Rose
Mentre Regina e Laura iniziarono a
cercare tra le pagine dei libri che la strega aveva evocato, Emma
corse fuori dalla cripta, componendo il numero di telefono di suo
padre.
“Dovete venire qua al
bosco.”
“L'avete trovata?”
“Non ancora, ma abbiamo
motivo per credere che sia qui. Radunate Ruby e Mulan ed incontrateci
alla cripta di Regina.”
“Va bene.”
Riattaccò il
cellulare, tornando da Regina e Laura.
“Ci stanno raggiungendo gli altri,
iniziamo a cercare a tappeto per tutto il bosco, anche fuori dai
sentieri tracciati, in modo che se hanno nascosto un'intera casa con
un incantesimo la troveremo per forza.”
“Mi sembra un'idea ragionevole”
rispose distrattamente Regina, continuando a leggere il libro che
stava tenendo in mano.
“Bene. Avete bisogno di me o vado a
cercare anche io con loro?”
“No, per adesso credo che riusciremo
a controllare questa pila da sole. Se entro stasera non troviamo
niente su un valido contro incantesimo magari domani puoi aiutarci”
rispose la mora, alzando il viso e sorridendole.
Sapeva benissimo quanto Emma odiasse il
lavoro di ricerca e preferisse di gran lunga essere al centro
dell'azione.
“Appena trovate qualcosa avvisatemi.”
“Certamente.”
Dopo l'assenso di Regina tornò
all'esterno, dove attese i suoi compagni per spiegare loro cosa
dovevano fare e il motivo.
Una volta che tutti ebbero compreso
cosa stessero cercando e come comportarsi in caso lo avessero
trovato, Emma li divise nuovamente in coppie assegnando ad ognuno una
zona del bosco da perlustrare.
“Ci rivediamo qui tra un paio d'ore.
State attenti e non fate niente di avventato. Ruby, sto guardando
te.”
La ragazza alzò gli occhi al cielo,
mormorando qualcosa di vago e dirigendosi subito dopo verso la sua
zona del bosco, con al seguito Carmilla.
Mentre sfogliava il primo dei volumi
della sua pila, Laura guardò più di una volta la donna di fronte a
sé, di sottecchi, cercando il coraggio di farle la domanda che
aleggiava nella sua mente ormai da ore.
“Parla e basta, non riuscirai mai a
concentrarti se non mi dici quello che è evidente ti sta passando
per la testa in questo momento” la spronò Regina, senza neanche
alzare gli occhi dal libro che aveva sulle ginocchia.
Laura si schiarì la voce.
“Tu e Carmilla vi conoscete da
tanto.”
“Sì, è vero” la risposta arrivò
nuovamente senza che la donna alzasse gli occhi, affrettata e secca,
come se non volesse iniziare una conversazione su quell'argomento,
anche se era stata lei ad invitarla a parlare.
“Quando l'hai conosciuta era già
un...”
“Vampiro. Non è una parolaccia, è
solo quello che è, non c'è niente di male nel pronunciarla. Sì,
quando l'ho conosciuta era già stata trasformata. Carmilla è una
contessa del tuo mondo e quando è venuta nel mio era lì in qualità
di creatura magica, com'è ovvio presumere. Non è rimasta a lungo ed
era già stata una vampira a lungo.”
“E come vi siete conosciute?”
Regina sospirò, sollevando il libro ed
appoggiandolo sul tavolo prima di riprendere la conversazione.
“Sua madre fece visita alla mia.”
Laura corrugò la fronte.
“Si conoscevano bene. Io ero poco più
che una ragazza, non ero ancora neanche stata promessa in sposa al
Re. Lei e mia madre si capivano in tutto e per tutto, entrambe
volevano ciò che era meglio per la propria figlia, anche se era la
scelta che ci rendeva infelici.”
Come se considerasse il discorso
chiuso, Regina prese nuovamente in mano il libro, ma non ebbe neanche
tempo di ricominciare a leggere che la voce di Laura le impose di
fermarsi e rimettere il libro sul tavolo.
