06.
-
Hey bella signorina, ti
piacerebbe avere uno dei miei cupcakes?-
- Ehm, ecco
… -
- Coraggio,
assaggiane uno.
Non mordono mica, anzi … sono loro che aspettano di essere
morsi da te … -
- Smettila di
guardarla in
quel modo, scemo di un Oikawa.-
- Iwa-chan, non
disturbarmi! Non
vedi che sto facendo affari?-
- Gli affari
altrui, intendi
dire?-
Tutti sono
euforici per la
festa del paese, ma per Iwaizumi ciò significa semplicemente
tempo in più in
cui deve sopportare quel broccolo del suo amico d’infanzia e
non ne sembra
molto entusiasta.
- Sei sempre il
solito!-
mugugna il broccolo in questione, allungando le labbra in avanti.
La giovane
cliente, incitata
dalle sue amiche adoranti, mormora:
- Ne prendo
volentieri uno,
grazie.-
- A te, dolce
fringuello!-
esclama soddisfatto Oikawa, mentre alle sue spalle il moro sospira
sistemando
nella vetrina l’ennesima infornata.
Vorrebbe
tirargli un pugno in
faccia ogni volta che fa quel suo sorrisetto da playboy, ma
è una buona
strategia di vendita e se non vuole passare dalla parte del torto
è costretto a
trattenersi.
Tutt’intorno
è un tremare di
luci e di colori, un intrecciarsi di risate e chiacchiere che viaggiano
da una
bancarella all’altra con vitalità. Molti indossano
yukata e abiti tradizionali,
rendendo le vie del paese ancora più vivaci da vedere.
L’ultima cliente di
Oikawa e Iwaizumi si allontana offrendo un morso del suo cupcake alle
amiche,
che cominciano a pigolare:
- Come sei
fortunata,
Oikawa-san ti ha offerto una delle sue creazioni!-
- C-creazioni?-
- Sì,
come vorrei che l’avesse
offerto a me, sono così buoni!-
- E lui
è così bello … ah, se
potessi comprerei tutti i suoi cupcakes!-
Voci e discorsi
di ogni tipo
si mescolano per la via, ma le parole di quelle ragazze vengono captate
da un
gruppo di liceali che arranca tra la folla nella direzione opposta, in
cerca di
cibo.
- Avete sentito,
ragazzi?-
esordisce Yamaguchi. - Oikawa-san vende di nuovo cupcakes.-
Hinata emette un
verso di
felicità inconfondibile ed esclama con l’acquolina
in bocca:
- Woooh, andiamo
a provarli?-
- N-non dovevamo
andare a
comprarli allo stand di Kageyama-kun?- mormora Yachi perplessa,
cercando di non
cadere dagli zoccoli tradizionali accompagnati al suo yukata a fiori.
- Ah, giusto,
hai ragione … -
Tsukishima mette
via il
portachiavi a forma di tirannosauro che ha appena comprato, intanto
sbotta:
- Sei stato tu
ad insistere
per andare da lui e ora te ne dimentichi, che scemo.-
- Stai zitto!!-
ribatte
l’energico piccoletto.
Quando Kageyama
aveva
timidamente annunciato agli amici che avrebbe partecipato al festival
con uno
stand, Hinata è stato il primo a offrirsi di aiutarlo nei
suoi dolci affari di
famiglia e si è impegnato a comprare qualcosa da lui.
E’ stata una promessa
così spontanea da stupirsene da solo. Fino a quel momento
gli è sembrato inverosimile
preoccuparsi così per qualcuno di tanto idiota e con palesi
problemi di
socializzazione quale era il suo compagno di scuola dai capelli di
corvo e gli
occhi che potrebbero riflettere il cielo stellato di stasera
…
Ma sono davvero
questi i
pensieri che si ritrova a fare?
- Eccolo
laggiù!- esclama
Yachi, notando all’angolo della via la bancarella di dolciumi
di casa Kageyama.
Il ragazzo si
sta occupando
della clientela con un grembiule bianco da fornaio e un cappellino
abbinato,
anche se non pare proprio contento di averli addosso. Gli amici si
avvicinano e
lui impallidisce.
