Capitolo
VII
La
bella e la bestia?
“Ma
non capisci? È arrivata, è la ragazza che stavamo
aspettando! È venuta a spezzare l'incantesimo!
“
Erano
passati giorni da quando gli aveva fatto quella confessione e il
risultato era stato che Jesse era sparito. Solo qualche sporadico sms
per dirle che era o troppo impegnato o troppo stanco per incontrarla.
Ho
sbagliato tutto. Sbaglio sempre tutto.
I
continui rimproveri di Cassandra e di Brody non la aiutavano a
recuperare la sua autostima e l’assenza di Jesse la sprofondava
all’inferno. Per quanto Kurt le dicesse continuamente quanto
fosse brava, Rachel aveva capito che il suo amico aveva imparato a
recitare.
Restano
solo pochi mesi. Devo evitare di morire ancora per pochi mesi e poi
l’incubo finirà.
Miss
July con il bastone la fece cadere. Poi la bloccò a terra e la
sovrastò con le sue gambe chilometriche.
Tutti
si diressero verso la porta, ma a Rachel fu impedito di alzarsi.
Tu
resti qui. A fare lezione. Con Brody.
Io
non ballerò più con Brody.
Lo
farai. Alla rappresentazione di fine anno.
Ma
se dice che sono incapace di ballare.
Per
questo ballerai. Tutti ti vedranno. Rideranno e Madame Tibidaux ti
caccerà.
Rachel,
per la prima volta, la guardò con rabbia e Cassandra sorrise.
Rachel
si irrigidì. Cosa voleva da lui? Che domanda stupida. Sapeva
cosa voleva da lui. Quello che lei ancora non era riuscita a dargli.
Una passione a cui appoggiarsi e un corpo a cui fare ritorno.
Lei
non può farlo. Non glielo permetterò.
Schwimmer
guardati. E guarda me.
Jesse
mi ama.
Io
non voglio che mi ami. Voglio che faccia sesso con me. Ed io ottengo
sempre quello che voglio.
Cassandra
uscì, lasciando il campo a Brody. Ancora lui.
Non
posso credere che un tempo adoravo stare con lui.
Cassandra
ti ha informato dell’esibizione di fine anno, immagino.
Lasciami
andare.
Dobbiamo
impegnarci ad ottenere un ottimo risultato, altrimenti sarai fuori
dalla NYADA.
Non
è un problema tuo.
Rachel,
se tu sei fuori dalla NYADA, io non avrò più occasione
di vederti. Di farti cambiare idea. Di farti capire quanto mi ami.
Io
sono innamorata di un altro, non di te.
Quel
tizio della festa? – Brody sorrise – avanti, Rachel era
evidente che facevi la gatta morta con lui per ingelosire me.
Io
non ho bisogno di fingere.
E
da quando ne sei innamorata?
Il
ragazzo sfoggiò sicurezza e spavalderia. Senza quel Finn tra i
piedi non aveva alcun dubbio di ottenere Rachel prima o poi, bastava
farle capire quanto era stata stupida a credere a quell’idiota.
Rachel
sospirò. Avrebbe dovuto correre da Jesse. Non ascoltare Brody.
L’unica cosa che aveva imparato da lui era che a volte non ci
si poteva fidare.
Pensi
di poterti fidare di Jesse? E’ il primo che ti ha pugnalato.
Cominciò
a dubitare. Jesse le aveva chiesto mille volte scusa. Le aveva
ripetuto più e più volte quanto lei fosse importante.
Le aveva detto che incontrarla lo aveva reso migliore e che non aveva
mai provato sentimenti così forti per nessun’altra. Che
il successo era nulla senza di lei.
Tutti
mentono a volte. A quante altre ha detto le stesse cose?
Una
domanda che avrebbe dovuto porgli, forse. Lei aveva avuto poche
storie, pochissime. Non aveva alcun dubbio che Jesse ne avesse avute
molte di più. Cominciò a domandarsi che cosa ci
trovasse in lei. E perché era sparito dopo che gli aveva
confessato i suoi sentimenti? Ancora una volta il suo era stato un
esercizio di stile? Aveva voluto vedere quanto tempo gli occorreva
per sedurre nuovamente la piccola Berry?