“Ma credevo che Carmilla ti avesse
vista quando eri la regina.”
“Tu non hai chiesto quando è
diventata mia amica, hai chiesto quando ci siamo conosciute ed io ho
risposto a quella domanda.”
“E quando è diventata tua amica?”
“Molti anni dopo, quando lei e sua
madre tornarono cercando Cora ed invece trovarono me. Anche io ero
molto come lei, ma più imprudente e capricciosa. Non ho fatto il
male che ho fatto per amor di qualcuno, ma per rabbia e vendetta e
dolore. La mia crudeltà era diversa perché non aveva scopo, mia
madre ha ucciso e ingannato credendo che fosse la cosa migliore per
me, la madre di Carmilla lo ha fatto per i suoi vampiri. Io l'ho
fatto perché” si strinse nelle spalle. “Credevo davvero che non
vi fosse altra via. Credevo che al mondo non esistesse altro che
l'odio e la rabbia, il rancore feroce che provavo mi accecava. Non
sono mai stata molto brava ad amare.”
“E perché sono tornare nel vostro
mondo?”
“Per lo stesso motivo per cui siete
tornate adesso. In cerca della magia. L'unica cosa che voi non potete
trovare in queste terre. Al tempo era più facile, c'erano più
portali, era prima che i fagioli magici sparissero dalla
circolazione.”
“E per cosa volevano la magia?”
“Non l'ho mai saputo. Quello che
volevano da me era solo un antico incantesimo che si narrava potesse
riportare in vita in non morti mille volte e mille ancora. Io le
accontentai, guardandomi bene dall'avvertirle che ogni magia ha un
costo.”
“E tu e lei come siete diventate
amiche?”
“Beh, lei era giovane d'aspetto e
così annoiata. Io organizzavo ogni sera una festa e ogni giorno una
guerra. Così lei rimase. Soltanto poche settimane, ma rimase. Poi
sparì, d'improvviso eppure come se lo sapessimo entrambe da sempre.
Non fu una sorpresa sapere che se ne era andata, ma fu una notizia
che accolsi con rammarico il fatto che non mi aveva detto
addio.”
“Come mai non lo aveva fatto?”
Regina si strinse nelle spalle, ormai
persa in lontani ricordi di quel passato quasi dimenticato.
“Mi aveva sempre detto che ci saremmo
riviste, un giorno, dopo molti anni. Che il nostro non sarebbe mai
stato un addio.”
“Come ne era sicura?”
Regina si strinse nuovamente nelle
spalle, ma recentemente aveva appreso la risposta a quella domanda: a
causa di una profezia.
“Ma perché se n'è andata se lì
aveva tutto ciò che voleva?”
“Oh, no, non tutto. Aveva dei
passatempi, ma era divisa a metà. Non poteva avere una cosa che al
tempo disperatamente bramava.”
“Che cosa?”
Regina inclinò la testa di lato,
guardandola come se a quel punto sarebbe dovuto essere ovvio.
“Me” rispose, con semplicità.
Laura corrugò la fronte.
“E tu non-” lasciò la frase in
sospeso, non sapendo come continuare.
“Non voleva me in quel senso” rise,
scuotendo la testa. “Voleva essere me, essere la regina, ma non
poteva farlo senza uccidermi. E lei, a differenza di sua madre e
della mia, aveva una coscienza, quindi se ne andò, prima che sua
madre realizzasse i suoi desideri per lei.”
Laura non chiese altro, rimase in
silenzio a riflettere su quello che Regina le aveva raccontato,
mentre la mora continuò a sfogliare il suo libro.
“Che tipo di prezzo?”
“Scusami?”
“Che tipo di prezzo dovevano pagare
per la magia di cui hai parlato?”
Lei scosse la testa.
“Non ne ho la minima idea. Ma
credimi, il prezzo di una magia come quella è molto, molto alto.”
Senza replicare, Laura tornò a
concentrarsi sul suo libro, ma senza successo.
