Mi scuso per il ritardo ma questo ponte ha assorbito tutte le mie
energie! Domenica prossima sarò puntualissima!!
Buona lettura!
The Essential is Invisible to the
Eyes
Salì le scale con lentezza, resistendo
arduamente all'impulso che sentiva di voltarsi indietro dopo ogni
scalino.
Adesso che Carmilla aveva pronunciato
quelle parole, le sembrava quasi di poter sentire quel battito lei
stessa, quel cuore di troppo, di poter percepire il leggero respiro
di qualcuno costantemente presente alle sue spalle. Se chiudeva gli
occhi ed ascoltava, udiva riecheggiare assordanti dei passi dietro di
lei.
Arrivata all'ultimo scalino chiuse gli
occhi, sospirando.
Non c'era nessuno. Quei rumori erano
nella sua testa.
Se anche ci fosse stato un essere
magico che lei non poteva vedere, di sicuro non ne avrebbe sentito i
passi o il respiro, non senza i sensi di un vampiro.
Ancora scossa dalla loro conversazione
si diresse verso la sua camera da letto, entrando e richiudendosi
immediatamente la porta alle spalle, sedendosi poi sul bordo del
letto e fissando la porta come se si aspettasse di vederla aprirsi di
colpo, da sola, come per magia.
Un tocco leggero sulla propria schiena
la fece sussultare.
“Dove sei andata?”
Deglutì forte e scosse la testa, il
respiro affannato dallo spavento.
“Al piano di sotto, ho acceso il
camino per far scaldare la casa.”
Emma si spostò più vicina, senza
aprire gli occhi.
“Torna a letto e scalda anche me,
adesso.”
Regina sorrise, sfiorando con le dita
il suo viso e spostandole i capelli dalla fronte con un gesto
delicato.
Ma il suo sorriso si affievolì quando
le parole di Carmilla trafissero i suoi pensieri, facendola di colpo
giungere alla conclusione che nessuno accanto a lei sarebbe stato al
sicuro, almeno finché non si sarebbe liberata per sempre da quella
creatura, che ovunque la seguiva, col solo scopo di distruggere il
suo mondo.
“Cosa c'è?”
Si accorse solo quando Emma parlò che
aveva aperto gli occhi e la stava guardando con aria preoccupata.
Si chiese come potesse conoscerla così
bene da capire immediatamente cosa stava succedendo semplicemente
guardando la sua espressione.
“La madre di Carmilla ha mandato
qualcuno a seguirmi.”
Emma corrugò la fronte, alzandosi a
sedere.
“Cosa? Come te ne sei accorta? Sono
qui fuori, vuoi che-”
“Emma, calmati” si affrettò a
prenderle una mano con la sua, in un gesto di conforto. “Carmilla
dice che c'è un battito di cuore in più. Non si tratta di un
vampiro perché non sarebbe potuto entrare se non invitato, ma è una
creatura magica, invisibile agli occhi. Ed è dentro casa nostra.
Emma, nessuno che mi stia accanto sarà al sicuro finché non avrò
capito di cosa si tratta e non me ne sarò disfatta.”
La bionda capì improvvisamente perché
le parole di Regina erano un mero sussurro nella notte, quasi
inudibili.
Una silenziosa invasione era già in
atto.
Non erano più al sicuro.
Neanche dentro la loro stessa casa.
“Torna a letto” ripeté Emma.
“Domani troveremo una soluzione. Adesso riposiamo.”
Si stesero fianco a fianco. Regina si
sistemò tra le braccia di Emma, nascondendo il volto contro il suo
collo, permettendo ad Emma di baciarle la testa.
“Cerca di dormire.”
“Anche tu.”
Dopo aver ascoltato qualsiasi rumore,
anche il più piccolo, che di tanto in tanto rompeva il silenzio
della notte, finalmente il sonno le vinse, trascinandole in sogni
frenetici e tormentati, nei quali non trovarono il risposo sperato.
