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Autore: LonelyWolf88    04/12/2015    2 recensioni
''Si allungò, stiracchiando i suoi muscoli e inarcandosi nel letto sullo sfondo di quella che sembrava una di quelle colazioni da sit-com in corso al piano di sotto. Oltre al mormorio della voce di Carol e quella che sospettava che fosse la voce di Sam, la casa era tranquilla. A lui sembrava deserta, e Daryl scoprì che quel senso di solitudine gli piaceva, che quella casa appartenesse solo a lui e a Carol e nessun altro. Che quello che succedeva tra le mura di quella casa apparteneva solo a loro. La loro famiglia, i loro ricordi.''
Questa è la traduzione di una piccola ma emozionante storia ambientata tra le mura di Alexandria, con protagonisti Carol, Daryl, Sam e .. tanti biscotti!
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon
Note: Lime, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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daryl's cookies capitolo 3
Daryl's cookies 


  1. Capitolo 3


Daryl raggiunse dolcemente lo stato di veglia, come se fosse cullato alla deriva sulle onde dell'oceano. Era una sensazione stranissima dal momento che quasi tutte le mattine da un po di tempo a questa parte iniziavano con un sobbalzo per loro, l'urgenza di controllare che non ci fosse nessun pericolo ad attenderli era superiore persino a quello di doversi trascinare in bagno per la pisciata mattutina. La luce del sole filtrava tenue attraverso una piccola tenda di pizzo illuminando la stanza, facendone risplendere l'interno in piccoli sprazzi di luce che erano piacevoli piuttosto che fastidiosi. Sapeva ancora prima di aprire gli occhi che Carol se n'era già andata e ne fu rattristato per un lungo momento fino a quando non sentì il leggero brusio di alcune voci che provenivano dal piano di sotto. Lei aveva lasciato la porta aperta, probabilmente in modo da fargli intuire dov'era andata senza che dovesse per questo saltare fuori dal letto e il conforto che gli diede questo piccolo gesto di premura lo toccò profondamente come tutte le cose che Carol faceva per lui.

Si allungò, stiracchiando i suoi muscoli e inarcandosi nel letto sullo sfondo di quella che sembrava una di quelle colazioni da sit-com in corso al piano di sotto. Oltre al mormorio della voce di Carol e quella che sospettava che fosse la voce di Sam, la casa era tranquilla. A lui sembrava deserta, e Daryl scoprì che quel senso di solitudine gli piaceva, che quella casa appartenesse solo a lui e a Carol e nessun altro. Che quello che succedeva tra le mura di quella casa apparteneva solo a loro. La loro famiglia, i loro ricordi. Era una situazione poco familiare, una che probabilmente non avrebbe mai creduto possibile un anno fa ma che adesso non sembrava spaventosa nemmeno la metà di quello che aveva pensato. Rotolò su un fianco, strofinando il viso sul cuscino di Carol, limitandosi ad ascoltare.

La sua voce saliva e scendeva, a volte sentiva il ragazzo ridere, come se fosse sorpreso del fatto che sapesse come fare. Poteva vedere Carol sorridergli di rimando nella sua mente e quel pensiero lo fece sorridere a sua volta con la testa sempre nascosta nel suo cuscino, l'innocenza di quel momento fu liberatoria in qualche modo.

Poco dopo la sentì salire le scale, piccoli passi veloci come se fosse ansiosa che lui si unisse a loro. Daryl si tuffò sul suo cuscino, fingendo subito di essere ancora addormentato e senza nemmeno sapere il perché, sapeva solo che la sua mattina era iniziata come nessun altra di cui ancora conservava il ricordo e sentiva nell'aria un'atmosfera di giocosità nella quale decise di buttarsi a capofitto senza pensarci due volte.

Carol sembrò fare una breve pausa prima di entrare dentro la stanza e Daryl si ritrovò a dubitare di quello che aveva pensato. Fu solo quando sentì l'aria fresca colpirgli la schiena nuda che pensò che forse questa non era poi una così buona idea, ma prima che potesse fare qualcosa per farle capire che in realtà era sveglio, Carol esitò a trovare un piccolo spazio sul letto accanto a lui, il suo tocco gentile tracciò le linee frastagliate delle cicatrici per cui aveva passato una vita a tenerle nascoste. Non indugiò nemmeno un momento, non voleva farlo sentire a disagio ma bensì amato e lui sentì scomparire un po del dolore del suo passato. Iniziò a giocare con le sue dita sulla pelle delicata sopra le sue costole, solleticandolo per svegliarlo e successivamente si rannicchiò contro la sua schiena, il suo respiro caldo lo colpì tra le scapole mentre lo abbracciava stretto.

