Unknown 24
Due paroline prima della
lettura.
Lo so, mi odiate
perché
vorreste solo leggere il capitolo e non avere un’autrice
così rompina come la
sottoscritta, MA al fin proprio
della buona riuscita del finale è necessario un piccolo
appunto.
Nel precedente
“episodio”, vi
ho detto di tenervi bene a mente i dubbi sorti a Ragnor: come
faceva Alec ad essere così sicuro che la ragazza nella foto
fosse Camille?
Ovviamente Magnus non si è scordato dell’arguta
osservazione dell’amico… Bene, per
chi ha letto Città del Fuoco Celeste,
non resterà indispettito o sorpreso
dall’atteggiamento duro di Magnus nei
confronti di Alec e della sua gelosia, invece per i lettori che non
sono ancora
in pari con la saga, sappiate che l’ho fatto solo per essere
coerente con il
personaggio di Magnus, anzi chiedo a chiunque abbia letto tutti i libri
di
dirmi se il nostro Sommo Stregone di Brooklyn appare OOC.
Ultimo
avvertimento:
ci sono forti rifermenti alla Cronaca di Magnus Bane “Il
primo appuntamento con Alec”, reso
però in chiave ovviamente differente, ma una scena scritta
dalla Clare non potevo non metterla! Sarà più
facile capire il mio discorso a
fine capitolo.
Ora vi lascio.
Buona
lettura, amori.
Capitolo XXIV
Alexander era...perfetto e la
perfezione la si può
imprigionare in una fotografia?
Magnus, nelle ultime
settimane, aveva passato ore ad ammirare quel volto così
virile e deciso sulle
due uniche immagini che aveva di lui, al punto che i suoi occhi si
irritavano
per la luminosità dello schermo. Adesso che lo aveva di
fronte a sé, Magnus seppe,
con certezza, che non si sarebbe mai più potuto accontentare
di una foto. Non
gli sarebbe bastata. Perché uno scatto può anche
non cogliere la luminosità di
uno sguardo, soprattutto di chi è bravo a celare le proprie
emozioni ed
Alexander aveva vissuto cercando di nascondere i suoi segreti, ma ogni
mossa
del ragazzo, come il suo mordersi il labbro, intrecciare le dita e
volgere gli
occhi al suolo era qualcosa che Magnus istintivamente sapeva che era
tipico del
giovane. Era proprio così che se lo era immaginato mentre si
scrivevano e
trattavano argomenti "delicati":
nervoso, ma emozionato perché Alexander aveva capito che per
lui c'era qualcuno
pronto ad ascoltarlo, a sostenerlo e che non era più solo.
Lo studente si era
messo pantaloni neri, maglione grigio e la sciarpa azzurra, che non
centrava
niente con il suo completo, ma era un suo regalo e Alexander voleva
fargli
vedere che l'indossava, che l'aveva veramente apprezzato e Magnus
provò un
calore piacevole allo stomaco, che gli riscaldò tutto il
corpo infreddolito,
dopotutto era Ottobre a New York.
“Ho proprio buon
gusto.”
“Sì….
la sciarpa è veramente
bella e anche morbida!”
“Io mi riferivo a
te,
Fiorellino!”
- Julia:
“Alec è arrossito!
Magnus deve avergli fatto una battuta sconcia!”
- Rebecca: “Nah,
forse
complimento.”
- Julia: “Tu
non mi smontare!
Lasciami vivere nel mio sogno, honey!”
- Rebecca: “Nei
tuoi sogni c’è
solo tanto sesso gay!”
- Julia: “Io
sogno solo cose
belle, Becky!”
- Rebecca: “Becky
mi urta il
sistema nervoso!”
- Julia: “MADRE!
Magnus sta
giocherellando con i fili della sciarpa. E’ un momento
così OTP.”
- Rebecca: “Lo
sapevo io che
dovevamo fare Facetime!”
Dylan: “Cappuccino per due, amore.”
- Julia: “La
mia ship sta per
salpare, ti pare il momento? SENTA SIGNORA MI COPRE LA
VISUALE!”
- Rebecca: “Cosa
sta
succedendo?”
- Julia: “Una
cagacazzi non si
sposta fino a che non le faccio il suo fottuto cappuccino! Questa
è una che
shippa solo het!”
- Rebecca: “Sicuro.”
- Julia: “Ecco
il suo
cappuccino, signora cara. Grazie, arrivederci…..troia.”
- Rebecca: “Aggiornamento
Malec!!!”
- Julia: “HONEY
SONO SPARITI!”
- Rebecca: “COSA
DICI?”
- Julia:
“magari si sono chiusi
in bagno a fare cosacce!”
- Rebecca: “Vai
a girare il sex
tape!”
- Julia: “Corro!
….Ah, no,
stanno alla cassa.”
“Un doppio
caffè macchiato
per me e un Frappuccino al cioccolato per lui, grazie Dylan!”
“Fiorellino, come
fai a
sapere che prendo il Frappuccino al cioccolato?”
Perché
due settimane fa ero nascosto sotto il bancone
a spiare te e la tua ex?
Alec non aveva avuto nessun
appuntamento
prima di allora, ma era certo che fra le regole da rispettare per la
buona
riuscita di un incontro
evitare che l’altro lo considerasse uno psicopatico
era
un punto sicuramente incluso. Già aveva fatto una figuraccia
dopo nemmeno 10
minuti che si erano visti di persona. Era ovviamente arrossito per
l’elogio di
Magnus al suo stesso buon gusto, che era un palese complimento verso di
lui, e
quando il party planner si era messo a giocherellare con i fili
pendenti della
sciarpa, diminuendo le distanze fra di loro, aveva temuto che il cuore
gli
stesse per fuoriuscire dalla cassa toracica. Il Lightwood era
convinto di
apparire un imbranato agli occhi di Magnus, chissà quanti
altri appuntamenti
l’uomo avrà avuto, ovviamente con persone
più spigliate, loquaci ed estroverse di
lui…
Doveva calmarsi, dire
qualcosa, dopotutto era lui che aveva chiesto a Magnus di uscire
e…poi
quest’ultimo aveva appoggiato la mano sul suo petto.
Bane aveva sentito sotto il
suo palmo
il cuore di Alexander palpitare furiosamente e la sua bocca si era
aperta in dolce
sorriso “Anche il mio batte forte, Fiorellino. Beviamo
qualcosa e poi parliamo,
che ne dici?”
Per fortuna ci aveva
pensato
Magnus a toglierli da quella situazione di stallo e adesso Alexander si
era
fregato con le sue stesse mani.
