AE cap.
Angel
eyes
Il primo
abbraccio
Cassiel, mentre studiavano insieme, si sentiva un po’
diverso. Le labbra di Kelly sulle sue gli avevano lasciato una strana sensazione
di smarrimento. Non che non sapesse cosa fosse l’amore tra gli uomini e le
donne, ma non era mai stato partecipe di una cosa simile. Provava qualcosa di
strano, come se si fosse risvegliato da un sogno.
“Allora, ci sei,
Cassiel?”
Il biondo annuì, mettendosi poi ad accarezzare dolcemente i
capelli di Jack, lisci e morbidi al tatto. Lo aveva fatto tante volte mentre era
incorporeo, che quasi gli sembrava incredibile poterlo fare con l’ausilio dei
sensi umani.
“Cassiel?”
L’angelo arrossì, rendendosi conto che non
poteva farlo così liberamente, adesso. Cosa ne avrebbe pensato
Jack?
“Sì...”
Quand’era nel regno della Luce era tutto più
semplice...
Passò un po’ di tempo. Cassiel, ogni mattina, aveva
preso l’abitudine di fare una passeggiata per la città, mentre ancora Jack
dormiva e San Francisco era mezza addormentata, per riflettere un po’. In realtà
non aveva bisogno di dormire, né di mangiare o fare tutte cose che per un essere
umano erano vitali... dopotutto, anche se era temporaneamente in forma umana,
non era veramente uno di loro, giusto? Anche se gli era subito piaciuto lo
yogurt alla fragola! Aveva un gusto fresco e morbido, qualcosa di mai provato
prima.
Fluttuando lentamente, non visto, salì su un grattacielo, per
poter osservare l’alba in lontananza. Sapeva che a loro piaceva molto quel tipo
di spettacolo. Si beò della luce del sole, riflettendo sulla completezza totale
che avvertiva appena diciannove anni prima, quando tutta la sua vita e la sua
gioia era la contemplazione dello Splendente, e ricordando però anche il calore
nella propria responsabilità verso quell’essere così piccolo e innocente che era
Jack appena nato.
“Jack...” sussurrò all’aurora, tornando poi sui suoi
passi.
Lo svegliò con dolcezza: il senso di protezione non era affatto
svanito, ma sembrava stemperarsi in qualcosa di più indecifrabile; inoltre aveva
già sperimentato un po’ di emozioni alle quali non sapeva dare nome.
I due
ragazzi, perché all’apparenza questo erano, andarono a scuola, non senza un
breve scambio di truci sguardi tra Jack e Kelly durante la colazione. Non
avevano mai fatto veramente pace. Jack, intanto, rifletteva anche su alcune cose
che reputava ‘strane’. Ad esempio, dato che Cassiel era un suo lontano parente,
perché i genitori non gli chiedevano come andavano le cose a scuola? Insomma, lo
ignoravano quasi completamente!
“Sempre insieme, eh?”
“Dowell, è
sempre una gioia sentire la tua voce di prima mattina.” ironizzò Jack,
seccato.
“Quante storie, Torrence! Perché non lo ammetti? Dillo che sei
frocio e che stai con Cassiel! Questo idiota comparso dal nulla!”
I due
ragazzi si fronteggiarono con espressioni incattivite, e Robert probabilmente
sarebbe anche passato alle mani se Cassiel non si fosse messo in mezzo. Il
biondo si stava chiedendo perché l’alone mistico non avesse effetto su quel
bulletto tanto ostinato, mentre Robert continuava a domandarsi da dove fosse
sbucato fuori l’altro... che arrivava così ‘portandosi via’ Jack. No, un attimo.
Cos’aveva appena pensato?!
E ci aveva pensato tutto il giorno. Ma
perché quell’idiota insignificante di Jack Torrence gli tornava in mente?! Gli
faceva salire un nervoso... tanto che non riusciva neppure a prendere sonno; ed
erano ore che si rigirava nel letto. Scocciato si alzò, vestendosi e
sgattaiolando fuori dalla finestra della propria camera. Aveva bisogno di un po’
d’aria! Come poteva sapere che cosa si sarebbe ritrovato davanti? Aveva appena
alzato lo sguardo che...
