daryl's cookies capitolo 3
Daryl's cookies
- Capitolo 3
Daryl raggiunse dolcemente lo stato di veglia, come se fosse
cullato alla deriva sulle onde dell'oceano. Era una sensazione
stranissima dal momento che quasi tutte le mattine da un po di tempo a
questa
parte iniziavano con un sobbalzo per loro, l'urgenza di
controllare che non ci fosse nessun pericolo ad attenderli era
superiore persino a quello di
doversi trascinare in bagno per la pisciata mattutina. La luce del
sole filtrava tenue attraverso una piccola tenda
di pizzo illuminando la stanza, facendone risplendere l'interno in
piccoli sprazzi
di luce che erano piacevoli piuttosto che fastidiosi. Sapeva ancora
prima
di aprire gli occhi che Carol se n'era già andata e ne fu
rattristato per un lungo momento fino a quando non sentì il
leggero brusio di alcune voci che provenivano dal piano di sotto. Lei
aveva lasciato la porta aperta, probabilmente in modo da fargli intuire
dov'era andata senza che dovesse per questo saltare fuori dal letto e
il conforto che gli diede questo piccolo gesto di premura lo
toccò
profondamente come tutte le cose che Carol faceva per lui.
Si allungò, stiracchiando i suoi muscoli e inarcandosi nel letto
sullo sfondo di quella che sembrava una di quelle colazioni da sit-com
in corso al piano di sotto. Oltre al mormorio della voce di Carol
e quella che sospettava che fosse la voce di Sam, la casa era
tranquilla. A lui sembrava deserta, e Daryl scoprì che quel
senso di solitudine gli piaceva, che quella casa appartenesse solo a
lui e a Carol e nessun altro. Che quello che succedeva tra le mura di
quella casa apparteneva solo a loro. La
loro famiglia, i loro ricordi. Era una situazione poco familiare, una
che probabilmente non avrebbe mai creduto possibile un anno fa ma che
adesso non sembrava spaventosa nemmeno la metà di quello che
aveva pensato. Rotolò su un fianco, strofinando il viso sul
cuscino di Carol, limitandosi ad ascoltare.
La sua voce saliva e scendeva, a volte sentiva il ragazzo ridere, come
se fosse sorpreso del fatto che sapesse come fare. Poteva vedere Carol
sorridergli di rimando nella sua mente e quel pensiero lo fece
sorridere a sua volta con la testa sempre nascosta nel suo cuscino,
l'innocenza di quel momento fu liberatoria in qualche modo.
Poco dopo la sentì salire le scale, piccoli passi veloci come se
fosse ansiosa che lui si unisse a loro. Daryl si tuffò sul suo
cuscino, fingendo subito di essere ancora addormentato e senza
nemmeno sapere il perché, sapeva solo che la sua mattina era
iniziata come
nessun altra di cui ancora conservava il ricordo e sentiva nell'aria
un'atmosfera di
giocosità nella quale decise di buttarsi a capofitto senza
pensarci due
volte.
Carol sembrò fare una breve pausa prima di entrare dentro la
stanza e Daryl si ritrovò a dubitare di quello che aveva
pensato. Fu solo quando sentì l'aria fresca colpirgli la schiena
nuda che pensò che forse questa non era poi una così
buona idea, ma prima che potesse fare qualcosa per farle capire che in
realtà era sveglio, Carol esitò a trovare un piccolo
spazio sul letto accanto a lui, il suo tocco gentile tracciò le
linee frastagliate delle cicatrici per cui aveva passato una vita a
tenerle nascoste. Non indugiò nemmeno un momento, non voleva
farlo sentire a
disagio ma bensì amato e lui sentì scomparire un po
del
dolore del suo passato. Iniziò a giocare con le sue dita sulla
pelle delicata sopra le sue costole, solleticandolo per svegliarlo e
successivamente si rannicchiò contro la sua schiena, il suo
respiro caldo lo colpì tra le scapole mentre lo abbracciava
stretto.
''Abbiamo un ospite a colazione''. Le sue labbra si mossero contro la
sua pelle provocandogli i brividi. Rotolò leggermente sul
fianco, quel tanto che bastava per permetterle di sdraiarsi accanto a
lui nella sua parte di letto e lei gli sorrise, con un'espressione di
trasognata indulgenza che non aveva mai visto prima in lei.
''Buongiorno, Bella Addormentata''.
