendomi perennemente frustrato! E poi, sei
l’unico maschio con qui farei… quello! »
« E
quindi…? »
« Era
così allettante e disponibile, quella sera, che…
mi sono buttato. E tu hai collaborato con molto entusiasmo. »
Shion si imbroncia, facendo tremare le labbra di Dohko leggermente
– probabilmente stava cercando di trattenere una risata
–. Il ragazzo sbuffa, improvvisamente infastidito dal
commento, ma Dohko pare quasi leggergli nel pensiero dato che replica
prontamente. « Shion, devo proprio ricordarti quanto hai
apprezzato? » il tibetano accusa il colpo, arrossendo, e
decidendo di battere in ritirata. Il solo ripensare a quella notte
infiamma le sue guance, anche se più per
l’intensità del sentimento che per la propria
performance. Beh, un po’ anche per quella.
« Mi
è venuto un colpo, quando non ti ho trovato la mattina dopo.
» la voce di Dohko si fa più bassa e tremante, nel
ricordare quei attimi di puro terrore. « Ho avuto paura che
mi fossi sognato tutto o, peggio, che non ti fosse piaciuto. »
« Oh no! Hai
fatto tutto fin troppo bene! » si affretta a rassicurarlo,
salvo poi imbarazzarsi leggermente nel pensare a riguardo di cosa lo
stesse incoraggiando.
« Davvero?
» a quelle parole annuisce, con vaga vergogna, osservando il
volto di Dohko quasi illuminarsi. In fondo, perché doveva
mentirgli? Dohko era stato particolarmente bravo, ogni volta,
dedicandosi a lui con passione e cura per tutta la notte.
Dohko lo abbraccia
nuovamente con trasporto.
« Grazie al
cielo. Pensavo di aver sbagliato tutto. »
« Non hai
sbagliato niente. Semmai, sono io che… » Dohko gli
appoggia una mano sulla bocca, zittendolo.
« Abbiamo
sbagliato entrambi, ok? » sentenzia con vago divertimento.
Shion si sente un imbecille nel ripensare a tutti quei mesi e nel
realizzare che sì, in effetti i segnali
dell’interesse di Dohko erano molteplici, solo che lui era
stato davvero molto cretino catalogandoli come semplice affetto.
« Certo che
potevi essere più esplicito. » replica stizzito.
« Certo che
potevi essere più perspicace. Cova volevi che facessi? Che
ti trascinassi in un bagno per farlo? » Shion maschera un
sorriso e un “magari” con uno sbuffo, passando una
mano tra i capelli di quel novello amore che ora aveva finalmente a
portata di mano. « Sei una pecora testona, Shion,
ammettilo. » il preso in causa gonfia le guance, arrossendo,
per quel nomignolo che Manigoldo gli aveva appioppato quando erano
ragazzini e che Dohko usava con gran divertimento.
« Sono una
pecora di cui tu sei cotto. » controbatte, godendosi il
delizioso rossore che scatena sulle gote di Dohko, e baciandole per
sottolineare il proprio apprezzamento.
« Non lo
nego. » gli risponde il giovane, godendo di quel innocente
contatto. Si sentiva di star diventando dipendente dai baci di Dohko,
era quella l’unica spiegazione che riusciva a trovare in quel
momento, perché continuava a non accontentarsi e a chiederne
sempre di nuovi. Shion non sapeva di che sapore fosse
l’ambrosia, ma sicuramente non poteva essere più
allettante delle labbra che stava vezzeggiando con tanta cura e
devozione, come se fossero un tesoro a sua sola disposizione.
« Potrei
anche abituarmi, sai? » sussurra Dohko, tra un bacio e
l’altro, facendolo immediatamente sorridere.
« Te ne
darò quanti ne vuoi. » replica, tornando ad
esplorare la sua bocca, questa volta molto più in
profondità. Dohko lo lascia fare, diventando succube delle
sue attenzioni con un certo entusiasmo. Questo contatto è
meno casto dei precedenti, e Shion viene presto colto dalla sua
abituale impazienza. Voleva far sciogliere Dohko, intrecciando le loro
lingue, coinvolgendolo in un connubio quasi peccaminoso, ed
è quello che ottiene.
