Cap 8
Love
will keep us alive. ~
Ebbene...
Sono giusto passati 3 anni, da quando ho droppato questa fic.
Me infame!
Negli ultimi tempi mi è tornata la voglia di scrivere, di
raccontare, di mettermi in gioco. Questa fic era un po' la mia bambina,
la mia prima, VERA fanfiction... e così, eccomi qua.
Probabilmente darò una chance anche all'altra mia fic, "JoJo's
Bizarre Adventure Part 9: Nova Impact" che si
trova, appunto, nel fandom di JJBA. Vedremo!
Nel frattempo... ecco a voi il ritorno di Urania, Retsu, Soul Eco e
tutta la compagnia... buona lettura e scusate dell'assenza mostruosa!
Grazie della pazienza <3
Cap.8
Divisione
tattica.
Urania
spalancò gli occhi, inorridita.
Si portò istintivamente le mani alla bocca, nel fallimentare
tentativo di soffocare un grido. Avvinghiò le dita alle
labbra
di metallo della maschera, mentre la voce le si strozzava in gola.
<< D... Deve esserci un errore... >>
sussurrò poi, mentre le braccia le crollavano lungo i
fianchi.
<< No. Nessun errore... >>
sibilò Aiolia volgendo lo
sguardo altrove, quasi come se sentisse la pressione degli occhi della
ragazza su di lui.
Galan si morse il labbro inferiore, mortificato. Si sentiva colpevole
per tutta quella vicenda; avrebbe dovuto mettere privatamente e con
più calma in guardia Urania, anche se Aiolia glielo aveva
vietato. Avrebbe così scongiurato quella penosa scena che
ora si
mostrava ai suoi occhi.
Il volto di Urania era coperto, ma tutta la sua disperazione trapelava
dai movimenti del suo corpo, che appariva ora più fragile
che
mai. Le sue mani le tremavano come foglie secche al vento, e le
ginocchia parevano cedere sotto il peso di quell'armatura che oramai
sembrava troppo grande e imponente per lei.
Tutti notarono la reazione smisurata della ragazza, compreso Shiva del
Pavone, che la squadrò da capo a piedi alzando un
sopracciglio.
<< Cos'è tutta questa sorpresa?
>> le chiese poi
facendo un passo avanti << E' vero, è morto un
Gold Saint,
ma tutto ciò è stato fatto nel volere della Dea
Atena.
Era solo uno sporco traditore! >>
A quelle parole, il Cavaliere del Leone ebbe un fremito impercettibile.
<< A... Aiolia... >> balbettò
Urania con voce debole
<< Come... come puoi sopportare certe calunnie sul Sommo
Aiolos?!
>>
<< Innanzitutto, rivolgiti a un tuo superiore con la
deferenza
che merita, signorina >> ringhiò Misty,
intervenendo per
la prima volta << Secondo... smettila di singhiozzare
come una
bambina. Sei patetica. E tu saresti realmente un Silver Saint? Ma chi
ti ha dato quella diavolo di Cloth... l'hai rubata, forse?
>> la
voce dell'uomo era piena di rancore e risentimento. Le puntò
un
dito contro, continuando a inveire contro di lei <<
Potevo forse
provare a tollerare che il Sommo Aphrodite avesse un occhio di riguardo
nei tuoi confronti, ma non adesso che ho visto che razza di ragazzina
infantile tu sia! >>
Misty era furibondo.
Urania ascoltò tutta la predica, senza avere il coraggio di
replicare.
Infondo al suo cuore, sapeva che la Lucertola aveva ragione. Lei non
meritava quella Cloth.
Non l'aveva proprio rubata... ma quasi. E ora si sentiva proprio come
se l'avesse fatto.
<< Misty... non esagerare. >> la voce di
Nadia fece voltare
il Saint argentato di scatto << Avrà le sue
buone ragioni
per essere così sconvolta, immagino. >>
<< Nessuna ragione giustifica un comportamento del genere
>> sibilò il biondo di rimando.
Urania non ce la faceva più. Prima la morte di Aiolos e la
scomparsa di Saga... poi i Demoni delle Personificazioni e gli
Specter... il Chrysos Synagein... ora quell'agghiacciante scoperta
sull'uomo che l'aveva fatta diventare ciò che era...
Com'era possibile che Aiolos, l'uomo più d'onore che ella
conoscesse, avesse tentato di uccidere l'infante Dea Atena? Quale
meschino imbroglio si celava dietro quella macabra convinzione?
Per un attimo, Urania pensò di fuggire. Di andarsene dal
Santuario, più veloce che poteva, di scappare in Birmania,
dove
il suo maestro ancora risiedeva, e di non tornare mai più in
quel posto fin troppo difficile e crudele per lei. Quando si rese conto
di ciò a cui aveva pensato, non poté fare a meno
di
rendersi conto che le parole di Misty bruciavano
sempre più
di una verità scottante.
<< Dato che ci siamo >> esordì
una voce dietro di lei << Facciamo le cose per bene
>>
Si voltò, e si ritrovò a pochi centimetri dal
petto
robusto e ricoperto d'oro dell'armatura del Capricorno. Alzò
lentamente lo sguardo, finché gli occhi vitrei e inanimati
della
sua maschera non incontrarono quelli piccoli e scuri di Shura, che la
fissavano di sbieco.
<< Non solo Aiolos ha tentato di uccidere la Dea Atena...
Sorpreso in piena notte con un pugnale nelle stanze della neonata dal
Sommo Sacerdote, è poi fuggito con la bambina in braccio
fuori
dal Santuario, nel tentativo di rapirla e poi eliminarla
>> la
sua voce era ferma e pungente, quasi glaciale << Sono
stato io il
Saint incaricato di cercare il rapitore e, successivamente, di
eliminarlo. >>
<< Cosa... ma... quindi vuoi dirmi che tu...
>>
<< Sì, sono stato io a uccidere Aiolos del
Sagittario. >>
Calò un silenzio di tomba fra i presenti.
C'era chi scuoteva la testa, chi invece si stringeva nelle spalle, poco
interessato alla faccenda, e chi invece lasciava il posto per non
assistere più a quella scena, ormai diventata
irrimediabilmente
patetica. Jaguar si avvicinò a Shura, mettendogli una mano
su
una spalla e guardandolo con aria grave, le folte sopracciglia
aggrottate in un'espressione di profonda disapprovazione.
<< Shura, basta così. >>
Il Saint del Capricorno non disse nulla. Non avrebbe mai osato
contraddire l'uomo che stimava di più al mondo, anche
più
del Gran Sacerdote.