Lui arrossì per quel suo prendersi gioco di lui, proprio mentre
lei si trascinò un po più vicina per baciarlo sulla
punta del naso. Lui le prese la mano, concentrato sul piacere
sensoriale che gli provocava il fatto di intrecciare le dita con le sue
e non riuscì a
fermare quella bolla di felicità che si gonfiava dentro il suo
petto. Nulla avrebbe potuto farlo, nemmeno i peggiori ricordi della sua
vita. Per averne la dimostrazione, decise di correre il rischio,
qualcosa che rasentava l'euforia cresceva dentro di lui quando lei
dimostrò ancora una volta quanto fossero in sintonia e
quanto sapesse stare al suo gioco continuando a sorridergli, non
importava quanto lui potesse mettere alla prova la loro
connessione.
''Le cicatrici sono ancora lì?'', si voltò per guardare
sopra la sua spalla, indicando con lo sguardo la sua schiena martoriata, ancora in fiamme a causa del suo precedente tocco
amorevole.
''Sono felice che siano ancora al loro posto'', gli rivelò con
sicurezza, abbassandosi sopra di lui per posare dolcemente le labbra
contro le sue. ''Se non fosse stato così avrei iniziato a
domandarmi che razza di uomo strano era finito nel mio letto''.
Lui sbuffò fuori una risatina, il rumore di un compulsivo
rilascio di felicità e poi la inchiodò al letto,
spostandosi in modo da ricoprire parzialmente il corpo di Carol con il suo mentre la
stringeva domandole un bacio più approfondito. Era diventato
dipendente dal suo sapore, dalla sua sincerità tutte quelle volte che
decideva di condividere qualcosa di se stessa con lui e Daryl era sull'orlo di farsi
esplodere la testa nel cercare di affrontare tutto quello che ancora avevano da
esplorare.
''Si?''. La sua voce era ancora impastata dal sonno e uscì fuori
come una specie di lamento roco. A Daryl non passò inosservato
il modo in cui lei inizio a strusciarsi contro il suo corpo e
la reazione che questo le provocava. ''Suona quasi come una sfida.
Forse dovrei trasferirmi qui per fare in modo
che non ci sia più spazio per
nessun altro nel tuo letto''.
Era un po stordito con se stesso per il modo in cui avanzava certi
pensieri, senza nemmeno sapere con certezza se fosse serio o se la
stesse semplicemente prendendo in giro, ma quando Carol sorrise e
guardò verso di lui come se le avesse appena consegnato il
sole e l'arcobaleno, si rilassò.
''Non ha senso usare due stanze diverse se non ne abbiamo bisogno''. I
suoi occhi brillavano di quella gioia a cui lui si stava lentamente
abituando, quella che stava filtrando attraverso la barriera
protettiva che aveva
costruito intorno al suo cuore e lo spingeva a recuperare il tempo
perso.
''Meglio affrettarsi allora. Ho visto il modo in cui ti guarda quel tipo robusto''
Lei mise il broncio e diavolo se questo non lo fece sciogliere in un
pozza di inutilità. Lo fece solamente eccitare ancora di
più.
''Quale tipo? Non so di cosa stai parlando''. Il suo ghigno sfacciato
gli disse che sapeva esattamente di cosa stava parlando, ma era felice
di tirare la corda e vedere quanto lontano si sarebbe spinto prima di
mollare. Era ovvio che lei sapeva a chi si riferiva; Era stata proprio
lei a raccontargli del fatto che Tobin si fosse offerto di insegnarle a
sparare, concludendo il racconto con una risatina felice che lo aveva
messo in guardia sul fatto che se aveva intenzione di fare la sua mossa, il tempo
stava per scadere.
''Mhmh.. si che lo sai''. La baciò per farla tacere, già
sentendo nella sua mente la lunga presa in giro che non avrebbe fatto
altro
che fargli aumentare ulteriormente la pressione sanguigna per poi
spingerlo verso l'insicurezza. In questo momento era sicuro di
sapere come si sentiva lei nei suoi confronti. Non aveva voglia di
sentir parlare
di un altro uomo, anche se era solo un flebile tentativo di farlo
ingelosire.
Aveva fatto la sua scelta e adesso era qui con lei per tutti i giorni a
venire. Aveva intenzione di essere presente per lei, di stare con lei,
per il resto della sua vita. Fino a che l'imprevidibilità di
questo mondo glielo avesse concesso. Lui le apparteneva, dovevano solo
comprendere tutto quello che ancora doveva venire.
Carol era rimasta senza fiato quando lui concluse il bacio e Daryl le sorrise
timidamente prima di seppellire la testa nell'incavo della sua spalla per
nascondere quanto era fottutamente estasiato dal fatto di poterle fare
quest'effetto. Si sentiva straordinario, come un re... fino a quando il
suo stomaco non iniziò a brontolare e vibrare sopra di lei.