- Hey
Kageyama!!- dice subito
Hinata con espressione divertita. - Ma che ti sei messo?-
- Cosa ci fate
qui?- si limita
a domandare il moretto freddamente.
Yamaguchi e
Yachi ammirano i
dolci sparsi nei vassoi che hanno davanti, mentre Tsukishima si ritrova
– e
quasi non ci crede nemmeno lui – d’accordo con
Hinata:
- Sembri
più stupido del
solito.-
Kageyama cerca
di spaventarlo
con uno dei suoi sguardi indemoniati, ma impacciato nel ritrovarsi
vestito in
quel modo è ancora meno credibile di quanto lo sia
normalmente.
- Stai zitto o
ti caccio via in
questo istante!-
Dietro di lui, i
suoi genitori
stanno preparando altri dolcetti, ma sentono il figlio sbraitare contro
quello
spilungone con gli occhiali che sembra così tranquillo ed
esprimono tutta la
loro perplessità:
- Qualcosa non
va, Tobio?-
- N-no, mamma,
tutto a posto.-
risponde Kageyama, tornato tranquillo come se nulla fosse.
Hinata non ce la
fa e comincia
a sghignazzare, mentre Yachi nota l’ira funesta che dalla
testa del moretto si sta
spargendo nell’aria e tenta quindi di far smettere di ridere
il rosso.
Quest’ultimo cambia espressione non appena vede quante
prelibatezze ci siano in
vendita di fronte all’amico.
- Ooh, quante
cose buone! Dai,
che cosa mi offri?-
- Quello che
vuoi, ma
purtroppo non posso concedere sconti. Tantomeno a te, idiota.-
- Ma chi lo
vuole, il tuo
sconto?!-
Da Hinata subito
parte una
linguaccia, prontamente replicata da Kageyama.
Come sempre
tocca alla pavida
biondina provare a dissuaderli dalle loro reciproche manie omicide:
- Hinata-kun,
che ne pensi di
quei cupcakes? Sembrano deliziosi … -
-
Già, hai ragione!- le fa eco
il piccoletto.
Quale gioia per
il piccolo e
innocente Tobio! Per la prima volta qualcuno nota i cupcakes che ha
decorato
lui personalmente e un lieve bagliore si irradia dai suoi occhi
– chissà come
mai nessuno aveva ancora apprezzato i suoi mostriciattoli di zucchero
dalla
forma ambigua e sconclusionata, mah, questi clienti hanno proprio
cattivo
gusto.
- Vi piacciono?-
chiede
Kageyama, felice come un bambino ma incapace di darlo troppo a vedere.
- Quelli
li ho fatti io.-
Yachi sorride e
sta per fargli
un complimento, ma più il ragazzo ha quello sguardo
compiaciuto in viso, più
Hinata ha voglia di sciuparglielo e così esordisce:
- Sul serio li
hai fatti tu?
Che coraggio a metterli in vendita! Se non l’avessi detto, ne
avrei mangiato
uno e sarei morto avvelenato!-
- EH?!- sbraita
Kageyama.
Pel di carota
non ha il
buonsenso di tenere calmo l’amico, non ci riesce,
è più forte di lui e rincara
la dose:
- Sei stato
generoso a
risparmiarmi da una morte tanto cruenta, ti ringrazio Kageyama-kun!-
- Adesso BASTA!-
Purtroppo Yachi
non fa in
tempo a intimarli di smettere, che viene strattonata via da Yamaguchi
per non
venir travolta da Kageyama, il quale ha scavalcato la schiera di dolci
che lo
separava dalla sua nemesi e ora sta tirando Hinata per i capelli.
Grazie a
Yamaguchi da una
parte e i genitori di Kageyama dall’altra, la rissa viene
scampata, non senza
aver attirato l’attenzione dei dintorni per qualche secondo.
Alcune bancarelle
più indietro, anche Iwaizumi ha notato il trambusto.
- Possibile che
debbano fare
casino tutti gli anni?- mugugna, trafficando con delle scatole di
caramelle.
