32 da rev
Tu
non sei più tu
Anche
se Silver mi aveva detto che stava bene non potevo fare a meno di
lanciargli sguardi furtivi per controllarlo. Avevo paura che svenisse e
scivolasse in acqua mentre non guardavo, con conseguente annegamento,
di cui mi sarei accorta sicuramente troppo tardi, quando ormai il suo
corpo giaceva sul fondo del mare.
Sì,
l'ansia era tornata e il mio cervello si divertiva a
torturarmi facendomi visualizzare gli scenari peggiori. La mia testa
era proprio un posto divertente.
“Piantala”
brontolò roteando gli occhi
“Dove?
Di fare cosa?” dovevo essermi persa qualcosa mentre discutevo
con la mia psiche.
“Di
guardarmi in quel modo”
-Di
preoccuparmi per la tua salute? No, ormai sono in modalità
'rompiscatole apprensiva' e non posso disattivarla-
Sbuffai
“Mi sto solo assicurando che non ti succeda niente”
“Non
ce n'è bisogno, mi sembrava di avertelo detto”
sembrava quasi offeso.
“Sì,
e mi hai anche detto di stare bene un secondo prima
di zoppicare via. Non offenderti ma non mi fido troppo delle tue parole
al momento” gesticolai “Lasciami fare”
non fu molto
felice della mia risposta ma era pressoché l'unica che
avevo,
avrebbe dovuto accontentarsi.
“Mi
dai fastidio”
“Come
sempre, no?” risi.
La
terra si avvicinava sempre di più, adesso viaggiavamo a
velocità sostenuta, eravamo impazienti di tornare a
camminare
sulle nostre gambe. L'acqua mi aveva davvero stancato, dopo quasi
un'intera giornata passata in mare ero contenta di sapere che presto
avrei potuto tornare nel mio habitat.
“Non
vedo l'ora di arrivare” avevo un largo sorriso
stampato in faccia, finalmente riuscivo a vedere Fiorlisopoli in
lontananza.
Il
fatto che non avessi ricevuto nessuna risposta era abbastanza
normale, soprattutto conoscendo la loquacità di Sil. Mi
voltai
lo stesso per guardarlo un po' agitata. Il suo Croconaw nuotava
tranquillo, il suo allenatore era visibilmente stanco ma ancora sveglio
e irritato dal mio comportamento.
“Guarda!”
e indicai verso la città.
“Evviva”
sbuffò senza entusiasmo, scuotendo la testa.
Richiamai
Mantine all'interno della sua ball appena l'acqua fu
abbastanza bassa da permettermi di toccare i piedi a terra. Avrei
voluto mettermi a correre, uscire e andare a cercare un posto per
lavarmi, mangiare e dormire, o anche solo sgranchirmi le gambe.
Silver
fece lo stesso con Croconaw e ci avviammo verso la riva. Io mi
rifiutai di perderlo d'occhio nonostante le sue minacce, quindi fu
costretto a camminare al mio fianco. Dovevamo essere buffi da guardare,
io che non riuscivo a tenere gli arti inferiori fermi e saltellavo a
destra e a sinistra, e lui che mi fissava con la faccia da killer
più seria che gli avessi mai visto. Fortuna che in questa
città c'era poca gente a godersi il nostro spettacolo.
Ci
fermammo sulla spiaggia per rivestirci prima di entrare in
città, riprendemmo i nostri zaini accordando a Murkrow un
po' di
riposo. Il costume bagnato sotto i vestiti era fastidioso come poche
altre cose su questa terra ma se ero fortunata non avrei dovuto
sopportarlo a lungo.
Fiorlisopoli
era più piccola Olivinopoli e molto più
carina a mio avviso. Le abitazioni erano costruite poco lontano dalla
grande spiaggia bianca e la città sembrava arrampicarsi sul
fianco di una collina rocciosa.
Prima
ancora di raggiungere la strada Silver era già rimasto
indietro, camminava lento e ogni passo che riusciva a fare senza
perdere l'equilibrio mi sembrava un miracolo.
“Va
tutto bene?”
Aveva
cominciato ad annuire velocemente molto prima che pronunciassi l'ultima
sillaba “Vuoi una mano?” anche se sinceramente non
avrei
proprio saputo come potevo aiutarlo.
“No”
Cercai
di rallentare e lasciare che decidesse lui il passo da tenere.
