Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Momoka chan    24/03/2009    5 recensioni
Rochestre,1933: una diciottenne sparisce e, dopo il dolore, la famiglia prova a dimenticarla...ma esistono gli imprevisti e i segreti possono non rimanere tali se nasce qualcuno uguale e diverso a chi si è cercato di scordare.... E' la mia prima ff, siate buone!!
Genere: Romantico, Commedia, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rosalie Hale
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Strange Dreams

Strange Dreams

 

 

 

La notte non è un buon momento per le domande senza risposta: le soluzioni trovate sono così assurde e perfette che uno finisce per crederci veramente. 

 

 

Respirai a fondo e mi avvicinai alla porta: era rosso lucido e vicino allo zerbino era posato un vaso di terracotta.

Prima di suonare il campanello ricordai a me stessa che c’era una consistente possibilità di ricevere solo uno sguardo nervosamente sorpreso e un –Fuori!-.

Per non considerare]’alta probabilità che il mio testimone non fosse in grado di raccontarmi niente: il fatto che la migliore amica fosse ancora viva non ne garantiva la salute…accidenti all’invecchiamento…e ai database male informati del comune.

Il giorno precedente ero andata in municipio a un orario preoccupantemente mattiniero e avevo iniziata a tartassare e supplicare Anne, una compagna di scuola che lavorava lì per l’estate: all’inizio era stata irremovibile ma dopo un’ora dei miei –Per favore, ti pregotipregotiprego-  anche un sordo avrebbe ceduto e così ero riuscita a scoprire che la mia sosia era la sorella maggiore di mio nonno….non comment….ma soprattutto che Vera Clivston era ancora viva e che viveva per giunta a pochi chilometri da me.

E così mi ritrovavo davanti alla casa di una perfetta sconosciuta, della quale però sapevo probabilmente di più di una buona metà dei suoi concittadini.

Suonai e mi lisciai il maglioncino per l’ennesima volta: ero nervosa perché…neanche lo sapevo…forse perché quella donna rappresentava l’ultimo legame con qualcosa di oscuro e misterioso.

- Ehi, ciao!-

-Ehhh?...O ciao!- Ad aprire la porta era venuto un ragazzo di circa 20 anni, con folti riccioli neri e gli occhi verdi che mi sorrideva incuriosito e un po’ ammiccante…non era male.

- Posso aiutarti?? Ti serve qualcosa?-

- Mi chiamo Lily Hale…e …e cerco Vera Clivston…sono la nipote di un’amica d’infanzia-

- Mia nonna? Certo entra…entra pure…vieni-

-Grazie mille-

-A proposito, io sono Sean-

-Piacere…Lily…ma lo sai già.-

-Di dove sei? Non ti ho mai vista...-

- Rochestre…qua vicino…perché??-

- Sono tutte così carine?? Mi sa di no…-

- E qui tutti così curiosi?? Anche a me sa di no.-

- Okkaaaaaaaaiiiii!-

Infilò la testa nella porta a vetri e afferrò lo zaino appoggiato allo stipite.

-Nonna, c’è una ragazza che è venuta a farti visita…e io adesso vado al lavoro…ci vediamo.-

- Ciao, spero di rivederti.-

Gli sorrisi e lo guardai prendere la giacca e uscire.

- Signorina, che fa? Non entra??-

Un altro respiro. Pronta.

- Buongiorno. Mi chiamo…-

Vera si alzò quasi di scatta: a dispetto dell’età era ancora in salute e il viso sembrava giovane.

- O cielo santo! Sei…sei…uguale a…a lei…-

Scossi leggermente la testa e lasciai che mi accarezzasse la guancia.

-Sono Lily Ivy Hale…la nipote di Thomas, il fratello di…Rosalie.-

Si risedette sulla poltrona e me ne indicò un’altra accanto alla sua.

- E’ incredibile…le assomigli così tanto…sembrate due gocce d’acqua…uguali…forse la linea delle guance…ho veramente creduto che fossi lei…anche se non è possibile…-

Accavallai appena le gambe e poi la guardai in viso: avevo così tante domande…cosa era successo dopo?

Ma comincia a raccontarle tutto quello che avevo scoperto prima: era giusto così, avevo ficcato il naso anche nei fatti dell’anziana davanti a me.