<< Nadia, forza... torniamo alla Decima Casa. Quanto a
te,
Sacerdotessa della Gru... >> Urania alzò la
testa,
sorpresa di sentirsi nominare da quell'uomo << Mi
dispiace che tu
sia venuta a sapere in questo modo della morte del Sagittario, ma sappi
che è stata una cosa necessaria ai fini della sopravvivenza
del
Santuario e dell'avvento della nostra amata Dea. Ora, se volete
scusarmi... >>
Jaguar si voltò, tenendo le mani appoggiate sulle spalle dei
suoi due allievi, e si allontanò verso il passaggio segreto
che
permetteva di superare rapidamente la scalinata delle Rose Demoniache
del Pesci.
<< Ancora non ho capito perché sei
così sconvolta,
ragazzina >> la incalzò nuovamente Shiva
<< Qual era
il tuo legame con il Saint del Sagittario, insomma? >>
<< I... Io ero... lui... >>
<< Nessuno >>
Aiolia la interruppe con la sua voce tonante.
<< Lo rimembrava solo nei suoi giorni passati al
Santuario, dieci
anni fa. Nulla di più. E' solo una ragazza molto sensibile,
e
non si aspettava che uno dei Saint di Atena potesse comportarsi in un
modo così oltraggioso e disonorevole. >>
La afferrò per un polso, lanciandole uno sguardo eloquente.
<< Ora, se volete scusarmi, io e il mio servitore Galan
la
accompagneremo ai suoi alloggi: la vedo pallida, cedo debba riposare
per riprendersi dallo shock. >>
Così dicendo si voltò, trascinandola via, seguito
a ruota
da Galan e da Retsu, che era rimasto attonito e in silenzio per tutto
il tempo.
<< E' bene che tu non parli del tuo passato con Aiolos
qua in giro, sappilo. >>
La voce di Aiolia era fredda e perentoria.
<< M... Ma io... >>
<< Niente ma. >> la ammonì
<< Ho passato...
anni infernali, solo perché ero fratello di colui che ha
tentato
di uccidere la Dea Atena. Mi evitavano, mi bullizzavano, si chiedevano
se anch'io, crescendo, avrei tradito la mia Dea. In me scorre il sangue
di un reo, di un uomo senza vergogna... è questa la fine che
vuoi fare anche tu, forse? >>
<< Sommo Aiolia... >> sussurrò
Galan distogliendo lo
sguardo e posandogli una mano sulla spalla << La prego,
non parli
così di suo fratello... >>
<< E come ne dovrei parlare, allora?! >>
gli urlò
questi di rimando, scrollando violentemente la schiena per togliersi di
dosso il palmo del suo servitore.
Urania era sconvolta.
Non aveva mai visto il Saint del Leone così sdegno e gonfio
d'ira, e la cosa la mise in una soggezione terribile.
<< Devi parlarne con il cuore, e non come gli altri
vorrebbero
che tu facessi >> rispose Galan, piatto <<
Guarda, stai
spaventando anche Urania. E' questo che vuoi? >>
Aiolia smise lentamente di fremere e rilassò piano
le
braccia, stendendole giù lungo il corpo avviluppato nella
lucente armatura dorata. Gradualmente, aprì anche la mani,
fin
ora strette in due pugni così serrati da avergli fatto
divenire
le nocche bianche, e spirò aria fuori dalla bocca, quasi
come se
si fosse tolto un enorme macigno dallo stomaco.
<< Mio fratello era un uomo d'onore. Un servo di Atena.
Era leale
e coraggioso, ligio al suo dovere e onesto con tutti. Era gentile coi
più deboli, magnanimo con il nemico. Un modello per tutti
noi
>>
Sul suo viso si dipinse un'espressione di profonda tristezza. Erano
quelle le reali parole che avrebbe voluto pronunciare ogni qual volta
che udiva qualcuno parlar male di Aiolos del Sagittario... ma non
poteva. Sapeva anche lui che era sciocco e controproducente continuare
a bisticciare con gli altri Saint del Santuario, soprattutto in tempi
di guerra come quello.
<< Ma quindi >> azzardò
timidamente Urania << Tu non pensi che sia stato il Sommo
Aiolos a... >>
<>
la interruppe Aiolia, alzando una mano in cenno di silenzio
<<
Ma... sono certo che avesse le sue buone ragioni. Io... sono certo che
Aiolos non sia un disertore di Atena, ma un suo paladino e guerriero
fedele. Io... penso ci sia qualcosa sotto, qualcosa che è
sfuggito a tutti quanti, anche al Gran Sacerdote... e, soprattutto, a
Shura >>
Shura.
Adesso Urania capiva perché gli era rimasto così
antipatico a pelle... era stato lui ad eliminare l'uomo che ella
più ammirava al Santuario, l'uomo che l'aveva spinta a
lasciare
le sue vesti di ancella papale e di indossare gli abiti da
addestramento.
No, non glielo avrebbe mai e poi mai perdonato.
<< Shaka, mio fedele Cavaliere di luce... ho una
richiesta da
farti >> esordì il Gran Sacerdote,
non appena tutti
i Saint furono usciti dalla stanza.
Il biondo indiano non disse nulla, attendendo disposizioni dal suo
superiore.
Saga gli volteggiò intorno, leggiadro come un soffio di
vento,
l'abito sacerdotale nero e ricco di disegni fatti a mano dalle migliori
ricamatrici del villaggio di Rodorio che si alzava e si abbassava ad
ogni suo passo, quasi fosse stato intriso di vita propria.
<< Sono certo che tu avrai capito l'entità
della minaccia che adesso grava su di noi >>
Shaka annuì, imperturbabile.
<< Ebbene, mi chiedo dunque se sia il caso di inviare
alcuni Saint nel Jamir... >>
Il Saint dei Gemelli si ammutolì, rimanendo col fiato
sospeso.
Si fermò davanti al suo trono, volgendo la violacea maschera
metallica che gli copriva il volto verso il suo sottoposto.
<< Tu sai che è particolarmente importante che
la residenza di Mu abbia le massime difese... è per questo
che l'Ariete non ha preso parte al Chrysos Synagein, anche se avrebbe
potuto
benissimo farlo, in quanto capace di utilizzare il teletrasporto...
>>
Sul volto di Shaka non v'era segno d'emozione alcuna.
<< Quanti? >> chiese semplicemente,
alludendo al numero di Saint che aveva intenzione di far recare in
Jamir.
<< Direi... almeno due Bronze e un Silver... per Tempio.
E
metà dei Gold Saint attualmente presenti al Santuario
>>
<< Vuole... vuole dimezzare le forze del Santuario?