Non potevo fare altro, e anche se avessi potuto probabilmente non me lo
avrebbe permesso. Chiesi indicazioni per il centro Pokémon
anche
se trovarlo sarebbe stato semplice anche senza, volevo evitarle di
farlo muovere più del necessario, avevo notato che stava
peggio di quanto avevo calcolato poco prima. Speravo di essermelo
immaginato ma non era così.
Avevamo percorso forse duecento metri dalla spiaggia e si muoveva con
più difficoltà.
Non
gli dissi niente per rispetto al suo orgoglio, inoltre doveva
essere anche piuttosto nervoso e irritabile al momento, meglio evitare
di peggiorare il suo umore. Ero sicura che lo avesse notato anche lui
ma non si
era lamentato. Teneva la mano premuta sul fianco
destro e barcollava, era evidente che camminare gli provocava dolore.
Quando
finalmente entrammo nel Pokémon center fui io la prima a
tirare un
sospiro di sollievo. Mi diressi al bancone svelta e domandai se potevo
parlare con un'infermiera. Silver si teneva a distanza, non capendo
cosa avevo in mente, per fortuna, perché probabilmente mi
avrebbe fermato.
Una
donna di mezza età mi venne incontro “Chi ha
richiesto di vedere un'infermiera?”
“Io”
e alzai la mano. Mi pentii subito perché con
quel gesto attirai l'attenzione di Sil, che si avvicinò
lentamente.
“Cosa
posso fare per te?” fece gentile
Il
rosso fece una smorfia e iniziò a parlare
“Nie-” fece in tempo a dire prima che gli tappassi
la bocca.
“Siamo
stati aggrediti da dei Tentacool, il mio amico è
stato colpito ma non so bene da che attacco. Potrebbe dargli
un'occhiata” lo dissi tutto d'un fiato per non rischiare di
essere interrotta e sperai che mi avesse capito comunque.
Sembrò
metterci qualche secondo per analizzare le mie parole poi
sorrise “Certo, venite” e indicò il
corridoio posto
dietro al bancone.
Silver
mi afferrò la maglietta attirandomi vicino a lui
“Cosa stai facendo?” mi sibilò a pochi
centimetri
dalla faccia.
“Ti
faccio un favore” tagliai corto.
“Ho
detto che sto bene, devo solo riposarmi un po'” sembrava
davvero convinto di quello che diceva
“Puoi
riposarti quando saremo sicuri che non è niente di
grave”
“No,
non c'è bisogno” si stava già
allontanando
Sospirai
e dissi “Scusa” in anticipo, poi premetti il punto
dove poco
prima teneva la mano. Fu una mossa scorretta ma volevo dimostrargli che
non stava bene e che doveva farsi controllare. Come avevo previsto la
sua faccia inespressiva si contorse, strinse i denti e dalla sua bocca
uscì solo un mezzo grido. Si piegò e veloce
tornò
a premere dove avevo appena toccato, con le mani che tremavano.
Appoggiai
una mano sulla sua spalla “Silver, ti prego, almeno questa
volta fa come dico”
Mi
guardò con odio “Sei una-”
“Lo
so, lo so. Sono un sacco di cose, molte delle quali non tanto
positive. Oggi invece, tanto per cambiare, sono molto preoccupata per
te. Mi dispiace per averti fatto male, ma tu sei testardo e volevo
dimostrarti che ti sbagliavi e che hai bisogno di una mano, scusami.
Ora vai con l'infermiera e non fare storie. Io ti prendo una stanza e
mi offro anche per sistemare la tua roba, così quando hai
finito
devi solo portarci il culo, va bene?” Il mio tono
però non
ammetteva repliche.
Tenendogli
la mano fra le scapole lo guidai verso la donna che era
rimasta a guardare il nostro teatrino con una
professionalità
invidiabile. Aprì la porta e ci fece segno di entrare, lo
accompagnai dentro e non me ne andai fino a che non fui sicura che non
avrebbe tentato la fuga.
“Se
è scortese con lei si senta pure libera di colpirlo, o
anestetizzarlo, come preferisce” dissi all'infermiera, feci
il
gesto universale del 'ti
tengo d'occhio' al rosso
e uscii.
