Capitolo
9
Il
mistero
Biglietti prenotati, una
notte in albergo e leggero bagaglio a mano. Chiunque li avesse visti
avrebbe pensato alla gita di qualche circolo scolastico, accompagnai
da un insegnante.
Sei degli otto membri del
gruppo erano seduti sulle sedie scomode dell'aeroporto, in attesa che
il loro volo fosse chiamato. Ai genitori dissero che erano stati
invitati a un giro storico per la prefettura di Tottoro e loro ne
rimasero entusiasti.
Nishijima aveva in mano
sette biglietti. << Tutto apposto. Tra pochi minuti
dovrebbero
chiamare il volo >>.
<< Anche se questo
viaggio ha uno scopo, mi piace moltissimo l'idea di trascorrere una
notte a Tottoro! >>, disse Mimi.
<< Anch'io. Non ci
sono mai stato >>, disse Takeru.
<< Joe, come hai
fatto a liberarti? >>, gli domandò Koushiro.
Sospirò. << Non
sarei mai riuscito a concentrarmi >>.
<< I Digimon sono
nell'area digitale, quando andremo in albergo a dormire potremo
tenerli tranquillamente con noi >>, disse Koushiro, con
il
portatile aperto.
Una voce femminile chiamò
il loro volo e s’imbarcarono. L'aereo rollò quindici minuti dopo,
durante il quale vennero offerti spuntini e succhi. Koushiro continuò
a lavorare al portatile, i fratelli Yagami erano entrambi molto
silenziosi.
Un'ora dopo atterrò a
Tottoro.
Nishijima guardò
l'orologio. << Andiamo in albergo, posiamo i bagagli e
andiamo
dal padre di Kumi >>.
<< D'accordo! >>.
Affittò una grande
macchina e guidò fino all'albergo. Il viaggio era stato pagato
dall'agenzia segreta, usando la dicitura a “scopo lavorativo”,
Nishijima aveva prenotato in un bellissimo albergo. Mimi divideva la
camera con Hikari, Koushiro con Taichi e infine Joe con Takeru.
Nishijima aveva una camera separata e aveva preteso che le camere
fossero tutte sullo stesso piano.
Ogni camera aveva due
letti matrimoniali, un'enorme armadio e una scrivania. Un televisore
era attaccato alla parete, il bagno era in piastrelle lucide dorate,
con vasca.
Mimi si sedette sul letto,
con un balzo. << Questa camera è bellissima!
>>.
<< Non male! >>,
concordò Hikari.
Si ritrovarono nella hall,
rinfrescati. Si rimisero in macchina, pronti per l'incontro con il
padre della ragazza apparentemente scomparsa. La città era piena di
gente, il centro pullulava di negozi e centri commerciali, era sabato
e molte persone ne approfittavano per passarci il tempo libero.
Il padre di Kumi viveva in
una cassetta a due piani in centro, in un'area tranquilla, immersa
nel verde. Nishijima parcheggiò la macchina e a piedi arrivarono di
fronte casa dell'uomo. A una prima occhiata doveva essere stata una
bella casa, un tempo, ma ora il prato appariva poco curato, le
finestre erano sporche e dei fiori sui davanzali erano rimasti solo i
vasi vuoti. Un vecchio zerbino con alcune lettere mancanti era
davanti all'ingresso. L'agente fece segno ai ragazzi di rimanere
indietro.
Daigo suonò il campanello
ma non funzionava, così bussò forte alla porta. Dei passi
strascicati risuonarono dopo altre tre bussate.
<< Chi è? >>.
La voce era roca.
<< Signor Fukuda...
Non so se ricorda di me... Sono Daigo Nishijima >>.
Silenzio.
<< Un vecchio amico
di sua figlia >>.
La porta fu aperta e
l'uomo che si presentò davanti a lui era quasi irriconoscibile: la
barba fatta male, i capelli radi e bianchi, una flebo collegata a una
bombola di ossigeno.
<< Daigo... >>,
sussurrò. << Non ti vedo da vent'anni >>.