Carol sbuffò prima di insinuarsi completamente sotto il suo
corpo fino a quando lui finì con il ritrovarsi improvvisamente
intrappolato nel mezzo delle sue gambe divaricate. Era bello, era
così bello il modo
in cui la sua eccitazione crebbe al contatto con la sua regione pubica.
''Che
ne dici di trasferirti qui subito dopo la colazione, Casanova?''
Daryl puntò il gomito e poggiò la testa contro il palmo
della
mano, optando per un atteggiamento di finta sicurezza di sé
mentre lasciava correre il suo sguardo affamato lungo il corpo di
Carol fino a
dove poteva. C'erano dei segni difficili da ignorare del fatto
che lei fosse fortemente interessata a quel suo esame accurato, il modo
in
cui inarcò il petto verso l'alto per attirare la sua attenzione,
la mano che continuava a spettinargli i capelli. Il crescente calore
tra le sue
gambe che era a un passo dall'incenerire il suo membro. Le sue
pulsazione veloci, le pupille così dilatate che lo portarono a
chiedersi se
avrebbe mai rivisto quel mare blu limpido nei suoi occhi.
''La colazione mi sembra sempre più allettante'', ansimò
mentre Carol cercava di ucciderlo contorcendosi sempre più forte
contro la sua erezione. Si accasciò completamente sopra
di lei, spingendo forte, tenendola così stretta nella speranza
di sviare la sua attenzione da quel dolore così dolce che
pulsava nel suo inguine.
''Non hai ancora visto niente..'' , gli promise lei con voce roca e
Daryl
era abbastanza certo che dopo averlo visto una volta, niente
sarebbe
stato in grado di fermarlo dal perdere il controllo sull'argomento. Era
relativamente certo del fatto che il gentiluomo che era in lui non
sarebbe sopravvissuto una volta averla vista nuda, una volta aver
avuto
modo di vedere tutte quelle parti segrete che la componevano. ''Ho
preparato le frittelle. E in questo momento Sam sta al piano di sotto a
fare fuori anche la tua parte. Probabilmente dovrò prepararne
delle altre''.
Daryl fu costretto a tirarsi su per guardarla, fissandola con un totale
mancanza di comprensione. Come erano passati da lui che tramava dei
modi
per riuscire a spogliarla al parlare delle frittelle?. Il resto della
frase iniziò a prendere rapidamente forma e ad avere un
significato nella sua testa e fu allora che si ricordò del
ragazzino dell'altra sera e balzò in piedi staccandosi da lei
per poi rotolare giù dal letto,
allontanandosi dalla tentazione mentre aveva ancora il controllo e
l'intelligenza per farlo.
Lei scese dal letto e andò di fronte a lui prima ancora che lui
potesse elaborare cosa fare. Aveva bisogno di andare in bagno, e aveva
bisogno di cercare di fermare quel calore fiammeggiante che stava
incendiando il suo viso. Era stato quasi sul punto di spogliarla
nonostante fossero gli unici due adulti responsabili in casa, con un
ragazzino che non era nemmeno il loro che li aspettava al piano di
sotto per finire la colazione. Il senso di colpa iniziò ad
attanagliarlo mentre le sue spalle si afflosciavano e cercava di
decidere se correre immediatamente nella sua stanza o scusarsi. Lei gli
levò la decisione dalle mani rientrando nel suo spazio
personale,
poggiò i palmi caldi delle sue mani contro il suo petto. Con i
pollici sfiorò i suoi capezzoli e lui stava quasi per maledirla
perché aveva appena fatto ricordare al suo membro il motivo per
cui poco fa
era stato così reattivo.
''Hey..'' .Provò a calmarlo, cercando di attirare la sua
attenzione nuovamente su di lei mentre lui vacillava tra le sue scarse
opzioni. Si guardò intorno nella stanza, alla disperata
ricerca di una camicia con la quale coprirsi finché le dita
di Carol non iniziarono a impossessarsi della sua pelle, del suo collo
fino a fermarsi sulle sue guance. Con una sola audace
mossa riprese il controllo delle
sue tendenze volubili e ottenne la sua totale attenzione. ''Non abbiamo
fatto niente di male, Daryl. Va tutto bene, anche se Sam fosse venuto
qui e avesse visto qualcosa''.
