HO PRESTO
7!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Non so quanto ve ne possa fregare,
ma
comunque ve lo dico lo stesso xD Sono veramente contenta di
ciò! *-*
Eheheheheh, sapete questo è uno dei miei
capitoli preferiti, perché sono morta dal ridere mentre lo
scrivevo…sono un po’
stronza però xD capirete poi il perché!
Vabbè, ora è meglio che scappi a
studiare, quindi non mi dilungherò xD
Come sempre ringrazio chi ha messo la
storia tra i preferiti, chi ha letto e chi ha commentato! (NON
SONO RIUSCITA A RISPONDERE A TUTTE lE RECENSIONI DELLO SCORSO CAPITOLO,
SORRY!
xD PER SABATO LE AVRETE! :D)
EmilyAtwood: ciao carissima!
Grazie 1000, sei sempre
gentilissima! :) *al solo pensare di dormire con Rob mi viene
la pelle
d'oca(dormire? Io non resisterei un secondo a controllare la mia
libido!Ma ho
20 anni quindi andrebbe anche bene...)* hey, non fregare
Robert a Giulia :P
*la nostra piccola Giulia riuscirà a mantenere
stretto il suo amato Rob?*
mah, chi lo sa xD un bacio, ciaooooo
Sognatrice85: ciao Marghe! *Mi
sono letteralmente
mangiata questo capitolo!!!Perfetto, anzi perfettissimo...Giulls sei
grande!!!*
grazieeeeeeeeeeeeeeeeee!!! *-* *aspetto il prossimo capitolo e
spero sia
mercoledì* contenta??? :D un baciooooooooooooooooo
fedev82: hola
gemellì!!! *io ti faccio una
statua alta 3.000.000 metri!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!io
ti
adoro!!!!!!!!!!non vedo l'ora di vedere il seguito!!!!!!!*
qualcosa mi dice
che ti è piaciuto vedere Ash e Jack, vero? xD *appena
ho letto che jack
metteva un braccio intorno alle spalle di ash ho iniziato ha fare i
salti
mortali per la stanza dalla gioia!!!! credo di aver svegliato i miei e
i miei
vicini!!!!!* speriamo che ora non ci odino xD *ma
non ci posso fare
niente tu mi fai questo effetto!!!!!!!!!!!!!!!!!* io o Ash e
Jack? xD un
bacio, ti voglio beneeeee!!!
ilachan89yamapi: ciao carissima!!
:) *Che cattivi gli
ex amici di robert* già, fortuna che Rob ha altri
amici che sono di gran
lunga meglio di loro…*quando succederà
la prima volta di giulia* beh…è
un po’ in là xD è nel capitolo 36 =D un
bacio e grazie 1000!!
privi93:
ciaooooooooooo!!! ^^ *Jared anche
troppo carino c'è lo vedo "insegnate privato"* lo
vorrei io
un’insegnante come lui, altroché! *gli
unici complimenti vanno a te ke hai
creato tutto questo* *-* grazie 1000, sei gentilissima! ^^ *mi
è venuta
troppa curiosità per la storia delle morti di jacob,corro
subito a
leggerla,cosìmi faccio 4 risate visto ke non lo sopporto
come personaggio*
evvai, un’altra anti-jake xD poi dimmi cosa ne pensi xD un
baciooooooooooo
cold
ice: ciao!! *questa
ff è stupenda!!!*
grazie!!! :) *povero robert sicuramente quelli non lo meritano
come amico!*
no, infatti! Fortunatamente lui ha amici di gran lunga migliori! Un
bacio e
spero ti piaccia il nuovo capitolo! ^^
KikiCullen:
fragolì ce l’abbiamo
fattaaaaaaaaaaaaa!!! Un bell’EVVIVA A NOI!!! :D *equazioni?
la mia prof a
suo tempo disse: prendete le x e mettetele da un lato, il resto
dall'altro e
poi cambiate i segni....capito???* ahahahahaha! La tua prof
è una sborona
xD *non te la prendere ma io a volte vedo bene insieme pure
kris e Rob, per
la logica se non può stare con me ( nel tuo caso Giulia) o
rimane single o sta
con Kris* prrrrrrr! Robert è mio U.U *Ma
davvero la mamma di Rob si
chiama claire?* sisi, davvero! E pensa che ho anche la sua
foto xD *e
stava con katie e ha tradito cn lei la sua ragazza??*
ehm…no, quello l’ho
inventato…ma se scopro che è vero il mio lavoro
sarà fare la maga!! xD *Finalmente
giulia ha letto le morti di jacob, perchè sono miticheee!
