Capitolo AE
Angel eyes
La festa di Halloween
Così i tre ragazzi tornarono a casa di Jack.
Sulla soglia della porta di casa, Robert fermò Jack.
“Non mi fido di lui.” gli confessò a
denti stretti.
“Nemmeno io, ma è l’unico amico che ho,
quindi devo fidarmi. E poi, se tutti si fidano ci sarà un
perché.” fu la risposta di Jack che
lasciò sorpreso e con l‘amaro in bocca Robert.
“Comunque grazie, Dowell.” disse Jack mostrando un
sorriso.
Robert arrossì per poi darsi del cretino.
“Di nulla. Ci si vede a scuola.” rispose; poi se ne
andò.
Jack con un sospiro guardò verso Cassiel, che nel frattempo
era rimasto immobile.
“Andiamo in casa, si gela.” borbottò.
I due entrarono e Jack si infilò a letto, prima di spegnere
la luce guardò verso Cassiel e disse: “Domani
voglio una spiegazione.”
Cassiel lo fissò spegnere la luce e dargli la schiena, e un
senso di perdita lo travolse. Mai Jack lo aveva trattato
così freddamente. L’angelo lo guardò
dormire per tutta la notte.
La sveglia fece ridestare Jack. Saltò a sedere e si
guardò intorno: Cassiel era lì, bello come un
angelo, e lo fissava, inginocchiato sul pavimento. Ritrovarlo in camera
sua fu la cosa che lo rese felice come non mai, dato che solitamente
l’altro abbandonava la stanza prima del suo risveglio, ma poi
si ricordò di quello che era successo la notte precedente e
si rabbuiò.
“Dobbiamo parlare.” borbottò in maniera
davvero poco confortante.
Cassiel però annuì e seguì sereno Jack
in bagno.
“Cosa ti è saltato in mente ieri, eh,
Cassiel?!” attaccò immediatamente.
Cassiel, con tutta la tranquillità del mondo, rispose:
“Riflettevo.”
“Su un cornicione, nel pieno della notte, all’
ultimo piano di un palazzo? Cassiel, non è che fumi
qualcosa?” domandò Jack.
Cassiel lo guardò come si guarda un cretino, poi gli venne
in mente cosa fossero le droghe.
“Non fumo. Riflettevo, te l’ho detto. Che
c’è di strano?”
“Facevi così anche in Francia?”
“Sì.” disse Cassiel.
“Non lo fare mai più, Cassiel.
D’accordo?”
Cassiel annuì, e Jack lo abbracciò, rincuorato.
Al Wordsworth Institute si doveva decidere il luogo per la classica
festa che tutti i ragazzi della scuola organizzavano per Halloween, per
cui non era raro, in quel periodo, osservare gruppetti che discutevano
animatamente ad ogni ora e in ogni luogo.
Per questo era stata indetta, dai ragazzi più grandi, una
riunione per risolvere la questione: c’era un forte vociare,
così fastidioso che a un certo punto un ragazzo dai capelli
rossi e gli occhi marroni, che frequentava l’ultimo anno,
sbatté le mani sul banco e intimò agli altri
studenti di fare silenzio.
“Adesso decido io dove fare ‘sta festa.”
disse il rosso. “Si farà a casa di Kelly Torrence,
la mia ragazza.”
Il silenzio scese sui ragazzi.
Una mano, si alzò dal gruppo riunito nell’aula.
“E come mai si farà a casa nostra?”
domandò timidamente Jack.
“Primo perché me l’ha chiesto tua
sorella, secondo perché casa tua è molto
grande.” rispose senza esitazione il rosso, che altri non era
che Bill Summer, il ragazzo dell’odiosa sorella del povero
Jack.
Così Jack dovette rassegnarsi e prepararsi
all’idea di avere per casa un numero spropositato di gente
della quale non gli importava assolutamente nulla, che avrebbero di
certo fatto come se fossero a casa propria. Se i suoi genitori fossero
stati in casa, una volta tanto, quella stupida festa non sarebbe stata
organizzata a casa sua!