- Non
cambierà mai, quel
mocciosetto.- storce il naso Oikawa con aria altezzosa. - Ingrato come
sempre,
gli basta un niente per lamentarsi anche se ha i genitori che lavorano
al posto
suo!-
- Oikawa
… -
- Non
capirà mai cosa
significhi guadagnarsi da vivere solo con i propri sforzi, quel bambino
viziato. L’unica cosa che sa fare è imbustare due
dolcetti e mettersi in tasca
i soldi!-
- Oikawa
… -
- E’
incredibile, ogni anno
vende molto più di noi perché ha la fortuna di
essere aiutato dal babbino e
dalla mammina, gnè! Non crescerà mai e non
imparerà mai, vero Iwa-chan? Io e te
sì che facciamo bene le cose, sudandoci ogni singolo
spicciolo che guadagniamo
… -
- Oikawa!!-
Il melodramma di
Tooru
raggiunge il suo apice quando il ragazzo prende l’amico per
il colletto e la
sua espressione si fa sofferente:
- Ti sembra
giusto, Iwa-chan?
Ti sembra giusto che la vita debba sempre prendersi gioco di noi poveri
lavoratori innocenti e favorisca invece chi non merita un briciolo di
guadagno?-
Iwaizumi non ha
la pazienza di
lasciare da parte le caramelle per mollare un sano cazzotto in faccia a
quella
primadonna. Si limita ad emanare la sua esasperazione con gli occhi a
fessura e
un semplice, ma efficace avvertimento:
- Piantala di
farfugliare
queste stupidaggini e impegnati per vendere qualcosa, altrimenti ti
spiaccico
il naso per terra … e sappi che non è una
minaccia, è una promessa.-
Con un aumento
di sudorazione
da zero a mille in un nanosecondo, Oikawa esegue l’ordine e
termina il suo
sfogo con un semplice sospiro teatrale, prima di armarsi di nuovo dei
suoi
soliti sorrisi sciupafemmine per attirare un po’ di clientela.
Anche Iwaizumi
sospira,
stavolta con serietà, perché in fondo comprende
il suo punto di vista. Tuttavia
non c’è tempo per perdersi in chiacchiere e
lamentele, tantomeno se si tratta
di quel cretino del suo amico.
- Vado a
prendere gli ultimi
scatoloni. Quando torno ti faccio secco, se non hai venduto almeno un
pasticcino!- sentenzia, lasciando Oikawa da solo.
Quest’ultimo
continua a
borbottare e a rosicare, fulminando con gli occhi da lontano la
bancarella di
Kageyama. È talmente occupato a farlo, che
all’inizio non si accorge che
l’amico gamberetto del suo avversario sta passando proprio di
lì.
- E’
inutile, Kageyama rimarrà
un idiota di prima categoria!-
- Cerca di
calmarti,
Hinata-kun … -
La
curiosità di Oikawa si
risveglia e le sue orecchie si allungano verso lo stand accanto al
proprio.
Nota il più alto del gruppo fermarsi lì davanti
per dare uno sguardo alla merce
esposta, mentre tra i suoi amici ad aspettarlo ci sono lo sfigato con
le
lentiggini, una ragazzina che non ha mai visto prima in loro compagnia
e il
nanetto coi capelli rossi che va sempre in giro con il tanto odiato
Tobio-chan.
Sorpreso di
quello che sta
dicendo, Tooru è deciso a non perdersene neanche una sillaba.
- Non
è capace di parlare, di
scherzare, non è capace a stare in società!-
esclama Hinata furioso. - Io ci
provo a far uscire il suo lato più normale, ma a quanto pare
non esiste. Dimmi,
Yamaguchi, secondo te esiste?-
Il ragazzo,
preso per le
spalle dal più basso, si intimorisce e balbetta:
- B-Beh,
è un po’ strano, ma
non penso che lo faccia apposta … no?-
- Dannazione, mi
dà sui
nervi!- grida infine Hinata con occhi e braccia al cielo.
Oikawa ridacchia
tra sé;
finalmente succede qualcosa di divertente in questa fiera da quattro
soldi.
Tsukishima
mormora un flebile
“possiamo andare” dopo aver constatato che lo
stesso portachiavi acquistato in
precedenza era su quella bancarella a metà prezzo e che
sarebbe bastata un po’
di pazienza per trovarlo e risparmiare qualche yen in più. I
suoi amici lo
seguono verso uno stand dalla parte opposta, ma il mago dei cupcakes
difensore
dei lavoratori onesti non perde tempo a farsi notare:
- Ehi
Chibi-chan, come va?-
Hinata si volta,
pronto a dar
battaglia a chiunque l’abbia chiamato così, ma
quando si accorge di chi si
tratta non riesce a non sobbalzare.
