Era
passato qualche giorno dalla fine della battaglia contro Tartaros, e la
gente di Magnolia si era già messa al lavoro per riparare le
proprie abitazioni. La città era stata completamente
distrutta, poche strutture erano riuscite a rimanere intere ma ognuno
faceva di tutto per aiutare il prossimo. Quella battaglia si era
mostrata difficile quanto dolorosa, dato che molte persone avevano
perso i propri cari. Gray era uno di questi: aveva perso il padre per
la seconda volta davanti ai suoi occhi, ed il dolore che aveva provato
non se n'era ancora andato. Tuttavia, aveva tuttora una persona al suo
fianco che aveva stabilito di aiutarlo nel suo piano di vendetta: Juvia
aveva deciso di rimanere accanto al proprio amato, essendo lei la
colpevole della morte di Silver. Aveva percepito di aver perso il
diritto di amare Gray, aveva pensato di non essere degna di provare
tali sentimenti profondi per una persona che aveva solo fatto soffrire.
Nonostante questo, però, Gray le aveva dato vari motivi per
continuare ad amarlo e rimanere al suo fianco: l'aveva ringraziata per
aver fatto quello che lui non sarebbe mai riuscito a fare, ovvero
sconfiggere il nemico. Da una
parte ciò la faceva sentire davvero felice, dall'altra la
faceva sentire ancora più colpevole. Anche se aveva fatto
quello che doveva, non poteva non sentirsi in colpa per il suo atto; a
causa di ciò, Gray aveva sofferto non poco e lei non
riusciva a perdonarsi per averlo fatto soffrire. Sebbene lui le avesse
detto che non doveva preoccuparsi e che ormai era tutto passato, Juvia
non poteva dimenticare quello che aveva fatto come se non fosse
importante. A parte ciò, dopo qualche giorno la battaglia
conclusa contro Tartaros, i due decisero di lasciare insieme Magnolia
per andare ad allenarsi in un posto tranquillo. Avrebbero preferito
rimanere in città per aiutare i cittadini nella
ricostruzione, ma Gray non voleva perdere altro tempo prezioso; aveva
bisogno di allenarsi per diventare più forte e mantenere la
promessa fatta al padre.
Dal
canto suo, Juvia invece era contenta di poter lasciare la
città con Gray. Avrebbero passato molto tempo insieme e
ciò non poteva che renderla felice, dato che avrebbero
addirittura vissuto insieme per un tempo indeterminato. Aveva comunque
accantonato l'idea di fare la furba in modo da avvicinarsi maggiormente
all'altro, dato che sapeva che quest'ultimo non avrebbe abboccato tanto
facilmente all'amo. I suoi tranelli, ormai da un po' di tempo, non
erano più efficaci come prima dato che Gray aveva imparato a
conoscerla molto di più rispetto a qualche tempo fa, quindi
i suoi piani "sdolcinati" non avevano più alcun effetto su
di lui.
Gray
aveva comunque cercato svariate volte di dire all'altra che, se voleva,
poteva anche non andare con lui. Gli allenamenti che avrebbero fatto
sarebbero stati lunghi e faticosi; l'idea che il mago del ghiaccio
aveva sugli esercizi da fare era ben precisa, e probabilmente si
sarebbero allenati anche un'intera giornata con solo due pause, fino a
tarda sera. Sapeva che Juvia era ben disposta a seguire le sue
"regole", ma da un lato non riusciva a non pensare che facesse tutto
questo solo per il senso di colpa. Aveva capito quanto la maga avesse
sofferto nell'uccidere Silver, e ciò lo aveva inteso
soprattutto quando lei gli aveva detto "Juvia
non ha più il diritto di amare Gray-sama". Quelle
parole lo avevano sorpreso quanto ferito ─ e non aveva idea
perché ci fosse rimasto così male nell'udire tale
frase. Probabilmente perché era abituato a sentire altre
tipo di parole da lei, ma non aveva avuto né il tempo
né la voglia di darsi una spiegazione alle strane sensazioni
che aveva percepito nel sentire quella frase. Aveva preferito mettere
in primo piano la sua idea di vendetta piuttosto che le sue
emozioni ─ di cui non gli importava granché, dato
che non era il tipo che si soffermava a pensare ai propri sentimenti.