“Credi davvero che questi ragazzi
siano affidabili? Che dicano la verità sul motivo che li ha spinti
qui?” chiese Bianca, mentre lei ed Emma perlustravano la loro parte
di terreno.
“Non lo so, ma Regina conosce una di
loro e sembrano essere amiche, quindi non vedo perché non dovremmo
fidarci.”
“Attenzione, Emma. Carmilla non era
amica di Regina, non lo è mai stata. Ho sentito delle storie su sua
madre e sulle loro visite nel nostro reame, la prima volta che si
sono incontrate Regina era una ragazza e non era amicizia ciò che le
legava.”
“Cosa stai cercando di dirmi, che erano amanti?”
Emma rise. “Mamma, non scherziamo, Regina a quel tempo aveva occhi
solo per Daniel.”
“No, sto dicendo il contrario. Regina da
ragazza si è sempre tenuta alla larga dai non morti, era spaventata
da Carmilla e da sua madre come chiunque lo sarebbe. Non farti
ingannare, non era amica di Regina, era amica della regina cattiva,
in questo caso credo che la differenza sia sostanziale.”
“Rimane il fatto che si conoscono e
se lei dice che il problema non è la ragazza ma sua madre, io le
credo.”
“Certo, ma come facciamo a sapere che
non sono alleate? Quelle ragazze si sono introdotte in casa vostra
senza sforzo. Le avete invitate voi, la figlia di una donna che è
venuta in città perché le serve un qualche tipo di magia. La
persona che si presume le sia più cara al mondo si è avvicinata a
voi senza sforzo, senza problemi.”
“Che avremmo dovuto fare,
far dormire quattro adolescenti nel bosco con una vampira pazza in
giro?”
“Non dico questo. Dico solo che
dovreste stare attente. C'è un vampiro in casa vostra, che si aggira
liberamente per le vostre stanze, che può udirvi da qualsiasi stanza
della casa si trovi e sente ogni cosa che voi dite.”
Emma si paralizzò.
“C'è qualcuno che può sentire e
vedere tutto ciò che succede in casa nostra.”
“Esatto.”
“No, mamma non
capisci. C'è qualcuno che segue Regina ovunque lei vada, è vero. E
tu mi hai appena fatto capire che quel qualcuno potrebbe nascondersi
in bella vista, ma non è Carmilla. È stata lei ad avvertirla che
qualcuno la stava osservando, perché avrebbe dovuto farlo se fosse
alleata con sua madre?”
“Qualcuno segue Regina?”
“Non è sicuro parlarne qui, come
dici tu c'è qualcuno che può sentire tutto quello che diciamo anche
se è molto lontano. Qualcuno che può rendere invisibili persone ed
oggetti a proprio piacimento, chissà cos'altro. Potremmo essere
assediati, invasi, ci potrebbero essere un centinaio di soldati
proprio in questo bosco, proprio attorno a noi, in questo preciso
istante, vampiri silenziosi ed immobili che ci osservano e ci evitano
ed aspettano il momento opportuno per attaccarci. Potremmo essere già
in guerra e neanche riuscire a vederlo. L'ultimo dei nostri problemi,
al momento, è capire da che parte sta Carmilla.”
Bianca sembrò terrificata dalle sue
parole.
“Stai dicendo che potrebbero essere
attorno a noi. Se cerchiamo una casa è un conto, non si può
spostare, quindi anche se è invisibile ci potremmo sbattere contro e
trovarla. Ma se a nascondersi è un esercito, non abbiamo possibilità
di toccarli.”
Emma annuì lentamente.
“Stavolta temo che la risposta non
possa essere trovata con la semplice ricerca sul campo. Dobbiamo
tornare indietro ed aiutare Regina e Laura, partendo dalla teoria.”
“Chiamo David, tu senti Ruby e
Mulan.”
Emma stava per comporre il primo dei
due numeri quando un urlo dall'altra parte del bosco le distrasse.
Dopo essersi guardate negli occhi
iniziarono a correre a perdifiato nella direzione da cui proveniva
quel rumore.