>>
domandò la Vergine, non riuscendo a trattenere una punta di
sorpresa nella sua voce.
<< E' necessario >> sospirò Saga
flemmatico, mentre
sedeva stancamente sul suo trono di marmo e volgeva uno sguardo
languido fuori dalla finestra << Dobbiamo proteggere
ciò
che Mu custodisce in quelle terre lontane... io la vedo. La Guerra
Santa. La vedo chiaramente riflessa nella volta del cielo, e ogni notte
vedo accendersi Stelle Malefiche in direzione del Centro Asia... Sono
più che sicuro che abbiano scoperto il luogo dove teniamo
nascosto ciò che tu sai, e mirino ad impossessarsene prima
di
attaccare il Santuario. E' nostro preciso dovere prepararci ad ogni
possibile attacco >>
<< E gli Screamer? >> domandò
Shaka.
<< Non sono attualmente il nostro problema principale,
non credi?
Infondo Death Mask e la sua allieva sono riusciti da soli ad eliminarne
ben due... >>
Shaka non rispose. Non avrebbe mai contestato una decisione del Gran
Sacerdote.
<< Per quale motivo non ne ha parlato anche agli altri
Saint? >>
<< Sai bene, Cavaliere della Vergine, di essere tu
l'unico a
conoscenza del segreto che si cela nel Jamir... oltre a Mu, s'intende.
Ebbene, ti prego di essere tu a fare le mie veci in questa situazione
così delicata, e di scegliere chi ti pare più
appropriato
per questa nuova missione. >>
Saga sospirò, affaticato.
<< Ora va'. Ho bisogno di riposo. >>
<< Con permesso, Sommo Sacerdote... >>
Shaka s'inchinò regalmente, voltandosi e lasciando che il
candido mantello gli ondeggiasse dietro la schiena, mentre si avviava
solenne all'uscita del Tredicesimo Tempio.
Il giorno successivo al Chrysos Synagein, sul Santuario era calato un
silenzio quasi tombale.
La prima casa era deserta come al solito, fatta eccezione per la
residenza del Silver Saint dei Cani da Caccia, occupata da Asterion,
e dal dormitorio dei bronze Saint, nel quale alloggiavano
l'Ottante e la Mensa, Lacaille e Chandra.
Aldebaran invece, come ogni giorno intorno all'una di pomeriggio, era
seduto capotavola al grande tavolo da pranzo della seconda casa, mentre
ancelle e servitori erano intenti a servire cibi e vivande di ogni
tipo. Seduti agli altri lati, stavano Moses della Balena, Algeti di
Eracle, Ichi di Hydra, Arthur di Boote e Mireide del Bulino, tutti
quanti impegnati in una sonora chiacchierata. Era un gruppo molto
unito: tutti andavano d'accordo fra di loro, a cominciare dai possenti
Moses e Algeti, i due Silver Saint, che facevano un po' da guida agli
altri, più giovani e meno esperti. L'unico Cavaliere non
presente all'appello era Docrates, il Bronze Saint dell'Idra Maschio,
impegnato nell'addestramento di un proprio allievo all'estero.
Il Cavaliere del Toro era un ottimo mentore.
Era amato e rispettato da tutti, principalmente da Moses e Algeti che
erano stati suoi diretti allievi, e aveva insegnato loro il rispetto
reciproco e la cordialità. Così, era normale
percepire
sempre un'aura di allegria e di condivisione alla Seconda Casa.
Aldebaran era davvero fiero di ciò.
<< Arthur, che ne dici se questo pomeriggio andiamo
all'arena ad
allenarci? >> propose ad un certo punto Ichi, infilzando
un pezzo
di carne abbrustolita nel piatto. Il Cavaliere di Boote si
stiracchiò, rivolgendo poi un sorriso al compagno ed
annuendo
bonariamente.
<< Certo che sì, molto volentieri. Siamo in
tempo di guerra... allenarsi fa sempre bene! >>
<< Cosa?! >> blaterò Mireide
stizzita, lasciando
andare le posate e mettendosi le mani sui fianchi <<
Tutte le
volte la stessa storia! Voi due che vi allenate insieme... e io che mi
ritrovo sempre da sola! >>
<< Ma... tu sei una donna! Io non voglio picchiare una
donna! >> si giustificò Arthur alzando le
spalle.
Aldebaran scoppiò a ridere, divertito.
Forse era meglio così.
Preferiva che i suoi ragazzi rimanessero a difendere il Santuario,
piuttosto che intraprendere un lungo viaggio verso il Jamir e l'ignota
minaccia che li attendeva...
Poche ora prima, il Saint del Toro aveva ricevuto una chiamata
telepatica da Shaka, che lo aveva avvisato dell'imminente partenza di
metà del Santuario verso le terre asiatiche. Il suo intero
gruppo però, lui compreso, era stato designato a rimanere a
difesa del Santuario. La cosa non gli era dispiaciuta affatto: sarebbe
stato più semplice mantenere la stabilità del suo
gruppo
e la pace che regnava fra i suoi discepoli, in quel modo.
Rivolse loro l'ennesimo sguardo compiaciuto, mentre si serviva un'altra
porzione di stufato.
Anche Sirius del Cane Maggiore e Algol di Perseo avevano ricevuto la
chiamata di Shaka: essendo loro attuali maggiori protettori della Via
dei Gemelli dopo la presunta scomparsa di Saga, era toccato a loro
avvisare Marquis, Tirion e Vega, i Bronze Saint attualmente presenti
alle loro dipendenze.
Le disposizioni erano semplici: Sirius sarebbe rimasto al Santuario
assieme a Marquis, mentre Algol avrebbe guidato Vega e Tirion verso il
Jamir.
Nel Tempio dei Gemelli, invece, aleggiava il più completo
silenzio.
Nessuno poteva immaginare che il suo occupante fosse ancora vivo, e che
avesse usurpato il trono del Gran Sacerdote uccidendo il fu Shion
dell'Ariete per prenderne il posto...
Alla Quarta Casa, Death Mask stava imprecando violentemente contro i
suoi protetti.
<< Quel dannato cuinnutu!
>>
Soul Eco alzò gli occhi al cielo, esasperata.
<< Eccolo che ricomincia... >>
sospirò, dandosi una sonora pacca sulla fronte.