Shion sente le sue
braccia al collo stringerlo, e istintivamente si fa vicino con il
proprio corpo, avvicinandosi sempre di più mentre le loro
lingue sono impegnate a giocare con lussuria e divertimento. Non sa
come ha fatto a vivere fino a quel momento senza quei baci.
Gli occhi verdi di
Dohko gli sembrano acqua, quando si staccano controvoglia per mancanza
di fiato. Shion non sente la fatica, e nemmeno il dolore alla mascella,
stringendo a sé il ragazzo ancora una volta e appoggiando la
propria fronte contro quella del castano, respirando il suo stesso
ossigeno.
« Shion?
» la voce di Dohko gli suona ovattata, tanto che si deve far
forza per donargli l’attenzione che merita.
«
Sì? »
«
Questo… significa che stiamo insieme? » la sua
domanda quasi lo spiazza, facendolo ritrarre un poco con vaga sorpresa.
« Pensavo
fosse… ovvio. » si prende una pausa, battendo
qualche volta gli occhi. « Non mi vuoi? » a quelle
parole, Dohko scuote energicamente la testa in segno di diniego.
« No!
Cioè, sì, ti voglio! Non potrei non volerti?!
…ma porca, perché parlo per negazioni?! Shion,
è tutta colpa tua e dei tuoi baci. » Shion
vorrebbe ridere di quel fiume di parole.
« Mia?
» replica il chiamato in causa, come se fosse colpevole di
reato, ma un sorriso non tarda ad incurvare le sue labbra.
«
Sì, tua. Tu… mi rincretinisci! »
dichiara Dohko, con convinzione, corrucciando scherzosamente le
sopracciglia come se proferisse una sacra verità.
« Tu e… la tua bocca. » quasi termina
con un sussurro, osservando la parte incriminata. Shion si inclina
verso di lui, con un sorrisetto sardonico, facendolo deglutire a fatica.
« Allora,
stiamo insieme. » ripete, con un sorriso un poco
più dolce e rilassato. Dohko accarezza il suo volto,
ricambiandolo.
«
Sì. Sì, è così. »
sorridono quasi in simultanea, tornando a scambiarsi qualche febbrile
bacio. Shion torna a stringersi a quel corpo, desiderandone sempre di
più e quasi soffrendo nel separarsi da esso per mancanza di
fiato. Aveva finalmente ottenuto Dohko nella sua completezza.
«
Sarò sincero, se qualcuno me l’avesse detto una
settimana fa, non ci avrei creduto. » alle sue parole, dette
quasi come un pensiero ad alta voce, Dohko scoppia a ridere
fragorosamente.
« Figurati
io! Pensavo che mi avresti ignorato fino alla fine dei miei giorni.
Un’eterna friendzone! » sentenzia, contagiando
l’altro ragazzo nella sua risata.
« Non essere
crudele. »
« Dico solo
la verità. »
« Dohko!
»
« Che
c’è? » Shion non se la sente di
prendersela con quello che era il suo novello ragazzo. Quasi
iperventilava nel semplice concepire quel pensiero. Lui si era appena
messo insieme a Dohko! Sentiva il forte desiderio di pizzicarsi, per
timore che fosse tutto un sogno, ma stranamente il sorriso di Dohko che
gli era rivolto era una garanzia sufficiente per fargli credere che
quella fosse una realtà.
« Niente.
Sono solo… felice, credo. »
« Credi?
» sbuffa, avvicinandosi nuovamente al volto del ragazzo.
«
E’ che mi confondi, Dohko. » sussurra al suo
orecchio, facendosi improvvisamente tentatore – o sperando di
sembrare uno –. Con calcolata lentezza fa scivolare le
proprie mani sulle spalle dell’altro ragazzo, respirando
contro la conchiglia del suo orecchio, sperando di risultare perlomeno
seducente agli occhi dell’altro ragazzo tanto da spingerlo
nella direzione desiderata.
« Shion, non
faremo sesso sul balcone. » replica subito Dohko, che pareva
aver ben compreso dove volesse andare a parare e non mostrandosi
intaccato dal suo tentativo di seduzione. Shion sbuffa, con stizza.
« Ma dovremmo
festeggiare! »
« E come
pensi di fare? Siamo all’esterno, con nemmeno uno straccio di
spazio morbido e non ho nemmeno un preservativo in tasca. No grazie.