Mulan e JP stavano percorrendo il loro
sentiero in silenzio.
“Non sei una persona di molte parole”
osservò il ragazzo.
Lei scosse la testa.
“Già” mormorò lui. “Posso
chiedere come-”
Una mano di Mulan scattò verso l'alto,
coprendo la sua bocca. Gli fece cenno di fare silenzio portandosi
l'indice contro le labbra. Poi indicò un punto dietro un grande
albero.
Lui guardò in quella direzione,
sentendo delle voci.
Lei estrasse la spada, iniziando a
camminare silenziosamente in quella direzione.
Il ragazzo la seguì cercando di non
fare rumore.
Mulan gli indicò di aggirare la radura
da sinistra, mentre lei andava verso la destra.
“Al mio segnale supera l'albero e
cogliamole di sorpresa, sii reattivo: potrebbe essere la nostra unica
possibilità di catturarle.”
Lui annuì, seguendo le sue istruzioni.
Mulan si spostò sulla destra e si mise
di spalle contro il tronco di un albero, la spada stretta nella mano
destra, si sporse per guardare oltre l'albero e vide qualcuno parlare
con una persona nascosta alla sua visuale.
Senza perdere tempo si spostò dietro
un secondo albero più vicino a loro.
Vide JP tornare indietro ed andarle
incontro, muovendo le braccia per farle segno di non muoversi, ma lei
era decisa ad affrontare chiunque ci fosse in quella radura.
Con un movimento veloce uscì allo
scoperto, la spada nella direzione della donna che aveva intravisto,
pronta a combattere.
Lei si voltò, vedendosi la lama quasi
contro il petto ed urlò, indietreggiando.
“LaFontaine?”
“Mulan” David la guardò corrugando
la fronte.
Lei ripose di nuovo la spada.
“Mi dispiace, non ho visto che stava
parlando con te, ho solo intravisto la sua figura e non volevo
rischiare che mi sfuggissero nel caso in cui fossero state le donne
che stiamo cercando.”
“Ti stavo facendo cenno di non
attaccare” le fece notare JP. “Dall'altra parte si vedevano bene
entrambi.”
“Mi dispiace” ripeté Mulan.
“Non fa niente” rispose la ragazza,
accennando un sorriso. “Anzi, appezzo la dedizione con cui state
cercando di aiutarci.”
Carmilla e Ruby furono le prime ad
arrivare.
“Che diavolo è successo?”
“Niente, soltanto un malinteso”
spiegò David. “Ancora niente novità?”
Ruby scosse la testa negativamente.
“Provo a chiamare Emma, di sicuro
staranno venendo verso di noi anche loro.”
Compose il numero e sua figlia rispose
al primo squillo.
“Cos'è stato quell'urlo?”
“Niente,
Mulan ci ha colto alle spalle spaventando LaFontaine ma non è
successo niente. Avete novità?”
“Non al momento, ma c'è un cambio di
piani. Vediamoci davanti alla cripta.”
“D'accordo, arriviamo subito, gli
altri sono tutti con me.”
Senza dire altro riagganciò la
conversazione e spiegò agli altri che dovevano tornare indietro a
causa di un cambio di piani.
Quando furono di nuovo alla cripta Emma
spiegò brevemente le ipotesi che lei e Bianca avevano fatto e la
necessità di concentrarsi sul trovare un contro incantesimo
piuttosto che di trovare una casa che non avrebbero potuto vedere in
ogni caso.
Scesero nella cripta, sentendo la
risata di Laura quando ancora erano sugli scalini.
“Non può averlo detto davvero.”
“Non solo, ma dopo il commento sul
suo naso è passata a criticare la sua accompagnatrice! Non ho mai
visto il duca così rosso in viso.”
Quando la piccola folla giunse nella
stanza Regina fece cenno a Laura di smettere di ridere, ma un secondo
troppo tardi.
“Ancora con la storia del duca? Sono
passate decine di anni, Regina. E si meritava ogni parola che gli ho
detto” sottolineò Carmilla.