“Mi pari il tipo
da Frappuccino
al cioccolato?” tentò di crearsi una scappatoia il
Lightwood.
“Se non ti va
bene
nell’esercito, Fiorellino, puoi sempre fare il
sensitivo” replicò il party
planner ghignando “e ti conviene prendere l’opzione
in considerazione, visto
che ho tutte le intenzioni di non farti partire. Saresti uno schianto
con la
divisa, ma quella te la posso sempre regalare io per esplorare gli
orizzonti
dei giochi di ruolo.”
“Ma tu pensi
spesso a me e te
in un contesto sessuale?”
“Ovviamente, gran
parte del
tempo.”
“Ma non hai tipo
del lavoro
da fare che ti tiene impegnato?”
“Le giornate sono
molto
lunghe!”
- Julia:
“e Magnus ha detto –Le
giornate sono molto lunghe-”
Alec: “Julia, ma parli da sola?”
- Julia: “Sì,
sai a volte è
noioso stare qui, in piedi, a preparare le bevande e per distrarmi
intraprendo
delle conversazioni con il mio alter ego, che vive nel mio cervello.
Ricordati
che poi Socrate disse: Conosci te stesso, tento quindi di entrare in
contatto
con il mio io interiore attraverso la musica, che queste cuffiette
prese a
China Town riproducono nel mia apparato uditorio….”
- Rebecca: “ma
che caz…”
Alec: “Salutami Becks.”
- Rebecca: “Beccate.
Risalutamelo.”
- Julia: “Ricambia
e
tranquilli, accomodatevi che vi porto le ordinazioni al
tavolo.”
“Anche a me allora!”
- Julia: “Signore,
ha per caso
un marito?”
“No, sono etero.”
- Julia: “Allora
stia qui ad
aspettare come tutti gli altri! …Voleva che gli facessi da
cameriera senza
manco darmi dello slash in cambio, ma tu guarda quello!”
- Rebecca: “La
gente è
veramente maleducata…”
“Fiorellino, i
tuoi baffi da
caffè sono molto sexy.”
Ad Alec andò di
traverso il
sorso della bevanda calda che stava mandando giù.
Iniziò a tossicchiare e prese
dal dispenser del tavolino un fazzoletto, con il quale si
affrettò a pulirsi.
“Ti piace
così tanto farmi
arrossire?” chiese lo studente dopo essersi ripreso.
“Assolutamente
sì, le tue
guance rosse sono adorabili e poi frequento gente che non ha il minimo
senso
del pudore, è bello constatare che al mondo
c’è ancora qualcuno di puro.
Ovviamente io ti porterò sulla via della
perdizione…” sussurrò l’uomo,
facendogli
un occhiolino.
“Potrei essere io
a
redimerti…” replicò l’altro.
“Lo spero,
Fiorellino, ma
ricorda io sono il Diavolo e tu l’Angelo”
scherzò Bane, tirando fuori la
cannuccia dal Frappuccino e iniziando a ripulirla dalla panna,
leccandola,
senza distogliere lo sguardo dagli occhi azzurri di Alec, che seguivano
il
movimento della sua lingua.
“Ci potremmo
incontrare a
metà strada” Alec non era un Angelo, un
essere così perfetto avrebbe mai spiato un’altra
persona? “al
Purgatorio, che ne dici?”
“Al Purgatorio
allora” Magnus
accettò il compromesso. Alec stava facendo un passo verso di
lui,
metaforicamente parlando, ovviamente. Un maledetto tavolino non gli
permetteva
di avvicinarsi e il Bane maledì il designer di interni che
aveva deciso di
metterlo lì.
- Julia:
“Honey, O MIO DIO, mi
sono esplose le ovaie!”
- Rebecca: “ODDIO,
si sono
baciati?”
- Julia: “Magnus
ha tirato
fuori la cannuccia dal Frappuccino piena di panna e ha iniziato a
leccarla. C’E’
TRA UN PO’ FA IL POMPINO ALLA CANNUCCIA. Adesso ha ghignato e
l’allungata verso
ALEC!”
- Rebecca: “Dì
a Dylan di farmi
il video!!!!!”
- Julia: “Alec
ha passato sopra
il dito alla cannuccia per poi ciucciarselo. Honey, questi a fine
giornata
scopano.”
- Rebecca: “Ma
non potevano far
pace prima che io partissi?”
Alec sapeva che doveva dire
qualcosa, non potevano di certo passare tutto il pomeriggio a
guardarsi, ma mai
nessuno, prima di Magnus, gli aveva lanciato uno sguardo
così intenso, sotto al
quale si sentiva praticamente nudo, senza difese. Doveva ricomporsi, un
ragazzo
non poteva destabilizzarlo così, avrebbe agito con
raziocino, sangue freddo..
“Quindi hai
scopato con
Camille?” i buoni propositi furono presto dimenticati.
“No”
asserì con fermezza il
party planner “te lo giuro, Alexander. Non voglio aver
segreti con te.”
“Allora dimmi chi
sono in realtà
i tuoi amici. Uno è riuscito ad hackerare il mio sistema, la
tua ex ha
ingaggiato qualcuno per bloccare ad entrambi i reciproci
contatti….”
“E tu come facevi
a sapere
che quelli nella foto erano proprio i nostri vestiti o che quella
bionda nuda
in un letto fosse effettivamente Camille?” ribatte con
prontezza Bane.
Erano ad un punto morto. Potevano mentire oppure
fidarsi completamente l’uno dell’altro.
- Julia: “Mmmm, tira una brutta
aria…”
- Rebecca: “Descrivimi
la
scena.”
- Julia: “Prima
erano comunque
relativamente vicini, il tavolino di merda me li separa, adesso invece
sono
appiattiti contro lo schienale delle sedie. Il silenzio da tensione
sessuale si
è dissolto.”
Dovevano
prendere una decisione.
Magnus aveva avuto delle
storie in passato, niente di serio, alcuni erano durati persino solo
una
settimana, altri giusto una notte, fino a che non era arrivata Camille.
Nonostante
la bionda non si fosse dimostrata poi la fidanzatina perfetta, trovare
ogni
sera qualcuno a casa, che lo aspettava, era confortante. La routine di
coppia
lo era. Svegliarsi, girarsi e iniziare la giornata vedendo il volto
della persona
amata, rendeva la vita più semplice e gli mancava quella
sensazione. La
rivoleva, ma poteva chiedere tale impegno ad un ragazzino? Era giusto
privarlo
del divertimento, delle spensierate e struggenti relazioni
adolescenziali? Lui
stesso si era divertito, ma era cresciuto e maturato. Uno come
Alexander, uno così inesperto a
gestire le emozioni
era veramente quello che faceva al caso suo?
