Strange Dreams
Strange Dreams
La
notte non è un buon momento per le domande senza risposta: le soluzioni trovate
sono così assurde e perfette che uno finisce per crederci veramente.
Respirai a fondo e mi avvicinai
alla porta: era rosso lucido e vicino allo zerbino era posato un vaso di
terracotta.
Prima di suonare il campanello
ricordai a me stessa che c’era una consistente possibilità di ricevere solo uno
sguardo nervosamente sorpreso e un –Fuori!-.
Per non considerare]’alta
probabilità che il mio testimone non fosse in grado di raccontarmi niente: il
fatto che la migliore amica fosse ancora viva non ne garantiva la
salute…accidenti all’invecchiamento…e ai database male informati del comune.
Il giorno precedente ero andata
in municipio a un orario preoccupantemente mattiniero e avevo iniziata a
tartassare e supplicare Anne, una compagna di scuola che lavorava lì per
l’estate: all’inizio era stata irremovibile ma dopo un’ora dei miei –Per favore,
ti pregotipregotiprego- anche un sordo avrebbe ceduto e così ero riuscita a
scoprire che la mia sosia era la sorella maggiore di mio nonno….non comment….ma
soprattutto che Vera Clivston era ancora viva e che viveva per giunta a pochi
chilometri da me.
E così mi ritrovavo davanti
alla casa di una perfetta sconosciuta, della quale però sapevo probabilmente di
più di una buona metà dei suoi concittadini.
Suonai e mi lisciai il
maglioncino per l’ennesima volta: ero nervosa perché…neanche lo sapevo…forse
perché quella donna rappresentava l’ultimo legame con qualcosa di oscuro e
misterioso.
- Ehi, ciao!-
-Ehhh?...O ciao!- Ad aprire la
porta era venuto un ragazzo di circa 20 anni, con folti riccioli neri e gli
occhi verdi che mi sorrideva incuriosito e un po’ ammiccante…non era male.
- Posso aiutarti?? Ti serve
qualcosa?-
- Mi chiamo Lily Hale…e …e
cerco Vera Clivston…sono la nipote di un’amica d’infanzia-
- Mia nonna? Certo entra…entra
pure…vieni-
-Grazie mille-
-A proposito, io sono Sean-
-Piacere…Lily…ma lo sai già.-
-Di dove sei? Non ti ho mai
vista...-
- Rochestre…qua
vicino…perché??-
- Sono tutte così carine?? Mi
sa di no…-
- E qui tutti così curiosi??
Anche a me sa di no.-
- Okkaaaaaaaaiiiii!-
Infilò la testa nella porta a
vetri e afferrò lo zaino appoggiato allo stipite.
-Nonna, c’è una ragazza che è
venuta a farti visita…e io adesso vado al lavoro…ci vediamo.-
- Ciao, spero di rivederti.-
Gli sorrisi e lo guardai
prendere la giacca e uscire.
- Signorina, che fa? Non
entra??-
Un altro respiro. Pronta.
- Buongiorno. Mi chiamo…-
Vera si alzò quasi di scatta: a
dispetto dell’età era ancora in salute e il viso sembrava giovane.
- O cielo santo! Sei…sei…uguale
a…a lei…-
Scossi leggermente la testa e
lasciai che mi accarezzasse la guancia.
-Sono Lily Ivy Hale…la nipote
di Thomas, il fratello di…Rosalie.-
Si risedette sulla poltrona e
me ne indicò un’altra accanto alla sua.
- E’ incredibile…le assomigli
così tanto…sembrate due gocce d’acqua…uguali…forse la linea delle guance…ho
veramente creduto che fossi lei…anche se non è possibile…-
Accavallai appena le gambe e
poi la guardai in viso: avevo così tante domande…cosa era successo dopo?
Ma comincia a raccontarle tutto
quello che avevo scoperto prima: era giusto così, avevo ficcato il naso anche
nei fatti dell’anziana davanti a me.
- Sai, non mi stupisce che non
ti abbiano mai detto niente. La scomparsa di Rose li ha distrutti…avranno
pensato che sarebbe stato meglio provare a dimenticarsene…non farlo mai, se
vuoi il mio parere: non siamo fatti per scordarci degli altri e quando poi i
ricordi riaffiorano sono solo più dolorosi…Piccola, perché sei venuta da me?
