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Autore: Herm735    08/12/2015    3 recensioni
“C'è una creatura, che ovunque tu vada ti segue. Non puoi vederla, ma ti darà la caccia, ti rovinerà la vita, infrangerà tutto ciò che conosci e cancellerà la tua redenzione. C'è qualcosa in questa casa che non ti lascia mai da sola.”
Regina ha ottenuto la sua Redenzione. Emma ha trovato la sua Famiglia. Ma una nuova guerra minaccia Storybrooke, con l'arrivo di quattro ragazzi che dicono di inseguire due vampire. Però il problema non saranno solo i vampiri: sarà compito di Emma e Regina capire il motivo del loro arrivo a Storybrooke e trovare la magia che cercano, prima che sia troppo tardi per salvarla. Ma quale magia potrebbe mai essere così potente da spingere due eserciti ad una missione destinata a fallire, come preannunciato già da un'antica profezia?
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Nuovo personaggio, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'The Path Less Traveled'
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Mi scuso per il ritardo ma questo ponte ha assorbito tutte le mie energie! Domenica prossima sarò puntualissima!!
Buona lettura!






The Essential is Invisible to the Eyes



Salì le scale con lentezza, resistendo arduamente all'impulso che sentiva di voltarsi indietro dopo ogni scalino.
Adesso che Carmilla aveva pronunciato quelle parole, le sembrava quasi di poter sentire quel battito lei stessa, quel cuore di troppo, di poter percepire il leggero respiro di qualcuno costantemente presente alle sue spalle. Se chiudeva gli occhi ed ascoltava, udiva riecheggiare assordanti dei passi dietro di lei.
Arrivata all'ultimo scalino chiuse gli occhi, sospirando.
Non c'era nessuno. Quei rumori erano nella sua testa.
Se anche ci fosse stato un essere magico che lei non poteva vedere, di sicuro non ne avrebbe sentito i passi o il respiro, non senza i sensi di un vampiro.
Ancora scossa dalla loro conversazione si diresse verso la sua camera da letto, entrando e richiudendosi immediatamente la porta alle spalle, sedendosi poi sul bordo del letto e fissando la porta come se si aspettasse di vederla aprirsi di colpo, da sola, come per magia.
Un tocco leggero sulla propria schiena la fece sussultare.
“Dove sei andata?”
Deglutì forte e scosse la testa, il respiro affannato dallo spavento.
“Al piano di sotto, ho acceso il camino per far scaldare la casa.”
Emma si spostò più vicina, senza aprire gli occhi.
“Torna a letto e scalda anche me, adesso.”
Regina sorrise, sfiorando con le dita il suo viso e spostandole i capelli dalla fronte con un gesto delicato.
Ma il suo sorriso si affievolì quando le parole di Carmilla trafissero i suoi pensieri, facendola di colpo giungere alla conclusione che nessuno accanto a lei sarebbe stato al sicuro, almeno finché non si sarebbe liberata per sempre da quella creatura, che ovunque la seguiva, col solo scopo di distruggere il suo mondo.
“Cosa c'è?”
Si accorse solo quando Emma parlò che aveva aperto gli occhi e la stava guardando con aria preoccupata.
Si chiese come potesse conoscerla così bene da capire immediatamente cosa stava succedendo semplicemente guardando la sua espressione.
“La madre di Carmilla ha mandato qualcuno a seguirmi.”
Emma corrugò la fronte, alzandosi a sedere.
“Cosa? Come te ne sei accorta? Sono qui fuori, vuoi che-”
“Emma, calmati” si affrettò a prenderle una mano con la sua, in un gesto di conforto. “Carmilla dice che c'è un battito di cuore in più. Non si tratta di un vampiro perché non sarebbe potuto entrare se non invitato, ma è una creatura magica, invisibile agli occhi. Ed è dentro casa nostra. Emma, nessuno che mi stia accanto sarà al sicuro finché non avrò capito di cosa si tratta e non me ne sarò disfatta.”
La bionda capì improvvisamente perché le parole di Regina erano un mero sussurro nella notte, quasi inudibili.
Una silenziosa invasione era già in atto.
Non erano più al sicuro.
Neanche dentro la loro stessa casa.
“Torna a letto” ripeté Emma. “Domani troveremo una soluzione. Adesso riposiamo.”
Si stesero fianco a fianco. Regina si sistemò tra le braccia di Emma, nascondendo il volto contro il suo collo, permettendo ad Emma di baciarle la testa.
“Cerca di dormire.”
“Anche tu.”
Dopo aver ascoltato qualsiasi rumore, anche il più piccolo, che di tanto in tanto rompeva il silenzio della notte, finalmente il sonno le vinse, trascinandole in sogni frenetici e tormentati, nei quali non trovarono il risposo sperato.