» ovviamente, le motivazioni che gli aveva mosso contro erano
inattaccabili, ma Shion non riesce ad evitare di sbuffare risentito lo
stesso. Non poteva nemmeno festeggiare come voleva!
Dohko scioglie il loro
passionale abbraccio, tornando ad appoggiare la schiena contro il muro
nonostante le occhiatacce di Shion, che dopo qualche borbottio desiste
dalla propria impresa. Il cinese respira a pieni polmoni, osservando
finalmente il luogo dove erano costretti a passare la notte. Un oggetto
in particolare attira ben presto la sua attenzione, tanto da spingerlo
a prenderlo tra le mani.
« Non so se
l’abbiano fatto apposta. » commenta improvvisamente
Dohko, mettendogli tra le mani una bottiglia, che alla scarsa luce
Shion riconosce come birra. La stessa che, più o meno
direttamente, li aveva portati alla loro prima notte di passione.
Non ci vuole molto per
aprirla, e Shion ne prende in fretta un sorso, per poi passarla al suo
compare di sventura.
« Promettimi
una cosa, Dohko. » parla lapidario, con estrema
serietà, dopo qualche istante. Dohko avvicina la bottiglia
alla bocca, fermandosi e dedicandogli una breve occhiata.
« Cosa?
»
« Che la
nostra prossima volta non sarà così ubriaca.
» alla sua affermazione, Dohko ghigna.
« Veramente,
quella sera abbiamo bevuto una birra a testa. Eravamo ancora pienamente
consenzienti, quando tu ti sei praticamente spalmato addosso a me tutto
eccitato. »
« Vorrai dire
che sei stato tu a iniziare. »
« Certo, mi
sarò immaginato come mi hai ficcato la lingua in bocca senza
ritegno, quasi strappandomi la maglietta di dosso. » Shion
accusa il colpo, arrossendo e strappando la bottiglia dalle mani
dell’altro, prendendo un altro sorso della bevanda quasi per
sembrare più intimidatorio.
« Non mi pare
che ti sia dispiaciuto, dato che continuavi a-. »
« Possiamo
gentilmente saltare questa parte? Non mi sento ancora pronto a
commentare la mia prima performance con un uomo. » replica
Dohko. « Soprattutto se questi era il mio migliore amico che
gettava continuamente benzina sul fuoco. » aggiunge con voce
più bassa.
« Eh no! Per
mesi, non ore o giorni, mesi Dohko, mi hai sbattuto in faccia le tue
esperienze con ogni singola troietta che ti sei portato a letto. Quindi
ora te ne stai buono ad ascoltare quanti apprezzamenti faccio su di te.
»
« Sto
iniziando a pensare che quella non sia birra, ma che Cardia
l’abbia scambiata con qualcosa di più forte e la
stesse nascondendo da me e Asmita. » il volto rosso di Shion
però frena le sue risate. Questi si china su di lui,
stringendo le labbra e aggrottando le sopracciglia, sembrandogli un
perfetto montone pronto alla carica. L’atmosfera si fa
più seria, e i due compagni tornano a quel confortevole
silenzio che li ha accompagnati fino a quel momento.
« Promettimi
che la nostra prossima volta sarà perfettamente sobria.
» comanda, quasi.
« Non
c’è nemmeno da chiederlo. » ride.
« La prossima volta voglio godermi per bene il tuo visino
tutto rosso. » Shion lo osserva, nuovamente piccato, tornando
alla sua posizione originaria e attaccandosi alla bottiglia.
« Eh, certo.
Sarebbe bello ricevere un apprezzamento più articolato di
“ooh sììì, Shion,
sììì”. » lo imita
con crudele bravura, facendo affluire l’imbarazzo sulle sue
gote, ridendone divertito. Dohko gli regala una spallata che quasi lo
fa sbilanciare.
« Certo,
sempre più dignitoso di “più forte,
Dohko, più forte”, il tutto condito dal tirarmi i
capelli isterico. » replica pronto, e questa volta Shion
batte in ritirata. Effettivamente, non si erano risparmiati nemmeno un
po’. « Bel lavoro, stiamo insieme da dieci minuti e
già litighiamo. »
« Dicono che
sia salutare in una relazione. Così non ci litigheremmo in
futuro. »
« Veramente,
non è mai stato mio particolare desiderio litigare sul
sesso. » la risatina di Shion, però,
è abbastanza maliziosa e il ragazzo sembra ben poco disposto
ad arrendersi sull’argomento. « Shion! »
« Scusa,
scusa. E’ che sono… felice. »
« E quando
sei felice sfotti? »
« Non
prendertela, qīn'ài.
