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Autore: Ofeliet    28/11/2015    2 recensioni
Essere una matricola che vive con il proprio cugino non è facile. Soprattutto quando sei omosessuale, sei circondato da una compagnia leggermente fuori dagli schemi e sei innamorato di quello che è probabilmente il tuo migliore amico.
Shion lo sa bene, cosa significa, perché quel genere di vita la sta già assaggiando.
Eppure dai, si vive lo stesso. Soprattutto quando ti risvegli in un letto e ricordi perfettamente tutto quello che è successo.
{ AU | DohkoShion | ManigoldoAlbafica | Cardia -> DegelSeraphina | short!long }
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Aries Shion, Libra Dohko, Personaggi Lost Canvas
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci qui, un pelino in ritardo sulla tabella di marcia, ad aggiornare!

Non voglio dilungarmi più di tanto, penso che vorrete buttarvi sulla lettura del capitolo e magari molti di voi hanno saltato questa parte, ma poco importa. Le note sono un mio piccolo sfizio.
Questo capitolo è stato uno dei più impegnativi, per la sottoscritta. Era da tanto tempo che non mi cimentavo in una cosa... così. Per tutta la settimana ho apportato modifiche, cercando di non alterare il proposito originario con cui fu scritta la base, e dopo sei giorni di lacrime posso affermare di sentirmi soddisfatta. Sì sì.
Io posso solo sperare che il risultato vi piaccia, e che non vi deluda. Tutto qui.

Un grazie al piccolo popolo di lettori che sta crescendo, e all'ormai-di-casa Hades_sama e alla benvenuta AvalonGoddess.
Non mi resta che salutarvi e promettervi un epilogo decente sabato prossimo~





Una parte di lui non si rassegnava nel battere contro la porta, chiamando a gran voce i nomi di quegli infami che li avevano chiusi fuori. Shion picchia contro il vetro, disperato, senza ottenere un risultato concreto. Una parte di lui non voleva arrendersi, non voleva diventare prigioniero di quello scherzo di cattivo gusto. Soprattutto, non voleva essere in compagnia di Dohko.
« Shion, lascia perdere. » Dohko, invece, si era ormai arreso all’evidenza di dover passare una notte sul balcone insieme a lui, relativamente isterico che, se solo avesse potuto, avrebbe preso la porta a testate, sedendosi tranquillamente sul pavimento. Già ci aveva avuto a che fare, e non desiderava particolarmente ripetere l’esperienza.
« No! Mi rifiuto! Non ho la minima intenzione di dormire qui! » Dohko osserva placido qualche altro tentativo di abbattere la porta o convincere i due stronzi all’interno di aprirla da parte di Shion, prima che questi si sieda non molto lontano da lui con aria sconfortata, stringendo le ginocchia al petto.
Dohko gli si fa più vicino, e stranamente Shion non si ritrae dalla sua vicinanza. E’ imbarazzato, profondamente, solo a ripensare a quello che hanno appena fatto – dando anche spettacolo, magari – e a cercare di capire perché Dohko non reagisca come invece ha temuto per tutto quel tempo.
Il silenzio, tra di loro, non era mai stato pesante. Forse, soprattutto perché non era lasciato intatto a lungo, distrutto dalle lamentazioni o dalle risate che facevano in compagnia. Anche in quel momento, sembrava parlare per loro. Racconta una verità già nota da fin troppo tempo, ma che entrambi ancora rifiutavano di capire.
La brezza notturna è più calda, o almeno così gli sembra. Non si vede nessuna stella, nel cielo, tranne quel grande astro che era la luna, che insieme ai lampioni illuminava i loro volti tesi e imbarazzati. Si percepiva l’avvento di maggio nell’aria, insieme al profumo soffocante dei fiori.
Shion si sente un poco scemo, per essersi lasciato abbindolare così facilmente, prima di accarezzarsi leggermente le labbra e ripensare a quel bacio che gli ha tolto il fiato. Dohko era davvero bravo a baciare, anche se una parte di lui continuava a non capire perché l’amico l’avesse fatto.
Improvvisamente, la mano di Dohko accarezza la sua, risale lungo il braccio e sfiora la guancia.