Stava sorseggiando un
caffè
in compagnia di un ragazzo conosciuto per sbaglio tramite sms.
Poteva essere un
pregiudicato, un evaso di galera che si era fatto una nuova vita,
creandosi
come alias quello di un giovane party planner, uno spacciatore.... dove
erano
andati a finire tutti gli insegnamenti impartitogli dai genitori? Non parlare con gli sconosciuti, non fidarti
degli estranei e Alec, invece, adesso voleva mettersi con uno
di loro.
Magnus aveva avuto altri ed
altre prima di lui. Era inutile negare che non fosse geloso del suo
passato,
sennò due settimane fa non si sarebbe fatto venire il mal di
schiena, stando
sotto al bancone di Starbucks pur di sapere dal vivo come stesse
andando l’appuntamento
dell’uomo con la sua ex, ma voleva che nel futuro di Magnus
ci fosse lui.
“Niente
segreti?”
“Non
più, Fiorellino.”
Alec fece un lungo respiro
“Chi inizia?”
- Julia: “Honey…”
- Rebecca: “Sì?”
- Julia: “Credo
stiano giocando
a sasso, carta, forbici….”
“Ho vinto io, Fiorellino!”
asserì Magnus, avvolgendo con il suo palmo aperto il pugno
di Alec “Carta batte
sasso” sarebbe stato
Alexander il primo a parlare ed in più era riuscito a
trovare una scusa per
prendergli la mano. Il destino era decisamente dalla sua parte.
Nel frattempo Alec si
domandò
perché la sorte non fosse mai a suo favore nei momenti in
cui aveva più bisogno
di lei. Magari i segreti di Magnus erano peggiori dei suoi,
così da mettere la
sua gelosia in secondo piano, ma il Lightwood non si sentì
granché ottimista.
Come intavolare il
discorso?
Sicuramente Magnus aveva percepito il suo nervosismo, visto che
incominciò ad
accarezzargli con il pollice la mano.
“Quando te e
Camille vi siete
incontrati…” iniziò Alec.
“Sì?”
lo incoraggiò Bane a
continuare.
Alexander non voleva, anzi
non
poteva, vedere
l’espressione di
delusione e disgusto che si sarebbe dipinta sul volto di Magnus. Non
avrebbe
retto sotto quello sguardo e così rivolse i suoi occhi sulla
tazzina da caffè
“Io ero qui, da Starbucks.”
“Eri qui? Non
è possibile! Ti
avrei visto!” ribatté l’altro di primo
acchito, sorpreso, ma poi capì il
significato intrinseco di quella frase. Lasciò
immediatamente la mano del
ragazzo, tirandosi bruscamente
indietro,
a tal punto che le gambe della sua sedia stridettero sul parquet
“Tu mi hai
spiato” affermò incredulo Magnus.
“Io…non..”
ad Alec la voce
gli morì in gola.
“Ti rendi conto?
MI HAI
SPIATO! Che comportamento da bambino è mai
questo?” i lineamenti del viso di
Bane si indurirono, scosse la testa e sbuffò divertito, ma
la nota velenosa di
quella risata era ben percepibile alle orecchie del Lightwood
“siamo all’asilo,
Alexander? Tu vuoi frequentare una persona e per questo la pedini? Una
relazione si basa sulla fiducia.”
“Io non so
gestirla, non l’ho
mai provata in maniera così intensa..”
cercò di spiegarsi Alec.
“La tua frase
manca di
complemento oggetto” lo derise Magnus, il quale stava
domandando a se stesso
cosa lo tenesse incollato a quella sedia.
“La gelosia e la
paura che qualcuno
mi porti via la persona per cui ho una cotta” diretto,
franco, schietto, questo
era Alexander ed il motivo per cui il party planner non riusciva ad
andarsene
“non mi era mai successo, nemmeno con Jace. Pensarti qui con
lei, magari a
ridere e scherzare, non mi ha fatto ragionare, così mi sono
nascosto sotto il
bancone, mentre Becks, cioè Rebecca, ossia la ragazza che vi
ha servito i
Frappuccini, e Julia mi facevano la telecronaca. Quando Camille mi ha
mandato
quelle foto, io ho chiesto a loro due conferma e…
E’ stato da irresponsabili,
io mi fido di te.”
“Beh, non
sembrerebbe..”
commentò Magnus.
“Non mi fido di
me, è
diverso. Io non so se sono giusto per te o per una storia in generale,
non ne
ho mai avuta una” Alec era così imbarazzato, si
stava rendendo ridicolo, a
questo punto poteva contare solo sulla compassione dell’altro
“ho bisogno che
qualcuno mi insegni.”
“Mi ero vestito
senza un
minimo di cura, perché di Camille non me ne fregava
più niente, invece ho passato
due ore e mezza indeciso su che mettermi per vedere te” la
scelta era ricaduta
alla fine su pantaloni bianchi attillati, camicia bordeaux, giacca di
pelle con
borchie sulle spalline che riprendevano quelle degli stivaletti
“e un’ora per
truccarmi e pettinarmi” ombretto oro, eyeliner e capelli con
le punte tinte di
rosso “ti avevo detto che Camille era acqua passata per me,
ti dovevi fidare,
invece no, ti sei lasciato ingannare da una completa
sconosciuta!” lo accusò
rabbioso Magnus.
Alec aveva aperto la bocca
per tentare nuovamente di scusarsi, quando una lampadina si accese nel
suo
cervello “Come faceva Camille ad essere certa del suo piano?
Mi ha mandato
quelle foto, sapendo che io ci sarei cascato. Sapeva che qualcuno mi
avrebbe
confermato che quelli nell’immagine erano i vostri vestiti e
la bionda nel tuo
letto lei! Era tutto premeditato! Questo non significa che io non abbia
sbagliato, ti chiedo scusa…”
“Camille ti ha
hackerato il
sistema, così sarà venuta a conoscenza della tua
presenza qui da Starbucks,
magari avrà letto pure tutte le nostre conversazioni,
facendo leva sui nostri
punti deboli” e Magnus non stentava a credere che la sua ex
fosse capace di
ciò.
I due rimasero in silenzio,
ognuno stava elaborando le parole dell’altro, fino a quando
Alec non chiese “Chi
è davvero Camille?”
