Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Cho89    14/03/2005    6 recensioni
Dicono che ognuno di noi ha un paio d’ali, ma che solo chi sogna impara a volare. C’è chi ci crede, come invece chi fa finta di non sapere nemmeno cosa voglia dire lasciare andare i pensieri. Ma c’è una storia… una storia che dimostra quanto tutto ciò sia vero. Di quanto le persone possano cambiare nel giro di un secondo per merito di un sogno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La vita a volte ci riserva strane sorprese

Ehm ehm.. scusate, so di essere in ritardo *___* è che [questo dimostra che di fantasia ne ho] siamo sommersi dai compiti.. ^^;;;

Allora.. questo chap è venuto un po’ tragico, e vi avverto che probabilmente il pezzettino finale non combacia molto, visto che l’ho scritto qui dalla montagna [approfittando dell’ondata di ispirazione improvvisa].. quindi, perdonatemi ^^;;;

Ed ora.. un po’ di ringraziamenti a:

 

Nightmare

Hermione Weasley

Blacky

Intergirl84

Elisir86

Giugizzu

Ginny.. anche se non recensisce ^^;;;

 

Grazie mille!

E.. una piccola dedica a Ettore, che con la vacanza studio in Irlanda è diventato ufficialmente il mio mito!

 

Baci baci :*

 

 

La vita a volte ci riserva strane sorprese.. non sappiamo perché, né come. Ma accade. E la maggior parte delle volte quando non sei preparato.. quando meno te lo aspetti. Perché è così che la vita è imprevedibile. È così che esce fuori dal suo guscio, quando non penseresti mai di trovartela davanti.

E lo fa con la sua naturalezza. Anche se all’inizio l’impatto è duro, poi tutto si ammorbidisce. E lei ritorna da dove è venuta. Là nel suo guscio fragile, in attesa di coglierti ancora una volta impreparato con una delle sue sorprese. Come.. come un incontro. Una canzone, un libro, un posto, una voce, una sensazione, un profumo.

Quel profumo. Che non vuole andarsene da casa tua. Che non vuole abbandonare tutto ciò che ti appartiene e che prima apparteneva.. a lei. Ma ha lasciato lei per seguire te. E perseguitarti all’infinito.

Ron camminava sempre più lentamente. Sentiva il corpo pesare sulle gambe, la mente farsi stanca. Ma niente e nessuno avrebbe potuto fermarlo. O almeno così credeva fino a qualche minuto prima.

Ne era così certo.. era sicuro di poter riuscire a trovare il coraggio per andarsene, e l’aveva trovato, l’aveva trovato all’inizio. Solo che adesso sembrava averlo abbandonato. Era volato via come una nuvola di fumo, senza lasciare traccia. E cosa rimaneva dietro di lui? Niente. Solo una piccola scia di senso di colpa.

Ma che diavolo aveva fatto? Sembrava passata un’eternità.. eppure erano pochi minuti che camminava. Aveva lasciato in mezzo alla strada.. non riusciva nemmeno a pensare al suo nome. Tutto ciò che lo circondava in quel momento gli ricordava Hermione. Chissà se era ancora là.. esitò un istante, prima di riprendere a camminare cercando di non pensarci.

Perché era così testardo? Non lo sapeva neanche lui. Forse.. sarebbe stato troppo umiliante ritornare indietro. Ormai se n’era andato, che lei fosse ancora lì o no, per lui non avrebbe dovuto fare differenza. Ma.. una piccola parte di lui sapeva che non poteva essere così. Una piccola parte di lui non voleva che fosse così. Cosa valeva quella piccola parte in confronto al resto? Assolutamente niente. Eppure abbastanza per farlo esitare.

Si fermò di botto. Tornare indietro o no? No.. non poteva.. fece un passo lentamente. E avrebbe lasciato Hermione lì da sola in mezzo alla strada? Tirò indietro la gamba. Avrebbe potuto tornare a riprenderla.. ma se non ci fosse stata? E poi.. il suo orgoglio ci avrebbe rimesso ancora una volta. Una volta di tante. Quante volte era successo che Ron Weasley fosse stato umiliato davanti a tutti? Tante.. non le ricordava più ormai.

