Ehm ehm.. scusate, so di essere in
ritardo *___* è che [questo dimostra che di fantasia ne ho] siamo sommersi dai
compiti.. ^^;;;
Allora.. questo chap è venuto un
po’ tragico, e vi avverto che probabilmente il pezzettino finale non combacia
molto, visto che l’ho scritto qui dalla montagna [approfittando dell’ondata di
ispirazione improvvisa].. quindi, perdonatemi ^^;;;
Ed ora.. un po’ di ringraziamenti
a:
Nightmare
Hermione Weasley
Blacky
Intergirl84
Elisir86
Giugizzu
Ginny.. anche se non recensisce
^^;;;
Grazie mille!
E.. una piccola dedica a Ettore, che con la vacanza studio in Irlanda è diventato
ufficialmente il mio mito!
Baci baci :*
La vita a
volte ci riserva strane sorprese.. non sappiamo perché, né come. Ma accade. E
la maggior parte delle volte quando non sei preparato.. quando meno te lo
aspetti. Perché è così che la vita è imprevedibile. È così che esce fuori dal
suo guscio, quando non penseresti mai di trovartela davanti.
E lo fa
con la sua naturalezza. Anche se all’inizio l’impatto è duro, poi tutto si
ammorbidisce. E lei ritorna da dove è venuta. Là nel suo guscio fragile, in
attesa di coglierti ancora una volta impreparato con una delle sue sorprese.
Come.. come un incontro. Una canzone, un libro, un posto, una voce, una
sensazione, un profumo.
Quel
profumo. Che non vuole andarsene da casa tua. Che non vuole abbandonare tutto
ciò che ti appartiene e che prima apparteneva.. a lei. Ma ha lasciato lei per
seguire te. E perseguitarti all’infinito.
Ron
camminava sempre più lentamente. Sentiva il corpo pesare sulle gambe, la mente
farsi stanca. Ma niente e nessuno avrebbe potuto fermarlo. O almeno così
credeva fino a qualche minuto prima.
Ne era
così certo.. era sicuro di poter riuscire a trovare il coraggio per andarsene,
e l’aveva trovato, l’aveva trovato all’inizio. Solo che adesso sembrava averlo
abbandonato. Era volato via come una nuvola di fumo, senza lasciare traccia. E
cosa rimaneva dietro di lui? Niente. Solo una piccola scia di senso di colpa.
Ma che
diavolo aveva fatto? Sembrava passata un’eternità.. eppure erano pochi minuti
che camminava. Aveva lasciato in mezzo alla strada.. non riusciva nemmeno a
pensare al suo nome. Tutto ciò che lo circondava in quel momento gli ricordava
Hermione. Chissà se era ancora là.. esitò un istante, prima di riprendere a
camminare cercando di non pensarci.
Perché era
così testardo? Non lo sapeva neanche lui. Forse.. sarebbe stato troppo
umiliante ritornare indietro. Ormai se n’era andato, che lei fosse ancora lì o
no, per lui non avrebbe dovuto fare differenza. Ma.. una piccola parte di lui
sapeva che non poteva essere così. Una piccola parte di lui non voleva che fosse così. Cosa valeva
quella piccola parte in confronto al resto? Assolutamente niente. Eppure abbastanza
per farlo esitare.
Si fermò
di botto. Tornare indietro o no? No.. non poteva.. fece un passo lentamente. E
avrebbe lasciato Hermione lì da sola in mezzo alla strada? Tirò indietro la
gamba. Avrebbe potuto tornare a riprenderla.. ma se non ci fosse stata? E poi..
il suo orgoglio ci avrebbe rimesso ancora una volta. Una volta di tante. Quante
volte era successo che Ron Weasley fosse stato umiliato davanti a tutti?
Tante.. non le ricordava più ormai.
Si voltò.
Osservò la strada grigia dietro di lui. Completamente deserta. No.. non sarebbe
tornato.. come minimo Hermione non sarebbe stata più lì. Certo non stava ad
aspettarlo.
Si voltò
di nuovo e fece un passo. Poi un altro. Ne sei sicuro Ron? No.. per niente. Si
fermò per l’ennesima volta. Ma questa fu l’ultima.