“Che cazzo... ?” mormorò tra sé e sé, convinto
di essere in un sogno.
Ma lì, proprio su un palazzo vicino casa sua,
c’era Cassiel, immobile tra i raggi lunari. Non ci si poteva sbagliare: quanti
ragazzi avevano i capelli lunghi e ricci? Il colore non si vedeva, ma... colto
da una strana sensazione, e inasprito ancora di più dalla presenza di Cassiel,
si mise a correre verso la propria meta.
Jack si svegliò in piena
notte, a causa di un incubo che però non ricordava affatto. Si tirò su, cercando
la familiare figura di Cassiel. Non la trovò. E ciò lo spaventò ulteriormente,
amplificando le sensazioni che gli erano rimaste dall’incubo. Stava per alzarsi
dal letto, quando un bussare insistente lo fece voltare verso la finestra. Là
sotto c’era Robert che lanciava pietre al vetro...
Pietre, Robert,
finestre?
Jack ci mise poco a capire che c’era qualcosa che non andava,
comunque aprì la suddetta finestra e urlò: “Dowell, si può sapere cosa cazzo
vuoi a quest’ora? Adesso anche di notte mi vieni a
infastidire!”
“Torrence, scendi immediatamente, ti devo far vedere una
cosa!” urlò per ripicca Robert.
Jack sbuffò, quindi si mise i primi
vestiti che aveva trovato e scese senza fare altro rumore: non voleva certo
svegliare i genitori o quella strega di sua sorella!
“Che vuoi?” domandò
al bullo.
“Stavo facendo una passeggiata coi i miei amici, quando alzando
gli occhi l’ho visto: stava sul terrazzo di un palazzo e osservava il cielo,
quindi ho smollato i miei amici e sono venuto da te.” mentì; non poteva mica
dirgli la verità...
“Ma chi cazzo c’è su quel palazzo?”
“Il tuo
amichetto!” fu la lapidaria risposta di Robert.
Il cuore di Jack si
fermò per lo stupore mentre ancora fissava Robert, quindi incominciò a
correre.
“Dove vai? Non sai neanche dov‘è il palazzo.” lo fermò la voce
del bullo. “Ti porto io.” propose del tutto inaspettatamente Robert.
Jack
annuì, quindi si incamminò seguendo Robert.
Dopo un po’ arrivarono
davanti ad un palazzo dove, effettivamente, si vedeva un ragazzo stava sul
tetto. Jack seguì l’istinto e corse per le scale antincendio, seguito da Robert.
Entrò nel terrazzo.
“Cassiel!”
Il ragazzo si voltò. Ed era proprio
Cassiel. Era bellissimo illuminato dalla luce della luna, tanto che Jack ne
rimase catturato.
“Cassiel, vieni giù, è pericoloso!”
Jack era
seriamente preoccupato mentre osservava Cassiel alzarsi; prima il ragazzo era
seduto sul cornicione, ora veniva verso di lui.
Cassiel lo guardò,
arrossì impercettibilmente e poi mormorò un tenero: “Mi spiace.”
Jack lo
abbracciò. Una cosa che non aveva mai fatto durante il tempo che Cassiel aveva
fino ad allora ad allora trascorso con lui.
Jack sentì la mano di Robert
sulla sua spalla e si voltò.
“È meglio andare, Torrence.”
La sua
voce s’era fatta stranamente dolce, così Jack annuì, quindi seguì Robert via dal
palazzo assieme a Cassiel, che non visto lanciò un’occhiata enigmatica a Robert,
a sua volta pieno di sospetto e diffidenza.
Ecco il secondo capitolo! Mi scuso se arriva solo
ora, la colpa e mia e dei miei malanni XD. Grazie a kyoko94 e rhys89... non
giudicate subito Kelly, e poi qui si vede che non è che Cassiel dorma proprio...
cioè lui non ne ha bisogno (tanto per chiarire
XD).
Eccoci qui, come al solito ringrazio Kyoko94 e Rhys89 per aver commentato e chi ha messo la fanfic nei preferiti ^^
Felicity89 & Mana
|