- Sai, non mi stupisce che non ti abbiano mai detto niente. La scomparsa di Rose li ha distrutti…avranno pensato che sarebbe stato meglio  provare a dimenticarsene…non farlo mai, se vuoi il mio parere: non siamo fatti per scordarci degli altri e quando poi i ricordi riaffiorano sono solo più dolorosi…Piccola, perché sei venuta da me? Capisco che forse i tuoi non ti vogliano raccontare niente…ma …tu vuoi sapere anche che tipo era lei, giusto?-

-Sì…ma vede…mi sembra quasi che non me ne parlino perché hanno paura che mi accada qualcosa di simile…avete mai scoperto dell’altro??-

-Sai solo che è sparita, giusto? Allora finirò io di raccontarti.

L’ultima che l’ha vista sono stata io…era venuta a trovarmi per vedere Henry…non era sera tardi…ma non è mai tornata a casa…e la mattina dopo hanno trovato dei brandelli del suo vestito, sporchi di sangue, nel vicolo dietro casa sua…e tante forcine sparpagliate dappertutto…i capelli biondi strappati arricciati attorno…nessuno sa per certo cosa sia successo ma lo immaginiamo tutti benissimo…-

Tolse il fazzoletto dalla tasca.

Morivo dalla voglia di scappare e dimenticare quella maledetta faccenda…ma ormai ero arrivata troppo lontano…un po’ come quando leggi un libro che non ti piace veramente, ma superata la metà sei  obbligata a finirlo solo per toglierti la curiosità…la mia era angoscia…soprattutto perché se quella era solo la metà…a fine ricerca mi  sarei di certo dovuta ricoverare in una clinica psichiatrica, poco ma sicuro.

- Era questo che volevi sapere?-

-Veramente no…lei… che tipo era? Insomma, cosa le piaceva fare?-

- Era una ragazza, a parte per il suo aspetto veramente splendido, come ce ne sono tante dappertutto…le piaceva ridere, scherzare, ballare…suonava il pianoforte bene e aveva una bella voce limpida e….ed era letteralmente ossessionata dal suo aspetto…senza alcun motivo, per giunta: anche con uno strofinaccio sarebbe stata stupenda…era pungente e sarcastica…ma si arrabbiava se qualcuno faceva lo stesso con lei…a parte che con me…ci siamo prese in giro alla follia per migliaia si volte.

Mi dispiace dirlo, ma è sempre stata anche un po’ superficiale…penso per via dell’ambiente in cui è cresciuta…ma sono sicura che per aiutare una sua futura famiglia si sarebbe potuta trasformare anche in una contadina…la cosa più importante però è un’altra: era, è e resterà la  mia migliore amica…povera sciocca ragazza di paglia…era il suo vecchio soprannome…-

-Vera, mi scusi…a lei…non piaceva qualcuno? Antipatie reali…odio??-

- Non ho mai visto Rosie odiare qualcuno…disprezzarlo sì, averlo in antipatia anche, ma odiare…per quanto fosse stata capace di malignità…era troppo buona e materna…che strana madre meravigliosa sarebbe potuta diventare!...per una cosa simile…l’unica volta che ce l’ho vista vicina è stato quando in città era arrivata una nuova famiglia…i …-

-I Cullen…il ragazzo rosso..-

- O mio Dio!! Avresti dovuto sentire cosa ha tirato dietro a quel poveretto…se le maledizioni funzionano non lo invidio proprio…era riuscita perfino a fargli il verso…si era messa in testa uno strofinaccio rosso, legata due pezzi di stoffa sulla schiena e aveva iniziato a girare per la stanza camminando sulle punte, guardando il pavimento e borbottando – Sono l’angelo dei pazzi falliti con le ragazze! -  muovendo le braccia come due ali…sono scivolata dalla sedia per la risate…penso che le facesse rabbia la bellezza del ragazzo…era veramente un sogno apparso per errore nella realtà…tale e quale al fratello maggiore…una sera mi era ritrovata in un’accesa discussione su quale dei due fosse più attraente…la questione non è mai stata risolta…-

Ridacchiai con lei…sapevo di cosa parlava…le discussioni chièilpiùbelloperte erano sempre molto interessanti…

- E poi?? Il fidanzato di Rosalie si è risposato-

- Non lo ha mai fatto.-

Sulle prime pensai a un ultimo atto d’amore per la fidanzata scomparsa a ne rimasi meravigliata.