''Abbiamo un ospite a colazione''. Le sue labbra si mossero contro la sua pelle provocandogli i brividi. Rotolò leggermente sul fianco, quel tanto che bastava per permetterle di sdraiarsi accanto a lui nella sua parte di letto e lei gli sorrise, con un'espressione di trasognata indulgenza che non aveva mai visto prima in lei. ''Buongiorno, Bella Addormentata''.

Lui arrossì per quel suo prendersi gioco di lui, proprio mentre lei si trascinò un po più vicina per baciarlo sulla punta del naso. Lui le prese la mano, concentrato sul piacere sensoriale che gli provocava il fatto di intrecciare le dita con le sue e non riuscì a fermare quella bolla di felicità che si gonfiava dentro il suo petto. Nulla avrebbe potuto farlo, nemmeno i peggiori ricordi della sua vita. Per averne la dimostrazione, decise di correre il rischio, qualcosa che rasentava l'euforia cresceva dentro di lui quando lei dimostrò ancora una volta quanto fossero in sintonia e quanto sapesse stare al suo gioco continuando a sorridergli, non importava quanto lui potesse mettere alla prova la loro connessione.

''Le cicatrici sono ancora lì?'', si voltò per guardare sopra la sua spalla, indicando con lo sguardo la sua schiena martoriata, ancora in fiamme a causa del suo precedente tocco amorevole.

''Sono felice che siano ancora al loro posto'', gli rivelò con sicurezza, abbassandosi sopra di lui per posare dolcemente le labbra contro le sue. ''Se non fosse stato così avrei iniziato a domandarmi che razza di uomo strano era finito nel mio letto''.

Lui sbuffò fuori una risatina, il rumore di un compulsivo rilascio di felicità e poi la inchiodò al letto, spostandosi in modo da ricoprire parzialmente il corpo di Carol con il suo mentre la stringeva domandole un bacio più approfondito. Era diventato dipendente dal suo sapore, dalla sua sincerità tutte quelle volte che decideva di condividere qualcosa di se stessa con lui e Daryl era sull'orlo di farsi esplodere la testa nel cercare di affrontare tutto quello che ancora avevano da esplorare.

''Si?''. La sua voce era ancora impastata dal sonno e uscì fuori come una specie di lamento roco. A Daryl non passò inosservato il modo in cui lei inizio a strusciarsi contro il suo corpo e la reazione che questo le provocava. ''Suona quasi come una sfida. Forse dovrei trasferirmi qui per fare in modo che non ci sia più spazio per nessun altro nel tuo letto''.

Era un po stordito con se stesso per il modo in cui avanzava certi pensieri, senza nemmeno sapere con certezza se fosse serio o se la stesse semplicemente prendendo in giro, ma quando Carol sorrise e guardò verso di lui come se le avesse appena consegnato il sole e l'arcobaleno, si rilassò.

''Non ha senso usare due stanze diverse se non ne abbiamo bisogno''. I suoi occhi brillavano di quella gioia a cui lui si stava lentamente abituando, quella che stava filtrando attraverso la barriera protettiva che aveva costruito intorno al suo cuore e lo spingeva a recuperare il tempo perso.

''Meglio affrettarsi allora. Ho visto il modo in cui ti guarda quel tipo robusto''

Lei mise il broncio e diavolo se questo non lo fece sciogliere in un pozza di inutilità. Lo fece solamente eccitare ancora di più.

''Quale tipo? Non so di cosa stai parlando''. Il suo ghigno sfacciato gli disse che sapeva esattamente di cosa stava parlando, ma era felice di tirare la corda e vedere quanto lontano si sarebbe spinto prima di mollare. Era ovvio che lei sapeva a chi si riferiva; Era stata proprio lei a raccontargli del fatto che Tobin si fosse offerto di insegnarle a sparare, concludendo il racconto con una risatina felice che lo aveva messo in guardia sul fatto che se aveva intenzione di fare la sua mossa, il tempo stava per scadere.

''Mhmh.. si che lo sai''. La baciò per farla tacere, già sentendo nella sua mente la lunga presa in giro che non avrebbe fatto altro che fargli aumentare ulteriormente la pressione sanguigna per poi spingerlo verso l'insicurezza. In questo momento era sicuro di sapere come si sentiva lei nei suoi confronti. Non aveva voglia di sentir parlare di un altro uomo, anche se era solo un flebile tentativo di farlo ingelosire. Aveva fatto la sua scelta e adesso era qui con lei per tutti i giorni a venire. Aveva intenzione di essere presente per lei, di stare con lei, per il resto della sua vita. Fino a che l'imprevidibilità di questo mondo glielo avesse concesso. Lui le apparteneva, dovevano solo comprendere tutto quello che ancora doveva venire.