Come
posso pensare di competere con Cassandra?
La
July era una donna e lei a malapena era diventata più adulta.
Improvvisamente si sentì ancora quella ragazzina con i
ridicoli maglioni che Jesse aveva detto di amare.
Era
una menzogna! No! Era vero.
Rachel
respirò profondamente e sorrise. Improvvisamente tutta
l’autostima che aveva perso era tornata a soccorrerla.
Non
devo dubitare di Jesse. Lui è il mio primo fan.
Rachel
riacquistò la sua postura da diva e con tono fermo rispose a
Brody:
Prese
la sua borsa ed uscì dalla sala prove. Non voleva più
ballare con Brody e avrebbe ottenuto la NYADA contro tutti. Lei era
Rachel Berry, la regina degli assolo.
Tornò
a casa, salutò i suoi coinquilini, entrò in camera,
indossò la sua biancheria più sensuale, si vestì
elegantemente e chiamò un taxi. Destinazione Broadway.
Arrivata
a teatro, fece chiamare Santana. Come sostituta aveva diritto a far
entrare qualcuno gratis allo spettacolo. L’amica non le chiese
nulla. La ringraziò per non aver indossato le solite orrende
scarpe e la spedì dietro le quinte.
Rachel,
respirando aria di Broadway e commuovendosi al pensiero del suo
debutto in Funny Girl, osservò Jesse muoversi sul palco.
Una
delizia per gli occhi e per le orecchie.
Aveva
sempre saputo che era bravo.
Chi
dimenticherà mai la sua Bohemian Rapsody.
Ma
non immaginava che fosse diventato così bravo. Ad un certo
punto si emozionò talmente tanto che Santana dovette regalarle
un’intera confezione di fazzoletti, rubati dal camerino della
protagonista (che per inciso non reggeva il confronto con Jesse e
neanche con lei).
E’
fatta. Mi sono innamorata perdutamente di Jesse St. James.
Quando
lo spettacolo finì, Rachel indugiò prima di correre da
lui. Non voleva che lui fraintendesse le sue lacrime. Si ritrovò
ad osservare Cassandra che lo avvicinò. Non era sola. L’uomo
che la accompagnava salutò Jesse e la introdusse:
Rimasero
presto da soli, l’amico di Cassandra trascinato via da un
cellulare e da molti altri impegni. Rachel non riuscì a
muoversi, intrappolata nei suoi piedi di argilla e così ciò
che le rimase da fare fu origliare.
Ma
forse vuoi metterlo alla prova. Che assurdità!
Cassandra
lo avvolse nel suo charme.
Sei
veramente bravo. Hai una bella voce, un grande talento e una faccia
d’angelo. Un ottimo mix per Broadway. Ti manca solo una donna
all’altezza delle tue promesse.
Ce
l’ho già una donna.
Ho
detto una donna, non una ragazzina.
Rachel
è una donna.
Che
non ha ancora saputo placare i bollori del suo ragazzo, a quanto
pare.
Il
corpo di Jesse, senza il permesso del suo proprietario, fremette al
contatto con le dite affusolate di Cassandra. Era una bomba pronta ad
esplodere. Aspettando Rachel aveva accumulato talmente tanta energia
che se qualcuno avesse acceso la miccia, avrebbe raso al suolo anche
Broadway. La donna lo circumnavigò con il suo passo danzante,
avvolgendolo con la sua sensualità, ma Jesse non mosse alcun
muscolo in risposta.
Ho
aspettato troppo Rachel per buttare tutto al vento per una favolosa
bionda dalle gambe chilometriche.
Cassandra
accusò il colpo con dignità. Sorrise di un sorriso che
avrebbe fatto innamorare chiunque.