Dopo poche ore di sonno Regina si svegliò di soprassalto con la fronte madida di sudore. Si alzò immediatamente, cercando di non svegliare Emma, ed iniziò a percorrere a piedi nudi la stanza nel tentativo di calmare il battito del proprio cuore.
Quando si sentì un po' più tranquilla entrò nel bagno della loro camera e si tolse velocemente il pigiama umido, entrando dentro la doccia.
Aprì il getto dell'acqua, il getto bollente calmò del tutto i suoi brividi.
Appoggiò la fronte sulle mattonelle del box doccia ed inspirò ampie boccate d'aria.
Era sola. Nel buio. In mezzo ad un bosco.
Le sembrava un posto conosciuto, ma non ne era sicura.
Una luce abbagliante le tolse la vista e quando riuscì a riaprire gli occhi era comparsa davanti a lei una creatura.
Era alta quanto lei ma, nonostante le sembianze umane, vi era qualcosa nella sua figura che rendeva Regina inquieta.
La vedeva come si vede una foto sbiadita il cui soggetto è abbagliato dal flash, completamente bianca e senza volto. Come se una luce eterea l'avvolgesse. Come se non avesse un viso, ma fosse fatta di sola luce.
La creatura eterea le si avvicinò, sfiorandole il volto con una carezza quasi materna.
Regina la lasciò avvicinare, senza pensare di potersi opporre, lasciando che la persona che aveva davanti premesse il corpo – se aveva davvero un corpo – contro il suo, circondandole le spalle con un braccio e prendendo una delle due mani con la mano che aveva libera, portò il volto invisibile vicino al suo orecchio e anche se non aveva lineamenti, né naso, né bocca, riuscì comunque a parlarle.
Solo tu puoi proteggermi. Solo tu puoi capirmi. Salvami.”
Un bussare improvviso alla porta la fece sobbalzare e voltare di scatto di centottanta gradi, ma senza aprire la doccia.
“Regina, posso entrare?”
Lei riprese a respirare solo dopo aver sentito la voce della persona dall'altro lato della porta, portandosi una mano sul cuore.
“Emma.”
La porta si aprì proprio mentre Regina usciva dalla doccia.
La bionda afferrò un asciugamano e si avvicinò a Regina, avvolgendolo attorno alla sua esile figura appena lei fu fuori dal box della doccia.
“Stai tremando.”
Regina si strinse contro di lei, incurante del fatto che la stava bagnando. Ad Emma sembrò non importare. Se la strinse contro più forte, baciandola sulle guance, sulla fronte, sul collo, sulla testa, sussurrando parole di conforto e cullandola piano contro il proprio petto.
“Andrà tutto bene. Qualsiasi cosa succeda, insieme possiamo affrontarla. Andrà tutto bene amore mio.”
Ripeté quelle parole ancora e ancora, finché Regina smise di tremare e ricambiò con forza la sua stretta.

