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Autore: stella13    04/02/2016    34 recensioni
Au Malec!texting
*
Alec , alle prese con il suo nuovo telefono , sbaglia numero e conoscerà un eccentrico party planner , che gli farà scoprire cosa significhi vivere la propria vita senza paure e remore.
*
Tutti mondani. Malec Clace Sizzy
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Unknown 24 Due paroline prima della lettura.
Lo so, mi odiate perché vorreste solo leggere il capitolo e non avere un’autrice così rompina come la sottoscritta, MA al fin proprio della buona riuscita del finale è necessario un piccolo appunto.
Nel precedente “episodio”, vi ho detto di tenervi bene a mente i dubbi sorti a Ragnor: come faceva Alec ad essere così sicuro che la ragazza nella foto fosse Camille? Ovviamente Magnus non si è scordato dell’arguta osservazione dell’amico… Bene, per chi ha letto Città del Fuoco Celeste, non resterà indispettito o sorpreso dall’atteggiamento duro di Magnus nei confronti di Alec e della sua gelosia, invece per i lettori che non sono ancora in pari con la saga, sappiate che l’ho fatto solo per essere coerente con il personaggio di Magnus, anzi chiedo a chiunque abbia letto tutti i libri di dirmi se il nostro Sommo Stregone di Brooklyn appare OOC.
Ultimo avvertimento: ci sono forti rifermenti alla Cronaca di Magnus Bane “Il primo appuntamento con Alec”, reso però in chiave ovviamente differente, ma una scena scritta dalla Clare non potevo non metterla! Sarà più facile capire il mio discorso a fine capitolo.
Ora vi lascio.
Buona lettura, amori.
 
 
 
 
Capitolo XXIV
 

Alexander era...perfetto e la perfezione la si può imprigionare in una fotografia?

Magnus, nelle ultime settimane, aveva passato ore ad ammirare quel volto così virile e deciso sulle due uniche immagini che aveva di lui, al punto che i suoi occhi si irritavano per la luminosità dello schermo. Adesso che lo aveva di fronte a sé, Magnus seppe, con certezza, che non si sarebbe mai più potuto accontentare di una foto. Non gli sarebbe bastata. Perché uno scatto può anche non cogliere la luminosità di uno sguardo, soprattutto di chi è bravo a celare le proprie emozioni ed Alexander aveva vissuto cercando di nascondere i suoi segreti, ma ogni mossa del ragazzo, come il suo mordersi il labbro, intrecciare le dita e volgere gli occhi al suolo era qualcosa che Magnus istintivamente sapeva che era tipico del giovane. Era proprio così che se lo era immaginato mentre si scrivevano e trattavano argomenti "delicati": nervoso, ma emozionato perché Alexander aveva capito che per lui c'era qualcuno pronto ad ascoltarlo, a sostenerlo e che non era più solo. Lo studente si era messo pantaloni neri, maglione grigio e la sciarpa azzurra, che non centrava niente con il suo completo, ma era un suo regalo e Alexander voleva fargli vedere che l'indossava, che l'aveva veramente apprezzato e Magnus provò un calore piacevole allo stomaco, che gli riscaldò tutto il corpo infreddolito, dopotutto era Ottobre a New York.
 

“Ho proprio buon gusto.”
“Sì…. la sciarpa è veramente bella e anche morbida!”
“Io mi riferivo a te, Fiorellino!”
 

 

- Julia: “Alec è arrossito! Magnus deve avergli fatto una battuta sconcia!”

- Rebecca: “Nah, forse complimento.”


- Julia: “Tu non mi smontare! Lasciami vivere nel mio sogno, honey!”


- Rebecca: “Nei tuoi sogni c’è solo tanto sesso gay!”


- Julia: “Io sogno solo cose belle, Becky!”


- Rebecca: “Becky mi urta il sistema nervoso!”


- Julia: “MADRE! Magnus sta giocherellando con i fili della sciarpa. E’ un momento così OTP.”


- Rebecca: “Lo sapevo io che dovevamo fare Facetime!”


Dylan: “Cappuccino per due, amore.”


- Julia: “La mia ship sta per salpare, ti pare il momento? SENTA SIGNORA MI COPRE LA VISUALE!”


- Rebecca: “Cosa sta succedendo?”


- Julia: “Una cagacazzi non si sposta fino a che non le faccio il suo fottuto cappuccino! Questa è una che shippa solo het!”


- Rebecca: “Sicuro.”


- Julia: “Ecco il suo cappuccino, signora cara. Grazie, arrivederci…..troia.


- Rebecca: “Aggiornamento Malec!!!”


- Julia: “HONEY SONO SPARITI!”


- Rebecca: “COSA DICI?”


- Julia: “magari si sono chiusi in bagno a fare cosacce!”


- Rebecca: “Vai a girare il sex tape!”


- Julia: “Corro! ….Ah, no, stanno alla cassa.”


 

 
“Un doppio caffè macchiato per me e un Frappuccino al cioccolato per lui, grazie Dylan!”
“Fiorellino, come fai a sapere che prendo il Frappuccino al cioccolato?”
Perché due settimane fa ero nascosto sotto il bancone a spiare te e la tua ex?
Alec non aveva avuto nessun appuntamento prima di allora, ma era certo che fra le regole da rispettare per la buona riuscita di un incontro evitare che l’altro lo considerasse uno psicopatico era un punto sicuramente incluso. Già aveva fatto una figuraccia dopo nemmeno 10 minuti che si erano visti di persona. Era ovviamente arrossito per l’elogio di Magnus al suo stesso buon gusto, che era un palese complimento verso di lui, e quando il party planner si era messo a giocherellare con i fili pendenti della sciarpa, diminuendo le distanze fra di loro, aveva temuto che il cuore gli stesse per fuoriuscire dalla cassa toracica. Il Lightwood era convinto di apparire un imbranato agli occhi di Magnus, chissà quanti altri appuntamenti l’uomo avrà avuto, ovviamente con persone più spigliate, loquaci ed estroverse di lui…
Doveva calmarsi, dire qualcosa, dopotutto era lui che aveva chiesto a Magnus di uscire e…poi quest’ultimo aveva appoggiato la mano sul suo petto.
Bane aveva sentito sotto il suo palmo il cuore di Alexander palpitare furiosamente e la sua bocca si era aperta in dolce sorriso “Anche il mio batte forte, Fiorellino. Beviamo qualcosa e poi parliamo, che ne dici?”
Per fortuna ci aveva pensato Magnus a toglierli da quella situazione di stallo e adesso Alexander si era fregato con le sue stesse mani.
“Mi pari il tipo da Frappuccino al cioccolato?” tentò di crearsi una scappatoia il Lightwood.
“Se non ti va bene nell’esercito, Fiorellino, puoi sempre fare il sensitivo” replicò il party planner ghignando “e ti conviene prendere l’opzione in considerazione, visto che ho tutte le intenzioni di non farti partire. Saresti uno schianto con la divisa, ma quella te la posso sempre regalare io per esplorare gli orizzonti dei giochi di ruolo.”
“Ma tu pensi spesso a me e te in un contesto sessuale?”
“Ovviamente, gran parte del tempo.”
“Ma non hai tipo del lavoro da fare che ti tiene impegnato?”
“Le giornate sono molto lunghe!”
 