Come
avevo promesso tornai al bancone e chiesi una stanza, presi le
chiavi, mi caricai anche lo zaino di Silver sulle spalle e lo portai in
camera. Mi ci volle un attimo per sistemare tutto quindi mi presi un
paio di minuti per andare in bagno e togliermi il costume ancora
bagnato.
Dopodiché
tornai di sotto, affidai entrambe le nostre squadre
all'addetta e mi sedetti nella hall del centro Pokémon, e
aspettai. La poltrona su cui mi ero seduta era così comoda
che
avrei potuto addormentarmi, se non fossi stata ancora agitata per tutto
quello che era successo quel pomeriggio ovviamente.
Silver
uscì poco dopo, ero felice di vederlo uscire con le sue
gambe, voleva dire che l'infermiera non aveva avuto bisogno di sedarlo
per farlo stare buono. Scattai in piedi e gli andai in contro. Sil
continuava a guardarmi male, come se gli avessi fatto un grosso torto,
lo ignorai e preferii chiedere come stava alla donna piuttosto che a
lui.
“Credevo
che fosse stato avvelenato, è questo uno dei
rischi maggiori quando ci si scontra con Pokémon veleno, ma
sembra di no, in ogni caso se dovesse peggiorare tornate da
me”
mi sorrise “Non preoccuparti, tra qualche giorno
starà
bene”
“La
ringrazio” ero sicura che quello scorbutico non avesse
avuto la cortesia di dirle grazie, o anche di salutarla come da persona
educata, se ne stava già andando. Lo raggiunsi e lo
accompagnai
al piano superiore, davanti alla porta della stanza, tirai fuori le
chiavi e entrammo.
“No...”
disse lui vedendo che c'erano due letti.
“Ok,
ammetto di essere un tantino apprensiva”
“Tu
sei stata creata per rendermi la vita impossibile”
sospirò frustrato “Non c'è altra
spiegazione”
“Adesso
non farne una tragedia”
Spalancò
gli occhi, aprì la bocca e la richiuse.
Probabilmente non trovando l'insulto giusto. Scosse la testa e si
toccò la fronte sbuffando “Per tua fortuna gli
antidolorifici stanno facendo effetto. Adesso voglio soltanto
dormire”
“Bravo,
niente discussioni. Io vado a fare due passi e ti lascio
in pace” si gettò letteralmente sul letto e io lo
guardai
storcendo il naso “Potresti anche toglierti il costume da
bagno
prima...”
Con
mille occhiatacce in mia direzione e altrettanti brontolii si
alzò, trascinò il suo zaino in bagno e si
sbatté
la porta alle spalle. Mi avvicinai così che mi sentisse
“Ci vediamo più tardi, ti porto qualcosa di
mangiare”
Dall'altra
stanza sentii che non aveva ancora smesso di parlare
sottovoce “Va bene” mi rispose, più
acido del solito.
“Ciao
ciao”
Tornai
con un'intera borsa carica di cibo, mia madre mi aveva sempre
detto di non fare spese quando si è affamati e finalmente
capivo
perché. Comunque saremo rimasti un po' più del
previsto e
la nostra stanza aveva un piccolo, adorabile e utilissimo frigo, quindi
avere qualche provvista in più non era male.
Entrai
senza fare rumore, Silver dormiva tranquillo, sistemai tutto nel
frigorifero silenziosa come un ninja e uscii di nuovo. Il sole non era
ancora tramontato e non avevo voglia di stare al chiuso, quindi decisi
di andare ad allenarmi.
In
città trovai un parco tranquillo, le linee bianche disegnate
sul campo indicavano che la sua funzione era proprio quella di ospitare
lotte Pokémon. Afferrai la ball di Liz, la nuova arrivata
nella
mia squadra, feci un respiro profondo e la liberai.
“Salve,
sono la tua nuova allenatrice” liberai anche gli
altri “Adesso lavoreremo un po'” Charmeleon mi
guardava
scettico e un po' annoiato. Lo lasciai fare e mi concentrai su Eevee,
che nonostante i progressi continuava ad essere la più
debole
della squadra.
Decisi
di farla allenare con Hiro, mentre Sneasel e Mareep si davano da
fare a loro volta. Eevee aveva imparato delle nuove mosse e ne ero
molto fiera, soprattutto perché adesso poteva finalmente
attaccare l'avversario. Liz ci fissò per tutto il tempo,
avevo
provato a farla partecipare ma mi ignorava, non mi sorprendeva ma era
lo stesso fastidioso. Almeno sembrava interessata.