-
O-Oikawa-san!!- esclama.
Quest’ultimo
approfitta
dell’assenza di Iwaizumi per lasciarsi andare alla voglia di
stuzzicare la
gente.
- Che ne pensi
della festa?
Una noia mortale, vero?- domanda con quel suo solito sorrisetto
sornione. - Oh,
porta i miei saluti al caro Tobio-chan!-
Il rosso sa
quanto il rapporto
tra Oikawa e Kageyama sia teso e sa anche che la colpa è
dello strano odio del
primo nei confronti del secondo. Per questo il suo primo istinto
è di fissare
il tizio che ha davanti con cattiveria e sospetto, come se a offendersi
fosse
stato proprio Kageyama stesso.
Tuttavia,
più la fronte di
Hinata si corruga, più il sorrisino di Oikawa si allarga e
Yamaguchi, che
assiste alla scena insieme agli altri, cerca di correre ai ripari:
- Ragazzi,
laggiù ci sono i
biscotti della fortuna!-
- Eh? Davvero?
Andiamo
subito!!- urla il ragazzino, dimenticandosi completamente del suo
… rivale? Può
sul serio definirlo così?
Di solito Oikawa
non ama
essere ignorato, ma stavolta non ci rimane troppo male. Sogghigna,
pensando
allo scherzetto che vuole giocare ad una certa persona, e si allontana
quatto
quatto dallo stand senza che Iwaizumi se ne accorga.
- Grazie e buona
serata.-
Kageyama ripete
questa
cantilena per l’ennesima volta e sospira, annoiato. Una
grossa parte di lui
vorrebbe essere in giro con i suoi amici, ma la parte di lui che non
vuole – quella
antipatica ed asociale – è dura a morire e gli
impone di restare lì, sempre con
grembiule e cappellino bianchi, a fare il suo lavoro.
L’unico
episodio ad aver dato
un po’ di vera vita alla sua serata è stato
l’arrivo dei compagni di scuola,
seguito dallo scontro con Hinata, ma la cosa non rappresenta una
novità, anzi:
più o meno tutte le sue giornate si svolgono allo stesso
modo e se non fosse
per quel piccolo raggio di sole la sua adolescenza andrebbe avanti
liscia come
l’olio, ma piatta come una tavola da surf.
Appena Kageyama
se ne rende
conto, spalanca gli occhi e poi li strizza, scuotendo la testa. No, non
può
averlo pensato davvero.
Per fortuna una
voce familiare
lo distrae da questi vaneggiamenti mentali:
- Mmh, quante
prelibatezze.
Gli affari vanno sempre a gonfie vele, vero Tobio-chan?-
Il moretto alza
lo sguardo, ma
si irrigidisce alla vista di quel sorriso maligno che più di
ogni altra cosa lo
mette a disagio.
- Oikawa-san
… - mormora con
soggezione. - Che sorpresa.-
- Non dire
bugie, sai bene che
ci sono sempre al festival annuale del paese a sfornare i miei migliori
cupcakes. E tu non riuscirai a farli buoni come i miei.- esordisce
Oikawa,
indicandolo in modo arrogante con gli occhi a fessura.
Kageyama lo
guarda
contrariato, ma cerca di trattenere il suo solito tono provocatorio,
almeno
tanto quanto l’altro ama invece sfoderarlo:
- Non
è un problema, se i
dolci della mia famiglia continueranno a piacere alle persone e a farci
guadagnare.-
- Sì,
come vuoi.- taglia corto
Tooru con un gesto della mano. - Piuttosto, ho notato che ci sono anche
i tuoi
amici in giro … -
Sorride sornione
e si appoggia
con un gomito alla vetrina dei dolciumi, facendo irrigidire Kageyama
che vorrebbe
cacciarlo via, ma attirerebbe l’attenzione dei genitori.
Oikawa prosegue
quindi, viscido come un serpente:
- Sai,
chibi-chan era euforico
e blaterava cose strane. Parlava di un idiota che non è
capace a stare con la
gente e che dovrebbe farsi ricoverare per sperare di comportarsi
normalmente …
ops, parlava di te.-
Lo sguardo del
più piccolo si
fa sofferente e il suo broncio sempre più accentuato.