Se
il mio cuore fosse in mano mia invece che in quelle di Rachel io lo
avrei fatto.
La
donna scomparve, portandosi dietro tutta la sensualità e
lasciando Rachel in difficoltà. Jesse la vide, nascosta tra
mille cavi. Sorrise, ricordandola anni prima sul palco del liceo
Carmel, con indosso quell’orrendo vestito a quadri, mentre
stringeva la borsa urlando di possedere un fischietto antistupro.
Quanti
melodrammi, piccola Rachel.
Si
avvicinò e, come allora, sorridendo la strinse a se,
avvolgendola in un abbraccio divertito:
Hai
ancora il tuo fischietto antistupro dentro la borsetta?
Ora
ho una bomboletta spray.
Cosa
hai visto?
Tutto.
Lo spettacolo. Il tuo talento. Cassandra.
Mi
dispiace. Non ho potuto impedirlo.
Cosa?
Le avances di Cassandra?
No.
Il mio talento.
Rachel
sorrise e quando Jesse si avvicinò per baciarla, non gli
lasciò l’iniziativa ma lo anticipò, stingendosi a
lui. Lo sentì fremere e ripensò alle parole di
Cassandra.
Dovremo
farlo.
Cosa?
– Jesse trasecolò, letteralmente
Un
tempo mi hai promesso romanticismo … anzi … no …
epico romanticismo. Allora non ti ho permesso di mantenere la tua
promessa. Ora mi sembra arrivato il momento.
E’
per Cassandra?
E’
per me.
Jesse
la guardò negli occhi e capì che era vero. La prese per
mano e la portò in un magazzino. Rachel avrebbe voluto
chiedergli se quella era veramente la sua idea di romanticismo.
Forse
un po’ squallido. Di certo poco confortevole.
Ma
prima che parlasse, Jesse aprì un’altra porta e il mondo
del teatro le si illuminò davanti agli occhi. Gli oggetti di
scena intorno a loro erano collocati nei posti giusti, pronti a
ricreare una stanza da fiaba. Almeno per i suoi sogni da bambina.
Cats, Il Fantasma dell’Opera, Il mago di Oz, Hair: anche il più
piccolo oggetto le parlava dei suoi sogni. Jesse prese una coperta da
uno degli armadi e la posò al centro della stanza. Poi prese
quattro candelabri e dopo averli accessi li pose agli angoli della
coperta. Infine si voltò verso Rachel con il sorriso più
bello che lei avesse mai visto:
Jesse
la condusse al centro del loro regno e la invitò a sedersi.
Lei, invece, delicatamente lo spinse a terra e poi, interpretando il
ruolo della diva sensuale, cominciò a volteggiargli intorno,
togliendosi il vestito. Jesse la bloccò e seriamente le
sussurrò “sii te stessa, non hai bisogno di altro”
e così Rachel abbandonò i panni della femme fatale e
inginocchiandosi, si tolse la biancheria costosa, lasciando solo se
stessa di fronte ai suoi occhi. Jesse rimase ad osservarla in
silenzio per un po’, un bel po’. Per molto tempo aveva
sognato di vivere quel momento e per quanto la sua fantasia fosse
stata sempre molto galoppante, non avrebbe mai sperato di ritrovarsi
ad ammirare uno spettacolo così bello. Chiuse gli occhi,
cercando di imprimere nella sua mente ogni dettaglio. Aveva avuto
molte donne, forse anche troppe per la sua giovane età, ma per
la prima volta nella sua vita si sentiva vergine ed inesperto.
Non
si dissero altro, non ne avevano bisogno. Quello era il loro palco,
il loro personale spettacolo per il quale non era stato stampato
nessun invito. Non erano necessarie prove, la prima fu perfetta,
entusiasmante, romantica ed epica quanto basta a soddisfare le
aspettative di entrambi.
Eccolo.
Il nuovo capitolo. Finalmente. Non aggiungo altro. Solo un grazie a
tutti coloro che continuano a pazientare e a leggere appena lo
consento loro.
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