<< Lo so >>.
<< Che cosa vuoi da
un povero vecchio? >>.
<< Volevo parlare...
>>.
<< Chi sono quelli?
I tuoi figli? >>.
Nishijima si voltò. <<
Vi avevo detto di restare fuori un attimo! >>. Scosse la
testa.
<< No, sono dei... miei alunni >>.
<< Sei un'insegnante
quindi >>.
<< Già... senta io
volevo parlare con Kumi >>.
Nominare Kumi fece
esplodere l'uomo. << Kumi... Vieni dopo vent'anni a
chiedermi
di mia figlia! >>.
La reazione fece
spaventare perfino gli altri.
Daigo aggrottò le
sopracciglia. << Volevo solo parlare con lei di una cosa
molto
importante, anzi vitale >>.
L'uomo tossì, tanto da
fargli gli occhi lucidi. << Tu non lo sai?
>>.
<< Sapere cosa? >>.
<< Kumi è morta >>.
<< Che cosa?! >>,
esclamarono gli altri.
<< Morta? >>,
Daigo rimase stupefatto. << Non c'è nessun certificato di
morte >>.
L'uomo rise amaramente. <<
Cosa ne so io! Kumi è morta sedici anni fa >>.
<< Come? >>.
<< Non lo so. Ho
divorziato da sua madre tre anni prima della sua morte. Un giorno
venne la mia ex moglie per dirmi che Kumi era scappata di casa, poi
si presentò un medico di un ospedale e mi disse che era morta
>>.
Daigo non seppe più cosa
dire, il gruppo si sentì lo stomaco in una morsa spiacevole.
<< In che ospedale?
>>.
Il signor Fukuda fece per
andarsene.
<< La prego >>,
disse Nishijima. << È importante >>.
Lo guardò, in quegli
occhi vide tutto il dolore del mondo. << Nell'ospedale in
centro, non so altro >>.
Sbatté la porta, lo sentì
tossire di nuovo.
<< E ora? >>,
gli domandò Taichi.
Nishijima tirò fuori la
foto scattata a Digiworld, guardò Kumi quattordicenne, con un
sorriso sulla faccia insieme a Terriermon.
<<
Sei un bel
tipo, Daigo >>.
<< Come Kumi? >>,
esclamò, alimentando il fuoco per la cena a base di pesce e frutti.
<< Non sei come
Eizo. O Hideki. Hisa poi è una bambina. Per avere dodici anni sei
maturo >>.
<< Grazie. Anche
tu sei un bel tipo, Kumi >>.
Mise il pesce sul
fuoco. << Grazie anche a te >>.
Si guardarono e si
misero a ridere, una bella risata a cui si unirono pure Elecmon e
Terriermon.
<<
Signor
Nishijima... Sta bene? >>, gli domandò Joe.
Daigo rimise la foto nel
portafoglio e riprese la sua sicurezza. << Andiamo
>>.
Superò i ragazzi a grandi
passi, lo guardarono uscire dalla proprietà Fukuda. Provarono a
mettersi nei suoi panni, nello scoprire che uno di loro era morto.
Solo la domanda bastò non far andare oltre la prospettiva, era
troppo dolorosa.
In macchina regnava il
silenzio, nessuno osava fare domande all'agente, si sentirono in
dovere di rispettare il suo lutto.
L'atmosfera pesante fu
interrotta da uno squillo. Nishijima rispose.
<< Pronto? >>.
<< Ehi Daigo >>.
<< Hisa! >>.
<< Ho saputo da un
uccellino che sei a Tottoro >>.
<< Te l'ha detto
Eizo >>.
<< Forse >>,
rise. << Be'... mi trovi in centro. Mi raggiungi?
>>.
<< Aspetta... sei a
Tottoro?! >>.
La fece ridere di nuovo.
Hisa era così, sorprendente. << Mio marito e le mie
figlie
oggi sono dalla nonna, una gitarella liberatoria me la merito pure
io! >>.
