Capitolo AE
Angel eyes
Non è un sogno
Il giorno successivo, quando si svegliò, Jack
poté constatare che effettivamente non aveva sognato:
Cassiel era seduto a tavola insieme ai suoi familiari, e faceva
colazione in piena tranquillità.
“Buongiorno.” sorrise appena lo vide.
Jack ricambiò il saluto, senza fare commenti. Non era strano
che i genitori non facessero domande? E la sorella, poi?
Chissà cosa aveva detto loro Cassiel!
“Ma... vuoi venire a scuola con me?!” chiese
stupito notando che l’altro sembrava intenzionato a seguirlo.
“Naturale, no?” rispose con semplicità
il biondo.
Jack annuì, rassegnato. Prevedeva guai, e difatti appena
Robert, il solito bullo della scuola, notò Cassiel,
un’espressione perfida comparve sul suo viso e nei suoi
occhi. Ma durante la lezione Robert fece finta di nulla, dedicandosi a
loro solo durante la punizione che ancora Jack doveva finire di
espiare. Come aveva sospettato, il misterioso ragazzo biondo stava
appiccicato al suo bersaglio preferito.
“Lo avevo detto che eri frocio, no?”
“Hai rotto con questa storia!”
Jack sperava che non se la prendesse anche con Cassiel, e per un
po’ si illuse che non sarebbe successo
nient’altro... ma ad un certo punto si accorse di cosa stava
combinando Robert alle sue spalle: alcuni riccioli biondi stavano
bruciando! Spaventato lo aiutò a spegnerli, mentre Cassiel
sembrava perfettamente calmo e per nulla agitato, poi si rivolse a
Robert, che rideva come un idiota.
“Ma che cazzo di scherzi fai, eh? Coglione!”
“Avevi una faccia troppo divertente.”
sibilò quello ammirando il proprio lavoro del giorno
precedente: rovinargli la faccia era il suo passatempo preferito a
scuola...
Jack, quando finalmente tornarono a casa, era mortificato. Stava
cercando in tutti i modi di scusarsi e di spiegare a Cassiel la
situazione, ma l’altro non sembrava preoccupato o arrabbiato.
Nel frattempo gli aveva tagliato un bel po’ di ciocche, e
comunque i riccioli di Cassiel gli ricoprivano ancora tutta la schiena.
Il biondo lo lasciò sfogare, poi gli posò una
mano sulla spalla.
“È tutto a posto.”
La sua voce, per qualche strano motivo, lo rassicurava, facendogli
passare ogni nervosismo. Felice lo invitò nella sua stanza,
e un po’ imbarazzato gli chiese cosa volesse fare, ma Cassiel
rispose che andava bene qualunque cosa e che lui voleva semplicemente
stare con lui.
“Vuoi stare con me?!” domandò incredulo.
Ma da dov’era sbucato fuori quel ragazzo?! Provò a
farlo giocare alla playstation ma Cassiel era negato per i giochi;
nonostante tutto non perdeva il suo buon umore e la sua allegria. Ad un
certo punto Jack si mise a fare i compiti, mentre il biondo rimase
seduto sul suo letto, senza smettere di guardarlo. Quegli occhi lo
mettevano un po’ a disagio, dato che non lo conosceva bene,
però... allo stesso tempo, avevano qualcosa di strano e
confortante. Gli sembrava di conoscerlo già, in un certo
senso...
Le ore passarono così in fretta che quasi non se ne accorse,
e arrivò la sera. Esausto Jack si preparò ad
andare a dormire.
“Ma tu dove dormi?”
“Qui accanto a te.”
“Come?!”
“Anche ieri ho dormito qui, non te ne sei accorto?”
fece contento Cassiel.
“Ma... a terra?!”
Quel ragazzo non smetteva di stupirlo.
“Sì.”
Jack acconsentì, un po’ contrariato in
realtà. Ebbe la sensazione che Cassiel gli accarezzasse la
nuca mentre cadeva nel mondo dei sogni, ma forse era solo un sogno.
Forse se l’era immaginato. Ma quella notte dormì
benissimo, completamente rilassato e cullato da quella dolce sensazione
di pace che sentiva dentro il cuore da quando l’altro era
entrato nella sua vita.
Jack si svegliò, trovando gli occhi grigi di Cassiel che lo
fissavano. Arrossì.