Capisco che forse i tuoi non ti vogliano raccontare niente…ma …tu vuoi sapere
anche che tipo era lei, giusto?-
-Sì…ma vede…mi sembra quasi che
non me ne parlino perché hanno paura che mi accada qualcosa di simile…avete mai
scoperto dell’altro??-
-Sai solo che è sparita,
giusto? Allora finirò io di raccontarti.
L’ultima che l’ha vista sono
stata io…era venuta a trovarmi per vedere Henry…non era sera tardi…ma non è mai
tornata a casa…e la mattina dopo hanno trovato dei brandelli del suo vestito,
sporchi di sangue, nel vicolo dietro casa sua…e tante forcine sparpagliate
dappertutto…i capelli biondi strappati arricciati attorno…nessuno sa per certo
cosa sia successo ma lo immaginiamo tutti benissimo…-
Tolse il fazzoletto dalla
tasca.
Morivo dalla voglia di scappare
e dimenticare quella maledetta faccenda…ma ormai ero arrivata troppo lontano…un
po’ come quando leggi un libro che non ti piace veramente, ma superata la metà
sei obbligata a finirlo solo per toglierti la curiosità…la mia era
angoscia…soprattutto perché se quella era solo la metà…a fine ricerca mi sarei
di certo dovuta ricoverare in una clinica psichiatrica, poco ma sicuro.
- Era questo che volevi
sapere?-
-Veramente no…lei… che tipo
era? Insomma, cosa le piaceva fare?-
- Era una ragazza, a parte per
il suo aspetto veramente splendido, come ce ne sono tante dappertutto…le piaceva
ridere, scherzare, ballare…suonava il pianoforte bene e aveva una bella voce
limpida e….ed era letteralmente ossessionata dal suo aspetto…senza alcun motivo,
per giunta: anche con uno strofinaccio sarebbe stata stupenda…era pungente e
sarcastica…ma si arrabbiava se qualcuno faceva lo stesso con lei…a parte che con
me…ci siamo prese in giro alla follia per migliaia si volte.
Mi dispiace dirlo, ma è sempre
stata anche un po’ superficiale…penso per via dell’ambiente in cui è
cresciuta…ma sono sicura che per aiutare una sua futura famiglia si sarebbe
potuta trasformare anche in una contadina…la cosa più importante però è
un’altra: era, è e resterà la mia migliore amica…povera sciocca ragazza di
paglia…era il suo vecchio soprannome…-
-Vera, mi scusi…a lei…non
piaceva qualcuno? Antipatie reali…odio??-
- Non ho mai visto Rosie odiare
qualcuno…disprezzarlo sì, averlo in antipatia anche, ma odiare…per quanto fosse
stata capace di malignità…era troppo buona e materna…che strana madre
meravigliosa sarebbe potuta diventare!...per una cosa simile…l’unica volta che
ce l’ho vista vicina è stato quando in città era arrivata una nuova famiglia…i
…-
-I Cullen…il ragazzo rosso..-
- O mio Dio!! Avresti dovuto
sentire cosa ha tirato dietro a quel poveretto…se le maledizioni funzionano non
lo invidio proprio…era riuscita perfino a fargli il verso…si era messa in testa
uno strofinaccio rosso, legata due pezzi di stoffa sulla schiena e aveva
iniziato a girare per la stanza camminando sulle punte, guardando il pavimento e
borbottando – Sono l’angelo dei pazzi falliti con le ragazze! - muovendo le
braccia come due ali…sono scivolata dalla sedia per la risate…penso che le
facesse rabbia la bellezza del ragazzo…era veramente un sogno apparso per errore
nella realtà…tale e quale al fratello maggiore…una sera mi era ritrovata in
un’accesa discussione su quale dei due fosse più attraente…la questione non è
mai stata risolta…-
Ridacchiai con lei…sapevo di
cosa parlava…le discussioni chièilpiùbelloperte erano sempre molto interessanti…
- E poi?? Il fidanzato di
Rosalie si è risposato-
- Non lo ha mai fatto.-
Sulle prime pensai a un ultimo
atto d’amore per la fidanzata scomparsa a ne rimasi meravigliata.