Regina alzò gli occhi al cielo, ma non
obbiettò.
“Che ci fate tutti qui?”
“Abbiamo pensato che è meglio se
prima vi aiutiamo a trovare un contro incantesimo. Se davvero hanno
la capacità di rendere invisibili le cose e le persone, potrebbe
esserci un intero esercito di vampiri proprio sopra le nostre teste,
dei soldati silenziosi che attendono solo il momento giusto per
iniziare una guerra.”
L'espressione di Regina divenne
mortalmente seria.
“Soldati silenziosi” ripeté a
bassa voce.
Fu allora che Carmilla capì cosa stava
pensando.
“No, non può essere già iniziata.
La profezia dice che i tre eserciti devono fronteggiarsi per tre
giorni. Per prima cosa, così non ci stanno affrontando, si
nascondono e basta. Seconda cosa, manca il terzo esercito perché
inizi il conto alla rovescia.”
Regina corrugò la fronte.
“Speriamo che non siano ancora qui,
ma se lo fossero Emma ha ragione. La prima cosa da fare è renderli
visibili, certo, perché un nemico invisibile ha già vinto. Ma allo
stesso tempo, nell'istante in cui potremmo vederli, inizierà la
profezia.”
“Non se l'esercito è soltanto uno.
Ed è un rischio che dobbiamo correre” le fece notare la vampira
con risoluzione.
“Bene, allora mettiamoci a lavoro.”
Fu solo dopo parecchio tempo che
LaFontaine scattò in piedi.
“Ho trovato qualcosa, ragazzi. Forse
ci siamo. L'incantesimo di apparizione.”
Passò il libro a Regina che si era
avvicinata velocemente a lei.
Sento qualcosa che non posso vedere,
Ma ho il bisogno di sapere.
Sento i passi di qualcuno,
Ma se mi volto non vedo nessuno.
Con queste parole di evocazione,
Ciò che non vedo farà apparizione.
Lo rilesse più e
più volte.
“Posso farlo
funzionare. Non so cosa sto cercando, ma l'incantesimo non chiede che
venga pronunciato alcun nome, devo solo pensare a ciò che ha detto
Carmilla sulla creatura che mi segue e penso di poterlo far
funzionare.”
La vampira corrugò la fronte.
“Credevo fosse
per far apparire dei soldati, la creatura di cui ti ho parlato io non
è il momento che ti venga mostrata.”
Possibile che
Regina non avesse capito cosa intendeva con le sue parole?
“Non fa
differenza, una volta usato sulla creatura che abbiamo la certezza
sia con me, funzionerà anche sulle altre.”
Carmilla scosse la
testa.
Pensava
di essere stata chiara, di aver dato a Regina quella notizia in modo
palese, ma a quanto sembrava c'era stato tra loro un terribile
malinteso.
“Regina non-”
“Non provare a
dissuadermi, ho già preso la mia decisione.”
Chiuse il libro,
iniziando ad uscire dalla cripta.
Carmilla non
aggiunse altro, dovevano avere quella conversazione in privato, non
poteva parlarne davanti a tutti quanti. Ma almeno usando
quell'incantesimo avrebbero scoperto se c'erano dei vampiri
invisibili nel bosco. Poi avrebbe spiegato a Regina perché la
creatura che seguiva lei non sarebbe apparsa, ma lo avrebbe fatto in
privato.
Senza che nessuno
aggiungesse altro, la seguirono.
Lei camminò fino
ad una piccola radura, dove aprì nuovamente il libro che aveva in
mano.
“Tenetevi pronti.
Non sappiamo quanti sono né se sono armati. Nel momento in cui
saranno visibili potrebbero attaccarci.”
Mulan estrasse la
spada, David la pistola. Emma si preparò ad usare la magia.
Regina si schiarì
la voce.
“Sento qualcosa
che non posso vedere, ma ho il bisogno di sapere. Sento i passi di
qualcuno, ma se mi volto non vedo nessuno. Con queste parole di
evocazione, ciò che non vedo farà apparizione.”