Dopo poche ore di sonno Regina si
svegliò di soprassalto con la fronte madida di sudore. Si alzò
immediatamente, cercando di non svegliare Emma, ed iniziò a
percorrere a piedi nudi la stanza nel tentativo di calmare il battito
del proprio cuore.
Quando si sentì un po' più tranquilla
entrò nel bagno della loro camera e si tolse velocemente il pigiama
umido, entrando dentro la doccia.
Aprì il getto dell'acqua, il getto
bollente calmò del tutto i suoi brividi.
Appoggiò la fronte sulle mattonelle
del box doccia ed inspirò ampie boccate d'aria.
Era sola. Nel buio. In mezzo ad un
bosco.
Le sembrava un posto conosciuto, ma
non ne era sicura.
Una luce abbagliante le tolse la
vista e quando riuscì a riaprire gli occhi era comparsa davanti a
lei una creatura.
Era alta quanto lei ma, nonostante
le sembianze umane, vi era qualcosa nella sua figura che rendeva
Regina inquieta.
La vedeva come si vede una foto
sbiadita il cui soggetto è abbagliato dal flash, completamente
bianca e senza volto. Come se una luce eterea l'avvolgesse. Come se
non avesse un viso, ma fosse fatta di sola luce.
La creatura eterea le si avvicinò,
sfiorandole il volto con una carezza quasi materna.
Regina la lasciò avvicinare, senza
pensare di potersi opporre, lasciando che la persona che aveva
davanti premesse il corpo – se aveva davvero un corpo – contro il
suo, circondandole le spalle con un braccio e prendendo una delle due
mani con la mano che aveva libera, portò il volto invisibile vicino
al suo orecchio e anche se non aveva lineamenti, né naso, né bocca,
riuscì comunque a parlarle.
“Solo tu puoi proteggermi. Solo tu
puoi capirmi. Salvami.”
Un bussare
improvviso alla porta la fece sobbalzare e voltare di scatto di
centottanta gradi, ma senza aprire la doccia.
“Regina, posso
entrare?”
Lei riprese a
respirare solo dopo aver sentito la voce della persona dall'altro
lato della porta, portandosi una mano sul cuore.
“Emma.”
La porta si aprì
proprio mentre Regina usciva dalla doccia.
La bionda afferrò
un asciugamano e si avvicinò a Regina, avvolgendolo attorno alla sua
esile figura appena lei fu fuori dal box della doccia.
“Stai tremando.”
Regina si strinse
contro di lei, incurante del fatto che la stava bagnando. Ad Emma
sembrò non importare. Se la strinse contro più forte, baciandola
sulle guance, sulla fronte, sul collo, sulla testa, sussurrando
parole di conforto e cullandola piano contro il proprio petto.
“Andrà tutto
bene. Qualsiasi cosa succeda, insieme possiamo affrontarla. Andrà
tutto bene amore mio.”
Ripeté quelle
parole ancora e ancora, finché Regina smise di tremare e ricambiò
con forza la sua stretta.
Regina non aveva
mai avuto paura in vita sua, da quando aveva imparato ad usare a
proprio piacimento la magia oscura, da quando aveva fatto degli
incantesimi un'arte e del fuoco un'arma, non aveva più temuto uomo,
animale, creatura magica o eroe che si ponesse dinnanzi al suo
cammino.
La paura non le
apparteneva. Non l'aveva mai guidata.
Fino a quel
momento.
Come si può
combattere qualcosa che non si riesce a vedere?
Come si affronta un
nemico che non si conosce?
Come si vince una
battaglia che non ci si rende neanche conto di combattere?
Non si può.
Questa era la sua
risposta.
Non poteva
combattere, non poteva vincere.
Non vi erano vie
d'uscita.
“Mangia qualcosa,
almeno” Emma la distrasse dai suoi pensieri.
“Non posso.