» Shion prende a guardare un punto indefinito del cielo,
quasi fosse in cerca di qualcosa. « Una parte di me sta
ancora pensando che adesso mi sveglierò nel letto di casa
mia e che mi stia sognando tutto questo. »
« Certo che
ne avresti di fantasia. »
« Non
sottovalutarmi. Una volta ho sognato di aver rimorchiato Albafica.
» si frena troppo tardi, rendendosi conto di aver detto un
po’ troppo, ma ormai l’occhiataccia interrogatoria
di Dohko è lì e sa bene che non avrà
scampo da essa. « Ehi! Ero appena arrivato, ancora non sapevo
che stava insieme a Manigoldo. E poi… è bello,
Dohko. Nessuno è immune a lui. »
Dohko gli sembra quasi
offeso, a quelle parole. « Più bello di me, Shion?
» sussurra, a pochi centimetri dal suo volto. Shion
deglutisce, sentendo improvvisamente la gola secca.
« Non
c’è confronto, Dohko. » replica
debolmente, improvvisamente succube dell’attrazione che
c’era tra di loro.
La tensione tra i loro
corpi si fa di nuovo elettrica, tanto che Shion già si
prepara mentalmente ad un’altra piacevole sessione di
pomiciata, quando improvvisamente Dohko si ritrae facendo svanire tutta
la magia che aveva iniziato ad assaggiare.
La sorpresa
è tanta, per quella negazione, che la sua bocca si apre
leggermente.
« Dohko!
» esclama, piccato, ricevendo in risposta una risatina
fintamente innocente.
«
Sì? » non fa nemmeno in tempo ad argomentare
qualcos’altro, che è Shion ad avventarsi su di
lui. Sulla lingua, Dohko sentiva che effettivamente il sapore di Shion
non era esattamente di birra, ma di un qualcosa infinitamente
più forte – oh, il panico – e che la
pecora ne aveva allegramente bevuto almeno due terzi della bottiglia in
pochi minuti. A quel punto, Dohko iniziava a temere per la propria
integrità e aggrapparsi alla speranza che Shion non tornasse
a rivendicare certi diritti che ora aveva come
“ragazzo”.
Questi,
però, pare accontentarsi di poco, dato che si stacca con il
fiato corto e si rifugia nell’incavo del suo collo respirando
soddisfatto. Dohko gli passa una mano tra i capelli ed accarezzandogli
il collo, ottenendo in risposta quello che sembrava più un
belato che un gemito di approvazione. Quella scoperta decide di
annotarsela, ripromettendosi di rievocarla in momenti più
consoni.
«
Sì, sicuramente la prossima volta dovremmo essere entrambi
completamente sobri. » dice più a se stesso che a
Shion, continuando quasi a cullarlo. Questi mormora qualcosa contro la
sua spalla, ma non doveva essere particolarmente importante, dato che
non la ripete.
Se qualcuno gli avesse
detto che avrebbe vissuto una simile situazione, Dohko gli sarebbe
scoppiato a ridere in faccia senza ritegno. Invece adesso, con Shion un
po’ ubriaco tra le mani, al quale ha finalmente confessato i
suoi sentimenti e li ha scoperti ricambiati, si sentiva finalmente
realizzato.
Tutti i tasselli della
sua vita sembravano finalmente al loro posto, e non importava se fosse
troppo giovane per affermare simile cosa.
Con i minuti, Shion
pare addormentarsi sulla sua spalla. Dohko corruccia le sopracciglia,
sentendosi quasi abbandonato, ma lo lascia riposare.
«
Però, dovrò ringraziare quei due stronzi.
» sussurra, pensando che i suoi coinquilini gli avevano fatto
guadagnare finalmente il ragazzo che desiderava, ma sicuramente anche
un bel raffreddore. Beh, poco importava in fondo. Poteva sempre contare
su quella delizia di Shion come infermiera, con tutti i risvolti che le
sue parole potevano intendere.
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