Si voltò. Osservò la strada grigia dietro di lui. Completamente deserta. No.. non sarebbe tornato.. come minimo Hermione non sarebbe stata più lì. Certo non stava ad aspettarlo.

Si voltò di nuovo e fece un passo. Poi un altro. Ne sei sicuro Ron? No.. per niente. Si fermò per l’ennesima volta. Ma questa fu l’ultima.

Si voltò definitivamente. Dignità.. ma cosa aveva fatto? Cosa gli era saltato in testa? Lasciarla in mezzo ad un viale deserto lontano chilometri da Londra.. Se le fosse successo qualcosa, se qualcuno l’avesse trovata.. questo era molto più importante della dignità. Se l’era lasciato portare via tante volte, ma lei.. lei era Hermione. Lei era quella che lo rimproverava sempre, quella che nonostante tutto lo aiutava, che lo confortava.. che lo abbandonava. Ma lei non l’aveva umiliato neanche una volta, non l’aveva mai trattato male in fondo. Bè, l’aveva lasciato tante volte.. ma mai in un luogo sconosciuto. L’aveva lasciato sempre dove sapeva sarebbe stato al sicuro. E lui invece? Che aveva fatto? Riprese a camminare. Stavolta verso la macchina lontana metri da lì.

Il suo respiro si faceva sempre più affannoso, sempre più irregolare. Il ritmo dei passi aumentava. Se le era successo qualcosa? Se le era successo qualcosa… non lo sarebbe mai perdonato. Ripensò a poco prima. Un altro abisso. Sembrava passata nuovamente una vita da quando era ancora così deciso ad andarsene.. Ma ora non più. La piccola parte di lui aveva avuto il sopravvento.

Forse.. la paura aveva preso il sopravvento. La paura di perderla, di non trovarla più là dove l’aveva lasciata. Cominciò a correre.

Al diavolo l’orgoglio.

 

 

 

Il cappello pizzicava sotto lievemente al di sotto dei capelli cespugliosi. Un leggero fiocco di neve vi si poggiò sopra, rendendolo più bianco di quanto era già. Quel piccolo movimento, in mezzo a quel silenzio, sembrò far partire un brivido dal collo di Hermione… scese giù lentamente, lungo la schiena. Così come avrebbe voluto fare quella lacrima che premeva da sotto le palpebre chiuse.

Hermione tirò su con il naso. Non doveva piangere per quel cretino, testardo, schifoso.. ogni epiteto in quel momento sembrava adeguato. Cosa aveva fatto? L’aveva lasciata sola.. sola. Quella parola la spaventava a morte. Ma evidentemente il silenzio là intorno l’aveva esortata ad entrare nella sua testa. Cercava sempre di non pensarci, ma in quel momento com’era possibile? Come poteva non pensare alla solitudine, al fatto di essere rimasta sola ancora una volta quando.. quando ciò le si parava davanti? Quando la realtà le si era buttata contro in quella maniera? Incrociò le braccia intorno al petto, cercando di ripararsi il mento con la sciarpa dello stesso colore del cappello. Cosa.. cosa doveva fare? Mille domande entravano e uscivano dalla sua testa. Mille dubbi. Se nessuno l’avesse trovata probabilmente sarebbe morta ibernata. Cerco di scacciare i pensieri e si girò verso la macchina.

Il cofano spalancato fumava ancora. Si avvicinò.

Era.. era tutta colpa di quella carretta. Era colpa sua se adesso si trovavano in quella situazione. Per un attimo provò un impulso irresistibile di tirarle un calcio, ma riuscì a trattenersi pensando che la sua punizione l’aveva già avuta.

Lo sguardo le cadde sullo sportello ammaccato. Poi salì lungo il finestrino. Come uno scherzo del destino l’occhio le cadde sulle chiavi ancora infilate nella serratura.

Si rifiutò di trattenere lo sguardo.

Ma come un’ondata la rabbia le montò dentro. Corse verso lo sportello del guidatore, lo aprì di colpo e si mise a sedere. Strappò violentemente le chiavi da sotto il volante e riuscì. Le lanciò con tutta la forza che aveva verso gli alberi a lato della strada.