<< Ti raggiungo >>.
Il
gruppo era emozionato.
Da quando avevano scoperto l'esistenza dei Digiprescelti del 1985,
avevano come la sensazione di avere dei mentori. Qualcuno che gli
togliesse un po' quel peso sulle spalle.
Hisa era seduta al
tavolino di un bar, dentro un locale, beveva una cioccolata. Era
identica ancora a quella bambina nella foto, gli occhi erano azzurri
e brillanti, i capelli biondi, lunghi e lucenti. Una bellissima
donna, aveva un semplice maglioncino rosso e un paio di pantaloni ma
li portava con estrema eleganza. Non appena vide Daigo gli corse
incontro ad abbracciarlo, gli diede un bacio sulla guancia. Ricordava
molto Mimi.
<< Questi devono
essere i Digiprescelti della nuova generazione >>. Li
invitò a
sedersi. << È un vero piacere conoscervi >>.
<< Anche il nostro,
signora >>, dissero in coro.
<< Signora?! Ehi, ho
solo trent'anni! Chiamatemi Hisa >>.
<< Certo >>.
Ordinarono caffè,
cioccolate, tè e si misero a parlare.
<< Morta?! >>.
<< Già >>.
Per la prima volta videro
la tristezza sul quel bel volto, posò la tazza di cioccolata calda.
Qualche lacrima sgorgò sul suo volto. << Non avrei mai
potuto
pensarlo. L'ho sempre immaginata felice da qualche parte
>>.
<< Hisa... lei non
ha mai sentito Kumi dopo che si è trasferita? >>, chiese
Hikari.
<< No... Aveva
quattro anni più di me... Ero solo una bambina >>.
<< Suo padre dice
che è morta in ospedale >>, la informò l'uomo.
<< Di cosa? >>.
<< Non lo sa neanche
suo padre >>, le disse Takeru.
<< Hisa... Il fatto
è che noi speravamo di avere qualche informazioni sulla fede e sul
perché Gennai sia sparito >>.
<< È sparito? >>.
<< A quanto pare.
Casa sua sotto il lago è sparita >>.
<< Siete stati a
Digiworld?! >>.
<< Di recente, sì
>>, confermò Mimi.
<< Avete visto
Pandamon? >>, domandò ansiosa.
<< Ora è
Yukidarumon, è passato al livello campione >>.
<< Oh... sono felice
per lui >>, sorrise tristemente.
<< Sappiamo che sta
bene però >>, la rincuorò Joe.
<< Meglio così >>.
Fece un respiro profondo e ritornò a sorridere. << Per
quanto
riguarda la fede non so aiutarvi. Daigo mi ha fatto un riassunto, mi
ha parlato anche di Meiko. La ragazza è misteriosa >>.
Si misero a parlare della
situazione e a un certo punto Taichi uscì dal bar, fingendo di dover
fare una chiamata. La verità è che aveva bisogno di rimettere
insieme i pensieri che aveva in testa, troppe questioni diversi lo
stavano facendo diventare matto. Non poteva fare a meno di pensare
che Sora sarebbe uscita con Yamato quella sera, si concentrava sulla
situazione difficile ma alla fine il pensiero era lì, in un angolino
a tormentarlo. Si buttò su una panchina lontano dalle vetrate, per
avere un po' di pace e si appoggiò allo schienale, la faccia rivolta
al cielo appena annuvolato. Si appoggiò gli occhialoni per
proteggersi dai raggi del sole e si mise ad osservare le persone che
gli passavano davanti. Guardò l'altro lato della strada, dove c'era
il bar e riuscì a intravedere gli altri parlare fitto e molto seri.
Si alzò e decise di ritornare indietro quando notò la distorsione
rossa in fondo la strada.
<< No! >>.
Corse veloce dentro il
bar, fino al tavolo.
<< Uscite presto,
c'è una distorsione enorme alla fine della strada! >>.
Koushiro tirò indietro la
sedia indietro fino a farla cadere. << Richiamo i Digimon
al
volo! >>.