<< Maledetto Shaka, annasse
a ghittari sangu ru curi! >>
sbraitò continuando a fare avanti e indietro per l'atrio
<< Siamo tornati da una missione suicida da neanche una
settimana... e già dobbiamo ripartire! Non poteva proprio
scegliere qualcun altro al posto mio, ah, no, ovvio... Spera
'Ddiu ca t' a vveniri 'nfrùsciu ca a gghittari fora magari
l'ugna de pedi e mi ti s'annu a scuagghiari i pila do culu ppu sfozzu! >>
<< Sommo Deathmask >> mormorò
Shaina avvicinandosi
lentamente per paura di essere scagliata nello Tsei She Ke da un
momento all'altro << è ovvio che il Nobile
Shaka vi abbia
scelto perché voi siete un uomo di importanza vitale per lo
svolgimento di pericolose missioni come questa... >>
<< Non me ne frega un cazzo, Shaina! >> le
sbraitò
addosso, i piccoli occhi cerulei sgranati per lo sforzo
<< E poi,
se vuoi tanto saperlo, tu non vieni neanche stavolta
>>
<< Co... Cosa?! >> l'Amazzone dell'Ofiuco
era sconvolta
<< Come sarebbe a dire che io rimango al Santuario?
>>
<< Il Santone biondo è stato chiaro
>> ghignò
Death Mask << Tu hai un allievo, Cassios... ed
è giusto
che tu rimanga qua a vegliare su di lui e a prepararlo per lo scontro
che deciderà se è o no degno d'indossare una
sacra
Armatura. In parole povere: c'hai la zavorra a cui badare, Shaina
>>
La donna si voltò di scatto, stizzita, e se ne
uscì
brontolando sottovoce dalla Casa del Cancro. Le sembrò quasi
di
poter vedere il sorrisino soddisfatto stampato sul volto di Soul Eco,
anche se la donna indossava la sua maschera dalle lacrime di sangue.
<< Due a zero per me, bang >>
sghignazzò la Giraffa sottovoce.
<< Vengono con me Soul Eco, Gray e Fiskdel. Geist e
Medas: voi
restate al Santuario assieme a Shaina. Controllate che quella ragazzina
presuntuosa non faccia danni in mia assenza >>
Geist del Serpente e Medas dell'Eridano annuirono, uscendo anche loro
dal quarto tempio, nella stessa direzione che aveva preso
precedentemente l'Amazzone dell'Ofiuco.
<< Quindi... >> Death Mask
inspirò profondamente,
cercando di calmarsi, e si cacciò in bocca una sigaretta
spenta
<< Voi tre mi seguirete in Jamir. Tutto chiaro
fin qua?
>>
<< E Mei? >>
<< Mei non verrà. Questo non
è più un
gioco, Soul. La guerra è imminente, e un allievo senza
l'armatura è solo un peso e un intralcio per noi Saint
>>
La donna grugnì. Ancora non si era ripresa del tutto dalla
precedente battaglia avvenuta con Peina, che già doveva
partire
per una missione ancora più pericolosa della precedente...
ma
non era quello a preoccuparla: la lontananza da Mei la sconvolgeva,
quei due avevano sempre vissuto insieme e non si erano mai separati.
Ma, d'altra parte, capiva che una missione di quel genere non era
affatto adatta a suo fratello.
Era troppo pericoloso, per lui.
<< Bene, tanto chi lo vuole quell'impiastro fra i piedi?
>>
disse poi scrollando le spalle << Dunque... è
la vostra
prima missione di grande importanza, non è vero?
>>
aggiunge rivolgendosi ai due bronze rimasti, che annuirono.
<< Sappiate dunque che qua le cose si fanno dure... se
avrete
bisogno d'aiuto, se vi troverete nei guai, se starete per morire... non
contate su di me. Non pensate di chiamarmi a gran voce e che io
correrò a salvarvi... io me sbatto, vi è chiaro?
Qua
ognuno lotta per sé stesso e per Atena. Se perirete in
battaglia... sarà giusto così, sarà
quello che
meritate per non essere stati abbastanza forti da affrontare il vostro
nemico. Qualche domanda? >>
Fiskdel del Triangolo Australe deglutì, mentre si voltava
verso il suo compagno.
<< Questa è pazza... >>
sussurrò all'orecchio
di Gray del Delfino, il quale si limitò a rivolgergli uno
sguardo disperato con la coda dell'occhio.
Death Mask grugnì sonoramente, accendendosi la sua ottava
sigaretta della giornata.
Quella era la mia
battuta, dannata ragazzina... piantala di assomigliarmi così
tanto!
Aiolia era seduto per terra, nella sua stanza, e fissava il vuoto con
aria vacua.
Era da più di un'ora che si trovava in quella posizione, e
Galan stava iniziando a preoccuparsi. Erano stati due giorni intensi,
quelli, per lui: prima il Chrysos Synagein, poi Urania che aveva
scoperto la verità su suo fratello, e ora la convocazione
del Cavaliere della Vergine per un'immediata partenza per il Jamir.
Forse, staccare un po' dalla vita monotona del Santuario e il poter
interagire con gli altri Saint in un contesto che richiedeva alto
livello di collaborazione gli avrebbe giovato... ma Galan sapeva che
era ben altro a preoccupare il fiero leone dorato: Lythos.
Da quando Aiolia l'aveva salvata e portata alla Quinta Casa, i due non
si erano praticamente mai separati. Ma adesso doveva lasciare la sua
dimora per un'importante missione, e una ragazzina come Lythos sarebbe
stata solo in pericolo, nonché un forte intralcio, per lo
svolgimento della stessa. Era pertanto indispensabile che rimanesse
lì, al sicuro nel Santuario assieme a Galan.
Un'altra cosa turbava l'animo del giovane: a breve sarebbero giunti i
suoi "sottoposti" per ricevere le indicazioni in merito alla divisione
Santuario - Jamir che Shaka aveva effettuato... e Aiolia non era mai
stato in buoni rapporti con loro.
Ogni volta che i loro sguardi s'incrociavano, leggeva nei loro occhi la
rabbia di essere stati affidati agli ordini del "fratello del
traditore", e ciò faceva crescere in lui una ira sempre
più insistente, che solo Galan era riuscito a tenere a bada,
nel tempo. L'unica Saint che non si era mai dimostrata contrariata
d'essere sua sottoposta, era Marin dell'Aquila.
Marin era poco più che una ragazzina, ma già si
occupava a tempo pieno di un allievo tanto svogliato quanto
promettente, e in più era in possesso di un'Armatura
d'Argento. Aiolia la apprezzava molto e sentiva che, dietro il
fare austero e ossequioso dell'Aquila, la cosa era un po' reciproca.
<< Galan >> disse ad un certo punto,
alzandosi in piedi << Ho preso una decisione... e ti
prego di non cercare di ostacolarmi. >>
L'uomo non rispose, limitandosi a sospirare appena e ad annuire.