Eevee,
con sorpresa di tutti, era riuscita a colpire Quilava. La
pallina di pelo venne avvolta da una luce bianca che avevo
già
visto, era abbagliante e non riuscivo a guardarla fissa anche se avrei
voluto. In pochi secondi era finito e quando smise di brillare al posto
di Eevee c'era un Pokémon diverso.
Aveva
un bellissimo manto violetto molto chiaro, due grandi orecchie e
una coda sinuosa con la punta a forma di 'V'. La fissai affascinata e
senza staccargli gli occhi di dosso presi il pokedex.
Espeon,
diceva. Si era appena evoluto in un Espeon.
Smettemmo
di allenarci quando ormai era buio e tornai al centro
Pokémon saltellando. Andai in camera e, silenziosa come
sempre,
mi cambiai e mi misi a letto. Mi voltai di lato per controllare Silver,
dormiva ancora e non sapevo se si fosse svegliato per mangiare qualcosa
o no. Scribacchiai su un foglio “Cibo
quì” e lo
appesi al frigo, così se gli fosse venuta fame avrebbe
saputo
cosa fare.
La
sveglia era ancora regolata per poco prima dell'alba come la mattina
precedente. Venni strappata dal mondo dei sogni con tanta violenza che
mi spaventai e urlai. A Silver era toccata la stessa sorte per colpa
mia e adesso mi malediceva.
“Scusami,
scusami” biascicai mentre con le mani ancora poco funzionanti
spegnevo l'aggeggio infernale.
“Ti
odio” si coprì la testa con il cuscino.
“Anche
io, adesso torna a dormire” e io stessa decisi di seguire il
mio consiglio.
Senza
la sveglia a rovinare il mio sonno fui comunque in grado di
alzarmi prima della fine della mattinata. Mi stiracchiai e scesi dal
letto, avere un
compagno di stanza non mi impedì di grattarmi il sedere e
togliermi la maglietta ancora prima di essere entrata in bagno.
Mi
vestii e prima di andarmene toccai la fronte di Sil con il dorso
della mano, giusto per controllare che non gli fosse salita la febbre
durante la notte. Feci un rapido confronto con la mia temperatura e
dopo aver constatato che io ero più calda di lui lo lasciai
in
pace.
Fortuna
che non si era accorto di niente, avevo già avuto la mia
dose di insulti quel giorno.
Uscii
con in tasca il foglietto che mi aveva dato Jasmine. La prima
tappa della giornata sarebbe stata la farmacia e avevo deciso che sarei
andata in palestra. Poi, se c'era ancora tempo, avrei voluto andare in
spiaggia.
Trovare
la farmacia fu molto semplice, era a due passi dal centro
Pokémon ed era un edificio da l'aria antica ma non
trascurata.
Anche l'interno era un po' rustico, all'interno un uomo solo si
occupava di tutto.
Mi
avvicinai e gli mostrai il pezzo di carta “Scusi, mi manda la
capopalestra Jasmine. Il Pokémon del faro è
malato e mi
ha detto di venire da lei” non dovetti aggiungere altro.
L'uomo
prese il foglio, lo lesse e disse “Sei venuta nel
posto giusto” sparì fra gli scaffali di legno e
tornò poco dopo con un sacchettino di stoffa gialla in mano
“Ecco qua, signorina. Con questo il Pokémon del
faro
guarirà in un attimo”
Mi
sentivo soddisfatta, dopotutto era stata una missione facile da
portare a termine, la cosa mi dava uno strano senso di realizzazione.
Non avevo ancora perdonato del tutto mio cugino per avermi praticamente
costretto ad
aiutare Jasmine ma non era poi così male sentirsi
utili.
La
palestra non fu altrettanto facile da trovare, non avevo idea di
come fosse fatta e dove si trovasse, e a quell'ora non c'era nessuno a
cui potessi chiedere. Finii per girovagare senza meta per la periferia
a nord. Avevo fatto molta strada e non avevo nessuna intenzione di
farne altrettanta per tornare indietro e mettermi di nuovo a cercare.
Esplorai
la zona e mi arrampicai sull'altopiano, avrei dovuto
consigliare Fiorlisopoli come meta delle vacanze, era un bel posto.