Regina non aveva mai avuto paura in vita sua, da quando aveva imparato ad usare a proprio piacimento la magia oscura, da quando aveva fatto degli incantesimi un'arte e del fuoco un'arma, non aveva più temuto uomo, animale, creatura magica o eroe che si ponesse dinnanzi al suo cammino.
La paura non le apparteneva. Non l'aveva mai guidata.
Fino a quel momento.
Come si può combattere qualcosa che non si riesce a vedere?
Come si affronta un nemico che non si conosce?
Come si vince una battaglia che non ci si rende neanche conto di combattere?
Non si può.
Questa era la sua risposta.
Non poteva combattere, non poteva vincere.
Non vi erano vie d'uscita.
“Mangia qualcosa, almeno” Emma la distrasse dai suoi pensieri.
“Non posso. Voglio andare alla cripta, lontano da qualcuno che può essere messo in pericolo e scoprire di più su creature che non si possono vedere.”
“Non vuoi neanche un caffè, o qualcosa da portarti?”
Regina scosse la testa mentre afferrava le chiavi di casa.
“Cercate di scoprire dove si nasconde la madre di Carmilla, d'accordo? Non possiamo affrontare una guerra, non abbiamo neanche uno straccio di esercito. Dobbiamo cercare un accordo, farle capire che non abbiamo l'arma che cerca.”
Emma sospirò.
“Fai attenzione.”
Regina accennò un sorriso, ma non riuscì a tenerlo sulle labbra per più di un istante.
“Non avere paura per me, Emma. Io non ne ho” mentì.
Senza aggiungere altro si smaterializzò.

Quando i quattro ragazzi ospiti a casa loro ed Henry furono scesi in soggiorno, Emma li invitò ad uscire di casa.
“Prima passiamo da mia madre, Henry rimarrà con lei e Neal, mio padre invece ci aiuterà a setacciare la città.”
Ovviamente i piani di Emma non andarono esattamente come sperato.
“Oh, no, vi scordate che io rimanga a casa mentre voi rischiate la vita a combattere una vampira pazzoide – senza offesa” disse nella direzione generale di Carmilla “che vuole radunare un esercito e dichiararci guerra. Uh-uh. Ve lo scordate.”
“Nessuna offesa” rispose quasi divertita Carmilla.
“Bianca, ma Henry e Neal-” tentò Charming, solo per essere interrotto.
“Henry può badare a Neal per qualche ora. Se hanno dei problemi può chiamare Belle. Non è vero Henry?”
Lui annuì velocemente. “Vi serviranno più persone possibili, mamma” fece notare. “È meglio che Bianca venga con voi.”
La bionda sospirò.
“E va bene, ma chiamo Belle mentre andiamo verso la stazione di polizia.”
Quando arrivarono nell'ufficio di Emma, trovarono due donne ad attenderli.
“Disgustoso, sento odore di cane bagnato” si lamentò immediatamente Carmilla.
“Attenta a come parli, vampiro, o farò colazione con la tua fidanzata.”
“Ruby” mormorò Mulan con tono di avvertimento. “Sii cortese coi nostri ospiti.”
“Le voci si spargono ancora in fretta in questa città, vedo.”
Ruby sorrise verso Emma.
“Regina ci ha chiesto di venire ad aiutarvi. Ha detto che poteva tornarci utile il mio olfatto e che al momento un soldato” fece un cenno verso Mulan “è comunque meglio di niente.”
“Mulan. Mi prendete in giro? Quella è Mulan in carne e ossa” LaFontaine si guardò attorno incredula, come se aspettasse che qualcuno la contraddicesse, spiegandole che quella non era la sua principessa preferita e lei aveva male interpretato la situazione, ma nessuno fece troppo caso alla sua reazione.
“Se ci muoviamo a coppie, io mi porto Mulan.”
“No, Ruby, ci dividiamo a coppie, ma uno di loro ed uno di noi. Loro sanno che faccia ha la donna che stiamo cercando e noi conosciamo questa città come le nostre tasche, quindi scegli qualcun altro. Io mi porto Laura.”
LaFontaine, tu puoi venire con me e Bianca” propose David alla ragazza con cui aveva scambiato qualche parola la sera precedente, rivolgendole un sorriso amichevole.
Lei annuì, seguendolo.
“Io prendo il ragazzo. Sembra l'unico che potrebbe riuscire a tenere in mano una spada senza cadere all'indietro” decise Mulan, facendogli con la testa cenno di seguirla.
“Mi prendete in giro? Non vado in coppia con una non morta. Siamo nemici naturali, fatti per combatterci a vicenda.”
“Ma per favore, cagnolino, non riusciresti a combattere neanche un Puffo, con quel fisico mingherlino che ti ritrovi.”
“Ma senti chi parla, sei la metà di me, nanetta” Ruby si avvicinò fronteggiando Carmilla.
“Ok, entrambe. Smettetela immediatamente e fate le adulte. Abbiamo un lavoro da fare, quindi mettetevi l'anima in pace e arrangiatevi, non voglio sentire più fiatare una mosca da nessuna delle due, è chiaro?” domandò Emma con tono deciso.
Nessuna delle due rispose, ma entrambe abbassarono lo sguardo.
Emma si voltò, dirigendosi verso l'uscita.
“Cercherò cos'è un Piffo su internet e giuro che se è un insulto io e te facciamo i conti” mormorò nella direzione di Carmilla quando Emma fu troppo lontana per sentirla.
“Bianca, David e LaFontaine, voi iniziate dal molo e quando avete finito passate alla parte est della città” dette istruzioni Emma. “Ruby e Carmilla, voi le miniere e la spiaggia in mattinata e nel pomeriggio, mentre gli altri sono ad est, controllerete la parte ovest. Mulan e JP, voi controllare la città stamani e nel pomeriggio passate ai tunnel delle miniere. Dandovi il cambio noterete di sicuro se qualcosa sfugge agli altri, senza contare che così possiamo controllare l'intera città nell'eventualità che si stia ancora spostando.”
“E noi cosa faremo?” domandò Laura.
“Noi ci piazziamo nel bosco. Tutti gli psicopatici che vengono in città per qualche motivo decidono di nascondersi da quelle parti, quindi io e te staremo lì, tracceremo ogni sentiero, ogni albero di quel bosco.”
“Fantastico. Anche oggi dovrò stare nel fango” mormorò la ragazza, abbassando lo sguardo.
“Tutti pronti?” chiese Emma.
Dopo un assenso generale uscirono dalla stazione di polizia, sparpagliandosi per la città.