Quelle rimasero sospese per qualche secondo, poi caddero sull’asfalto ghiacciato. Quella lacrima che tanto aveva premuto contro il suo occhio riuscì finalmente ad averla vinta. E adesso scorreva lungo la guancia infreddolita di Hermione. Subito però lei la cancellò, asciugandola nervosamente con la manica del cappotto. Cominciò a camminare verso la direzione che probabilmente, dopo tanti chilometri di deserto, l’avrebbe portata a Londra.

Per quella stupida macchina.. eppure fino a quella mattina l’adorava. Adesso capiva perché era proprio la macchina di Ron. Era esattamente uguale a lui in quel momento.. non era di nessuna utilità.

Ma cosa aveva fatto per meritare tutto quello? Cosa aveva mai fatto di male? ..non c’era risposta a quelle domande. Hermione non riusciva a trovarne una. Mentre cominciava a camminare spedita, continuò a riflettere.. e a cercare risposte. Ma in quel luogo, in quel momento, in quella situazione, risposte non ce n’erano. Ma perché non aveva preso un bus? Perché non se n’era andata da sola? Lo sapeva che sarebbe finita male… anche se non pensava fino a quel punto. Non avrebbe potuto pensarlo. In fondo non era mai successo niente di simile. Evidentemente la vita le aveva riservato una delle sue sorprese… si, quelle che ti colgono quando meno te lo aspetti.

Camminava ormai da dieci minuti quando un rumore la destò dal silenzio. All’inizio lo ignorò. Un leggero borbottio non le interessava affatto in quel momento. Di qualunque cosa si trattasse. Continuò a camminare imperterrita, finché il borbottio non si fece più forte alle sue spalle.

Si voltò stancamente e intravide tra la nebbia un puntino luminoso. Si fermò per vedere meglio.

In pochi minuti una macchina blu scuro le era scivolata accanto. Riprese la sua camminata ignorandola, anche quando questa cominciò a seguirla lentamente.

Si voltò e intravide il finestrino della macchina aprirsi. Girò di nuovo lo sguardo.

-Cosa fai qui da sola?-

Una voce profonda la fece girare di nuovo. Un uomo con un cappello nero la stava guardando.

Hermione non riuscì a vedere la sua faccia, così tirò dritto. Non le importava minimamente.

-Ehi, non mi rispondi?- Continuò a camminare con lo sguardo basso. Cosa voleva questo qui adesso?

–Non ti ho mica fatto niente di male!- Continuò l’uomo.

No, in effetti.. lui non aveva fatto niente di male. Ma era troppo nervosa per poter comportarsi come una persona civile.

Si girò rossa in viso. Cerco di vedere il viso del ragazzo, ma il cappello gli copriva quasi tutta la faccia.

-..cosa vuoi?- mormorò agitata.

-Io? Niente..- Si scusò lui, -Pensavo solo che.. bè, non è da tutti i giorni trovare qualcuno che cammina da solo in mezzo a questa.. se la vuoi chiamare così-

Lei riabbassò lo sguardo continuando a camminare. No che non era da tutti i giorni.

-Vuoi un passaggio?- chiese lui improvvisamente.

-Cos..?- Hermione cercò di guardarlo in faccia. La irritava il fatto di non riuscire a vederlo. –Aah.. un passaggio-

Rifletté un istante. Era a chilometri dalla città più vicina, nevicava sempre più insistentemente, faceva un freddo cane, camminava da sola.. avrebbe potuto rifiutare? Riabbassò lo sguardo. Non sapeva nemmeno chi era. Se almeno si fosse tolto il cappello… poteva fidarsi di lui?

-Dove devi andare?- chiese.

-A… a Londra. Alla stazione.- rispose lei.

-Bè.. non dovrei andare proprio lì, ma se vuoi un passaggio non c’è alcun problema. Sul serio- Hermione intravide un sorriso da sotto il cappello.

Si fermò. Cosa aveva da perdere? Sicuramente sarebbe stato un viaggio migliore del precedente. Avrebbe potuto rifiutare… ma cosa avrebbe fatto? Se la sarebbe fatta tutta a piedi?

Annuì lentamente e si diresse verso l’altra portiera. Sentì il finestrino di lui chiudersi.

Aprì lo sportello dopo essersi voltata un’ultima volta verso il punto da cui era venuta. Chissà dov’era Ron adesso.. se ne stava andando? E se per caso tornava da lei..? E non l’avrebbe trovata? Esitò.