« Dovremmo parlare, Shion. » pronuncia con tono serio Dohko, come se fosse quello che aveva appena detto fosse di vitale importanza.
« Di cosa? » lo sguardo di Dohko alle sue parole gli appare triste, quasi malinconico.
« Perché, quella mattina, sei scappato, tanto per iniziare? » Shion sussulta, abbassando il proprio sguardo. Si chiude in un silenzio senza breccia, o possibilità di dialogo. Ha cercato di evitare quel discorso per parecchio tempo, senza apparenti risultati. Alla fine, il conto da pagare arrivava sempre, che lui lo volesse o meno.
« Perché non è successo niente, Dohko. Niente di niente. E’ stata… un’allucinazione, ecco! » esclama, con improvvisa risoluzione. A quelle parole Dohko strattona bruscamente il suo braccio, costringendolo a guardarlo in viso.
« Perché neghi ciò che è successo? Perché, Shion? » il ragazzo scuote la testa, abbassando lo sguardo perché non in grado di contrastare l’espressione sofferente sul volto di Dohko. La voce dell’amico ha una nota sofferente che non gli è sfuggita.
« Perché, anche tu non vorresti la stessa cosa? Fare finta che non sia successo niente è la via più facile per entrambi, Dohko. Non è così? » quasi vorrebbe mordersi la lingua. No, lui non vuole negare. Per nessuna ragione negherebbe quella notte di malsana passione, ma sa che deve, per il bene di Dohko. Sa che è quello che vuole lui, e deve assecondarlo.
« No! » quella forte opposizione lo spiazza più del dovuto. L’espressione di Dohko, ora che ha alzato la testa con fierezza e riesce ad osservarla, è determinata e addolorata insieme.
« Perché? Perché fai così, Dohko? Vuoi umiliarmi pubblicamente? Ti prego, come vecchio amico, non farlo. Facciamo che non sia mai successa quella notte! »
« Cosa stai negando, Shion? Quella notte? Perché? » la voce di Dohko è piccata, sofferente, ma Shion torna ad abbassare lo sguardo per improvvisa mancanza di coraggio. Si stringe alle ginocchia, nascondendosi dal mondo, o almeno provandoci. « Rispondimi. Rispondimi e ti lascerò stare. »
« …cosa vuoi che ti dica, Dohko? » replica dopo qualche istante di silenzio, monocorde. « Tu mi piaci. E anche tanto. Io ho cercato di pensare che avevi ben altri interessi, che non mi avresti mai guardato in quel modo, che le mie possibilità erano pari a zero. Sono semplicemente… scoppiato, quella sera. Non ce la facevo. Non ho resistito, e ti chiedo scusa se ti ho infastidito. Se ti faccio schifo, e se non vorrai parlarmi, lo capirò. » si sente improvvisamente a cuore leggero, dopo quel fiume di parole. Aveva parlato con sincerità, quasi col cuore in mano. Aveva finalmente smesso di mentire o reprimersi, e la sensazione era bellissima.
Tutto si sarebbe aspettato a quella dichiarazione, Shion, tranne l’essere attirato tra le braccia di Dohko, stretto in un abbraccio soffocante senza possibilità di districarsi da esso.
« Dohko, cosa…? »
« Tu, davvero, sei sincero? E’ vero? » continua a stringerlo, Dohko, sempre più forte, il volto contro la sua spalla. Il suo corpo tremava. A quella constatazione Shion chiude gli occhi, finalmente arrendendosi.
« Sì. » conferma, e solo dopo la propria affermazione Dohko lo rilascia dalla sua morsa. Gli sembra così felice, mentre alza il volto per stampargli un bacio sulle labbra e lasciarlo senza parole. Quasi subisce il suo entusiasmo, inizialmente non capente, perdendosi in quei tocchi casti e pieni di gioia.
« Dohko, perché? » lo ferma in un guizzo di lucidità, osservandolo serio. Il ragazzo sgrana gli occhi, piegando la testa di lato e osservarlo perplesso.
« Pensavo fosse palese che tu mi piacessi. Cardia mi sfotte a proposito da mesi. » è il turno di Shion rimanere sorpreso, tanto che l’idea di svenire non gli sembra così lontana.