Non scendeva nella cripta da parecchie settimane.
Era più tetra e fredda di quanto si ricordasse.
Il motivo per cui aveva deciso di effettuare da lì le sue ricerche era che voleva essere il più lontano possibile dai suoi cari, nella possibilità in cui la creatura che la accompagnava decidesse di entrare in azione.
Quindi, guardando con occhio cinico alla situazione, il motivo per cui si trovava in un cimitero, dentro una cripta, era che sarebbe potuta essere uccisa da un momento all'altro. Al quanto ironico, per i suoi standard.
Si guardò attorno e, nonostante fosse consapevole di aver scelto quel luogo perché isolato, sentì improvvisamente un senso di solitudine pervaderla.
Si sedette al solito posto, prese uno dei libri che parlava di creature magiche, aprì la prima pagina ed iniziò a leggere i nomi sull'indice, soffermandosi a quelle di cui non conosceva il nome e cercandone la pagina per leggere le informazioni e controllare se tra i loro poteri vi era quello di rendersi invisibili.
Aveva appena finito la prima colonna, quando sentì dei passi sulle scale, annunciando la discesa di qualcuno verso di lei.
“C'è nessuno?”
Corrugò la fronte, riconoscendo la persona a cui quella voce apparteneva ma non comprendendo il motivo per cui avrebbe dovuto trovarsi lì.
“Laura?”
La ragazza fece capolino dalle scale, scendendo gli ultimi gradini e guardandosi intorno con aria ammaliata.
“Cosa ci fai qui?”