Carol era rimasta senza fiato quando lui concluse il bacio e Daryl le sorrise timidamente prima di seppellire la testa nell'incavo della sua spalla per nascondere quanto era fottutamente estasiato dal fatto di poterle fare quest'effetto. Si sentiva straordinario, come un re... fino a quando il suo stomaco non iniziò a brontolare e vibrare sopra di lei.

Carol sbuffò prima di insinuarsi completamente sotto il suo corpo fino a quando lui finì con il ritrovarsi improvvisamente intrappolato nel mezzo delle sue gambe divaricate. Era bello, era così bello il modo in cui la sua eccitazione crebbe al contatto con la sua regione pubica. ''Che ne dici di trasferirti qui subito dopo la colazione, Casanova?''

Daryl puntò il gomito e poggiò la testa contro il palmo della mano, optando per un atteggiamento di finta sicurezza di sé mentre lasciava correre il suo sguardo affamato lungo il corpo di Carol fino a dove poteva. C'erano dei segni difficili da ignorare del fatto che lei fosse fortemente interessata a quel suo esame accurato, il modo in cui inarcò il petto verso l'alto per attirare la sua attenzione, la mano che continuava a spettinargli i capelli. Il crescente calore tra le sue gambe che era a un passo dall'incenerire il suo membro. Le sue pulsazione veloci, le pupille così dilatate che lo portarono a chiedersi se avrebbe mai rivisto quel mare blu limpido nei suoi occhi.

''La colazione mi sembra sempre più allettante'', ansimò mentre Carol cercava di ucciderlo contorcendosi sempre più forte contro la sua erezione. Si accasciò completamente sopra di lei, spingendo forte, tenendola così stretta nella speranza di sviare la sua attenzione da quel dolore così dolce che pulsava nel suo inguine.

''Non hai ancora visto niente..'' , gli promise lei con voce roca e Daryl era abbastanza certo che dopo averlo visto una volta, niente sarebbe stato in grado di fermarlo dal perdere il controllo sull'argomento. Era relativamente certo del fatto che il gentiluomo che era in lui non sarebbe sopravvissuto una volta averla vista nuda, una volta aver avuto modo di vedere tutte quelle parti segrete che la componevano. ''Ho preparato le frittelle. E in questo momento Sam sta al piano di sotto a fare fuori anche la tua parte. Probabilmente dovrò prepararne delle altre''.

Daryl fu costretto a tirarsi su per guardarla, fissandola con un totale mancanza di comprensione. Come erano passati da lui che tramava dei modi per riuscire a spogliarla al parlare delle frittelle?. Il resto della frase iniziò a prendere rapidamente forma e ad avere un significato nella sua testa e fu allora che si ricordò del ragazzino dell'altra sera e balzò in piedi staccandosi da lei per poi rotolare giù dal letto, allontanandosi dalla tentazione mentre aveva ancora il controllo e l'intelligenza per farlo.

Lei scese dal letto e andò di fronte a lui prima ancora che lui potesse elaborare cosa fare. Aveva bisogno di andare in bagno, e aveva bisogno di cercare di fermare quel calore fiammeggiante che stava incendiando il suo viso. Era stato quasi sul punto di spogliarla nonostante fossero gli unici due adulti responsabili in casa, con un ragazzino che non era nemmeno il loro che li aspettava al piano di sotto per finire la colazione. Il senso di colpa iniziò ad attanagliarlo mentre le sue spalle si afflosciavano e cercava di decidere se correre immediatamente nella sua stanza o scusarsi. Lei gli levò la decisione dalle mani rientrando nel suo spazio personale, poggiò i palmi caldi delle sue mani contro il suo petto. Con i pollici sfiorò i suoi capezzoli e lui stava quasi per maledirla perché aveva appena fatto ricordare al suo membro il motivo per cui poco fa era stato così reattivo.

''Hey..'' .Provò a calmarlo, cercando di attirare la sua attenzione nuovamente su di lei mentre lui vacillava tra le sue scarse opzioni. Si guardò intorno nella stanza, alla disperata ricerca di una camicia con la quale coprirsi finché le dita di Carol non iniziarono a impossessarsi della sua pelle, del suo collo fino a fermarsi sulle sue guance. Con una sola audace mossa riprese il controllo delle sue tendenze volubili e ottenne la sua totale attenzione. ''Non abbiamo fatto niente di male, Daryl. Va tutto bene, anche se Sam fosse venuto qui e avesse visto qualcosa''.