<< Non dirò niente a Lythos.
Paritrò senza salutarla, in modo tale da renderle meno
doloroso il distacco >> spiegò, volgendo lo
sguardo altrove << Ti è chiaro?
>>
<< Sì, Sommo Aiolia >>
O forse, per renderlo
meno doloroso a te... giovane Leone?
Il Saint provò ad aggiungere qualcosa, ma fu subito bloccato
da un rumore di passi proveniente dall'atrio della sua dimora. Subito
serrò la mascella, e rivolse un eloquente sguardo di fuoco
al suo servitore.
<< Coraggio... >> lo invitò
Galan, indicandogli la porta.
All'ingresso della Quinta Casa, si erano radunati i quattro Saint
difensori della Via del Leone: Marin, Silver Saint dell'Aquila, Dio,
Silver Saint della Mosca, Nihal, Bronze Saint della Lepre, e Ennetsu,
Bronze Saint della Fornace. Le armature di Pegaso e del Leone Minore
erano attualmente vacanti.
<< Sapete già perché vi ho fatti
radunare qui >> esclamò Aiolia, una volta
giunto al loro cospetto << Non mi dilungherò
in convenevoli o altre scemenze. La guerra è ormai alle
porte, e una minaccia oscura incombe sulle terre del Jamir... tanto
oscura da richiedere la difesa di metà del Santuario. Ho
ricevuto precise indicazioni dal Sommo Shaka della Vergine,
perciò le sue direttive sono inconfutabili. Vi è
tutto chiaro? >>
Un silenzio ricco di tensione pura calò sui presenti.
<< Marin... tu hai un allievo da istruire,
perciò non ti è permesso partire dal Santuario.
Anche tu, Dio della Mosca, rimarrai qua >>
Il Silver Saint cacciò un velato sospiro di sollievo,
sussurrando con voce a malapena impercettibile:
<< Grazie al cielo... se deve succedere, meglio morire
qui al Santuario, che prendere ordini da un ragazzino il cui sangue
è macchiato dal tradimento... >>
Nihal della Lepre ridacchiò, mentre Aiolia finse di non aver
udito.
Credimi, anche io sono
più felice di partire senza il tuo brutto muso fra i
piedi... pensò ringhiando.
<< Quanto a voi due >> continuò
poi, rivolgendosi ai due Cavalieri di Bronzo << Nihal
resterà al Santuario, mentre Ennetsu verrà con
me. Questo è tutto, potete andare. >>
Si voltò, ritirandosi in fretta nelle sue stanze per non
dover assistere ai commenti del suo gruppo sulle decisioni della
Vergine. Riuscì però lo stesso a captare un
sospiro di estremo sollievo da parte della Lepre, e un mugugno di
disperazione del Cavaliere della Fornace.
Non appena fu solo nella sua camera, Aiolia sferrò un pugno
contro le pareti di marmo della stanza, così forte da farle
rimbombare tutte assieme.
Sarebbe stata una dura prova, quella, per lui.
Nella Sesta Casa, vigeva il solito silenzio tombale.
Shaka era si era chiuso nell'ennesima sua meditazione, e i
suoi discepoli non erano da meno.
A loro non erano serviti grossi convenevoli: al Cavaliere della Vergine
era bastato espandere il suo Cosmo per comunicare ai suoi sottoposti la
sua decisione. Lui sarebbe rimasto al Santuario di Atena, ma avrebbe
inviato nel Jamir il suo Silver Saint Jamian del Corvo e i Bronze Saint
Sharmila della Bussola, Argorà del Loto e Rocco
dell'Uccello del Paradiso.
Shiva del Pavone e Vishnu di Indu invece, sarebbero restati con lui al
Santuario.
Argorà, un uomo corpulento e dai lunghi capelli rosso
mogano, fu il primo ad aprire gli occhi. Lui e gli altri discepoli di
Shaka erano seduti in cerchio in una sala fredda e spoglia, illuminata
solo debolmente dalla luce di una decina di mozziconi di candela.
<< Così il Grande Shaka ha parlato
>> esordì.
<< Sì, fratello mio... >>
mormorò Sharmila, sciogliendosi dalla posizione del loto in
cui si era avviluppata per meditare << Renderemo onore al
nostro mentore, nonché l'uomo più vicino agli
dèi... la sua immensa saggezza sarà la nostra
forza in battaglia... >>
Argorà annuì, pensieroso.
<< Non ti nascondo, sorella mia, che sono però
preoccupato per voi... >>
<< E per quale motivo, Nobile Argorà del Loto?
>> domandò la donna, volgendo la fluente
chioma rossa verso l'interpellato.
<< E' la vostra prima vera guerra. Sarà giusto
far partire voi, invece di Vishnu? >>
Sharmila si alzò, raggiungendo il fratello con due passi
leggiadri, e si chinò ad accarezzargli dolcemente il volto
dai tratti duri e mascolini
<< Siete troppo ansioso, Nobile Argorà
>> gli disse poi, con voce cristallina <<
Ma non dovete mettere in dubbio la parola del Sommo. Lui tutto sa e
tutto può. >>
<< Sharmila ha ragione >>
A parlare era stato Rocco, il giovane Cavaliere dell'Uccello del
Paradiso. Era un uomo alto e attraente, con grandi occhi azzurri come
lapislazzuli e corti capelli simili a fili di argento puro. Il suo viso
era delicato e dai tratti vagamenti androgini, la pelle bianca e
perfetta. Proprio come gli Uccelli del Paradiso, Costellazione di cui
indossava la Cloth, era dotato di una bellezza e di un savoir faire
senza pari. Si avvicinò sorridendo cordialmente ai suoi
compagni, e aggiunse:
<< Il Sommo non fa mai niente senza una motivazione
valida. Sono certo che è convinto che Sharmila sia in grado
di affrontare una guerra di tale portata, e che possa esserci di vitale
aiuto... >>
<< Sì, perdonatemi. Avete ragione...
>> sussurrò Argorà, chinando il
capo.
<< Che questa sia l'ultima volta che vi sento contraddire
un ordine del Sommo, Cavaliere del Loto >> lo
ammonì Jamian del Corvo, aprendo gli occhi <<
La prossima non sarò cos' idulgente con voi... vi sia
chiaro. >>
Il rosso deglutì, colto alla sprovvista dalle parole del
Silver Saint.