- Julia: “e Magnus ha detto –Le giornate sono molto lunghe-”

Alec: “Julia, ma parli da sola?”


- Julia: “Sì, sai a volte è noioso stare qui, in piedi, a preparare le bevande e per distrarmi intraprendo delle conversazioni con il mio alter ego, che vive nel mio cervello. Ricordati che poi Socrate disse: Conosci te stesso, tento quindi di entrare in contatto con il mio io interiore attraverso la musica, che queste cuffiette prese a China Town riproducono nel mia apparato uditorio….”


- Rebecca: “ma che caz…”


Alec: “Salutami Becks.”


- Rebecca: “Beccate. Risalutamelo.”


- Julia: “Ricambia e tranquilli, accomodatevi che vi porto le ordinazioni al tavolo.”


“Anche a me allora!”


- Julia: “Signore, ha per caso un marito?”


“No, sono etero.”


- Julia: “Allora stia qui ad aspettare come tutti gli altri! …Voleva che gli facessi da cameriera senza manco darmi dello slash in cambio, ma tu guarda quello!”


- Rebecca: “La gente è veramente maleducata…”

 

 

“Fiorellino, i tuoi baffi da caffè sono molto sexy.”
Ad Alec andò di traverso il sorso della bevanda calda che stava mandando giù. Iniziò a tossicchiare e prese dal dispenser del tavolino un fazzoletto, con il quale si affrettò a pulirsi.
“Ti piace così tanto farmi arrossire?” chiese lo studente dopo essersi ripreso.
“Assolutamente sì, le tue guance rosse sono adorabili e poi frequento gente che non ha il minimo senso del pudore, è bello constatare che al mondo c’è ancora qualcuno di puro. Ovviamente io ti porterò sulla via della perdizione…” sussurrò l’uomo, facendogli un occhiolino.
“Potrei essere io a redimerti…” replicò l’altro.
“Lo spero, Fiorellino, ma ricorda io sono il Diavolo e tu l’Angelo” scherzò Bane, tirando fuori la cannuccia dal Frappuccino e iniziando a ripulirla dalla panna, leccandola, senza distogliere lo sguardo dagli occhi azzurri di Alec, che seguivano il movimento della sua lingua.
“Ci potremmo incontrare a metà strada” Alec non era un Angelo, un essere così perfetto avrebbe mai spiato un’altra persona?  “al Purgatorio, che ne dici?”
“Al Purgatorio allora” Magnus accettò il compromesso. Alec stava facendo un passo verso di lui, metaforicamente parlando, ovviamente. Un maledetto tavolino non gli permetteva di avvicinarsi e il Bane maledì il designer di interni che aveva deciso di metterlo lì.
 


- Julia: “Honey, O MIO DIO, mi sono esplose le ovaie!”

- Rebecca: “ODDIO, si sono baciati?”


- Julia: “Magnus ha tirato fuori la cannuccia dal Frappuccino piena di panna e ha iniziato a leccarla. C’E’ TRA UN PO’ FA IL POMPINO ALLA CANNUCCIA. Adesso ha ghignato e l’allungata verso ALEC!”


- Rebecca: “Dì a Dylan di farmi il video!!!!!”


- Julia: “Alec ha passato sopra il dito alla cannuccia per poi ciucciarselo. Honey, questi a fine giornata scopano.”


- Rebecca: “Ma non potevano far pace prima che io partissi?”

 
 

Alec sapeva che doveva dire qualcosa, non potevano di certo passare tutto il pomeriggio a guardarsi, ma mai nessuno, prima di Magnus, gli aveva lanciato uno sguardo così intenso, sotto al quale si sentiva praticamente nudo, senza difese. Doveva ricomporsi, un ragazzo non poteva destabilizzarlo così, avrebbe agito con raziocino, sangue freddo..

“Quindi hai scopato con Camille?” i buoni propositi furono presto dimenticati.
“No” asserì con fermezza il party planner “te lo giuro, Alexander. Non voglio aver segreti con te.”
“Allora dimmi chi sono in realtà i tuoi amici. Uno è riuscito ad hackerare il mio sistema, la tua ex ha ingaggiato qualcuno per bloccare ad entrambi i reciproci contatti….”
“E tu come facevi a sapere che quelli nella foto erano proprio i nostri vestiti o che quella bionda nuda in un letto fosse effettivamente Camille?” ribatte con prontezza Bane.

Erano ad un punto morto. Potevano mentire oppure fidarsi completamente l’uno dell’altro.

 

 

- Julia: “Mmmm, tira una brutta aria…”

- Rebecca: “Descrivimi la scena.”


- Julia: “Prima erano comunque relativamente vicini, il tavolino di merda me li separa, adesso invece sono appiattiti contro lo schienale delle sedie. Il silenzio da tensione
sessuale si è dissolto.”

 

 
  

Dovevano prendere una decisione.
   
Magnus aveva avuto delle storie in passato, niente di serio, alcuni erano durati persino solo una settimana, altri giusto una notte, fino a che non era arrivata Camille. Nonostante la bionda non si fosse dimostrata poi la fidanzatina perfetta, trovare ogni sera qualcuno a casa, che lo aspettava, era confortante. La routine di coppia lo era. Svegliarsi, girarsi e iniziare la giornata vedendo il volto della persona amata, rendeva la vita più semplice e gli mancava quella sensazione. La rivoleva, ma poteva chiedere tale impegno ad un ragazzino? Era giusto privarlo del divertimento, delle spensierate e struggenti relazioni adolescenziali? Lui stesso si era divertito, ma era cresciuto e maturato. Uno come Alexander, uno così inesperto a gestire le emozioni era veramente quello che faceva al caso suo?
 