- E’ stato ucciso neanche due mesi dopo la scomparsa di Rosalie…gli hanno spezzato l’osso del collo…probabilmente è stato un serial killer…prima ne erano venuti altri 4….tutti ammazzati allo stesso identico modo…orribile…-

- Perciò ora non c’è più nessun altro che sappia di lei?-

- No, mia cara, no. Ascoltami, lei è morta. Non c’è nessun altra spiegazione…non dimenticartela….ma lasciala riposare in pace…dovunque sia…è stata una gioia vederti, piccola: per un attimo è stato come riaverla qui…grazie.-

Non volevo alzarmi…qualcosa mi tratteneva a quella poltrona…

-Ci deve essere qualcosa che posso ancora fare… una qualsiasi.-

Vera si girò e fissò un armadietto accanto al fornello.

-Se è questo quello che desideri…trova la sua tomba…-

Non era quello che speravo: una ricerca che mi avrebbe portato davanti a una bara nella terra…patetico…ma almeno niente ospedale…annuii.

Mi stava allungando delle fotografie: due in bianco e nero e una a colori, ma di periodi palesemente diversi.

- Questi siamo io e mio marito negli anni ’50.- L’immagine era chiara e nitida.

- E’ stata scattata al matrimonio di mio figlio Henry…era il 1955…lui è il primo a destra nell’altra…aveva 14 anni.-

La presi in mano: nitida e chiara. – Gli altri sono Martha, Joshua, Lance e Judith…per qualche assurda ragione ho scritto i nomi dietro: è stata una vera fortuna…nella terza ci sono tutti i miei nipoti…è dell’anno scorso…-

Me le passai tra le dita…era incredibile la quantità di persone che arrivano e se ne vanno in soli 60…in una solo famiglia si superava la ventina…la mia ricerca era proprio finita…

- Se scopri dove è sepolta appoggiale sopra, per favore…e …e dì…che….-

Scoppiò in lacrime…sapevo cosa voleva che dicessi…l’abbracciai e aspettai che suo nipote tornasse…senza riuscire a dire un’altra parola.

 

- Ti prego, per favore, Anne!! Non lo saprà nessuno…dai….20 minuti….poi me ne vado e non rompo più, giuro…ti scongiuro!!!-

- Ma tu sei matta!! Se mi beccano a farti usare gli archivi senza permesso mi sbattono fuori!!!-

- Anne per favore…20, no, 10 minuti…so già cosa cercare…il tuo capo è uscito…appena lo vedi alla finestra mi vieni a chiamare…ho anche una scusa pronta…Dai…poi mi tolgo dai piedi!-

- Muoviti, fila…ma non fare rumore…te la ricordi la password??-

- Sì, sì, grazie!! Ti voglio troppo bene…Grazie!!-

Accesi e dopo pochi minuti la pagina degli archivi della città era pronta: Carlisle Cullen.

Apparve una pagina, ma non era riportata altra informazione oltre il trasferimento.

Imprecai a bocca chiusa, ma riuscii trovare una foto sua e della famiglia…cavoli, si capiva il motivo dell’invidia della Bella scomparsa nel nulla…insomma…

Scossi la testa e ordinai la stampa, ma mentre prendevo in mano il foglio Anne mi chiamò: .- Ly!! Spicciati e vieni fuori!!-

Chiusi tutto e schizzai davanti al bancone, fingendo di chiedere informazioni.

Mentre il capo dell’ufficio entrava sfoderai la mia scusa: - Allora per quel duplicato vengo domani, Anne??-

-Sì, mi raccomando entro le l 5. A domani!-

- Ciao!-

Uscii, tornai a casa e mi misi al computer: mentre aspettavo che terminasse il caricamento mi mangia un panino.

Chiusi a lampo tutte le finestre della pubblicità e mi ritrovai davanti alla pagina di Google: pensavo di trovare informazioni tramite l’ordine dei medici e perciò inserii “ Dottor Carlisle Cullen”.

Il primo risultato riportava: “ Dottor Carlisle Cullen, Pronto Soccorso dell’ospedale di Forks, Washington.”

L’omonimia mi sembrò strana e pensai a un articolo di cronaca relativa agli anni ’30…forse aveva fatto qualcosa di veramente utile…e decisi di aprire la pagina.

Per la sorpresa caddi dalla sedia finendo sul pavimento…l’home page della clinica risaliva a tre mesi prima…ma il vero problema era l’immagine sorridente sulla destra.

Tirai fuori dalla tasca il foglio stropicciato stampato poco prima e, con l’orribile sensazioni di un deja vu, l’avvicinai allo schermo…fotocopie…gemelli omozigoti.