<< Nobile Jamian, lo perdoni >> s'intromise
Sharmila << Non è il suo spirito di Cavaliere
a parlare, ma quello di fratello preoccupato. Argorà
è un fedele servitore del Sommo Shaka, e ve lo
dimostrerà al più presto, sul campo di
battaglia... non è forse così, fratello mio?
>>
Il Loto annuì, deglutendo.
<< Sharmila della Bussola... voi siete sempre
così diplomatica... >> borbottò
Jamian scuotendo la testa, rassegnato.
La Via della Bilancia, anch'essa senza Gold Saint a sua protezione, era
protetta dai Saint d'Argento di Cerbero e Auriga. Entrambi erano in
costante contatto telepatico con l'anziano Dohko, Cavaliere della
Bilancia, ormai troppo vecchio per poter adempiere alle sue mansioni.
L'uomo era ormai da secoli in ritiro sulle antiche montagne di Goro Oh,
in Cina, intento ad adempiere ad una missione segreta e ad allenare il
suo nuovo giovane pupillo, un ragazzino cinese di nome Shiryu.
Fu lui stesso ad indicare ai suoi Silver le decisioni di Shaka, i quali
poi le avrebbero riferite agli altri membri della loro squadra: Dante
di Cerbero sarebbe partito per il Jamir, e con lui Iveco della Macchina
Pneumatica, mentre Capella di Auriga sarebbe rimasto al Grande Tempio
assieme a Ian dello Scudo e Huygens dell'Orologio.
La Cloth del Dragone era, attualmente vacante.
Milo dello Scorpione era sprofondato in una delle poltrone dell'Ottava
Casa, il mento appoggiato sulla mano destra, e fissava le sue ancelle
intente a riassettare la sua dimora. Come unico membro protettore della
Via dello Scorpione, era piuttosto sorpreso di essere stato scelto per
partire a sua volta per il Jamir, lasciando così la sua Casa
completamente scoperta da attacchi. Non aveva certo mancato di farlo
notare a Shaka, quando il Cavaliere lo aveva contattato per
comunicargli la sua decisione.
<< Ne siete sicuro?! Vi ricordo che Orfeo della Lyra
è attualmente scomparso... e per quanto riguarda Albione di
Cefeo, si trova sull'Isola di Andromeda intento ad allenare i nuovi
futuri Saint che vestiranno le armature del Camaleonte, del Pesce
Australe, di Cassiopeia e di Andromeda. Fintanto che il loro
addrestamento non sarà terminato, io sono l'unico a
difendere l'Ottava Via del Santuario >>
<< Non è necessario che ogni Via abbia
difensori >> gli aveva spiegato Shaka pacatamente
<< Gli altri membri del Santuario impediranno la scalata
fino alle stanze Sacerdotali, e sono certo che i nemici non riusciranno
a superare la Sesta Casa, dov'io mi trovo >>
Sempre il solito
modesto... aveva ringhiato Milo fra sé e
sé.
<< Come desiderate, allora. >> aveva
risposto voltandosi di scatto, lasciando che il candido mantello gli
ondeggiasse dietro le spalle << Domattina sarò
pronto alla partenza. >>
Non che a Milo dispiacesse lasciare il Santuario, anzi: l'idea di
potersi finalmente sgranchire un po' gli faceva vibrare le membra,
voglioso di lanciarsi finalmente in battaglia. L'unica cosa che gli
faceva storcere la bocca, era quella di dover lasciare pure lui Mako,
dopo aver promesso a Camus di vegliare su di lei in sua assenza.
E venir meno a una promessa, era qualcosa che proprio non gli andava
giù.
Grugnì, massaggiandosi le tempie con i polpastrelli, poi
mandò a chiamare una delle sue ancelle.
Mileena, una giovanissima quindicenne dalla bellezza delicata, accorse
subito alla chiamata del Cavaliere, reggendosi il candido peplo per
evitare di inciamparvi sopra.
<< Avete chiamato, Sommo Milo? >>
mormorò incerta, abbassando lo sguardo per evitare di
incrociare quello dello Scorpione.
<< Mileena, so che voi siete diventata buona amica di
Mako, l'ancella di Camus. E' così, non è vero?
>>
La ragazzina sussultò, colta alla sprovvista, e
spalancò gli occhi per la sorpresa. Era pronta a balbettare
delle scuse, quando Milo la interruppe con un gesto della mano.
<< Non ti spaventare, non voglio farti una ramanzina.
Sono solo preoccupato per lei, dato che dovrò partire
domattina per il Jamir e sono l'unico al Santuario ad occuparmene...
perciò ti chiedo di starle vicino e di vegliare su di lei.
Tutto chiaro? >>
Mileena sbatté le lunghe ciglia, perplessa per una richiesta
tanto strana.
<< Sì... certo Sommo Milo >>
<< Perfetto. Puoi andare. >>
La ragazza s'inchinò, allontanandosi nei bui corridori
dell'Ottava Casa.
Milo chiuse gli occhi sospirando, e appoggiò la testa allo
schienale della poltrona. Una smorfia, più simile ad un
ghigno che ad un sorriso, si dipinse sul suo volto.
Finalmente in questa
guerra entra in gioco anche Milo dello Scorpione... ne vedremo delle
belle, in Jamir...
La Nona Casa era ormai deserta da anni.
Da quando Aiolos era morto, nessuno si era rivelato in grado di poter
indossare l'armatura del Sagittario al suo posto, sicché era
rimasta vacante. E non solo, la Cloth era pure sparita dal Santuario la
notte in cui il suo ex possessore aveva cercato di uccidere la Dea
Atena, finendo poi invece col rapirla e portarla via dal Grande Tempio.
Da quella notte, erano stati assegnati alla Via del Sagittario ben
cinque Saint alla sua difesa, i quali erano stati da sempre senza un
mentore. In mancanza del Gold Saint di Sagitter, aveva preso le redini
del gruppo Babel del Centauro, che ne faceva temporaneamente le veci in
attesa di un nuovo successore.
Fu lui che venne quindi avvertito telepaticamente da Shaka della sua
decisione: egli sarebbe partito per il Jamir assieme a Paloma della
Colomba e Darel del Cavallino, mentre l'altro Silver Saint, Ptolemy di
Sagitta, sarebbe rimasto al Santuario insieme a Beloni del Volano.
L'armatura dell'Unicorno, invece, era attualmente senza possessore.
Jaguar di Orione sorrise.
Vedere il suo allievo prediletto così sicuro di
sé e abile, lo rendeva pieno d'un orgoglio quasi paterno.