Non era sicuro se crederle o meno. Aveva visto più porno di quanti ne potesse ricordare da un'età molto precoce, era stato esposto a delle dinamiche familiari completamente sbagliate al punto in cui anche lui iniziò a sospettare che non fosse normale, o almeno ne ebbe la certezza quella volta in cui decise di parlare a un bambino della sua classe di quello che suo padre aveva fatto alla mamma ed era finito in sospensione. Si stava allontanando da lei, pieno di rimorsi e di paure per il fatto di essere scivolato così facilmente in questo tipo di depravazione quando sentì nuovamente le labbra di Carol sopra le sue. Non era un bacio delicato, gli morse il labbro duramente cercando di riportarlo indietro da lei.

''Daryl, amarsi non è sbagliato. Abbiamo ancora entrambi i nostri vestiti addosso, e vedere due adulti dimostrarsi un po di sano affetto non ucciderà di certo quel bambino. Non. Abbiamo. Fatto. Nulla''.

Riuscì a riportarlo indietro grazie alla sua certezza, confidava in lei, e consentì nuovamente alla felicità che provava nello stare con lei il permesso di scacciare via quei suoi fottuti ricordi. Iniziò a fare dei respiri profondi e controllati che da tempo lo aiutavano a raggiungere una sorta di modalità zen e ritrovò un po di quella sfacciata sfrontatezza.

''No..non è successo niente'', ripeté, poi lasciò scivolare le mani fino a raggiungere il suo fondo schiena, dandogli una rapida, suggestiva stretta. ''Non ancora comunque''.

Le mani di Carol andarono a posarsi sopra le sue, premendole contro il suo sedere mentre lo scrutava attraverso quelle folte ciglia imbronciando le labbra. ''E' un peccato che tu sia solo chiacchiere''

Daryl rimase a bocca aperta. Strinse gli occhi guardandola prima di stringere con ancora più forza quei due gloriosi globi che formavano il suo fondo schiena e la tirò più vicina. Non gli passò nemmeno per l'anticamera del cervello il fatto di essere imbarazzato dal modo in cui stava effettivamente strofinando il suo membro tra le sue gambe. Era difficile pensare a qualcosa oltre al fatto di quanto fosse bello essere così vicino a lei, a quanto sarebbe stato bello poterlo essere ancora di più. Carol allungò le braccia dietro il suo collo, guardandolo con desiderio mentre lui faceva scorrere lascivo la mano lungo la sua coscia aiutandola ad ancorare la gamba sul suo fianco, piegandosi sulle ginocchia per trovare la posizione perfetta per spingere contro .. quel preciso.. punto..

''Ah..Mhh..''. Le labbra di Daryl cercarono le sue e si dimenticò completamente delle porte aperte e dei bambini che spazzolavano via le frittelle al piano di sotto, il suo corpo entrò in modalità pilota automatico. Cercò di raggiungere la sua pelle sotto la camicia tirandola fuori da sotto la cintura dei suoi pantaloni modello mamma e da qualche parte nel suo cervello si susseguì una guerra di pensieri su quanto liscia fosse la sua pelle mentre esplorava lentamente il percorso risalendo dalle sue costole fino a stringere a coppa uno dei suoi seni e il miracolo di essere in grado di sconvolgere completamente le sue membra anche con quegli abiti ridicoli che aveva deciso di dover indossare.

Il leggero bussare contro la porta della loro camera li fece scoppiare come un colpo di pistola. Daryl schizzò via da Carol così improvvisamente da farle perdere l'equilibrio facendola cascare sul letto in mezzo a un tripudio di risate. Sam non sembrò per niente fare caso a quello che aveva appena interrotto, un sorriso enorme disegnato sul suo volto, mentre osservava Carol trasformarsi dalla donna severa che aveva conosciuto fino ad ora ad una pazza che schiamazzava su un letto. Daryl osservò il tutto con un reverenziale timore.

''Signorina Carol?''

Daryl sbatté le palpebre, guardando Carol che cercava di riprendere il controllo di se stessa mentre si raddrizzava i vestiti e cercava di fare la parte dell'adulta responsabile.

''Fammi indovinare. Sei pronto per delle altre frittelle,vero?'' chiese innocentemente e Daryl ridacchiò incredulo mentre si girava verso il bagno.

''Iniziate pure ad andare'', disse Daryl da sopra la sua spalla. ''Vi raggiungo tra poco''. Aprì la porta ed era quasi dentro quando Carol gli levò il fiato dai polmoni con la promessa di un qualcosa  che lei sapeva di non poter mantenere con certezza, e scioccato dal fatto che avesse avuto il coraggio di dire una cosa del genere davanti al bambino, non importava quanto giovane potesse sembrare.

''Non metterci troppo, amorino. La prossima infornata di biscotti sarà al cioccolato''.

   
 
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