- Davvero
… ha detto queste
cose?- dice appena, distogliendo lo sguardo e rimanendo rigido.
- Certo!- la
voce dell’altro
si alza all’improvviso di tono, come se fosse un bambino. - E
non sai quante ne
ha dette dopo, non saprei da che parte cominciare!-
Il sorriso
allegro di Oikawa
nasconde una nota di vendetta, facilmente visibile da come i suoi occhi
si
chiudono di nuovo a fessura, puntati su Tobio. Quest’ultimo
sbarra gli occhi e
si morde nervosamente un labbro, stringendo i pugni senza riuscire a
dire
nulla. In fondo sa che il suo rivale vuole solo essere cattivo, ma non
è in
grado di togliersi dalla testa il fatto che Hinata abbia parlato
pesantemente
male di lui. Prova una delusione e un’amarezza tale che si
limita a guardare storto
Oikawa e ordina:
- Cre-credo sia
meglio che tu
te ne vada, Oikawa-san.-
Il ragazzo sta
per ribattere,
ma viene sbalzato indietro senza preavviso, con un repentino
cambiamento della
sua espressione sulla faccia.
- Che diavolo ci
fai qui,
pezzo d’idiota?!-
È
quasi sollevato Kageyama, a
sentire la voce energica e arrabbiata di Iwaizumi che ha preso il
compagno per
i capelli. Per non essere costretto a dare subito spiegazioni, Oikawa
si limita
a lamentarsi per il dolore.
- Scusalo.-
sbotta
semplicemente Hajime con lo sguardo sul moretto, prima di trascinare
via lo
stupido.
Kageyama li
fissa andare via
perplesso e provato, mentre Iwaizumi assesta un bel calcio sul didietro
di
Tooru.
- Fai tutti i
tuoi nobili
discorsi e poi lasci la bancarella incustodita? Ma ci sei o ci fai?!-
- Che male,
Iwa-chan … -
ripete l’altro. - Sarei tornato subito da te. Sei venuto a
cercarmi perché ti
mancavo?-
- Finiscila. Che
ci facevi
laggiù? Perché stavi parlando con Kageyama?-
- Beh, ho
sentito chibi-chan
parlare male di lui e ho pensato di dargli una lezioncina … -
Quello sguardo
compiaciuto non
fa che attirare altra violenza fisica, stavolta sul fianco.
- Ahio!-
- Non sei capace
a farti i
fatti tuoi?-
- Lo sai che
chibi-chan è il
punto debole di Tobio! Non ho fatto altro che approfittare della
situazione e
colpire!-
- Oh, santa
pazienza … -
Con queste ed
altre
chiacchiere di sottofondo, Hinata è all’angolo
della strada insieme ai suoi amici,
dove sta srotolando il suo biscotto della fortuna con la lingua che
sporge
fuori dalla bocca in una smorfia concentrata. Yamaguchi si lamenta di
non aver
letto nulla d’interessante, mentre Tsukishima ha
già buttato il messaggio nel
cestino senza dar troppo credito alla frase trovata.
- Cosa
c’è scritto nel tuo
biscotto, Hinata-kun?- domanda Yachi curiosa.
Il piccoletto
resta con il
bigliettino nelle mani senza dire nulla per un po’, poi
ridacchia e legge:
- “Se
una persona vi vuole
bene, lo vedrete dalla briga che si prende per rivolgervi
l’insulto che ritiene
più adatto.”-
A sentire quella
frase, anche
gli altri due si avvicinano a Hinata e lo guardano con
curiosità, siccome non
hanno mai visto un sorriso così pensieroso sul suo volto. La
ragazzina gli
prende il pezzo di carta dalle dita con delicatezza e lo legge a sua
volta:
- Che bella
frase! Mi ricorda
un po’ … oh!-
Con una sola
occhiata, tutti
capiscono a che cosa sta pensando il nanetto dai capelli color del
sole, che
arrossisce e si gratta in testa:
- Beh,
è pur sempre un mio
compagno, giusto?-
Yachi e
Yamaguchi si scambiano
una risatina complice; Tsukki invece sospira e alza gli occhi al cielo
con
sufficienza.