« Cosa? »
« E’ vero! » replica il cinese, aggrottando le sopracciglia. « Ti lancio segnali da chissà quanto! »
« Ma… tutte quelle ragazze? Tu, fino ad oggi, mi sbattevi in faccia la tua eterosessualità ogni sacrosanto giorno! » Dohko sorride, leggermente colpevole, ma il sorriso svanisce presto nel vedere l’espressione corrucciata di Shion.
« Non è colpa mia se il signorino qui presente non coglieva i segnali, rendendomi perennemente frustrato! E poi, sei l’unico maschio con qui farei… quello! »
« E quindi…? »
« Era così allettante e disponibile, quella sera, che… mi sono buttato. E tu hai collaborato con molto entusiasmo. » Shion si imbroncia, facendo tremare le labbra di Dohko leggermente – probabilmente stava cercando di trattenere una risata –. Il ragazzo sbuffa, improvvisamente infastidito dal commento, ma Dohko pare quasi leggergli nel pensiero dato che replica prontamente. « Shion, devo proprio ricordarti quanto hai apprezzato? » il tibetano accusa il colpo, arrossendo, e decidendo di battere in ritirata. Il solo ripensare a quella notte infiamma le sue guance, anche se più per l’intensità del sentimento che per la propria performance. Beh, un po’ anche per quella.
« Mi è venuto un colpo, quando non ti ho trovato la mattina dopo. » la voce di Dohko si fa più bassa e tremante, nel ricordare quei attimi di puro terrore. « Ho avuto paura che mi fossi sognato tutto o, peggio, che non ti fosse piaciuto. »
« Oh no! Hai fatto tutto fin troppo bene! » si affretta a rassicurarlo, salvo poi imbarazzarsi leggermente nel pensare a riguardo di cosa lo stesse incoraggiando.
« Davvero? » a quelle parole annuisce, con vaga vergogna, osservando il volto di Dohko quasi illuminarsi. In fondo, perché doveva mentirgli? Dohko era stato particolarmente bravo, ogni volta, dedicandosi a lui con passione e cura per tutta la notte.
Dohko lo abbraccia nuovamente con trasporto.
« Grazie al cielo. Pensavo di aver sbagliato tutto. »
« Non hai sbagliato niente. Semmai, sono io che… » Dohko gli appoggia una mano sulla bocca, zittendolo.
« Abbiamo sbagliato entrambi, ok? » sentenzia con vago divertimento. Shion si sente un imbecille nel ripensare a tutti quei mesi e nel realizzare che sì, in effetti i segnali dell’interesse di Dohko erano molteplici, solo che lui era stato davvero molto cretino catalogandoli come semplice affetto.
« Certo che potevi essere più esplicito. » replica stizzito.
« Certo che potevi essere più perspicace. Cova volevi che facessi? Che ti trascinassi in un bagno per farlo? » Shion maschera un sorriso e un “magari” con uno sbuffo, passando una mano tra i capelli di quel novello amore che ora aveva finalmente a portata di mano.  « Sei una pecora testona, Shion, ammettilo. » il preso in causa gonfia le guance, arrossendo, per quel nomignolo che Manigoldo gli aveva appioppato quando erano ragazzini e che Dohko usava con gran divertimento.
« Sono una pecora di cui tu sei cotto. » controbatte, godendosi il delizioso rossore che scatena sulle gote di Dohko, e baciandole per sottolineare il proprio apprezzamento.
« Non lo nego. » gli risponde il giovane, godendo di quel innocente contatto. Si sentiva di star diventando dipendente dai baci di Dohko, era quella l’unica spiegazione che riusciva a trovare in quel momento, perché continuava a non accontentarsi e a chiederne sempre di nuovi. Shion non sapeva di che sapore fosse l’ambrosia, ma sicuramente non poteva essere più allettante delle labbra che stava vezzeggiando con tanta cura e devozione, come se fossero un tesoro a sua sola disposizione.
« Potrei anche abituarmi, sai? » sussurra Dohko, tra un bacio e l’altro, facendolo immediatamente sorridere.