Il viaggio in auto verso la foresta fu silenzioso.
Allora” Laura si schiarì la voce. “Vuoi farmi un accenno di come si struttura il bosco o vogliamo parlare del più e del meno o qualsiasi altra cosa va benissimo, ma il silenzio mi rende un po' nervosa.”
Non verrai con me nel bosco.”
La testa di Laura scattò verso la donna che stava guidando.
Come sarebbe a dire, ormai siamo quasi arrivate!”
Esatto. E quando saremo lì io ti indicherò un mausoleo di famiglia. Tu entrerai lì dentro e cercherai Regina, le dirai che io ti ho mandata via perché mi stavi rallentando e basta, le dirai che ti ho detto che lei stava facendo delle ricerche sui libri e che quel campo ti si addice decisamente di più che il bosco pieno di fango.”
Ma non abbiamo neanche iniziato, come fai a sapere che ti rallenterò?”
“Non lo so e non penso che lo faresti, ma ho bisogno che qualcuno vada ad aiutare Regina. È incredibilmente testarda e non si farà dare una mano da me né dai miei genitori. Avevo in programma di spedirle Henry, ma mia madre ha deciso di voler per forza entrare in azione, quindi appena Ruby ha menzionato l'idea di dividerci in coppie ho pensato” si strinse nelle spalle, lasciando la frase in sospeso.

E perché proprio io?”
“Sembri quella più sveglia.”

Ma non avrai bisogno di aiuto con il bosco?”
“Sai, anche io so fare un trucco o due con la magia, quindi se dovessi incontrare due sconosciute che non ho mai visto prima, quanto meno le imprigionerei il tempo necessario da portarle giù alla centrale.”

Laura si arrese, capendo che non poteva farle cambiare idea.
Ti confido che una parte di me è sollevata. Non fraintendermi, io adoro stare sul campo, lottare per ciò che è giusto e nobile e tutto quel genere di cose. Ma” sospirò. “Ma stavolta si tratta di combattere due persone a cui voglio bene e non so se potrei farcela o se finirei per farle scappare di nuovo.”
Emma parcheggiò l'auto, voltandosi verso di lei.

Beh, direi che allora così vinciamo tutti” le sorrise. “Andiamo, ti faccio vedere da dove si entra. E mi raccomando, non dire a Regina che ti ho mandato io da lei, dille che non sai che fare perché io ti ho detto di tornartene a casa.”
Laura annuì, facendosi accompagnare fino all'entrata della cripta.

“Che ci fai qui?”
“Beh, ci siamo divisi in coppie e io ed Emma dovevamo perlustrare il bosco, ma lei conosce ogni sentiero, mentre io trovo difficile muovermi. Ha detto che la rallentavo e che me ne potevo tornare a casa. Ma io ho detto che volevo rendermi utile. Così mi ha mandato qui dicendo che potevo sentire se tu avevi bisogno di qualcosa.”
Regina la guardò, inclinando leggermente la testa di lato.
“Era preoccupata per me e ti ha mandato ad aiutarmi.”
Laura fu colta di sorpresa dalle sue parole e tardò a rispondere quel tanto che servì a far capire a Regina di aver centrato il punto.
Laura si aspettò di essere nuovamente cacciata via, ma invece Regina si voltò, prendendo in mano un libro e porgendoglielo.
“Laura, è importante che quello che facciamo qui dentro rimanga tra me e te. Neanche Carmilla può venire a sapere di quello che troviamo o di quello che stiamo cercando in primo luogo. Per quello che ne sanno tutti gli altri eccetto Emma, io e te stiamo cercando un modo per scovare la madre di Carmilla. Se pensi di non poter mantenere questo segreto ti prego, esci da questa stanza e fingi di non aver mai sentito una sola parola di tutto questo.”
Laura afferrò il libro con determinazione.
“Non una parola. Promesso. Ma cos'è che dobbiamo cercare?”
Regina esitò, cercando di leggere se quella sua promessa era sincera o meno. Non le sembrò che Laura stesse mentendo, quindi lasciò andare la propria presa sul libro, lasciandolo nelle mani della ragazza.
“Cerchiamo una creatura che abbia il potere di rendersi invisibile.”
Lei corrugò la fronte. In effetti, era una particolarità insolita.