 

Stava sorseggiando un caffè in compagnia di un ragazzo conosciuto per sbaglio tramite sms.
Poteva essere un pregiudicato, un evaso di galera che si era fatto una nuova vita, creandosi come alias quello di un giovane party planner, uno spacciatore.... dove erano andati a finire tutti gli insegnamenti impartitogli dai genitori? Non parlare con gli sconosciuti, non fidarti degli estranei e Alec, invece, adesso voleva mettersi con uno di loro.
Magnus aveva avuto altri ed altre prima di lui. Era inutile negare che non fosse geloso del suo passato, sennò due settimane fa non si sarebbe fatto venire il mal di schiena, stando sotto al bancone di Starbucks pur di sapere dal vivo come stesse andando l’appuntamento dell’uomo con la sua ex, ma voleva che nel futuro di Magnus ci fosse lui.
 

 

“Niente segreti?”
“Non più, Fiorellino.”
Alec fece un lungo respiro “Chi inizia?”
 
 

- Julia: “Honey…”


- Rebecca: “Sì?”


- Julia: “Credo stiano giocando a sasso, carta, forbici….”

 
 

“Ho vinto io, Fiorellino!” asserì Magnus, avvolgendo con il suo palmo aperto il pugno di Alec “Carta batte sasso” sarebbe stato Alexander il primo a parlare ed in più era riuscito a trovare una scusa per prendergli la mano. Il destino era decisamente dalla sua parte.

Nel frattempo Alec si domandò perché la sorte non fosse mai a suo favore nei momenti in cui aveva più bisogno di lei. Magari i segreti di Magnus erano peggiori dei suoi, così da mettere la sua gelosia in secondo piano, ma il Lightwood non si sentì granché ottimista.
Come intavolare il discorso? Sicuramente Magnus aveva percepito il suo nervosismo, visto che incominciò ad accarezzargli con il pollice la mano.
“Quando te e Camille vi siete incontrati…” iniziò Alec.
“Sì?” lo incoraggiò Bane a continuare.
Alexander non voleva, anzi non poteva, vedere l’espressione di delusione e disgusto che si sarebbe dipinta sul volto di Magnus. Non avrebbe retto sotto quello sguardo e così rivolse i suoi occhi sulla tazzina da caffè “Io ero qui, da Starbucks.”
“Eri qui? Non è possibile! Ti avrei visto!” ribatté l’altro di primo acchito, sorpreso, ma poi capì il significato intrinseco di quella frase. Lasciò immediatamente la mano del ragazzo, tirandosi  bruscamente indietro, a tal punto che le gambe della sua sedia stridettero sul parquet “Tu mi hai spiato” affermò incredulo Magnus.
“Io…non..” ad Alec la voce gli morì in gola.
“Ti rendi conto? MI HAI SPIATO! Che comportamento da bambino è mai questo?” i lineamenti del viso di Bane si indurirono, scosse la testa e sbuffò divertito, ma la nota velenosa di quella risata era ben percepibile alle orecchie del Lightwood “siamo all’asilo, Alexander? Tu vuoi frequentare una persona e per questo la pedini? Una relazione si basa sulla fiducia.”
“Io non so gestirla, non l’ho mai provata in maniera così intensa..” cercò di spiegarsi Alec.
“La tua frase manca di complemento oggetto” lo derise Magnus, il quale stava domandando a se stesso cosa lo tenesse incollato a quella sedia.
“La gelosia e la paura che qualcuno mi porti via la persona per cui ho una cotta” diretto, franco, schietto, questo era Alexander ed il motivo per cui il party planner non riusciva ad andarsene “non mi era mai successo, nemmeno con Jace. Pensarti qui con lei, magari a ridere e scherzare, non mi ha fatto ragionare, così mi sono nascosto sotto il bancone, mentre Becks, cioè Rebecca, ossia la ragazza che vi ha servito i Frappuccini, e Julia mi facevano la telecronaca. Quando Camille mi ha mandato quelle foto, io ho chiesto a loro due conferma e… E’ stato da irresponsabili, io mi fido di te.”
“Beh, non sembrerebbe..” commentò Magnus.
“Non mi fido di me, è diverso. Io non so se sono giusto per te o per una storia in generale, non ne ho mai avuta una” Alec era così imbarazzato, si stava rendendo ridicolo, a questo punto poteva contare solo sulla compassione dell’altro “ho bisogno che qualcuno mi insegni.”
“Mi ero vestito senza un minimo di cura, perché di Camille non me ne fregava più niente, invece ho passato due ore e mezza indeciso su che mettermi per vedere te” la scelta era ricaduta alla fine su pantaloni bianchi attillati, camicia bordeaux, giacca di pelle con borchie sulle spalline che riprendevano quelle degli stivaletti “e un’ora per truccarmi e pettinarmi” ombretto oro, eyeliner e capelli con le punte tinte di rosso “ti avevo detto che Camille era acqua passata per me, ti dovevi fidare, invece no, ti sei lasciato ingannare da una completa sconosciuta!” lo accusò rabbioso Magnus.
Alec aveva aperto la bocca per tentare nuovamente di scusarsi, quando una lampadina si accese nel suo cervello “Come faceva Camille ad essere certa del suo piano? Mi ha mandato quelle foto, sapendo che io ci sarei cascato. Sapeva che qualcuno mi avrebbe confermato che quelli nell’immagine erano i vostri vestiti e la bionda nel tuo letto lei! Era tutto premeditato! Questo non significa che io non abbia sbagliato, ti chiedo scusa…”
“Camille ti ha hackerato il sistema, così sarà venuta a conoscenza della tua presenza qui da Starbucks, magari avrà letto pure tutte le nostre conversazioni, facendo leva sui nostri punti deboli” e Magnus non stentava a credere che la sua ex fosse capace di ciò.
I due rimasero in silenzio, ognuno stava elaborando le parole dell’altro, fino a quando Alec non chiese “Chi è davvero Camille?”
“Non l’ho mai capito. Figlia di un imprenditore molto ricco, festaiola come me, all’apparenza la tipica ragazza bella e snob, ma innocua,  che poi si è rivelata una menefreghista manipolatrice. Non ho mai scoperto di che tipo di affari si occupasse il padre, ma non devono essere stati molto leciti, visto tutti i sacchetti di cocaina che le ho gettato nel cesso per farla smettere di sniffare, erano un -regalo del papi-. Avrà un informatico di fiducia, come io ho il mio. Malcolm è un mio carissimo amico, lavora per il Governo e non so altro.”
“E lei ha fatto tutto questo per riaverti?” domandò il Lightwood.
“Non mi ha più scritto dopo il nostro appuntamento, che senso aveva farci separare per poi non approfittarsene?” Di cos’altro sarebbe stata capace Camille? iniziò ad interrogarsi Magnus. Con il quadro che gli aveva appena descritto della sua ex fiamma, Alexander poteva giustamente aver paura per la sua incolumità. Cristo, era solo un ragazzino che non sapeva come gestire i suoi sentimenti e va bene, la sua mancanza di non fiducia nei suoi confronti gli faceva male, ma nessuno aveva mai passato un pomeriggio rannicchiato sotto il bancone di un locale per lui, era tenero…NO, era RIDICOLO…adorabilmente ridicolo.
Restare o andarsene? Questo era il problema. Poi a Magnus tornò in mente che nel suo portafoglio, gelosamente custodita, c’era la lista dei pregi di Alexander. L’aveva iniziata dopo la prima chiamata con il ragazzo, quando quest’ultimo gli aveva chiesto cosa ci trovasse in lui e Bane gli promise che gliela avrebbe data al loro primo appuntamento. Se ne era del tutto dimenticato.
“Non potrebbe essere solo una sadica bastarda a cui piace creare scompiglio?” espresse la sua idea Alec, riportando Magnus alla realtà.
Non voglio che Camille faccia ancora parte della mia vita. Non voglio darle la soddisfazione di esser riuscita per la seconda volta a spezzarmi, perché credere di averti perso mi ha spezzato, Alexander e sapere che tu non ti fidi di me, mi distrugge” Bane odiava sentirsi vulnerabile, ogni volta che si lasciava andare, che mostrava la parte più debole di sé, nella sua testa rimbombavano le risate derisorie del padre, che dopo aver fatto coming out, lo picchiò così forte da farlo stramazzare a terra e nemmeno davanti alle lacrime del figlio l’uomo si fermava. Magnus aveva imparato a non piangere più, a non dar più a nessuno la possibilità di vederlo fragile, ma con Alec sentiva che poteva mostrarsi nella sua interezza, scheletri passati compresi e quella lista nel portafoglio ne era la prova.
“Magnus, io…” il Lightwood allungò la mano per riprenderne una dell’altro “sono così mortificato, farei di tutto per ottenere il tuo perdono, persino indossare dei vestiti fluo” Alec ottenne così un principio di risata da parte di Magnus “ma non mi sono mai sentito così vuoto come in queste due settimane senza te. Ho creduto che mi avessero portato via la mia unica possibilità di essere felice, perché tu mi rendi felice, sono felice quando mi chiami Fiorellino, faccio finta di odiarlo, ma sotto sotto mi piace perché nessuno prima mi ha chiamato con un soprannome gentile. Sono felice quando mi fai delle battute spinte, anche se muoio dall’imbarazzo ogni volta, ma mi sento desiderato da te e non mi era mai successo. Tu sei la mia prima volta in molte cose…”
“Ancora non in tutte” non riuscì a frenare la lingua Magnus e a nascondere un ghigno compiaciuto.
“Ho capito il doppio senso e vorrei che noi avessi il tempo per fare tutto il resto” aggiunse Alec totalmente rosso, reggendo lo sguardo dell’uomo e dando un stretta alle loro mani unite “ti prego, concedimi la possibilità di rimediare.”
 