« Te ne darò quanti ne vuoi. » replica, tornando ad esplorare la sua bocca, questa volta molto più in profondità. Dohko lo lascia fare, diventando succube delle sue attenzioni con un certo entusiasmo. Questo contatto è meno casto dei precedenti, e Shion viene presto colto dalla sua abituale impazienza. Voleva far sciogliere Dohko, intrecciando le loro lingue, coinvolgendolo in un connubio quasi peccaminoso, ed è quello che ottiene.
Shion sente le sue braccia al collo stringerlo, e istintivamente si fa vicino con il proprio corpo, avvicinandosi sempre di più mentre le loro lingue sono impegnate a giocare con lussuria e divertimento. Non sa come ha fatto a vivere fino a quel momento senza quei baci.
Gli occhi verdi di Dohko gli sembrano acqua, quando si staccano controvoglia per mancanza di fiato. Shion non sente la fatica, e nemmeno il dolore alla mascella, stringendo a sé il ragazzo ancora una volta e appoggiando la propria fronte contro quella del castano, respirando il suo stesso ossigeno.
« Shion? » la voce di Dohko gli suona ovattata, tanto che si deve far forza per donargli l’attenzione che merita.
« Sì? »
« Questo… significa che stiamo insieme? » la sua domanda quasi lo spiazza, facendolo ritrarre un poco con vaga sorpresa.
« Pensavo fosse… ovvio. » si prende una pausa, battendo qualche volta gli occhi. « Non mi vuoi? » a quelle parole, Dohko scuote energicamente la testa in segno di diniego.
« No! Cioè, sì, ti voglio! Non potrei non volerti?! …ma porca, perché parlo per negazioni?! Shion, è tutta colpa tua e dei tuoi baci. » Shion vorrebbe ridere di quel fiume di parole.
« Mia? » replica il chiamato in causa, come se fosse colpevole di reato, ma un sorriso non tarda ad incurvare le sue labbra.
« Sì, tua. Tu… mi rincretinisci! » dichiara Dohko, con convinzione, corrucciando scherzosamente le sopracciglia come se proferisse una sacra verità. « Tu e… la tua bocca. » quasi termina con un sussurro, osservando la parte incriminata. Shion si inclina verso di lui, con un sorrisetto sardonico, facendolo deglutire a fatica.
« Allora, stiamo insieme. » ripete, con un sorriso un poco più dolce e rilassato. Dohko accarezza il suo volto, ricambiandolo.
« Sì. Sì, è così. » sorridono quasi in simultanea, tornando a scambiarsi qualche febbrile bacio. Shion torna a stringersi a quel corpo, desiderandone sempre di più e quasi soffrendo nel separarsi da esso per mancanza di fiato. Aveva finalmente ottenuto Dohko nella sua completezza.
« Sarò sincero, se qualcuno me l’avesse detto una settimana fa, non ci avrei creduto. » alle sue parole, dette quasi come un pensiero ad alta voce, Dohko scoppia a ridere fragorosamente.
« Figurati io! Pensavo che mi avresti ignorato fino alla fine dei miei giorni. Un’eterna friendzone! » sentenzia, contagiando l’altro ragazzo nella sua risata.
« Non essere crudele. »
« Dico solo la verità. »
« Dohko! »
« Che c’è? » Shion non se la sente di prendersela con quello che era il suo novello ragazzo. Quasi iperventilava nel semplice concepire quel pensiero. Lui si era appena messo insieme a Dohko! Sentiva il forte desiderio di pizzicarsi, per timore che fosse tutto un sogno, ma stranamente il sorriso di Dohko che gli era rivolto era una garanzia sufficiente per fargli credere che quella fosse una realtà.
« Niente. Sono solo… felice, credo. »
« Credi? » sbuffa, avvicinandosi nuovamente al volto del ragazzo.
« E’ che mi confondi, Dohko. » sussurra al suo orecchio, facendosi improvvisamente tentatore – o sperando di sembrare uno –. Con calcolata lentezza fa scivolare le proprie mani sulle spalle dell’altro ragazzo, respirando contro la conchiglia del suo orecchio, sperando di risultare perlomeno seducente agli occhi dell’altro ragazzo tanto da spingerlo nella direzione desiderata.
« Shion, non faremo sesso sul balcone. » replica subito Dohko, che pareva aver ben compreso dove volesse andare a parare e non mostrandosi intaccato dal suo tentativo di seduzione. Shion sbuffa, con stizza.