Voglio andare alla cripta, lontano da qualcuno che può essere messo
in pericolo e scoprire di più su creature che non si possono
vedere.”
“Non vuoi neanche
un caffè, o qualcosa da portarti?”
Regina scosse la
testa mentre afferrava le chiavi di casa.
“Cercate di
scoprire dove si nasconde la madre di Carmilla, d'accordo? Non
possiamo affrontare una guerra, non abbiamo neanche uno straccio di
esercito. Dobbiamo cercare un accordo, farle capire che non abbiamo
l'arma che cerca.”
Emma sospirò.
“Fai attenzione.”
Regina accennò un
sorriso, ma non riuscì a tenerlo sulle labbra per più di un
istante.
“Non avere paura
per me, Emma. Io non ne ho” mentì.
Senza aggiungere
altro si smaterializzò.
Quando i quattro
ragazzi ospiti a casa loro ed Henry furono scesi in soggiorno, Emma
li invitò ad uscire di casa.
“Prima passiamo
da mia madre, Henry rimarrà con lei e Neal, mio padre invece ci
aiuterà a setacciare la città.”
Ovviamente i piani
di Emma non andarono esattamente come sperato.
“Oh, no, vi
scordate che io rimanga a casa mentre voi rischiate la vita a
combattere una vampira pazzoide – senza offesa” disse nella
direzione generale di Carmilla “che vuole radunare un esercito e
dichiararci guerra. Uh-uh. Ve lo scordate.”
“Nessuna offesa”
rispose quasi divertita Carmilla.
“Bianca, ma Henry
e Neal-” tentò Charming, solo per essere interrotto.
“Henry può
badare a Neal per qualche ora. Se hanno dei problemi può chiamare
Belle. Non è vero Henry?”
Lui annuì
velocemente. “Vi serviranno più persone possibili, mamma” fece
notare. “È meglio che Bianca venga con voi.”
La bionda sospirò.
“E va bene, ma
chiamo Belle mentre andiamo verso la stazione di polizia.”
Quando arrivarono
nell'ufficio di Emma, trovarono due donne ad attenderli.
“Disgustoso,
sento odore di cane bagnato” si lamentò immediatamente Carmilla.
“Attenta a come
parli, vampiro, o farò colazione con la tua fidanzata.”
“Ruby” mormorò
Mulan con tono di avvertimento. “Sii cortese coi nostri ospiti.”
“Le voci si
spargono ancora in fretta in questa città, vedo.”
Ruby sorrise verso
Emma.
“Regina ci ha
chiesto di venire ad aiutarvi. Ha detto che poteva tornarci utile il
mio olfatto e che al momento un soldato” fece un cenno verso Mulan
“è comunque meglio di niente.”
“Mulan. Mi
prendete in giro? Quella è Mulan in carne e ossa” LaFontaine si
guardò attorno incredula, come se aspettasse che qualcuno la
contraddicesse, spiegandole che quella non era la sua principessa
preferita e lei aveva male interpretato la situazione, ma nessuno
fece troppo caso alla sua reazione.
“Se ci muoviamo a
coppie, io mi porto Mulan.”
“No, Ruby, ci
dividiamo a coppie, ma uno di loro ed uno di noi. Loro sanno che
faccia ha la donna che stiamo cercando e noi conosciamo questa città
come le nostre tasche, quindi scegli qualcun altro. Io mi porto
Laura.”
“LaFontaine,
tu puoi venire con me e Bianca” propose David alla ragazza con cui
aveva scambiato qualche parola la sera precedente, rivolgendole un
sorriso amichevole.
Lei annuì,
seguendolo.
“Io prendo il
ragazzo. Sembra l'unico che potrebbe riuscire a tenere in mano una
spada senza cadere all'indietro” decise Mulan, facendogli con la
testa cenno di seguirla.
“Mi prendete in
giro? Non vado in coppia con una non morta. Siamo nemici naturali,
fatti per combatterci a vicenda.”