Il
momento di lasciare Magnolia era finalmente giunto ed i due maghi
avevano deciso di incontrarsi davanti alla gilda completamente
distrutta, al sorgere dell'alba dove non c'era nessun loro compagno che
poteva vederli. Gli altri sapevano che volevano andarsene e che lo
avrebbero fatto proprio quel giorno, ma non sapevano esattamente quando avrebbero
lasciato la città. Gray aveva pensato bene di lasciare
indietro gli inconvenevoli e di non perdere tempo, dato che la loro
partenza avrebbe, probabilmente, solo fatto soffrire i loro amici. Era
difficile per entrambi lasciarsi una Magnolia completamente rasa al
suolo alle spalle, l'idea di non salutare i propri cari li faceva
sentire un po' in colpa, ma avrebbero dovuto camminare davvero molto
per arrivare dove avevano deciso di alloggiare, e quindi - sempre per
Gray - era meglio non perdersi in chiacchiere e partire subito.
Con
grande sopresa del mago di ghiaccio, notò che Juvia
arrivò solo qualche minuto in ritardo e che con
sé aveva solo due paia di zaini ─ e sembravano addirittura
pieni di roba, ma nonostante questo, la maga non aveva alcun problema a
portarli.
«Sei
pronta?» Domandò Gray, non lasciando intravedere
la sua fretta di partire. Juvia annuì con un sorriso alla
sua domanda, e con un semplice gesto si portò uno dei due
zaino sulle spalle e si affrettò ad affiancare il mago del
ghiaccio, pronta a partire. Nonostante la maga non mostrasse alcun
rimorso nella decisione presa, Gray non era convinto del tutto che lei
volesse seguirlo veramente. Sapeva che Juvia avrebbe fatto di tutto per
lui, specialmente dopo quello che era successo a Tartaros e
tra loro, ma non voleva che la maga si sentisse costretta a fare
qualcosa che non voleva. Sebbene il suo volto sembrasse rilassato e la
sua espressione convinta, quel qualcosa
continuava a turbarlo profondamente ─ non aveva idea se fossero sensi
di colpa oppure qualcos'altro. Dunque si girò verso di lei e
la guardò serio, scrutando la figura della compagna di
viaggio. «Sei sicura di voler venire con me?» Juvia
si voltò di scatto verso il mago, osservando il suo volto.
Quella domanda sembrava averla turbata un po', ma Gray non era bravo a
capire né i sentimenti propri né quelli altrui,
quindi non aveva idea cosa volesse significare veramente
quell'espressione turbata sul volto della ragazza. Juvia invece sapeva
perfettamente cosa stesse provando il mago in quel momento, ed in un
certo senso ciò la faceva sentire a disagio. Quelle emozioni
negative erano tutte a causa della morte di Silver, entrambi sapevano
che ciò aveva fatto cadere uno dei tanti muri che li
divideva. Juvia si sentiva più vicina a lui e Gray lo
stesso, ma quello che era successo con suo padre li portava, in un
certo senso, al punto di partenza. Quella vicenda li avrebbe fatti
sempre soffrire, non importava quanto tempo sarebbe passato: le
cicatrici sarebbero rimaste ben visibili e loro non potevano far altro
che soffrire.
«Juvia
vuole seguire Gray-sama» Rispose convinta, dopo averci
pensato ancora un po'. Lui non le aveva chiesto di iniziare quel
viaggio insieme, ma lei si era sentita in dovere sin da subito di
doverlo seguire. Si sentiva coinvolta nei sentimenti di Gray, percepiva
di farne parte e non voleva abbandonarlo proprio in quel momento. Non
lo aveva mai lasciato da solo da quando si conoscevano, aveva sempre
fatto tutto il possibile per rimanergli accanto ed essere la spalla su
cui piangere quando ne aveva bisogno.