« Ma dovremmo festeggiare! »
« E come pensi di fare? Siamo all’esterno, con nemmeno uno straccio di spazio morbido e non ho nemmeno un preservativo in tasca. No grazie. » ovviamente, le motivazioni che gli aveva mosso contro erano inattaccabili, ma Shion non riesce ad evitare di sbuffare risentito lo stesso. Non poteva nemmeno festeggiare come voleva!
Dohko scioglie il loro passionale abbraccio, tornando ad appoggiare la schiena contro il muro nonostante le occhiatacce di Shion, che dopo qualche borbottio desiste dalla propria impresa. Il cinese respira a pieni polmoni, osservando finalmente il luogo dove erano costretti a passare la notte. Un oggetto in particolare attira ben presto la sua attenzione, tanto da spingerlo a prenderlo tra le mani.
« Non so se l’abbiano fatto apposta. » commenta improvvisamente Dohko, mettendogli tra le mani una bottiglia, che alla scarsa luce Shion riconosce come birra. La stessa che, più o meno direttamente, li aveva portati alla loro prima notte di passione.
Non ci vuole molto per aprirla, e Shion ne prende in fretta un sorso, per poi passarla al suo compare di sventura.
« Promettimi una cosa, Dohko. » parla lapidario, con estrema serietà, dopo qualche istante. Dohko avvicina la bottiglia alla bocca, fermandosi e dedicandogli una breve occhiata.
« Cosa? »
« Che la nostra prossima volta non sarà così ubriaca. » alla sua affermazione, Dohko ghigna.
« Veramente, quella sera abbiamo bevuto una birra a testa. Eravamo ancora pienamente consenzienti, quando tu ti sei praticamente spalmato addosso a me tutto eccitato. »
« Vorrai dire che sei stato tu a iniziare. »
« Certo, mi sarò immaginato come mi hai ficcato la lingua in bocca senza ritegno, quasi strappandomi la maglietta di dosso. » Shion accusa il colpo, arrossendo e strappando la bottiglia dalle mani dell’altro, prendendo un altro sorso della bevanda quasi per sembrare più intimidatorio.
« Non mi pare che ti sia dispiaciuto, dato che continuavi a-. »
« Possiamo gentilmente saltare questa parte? Non mi sento ancora pronto a commentare la mia prima performance con un uomo. » replica Dohko. « Soprattutto se questi era il mio migliore amico che gettava continuamente benzina sul fuoco. » aggiunge con voce più bassa.
« Eh no! Per mesi, non ore o giorni, mesi Dohko, mi hai sbattuto in faccia le tue esperienze con ogni singola troietta che ti sei portato a letto. Quindi ora te ne stai buono ad ascoltare quanti apprezzamenti faccio su di te. »
« Sto iniziando a pensare che quella non sia birra, ma che Cardia l’abbia scambiata con qualcosa di più forte e la stesse nascondendo da me e Asmita. » il volto rosso di Shion però frena le sue risate. Questi si china su di lui, stringendo le labbra e aggrottando le sopracciglia, sembrandogli un perfetto montone pronto alla carica. L’atmosfera si fa più seria, e i due compagni tornano a quel confortevole silenzio che li ha accompagnati fino a quel momento.
« Promettimi che la nostra prossima volta sarà perfettamente sobria. » comanda, quasi.
« Non c’è nemmeno da chiederlo. » ride. « La prossima volta voglio godermi per bene il tuo visino tutto rosso. » Shion lo osserva, nuovamente piccato, tornando alla sua posizione originaria e attaccandosi alla bottiglia.
« Eh, certo. Sarebbe bello ricevere un apprezzamento più articolato di “ooh sììì, Shion, sììì”. » lo imita con crudele bravura, facendo affluire l’imbarazzo sulle sue gote, ridendone divertito. Dohko gli regala una spallata che quasi lo fa sbilanciare.