Si voltò
definitivamente. Dignità.. ma cosa aveva fatto? Cosa gli era saltato in testa?
Lasciarla in mezzo ad un viale deserto lontano chilometri da Londra.. Se le
fosse successo qualcosa, se qualcuno l’avesse trovata.. questo era molto più
importante della dignità. Se l’era lasciato portare via tante volte, ma lei..
lei era Hermione. Lei era quella che lo rimproverava sempre, quella che
nonostante tutto lo aiutava, che lo confortava.. che lo abbandonava. Ma lei non
l’aveva umiliato neanche una volta, non l’aveva mai trattato male in fondo. Bè,
l’aveva lasciato tante volte.. ma mai in un luogo sconosciuto. L’aveva lasciato
sempre dove sapeva sarebbe stato al sicuro. E lui invece? Che aveva fatto?
Riprese a camminare. Stavolta verso la macchina lontana metri da lì.
Il suo
respiro si faceva sempre più affannoso, sempre più irregolare. Il ritmo dei
passi aumentava. Se le era successo qualcosa? Se le era successo qualcosa… non
lo sarebbe mai perdonato. Ripensò a poco prima. Un altro abisso. Sembrava
passata nuovamente una vita da quando era ancora così deciso ad andarsene.. Ma
ora non più. La piccola parte di lui aveva avuto il sopravvento.
Forse.. la
paura aveva preso il sopravvento. La paura di perderla, di non trovarla più là
dove l’aveva lasciata. Cominciò a correre.
Al diavolo
l’orgoglio.
Il cappello
pizzicava sotto lievemente al di sotto dei capelli cespugliosi. Un leggero
fiocco di neve vi si poggiò sopra, rendendolo più bianco di quanto era già.
Quel piccolo movimento, in mezzo a quel silenzio, sembrò far partire un brivido
dal collo di Hermione… scese giù lentamente, lungo la schiena. Così come
avrebbe voluto fare quella lacrima che premeva da sotto le palpebre chiuse.
Hermione
tirò su con il naso. Non doveva piangere per quel cretino, testardo, schifoso..
ogni epiteto in quel momento sembrava adeguato. Cosa aveva fatto? L’aveva
lasciata sola.. sola. Quella parola
la spaventava a morte. Ma evidentemente il silenzio là intorno l’aveva esortata
ad entrare nella sua testa. Cercava sempre di non pensarci, ma in quel momento
com’era possibile? Come poteva non pensare alla solitudine, al fatto di essere
rimasta sola ancora una volta quando.. quando ciò le si parava davanti? Quando
la realtà le si era buttata contro in quella maniera? Incrociò le braccia
intorno al petto, cercando di ripararsi il mento con la sciarpa dello stesso
colore del cappello. Cosa.. cosa doveva fare? Mille domande entravano e
uscivano dalla sua testa. Mille dubbi. Se nessuno l’avesse trovata
probabilmente sarebbe morta ibernata. Cerco di scacciare i pensieri e si girò
verso la macchina.
Il cofano
spalancato fumava ancora. Si avvicinò.
Era.. era
tutta colpa di quella carretta. Era colpa sua se adesso si trovavano in quella
situazione. Per un attimo provò un impulso irresistibile di tirarle un calcio,
ma riuscì a trattenersi pensando che la sua punizione l’aveva già avuta.
Lo sguardo
le cadde sullo sportello ammaccato. Poi salì lungo il finestrino. Come uno
scherzo del destino l’occhio le cadde sulle chiavi ancora infilate nella
serratura.
Si rifiutò
di trattenere lo sguardo.
Ma come
un’ondata la rabbia le montò dentro. Corse verso lo sportello del guidatore, lo
aprì di colpo e si mise a sedere. Strappò violentemente le chiavi da sotto il
volante e riuscì. Le lanciò con tutta la forza che aveva verso gli alberi a
lato della strada.
Quelle
rimasero sospese per qualche secondo, poi caddero sull’asfalto ghiacciato.
Quella lacrima che tanto aveva premuto contro il suo occhio riuscì finalmente
ad averla vinta. E adesso scorreva lungo la guancia infreddolita di Hermione.
Subito però lei la cancellò, asciugandola nervosamente con la manica del
cappotto. Cominciò a camminare verso la direzione che probabilmente, dopo tanti
chilometri di deserto, l’avrebbe portata a Londra.