Shura era in piedi, eretto di fronte alla mastodontica statua che
decorava l'atrio della Decima Casa, raffigurante la Dea Atena intenta a
donare una spada ad un uomo, e brillava di una fulgida luce dorata,
avvolto nella sua prorompente Cloth dorata. Davanti a lui stavano
Jaguar, Nadia, e altri tre Bronze Saint: la Vela, la Poppa e l'Orsa
Minore.
Lo sguardo del Capricorno era tagliente ed affilato come la lama d'una
daga, mentre li scrutava ad uno ad uno, quasi avesse voluto trapassare
loro l'anima con i suoi profondi occhi scuri.
<< Sapete dunque che la Guerra è ormai alle
porte >> esordì ad un tratto, con voce alta e
decisa << Il Sommo Shaka della Vergine, su ordine del
Gran Sacerdote stesso, ha deciso di affidarci un compito di grande
importanza... quello di difendere le terre del Jamir da un imminente
attacco che egli stesso ha previsto per i prossimi giorni. Per tanto,
è necessario che tutti noi ci prepariamo alla più
cruenta delle battaglie, poiché dovremo affrontare un nemico
di cui non siamo ancora a conoscenza. Sia che rimaniate al Santuario,
sia che partiate domattina, esigo da voi la massima concentrazione e la
massima resa >>
Piantò gli occhi per qualche secondo in quelli di Nadia, che
pareva totalmente non intenzionata ad ascoltare le sue parole, e la
fulminò con lo sguardo, per poi proseguire:
<< Detto ciò, io sono costretto da esigenze
maggiori a rimanere qui, e con me resteranno Levy della Poppa e Pherkad
dell'Orsa Minore. Nadia di Crateris, Jaguar di Orione, Koo She della
Vela... voi invece partirete assieme al gruppo di Saint diretti in
Jamir, domattina >>
<< Che significa che tu te ne resti qua mentre noi
andiamo a morire in quel diavolo di paesino sperduto?! >>
reclamò Nadia con astio, non appena Shura ebbe finito di
esporre. Koo She, Levy e Pherkad la guardarono sconvolti, con lo stesso
sguardo con cui si fisserebbe una pazza: nessuno si permetteva una tale
confidenza con il freddo Capricorno, tranne lei. Era sempre pronta a
dargli contro e a contraddirlo, in ogni situazione: i due erano sempre
in disaccordo, e la ragazza non aspettava altro che fargli notare i
suoi, secondo il suo giudizio, errori.
Shura la ignorava, e questo faceva imbestialire ancora di
più la giovane Saint di Crateris.
Jaguar, dal canto suo, non capiva perché i suoi allievi non
andassero assolutamente d'accordo. Eppure Nadia e Shura erano
praticamente cresciuti insieme, entrambi sotto le sue cure. Inoltre,
con le altre persone Nadia si comportava in maniera tranquilla e
pacata, e ciò lo confondeva terribilmente.
<< Come già detto, Nadia, la decisione non
è mia >> le rispose tagliente il Capricorno
<< Per qualsiasi reclamo, ti consiglio di parlarne
direttamente con il Sommo Shaka o, se preferisci, con il Gran Sacerdote
stesso. >>
Nadia ringhiò, stizzita, e si voltò di scatto,
andandosene con le braccia conserte.
Jaguar, per l'ennesima volta, alzò gli occhi al cielo,
esasperato.
Mako, come ogni giorno, stava spolverando di buona lena la camera
padronale dell'Undicesima Casa. Erano ormai passati molti giorni da
quando Camus era partito e quindi la stanza era rimasta inutilizzata,
ma lei andava lo stesso ogni giorno a rassettarla, pensando che, se
l'Acquario fosse tornato senza preavviso, almeno l'avrebbe sempre
trovata in ordine.
C'era una gran confusione alla Casa dell'Acquario, quel giorno.
Inizialmente, Mako aveva sperato che fosse dovuta ad un ritorno
improvviso del Saint suo residente, ma poi aveva dovuto amaramente
ricredersi, quando aveva incontrato per i corridoi un'agitatissimo
Evlampiy che che le aveva raccontato cos'era avvenuto.
Evlampiy era il Silver Saint della Corona Boreale. Dato che l'altro
Cavaliere d'Argento della Via dell'Acquario, Noesis del Triangolo, era
deceduto anni prima, in assenza di Camus era lui la più alta
autorità attualmente residente all'Undicesima, e
perciò era stato lui ad essere informato da Shaka
dell'accaduto.
<< Sto aspettando Canopo e Hadar >>
spiegò a Mako << E' la mia prima comunicazione
formale, sono un po' nervoso >>
Si grattò dietro il collo, poi aggiunse: << In
più mi hanno assegnato di restare al Santuario, mentre io
volevo andare in Jamir... sono certo che sarà il cuore della
battaglia! Dev'essere così emozionante, combattere il male
al servizio della Dea Atena... >>
<< Avrà modo di servirla in futuro, Nobile
Evlampiy... ne sono certa >> gli sorrise Mako, annuendo
con fare incoraggiante << Ma cosa accadrà al
Sommo Camus? Partirà per il Jamir, o tornerà qua
al Santuario? >>
Il Silver Saint alzò un sopracciglio, pensieroso.
<< Non mi hanno detto niente riguardo al Sommo Camus, non
saprei dirti. Oh, guarda! Ecco Canopo e Hadar. Scusami Mako, ma devo
proprio lasciarti. >> le gridò mentre correva
incontro ai suoi due sottoposti.
Canopo, Bronze Saint della Carena, sarebbe rimasta con lui al
Santuario, mentre Hadar, Bronze Sant del compasso, sarebbe stato
l'unico dell'Undicesima Casa ad unirsi al gruppo dei Saint diretti in
Jamir. L'armatura della Corona Australe era attualmente rimasta vacante
dopo la morte del suo possessore, mentre quella del Cigno non era
ancora stata assegnata.
Urania era profondamente imbarazzata.
Si sentiva ancora tremendamente a disagio per quello che era successo
il giorno precedente al termine del Chrysos Synagein, e le risultava
davvero troppo troppo difficile, adesso, ritrovarsi seduta al lungo
tavolo di legno pregiato della sala da pranzo della Dodicesima Casa,
insieme al suo custode e agli altri suoi sottoposti.
Aphrodite, intento come ogni giorno a bere il suo té,
sembrava però non essersi minamente accorto della crescente
tensione ormai così spessa da poter essere tagliata con un
coltello che correva fra la Gru e il Saint della Lucertola.
Misty era sempre più inviperito. Evitava commenti sarcastici
o battutine spregevoli solo perché era in presenza di un
Cavaliere d'oro, altrimenti non si sarebbe risparmiato nel gettare
addosso tutto il suo più profondo odio per l'Amazzone
d'Argento. Seduti assieme ai due Silver Saint stavano altri tre bronze:
Retsu, una donna alta e slanciata che Urania non aveva mai visto, e un
altro sconosciuto.