 

- Julia: “Honey, si stanno tenendo di nuovo per mano…”

- Rebecca: “E’ un buon segno!”


- Julia: “Hanno entrambi gli occhi lucidi… NONONO Magnus ha tolto la mano!! La mia otp, che momento angst, cazzo!”


- Rebecca: “La NOSTRA otp.”


 

 
“Cos’è?”
“Un foglio di carta piegato, Fiorellino, aprilo.”
 

 

- Julia: “credo sia una lettera, dove è il mio binocolo portatile?!?”

- Rebecca: “Ti scopriranno così!”


- Julia: “sti cazzi, ma dove l’ho messo? Sono sicura di avercelo qui da qualche parte!”


- Rebecca: “Terzo cassetto a sinistra partendo dalla cassa.”


- Julia: “Dio, quanto mi manchi, honey! Perfetto, allora…”

 
 

“L’hai scritta sul serio?” chiese Alec sbalordito, dopo aver letto l’intestazione.
“Ovviamente e come promesso te l’ho portata al nostro primo incontro, leggila!” lo esortò Magnus.
 

Lista dei motivi per cui non devo lasciarmi scappare Alexander
 
- Moro e occhi azzurri, la mia combinazione preferita *______*
- Voce sexy
- Attacca dopo le uscite ad effetto -.-‘ mandandomi in confusione
- Adorabile secchione
- Mi considera bello come un modello!
- E’ un impedito con la tecnologia, ma sta imparando ad usare le emoticon
- Labbra super baciabili
- Ha amato la mia sciarpa
- Educato
- GUANCIOTTE DOLCI ROSSE, da vedere dal vivo però
- mette gli altri prima di se stesso
- schietto e diretto
- imbranato e pudico
- devo istruirlo nei giochi di ruolo
- in tanti giochi di ruolo!
- come dottore e paziente
- professore- studente
- mi lascia senza parole
- mi ha fatto arrossire!!!
- mi fa ridere
- mi sorprende

- senza di lui sto uno schifo

 

“Magnus, hai una penna?” chiese il Lightwood.

“Sì, beh, ecco, tieni, ma a che ti serve?” il party planner tirò fuori dalla tasca interna della giacca un Montblanc, regalo di una coppia di sposini molto soddisfatta del suo lavoro per il ricevimento.
“La lista è incompleta” gli sorrise Alec, per poi scrivere sul foglio di carta, rigirarlo e allungarlo verso Bane per fargli leggere la modifica da lui eseguita.