“Ma per favore,
cagnolino, non riusciresti a combattere neanche un Puffo, con quel
fisico mingherlino che ti ritrovi.”
“Ma senti chi
parla, sei la metà di me, nanetta” Ruby si avvicinò fronteggiando
Carmilla.
“Ok, entrambe.
Smettetela immediatamente e fate le adulte. Abbiamo un lavoro da
fare, quindi mettetevi l'anima in pace e arrangiatevi, non voglio
sentire più fiatare una mosca da nessuna delle due, è chiaro?”
domandò Emma con tono deciso.
Nessuna delle due
rispose, ma entrambe abbassarono lo sguardo.
Emma si voltò,
dirigendosi verso l'uscita.
“Cercherò cos'è
un Piffo su internet e giuro che se è un insulto io e te facciamo i
conti” mormorò nella direzione di Carmilla quando Emma fu troppo
lontana per sentirla.
“Bianca, David e
LaFontaine, voi iniziate dal molo e quando avete finito passate alla
parte est della città” dette istruzioni Emma. “Ruby e Carmilla,
voi le miniere e la spiaggia in mattinata e nel pomeriggio, mentre
gli altri sono ad est, controllerete la parte ovest. Mulan e JP, voi
controllare la città stamani e nel pomeriggio passate ai tunnel
delle miniere. Dandovi il cambio noterete di sicuro se qualcosa
sfugge agli altri, senza contare che così possiamo controllare
l'intera città nell'eventualità che si stia ancora spostando.”
“E noi cosa
faremo?” domandò Laura.
“Noi ci piazziamo
nel bosco. Tutti gli psicopatici che vengono in città per qualche
motivo decidono di nascondersi da quelle parti, quindi io e te
staremo lì, tracceremo ogni sentiero, ogni albero di quel bosco.”
“Fantastico.
Anche oggi dovrò stare nel fango” mormorò la ragazza, abbassando
lo sguardo.
“Tutti pronti?”
chiese Emma.
Dopo un assenso
generale uscirono dalla stazione di polizia, sparpagliandosi per la
città.
Non scendeva nella
cripta da parecchie settimane.
Era più tetra e
fredda di quanto si ricordasse.
Il motivo per cui
aveva deciso di effettuare da lì le sue ricerche era che voleva
essere il più lontano possibile dai suoi cari, nella possibilità in
cui la creatura che la accompagnava decidesse di entrare in azione.
Quindi, guardando
con occhio cinico alla situazione, il motivo per cui si trovava in un
cimitero, dentro una cripta, era che sarebbe potuta essere uccisa da
un momento all'altro. Al quanto ironico, per i suoi standard.
Si guardò attorno
e, nonostante fosse consapevole di aver scelto quel luogo perché
isolato, sentì improvvisamente un senso di solitudine pervaderla.
Si sedette al
solito posto, prese uno dei libri che parlava di creature magiche,
aprì la prima pagina ed iniziò a leggere i nomi sull'indice,
soffermandosi a quelle di cui non conosceva il nome e cercandone la
pagina per leggere le informazioni e controllare se tra i loro poteri
vi era quello di rendersi invisibili.
Aveva appena finito
la prima colonna, quando sentì dei passi sulle scale, annunciando la
discesa di qualcuno verso di lei.
“C'è nessuno?”
Corrugò la fronte,
riconoscendo la persona a cui quella voce apparteneva ma non
comprendendo il motivo per cui avrebbe dovuto trovarsi lì.
“Laura?”
La ragazza fece
capolino dalle scale, scendendo gli ultimi gradini e guardandosi
intorno con aria ammaliata.
“Cosa ci fai
qui?”
Il viaggio in auto verso la foresta
fu silenzioso.
“Allora” Laura si schiarì la
voce. “Vuoi farmi un accenno di come si struttura il bosco o
vogliamo parlare del più e del meno o qualsiasi altra cosa va
benissimo, ma il silenzio mi rende un po' nervosa.”