Le strade sono
meno piene dopo
alcune ore, il cielo si è fatto nero e pieno di stelle,
offuscate tuttavia dalle
ancora radiose luci del festival. Nonostante si avvicini
l’ora di sgomberare
tutto e tornare finalmente a casa, Kageyama non ne è
entusiasta e con la mente
è rimasto a quello che ha sentito da Oikawa.
- Grazie
… - sbotta con
sguardo torvo, porgendo un sacchettino di carta oltre la cassa con la
fronte
corrugata e facendo salire un brivido su per la schiena della ragazzina
che ha
pagato le sue ciambelline.
Non è
la prima volta che
Hinata parla male di lui, ma averlo fatto alle sue spalle ed averlo
saputo da
un subdolo come Oikawa non gli ha fatto per niente bene. Se si immagina
l’amico
sparlare di lui con qualcuno, magari altrettanto dispettoso come
Tsukishima, la
sua espressione si fa ancora più rude di quanto non lo sia
già di default e le
conseguenze si riversano spiacevolmente sulle vendite. I genitori di
Kageyama
hanno lasciato lo stand in custodia al figlio per un po’,
quindi non possono
rimediare agli strilli dei bambini che lo vedono o ai clienti mancati
per colpa
dell’improvvisa ed inspiegabile maleducazione del ragazzo.
E il suo umore
non migliora
affatto quando gli si presenta davanti con lo stesso sguardo
contrariato proprio
lo spilungone con gli occhiali.
- Non farti
strane idee.-
esordisce quest’ultimo, affiancato da Yamaguchi che resta col
naso attaccato
alla vetrina, in adorazione. - Ti ha promesso che avremmo comprato
qualcosa.-
Kageyama stringe
un pugno e
incassa la testa nelle spalle, tremando di rabbia:
- Chi,
quell’idiota da
strapazzo? Farebbe meglio a starmi lontano, se non vuole finire
spappolato!-
- Ma guarda
com’è arrabbiato …
- commenta Tsukki, con le mani sui fianchi e la strafottenza che regna
sul suo
viso. - Ottima pensata per attirare i clienti, non sei
d’accordo Yamaguchi?-
L’amico
è distratto, ma si preoccupa
quando in un attimo Kageyama ha già oltrepassato la vetrina
dei dolciumi e ora
sta fronteggiando Tsukishima a un palmo dal suo naso.
- Se sei venuto
per ricevere
un pugno in faccia, allora non ti faccio aspettare!- sbraita.
Il biondino non
fa in tempo a
controbattere: Hinata sta arrivando seguito da Yachi, ma nota la scena
e
interviene con un sobbalzo:
- Kageyama!-
Il moretto si
gira e lo fissa
con odio, ma l’altro non si fa intimorire e lo indica con
aria severa.
- Sei proprio
uno stupido
incapace! Se vuoi attirare gli ultimi clienti della serata, non devi
fare il
prepotente come al solito!-
- Tu! Piccolo
mentecatto!-
Kageyama non
perde tempo e
senza che Hinata possa reagire lo prende per il colletto della giacca e
lo
solleva leggermente.
- Hai il
coraggio di
presentarti qui dopo quello che hai detto in giro su di me?!- grida con
tutta
la frustrazione che ha trattenuto finora. - Sei tu stupido ad attirare
i miei
cazzotti sulla tua faccia, non certo io!-
- E questo
sarebbe il
ringraziamento per essere tornato a comprare qualcosa da te? Hai
ragione, scemo
che non sei altro, facevo prima a non venire!- ribatte Hinata, energico
come
sempre.
Da lontano,
anche Oikawa ha
sentito il diverbio e deve trattenere le risate perché
c’è Iwaizumi a tenerlo d’occhio
tra una vendita e l’altra.
Kageyama
rinforza la stretta
sulla sua vittima:
- A chi hai dato
dello scemo?