 

- senza di me lui sta uno schifo
 
 

- Julia: “Awwww, che scena fluff!!! Magnus, si è alzato e gli ha fatto segno di abbracciarlo!! Sono così carini!!!”


- Rebecca: “Stai vomitando arcobaleni, vero?”


- Julia: “Sìììì!!!”

 
 
“So che non ti piace essere al centro dell’attenzione e due ragazzi che si abbracciano richiamano un po’ di sguardi su di sé…” fece notare Magnus, sussurrando il suo commento all’orecchio di Alec, pronto a trattenere il ragazzo da qualsiasi possibile allontanamento. Bane riusciva a percepire la solidità del corpo dell’altro nonostante i vestiti e amava il suo profumo al biancospino.
“Tu sei un esibizionista e poi alla fin fine non è che mi stai baciando…” ribatte Alec, diretto e schietto, incurante degli occhi altrui. Magnus aveva deciso di dargli una seconda possibilità e a lui interessava solo questo.
“Se volevi che ti baciassi, bastava chiedermelo, Fiorellino” asserì l’uomo,  mordendo scherzosamente il lobo dell’altro. Quest’ultimo ritrasse il viso dalla spalla di Bane, sulla quale si era appoggiato, per poter guardare in faccia l’espressione compiaciuta di Magnus, ovviamente era riuscito a farlo arrossire, di nuovo “ma non lo avrei fatto perché Julia ci spia con un binocolo e ciò mi mette un po’ d’ansia, ad essere sincero.”
“Usciamo allora?”
 
 

- Julia: “Ma perché non so leggere il labiale?!? Poi la capoccia di Alec mi copre la faccia di Magnus! Non vedo una ceppa!”

- Rebecca: “Stai ancora con il cannocchiale?”


- Julia: “Certo! Secondo te come faccio a vedere il movimento delle loro labbra, sennò? OH, Alec è arrossito!!”


- Rebecca: “Ma i clienti non dicono niente?”


- Julia: “-Chi si fa i cazzi sua, cookie gratis-. Nessuno ha chiesto spiegazioni.”


- Rebecca: “Che operazione di marketing.”


- Julia: “Nononono.”


- Rebecca: “Che succede? Hanno rilitigato?”


- Julia: “Peggio, mi stanno salutando!”


- Rebecca: “COSA?”


- Julia: “Se ne sono andati. Devo pedinarli! GENTE STARBUCKS CHIUDE PRIMA!”


-
Rebecca: “Honey, ti serve il posto….”

- Julia: “Ma la ship è salpata e io…”


- Rebecca: “Dobbiamo lasciarla andare.”


- Julia: “Fin che la barca va, lasciala andare, fin che la barca vaaaaaaaaa.”


- Rebecca: “Honey, non ti hanno preso al coro del liceo per un motivo…”



 

“Non ci posso credere, avete fatto le prove di Skype da una stanza all’altra?”
“Beh, io non avevo mai usato Skype prima!!”
“Ne sono certo!”
“Ehi! Mi stai prendendo in giro?”
“Molto probabile, Alexander!”
“Alec!”
“Alexander è sexy!”
“E’ da vecchio!”
“Vecchio sexy!”
I due ragazzi avevano passato le seguenti due ore a passeggiare per Central Park aggiornandosi sugli eventi delle ultime settimane. Era così bello poter vedere in tempo reale le reazioni dell’altro ad una loro affermazione. Le risate non più filtrate dal cellulare erano così limpide e rimbombanti ed entrambi parevano scattare dei fotogrammi di quella giornata, per immagazzinarli nella memoria per tirarli poi fuori quando avrebbero sentito la reciproca mancanza.
“Sono quasi le sette..” osservò Alec.
“Devi tornare a casa?” domandò Magnus, dispiaciuto che l’uscita era già al termine.
“Sì, ma non mi va” replicò Alexander, ottenendo un sorriso dell’uomo.
“La mia compagnia è favolosa, lo so! Andiamo a cena fuori?” propose Bane.
“Certo, avverto Izzy di coprirmi” Alec si sbrigò a tirare fuori il cellulare e cercò il contatto della sorella.
“Wow, Alexander trasgressivo che per una volta si fa coprire. Mi sento onorato!”
 

 

18.56 Alec: Iz, resto a cena con Magnus…

18.56 Isabelle
: hai dei preservativi?

18.56 Alec
: NON HO INTENZIONE DI ANDARCI A LETTO

18.57 Isabelle
: per adesso  ma tanto sono sicura che ce li avrebbe Magnus in caso

18.57 Isabelle
: ti copriamo io e Jace e fai esattamente quello che farei io
 
 

“Fatto!”

“Perfetto, dove andiamo? Cinese, giapponese, thailandese…”
“Non sono mai andato al thailandese.”
“Perfetto, un’altra tua prima volta fatta con il sottoscritto. Piano piano la lista si sfoltisce…. la metro è di là.”
 
 

19.00 Isabelle: Jace, nostro fratello è full in love con Magnus  e non torna per cena

19.00 Jace
: meglio per Magnus, se lo faceva soffrire io

19.00 Isabelle
: ok, mamma orsa, che vuoi per cena?

19.01 Jace
: ma cucini te?

19.01 Isabelle
: sì, mamma e papà hanno la cena di non so che ente benefico

19.02 Jace
: guarda, mi ha invitato mia suocera a cena e non posso assolutamente rifiutare

19.03 Isabelle
: ……

19.03 Jace
: Giuro!

19.03 Isabelle
: -.-‘ ora capisco Alec che passava tutti i weekend da solo con Max

19.04 Jace
: ma chiama il tuo amico nerd! Se non ti piace, che imbarazzo mai ci dovrebbe essere?

19.04 Isabelle
: infatti non mi piace! Gli scrivo subito!
 

 

19.05 Isabelle: Simon, ti va di venir da me a mangiare una pizza?
Hanno tutti impegni e io sto da sola con il mio fratellino…


19.06 Simon
: certo! Porto anche l’episodio 6 di Star Wars?

19.07 Isabelle
: che in realtà sarebbe il terzo! Sìììììì

19.07 Simon
: bravissima, mia giovane padawan

19.07 Isabelle
: alle 20 da me!

19.07 Isabelle
: condivido posizione

19.08 Simon
: perfetto, a dopo

19.08 Isabelle
: a dopo
 
 