“Non
l’ho mai capito. Figlia
di un imprenditore molto ricco, festaiola come me,
all’apparenza la tipica
ragazza bella e snob, ma innocua,
che poi
si è rivelata una menefreghista manipolatrice. Non ho mai
scoperto di che tipo
di affari si occupasse il padre, ma non devono essere stati molto
leciti, visto
tutti i sacchetti di cocaina che le ho gettato nel cesso per farla
smettere di
sniffare, erano un -regalo del papi-. Avrà
un informatico di fiducia, come io ho il mio. Malcolm è un
mio carissimo amico,
lavora per il Governo e non so altro.”
“E lei ha fatto
tutto questo
per riaverti?” domandò il Lightwood.
“Non mi ha
più scritto dopo
il nostro appuntamento, che senso aveva farci separare per poi non
approfittarsene?” Di
cos’altro sarebbe
stata capace Camille? iniziò ad interrogarsi
Magnus. Con il quadro che gli
aveva appena descritto della sua ex fiamma, Alexander poteva
giustamente aver
paura per la sua incolumità. Cristo, era solo un ragazzino
che non sapeva come
gestire i suoi sentimenti e va bene, la sua mancanza di non fiducia nei
suoi
confronti gli faceva male, ma nessuno aveva mai passato un pomeriggio
rannicchiato sotto il bancone di un locale per lui, era
tenero…NO, era
RIDICOLO…adorabilmente ridicolo.
Restare
o andarsene? Questo era il problema. Poi a Magnus tornò in
mente che nel suo portafoglio,
gelosamente custodita, c’era la lista dei pregi di Alexander.
L’aveva iniziata
dopo la prima chiamata con il ragazzo, quando quest’ultimo
gli aveva chiesto
cosa ci trovasse in lui e Bane gli promise che gliela avrebbe data al
loro
primo appuntamento. Se ne era del tutto dimenticato.
“Non potrebbe
essere solo una
sadica bastarda a cui piace creare scompiglio?” espresse la
sua idea Alec,
riportando Magnus alla realtà.
“Non
voglio che Camille faccia ancora parte della mia vita. Non voglio darle la soddisfazione di
esser riuscita per la seconda volta a spezzarmi, perché
credere di averti perso
mi ha spezzato, Alexander e sapere che tu non ti fidi di me, mi
distrugge” Bane
odiava sentirsi vulnerabile, ogni volta che si lasciava andare, che
mostrava la
parte più debole di sé, nella sua testa
rimbombavano le risate derisorie del
padre, che dopo aver fatto coming out, lo picchiò
così forte da farlo
stramazzare a terra e nemmeno davanti alle lacrime del figlio
l’uomo si
fermava. Magnus aveva imparato a non piangere più, a non dar
più a nessuno la
possibilità di vederlo fragile, ma con Alec sentiva che
poteva mostrarsi nella
sua interezza, scheletri passati compresi e quella lista nel
portafoglio ne era
la prova.
“Magnus,
io…” il Lightwood
allungò la mano per riprenderne una dell’altro
“sono così mortificato, farei di
tutto per ottenere il tuo perdono, persino indossare dei vestiti
fluo” Alec
ottenne così un principio di risata da parte di Magnus
“ma non mi sono mai
sentito così vuoto come in queste due settimane senza te. Ho
creduto che mi
avessero portato via la mia unica possibilità di essere
felice, perché tu mi rendi felice,
sono felice quando mi chiami
Fiorellino,
faccio finta di odiarlo, ma sotto sotto mi piace perché
nessuno prima mi ha
chiamato con un soprannome gentile. Sono
felice quando mi fai delle battute spinte, anche se muoio
dall’imbarazzo
ogni volta, ma mi sento desiderato da te e non mi era mai successo. Tu
sei la
mia prima volta in molte cose…”
“Ancora non in
tutte” non
riuscì a frenare la lingua Magnus e a nascondere un ghigno
compiaciuto.
“Ho capito il
doppio senso e
vorrei che noi avessi il tempo per fare tutto il resto”
aggiunse Alec
totalmente rosso, reggendo lo sguardo dell’uomo e dando un
stretta alle loro
mani unite “ti prego, concedimi la possibilità di
rimediare.”
- Julia:
“Honey, si stanno
tenendo di nuovo per mano…”
- Rebecca: “E’
un buon segno!”
- Julia: “Hanno
entrambi gli
occhi lucidi… NONONO Magnus ha tolto la mano!! La mia otp,
che momento angst,
cazzo!”
- Rebecca: “La
NOSTRA otp.”
“Cos’è?”
“Un foglio di
carta piegato,
Fiorellino, aprilo.”
- Julia:
“credo sia una
lettera, dove è il mio binocolo portatile?!?”
- Rebecca: “Ti
scopriranno
così!”
- Julia: “sti
cazzi, ma dove
l’ho messo? Sono sicura di avercelo qui da qualche
parte!”
- Rebecca: “Terzo
cassetto a
sinistra partendo dalla cassa.”
- Julia: “Dio,
quanto mi
manchi, honey! Perfetto, allora…”
“L’hai
scritta sul serio?”
chiese Alec sbalordito, dopo aver letto l’intestazione.
“Ovviamente e
come promesso
te l’ho portata al nostro primo incontro, leggila!”
lo esortò Magnus.
Lista
dei motivi per cui non devo lasciarmi scappare Alexander
-
Moro e occhi azzurri, la mia combinazione preferita
*______*
-
Voce sexy
-
Attacca dopo le uscite ad effetto -.-‘ mandandomi in
confusione
-
Adorabile secchione
-
Mi considera bello come un modello!
-
E’ un impedito con la tecnologia, ma sta imparando
ad usare le emoticon
-
Labbra super baciabili
-
Ha amato la mia sciarpa
-
Educato
-
GUANCIOTTE DOLCI ROSSE, da vedere dal vivo però
-
mette gli altri prima di se stesso
-
schietto e diretto
-
imbranato e pudico
-
devo istruirlo nei giochi di ruolo
-
in tanti giochi di ruolo!
-
come dottore e paziente
-
professore- studente
-
mi lascia senza parole
-
mi ha fatto arrossire!!!
-
mi fa ridere
-
mi sorprende
- senza di lui sto uno schifo
“Magnus, hai una penna?”
chiese il Lightwood.
“Sì,
beh, ecco, tieni, ma a
che ti serve?” il party planner tirò fuori dalla
tasca interna della giacca un
Montblanc, regalo di una coppia di sposini molto soddisfatta del suo
lavoro per
il ricevimento.
“La lista
è incompleta” gli
sorrise Alec, per poi scrivere sul foglio di carta, rigirarlo e
allungarlo
verso Bane per fargli leggere la modifica da lui eseguita.