Rimasero tutti
immobili, in attesa che qualcosa si muovesse o apparisse, ma non
successe niente di niente.
“Non c'è nessuno
qui. Neanche la creatura che ha percepito Carmilla.”
“Regina-”
Proprio mentre
stava per decidersi a parlare, una luce abbagliò i loro sguardi, un
enorme portale si aprì dinnanzi ai loro occhi.
“State indietro”
urlò Regina.
Poteva uscire
qualsiasi cosa, un esercito, dei vampiri, perfino un drago.
“Rimanete
indietro” ripeté guardando Emma avvicinarsi a lei.
“Scordatelo, non
ti lascerò da sola.”
Tese le mani in
avanti, pronta a combattere.
Ma dal portale non
uscirono creature magiche, né soldati.
Ad attraversarlo fu
soltanto, camminando con passo lento attraverso il bagliore, come se
lo avesse fatto da tutta una vita, una ragazza dai capelli biondi.
Il portale si
richiuse alle sue spalle.
Lei guardò Regina
dritta negli occhi e dopo qualche istante le rivolse un sorriso.
“Ho aspettato
questo momento tutta la mia vita.”
Regina fu colta di
sorpresa da quelle parole.
“Tu non sei una
creatura invisibile resa visibile.”
La ragazza rise.
“La magia
funziona in modi misteriosi, a volte. Ti ha mostrato ciò che volevi
vedere, questa spiegazione deve bastarti. Io posso aiutarvi, darvi le
risposte che cercate.”
“Come sai che
risposte cerchiamo e come aiutarci?” chiese Emma, con voce cauta.
La ragazza sorrise
di nuovo.
“Non è ovvio?”
chiese retoricamente.
Emma e Regina si
scambiarono uno sguardo confuso.
“Il portale che
avete visto non mi ha portato qui da un altro Reame, mi ha portato
qui da un altro tempo. Io vengo dalla Storybrooke del futuro.”
Regina fu presa in
contropiede da quella risposta. Poi rise, scuotendo la testa.
“Non è
possibile, nessuno può viaggiare nel tempo. Vi è solo un caso in
tutta la storia della magia, non penso che una ragazza della tua età
potrebbe farlo così facilmente.”
La ragazza continuò
a sorridere.
“Ma non vi hanno
avvisato che sta per scoppiare una guerra da queste parti, una
battaglia epica per la magia più potente mai conosciuta? Cosa
pensate che sia, l'abilità di far apparire muffin al cioccolato
ancora caldi?” rise, scuotendo la testa. “A proposito di muffin,
il viaggio nel tempo mi mette fame, possiamo spostare questa
discussione alla tavola calda di Granny?”
Spostò lo sguardo
a turno su di loro in cerca di obbiezioni che non arrivarono.
“Bene, andiamo
allora.”
Emma scosse la
testa, facendo un passo nella sua direzione.
“Quanti anni hai
ragazzina?”
“Sedici.”
“Sedici anni. E
puoi usare quest'arma magica che tutti vogliono. Tu hai sedici anni
ed in qualche modo sei la vincitrice di una guerra. Come è
possibile?”
La ragazza sospirò,
annuendo.
“Mi sono espressa
male, chiedo scusa. Non sono io a vincere la guerra per la magia più
potente, ma sono nata con questo potere, il viaggio nello
spazio-tempo. Io sono la magia. Io sono l'arma per cui la
guerra scoppierà.”
Emma e Regina si
guardarono, incredule.
Quella ragazzina di
sedici anni era probabilmente la persona più potente al mondo. Era
la causa di una imminente guerra. Era così solare ed innocente, era
solo una ragazza, che si era presentata offrendosi di aiutarle a
risolvere i loro problemi, quando lei stessa ne era la causa.
“Come ti chiami?”
le chiese Regina con voce sommessa.
La ragazza sorrise
di nuovo, con ingenua allegria.
“Il mio nome è
Rose.”
Fatemi sapere cosa ne pensate, se secondo voi vale la pena di leggerla
e se dovrei continuare. A presto!
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