- E’ stato ucciso neanche due
mesi dopo la scomparsa di Rosalie…gli hanno spezzato l’osso del
collo…probabilmente è stato un serial killer…prima ne erano venuti altri
4….tutti ammazzati allo stesso identico modo…orribile…-
- Perciò ora non c’è più nessun
altro che sappia di lei?-
- No, mia cara, no. Ascoltami,
lei è morta. Non c’è nessun altra spiegazione…non dimenticartela….ma lasciala
riposare in pace…dovunque sia…è stata una gioia vederti, piccola: per un attimo
è stato come riaverla qui…grazie.-
Non volevo alzarmi…qualcosa mi
tratteneva a quella poltrona…
-Ci deve essere qualcosa che
posso ancora fare… una qualsiasi.-
Vera si girò e fissò un
armadietto accanto al fornello.
-Se è questo quello che
desideri…trova la sua tomba…-
Non era quello che speravo: una
ricerca che mi avrebbe portato davanti a una bara nella terra…patetico…ma almeno
niente ospedale…annuii.
Mi stava allungando delle
fotografie: due in bianco e nero e una a colori, ma di periodi palesemente
diversi.
- Questi siamo io e mio marito
negli anni ’50.- L’immagine era chiara e nitida.
- E’ stata scattata al
matrimonio di mio figlio Henry…era il 1955…lui è il primo a destra
nell’altra…aveva 14 anni.-
La presi in mano: nitida e
chiara. – Gli altri sono Martha, Joshua, Lance e Judith…per qualche assurda
ragione ho scritto i nomi dietro: è stata una vera fortuna…nella terza ci sono
tutti i miei nipoti…è dell’anno scorso…-
Me le passai tra le dita…era
incredibile la quantità di persone che arrivano e se ne vanno in soli 60…in una
solo famiglia si superava la ventina…la mia ricerca era proprio finita…
- Se scopri dove è sepolta
appoggiale sopra, per favore…e …e dì…che….-
Scoppiò in lacrime…sapevo cosa
voleva che dicessi…l’abbracciai e aspettai che suo nipote tornasse…senza
riuscire a dire un’altra parola.
- Ti prego, per favore, Anne!!
Non lo saprà nessuno…dai….20 minuti….poi me ne vado e non rompo più, giuro…ti
scongiuro!!!-
- Ma tu sei matta!! Se mi
beccano a farti usare gli archivi senza permesso mi sbattono fuori!!!-
- Anne per favore…20, no, 10
minuti…so già cosa cercare…il tuo capo è uscito…appena lo vedi alla finestra mi
vieni a chiamare…ho anche una scusa pronta…Dai…poi mi tolgo dai piedi!-
- Muoviti, fila…ma non fare
rumore…te la ricordi la password??-
- Sì, sì, grazie!! Ti voglio
troppo bene…Grazie!!-
Accesi e dopo pochi minuti la
pagina degli archivi della città era pronta: Carlisle Cullen.
Apparve una pagina, ma non era
riportata altra informazione oltre il trasferimento.
Imprecai a bocca chiusa, ma
riuscii trovare una foto sua e della famiglia…cavoli, si capiva il motivo
dell’invidia della Bella scomparsa nel nulla…insomma…
Scossi la testa e ordinai la
stampa, ma mentre prendevo in mano il foglio Anne mi chiamò: .- Ly!! Spicciati e
vieni fuori!!-
Chiusi tutto e schizzai davanti
al bancone, fingendo di chiedere informazioni.
Mentre il capo dell’ufficio
entrava sfoderai la mia scusa: - Allora per quel duplicato vengo domani, Anne??-
-Sì, mi raccomando entro le l
5. A domani!-
- Ciao!-
Uscii, tornai a casa e mi misi
al computer: mentre aspettavo che terminasse il caricamento mi mangia un panino.
Chiusi a lampo tutte le
finestre della pubblicità e mi ritrovai davanti alla pagina di Google: pensavo
di trovare informazioni tramite l’ordine dei medici e perciò inserii “ Dottor
Carlisle Cullen”.
Il primo risultato riportava: “
Dottor Carlisle Cullen, Pronto Soccorso dell’ospedale di Forks, Washington.”
L’omonimia mi sembrò strana e
pensai a un articolo di cronaca relativa agli anni ’30…forse aveva fatto
qualcosa di veramente utile…e decisi di aprire la pagina.
Per la sorpresa caddi dalla
sedia finendo sul pavimento…l’home page della clinica risaliva a tre mesi
prima…ma il vero problema era l’immagine sorridente sulla destra.
Tirai fuori dalla tasca il
foglio stropicciato stampato poco prima e, con l’orribile sensazioni di un deja
vu, l’avvicinai allo schermo…fotocopie…gemelli omozigoti.
Spensi tutto alla svelta e
cominciai a ripulire la stanza, il bagno, la cucina, il salotto, il ripostiglio
e persino il garage.