A quanto pare non sai fare altro che offendermi, vero nanerottolo??-
Pel di carota si
libera
spingendolo via, ma non ha intenzione di perdere la sfida:
- Potrei dire la
stessa cosa
di te, Bakageyama! Non sono tornato per litigare, ma per spendere da te
i miei ultimi
spiccioli!-
- Io non vendo
alle persone
che sparlano di me in giro!-
- E io non me ne
andrò finché
non avrò svuotato la tua stupida vetrina di dolci!-
Come gli amici
hanno previsto,
il primo a cedere è Kageyama, che non trovando parole per
rispondere resta
fermo e zitto con i pugni tremanti dal nervoso e i denti stretti. Non
sa mai
come comportarsi, di fronte all’onestà di Hinata.
Entrambi sono troppo
orgogliosi per rinunciare alla competitività che li unisce,
ma quando si rende
conto che non è stato lui il primo ad andare incontro
all’altro, si sente
opprimere dai sensi di colpa.
Dopo un respiro
profondo,
Hinata si avvicina e gli mette tra le mani il biglietto che ha trovato
nel
biscotto della fortuna.
- Non so
cos’hai sentito, ma
qui è scritta la verità su quello che penso di
te.- mormora a testa bassa. -
Vado a scegliere qualcosa dalla tua bancarella.-
Il piccoletto
corre insieme
agli altri ad ammirare i dolci, commentando quanto sia appariscente uno
o
bizzarro l’altro. Kageyama ha la mente in subbuglio mentre
apre la mano e legge
il biglietto. Le rughe che rendono cupo il suo sguardo si distendono e
gli
occhi si aprono di più. Li ha ancora puntati sul foglietto,
quando realizza il
suo significato e nello stesso istante il botto sordo dei fuochi
d’artificio
echeggia sulla sua testa. Alza il viso e ammira i colori che illuminano
la
notte in modo confuso e rumoroso, proprio come la sua strana amicizia
con un
certo nanerottolo dai capelli arancio.
- Oh, che
meraviglia!-
commenta Yachi, avvicinandosi a lui insieme agli altri.
Kageyama si gira
verso di loro
e quando incrocia l’espressione di Hinata sussulta e si
guarda i piedi con
imbarazzo. L’amico gli si avvicina e resta a fissare il suo
sguardo colpevole,
addolcito dai bagliori che si susseguono nel cielo.
- Qualunque
dolce tu voglia …
- inizia il più alto, titubante. - Beh, potrei fare
un’offerta e regalartene
uno o due in più.-
Tobio non lo sta
guardando, ma
nel suo tono di voce Shouyou percepisce tutto ciò che ha
bisogno di percepire e
sorride con soddisfazione.
- Che
spettacolo, Iwa-chan!-
- Lo vedo.-
- E’
tutto l’anno che aspetto
questo momento … beh, sarà meglio che torni al
lavoro.-
- Ehm, Oikawa
… -
- Mmh?-
- Ecco
… Finché non finiscono
i fuochi d’artificio, puoi fare una pausa per guardarli, se
vuoi.-
- Davvero?
Grazie, sei un
tesoro!-
- Ah, smettila.-
*
Dio mio,
perdonate il mio increscioso ritardo! Beh, vi avevo avvertiti che non
avrei aggiornato molto spesso, no? Ahimè, la vita si riempie
di impegni, di distrazioni e vabè. xD
La frase prompt che mi era capitata per questa shot è: "Hinata e Yamaguchi spettegolano
su Kageyama, Oikawa ascolta la conversazione e..."
Forse perché il prompt era così gustoso, ho
preferito prendermela comoda e tirare giù una trama un po'
più articolata. Io impazzisco per la KageHina, lo sapete, ma
ancora di più se viene disturbata da Oikawa. Non so, ho un
fetish per questa specie di triangolo. (?)
E quindi ho tirato giù questa idea. Non chiedetemi
perché proprio un festival, perché proprio
bancarelle di dolciumi e perché proprio cupcakes, davvero
non chiedetemelo. Sapevo solo che volevo restare AU. Ma per le prossime
one shot devo pensarci meglio, me ne rendo conto. xD
Beh, direi che è tutto. Ho fatto quel che potevo per tirare
fuori la mia vena comica, perché lo scopo di questa raccolta
è anche di farvi ridere. Spero quindi che questa OS rimedi
all'attesa con la sua lunghezza e che vi piaccia. Fatemi sapere cos a
ne pensate!
Grazie mille e a presto :*
by
Eliot ;D
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