<< Daigo? >>.
<< Tranquilla Hisa,
ci pensano loro >>.
Taichi osservò la
distorsione fino a che esplose in mille frammenti rossi. Dalla luce
rossa uscì un Digimon mai visto prima, solo dall'aspetto si capiva
che era malefico.
<< Che Digimon è?
>>, esclamò Hisa. Dopo vent'anni vedeva di nuovo un
Digimon,
era straordinario quanto orribile allo stesso tempo.
<< Taichi! >>.
<< Agumon! >>,
abbracciò il suo Digimon.
<< Che cavolo di
Digimon è? >>, domandò
Gomamon.
<<
Phelesmon >>, rispose Koushiro. <<
È di livello evoluto, deve essere un altro messaggero di Alphamon!
>>.
La gente cominciò a
correre dopo la prima esplosione. I ragazzi insieme a Hisa e Daigo si
ritrovarono alla fine della strada, davanti al Digimon malefico.
Aveva l'aspetto di un
diavolo, ancora più del precedente nemico. Il forcone rosso era
puntato verso di loro.
<< Digiprescelti,
che onore >>.
<< L'onore è il
nostro >>, replicò ironico Taichi.
Digivice in mano e i
Digimon erano al livello campione. Era ancora troppo difficile
passare direttamente al livello evoluto dal livello intermedio. Ciò
provocò un'enorme risata nel nemico.
<< Grida del demone!
>>.
I sei Digimon riuscirono a
resistere all'attacco e si lanciarono contro Phelesmon. Si protesse
con uno scudo nero e agitò il forcone, lanciando Togemon e Ikkakumon
contro i pali della luce. Angemon lo colpì con i suoi colpi sacri e
riuscì appena a scalfirlo, Tailmon usò il Pugno Felino ma fu
sbalzata contro la vetrata di un negozio.
<< Tailmon! >>,
Hikari corse verso il suo Digimon.
Greymon e Kabuterimon
riuscirono a colpire insieme Phelesmon ma le fiamme unite
all'elettricità gli fecero giusto un graffio.
<< Devono passare al
livello evoluto! >>, gridò Takeru.
I sei Digimon passarono
velocemente al livello evoluto e circondarono Phelesmon di nuovo,
stavolta più forti. Con un sorriso sadico, lanciò una poltiglia
nera verso gli avversari, bloccandoli come un blocco di pietra.
<< No! >>.
<< Dobbiamo aiutarli
Daigo! >>.
<< Non siamo più
Digiprescelti, Hisa. Saremo solo d'intralcio >>.
<< È più forte di
un Digimon evoluto >>, disse Joe.
<< Forse Alphamon
l'ha reso più potente con il virus infetto >>, disse Mimi.
<< MetalGreymon devi
Digievolvere al livello mega! >>.
MetalGreymon si rialzò a
fatica e concentrò tutte le sue forze ma quella melma nera lo fece
ricadere a terra.
Solo un Digimon riuscì a
rialzarsi, Lillimon. Con la tecnica dei fiori si ripulì e volò
intorno al Digimon malvagio. I Digiprescelti corsero ad aiutare i
loro Digimon, cercavano di pulirli ma era vischiosa e appiccicosa,
gli toglieva le forze.
Phelesmon camminò per le
vie della città, distruggendo tutto quello che vedeva. Lillimon da
sola era quasi un moscerino per lui e con un semplice colpo di mano
la buttò a terra, tornando a essere Palmon. Mimi corse a prendere il
suo Digimon in braccio, con le lacrime agli occhi.
Improvvisamente si sentì
riportare indietro nel tempo, quando Vamdemon aveva preso il
controllo di Odaiba e scatenato i suoi Digimon. Aveva creato morte e
distruzione, messo in pericolo tante persone.
Una bambina di sei anni
cadde per terra, perdendo la mano della mamma, che correva con lei in
mezzo alla folla per sfuggire da Phelesmon. Si mise a piangere e la
mamma non poté raggiungerla, la folla la tirava dall'altra parte.