Osservò annoiato i preparativi: Bill e Kelly stavano
sistemando le decorazioni, aiutati anche da Cassiel, che non riusciva
proprio a dire di no. Esasperato lo trascinò con
sé nella propria stanza, chiudendo la camera a chiave.
“Cassiel, non voglio che dai corda a quegli idioti.”
“Perché ti arrabbi? Non capisco... è
solo un modo come un altro di festeggiare.”
“Io odio tutti gli idioti che verranno a distruggere la casa!
E poi, naturalmente, sarò io a sistemare! Figuriamoci se
miss Kelly si scomoderà...”
“Ti aiuterò io.” si offrì
volontario il biondo, sorridendo.
Jack annuì. Durante quel periodo aveva notato che Cassiel
era un po’ cambiato rispetto ai primi tempi.
“Hai altre esperienze con i festeggiamenti di
Halloween?”
“No.”
“Cassiel!” chiamò Kelly.
Jack sospirò, seccato dal fatto che la sorella volesse
sempre e comunque monopolizzare il ragazzo ogni volta che ne aveva
l’occasione. E lui era così buono che non se ne
accorgeva... non riusciva ad immaginarselo in preda alla furia.
“Arrivo!” rispose condiscendente Cassiel,
accarezzando brevemente una guancia a Jack, sperando che non se la
prendesse troppo.
Quella carezza gli sembrava ancora tiepida, o forse era il suo viso...
Jack scosse la testa, poi aprì la porta, così che
di tanto in tanto sentiva le voci di Cassiel, Kelly e Bill nelle altre
stanze. Per passare il tempo si mise a leggere distrattamente un manga.
Ma nel frattempo meditava vendetta...
E finalmente, o sfortunatamente per Jack, giunse la sera.
Indossò il suo costume da mago e scese le scale, ma quei
vandali avevano già trasformato Halloween in un festino di
gente travestita che ballava e beveva; ed non era difficile immaginare
chi avesse procurato quegli alcolici.
“Basta, tutti fuori!”
s’incazzò spegnendo la musica; non riusciva a
trovare Cassiel, e poi tra la folla notò Kelly. “A
meno che non vogliate vedere come mia sorella ci prova con
Cassiel!” aggiunse insinuante.
“Come? Non è vero!” negò
subito la strega... dato che da quello era vestita!
“Ci ha provato con Cassiel?!” fece incredulo il
lupo mannaro dietro il quale si celava Bill.
“No, Bill...”
“Sì! Lo hai baciato!”
continuò a voce alta Jack, esaltato dalla sensazione di
potere. “Per fortuna lui ha capito subito che sei una puttana
e ti ha ignorata!”
Concluso il suo intento di far fare alla sorella la peggior figura di
merda della sua vita, Jack continuò a cacciare tutti fuori
nonostante fossero solo le undici. Una volta tornato nella propria
stanza lasciò andare un sospiro, ma si tese appena
udì una voce familiare che lo chiamava.
“Dowell?”
“Sì, Torrence...”
Prima che potesse dire altro Robert lo spinse sul letto, cadendogli
sopra e bloccandolo. Sentiva perfettamente l’alito che
puzzava di alcol, e ora era sicuro che l’effetto di quello
stato avrebbe portato il bullo a dare il meglio di sé con la
violenza... invece l’unica cosa che fece fu posare persino
con delicatezza le labbra sulle sue.
Scusateci per il gran ritardo ma fra impegni e altre fanfic da
aggiornare, alla fine ce l'abbiamo fatta! Comunque ringrazio rhys89 per
aver commentato sperando che la lunga attesa non l'abbia sfibrata!
Mi unisco in tutto alla
mia collega, è purtroppo periodo di impegni per tutti T_T
Felicity89
& Mana
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