- senza di me
lui sta uno schifo
- Julia: “Awwww,
che scena
fluff!!! Magnus, si è alzato e gli ha fatto segno di
abbracciarlo!! Sono così
carini!!!”
- Rebecca: “Stai
vomitando
arcobaleni, vero?”
- Julia: “Sìììì!!!”
“So che non ti
piace essere
al centro dell’attenzione e due ragazzi che si abbracciano
richiamano un po’ di
sguardi su di sé…” fece notare Magnus,
sussurrando il suo commento all’orecchio
di Alec, pronto a trattenere il ragazzo da qualsiasi possibile
allontanamento.
Bane riusciva a percepire la solidità del corpo
dell’altro nonostante i vestiti
e amava il suo profumo al biancospino.
“Tu sei un
esibizionista e
poi alla fin fine non è che mi stai
baciando…” ribatte Alec, diretto e
schietto, incurante degli occhi altrui. Magnus
aveva deciso di dargli una seconda possibilità e a
lui interessava solo
questo.
“Se volevi che ti
baciassi,
bastava chiedermelo, Fiorellino” asserì
l’uomo,
mordendo scherzosamente il lobo dell’altro.
Quest’ultimo ritrasse il
viso dalla spalla di Bane, sulla quale si era appoggiato, per poter
guardare in
faccia l’espressione compiaciuta di Magnus, ovviamente era
riuscito a farlo
arrossire, di nuovo “ma non lo avrei fatto perché
Julia ci spia con un binocolo
e ciò mi mette un po’ d’ansia, ad essere
sincero.”
“Usciamo
allora?”
- Julia:
“Ma perché non so
leggere il labiale?!? Poi la capoccia di Alec mi copre la faccia di
Magnus! Non
vedo una ceppa!”
- Rebecca: “Stai
ancora con il
cannocchiale?”
- Julia: “Certo!
Secondo te
come faccio a vedere il movimento delle loro labbra, sennò?
OH, Alec è
arrossito!!”
- Rebecca: “Ma
i clienti non
dicono niente?”
- Julia: “-Chi
si fa i cazzi
sua, cookie gratis-. Nessuno ha chiesto spiegazioni.”
- Rebecca: “Che
operazione di
marketing.”
- Julia: “Nononono.”
- Rebecca: “Che
succede? Hanno
rilitigato?”
- Julia: “Peggio,
mi stanno
salutando!”
- Rebecca: “COSA?”
- Julia: “Se
ne sono andati.
Devo pedinarli! GENTE STARBUCKS CHIUDE PRIMA!”
- Rebecca:
“Honey, ti serve il posto….”
- Julia: “Ma
la ship è salpata
e io…”
- Rebecca: “Dobbiamo
lasciarla
andare.”
- Julia: “Fin
che la barca va,
lasciala andare, fin che la barca vaaaaaaaaa.”
- Rebecca: “Honey,
non ti hanno
preso al coro del liceo per un motivo…”
“Non ci posso
credere, avete
fatto le prove di Skype da una stanza all’altra?”
“Beh, io non
avevo mai usato
Skype prima!!”
“Ne sono
certo!”
“Ehi! Mi stai
prendendo in
giro?”
“Molto probabile,
Alexander!”
“Alec!”
“Alexander
è sexy!”
“E’ da
vecchio!”
“Vecchio
sexy!”
I due ragazzi avevano
passato
le seguenti due ore a passeggiare per Central Park aggiornandosi sugli
eventi
delle ultime settimane. Era così bello poter vedere in tempo
reale le reazioni
dell’altro ad una loro affermazione. Le risate non
più filtrate dal cellulare
erano così limpide e rimbombanti ed entrambi parevano
scattare dei fotogrammi
di quella giornata, per immagazzinarli nella memoria per tirarli poi
fuori
quando avrebbero sentito la reciproca mancanza.
“Sono quasi le
sette..”
osservò Alec.
“Devi tornare a
casa?”
domandò Magnus, dispiaciuto che l’uscita era
già al termine.
“Sì,
ma non mi va” replicò
Alexander, ottenendo un sorriso dell’uomo.
“La mia compagnia
è favolosa,
lo so! Andiamo a cena fuori?” propose Bane.
“Certo, avverto
Izzy di
coprirmi” Alec si sbrigò a tirare fuori il
cellulare e cercò il contatto della
sorella.
“Wow, Alexander
trasgressivo
che per una volta si fa coprire. Mi sento onorato!”
18.56
Alec:
Iz, resto a cena con Magnus…
18.56 Isabelle:
hai dei preservativi?
18.56 Alec:
NON HO INTENZIONE DI ANDARCI A LETTO
18.57 Isabelle:
per adesso ma tanto sono sicura che ce li
avrebbe Magnus in caso
18.57 Isabelle:
ti copriamo io e Jace e fai esattamente quello che farei io
“Fatto!”
“Perfetto, dove
andiamo?
Cinese, giapponese, thailandese…”
“Non sono mai
andato al
thailandese.”
“Perfetto,
un’altra tua prima
volta fatta con il sottoscritto. Piano piano la lista si
sfoltisce…. la metro è
di là.”
19.00
Isabelle:
Jace, nostro fratello è full in love con Magnus e non torna per cena
19.00 Jace:
meglio per Magnus, se lo faceva soffrire io
19.00 Isabelle:
ok, mamma orsa, che vuoi per cena?
19.01 Jace:
ma cucini te?
19.01 Isabelle:
sì, mamma e papà hanno la cena di non so che ente
benefico
19.02 Jace:
guarda, mi ha invitato mia suocera a cena e non posso assolutamente
rifiutare
19.03 Isabelle:
……
19.03 Jace:
Giuro!
19.03 Isabelle:
-.-‘ ora capisco Alec che passava tutti i weekend da solo con
Max
19.04 Jace:
ma chiama il tuo amico nerd! Se non ti piace, che imbarazzo mai ci
dovrebbe
essere?
19.04 Isabelle:
infatti non mi piace! Gli scrivo subito!
19.05
Isabelle:
Simon, ti va di venir da me a mangiare una pizza?
Hanno tutti impegni e io sto
da sola con il mio fratellino…
19.06 Simon:
certo! Porto anche l’episodio 6 di Star Wars?
19.07 Isabelle:
che in realtà sarebbe il terzo!
Sìììììì
19.07 Simon:
bravissima, mia giovane padawan
19.07 Isabelle:
alle 20 da me!