Feci delle foto con la fotocamera del dex e mi sedetti all'ombra.
“Tu
sei Elis, giusto?” una voce maschile mi sorprese.
D'istinto presi la ball di Hiro e mi tenni pronta. L'uomo rise e
alzò le mani in segno di resa “Calmati, non ho
cattive
intenzioni. Ti ricordi di me?”
Adesso
che lo guardavo meglio sì “Sei l'amico di Angelo,
ci siamo incontrati ad Amarantopoli” ma il suo nome proprio
non
me lo ricordavo.
“Esatto,
sono Eugenio”
“Quello
che sbavava guardando Suicune” roteai gli occhi al
ricordo, povero ragazzo ossessionato da un Pokémon che corre
veloce “Lo stai ancora cercando?”
“Sì,
sono qui per questo, credo che si trovi nei paraggi. Tu hai visto
niente?”
“No,
tempo fa sono stata quasi arrostita da Raikou” mi
toccai il petto dove avevo ancora la cicatrice a ricordarmi il nostro
incontro “Ma Suicune non l'ho più visto. Non
voglio
disturbare la tua ricerca, credo che me ne andrò”
e mi
alzai.
“No,
ti prego, non volevo disturbarti” guardò la mia
mano che ancora stringeva la sfera “La mia ricerca non sta
andando troppo bene, ti andrebbe di lottare?”
Piegai
la testa di lato “Mmh, perché no... Un po' di
allenamento ci farà bene” sorrisi
“Tre
contro tre?”
“Perfetto”
Trotterellai
fiduciosa verso la palestra. Eugenio era stato un
avversario degno ma non troppo difficile da battere alla fine. Potevo
dire di essere diventata brava con i Pokémon. Dopo aver
salutato
il giovane, permettendogli di tornare all'inseguimento del povero
Suicune, mi ero detta che era l'ora di andare a sfidare il capopalestra
di Fiorlisopoli. La mia squadra era carica ed entusiasta di potersi
cimentare in uno
scontro ad alto livello. Con le indicazioni ricevute da un anziano
signore trovai la palestra ed entrai con decisione.
Il
capopalestra era un uomo muscoloso di nome Furio, aveva baffi
cespugliosi e un sorriso enorme che sembrava impossibile da scacciare.
Specializzato nel tipo lotta.
La
battaglia iniziò e il suo Primeape venne subito colpito dal
tuonoshock di Mareep, e credevo di essere passata in vantaggio. Mi
sbagliavo, subito dopo aver incassato il colpo attaccò e
mandò al tappeto il mio compagno con un solo centripugno.
“Mareep!”
la feci rientrare nella sfera, non mi aspettavo
che resistesse a un attacco di tale potenza, speravo che stesse bene.
Mandai
in campo Espeon, il suo tipo avrebbe dovuto essere in vantaggio,
peccato che aveva imparato solo una mossa di tipo psico.
“Espeon
usa psicoraggio” un raggio di luce colorata
originata dalla pietra sulla fronte del mio Pokémon
colpì
l'avversario, che non ebbe il tempo di spostarsi. Non andò
al
tappeto ma era sicuramente provato.
“Primeape,
frana” ordinò Furio. Una moltitudine di
sassi di varie dimensioni si abbatté sul mio povero Espeon,
era
veloce e riuscì a schivarne qualcuno ma quando la raffica
finì mi sembrò un miracolo che fosse ancora in
piedi. Gli
chiesi se voleva continuare e lei annuì decisa.
“Di
nuovo psicoraggio” stavolta non fu altrettanto precisa,
lasciando a l'altro l'opportunità di contrattaccare.
Entrambi si
accasciarono sul campo, esausti.
Due
dei miei Pokémon erano fuori gioco ma me ne restavano ancora
tre, mentre il capopalestra ne aveva solo uno. Avevo ancora delle
speranza di farcela. O almeno credevo prima di vedere quale era il suo
secondo Pokémon, non appena quello uscì dalla sua
sfera
controllai il pokedex. Poliwrath, tipo lotta e acqua, in altre parole
ero fregata.
Ringhiai
in preda alla rabbia e alla frustrazione, rifiutandomi di
darmi per vinta, avremo combattuto fino alla fine. Se ci impegnavamo
avevamo una speranza di vincere ma se ci arrendevamo non avremo avuto
neppure quella.