Magnus e Alec si dovettero disilludere bene presto. Trovare un posto dove sedersi sulla metro era impossibile, dal momento che c’era poco spazio persino per stare in piedi, ma Bane scoprì rapidamente l’aspetto positivo della situazione: poteva spalmarsi tranquillamente su Alexander senza doversi inventare alcuna scusa. I due dovettero trattenersi dallo scoppiare a ridere quando alla fermata prima della loro, salì un uomo vestito da bombola, abito con gonnella a pois blu e bianchi, calze, stivaletti e mantellina. Alec nascose il viso sul petto di Magnus per soffocare la sua risata, mentre il party planner simulò un attacco di tosse.
Avevano appeno messo piede sulla piattaforma della stazione di Brooklyn, quando Magnus si sentì sfilare dalla tasca posteriore del pantalone il portafoglio. Dentro c’era la mezza dichiarazione di Alexander! Non poteva perderla e ovviamente era circondato da una folla, sarebbe stato un gioco da ragazzi trovare il ladruncolo! Ma Magnus sottovalutò l’educazione che un direttore di un distretto di polizia poteva aver dato alla sua progenie. Alec, infatti, aveva afferrato per il braccio un ragazzo dai capelli rossi, storcendoglielo dietro la schiena, per dargli poi un calcio dietro al ginocchio, facendogli così perdere l’equilibrio e spingendolo con un piede al pavimento, impedendogli così di muoversi.
“Credo che tu abbia qualcosa che non ti appartiene..” asserì il Lightwood.
“Ma sei un ninja in incognito? Che male!” si lamentò il delinquente.
“E’ STATO MAGNIFICO!!” a gridare era stata una bella donna dai capelli mori, vestita con un tailleur elegante nero che, nonostante i tacchi, si mosse scattante verso Alec, sfruttando il fatto che la massa si fosse fermata davanti alle abilità sfoggiate dallo studente, che veniva osservato con ammirazione “Dovresti fare lo stuntman! Le telecamere ti adorerebbero e poi oh, che muscoli” aggiunse la sconosciuta palpando il bicipite di Alexander, il quale si irrigidì al tocco estraneo e lanciò con gli occhi una muta richiesta d’aiuto a Magnus, il quale si stava già incamminando verso di lui. Quell’ochetta credeva davvero di provarci con il suo uomo? Povera illusa.
“E dovresti vedere i suoi addominali” aggiunse Bane, accarezzando la base della schiena di Alec “ma lui è proprietà privata e odio quando si oltrepassano i confini” indicando con lo sguardo quella mano, fresca di manicure, che ancora non si era spostata dal braccio del suo Fiorellino.
“Oddio, scusami, non volevo. E’ che lui è davvero uno schianto e..”
“Sì, lo so” ribatte stizzito Magnus. La tizia non stava migliorando la sua situazione.
“Ecco, se volessi entrare nel mondo del cinema, questo è il mio numero” la donna lasciò il suo bigliettino da visita ad uno stupefatto Alec, il quale aveva lasciato l’arto del rosso, ma il suo piede non si era mosso dalla schiena del ladro.
“Credo che qui per terra ci siano dei batteri ancora non scoperti dalla scienza e mi dispiace per aver rubato il portafoglio al tuo ragazzo, te lo restituisco subito, ma ti prego, vedo un ragno in avvicinamento..” il criminale era aracnofobico e stava piagnucolando per essere tirato su, cosa che Alec fece, prendendolo alla base del collo.
“Non avrei mai creduto che un gay combattesse così, rieccoti il tuo portafoglio” il roscio allungò l’accessorio a Bane.
“Si direbbe che tu abbia imparato due lezioni oggi: non credere ai pregiudizi e non rubare più” asserì Magnus, controllando che la lista dei pregi di Alec fosse ancora lì.
“Ninja, mi puoi lasciare andare adesso?”
“Ti conviene non farti più vedere qui in giro, chiaro?” si raccomandò Alexander, prima di mollare la presa.
“E’ stata una scena molto hot, guanciotte dolci” Magnus lanciò un occhiolino al Lightwood, il quale replicò con uno sbuffo divertito.
 

 

“La prossima volta messicano! Ti farò provare tutte le cucine di questo mondo, Fiorellino!” gli promise Bane una volta usciti dal thailandese “ti va di andare a bere qualcosa o…?”
“Sì” Alec non gli diede nemmeno il tempo di fine la frase.
“Ottimo, c’è un locale qua vicino, ma è pieno di gente di solito…” Magnus non voleva mettere a disagio Alec, sapendo perfettamente che il ragazzo odiasse i luoghi affollati.
“Tu non abiti qui a Brooklyn?” domandò Alexander, stringendosi le spalle, colto da una folata di vento.
“Ti stai autoinvitando a casa mia, Fiorellino? Mi stai istigando, sai? La serata non potrebbe andare meglio di così” lo stuzzicò Magnus, ottenendo in cambio una spinta scherzosa.
 

 