19.07 Isabelle:
condivido posizione
19.08 Simon:
perfetto, a dopo
19.08 Isabelle:
a dopo
Magnus e Alec si dovettero
disilludere bene presto. Trovare un posto dove sedersi sulla metro era
impossibile, dal momento che c’era poco spazio persino per
stare in piedi, ma
Bane scoprì rapidamente l’aspetto positivo della
situazione: poteva spalmarsi tranquillamente
su Alexander senza doversi inventare alcuna scusa. I due dovettero
trattenersi
dallo scoppiare a ridere quando alla fermata prima della loro,
salì un uomo
vestito da bombola, abito con gonnella a pois blu e bianchi, calze,
stivaletti
e mantellina. Alec nascose il viso sul petto di Magnus per soffocare la
sua
risata, mentre il party planner simulò un attacco di tosse.
Avevano appeno messo piede
sulla piattaforma della stazione di Brooklyn, quando Magnus si
sentì sfilare
dalla tasca posteriore del pantalone il portafoglio. Dentro
c’era la mezza dichiarazione
di Alexander! Non poteva perderla e ovviamente era circondato da una
folla,
sarebbe stato un gioco da ragazzi trovare il ladruncolo! Ma Magnus
sottovalutò
l’educazione che un direttore di un distretto di polizia
poteva aver dato alla
sua progenie. Alec, infatti, aveva afferrato per il braccio un ragazzo
dai
capelli rossi, storcendoglielo dietro la schiena, per dargli poi un
calcio
dietro al ginocchio, facendogli così perdere
l’equilibrio e spingendolo con un
piede al pavimento, impedendogli così di muoversi.
“Credo che tu
abbia qualcosa
che non ti appartiene..” asserì il Lightwood.
“Ma sei un ninja
in
incognito? Che male!” si lamentò il delinquente.
“E’
STATO MAGNIFICO!!” a
gridare era stata una bella donna dai capelli mori, vestita con un
tailleur
elegante nero che, nonostante i tacchi, si mosse scattante verso Alec,
sfruttando il fatto che la massa si fosse fermata davanti alle
abilità
sfoggiate dallo studente, che veniva osservato con ammirazione
“Dovresti fare
lo stuntman! Le telecamere ti adorerebbero e poi oh, che
muscoli” aggiunse la
sconosciuta palpando il bicipite di Alexander, il quale si
irrigidì al tocco
estraneo e lanciò con gli occhi una muta richiesta
d’aiuto a Magnus, il quale
si stava già incamminando verso di lui.
Quell’ochetta credeva davvero
di provarci con il suo uomo?
Povera illusa.
“E dovresti
vedere i suoi
addominali” aggiunse Bane, accarezzando la base della schiena
di Alec “ma lui è
proprietà privata e odio quando si oltrepassano i
confini” indicando con lo
sguardo quella mano, fresca di manicure, che ancora non si era spostata
dal
braccio del suo Fiorellino.
“Oddio, scusami,
non volevo.
E’ che lui è davvero uno schianto e..”
“Sì,
lo so” ribatte stizzito
Magnus. La tizia non stava migliorando la sua situazione.
“Ecco, se volessi
entrare nel
mondo del cinema, questo è il mio numero” la donna
lasciò il suo bigliettino da
visita ad uno stupefatto Alec, il quale aveva lasciato l’arto
del rosso, ma il
suo piede non si era mosso dalla schiena del ladro.
“Credo che qui
per terra ci
siano dei batteri ancora non scoperti dalla scienza e mi dispiace per
aver
rubato il portafoglio al tuo ragazzo, te lo restituisco subito, ma ti
prego,
vedo un ragno in avvicinamento..” il criminale era
aracnofobico e stava
piagnucolando per essere tirato su, cosa che Alec fece, prendendolo
alla base
del collo.
“Non avrei mai
creduto che un
gay combattesse così, rieccoti il tuo portafoglio”
il roscio allungò
l’accessorio a Bane.
“Si direbbe che
tu abbia
imparato due lezioni oggi: non credere ai pregiudizi e non rubare
più” asserì
Magnus, controllando che la lista dei pregi di Alec fosse ancora
lì.
“Ninja, mi puoi
lasciare
andare adesso?”
“Ti conviene non
farti più
vedere qui in giro, chiaro?” si raccomandò
Alexander, prima di mollare la
presa.
“E’
stata una scena molto
hot, guanciotte dolci” Magnus lanciò un occhiolino
al Lightwood, il quale
replicò con uno sbuffo divertito.
“La prossima
volta messicano!
Ti farò provare tutte le cucine di questo mondo,
Fiorellino!” gli promise Bane
una volta usciti dal thailandese “ti va di andare a bere
qualcosa o…?”
“Sì”
Alec non gli diede
nemmeno il tempo di fine la frase.
“Ottimo,
c’è un locale qua
vicino, ma è pieno di gente di solito…”
Magnus non voleva mettere a disagio
Alec, sapendo perfettamente che il ragazzo odiasse i luoghi affollati.
“Tu non abiti qui
a
Brooklyn?” domandò Alexander, stringendosi le
spalle, colto da una folata di
vento.
“Ti stai
autoinvitando a casa
mia, Fiorellino? Mi stai istigando, sai? La serata non potrebbe andare
meglio
di così” lo stuzzicò Magnus, ottenendo
in cambio una spinta scherzosa.
“Benvenuto
nell’umile dimora del
Sommo Stregone di Brooklyn.”
“E tu questo lo
definisci
umile?” domandò meravigliato Alec.
Il salone era di chiave
palesemente moderna. Pavimento grigio scuro, divano a L bianco acceso,
smorzato
da cuscini verde chiaro. Dritto davanti all’ingresso,
c’era una vetrata con
accesso al balcone, mentre sulla parete a sinistra una decorazione di
false
pietre grigie spezzava tutto il bianco dell’ambiente ed era
appeso un magnifico
quadro raffigurante lo Skyline di New York. A destra,
tutt’intorno alla tv al
plasma, vi erano fotografie di Magnus con quelli che Alec credeva
essere i
famosi Malcolm, Ragnor, Raphael e Catarina, famosi perché
l’uomo aveva parlato
più di un’ora di loro, di come fosse contento che
la sua otp het fosse
diventata canon e di come il fidanzato del suo migliore amico fosse una
piattola sudamericana, con il quale si scannava ogni volta sul gruppo
di
Whatsapp, per partire poi in una lunga spiegazione dell’app,
con zero interesse
di Alec. La luce della stanza era irradiata da un particolare
lampadario,
costituito da tre sfere argentee, disposte a varie altezze.