Hisa corse dalla piccola, le ricordava tanto le sue figlie.
<< Tranquilla,
adesso ti riporto dalla tua mamma >>.
Un'ombra su di lei le fece
alzare la faccia, Phelesmon era davanti a lei, con tutta la sua mole
e puntò una mano contro di loro.
<< Basta! >>,
urlò Mimi, piangendo. << Non posso più vedere tutta
questa
distruzione! >>.
Phelesmon fermò l'attacco
a causa di un'intensa luce verde. Il Digivice di Mimi s’illuminò e
prese a tremare, la luce avvolse Palmon e aprì gli occhi. Mimi
lasciò andare il suo Digimon, la luce era troppo forte.
<< Palmon Mega
Digievolve... Rosemon! >>.
<< Palmon >>,
mormorò Mimi, piangendo ma stavolta di felicità. Era riuscita a far
raggiungere al suo Digimon il livello Mega.
<< Mimi... sei anni
fa la tua purezza mi ha permesso di raggiungere il livello evoluto e
ora, che sei grande, la tua innocenza è ancora più pura
>>,
disse con voce melodiosa, facendola una carezza. Si girò a guardare
Phelesmon. << Sei solo un Digimon malvagio, avresti tolto
la
vita a una bambina innocente! >>.
<< Chi ti crede di
essere? >>, il forcone s’illuminò.
<< Lance di rose!
>>.
Le rose rosse di Rosemon
circondavano Phelesmon, che cadde in ginocchio. Le lanciò il forcone
contro ma lei lo scansò con eleganza.
Rosemon congiunse le mani,
s’illuminarono di una luce rossa e verde. << Raggio di
bellezza! >>.
Colpì Phelesmon, quello
urlò fino a scomparire, la purezza di Mimi era stata più forte di
qualsiasi potere. Rosemon ritornò giù e, appena toccata terra,
ritornò ad essere Tanemon. Mimi la prese in braccio e la strinse
forte.
<< Bravissima >>.
<< Mamma! >>.
La bambina abbracciò sua
madre, piangeva.
Daigo si avvicinò a Hisa. << Ti sei
comunque resa utile >>.
Sorrise. << Meglio
di niente >>.
<< Incredibile! >>,
esclamò entusiasta Takeru. << Finora solo Gabumon e
Agumon ci
erano riusciti! >>.
<< Forse ci
riusciranno anche i nostri! >>, disse Joe.
<< Tanemon dorme,
poverina. Deve aver consumato ogni energia >>, disse
piano
Mimi, per non svegliarla.
<< Andiamo via da
qui prima che arrivi la polizia! >>, ordinò Nishijima.
Si
ritrovarono nella hall
dell'albergo, distraendo il signore al banco e facendo passare i
Digimon senza essere notati. Si ritrovarono in camera di Nishijima,
stanchi.
<< Un caso che un
Digimon ci attacchi proprio mentre veniamo a Tottoro a indagare?
>>,
disse Koushiro.
<< No, per niente
>>, gli rispose Taichi.
<< È chiaro che
siamo sulla pista giusta >>, disse Mimi, accarezzando
Tanemon
profondamente addormentata.
<< Per oggi ne avete
avuto abbastanza, ora andiamo a cena e poi tutti a letto
>>.
<< Sì professore!
>>, risero gli altri.
Hisa gli diede una pacca
sulla spalla. << Stai così bene nei panni del sensei
>>.
<< Piantala >>.
<< Io mi avvio a
casa, le mie figlie non mangiano altrimenti >>, rise.
<<
È stato un piacere ragazzi. Ed è stato bello rivederti
>>,
gli diede un bacio sulla guancia. << Alla prossima
ragazzi >>.
Li salutò e uscì dalla stanza.
I ragazzi notarono il
rossore sulle guance dell'agente.
<< Ehi Nishijima ma
non è che lei e Hisa in passato... >>, Joe lasciò la
frase in
sospeso.
<< Andiamo a cena!