“Non verrai con me nel bosco.”
La testa di Laura scattò verso la
donna che stava guidando.
“Come sarebbe a dire, ormai siamo
quasi arrivate!”
“Esatto. E quando saremo lì io ti
indicherò un mausoleo di famiglia. Tu entrerai lì dentro e
cercherai Regina, le dirai che io ti ho mandata via perché mi stavi
rallentando e basta, le dirai che ti ho detto che lei stava facendo
delle ricerche sui libri e che quel campo ti si addice decisamente di
più che il bosco pieno di fango.”
“Ma non abbiamo neanche iniziato,
come fai a sapere che ti rallenterò?”
“Non lo so e non penso
che lo faresti, ma ho bisogno che qualcuno vada ad aiutare Regina. È
incredibilmente testarda e non si farà dare una mano da me né dai
miei genitori. Avevo in programma di spedirle Henry, ma mia madre ha
deciso di voler per forza entrare in azione, quindi appena Ruby ha
menzionato l'idea di dividerci in coppie ho pensato” si strinse
nelle spalle, lasciando la frase in sospeso.
“E perché proprio io?”
“Sembri
quella più sveglia.”
“Ma non avrai bisogno di aiuto con
il bosco?”
“Sai, anche io so fare un trucco o due con la
magia, quindi se dovessi incontrare due sconosciute che non ho mai
visto prima, quanto meno le imprigionerei il tempo necessario da
portarle giù alla centrale.”
Laura si arrese, capendo che non
poteva farle cambiare idea.
“Ti confido che una parte di me è
sollevata. Non fraintendermi, io adoro stare sul campo, lottare per
ciò che è giusto e nobile e tutto quel genere di cose. Ma”
sospirò. “Ma stavolta si tratta di combattere due persone a cui
voglio bene e non so se potrei farcela o se finirei per farle
scappare di nuovo.”
Emma parcheggiò l'auto, voltandosi verso di
lei.
“Beh, direi che allora così
vinciamo tutti” le sorrise. “Andiamo, ti faccio vedere da dove si
entra. E mi raccomando, non dire a Regina che ti ho mandato io da
lei, dille che non sai che fare perché io ti ho detto di tornartene
a casa.”
Laura annuì, facendosi accompagnare
fino all'entrata della cripta.
“Che ci fai qui?”
“Beh, ci siamo
divisi in coppie e io ed Emma dovevamo perlustrare il bosco, ma lei
conosce ogni sentiero, mentre io trovo difficile muovermi. Ha detto
che la rallentavo e che me ne potevo tornare a casa. Ma io ho detto
che volevo rendermi utile. Così mi ha mandato qui dicendo che potevo
sentire se tu avevi bisogno di qualcosa.”
Regina la guardò,
inclinando leggermente la testa di lato.
“Era preoccupata
per me e ti ha mandato ad aiutarmi.”
Laura fu colta di
sorpresa dalle sue parole e tardò a rispondere quel tanto che servì
a far capire a Regina di aver centrato il punto.
Laura si aspettò
di essere nuovamente cacciata via, ma invece Regina si voltò,
prendendo in mano un libro e porgendoglielo.
“Laura, è
importante che quello che facciamo qui dentro rimanga tra me e te.
Neanche Carmilla può venire a sapere di quello che troviamo o di
quello che stiamo cercando in primo luogo. Per quello che ne sanno
tutti gli altri eccetto Emma, io e te stiamo cercando un modo per
scovare la madre di Carmilla. Se pensi di non poter mantenere questo
segreto ti prego, esci da questa stanza e fingi di non aver mai
sentito una sola parola di tutto questo.”
Laura afferrò il
libro con determinazione.
“Non una parola.
Promesso. Ma cos'è che dobbiamo cercare?”
Regina esitò,
cercando di leggere se quella sua promessa era sincera o meno. Non le
sembrò che Laura stesse mentendo, quindi lasciò andare la propria
presa sul libro, lasciandolo nelle mani della ragazza.