“Quando
Presidente era un
cucciolo, si lanciava dal divano tentando di raggiungerne almeno una e
poi faceva
finta di essersi fatto male alla zampa per ricevere le coccole. La
prima volta
l’ho portato dal veterinario nel completo panico, il dottore
gli ha dato un
biscottino e lui ha iniziato a saltellare tutto contento. E’
un ruffiano, che
adesso non si fa nemmeno vedere..” raccontò
Magnus, cercando con lo sguardo
Miao, quando un miagolio giunse dal corridoio e un batuffolo di pelo
bianco
apparse ai due. L’animale gattonò direttamente
verso Alexander, ignorando il
padrone che si era inginocchiato per accarezzarlo e
incominciò a far le fuse,
strusciandosi sulle gambe del Lightwood.
“Piaci al mio
gatto” osservò
Magnus, tirandosi su.
“Ed è
una buona cosa?”
ribatte Alec, prendendo in braccio Presidente, grattandogli la zona
dietro le
orecchie.
“Io non esco con
qualcuno che
non piace al mio gatto, ma a quanto pare il tuo fascino conquista
tutti,
Fiorellino.”
“L’importante
è che ho
conquistato te…nel senso che..”
balbettò Alec, rendendosi conto che il filtro
mente bocca non avesse funzionato “se io piaccio a lui, posso
uscire con te…e
io voglio uscire con te…anche se noi stiamo uscendo
adesso…questa è la nostra
prima uscita e potresti pure fermarmi e farmi smettere di fare la
figura
dell’idiota, sai?” si allontanò Alec,
per accomodarsi sul sofà.
“Sei
adorabilmente buffo e
vado a prendere qualcosa da bere..” ma il
“NO!” urlato da Alec, bloccò Magnus
dall’andare
in cucina.
“Ma guarda che
bere fa bene”
provò a persuaderlo Bane, memore delle OTTIME conseguenze
che aveva l’alcol sul
Lightwood.
“Non voglio
chiamarti ubriaco
per del sesso telefonico!” asserì Alec e il cuore
di entrambi perse un battito.
La chiamata di venerdì sera non era stata mai nominata
nell’arco della giornata.
Fra le varie foto della conversazione tra Isabelle e Magnus
c’era il finto
messaggio mandato da Camille dal cellulare di Alec, ma il party planner
non
aveva mai letto i messaggi che Alec gli aveva mandato mentre i loro
contatti
erano stati reciprocamente bloccati, quindi era certo che ormai la
telefonata
fosse finita nel limbo dell’amnesia da sbronza di Alexander.
“Tu
ricordi?” non era
necessario specificare, Alec sapeva a cosa si riferiva Magnus, il quale
si era
seduto accanto al ragazzo. A dividerli c’era Miao che
spostava il muso da una
parte all’altra, come se stesse seguendo il botta e risposta
dei due.
Il Lightwood
annuì,
arrossendo ed ammirando con interesse il pavimento, ma fu costretto a
girare il
viso, sotto la pressione gentile delle dita di Magnus sul suo mento.
L’uomo poi
gli racchiuse il volto fra le sue mani, accarezzandogli dolcemente le
guance.
“Perché
quella sera hai
chiamato proprio me?”
“Ero
giù di morale e sapevo
che sentendo la tua voce, sarei stato meglio. Tu
riesci sempre a farmi star bene”
sussurrò Alec, sorridendo
timidamente.
“Questa
è la cosa più bella
che mi abbiano mai detto e ti avverto, sto per baciarti, Alexander, ti
do 5
secondi per allontanarti se non vuoi” dichiarò
Magnus con tono serio, sfiorando
con il pollice le labbra del ragazzo.
“5…4…3”
Alec inclinò il viso
“2” entrambi chiusero gli occhi, il respiro
dell’uno sulla bocca dell’altro, le
mani del Lightwood si aggrapparono alla vita del party planner
“1” i due si
andarono incontro, impazienti del loro primo bacio. Era da tempo che
Magnus non
baciava qualcuno di cui gli importasse, i flirt erano solo per
accontentare gli
istinti, ma Alec era molto di più.
Alexander era titubante per
via della poca esperienza e tentava di tenere a mente i consigli su
come
baciare datogli la sera prima da Jace, ma non riusciva a pensare, voleva solo avere Magnus più vicino,
toccare
Magnus, far star bene Magnus….
Bane, d’altro
canto, si era
accorto di come Alec fosse teso, era il
suo primo bacio dato ad un uomo, nettamente più esperto
rispetto a lui, ma non
voleva che il moro si facesse troppe paranoie. Si staccò
malvolentieri per
potergli dire “Fiorellino, lasciati andare, siamo io e te e
non c’è niente di
più perfetto” e la frase di Magnus ebbe il potere
di scacciare via ogni
preoccupazione del Lightwood, il quale si fiondò sulle
labbra dell’uomo, con
l’intenzione di salirgli sopra, però vi era un
piccolo impedimento, Presidente
non voleva spostarsi.
“Miao, ti giuro,
che, se non
ti levi, compro un cane” il gatto, minacciato dal padrone,
scese dal sofà, dopo
aver graffiato il pantalone bianco di Bane per vendetta.
Finalmente liberi di
muoversi,
i due si ripresero a baciare. Alec fece pressione così da
costringere Magnus a
stendersi, appoggiando il capo sul bracciolo del divano. Ai lati della
sua
testa, le mani di Alexander trovarono il punto su cui reggersi per non
pesare
all’uomo. La gamba di Magnus era incastrata fra quelle del
Lightwood, mentre i
suoi palmi si addentravano sotto al maglione grigio per tastare quei
muscoli
tanto sognati dalla prima foto che Alec gli aveva mandato.
“Sia benedetto il
Muay Thai”
mormorò Magnus, sentendo sul suo collo lo sbuffo divertito
dell’altro, il quale
si mise a baciare e vezzeggiare quella parte di pelle.
Il suo Fiorellino ci stava
prendendo gusto, particolarmente gusto,
visto la vemenza con cui Alec gli fece scivolare via dalle spalle la
giacchetta
nera, stava iniziando persino a sbottonargli la camicia bordeaux,
quando le
mani di Bane lo fermarono.
“Ho fatto
qualcosa di
sbagliato?” chiese Alec preoccupato, con le guance rosse, le
labbra gonfie e i
capelli scompigliati, Magnus ricordava di averglieli afferrati, ma non
esattamente quando.
“Assolutamente
no,
Fiorellino, solo che ne sei sicuro? Non abbiamo fretta, tu sei qui e ho intenzione di tenerti
stretto a me per
molto tempo. Con te, voglio fare sul serio.”