“Pensavo che fossi un sogno.” fu la prima cosa che
disse.
“Non sono un sogno, Jack. Te l’ho detto e te lo
ripeterò sempre. Io non sono un sogno.” disse
Cassiel.
“Senti, ma da dove vieni, chi sei realmente?!”
domandò, ma prima che il suo ospite potesse aprire bocca la
porta fu sbattuta con poca grazia ed entrò la sua dolce
sorellina.
“Kelly,in questa casa non esiste la privacy?”
“Ti vogliono mamma e papà.” disse con
tutta la naturalezza possibile Kelly.
“Dove sono?”
“Giù.”
Jack sbuffò, si scusò con Cassiel e scese.
Kelly sorrise diabolicamente si avvicinò a Cassiel.
“Lo sai cosa dicono a scuola, Cas? Che tu sei un
po’ frocio e in effetti stare tutto il tempo con mio fratello
non aiuta la tua immagine. Ma non ti preoccupare, che
c’è la tua Kelly che ti aiuta.”
Si avvicinò senza esitare a Cassiel, che era rimasto
impassibile, e lo buttò sul letto del fratello con una sola
spinta.
“Sei bellissimo Cas, sembri un angelo.” disse Kelly
con un sorriso, a parere suo, molto sexy; stava ore a guardarsi allo
specchio e a studiare l’espressione giusta da assumere con i
ragazzi.
Poiché Cassiel non faceva nulla, lo baciò, ma il
ragazzo non reagì: era totalmente immobile.
Sentì la porta che si apriva, e la voce di suo fratello.
“Non c’erano, si può sapere cosa...
?”
Jack si bloccò sul posto, osservando la scena. E
chissà perché il cuore gli incominciò
a battere fortissimo. Fece per andarsene, quando un sussurro da parte
del biondo attirò la sua attenzione. Cassiel lo stava
chiamando. Si voltò, notando con orrore che la sorella aveva
tolto la camicia al biondo e ora lo stava baciando sul collo.
La prese per le spalle e la scosse.
“Lascialo stare.”
“Cos’è, è di tua
proprietà? E io che credevo che da buoni fratelli ci si
dividesse tutto!” disse lei con un broncio.
“Ascolta, tu hai Bill, perché mi devi portare via
Cassiel?!” domandò infuriato Jack mentre la faceva
alzare dal corpo del biondo.
“Oh, ma allora è come si dice a scuola: mio
fratello è frocio e sta con questo qui.”
Jack la squadrò con odio profondo, prese un respiro profondo
e la cacciò fuori con una spinta.
Cassiel, che non aveva smesso di guardarlo neppure per un attimo,
mantenne gli occhi nei suoi e sul suo viso risplendette un sorriso.
“Ti ringrazio Jack, ma non volevo che tu te la prendessi con
tua sorella.”
“Quella è un’arpia... comunque che
stavamo dicendo? Ah, sì, da dove vieni?”
Cassiel sospirò.
“Dalla Francia, sono un tuo lontano parente.”
Jack lo guardò, per poi esclamare: “Stupendo, ho
un parente francese!”
I due si guardarono per poi scoppiare a ridere. “Ecco
perché i miei ti hanno accettato.”
“Già... senti, che compiti avevi per
domani?”
“Stai sviando il discorso, Cassiel!”
Cassiel si fece inaspettatamente rosso e Jack lo trovò
adorabile.
“D’accordo, ho matematica e inglese.”
“Fantastico! Io adoro la matematica!”
Jack lo guardò con tanto d’occhi, per poi scuotere
la testa.
“Lasciamo perdere, Cassiel. Aiutami se ci tieni, anche se
sono un genio.”
“Sfida accettata!” disse Cassiel con un brillio
negli occhi, prendendo una sedia e mettendosi alla scrivania.
Eccoci qui con un
nuovo capitolo... Grazie a chi ha letto, chi ha
commentato Avalan, Kyoko94, e Rhys89 e mille grazie alla mia
socia
che mi ha permesso di svolgere il lavoro: Grazie mille Mana!!! ^^
Mi unisco ai
ringraziamenti a
chi a commentato e dico che in realtà è stata lei
a permettermi di scrivere insieme XD, dato che io avevo questa mezza
idea di "fondere" le nostre follie tra bei
ragazzuoli in una storia comune.
Felicity89
& Mana
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