>>, disse uscendo dalla stanza a grandi passi,
lasciandosi le
fragorose risate degli altri dietro.
La
sera tutti tornarono
nelle proprie stanze, portando del cibo da asporto ai loro Digimon
affamati, Tanemon in particolare. Era la regina della serata, gli
facevano tutti delle domande, non vedevano l'ora di passare anche
loro al livello mega.
Hikari si trovava di
fronte la porta di Takeru. Mezz'ora prima aveva ricevuto un messaggio
dal lui, che la pregava di andare nella sua stanza. Ci aveva messo
dieci minuti a rispondere ma alla fine aveva accettato.
Takeru era solo in camera,
Joe era andato a fare una lunga chiamata alla sua fidanzata. Sentì
bussare alla porta della camera e andò ad aprire.
<< Grazie per essere
venuta >>.
In silenzio entrò nella
camera.
<< Dove sono gli
altri? >>.
<< Joe è impegnato
in una chiamata con la sua fidanzata, Gomamon è con lui. Patamon è
da Agumon, stanno ancora ascoltando il racconto di Tanemon
>>.
<< Cosa volevi? >>.
<< Chiederti scusa.
Non mi sono comportato bene con te >>.
<< Okay >>.
<< Siamo amici da
anni e non riesco a sopportare l'idea che sia finito tutto senza
motivo >>.
<< Il motivo c'è
>>.
Takeru si sedette sul
letto e invitò Hikari a sedersi. Lei lo fece, ben lontana da lui.
L'aria era carica di elettricità.
<< Mi ami? >>.
La domanda lasciò a bocca
aperta Hikari. << Come scusa? >>.
<< Mi ami? >>.
<< Non ci posso
credere! Mi stai prendendo in giro? >>.
<< Non volevo farti
arrabbiare >>, si giustificò lui.
<< E cosa pensavi ti
avrei detto? >>.
Takeru la guardò a lungo.
<< La verità >>.
Hikari inghiottì il
magone in gola, cercando di mantenere la calma. << Che
cosa
sarebbe cambiato? Tu sei innamorato di Misae >>.
<< Quindi è un sì?
>>.
<< Non ho detto
questo >>, disse lei con fermezza. <<
Questo discorso non
ha senso >>.
Fece per alzarsi ma Takeru la fermò,
avvicinandosi. << Hikari... io voglio sincerità tra noi.
Senza
quella la fiducia smette di esistere >>.
<< Questo appaga il
tuo ego, immagino >>.
<< Il mio ego? >>.
<< Sarai felice di
sapere che ci sono due povere sceme innamorate di te >>.
Hikari
abbassò lo sguardo, cosa aveva appena detto?
<< Allora è vero.
Hikari io... Se solo avessi saputo prima >>.
Si guardarono, gli occhi
fisso l'uno nell'altro.
Non doveva accadere, ma accadde.
Takeru e Hikari si
baciarono, un bacio desiderato da troppo tempo. Lui la strinse a sé,
stendendola sul letto. Era sbagliato, sbagliatissimo.
Hikari aveva il cuore che
quasi le usciva dal petto, il suo primo bacio ed era lui. Takeru
continuava a baciarla e le cinse i fianchi con le mani.
A quel punto Hikari si
rese conto di cosa stava combinando.
<< No! >>. Lo
spinse via e si rialzò.
<< Hikari io... >>.
<< Lasciami in pace!
>>. Uscì di corsa dalla stanza, proprio in quel momento
rientrava Joe. La guardò scappare dalla stanza e guardò l'amico con
mezza aria di rimprovero.
<< Non lo dirò a
Yamato >>.
Angolo
autrice!
Sono
stata assente due
settimane come avevo detto e ora ho di nuovo tempo!
Non ho parlato
dell'appuntamento di Yamato e Sora perché voglio farlo con calma nel
prossimo capitolo!
Un alone di mistero
avvolge la morte di Kumi... E ora Takeru sa che Hikari è innamorata
di lui!
Insomma alla prossima! ;)
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