“Non vuoi restare
a dormire da me? Non attenterò alla tua virtù
stanotte, promesso!” provò Magnus
a persuadere Alec, che ricevuto un messaggio dalla sorella, si era liberato
dall’abbraccio in cui lo
aveva intrappolato l’uomo, mentre quest’ultimo si
stava dedicando all’ennesima
spiegazione di Whatsapp e Alexander, questa volta, era stato costretto
a starlo
a sentire sul serio, dal momento che il party planner
gliel’aveva scaricato sul
telefono.
“I miei stanno
per rientrare,
ho mezzora di tempo e tanto domani, ci rivediamo, no?”
domandò speranzoso Alec,
afferrando la sua sciarpa, lanciata prima sul pavimento, e iniziando ad
indietreggiare verso la porta d’ingresso.
“Certo,
Fiorellino! Scrivimi
quando sei arrivato!” asserì Magnus, fissando la
schiena di Alec allontanarsi e
sentendo il tipico click della maniglia
che veniva aperta, ma lo studente lo sorprese. Lo raggiunse in poche
falcate,
gli diede un rapido bacio a stampo e con un “A
domani” sussurrato sulle labbra,
sparì dalla sua vista e Magnus riuscì solo a
sorridere.
22.46
Magnus:
è stato P E R F E T T O!
Ci siamo baciati un sacco,
mi
fa persino male la
mandibola
e
siamo stati accollati fino adesso!!!
22.47 Raphael:
ce ne siamo accorti su Snapchat
22.47 Magnus:
gli stavo spiegando come funzionava!!!
22.48 Raphael:
la tua storia durerà 300 secondi e
ci sono video SOLO del tuo niño
22.48 Magnus:
meritava di essere ripreso da diverse angolature
22.48 Catarina:
CARINIIIIII
22.50
Julia:
Alec, tu lo sai che noi
22.50 Rebecca:
vogliamo tutti i dettagli
22.50 Julia:
sì?
22.51 Alec:
ti sei davvero salvato “Sexy Magnus”?
22.51 Magnus:
io te lo avevo detto di salvarmi così
22.51 Alec:
ma non ti avevo mai visto prima!
22.52 Magnus:
mi dovevi credere sulla fiducia
22.52 Magnus:
e adesso concordi?
22.53 Alec:
no comment
22.53 Magnus:
il succhiotto che ho è una prova schiacciante
22.54 Alec:
ti sei messo pure fra i preferiti
22.54
Magnus:
così non perdi tempo a cercarmi nella rubrica
22.57 Alec:
Magnus, lo avresti mai detto quel giorno che saremmo arrivati a questo
punto?
22.57 Magnus:
il destino segue leggi proprie e sai, dovrei scrivere un libro
22.58 Alec:
un libro?
22.58 Magnus:
Come passare da Sconosciuto a Preferiti e
tu avresti la prima copia
E siamo giunti alla fine.
Non
mi sembra vero. Ho iniziato la storia il 2 Maggio 2015 e l’ho
conclusa il 4
Febbraio 2016, 9 mesi, io vi ho rotto per 9 mesi, come avete fatto a
sopportarmi?
E’ stata
un’avventura
meravigliosa. Non mi sarei mai aspettata, nemmeno in un milioni di
anni, un
seguito del genere, avete superato le 400 recensioni, vi rendete conto
di
quanto siete favolose?
Sto scrivendo le note
finali
con le lacrime agli occhi perché Unknown è stata
la mia valvola di sfogo per
tutto questo tempo e una sensazione di vuoto mi sta assalendo adesso.
Scrivere è il
mio mezzo per
essere libera e tornerò, ve lo assicuro, per questo vi
lascio con un finale,
passatemi il termine, aperto, non
perentorio. Molte questioni sono ancora da chiarire, come
l’esito della
serata Sizzy a casa Lightwood, per esempio.
Alec è
così “estroverso” nei
confronti di Magnus, perché loro già si conoscono
prima di avere l’appuntamento,
per questo è differente da quello descritto dalla Clare,
potrei essere cascata
nell’OOC e me ne scuso, ma questo lo ritengo il finale adatto
alla fan fiction.
L’uomo bambola
della metropolitana
è un personaggio tratto da un’esperienza personale
dell’autrice, nell’underground
londinese si possono incontrare personalità particolarmente
eccentriche.
Per quanto riguarda il
sequel
“Favorite Number”, ho tutte le intenzioni di
scriverlo per intero prima di
pubblicarlo, dovrebbe svilupparsi in un minimo di 30 capitoli che
vorrei
pubblicare secondo quest’ordine: tre capitoli la prima
settimana del mese X,
pausa di una settimana, altri tre capitoli e pausa settimanale, per il
semplice
fatto che la storia è ambientata in tre città:
New York, Los Angeles e
Washington, con sei personaggi fulcro: Alec/Magnus, Regina/Camille e
Sebastian/Rebecca, ovviamente contornati dalle varie storyline
secondarie
esempio Sizzy, Clace, i vari gruppi, Valentine…ecc, e voglio
che la vicenda sia
raccontata parallelamente in tutte e tre le
città… perciò capite il lungo
lavoro che ci sarà dietro e non credo che tornerò
prima di Settembre…
Scriverò un
capitolo avviso e
quando pubblicherò il sequel, questa ultima parte di note
d’autrice verrà
cancellata da Unknown e riveduta!
Vorrei ringraziare chiunque
mi abbia sostenuto, chi recensendo, chi mettendo la storia fra le
seguite,
ricordate e preferite e i lettori silenziosi e spero di sapere la
vostra
opinione sul finale!
Grazie di cuore, amori miei!
Vi auguro il meglio!!!
Tanti basetti!
Aggiornamento 10/03/2017 Come ovviamente vi sarete accorti, Favorite Number non è stato pubblicato e in tutta onestà non so se riuscirò mai a scriverlo. Ho solo il primo capitolo pronto, anche se a mano ho scritto tutti i punti salienti della trama. Come mai questo ritardo? Motivi familiari, studio e lavoro, sono queste le mie giustificazioni. Io sono veramente mortificata, non potete nemmeno immaginare quanto e ammettere una mia parziale sconfitta (nella mia testa, mi do ancora qualche possibilità di iniziare il lavoro) non è stato facile, per questo non vi ho dato notizie fino ad oggi. Continuavo a ripetermi: "Domani hai il pomeriggio libero, scrivi.", ma si trasformava presto in un "finisci il capitolo, sennò l'esame non lo passi." Io ringrazio tutti coloro che nonostante la fanfiction sia terminata da tempo, ancora la leggono e sono talmente cortesi e carini da lasciarmi una recensione. Spero veramente di rifarmi risentire presto. Basetti
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