«Saremo
molto lontani da casa...» Cercò di proseguire il
mago, tentando di trovare una scusa che potesse farle capire che non
era assolutamente costretta ad andare con lui per via dei sensi di
colpa, ma la maga non lo fece finire. Per la prima volta aveva visto
nell'espressione di Juvia una nota di rabbia, ed era rivolta a lui. Era la
prima volta che accadeva da quando si conoscevano: le poche volte che
lei si era arrabbiata era stato solo per gelosia, e non era nemmeno
rabbia vera. Ma in quel momento, sul volto della maga si era mostrato
quel sentimento che Gray non era abituato a vedere in quel viso
costantemente sereno. «Non importa quanto lontani dovremo
andare, Juvia continuerà a seguire Gray-sama»
Distolse lo sguardo dal volto del mago ─ non riuscendo a
sostenere i suoi occhi indagatori e lo portò sulle macerie
della loro gilda. «Non importa quanto sarà
difficile il nostro allenamento, Juvia vuole stare con
Gray-sama...» Continuò, con la voce un poco
tremante. Il ragazzo si era accorto che gli occhi della maga si erano
fatto più lucidi, e riusciva benissimo a vedere le lacrime
che stava trattenendo. Era sempre lei a piangere pe lui, era sempre lei
a sostenerlo ed a dirgli di non abbattersi. Era sempre lei
che
si era imposta di non meritare di amarlo, quando invece era davvero l'unica
che
poteva farlo. Non sapeva perché, ma a causa di quei
pensieri, si ritrovò improvvisamente a sorridere. Nonostante
la maga stesse piangendo, lui sorrideva. Quelle lacrime che le rigavano
le guance erano solamente altro amore che lei gli stava donando, e quel
pensiero non poteva far altro che affievolire la sua sofferenza.
«Non
importa dove andremo, perché Gray-sama è la casa
di Juvia» Concluse poi, con la voce più flebile
rispetto a prima. Si affrettò a portarsi le mani sugli occhi
per portare via quelle lacrime che avevano mostrato all'altro quanto
fosse così facile e difficile allo stesso tempo, per lei,
amarlo in quel modo esagerato. Sempre sorridente, Gray portò
una mano tra i capelli azzurri della ragazza e l'accarezzò
piano, cercando di tranquillizzarla. Quest'ultima alzò
sopresa il capo, riportando lo sguardo sul volto di lui. Juvia
arrossì lievemente nel notare il sorriso sereno dell'altro,
e per la prima volta non riuscì a capire cosa stesse
provando il ragazzo in quel momento.
«Forse
sarò ripetitivo, ma... grazie»
Dopo quelle brevi parole, Gray si allontanò dalla maga e si
incamminò, così da iniziare il loro viaggio.
Juvia, più confusa di prima, lo seguì a piccoli
passi, rimanendo dietro di lui. Non osò proferire alcuna
parola, rimase semplicemente incantata a guardare la schiena del mago
davanti a lei. Quel "grazie" la portò solo a ripensare al
momento che avevano avuto davanti alla tomba dei suoi genitori, dove
lui l'aveva ringraziata più volte per averlo salvato da una
vicenda che lui non sarebbe riuscito a concludere. Ma quelle parole
erano diverse, il tono che aveva usato era stato più allegro
e dietro c'era un sentimento che lei non era riuscita a cogliere, e
ciò l'aveva mandata in confusione. Dal canto suo, invece,
Gray sapeva molto bene cosa avesse voluto dire con quelle semplici
parole. Per una volta era riuscito a capire cosa provasse realmente
senza farsi troppe paranoie, aveva compreso perché non le
aveva semplicemente vitetato di seguirlo in quel viaggio. Non le aveva
detto nemmeno che poteva venire, forse perché,
principalmente, sperava che lei avesse preso l'iniziativa di seguirlo.
La sua presenza era di gran conforto e sentiva di aver bisogno di lei
adesso più che mai; sentiva di aver bisogno di quel suo
amore a volte incontrollato, della sua dolcezza a volte esagerata,
della sua perenne gentilezza e continua pazienza. Gray sapeva fin
troppo bene che Juvia era l'unica a meritarsi di avere un posto al suo
fianco, ed era l'unica che aveva il diritto di amarlo.
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Salve
a tutti i lettori!
Eccomi
tornata col capitolo Gruvia. Se dico di essere fiera di quello
che è uscito fuori passo per modesta? Spero di no.
Mi
piace davvero molto com'è venuto il capitolo, ed era da
tanto che volevo scrivere qualcosa sul loro viaggio. Inoltre ho notato
che in pochi hanno scritto qualcosa riguardo alla loro "decisione" di
partire insieme, ed io ne ho approfittato proprio adesso
perché è uscito da poco l'episodio dell'anime. Il
mio lato da "romanticona" mi ha fatto pensare che, se Gray ha deciso di
far andare Juvia con lui, è perché qualcosa
dentro gli si è acceso, sennò dubito che
l'avrebbe lasciata viaggiare insieme a lui. Sono davvero felice di aver
avuto l'occasione di poterci scrivere qualcosa sopra e di aver anche
usato una canzone perfetta per questo capitolo.
Titolo
canzone usata: "Only place I call home" di Every Avenue.
Buon
anno a tutti, e alla prossima!
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