Non era sicuro se crederle o meno. Aveva visto più porno di
quanti ne potesse ricordare da un'età molto precoce, era stato
esposto a delle dinamiche familiari completamente sbagliate al punto in
cui anche lui iniziò a sospettare che non fosse normale, o
almeno ne ebbe la certezza quella volta in cui decise di parlare a un
bambino della
sua classe di quello che suo padre aveva fatto alla mamma ed era finito
in sospensione. Si stava allontanando da lei, pieno di rimorsi e di
paure per il fatto di essere scivolato così facilmente in questo
tipo di depravazione quando sentì nuovamente le labbra di
Carol sopra le sue. Non era
un bacio delicato, gli morse il labbro duramente cercando di
riportarlo indietro da lei.
''Daryl, amarsi non è sbagliato. Abbiamo ancora entrambi i nostri
vestiti addosso, e vedere due adulti dimostrarsi un po di sano affetto
non ucciderà di certo quel bambino. Non. Abbiamo. Fatto. Nulla''.
Riuscì a riportarlo indietro grazie alla sua certezza, confidava
in
lei, e consentì nuovamente alla felicità che provava
nello
stare con lei il permesso di scacciare via quei suoi fottuti ricordi.
Iniziò a fare dei respiri profondi e controllati che da
tempo lo aiutavano a raggiungere una sorta di modalità zen e
ritrovò un po di quella sfacciata sfrontatezza.
''No..non è successo niente'', ripeté, poi lasciò
scivolare le mani fino a raggiungere il suo fondo schiena, dandogli una
rapida, suggestiva stretta. ''Non ancora comunque''.
Le mani di Carol andarono a posarsi sopra le sue, premendole contro
il suo sedere mentre lo scrutava attraverso quelle folte ciglia imbronciando le labbra. ''E' un peccato che tu sia solo
chiacchiere''
Daryl rimase a bocca aperta. Strinse gli occhi guardandola prima di
stringere
con ancora più forza quei due gloriosi globi che formavano
il suo fondo
schiena e la tirò più vicina. Non gli passò
nemmeno per l'anticamera del cervello il fatto di essere
imbarazzato dal modo in cui stava effettivamente strofinando il
suo membro tra le sue gambe. Era difficile pensare a qualcosa oltre al
fatto di quanto fosse bello essere così vicino a lei, a quanto
sarebbe stato bello poterlo essere ancora di più. Carol
allungò
le braccia dietro il suo collo, guardandolo con desiderio mentre lui
faceva
scorrere lascivo la mano lungo la sua coscia aiutandola ad ancorare
la gamba sul suo fianco, piegandosi sulle ginocchia per trovare la
posizione perfetta per spingere contro .. quel preciso.. punto..
''Ah..Mhh..''. Le labbra di Daryl cercarono le sue e si
dimenticò completamente delle porte aperte e dei bambini che
spazzolavano via le frittelle al piano di sotto, il suo corpo
entrò in modalità pilota automatico. Cercò di
raggiungere la sua pelle sotto la camicia tirandola fuori da
sotto la cintura dei suoi pantaloni modello mamma e da qualche parte
nel suo cervello si susseguì una guerra di pensieri su quanto
liscia fosse la sua pelle mentre esplorava lentamente il percorso
risalendo dalle sue costole fino a stringere a coppa uno dei suoi seni
e il miracolo di essere in grado di sconvolgere completamente le sue membra anche
con quegli abiti ridicoli che aveva deciso di dover indossare.
Il leggero bussare contro la porta della loro camera li fece scoppiare
come un colpo di pistola. Daryl schizzò via da Carol così
improvvisamente da farle perdere l'equilibrio facendola cascare sul letto
in mezzo a un tripudio di risate. Sam non sembrò per niente fare
caso a quello che aveva appena interrotto, un sorriso enorme disegnato
sul suo volto, mentre osservava Carol trasformarsi dalla donna severa
che aveva conosciuto fino ad ora ad una pazza che schiamazzava su un
letto. Daryl osservò il tutto con un reverenziale timore.
''Signorina Carol?''
Daryl sbatté le palpebre, guardando Carol che cercava di
riprendere il controllo di se stessa mentre si raddrizzava i vestiti e
cercava di fare la parte dell'adulta responsabile.
''Fammi indovinare. Sei pronto per delle altre frittelle,vero?'' chiese
innocentemente e Daryl ridacchiò incredulo mentre si girava
verso il bagno.
''Iniziate pure ad andare'', disse Daryl da sopra la sua spalla. ''Vi
raggiungo tra poco''. Aprì la porta ed era quasi dentro quando
Carol gli levò il fiato dai polmoni con la promessa di un qualcosa che
lei sapeva di non poter mantenere con certezza, e
scioccato dal fatto che avesse avuto il coraggio di dire una cosa del
genere davanti al bambino, non importava quanto giovane potesse
sembrare.
''Non metterci troppo, amorino. La prossima infornata di biscotti sarà al cioccolato''.
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