“Cerchiamo una
creatura che abbia il potere di rendersi invisibile.”
Lei corrugò la
fronte. In effetti, era una particolarità insolita.
Non avevano idea di
quanto tempo fosse passato, finché entrambe furono distratte da dei
rumori al piano superiore e successivamente da qualcuno che scendeva
le scale.
“Vi ho portato il
pranzo” disse Emma senza salutare, appoggiando delle buste
provenienti da Granny sul tavolo della cripta su cui Regina e Laura
avevano appoggiato i libri che stavano consultando.
“Qualcuno ha
avuto fortuna?” chiese Regina, aprendo una delle buste.
“Nessuno. E ti
giuro, è assurdo che tutti riescano a sparire nel nulla così
facilmente” le fece notare la bonda.
“Non sono neanche
nel bosco?” chiese Laura.
“Non ce n'è
traccia.”
“Ne sei sicura? Sembra un posto grande da
perlustrare da sola” chiese nuovamente, la bocca piena del panino
che aveva appena addentato.
Emma sorrise a
quella ragazza che le ricordava un po' se stessa.
“Sicurissima. Se
fossero qui di certo non dormirebbero a terra, visto che parliamo di
una contessa, quindi avrebbero dovuto costruire non dico un castello
ma quanto meno un rifugio. Me ne sarei accorta se ci fosse stato
qualcosa del genere e soprattutto non è una cosa che si può tirar
su in un secondo, perfino usando la magia – che comunque loro non
hanno – ci vorrebbe un bel po', quindi non c'è bisogno di
perlustrare anche nel pomeriggio, posso aiutare voi quaggiù e magari
torno a dare un'occhiata domani. A tenere sicura la città ci stanno
pensando tutti gli altri, quindi dovremmo essere al sicuro.”
Finito il discorso
Emma si voltò per cercare l'approvazione di Regina, ma si accorse
che lei non la stava più ascoltando già da qualche istante.
Aveva lo sguardo
dritto davanti a sé, perso nel vuoto, la mano con cui stava
mangiando sospesa a mezz'aria.
Si alzò in piedi
di scatto.
“Emma, sei un
genio.”
Lei corrugò la
fronte. “Sicuro, certo. E come mai sarei un genio?”
“Abbiamo
sbagliato tutto” radunò i libri in un'unica pila e con un gesto
della mano li fece sparire in un vortice di fumo viola. “Non è una
creatura con la capacità di rendersi invisibile. È una creatura
resa invisibile dalla madre di Carmilla.”
Così dicendo fece
un altro gesto della mano, materializzando sul tavolo un'altra pila
di libri, ancora più alta della precedente.
“Sta usando un
incantesimo che rende invisibile la creatura che mi segue e lo sta
usando anche qui nel bosco, per la casa che si sono sicuramente
costruite ieri notte. Sono proprio qui sotto il nostro naso, ma noi
non possiamo vederle. Che è decisamente scoraggiante se non
addirittura inquietante, ma c'è una buona notizia.”
“Una vampira
dotata di poteri magici e abilità straordinarie si può rendersi
invisibile e nascondersi in qualsiasi posto, in qualsiasi momento,
potrebbe addirittura essere qui adesso, in questa stanza, ad
ascoltare ogni nostra parola, e tu dici che c'è una buona notizia?”
chiese Laura, con aria preoccupata. “Sentiamo.”
Regina le sorrise.
“Non dobbiamo
nemmeno capire che incantesimo ha usato. Dobbiamo solo trovarne uno
che renda visibili le cose trasformate in invisibili. Semplicissimo.”
Emma e Laura si
scambiarono uno sguardo scettico sulla presunta semplicità della
loro missione, ma nessuna delle due osò contraddire Regina.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se secondo voi vale la pena continuare o
se la storia proprio non vi piace.
A presto!
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