Feci
un profondo respiro “Liz, tocca a te” il
Pokémon mi guardò “Questa è
nostra prima
lotta insieme, per favore fidati di me e fai come ti dico” si
voltò per fronteggiare il suo avversario.
“Bene,
usa-” stavo controllando le mosse che possedeva sul
dex e non mi accorsi che era già partito all'attacco
eseguendo
braciere “NO!”
Ovviamente
un attacco di tipo fuoco non indebolì Poliwrath quasi
per niente e Charmeleon se ne accorse. Ci riprovò, con
risultati
analoghi. L'altro ne frattempo aveva preso bene la mira e
usò
corposcontro sul Pokémon. Liz venne sbalzata indietro quando
il
corpo dell'avversario le si abbatté contro.
Scivolò per
qualche metro sulla terra poi si fermo e dopo qualche secondo si
rialzò dolorante, pronta a ricominciare la lotta.
“Devi
ascoltarmi!” urlai, furiosa “Se mi avessi
ascoltato avresti potuto attaccare con efficacia, invece di fargli il
solletico!” se era un braccio di ferro che voleva io non ero
il
tipo di allenatrice che si tira indietro.
“Adesso
usa ira di drago” sorprendentemente, stavolta fece
come avevo detto e Poliwrath si inginocchiò indebolito.
Furio
sorrise “Avete grinta, non c'è dubbio, purtroppo
non
vi basterà. Surf!” ordinò. Un grosso
getto d'acqua
colpì Liz, e ancora prima che ci rendessimo conto
di cosa
stava per accadere il mio Pokémon era stato sconfitto.
Ritirai
Charmeleon e liberai il mio fedele starter “Hiro, attacco
rapido, più volte” e lui eseguì,
impeccabile e
veloce come al solito, speravo solo che fosse abbastanza. Correva
svelto per il campo, colpiva il Pokémon rivale e faceva
inversione pronto per un nuovo attacco. Poliwrath resisteva, parando i
colpi con le braccia e cercando di fermare Hiro.
“Usa
Surf”
“Schivalo!”
ma non ci riuscì. Con una sola mossa
Poliwrath aveva messo KO il più forte della mia squadra.
Avevo
ancora un Pokémon e l'avversario aveva subito dei danni,
guardai
la ball fra le mie mani. Sneasel era forte e veloce ma Poliwrath lo era
altrettanto. Per di più il suo tipo era in tremendo
svantaggio e
avevo già visto ben quattro dei miei compagni avere la
peggio.
Ero disposta a vedere Sneasel subire lo stesso destino?
“Ragazzina,
sei pronta?” Mi spronò Furio. Annuii e
mi preparai a lanciare la sfera, rimasi bloccata con il braccio a
mezz'aria.
Avevo
detto che avremmo lottato fino alla fine ma non ero più
convinta che fosse la cosa giusta. Sentivo come se stessi mandando il
mio Sneasel a combattere una battaglia persa.
-Se
mi arrendo adesso avremo solo sprecato tempo ed energie-
Era
una situazione difficile, dovevo fare una scelta e non avevo idea
di quale fosse quella giusta. Gli occhi mi si inumidirono, ero proprio
stupida, non riuscivo neppure ad avere un minimo di autocontrollo.
-Non
voglio perdere-
“Ragazzina
tutto bene? Forza, non abbiamo tutto il giorno”
la voce del capopalestra mi scosse nuovamente, sottraendomi alle mie
riflessioni.
-Ma
non posso vincere-
Tirai
su con il naso “Sì tutto a posto”
abbassai il braccio “Mi ritiro”
-Non
oggi...-
Arrivai
al centro Pokémon distrutta, mandando a quel paese la
mia idea di andare in spiaggia dopo l'incontro in palestra. In compenso
avevo frignato per tutta la strada di ritorno e adesso non volevo
neppure provare a immaginare in che condizioni era la mia faccia.
Consegnai la mia squadra all'infermiera perché li rimettesse
in
sesto. Andai in camera e se Silver non ci fosse stato mi sarei
rintanata sotto il letto per la vergogna.
Aprii
la porta e nascosi gli occhi e buona parte del viso fra i
capelli. Speravo di trovarlo addormentato come il giorno precedente, ma
il destino aveva deciso di farmi un altro dispetto e lo trovai mezzo
sdraiato che guardava la televisione.