Per quella
stupida macchina.. eppure fino a quella mattina l’adorava. Adesso capiva perché
era proprio la macchina di Ron. Era esattamente uguale a lui in quel momento..
non era di nessuna utilità.
Ma cosa
aveva fatto per meritare tutto quello? Cosa aveva mai fatto di male? ..non
c’era risposta a quelle domande. Hermione non riusciva a trovarne una. Mentre cominciava
a camminare spedita, continuò a riflettere.. e a cercare risposte. Ma in quel
luogo, in quel momento, in quella situazione, risposte non ce n’erano. Ma
perché non aveva preso un bus? Perché non se n’era andata da sola? Lo sapeva
che sarebbe finita male… anche se non pensava fino a quel punto. Non avrebbe
potuto pensarlo. In fondo non era mai successo niente di simile. Evidentemente
la vita le aveva riservato una delle sue sorprese… si, quelle che ti colgono quando
meno te lo aspetti.
Camminava
ormai da dieci minuti quando un rumore la destò dal silenzio. All’inizio lo
ignorò. Un leggero borbottio non le interessava affatto in quel momento. Di
qualunque cosa si trattasse. Continuò a camminare imperterrita, finché il
borbottio non si fece più forte alle sue spalle.
Si voltò
stancamente e intravide tra la nebbia un puntino luminoso. Si fermò per vedere
meglio.
In pochi
minuti una macchina blu scuro le era scivolata accanto. Riprese la sua
camminata ignorandola, anche quando questa cominciò a seguirla lentamente.
Si voltò e
intravide il finestrino della macchina aprirsi. Girò di nuovo lo sguardo.
-Cosa fai
qui da sola?-
Una voce
profonda la fece girare di nuovo. Un uomo con un cappello nero la stava
guardando.
Hermione
non riuscì a vedere la sua faccia, così tirò dritto. Non le importava
minimamente.
-Ehi, non
mi rispondi?- Continuò a camminare con lo sguardo basso. Cosa voleva questo qui
adesso?
–Non ti ho
mica fatto niente di male!- Continuò l’uomo.
No, in
effetti.. lui non aveva fatto niente di male. Ma era troppo nervosa per poter
comportarsi come una persona civile.
Si girò
rossa in viso. Cerco di vedere il viso del ragazzo, ma il cappello gli copriva
quasi tutta la faccia.
-..cosa
vuoi?- mormorò agitata.
-Io? Niente..-
Si scusò lui, -Pensavo solo che.. bè, non è da tutti i giorni trovare qualcuno
che cammina da solo in mezzo a questa.. se la vuoi chiamare così-
Lei
riabbassò lo sguardo continuando a camminare. No che non era da tutti i giorni.
-Vuoi un
passaggio?- chiese lui improvvisamente.
-Cos..?-
Hermione cercò di guardarlo in faccia. La irritava il fatto di non riuscire a
vederlo. –Aah.. un passaggio-
Rifletté
un istante. Era a chilometri dalla città più vicina, nevicava sempre più
insistentemente, faceva un freddo cane, camminava da sola.. avrebbe potuto
rifiutare? Riabbassò lo sguardo. Non sapeva nemmeno chi era. Se almeno si fosse
tolto il cappello… poteva fidarsi di lui?
-Dove devi
andare?- chiese.
-A… a
Londra. Alla stazione.- rispose lei.
-Bè.. non
dovrei andare proprio lì, ma se vuoi un passaggio non c’è alcun problema. Sul
serio- Hermione intravide un sorriso da sotto il cappello.
Si fermò.
Cosa aveva da perdere? Sicuramente sarebbe stato un viaggio migliore del
precedente. Avrebbe potuto rifiutare… ma cosa avrebbe fatto? Se la sarebbe
fatta tutta a piedi?
Annuì
lentamente e si diresse verso l’altra portiera. Sentì il finestrino di lui
chiudersi.
Aprì lo
sportello dopo essersi voltata un’ultima volta verso il punto da cui era
venuta. Chissà dov’era Ron adesso.. se ne stava andando? E se per caso tornava
da lei..? E non l’avrebbe trovata? Esitò.