“Benvenuto nell’umile dimora del Sommo Stregone di Brooklyn.”
“E tu questo lo definisci umile?” domandò meravigliato Alec.
Il salone era di chiave palesemente moderna. Pavimento grigio scuro, divano a L bianco acceso, smorzato da cuscini verde chiaro. Dritto davanti all’ingresso, c’era una vetrata con accesso al balcone, mentre sulla parete a sinistra una decorazione di false pietre grigie spezzava tutto il bianco dell’ambiente ed era appeso un magnifico quadro raffigurante lo Skyline di New York. A destra, tutt’intorno alla tv al plasma, vi erano fotografie di Magnus con quelli che Alec credeva essere i famosi Malcolm, Ragnor, Raphael e Catarina, famosi perché l’uomo aveva parlato più di un’ora di loro, di come fosse contento che la sua otp het fosse diventata canon e di come il fidanzato del suo migliore amico fosse una piattola sudamericana, con il quale si scannava ogni volta sul gruppo di Whatsapp, per partire poi in una lunga spiegazione dell’app, con zero interesse di Alec. La luce della stanza era irradiata da un particolare lampadario, costituito da tre sfere argentee, disposte a varie altezze.
“Quando Presidente era un cucciolo, si lanciava dal divano tentando di raggiungerne almeno una e poi faceva finta di essersi fatto male alla zampa per ricevere le coccole. La prima volta l’ho portato dal veterinario nel completo panico, il dottore gli ha dato un biscottino e lui ha iniziato a saltellare tutto contento. E’ un ruffiano, che adesso non si fa nemmeno vedere..” raccontò Magnus, cercando con lo sguardo Miao, quando un miagolio giunse dal corridoio e un batuffolo di pelo bianco apparse ai due. L’animale gattonò direttamente verso Alexander, ignorando il padrone che si era inginocchiato per accarezzarlo e incominciò a far le fuse, strusciandosi sulle gambe del Lightwood.
“Piaci al mio gatto” osservò Magnus, tirandosi su.
“Ed è una buona cosa?” ribatte Alec, prendendo in braccio Presidente, grattandogli la zona dietro le orecchie.
“Io non esco con qualcuno che non piace al mio gatto, ma a quanto pare il tuo fascino conquista tutti, Fiorellino.”
“L’importante è che ho conquistato te…nel senso che..” balbettò Alec, rendendosi conto che il filtro mente bocca non avesse funzionato “se io piaccio a lui, posso uscire con te…e io voglio uscire con te…anche se noi stiamo uscendo adesso…questa è la nostra prima uscita e potresti pure fermarmi e farmi smettere di fare la figura dell’idiota, sai?” si allontanò Alec, per accomodarsi sul sofà.
“Sei adorabilmente buffo e vado a prendere qualcosa da bere..” ma il “NO!” urlato da Alec, bloccò Magnus dall’andare in cucina.
“Ma guarda che bere fa bene” provò a persuaderlo Bane, memore delle OTTIME conseguenze che aveva l’alcol sul Lightwood.
“Non voglio chiamarti ubriaco per del sesso telefonico!” asserì Alec e il cuore di entrambi perse un battito. La chiamata di venerdì sera non era stata mai nominata nell’arco della giornata. Fra le varie foto della conversazione tra Isabelle e Magnus c’era il finto messaggio mandato da Camille dal cellulare di Alec, ma il party planner non aveva mai letto i messaggi che Alec gli aveva mandato mentre i loro contatti erano stati reciprocamente bloccati, quindi era certo che ormai la telefonata fosse finita nel limbo dell’amnesia da sbronza di Alexander.
“Tu ricordi?” non era necessario specificare, Alec sapeva a cosa si riferiva Magnus, il quale si era seduto accanto al ragazzo. A dividerli c’era Miao che spostava il muso da una parte all’altra, come se stesse seguendo il botta e risposta dei due.
Il Lightwood annuì, arrossendo ed ammirando con interesse il pavimento, ma fu costretto a girare il viso, sotto la pressione gentile delle dita di Magnus sul suo mento. L’uomo poi gli racchiuse il volto fra le sue mani, accarezzandogli dolcemente le guance.
“Perché quella sera hai chiamato proprio me?”
“Ero giù di morale e sapevo che sentendo la tua voce, sarei stato meglio. Tu riesci sempre a farmi star bene” sussurrò Alec, sorridendo timidamente.
“Questa è la cosa più bella che mi abbiano mai detto e ti avverto, sto per baciarti, Alexander, ti do 5 secondi per allontanarti se non vuoi” dichiarò Magnus con tono serio, sfiorando con il pollice le labbra del ragazzo.
“5…4…3” Alec inclinò il viso “2” entrambi chiusero gli occhi, il respiro dell’uno sulla bocca dell’altro, le mani del Lightwood si aggrapparono alla vita del party planner “1” i due si andarono incontro, impazienti del loro primo bacio. Era da tempo che Magnus non baciava qualcuno di cui gli importasse, i flirt erano solo per accontentare gli istinti, ma Alec era molto di più.
Alexander era titubante per via della poca esperienza e tentava di tenere a mente i consigli su come baciare datogli la sera prima da Jace, ma non riusciva a pensare, voleva solo avere Magnus più vicino, toccare Magnus, far star bene Magnus….
Bane, d’altro canto,  si era accorto di come Alec fosse teso, era il suo primo bacio dato ad un uomo, nettamente più esperto rispetto a lui, ma non voleva che il moro si facesse troppe paranoie. Si staccò malvolentieri per potergli dire “Fiorellino, lasciati andare, siamo io e te e non c’è niente di più perfetto” e la frase di Magnus ebbe il potere di scacciare via ogni preoccupazione del Lightwood, il quale si fiondò sulle labbra dell’uomo, con l’intenzione di salirgli sopra, però vi era un piccolo impedimento, Presidente non voleva spostarsi.
“Miao, ti giuro, che, se non ti levi, compro un cane” il gatto, minacciato dal padrone, scese dal sofà, dopo aver graffiato il pantalone bianco di Bane per vendetta.
Finalmente liberi di muoversi, i due si ripresero a baciare. Alec fece pressione così da costringere Magnus a stendersi, appoggiando il capo sul bracciolo del divano. Ai lati della sua testa, le mani di Alexander trovarono il punto su cui reggersi per non pesare all’uomo. La gamba di Magnus era incastrata fra quelle del Lightwood, mentre i suoi palmi si addentravano sotto al maglione grigio per tastare quei muscoli tanto sognati dalla prima foto che Alec gli aveva mandato.
“Sia benedetto il Muay Thai” mormorò Magnus, sentendo sul suo collo lo sbuffo divertito dell’altro, il quale si mise a baciare e vezzeggiare quella parte di pelle.
Il suo Fiorellino ci stava prendendo gusto, particolarmente gusto, visto la vemenza con cui Alec gli fece scivolare via dalle spalle la giacchetta nera, stava iniziando persino a sbottonargli la camicia bordeaux, quando le mani di Bane lo fermarono.
“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” chiese Alec preoccupato, con le guance rosse, le labbra gonfie e i capelli scompigliati, Magnus ricordava di averglieli afferrati, ma non esattamente quando.
“Assolutamente no, Fiorellino, solo che ne sei sicuro? Non abbiamo fretta, tu sei qui  e ho intenzione di tenerti stretto a me per molto tempo. Con te, voglio fare sul serio.”
 