Andai in biblioteca e a correre
per il parco, poi dai miei nonni e rilessi da cima a fondo tutti i documenti del
college, compresi programmi mensili e opportunità di lavoro e sportive.
Niente da fare, niente di
niente.
Il tempo volava a una velocità
sovrumana e il mio cervello aveva tempo di andarsene a spasso: con il passare
delle ore sentii qualcosa che si avvicinava…non avevo idea di cosa diavolo
fosse, ma sapevo che non dovevo assolutamente farlo avvicinare: era pericoloso,
innaturale e sarebbe stato il colpo di grazia definitivo alla mia salute
mentale.
La notte mi piombò addosso
troppo presto e, nonostante tre camomille e una bustina di tranquillante, il
sonno decise di girarmi alla larga…e rimasero le ombre a farmi compagnia.
Avevano forme diverse e
differenti e mutavano ogni secondo: prima erano una pianta, poi un libro, una
maglietta, un mantello…sempre abbastanza complicate da tenere la mia mente
presente.
Quando Morfeo arrivò lo fece
all’improvviso e lento: il mio maledetto subconscio malsano riuscì a risbucare
fuori e a presentarmi la sua inverosimile e perfetta idea in tutta la sua
assurda bellezza.
- Non può essere un sosia o un
caso della genetica…è semplicemente la stessa persona…ed è ancora viva…bella e
forte per l’eternità…quindi non è umano…cosa sarà mai??-
Il maledetto pensiero illogico
urlava nella mia testa, ma non si decideva a rispondere alla sua domanda e
obbligò me a farlo: era così semplice e limpido, terrificante e oscuro.
Vampiro.
Mi girai dall’altra parte
ripentendo il ragionamento milioni di volte, rigirandomi nel letto a ogni nuovo
tentativo: passai al setaccio la teoria alla ricerca di falle e cercai di
sostituire il bellissimo e letale non-morto con qualsiasi altra creatura
mitologica lievemente meno terrificante, ma senza successo.
Di botto anche la mia stanza
non era più sicura: e che cavolo, l’avevo superata o no la fase dei terrori
mitologici??
Il nuovo centro d’attrazione
era di fronte al mio letto: il computer.
C’era qualcosa che dovevo
fare…e una promessa da mantenere….fatta a chi, poi….ma oramai…
Mi tolsi le coperte di dosso e
mi risedetti davanti alla stramaledetta finestra sul mondo che per una benedetta
volta se ne sarebbe dovuta stare zitta.
Con il viso illuminato solo
dalla pagina Internet vuota pensai alla mossa successiva…semplice…andare a
ficcare di nuovo il naso…era diventata la mia specialità.
Cercai informazioni: clima,
collocazione, tempi di percorrenza…ogni cosa possibile su Forks e la penisola
olimpica…combaciava tutto…poco sole, foreste per agguati indisturbati…la mia
maledetta fantasia era diventata il comandante in capo del mio cervello.
Ero arrabbiata e terrorizzata,
ma, in una certo modo, calma: sapevo cosa fare e cosa diavolo era successo.
Prenotai un volo notturno per
il giorno seguente con destinazione Port Angeles: rincitrullita sì, ma ai miei
soldi un po’ ci tenevo ancora.
Arrivata la conferma mi lanciai
sul letto: ero tranquilla, stavo per andarmene all’altro mondo sbranata da dei
vampiri, ma ero felice…se fossi sopravvissuta, la clinica psichiatrica mi
avrebbe buttato fuori come caso inguaribile.
Chiusi gli occhi e quella notte
pensai a quali scuse potessero funzionare per tenere buona…la creatura più
pericolosa e affascinante dell’universo…
Messaggio dall’Autrice pazza
Ciao!!!
Mamma mia…continuate a
seguirmi…me non ci crede…Grazie!!!!
Allora…la nostra sosia ha
scoperto qualcosa…finalmente…
Grazie mille a:
- Wawa chan
- Clitemnestra
- Scarlett Blood
- Kumiko_Chan
Siete davvero tutte troppo gentili…mi viziate XD
Grazie anche a bella95
per avermi aggiunto ai preferiti…grazie cara!!
Ho paura che dovrò rallentare il ritmo perché…ehmmm….sono
lievemente incasinata con la scuola…e se non voglio un debito…T.T
Farò il possibile…giuro.
Un bacio a tutte e alla prossima
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