La Gru continuava a starsene con lo sguardo basso, felice di poter
celare tutta la sua vergogna dietro la sua maschera. Ancora ripensava
ad Aiolos e a quello che era successo e, dato che non trovava una
soluzione plausibile a tutto ciò, non riusciva a darsi pace.
Il flusso dei suoi pensieri fu però interrotto da Aphrodite,
il quale, avendo terminato di bere il suo tè, stava ora
battendo ritmicamente con un cucchiaino sulla tazza di fine porcellana
azzurra per richiamare l'attenzione dei presenti su di sé.
<< Miei cari >> disse infine, alzandosi da
tavola << Come già alcuni di voi sapranno
>> e rivolse uno sguardo eloquente a Retsu e Urania
<< Siamo stati attaccati da ben due entità
malvagie: gli Spectre di Hades, nemico di Atena dall'alba dei tempi, e
gli Screamer di Enio, nuova minaccia che grava sugi abitanti della
Terra. A quanto pare, il nostro Gran Sacerdote ha scoperto il luogo di
un prossimo imponente attacco: il Jamir. Ha dunque deciso di dividere
il Santuario in due fazioni, delle quali una resterà qua a
difendere le Dodici Case, mentre l'altra si dirigerà nel
luogo prima citato per un controattacco. E' tutto chiaro?
>>
Il gruppo annuì, silenzioso.
<< Vi dirò: non sono stato io a scegliere chi
mandare e dove, ma il Cavaliere della Vergine stesso. Mi limito solo a
farvi da portavoce. Io rimarrò qui, al Santuario, assieme a
Misty della Lucertola. Urania della Gru... Retsu della Lince... Weaver
del Pittore e Radok della Tela... voi invece partirete domani all'alba.
E' tutto. >>
Così dicendo, Aphrodite si alzò, e con passo
leggiadro svanì nel buio del Tempio dei Pesci, diretto alle
sue stanze.
Un silenzio gelido calò nella sala, e fu rotto solamente
dallo stridere della sedia di legno di Misty sul pavimento di marmo
tirato a lucido.
<< Com'è mai possibile... che scelgano sempre
te? >>
Si alzò di scatto in piedi, puntando il dito contro Urania.
<< Mi pare d'aver già ampiamente dimostrato
che neppure meriti la Cloth che indossi... e adesso perfino il Sommo
Shaka preferisce affidare a te, anziché al sottoscritto, una
missione di tale importanza?! >>
La ragazza alzò il volto metallico verso di lui.
<< Sono sorpresa quanto te, Misty... >>
balbettò incerta << Ma se questo è
il volere del Cavaliere della Vergine, non mi tirerò di
certo indietro.... >>
<< Tsk >> l'uomo si ravviò i
morbidi capelli biondi all'indietro con un gesto nervoso
<< In ogni caso, preferisco restare qui, a difendere la
Via dei Pesci di fianco al Sommo Aphrodite, perciò... buona
fortuna in Jamir... >>
Sul volto della Lucertola si dipinse un ghigno soddisfatto, mentre
pronunciava quelle ultime che parole che suonavano più come
una minaccia che come un augurio, poi voltò, allontanandosi
lentamente dalla stanza.
<< Io prima o poi lo prendo a pugni in faccia, te lo
giuro >> mugugnò Retsu imbronciandosi
<< Non lo sopporto, sul serio >>
<< Dai Retsu, non preoccuparti. Oramai ci sono pure un
po' abituata >> mormorò lei, stringendosi
nelle spalle. Si voltò poi verso gli altri due suoi
compagni, che ancora non avevano proferito parola.
<< Ehm... non ci siamo ancora presentati. Io sono Urania,
e lui è il mio amico Retsu. Voi siete Weaver e Radok, non
è vero? >>
La donna annuì.
Si somigliavano molto fisicamente, tanto che la Gru arrivò
quasi a chiedersi se fossero fratello e sorella. Entrambi alti, pelle
olivastra e capelli scuri, il fisico asciutto e slanciato. L'uomo aveva
profondi occhi neri come la notte più buia e lineamenti
gradevoli, mentre lei indossava una maschera bianca che pareva dipinta
di mille colori, come se fosse stata per davvero la tela d'un pittore.
<< Piacere di conoscervi... da domani ci
toccherà affrontare un bel viaggio assieme! Spero che
andremo d'accordo, e... >> ma Urania si fermò,
quando s'accorse che i due non la stavano minimaente ascoltando e
avevano invece cominciato a parlottare fra di loro.
Quando finirono, sul volto di Radok si era dipinto un largo sorriso.
<< Sei molto bella >> le disse Weaver a
bassa voce, quasi sussurrando << Spero di poterti
ritrarre in uno dei miei quadri, un giorno... >>
<< Eh? Un... un quadro? >>
L'uomo annuì.
<< Il tuo volto è splendido e segnato da un
vortice di sentimenti ed emozioni contrastanti >>
spiegò << Per questo Weaver vuole cercare di
ritrarlo >>
<< Il mio... volto? >> balbettò
Urania, perplessa << Ma come potete saperlo... se indosso
una maschera per celare la mia natura? >>
I due Saint si guardarono fra loro, scambiandosi l'ennesimo sorriso.
<< Oh, mia cara >> mormorò
Weaver accarezzandole i capelli << Io... vedo tutto... >>
Cap.8
- The End.
To
Be Continued...
Wow,
finalmente ci sono riuscita! Fra i vari impegni c'ho messo un po', ma
ecco finalmente questo cappero di capitolo 8 è terminato!
A discapito di tutto, ci tengo a dire che sono tre anni che non scrivo
un accidente e sono un po' arrugginita, quindi abbiate pietà
di me se questo capitolo vi sembrerà un po' più
sottotono rispetto ai precedenti... datemi il tempo di riprendermi!
Altro capitolo di transizione, che servirà su un piatto
d'argento (o d'oro?) la nuova saga che sto per iniziare, che si
svolgerà nel Jamir...
Cosa nasconde e difende Mu di così prezioso, tanto che mezzo
Santuario dovrà trasferirsi per difenderlo?
Riuscirà Urania a "crescere" e superare le sue paure... e
soprattutto a sentirsi meritevole dell'Armatura che indossa?
Ma soprattutto... se ne starà mai zitto quel caprone di
Misty della Lucertola???
Appuntamento al prossimo capitolo!
Besos!
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