 
 
“Non vuoi restare a dormire da me? Non attenterò alla tua virtù stanotte, promesso!” provò Magnus a persuadere Alec, che ricevuto un messaggio dalla sorella,  si era liberato dall’abbraccio in cui lo aveva intrappolato l’uomo, mentre quest’ultimo si stava dedicando all’ennesima spiegazione di Whatsapp e Alexander, questa volta, era stato costretto a starlo a sentire sul serio, dal momento che il party planner gliel’aveva scaricato sul telefono.
“I miei stanno per rientrare, ho mezzora di tempo e tanto domani, ci rivediamo, no?” domandò speranzoso Alec, afferrando la sua sciarpa, lanciata prima sul pavimento, e iniziando ad indietreggiare verso la porta d’ingresso.
“Certo, Fiorellino! Scrivimi quando sei arrivato!” asserì Magnus, fissando la schiena di Alec allontanarsi e sentendo il tipico click della  maniglia che veniva aperta, ma lo studente lo sorprese. Lo raggiunse in poche falcate, gli diede un rapido bacio a stampo e con un “A domani” sussurrato sulle labbra, sparì dalla sua vista e Magnus riuscì solo a sorridere.
 

 

22.46 Magnus: è stato P E R F E T T O!
Ci siamo baciati un sacco, mi fa persino male la mandibola e
siamo stati accollati fino adesso!!!


22.47 Raphael
: ce ne siamo accorti su Snapchat

22.47 Magnus
: gli stavo spiegando come funzionava!!!

22.48 Raphael
: la tua storia durerà 300 secondi e
ci sono video SOLO del tuo niño


22.48 Magnus
: meritava di essere ripreso da diverse angolature

22.48 Catarina
: CARINIIIIII
 

 
22.50 Julia: Alec, tu lo sai che noi

22.50 Rebecca
: vogliamo tutti i dettagli

22.50 Julia
: sì?
 
 

22.51 Alec
: ti sei davvero salvato “Sexy Magnus”?

22.51 Magnus
: io te lo avevo detto di salvarmi così

22.51 Alec
: ma non ti avevo mai visto prima!

22.52 Magnus
: mi dovevi credere sulla fiducia

22.52 Magnus
: e adesso concordi?

22.53 Alec
: no comment

22.53 Magnus
: il succhiotto che ho è una prova schiacciante

22.54 Alec
: ti sei messo pure fra i preferiti
22.54 Magnus: così non perdi tempo a cercarmi nella rubrica

22.57 Alec
: Magnus, lo avresti mai detto quel giorno che saremmo arrivati a questo punto?

22.57 Magnus
: il destino segue leggi proprie e sai, dovrei scrivere un libro

22.58 Alec
: un libro?

22.58 Magnus
: Come passare da Sconosciuto a Preferiti e
tu avresti la prima copia
 
 
 
 
 
 

 

E siamo giunti alla fine. Non mi sembra vero. Ho iniziato la storia il 2 Maggio 2015 e l’ho conclusa il 4 Febbraio 2016, 9 mesi, io vi ho rotto per 9 mesi, come avete fatto a sopportarmi?
E’ stata un’avventura meravigliosa. Non mi sarei mai aspettata, nemmeno in un milioni di anni, un seguito del genere, avete superato le 400 recensioni, vi rendete conto di quanto siete favolose?
Sto scrivendo le note finali con le lacrime agli occhi perché Unknown è stata la mia valvola di sfogo per tutto questo tempo e una sensazione di vuoto mi sta assalendo adesso.
Scrivere è il mio mezzo per essere libera e tornerò, ve lo assicuro, per questo vi lascio con un finale, passatemi il termine, aperto, non perentorio. Molte questioni sono ancora da chiarire, come l’esito della serata Sizzy a casa Lightwood, per esempio.
Alec è così “estroverso” nei confronti di Magnus, perché loro già si conoscono prima di avere l’appuntamento, per questo è differente da quello descritto dalla Clare, potrei essere cascata nell’OOC e me ne scuso, ma questo lo ritengo il finale adatto alla fan fiction.
L’uomo bambola della metropolitana è un personaggio tratto da un’esperienza personale dell’autrice, nell’underground londinese si possono incontrare personalità particolarmente eccentriche.
   
Per quanto riguarda il sequel “Favorite Number”, ho tutte le intenzioni di scriverlo per intero prima di pubblicarlo, dovrebbe svilupparsi in un minimo di 30 capitoli che vorrei pubblicare secondo quest’ordine: tre capitoli la prima settimana del mese X, pausa di una settimana, altri tre capitoli e pausa settimanale, per il semplice fatto che la storia è ambientata in tre città: New York, Los Angeles e Washington, con sei personaggi fulcro: Alec/Magnus, Regina/Camille e Sebastian/Rebecca, ovviamente contornati dalle varie storyline secondarie esempio Sizzy, Clace, i vari gruppi, Valentine…ecc, e voglio che la vicenda sia raccontata parallelamente in tutte e tre le città… perciò capite il lungo lavoro che ci sarà dietro e non credo che tornerò prima di Settembre…
Scriverò un capitolo avviso e quando pubblicherò il sequel, questa ultima parte di note d’autrice verrà cancellata da Unknown e riveduta!
 
Vorrei ringraziare chiunque mi abbia sostenuto, chi recensendo, chi mettendo la storia fra le seguite, ricordate e preferite e i lettori silenziosi e spero di sapere la vostra opinione sul finale!
Grazie di cuore, amori miei!
Vi auguro il meglio!!!
Tanti basetti!


Aggiornamento 10/03/2017
Come ovviamente vi sarete accorti, Favorite Number non è stato pubblicato e in tutta onestà non so se riuscirò mai a scriverlo. Ho solo il primo capitolo pronto, anche se a mano ho scritto tutti i punti salienti della trama. Come mai questo ritardo? Motivi familiari, studio e lavoro, sono queste le mie giustificazioni. Io sono veramente mortificata, non potete nemmeno immaginare quanto e ammettere una mia parziale sconfitta (nella mia testa, mi do ancora qualche possibilità di iniziare il lavoro) non è stato facile, per questo non vi ho dato notizie fino ad oggi. Continuavo a ripetermi: "Domani hai il pomeriggio libero, scrivi.", ma si trasformava presto in un "finisci il capitolo, sennò l'esame non lo passi." Io ringrazio tutti coloro che nonostante la fanfiction sia terminata da tempo, ancora la leggono e sono talmente cortesi e carini da lasciarmi una recensione. Spero veramente di rifarmi risentire presto.
Basetti

  
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