Spensi tutto alla svelta e cominciai a ripulire la stanza, il bagno, la cucina, il salotto, il ripostiglio e persino il garage.

Andai in biblioteca e a correre per il parco, poi dai miei nonni e rilessi da cima a fondo tutti i documenti del college, compresi programmi mensili e opportunità di lavoro e sportive.

Niente da fare, niente di niente.

Il tempo volava a una velocità sovrumana e il mio cervello aveva tempo di andarsene a spasso: con il passare delle ore sentii qualcosa che si avvicinava…non avevo idea di cosa diavolo fosse, ma sapevo che non dovevo assolutamente farlo avvicinare: era pericoloso, innaturale e sarebbe stato il colpo di grazia definitivo alla mia salute mentale.

La notte mi piombò addosso troppo presto e, nonostante tre camomille e una bustina di tranquillante, il sonno decise di girarmi alla larga…e rimasero le ombre a farmi compagnia.

Avevano forme diverse e differenti e mutavano ogni secondo: prima erano una pianta, poi un libro, una maglietta, un mantello…sempre abbastanza complicate da tenere la mia mente presente.

Quando Morfeo arrivò lo fece all’improvviso e lento: il mio maledetto subconscio malsano riuscì a risbucare fuori e a presentarmi la sua inverosimile e perfetta idea in tutta la sua assurda bellezza.

- Non può essere un sosia o un caso della genetica…è semplicemente la stessa persona…ed è ancora viva…bella e forte per l’eternità…quindi non è umano…cosa sarà mai??-

Il maledetto pensiero illogico urlava nella mia testa, ma non si decideva a rispondere alla sua domanda e obbligò me a farlo: era così semplice e limpido, terrificante e oscuro.

Vampiro.

Mi girai dall’altra parte ripentendo il ragionamento milioni di volte, rigirandomi nel letto a ogni nuovo tentativo: passai al setaccio la teoria alla ricerca di falle e cercai di sostituire il bellissimo e letale non-morto con qualsiasi altra creatura mitologica lievemente meno terrificante, ma senza successo.

Di botto anche la mia stanza non era più sicura: e che cavolo, l’avevo superata o no la fase dei terrori mitologici??

Il nuovo centro d’attrazione era di fronte al mio letto: il computer.

C’era qualcosa che dovevo fare…e una promessa da mantenere….fatta a chi, poi….ma oramai…

Mi tolsi le coperte di dosso e mi risedetti davanti alla stramaledetta finestra sul mondo che per una benedetta volta se ne sarebbe dovuta stare zitta.

Con il viso illuminato solo dalla pagina Internet vuota pensai alla mossa successiva…semplice…andare a ficcare di nuovo il naso…era diventata la mia specialità.

Cercai informazioni: clima, collocazione, tempi di percorrenza…ogni cosa possibile su Forks e la penisola olimpica…combaciava tutto…poco sole, foreste per agguati indisturbati…la mia maledetta fantasia era diventata il comandante in capo del mio cervello.

Ero arrabbiata e terrorizzata, ma, in  una certo modo, calma: sapevo cosa fare e cosa diavolo era successo.

Prenotai un volo notturno per il giorno seguente con destinazione  Port Angeles: rincitrullita sì, ma ai miei soldi un po’ ci tenevo ancora.

Arrivata la conferma mi lanciai sul letto: ero tranquilla, stavo per andarmene all’altro mondo sbranata da dei vampiri, ma ero felice…se fossi sopravvissuta, la clinica psichiatrica mi avrebbe buttato fuori come caso inguaribile.

Chiusi gli occhi e quella notte pensai a quali scuse potessero funzionare per tenere buona…la creatura più pericolosa e affascinante dell’universo…  

 

                                                                                 

 

Messaggio dall’Autrice pazza

 

Ciao!!!

Mamma mia…continuate a seguirmi…me non ci crede…Grazie!!!!

Allora…la nostra sosia ha scoperto qualcosa…finalmente…

Grazie mille a:

  • Wawa chan
  • Clitemnestra
  • Scarlett Blood
  • Kumiko_Chan

Siete davvero tutte troppo gentili…mi viziate XD

Grazie anche a bella95 per avermi aggiunto ai preferiti…grazie cara!!

Ho paura che dovrò rallentare il ritmo perché…ehmmm….sono lievemente incasinata con la scuola…e se non voglio un debito…T.T

Farò il possibile…giuro.

Un bacio a tutte e alla prossima

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Momoka chan