E lui.. era nella sua stessa situazione. Non sarebbe potuto andare più avanti di lì.

Scosse la testa. Era stata lui a cercarsela. Faceva male… ma era tutta colpa sua. Salì a bordo con lo sguardo abbassato.

-Stai tranquilla, non ti mangio- disse lui spavaldo. La cosa non spaventò affatto Hermione. La sua voce era tutt’altro che spaventante, anzi.. era tranquillizzante. Calma. Per un attimo i bollenti spiriti della ragazza si placarono. Si distese per bene sul seggiolino e si allacciò la cintura.

L’uomo premette sull’acceleratore. La macchina partì velocemente.

 

E mentre la macchina accelerava e la neve smetteva di cadere, un ragazzo correva disperato in mezzo alla strada, sperando di raggiungere in tempo lei che aveva lasciata in un luogo così lontano dai suoi pensieri, così impensabile.

Ma per un attimo fu come se fossero tornati vicini. Dall'infinito grigio della strada una folata di vento colpì in pieno il ragazzo, che per un istante credette di essere lì, accanto a lei. Un profumo molto familiare lo avvolse ed invase le sue narici, mozzandogli il fiato in gola. Si fermò improvvisamente assaporando quell' odore così dolce ma allo stesso tempo così fastidioso, finché questo non se ne andò così come era tornato. Inutile tentare di ricordarlo, se ne andò senza lasciare una minima traccia dietro di sé, là dove si trovava il ragazzo, immobile, l'espressione tesa, gli occhi freddi. Perchè se n'era andato? Adesso capiva cosa doveva aver provato Hermione.. era come lui in quell'istante, abbandonato da quel profumo che non voleva restare. Che lo infastidiva di giorno, ma lo rendeva felice di notte. Che andava e tornava in continuazione, che lo lasciava sempre lì, senza fiato. Che non se ne andava più da casa sua, nonostante la folata di vento che lo aveva portato se ne fosse andata via da un pezzo.

Ciliegia.

Ma Ron non era sicuro che quel profumo facesse parte della realtà. Poteva essere tutto frutto della sua immaginazione.. o un piccolo sogno che gli ricordasse di lei. Di Hermione.

Riprese a correre più veloce che poteva.

Corse, corse, corse, senza pensare a niente, solamente desideroso di ritrovarla e di poterla riabbracciare come faceva una volta. Quando ancora tutto era così bello.. Ron non se ne era mai fatto una ragione. La loro storia, il loro amore era finito, nessuno sapeva come. Un semplice litigio forse, lei aveva voluto cancellare tutto. Dimenticare gli anni felici che avevano passato insieme. Cosa aveva detto? Litighiamo per ogni piccola cosa.. non si può ragionare con te.. sei un testardo.. si, ecco cosa aveva detto. Che era testardo. Che non la ascoltava. Ma a Ron non importava ascoltarla.. Ron voleva solo guardarla negli occhi, carezzarle i capelli, sentire la sua pelle sotto le sue mani. Non aveva bisogno di parole per dirle che la amava. Non capiva perchè a lei importasse così tanto discutere.. certo, magari era lui che cominciava, ma lei trovava sempre i pretesti per continuare. Per lanciare accuse e dargli contro.

Non aveva capito, ma aveva perdonato. Lei era tornata da lui per chiedergli scusa, e per un attimo nel cuore del ragazzo si era acceso un piccolo barlume di speranza.. che però si era spento quasi subito, lentamente. Ignorando l'amarezza, lui la aveva abbracciata forte, mentre la voglia di dirle che non potevano rimanere solo amici lo invadeva. E così avevano continuato, lei passando tutte le mattine da casa sua e lasciando quel suo odore di ciliegia, lui continuando a rimpiangere i giorni passati con lei.

Finché quel giorno.. tutto era cambiato. E mentre Ron arrivava esausto alla sua auto, qualcosa tra di loro si riunì, come un sottile filo trasparente che li legava inesorabilmente. E che non si spezzò, neanche quando lui si accorse che lei non era rimasta lì ad aspettarlo.

 

 

La scritta blu!

^^;;;

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Cho89