E lui..
era nella sua stessa situazione. Non sarebbe potuto andare più avanti di lì.
Scosse la
testa. Era stata lui a cercarsela. Faceva male… ma era tutta colpa sua. Salì a
bordo con lo sguardo abbassato.
-Stai
tranquilla, non ti mangio- disse lui spavaldo. La cosa non spaventò affatto
Hermione. La sua voce era tutt’altro che spaventante, anzi.. era tranquillizzante.
Calma. Per un attimo i bollenti spiriti della ragazza si placarono. Si distese
per bene sul seggiolino e si allacciò la cintura.
L’uomo
premette sull’acceleratore. La macchina partì velocemente.
E mentre
la macchina accelerava e la neve smetteva di cadere, un ragazzo correva
disperato in mezzo alla strada, sperando di raggiungere in tempo lei che aveva lasciata in un luogo così
lontano dai suoi pensieri, così impensabile.
Ma per
un attimo fu come se fossero tornati vicini. Dall'infinito grigio della strada
una folata di vento colpì in pieno il ragazzo, che per un istante credette di
essere lì, accanto a lei. Un profumo molto familiare lo avvolse ed invase le
sue narici, mozzandogli il fiato in gola. Si fermò improvvisamente assaporando
quell' odore così dolce ma allo stesso tempo così fastidioso, finché questo non
se ne andò così come era tornato. Inutile tentare di ricordarlo, se ne andò
senza lasciare una minima traccia dietro di sé, là dove si trovava il ragazzo,
immobile, l'espressione tesa, gli occhi freddi. Perchè se n'era andato? Adesso
capiva cosa doveva aver provato Hermione.. era come lui in quell'istante,
abbandonato da quel profumo che non voleva restare. Che lo infastidiva di
giorno, ma lo rendeva felice di notte. Che andava e tornava in continuazione,
che lo lasciava sempre lì, senza fiato. Che non se ne andava più da casa sua,
nonostante la folata di vento che lo aveva portato se ne fosse andata via da un
pezzo.
Ciliegia.
Ma Ron
non era sicuro che quel profumo facesse parte della realtà. Poteva essere tutto
frutto della sua immaginazione.. o un piccolo sogno che gli ricordasse di lei.
Di Hermione.
Riprese
a correre più veloce che poteva.
Corse,
corse, corse, senza pensare a niente, solamente desideroso di ritrovarla e di
poterla riabbracciare come faceva una volta. Quando ancora tutto era così
bello.. Ron non se ne era mai fatto una ragione. La loro storia, il loro amore
era finito, nessuno sapeva come. Un semplice litigio forse, lei aveva voluto
cancellare tutto. Dimenticare gli anni felici che avevano passato insieme. Cosa
aveva detto? Litighiamo per ogni piccola cosa.. non si può ragionare con
te.. sei un testardo.. si, ecco cosa aveva detto. Che era testardo. Che non
la ascoltava. Ma a Ron non importava ascoltarla.. Ron voleva solo guardarla
negli occhi, carezzarle i capelli, sentire la sua pelle sotto le sue mani. Non
aveva bisogno di parole per dirle che la amava. Non capiva perchè a lei
importasse così tanto discutere.. certo, magari era lui che cominciava, ma lei
trovava sempre i pretesti per continuare. Per lanciare accuse e dargli contro.
Non
aveva capito, ma aveva perdonato. Lei era tornata da lui per chiedergli scusa,
e per un attimo nel cuore del ragazzo si era acceso un piccolo barlume di
speranza.. che però si era spento quasi subito, lentamente. Ignorando
l'amarezza, lui la aveva abbracciata forte, mentre la voglia di dirle che non
potevano rimanere solo amici lo invadeva. E così avevano continuato, lei
passando tutte le mattine da casa sua e lasciando quel suo odore di ciliegia,
lui continuando a rimpiangere i giorni passati con lei.
Finché
quel giorno.. tutto era cambiato. E mentre Ron arrivava esausto alla sua auto,
qualcosa tra di loro si riunì, come un sottile filo trasparente che li legava
inesorabilmente. E che non si spezzò, neanche quando lui si accorse che lei non
era rimasta lì ad aspettarlo.
La scritta blu!
^^;;;