« Certo, sempre più dignitoso di “più forte, Dohko, più forte”, il tutto condito dal tirarmi i capelli isterico. » replica pronto, e questa volta Shion batte in ritirata. Effettivamente, non si erano risparmiati nemmeno un po’. « Bel lavoro, stiamo insieme da dieci minuti e già litighiamo. »
« Dicono che sia salutare in una relazione. Così non ci litigheremmo in futuro. »
« Veramente, non è mai stato mio particolare desiderio litigare sul sesso. »  la risatina di Shion, però, è abbastanza maliziosa e il ragazzo sembra ben poco disposto ad arrendersi sull’argomento. « Shion! »
« Scusa, scusa. E’ che sono… felice. »
« E quando sei felice sfotti? »
« Non prendertela, qīn'ài. » Shion prende a guardare un punto indefinito del cielo, quasi fosse in cerca di qualcosa. « Una parte di me sta ancora pensando che adesso mi sveglierò nel letto di casa mia e che mi stia sognando tutto questo. »
« Certo che ne avresti di fantasia. »
« Non sottovalutarmi. Una volta ho sognato di aver rimorchiato Albafica. » si frena troppo tardi, rendendosi conto di aver detto un po’ troppo, ma ormai l’occhiataccia interrogatoria di Dohko è lì e sa bene che non avrà scampo da essa. « Ehi! Ero appena arrivato, ancora non sapevo che stava insieme a Manigoldo. E poi… è bello, Dohko. Nessuno è immune a lui. »
Dohko gli sembra quasi offeso, a quelle parole. « Più bello di me, Shion? » sussurra, a pochi centimetri dal suo volto. Shion deglutisce, sentendo improvvisamente la gola secca.
« Non c’è confronto, Dohko. » replica debolmente, improvvisamente succube dell’attrazione che c’era tra di loro.
La tensione tra i loro corpi si fa di nuovo elettrica, tanto che Shion già si prepara mentalmente ad un’altra piacevole sessione di pomiciata, quando improvvisamente Dohko si ritrae facendo svanire tutta la magia che aveva iniziato ad assaggiare.
La sorpresa è tanta, per quella negazione, che la sua bocca si apre leggermente.
« Dohko! » esclama, piccato, ricevendo in risposta una risatina fintamente innocente.
« Sì? » non fa nemmeno in tempo ad argomentare qualcos’altro, che è Shion ad avventarsi su di lui. Sulla lingua, Dohko sentiva che effettivamente il sapore di Shion non era esattamente di birra, ma di un qualcosa infinitamente più forte – oh, il panico – e che la pecora ne aveva allegramente bevuto almeno due terzi della bottiglia in pochi minuti. A quel punto, Dohko iniziava a temere per la propria integrità e aggrapparsi alla speranza che Shion non tornasse a rivendicare certi diritti che ora aveva come “ragazzo”.
Questi, però, pare accontentarsi di poco, dato che si stacca con il fiato corto e si rifugia nell’incavo del suo collo respirando soddisfatto. Dohko gli passa una mano tra i capelli ed accarezzandogli il collo, ottenendo in risposta quello che sembrava più un belato che un gemito di approvazione. Quella scoperta decide di annotarsela, ripromettendosi di rievocarla in momenti più consoni.
« Sì, sicuramente la prossima volta dovremmo essere entrambi completamente sobri. » dice più a se stesso che a Shion, continuando quasi a cullarlo. Questi mormora qualcosa contro la sua spalla, ma non doveva essere particolarmente importante, dato che non la ripete.
Se qualcuno gli avesse detto che avrebbe vissuto una simile situazione, Dohko gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia senza ritegno. Invece adesso, con Shion un po’ ubriaco tra le mani, al quale ha finalmente confessato i suoi sentimenti e li ha scoperti ricambiati, si sentiva finalmente realizzato.
Tutti i tasselli della sua vita sembravano finalmente al loro posto, e non importava se fosse troppo giovane per affermare simile cosa.
Con i minuti, Shion pare addormentarsi sulla sua spalla. Dohko corruccia le sopracciglia, sentendosi quasi abbandonato, ma lo lascia riposare.
« Però, dovrò ringraziare quei due stronzi. » sussurra, pensando che i suoi coinquilini gli avevano fatto guadagnare finalmente il ragazzo che desiderava, ma sicuramente anche un bel raffreddore. Beh, poco importava in fondo. Poteva sempre contare su quella delizia di Shion come infermiera, con tutti i risvolti che le sue parole potevano intendere.


   
 
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