Attraversai
la stanza a testa bassa e mi misi sul letto dando le spalle
a Silver, senza dire una parola. Non avevo mai desiderato tanto essere
ignorata.
Ero
stata impulsiva e presuntuosa, non eravamo pronti per affrontare la
palestra ma io ero così convinta del contrario che avevo
dimenticato di usare la testa, non ero stata abbastanza prudente. Per
non subire l'umiliazione della sconfitta mi ero ritirata, da un lato
ero felice perché avevo risparmiato a Sneasel stress e
sofferenza inutile, ma per me era stato un brutto colpo.
Io
che non ero mai indietreggiata davanti a niente, io che ero sempre
riuscita a cavarmela, con l'astuzia o con la forza, in ogni situazione.
Oggi avevo scelto la via dei codardi. La mia ingenuità, la
mia
arroganza mi avevano portato al fallimento. La lotta con Furio mi aveva
dato un forte schiaffo morale, così forte che mi faceva
mettere
in dubbio le mie capacità.
Prima
che riuscissi a smettere di auto-lapidarmi avevo già
ricominciato a piangere. Cercai di fermarmi e calmarmi ma non ebbi
molto successo, presi ad insultarmi mentalmente. Ero così
patetica.
Silver
emise uno dei suoi lunghi sbuffi “Cos'è
successo?”
L'universo
doveva odiarmi. Silver che non mi considerava mai, neppure
quando ne avevo bisogno, adesso aveva deciso di parlarmi e fare
domande. Probabilmente era preoccupato che avessi incontrato il Team
Rocket in città e non volessi dirglielo.
Non
risposi perché se avesse ascoltato la mia voce avrebbe
capito che razza di lagnosa che ero e non avevo proprio voglia di
ascoltarlo mentre mi prendeva in giro. Certo avrebbe avuto ragione, ma
non mi andava comunque.
Mi
punzecchiò sulle costole, nello stesso modo che usavo io con
lui, e attese una risposta. Allora mi schiarii la gola e mi sforzai di
suonare il più normale possibile.
“Niente”
“Stai
piangendo” non era una domanda, doveva essersene accorto. -Complimenti,
Elis-
“Già”
-Dignità?
Cos'è? Si può mangiare?-
Mi
voltai, sdraiandomi sulla schiena a guardare l'interessantissimo
soffitto monocolore “Non sono stata malmenata da nessuno del
Team
Rocket, se è quello che ti interessa. Ho solo fatto un altro
dei
miei casini, ma non ti riguarda, quindi tutto a posto”
“Rimediabile?”
Mi
asciugai gli occhi, in effetti sì, era qualcosa di
rimediabile. In palestra potevo tornarci appena fossi stata abbastanza
forte, mentre per quanto riguardava i dubbi sulle mie
capacità,
beh, per quelli potevo fare poco al momento. A parte provare a pensarci
il meno possibile.
“Direi
di sì”
“Non
mi sembra che combinare un disastro dopo l'altro ti abbia
mai fermata, mocciosa. Ma adesso riprenditi che così fai
davvero
schifo”
Mi
uscì una mezza risata “Amo le tue parole
gentili” mi girai per guardarlo “Tu come
stai?”
Roteò
gli occhi, visibilmente irritato “Bene”
“Lo
dicevi anche ieri. Vuoi che usi la stessa tecnica dell'altra
sera?” alzai l'indice come una minaccia.
“No!”
e si spostò sul bordo del letto, lontano dalla
mia portata “Mi fa ancora male anche se molto meno. Come ho
già detto: sto bene” mi guardò
malissimo
“Contenta?”
Alzai
le sopracciglia “Di vedere che le mie minacce funzionano
sì, di sapere che non sei ancora in forma un po'
meno”
iniziai a ridere “Certo che è buffo”
“Tu
che usi il mio dolore per ricattarmi? Esilarante...”
“No,
il fatto che io sono stata fulminata da Raikou e il giorno
dopo ero come nuova mentre tu ti sei fatto sbattere come un tappeto dai
dei Tentacool”
“Tu
da dei Poliwag, ragazzina lamentosa”
“Touchè
Silver, touchè...”
Note:
Il
titolo lo adoro. E' strano, un po' enigmatico, insolito ma azzeccato,
ecco. Mi piace tanto.
Lo so che il capitolo è un po' corto, sorry.
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