Non avevano idea di quanto tempo fosse passato, finché entrambe furono distratte da dei rumori al piano superiore e successivamente da qualcuno che scendeva le scale.
“Vi ho portato il pranzo” disse Emma senza salutare, appoggiando delle buste provenienti da Granny sul tavolo della cripta su cui Regina e Laura avevano appoggiato i libri che stavano consultando.
“Qualcuno ha avuto fortuna?” chiese Regina, aprendo una delle buste.
“Nessuno. E ti giuro, è assurdo che tutti riescano a sparire nel nulla così facilmente” le fece notare la bonda.
“Non sono neanche nel bosco?” chiese Laura.
“Non ce n'è traccia.”
“Ne sei sicura? Sembra un posto grande da perlustrare da sola” chiese nuovamente, la bocca piena del panino che aveva appena addentato.
Emma sorrise a quella ragazza che le ricordava un po' se stessa.
“Sicurissima. Se fossero qui di certo non dormirebbero a terra, visto che parliamo di una contessa, quindi avrebbero dovuto costruire non dico un castello ma quanto meno un rifugio. Me ne sarei accorta se ci fosse stato qualcosa del genere e soprattutto non è una cosa che si può tirar su in un secondo, perfino usando la magia – che comunque loro non hanno – ci vorrebbe un bel po', quindi non c'è bisogno di perlustrare anche nel pomeriggio, posso aiutare voi quaggiù e magari torno a dare un'occhiata domani. A tenere sicura la città ci stanno pensando tutti gli altri, quindi dovremmo essere al sicuro.”
Finito il discorso Emma si voltò per cercare l'approvazione di Regina, ma si accorse che lei non la stava più ascoltando già da qualche istante.
Aveva lo sguardo dritto davanti a sé, perso nel vuoto, la mano con cui stava mangiando sospesa a mezz'aria.
Si alzò in piedi di scatto.
“Emma, sei un genio.”
Lei corrugò la fronte. “Sicuro, certo. E come mai sarei un genio?”
“Abbiamo sbagliato tutto” radunò i libri in un'unica pila e con un gesto della mano li fece sparire in un vortice di fumo viola. “Non è una creatura con la capacità di rendersi invisibile. È una creatura resa invisibile dalla madre di Carmilla.”
Così dicendo fece un altro gesto della mano, materializzando sul tavolo un'altra pila di libri, ancora più alta della precedente.
“Sta usando un incantesimo che rende invisibile la creatura che mi segue e lo sta usando anche qui nel bosco, per la casa che si sono sicuramente costruite ieri notte. Sono proprio qui sotto il nostro naso, ma noi non possiamo vederle. Che è decisamente scoraggiante se non addirittura inquietante, ma c'è una buona notizia.”
“Una vampira dotata di poteri magici e abilità straordinarie si può rendersi invisibile e nascondersi in qualsiasi posto, in qualsiasi momento, potrebbe addirittura essere qui adesso, in questa stanza, ad ascoltare ogni nostra parola, e tu dici che c'è una buona notizia?” chiese Laura, con aria preoccupata. “Sentiamo.”
Regina le sorrise.
“Non dobbiamo nemmeno capire che incantesimo ha usato. Dobbiamo solo trovarne uno che renda visibili le cose trasformate in invisibili. Semplicissimo.”
Emma e Laura si scambiarono uno sguardo scettico sulla presunta semplicità della loro missione, ma nessuna delle due osò contraddire Regina.









Fatemi sapere cosa ne pensate, se secondo voi vale la pena continuare o se la storia proprio non vi piace.
A presto!






  
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