aggiorna pure quelle
quando puoi* purtroppo non ho ispirazione :( ho aggiornato,
contenta??? Un
bacio ti voglio beneeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!
kiarab: ciao bella!! *ma
cavolo questi due
dormono sempreeeeee!!* ovvio che dormono alla sera, cosa
dovrebbero fare
altrimenti? (pas radar attivato xD) un bacioooooooooooooooooooooo
milly92: mon
amour!!!!!!!! *Bellissimo
chappy, mi è piaciuta moltissimo la scena in cui sono
"ricomparsi"
tutti, si sentiva proprio la loro mancanza!* a me mancava
Kellan!!! :D *Sono
morta dalle risate quando Giulia credeva che ci fosse un ladro in casa
e invece
era la madre di Rob! Ammetto che, visto che aveva indosso solo la
maglia di
Rob, io al suo posto avrei preferito che fosse il ladro*
meglio il ladro di
gran lunga, sìsì! Ma…se il ladro fosse
stata la mamma? :S *Complimentissimi,
ormai non mi stupisco più della tua bravura!* *-*
grazie tesorooooooo!!! Un
bacio ti voglio benee
CriPattinson: ciao bella!!! *Magari
avessi un prof
di matematica come Jared, seguirei le lezioni una buona volta!!! Invece
mi
ritrovo uno k ha sbalzi d'umore incredibili...passa dall'allegria
all'isteria
in un quarto d'ora!!!* ma…parli del tuo prof o
della mia? xD no perché sono
uguali…sono fratelli per caso? xD *Ash e jack
insieme, li vedo benissimo.Cmq
a me Rob e Giulia piacciono sempre di più* teneri
come coppie, vero? :D *domani
due verifiche e un int!!* oi tesoro come è
andata???? Un bacioooooooo ^^
Bene
ragazze, ora vi auguro una buona
lettura. A sabato!! Baci Giulls
25.
TI VOGLIO BENE, LO
SAI…MA LEI PROPRIO NON L’APPROVO!
La
mattina seguente mi svegliai con l’agitazione alle stelle per
il pranzo con la famiglia di Robert e nonostante lui mi avesse ripetuto
tantissime volte di stare tranquilla perché mi avevano
già presa in simpatia,
continuavo ad avere paura perché temevo che chi tra di loro
non mi aveva ancora
conosciuta potesse pensare che ero interessata a lui solo per la fama e
i suoi
soldi.
< Hey, bell’addormentata sei ancora tra di noi?
> chiese
Robert toccandomi il braccio.
< Cosa? > domandai ridestandomi dai miei pensiero.
< Hey, buongiorno! È da dieci minuti che ti chiamo
>
< Oh, scusa amore…stavo pensando al pranzo di
oggi… >
< Hai ancora paura? >
< Sì, non immagini quanto… >
< Forza piccola, guardami > disse prendendomi per le
braccia
e portandomi a sedere sul letto < te lo ripeto: a mia mamma e a
mia sorella
piaci, mio padre e mio nonno quando ci hanno visti alla premiere, mi
hanno
lasciato un messaggio in segreteria dicendomi che non dovevo lasciarti
scappare
perché sembravi una bellissima persona a prima vista e i
miei nipoti stravedono
per te >
< E tua nonna? Se non sbaglio è lei l’osso
duro di famiglia
> dissi incrociando le braccia.
< Beh, quello è vero >
< Ecco, vedi? E se non dovessi piacerle? > domandai
sbuffando.
< Beh, sono problemi suoi. È a me che devi piacere,
non a lei…e
a me piaci tanto > rispose sorridendo e baciandomi una guancia.
< Credo che l’unica cosa da fare ora sia cercare di
farsi poche
paranoie > dissi allontanandomi dal letto.
< Bravissima, così ti voglio! >
esclamò sorridendomi.
< Grazie. Ora devo solo scegliere cosa indossare > dissi
guardandolo pensierosa.
< A quello c’ho già pensato io…
> rispose alzandosi dal
letto e aprendo l’armadio.
< Ovvero? > domandai inarcando un sopracciglio e lui
senza
dire niente mi passò una sportina con dentro dei vestiti
< e questi? > domandai guardandolo.
< Diciamo un piccolo regalo > rispose sorridendomi.
< O mio dio, sono fantastici! Ma…quando li hai presi?
>
domandai tirando fuori dalla sportina una camicia a righe sottili in
azzurro
chiaro e in bianco e un paio di jeans chiari.
< Li ho comprati ieri mattina mentre tornavo a casa dalla
palestra. Sono passato davanti ad un negozio e li ho visti in vetrina.
Davvero
ti piacciono? >
< E me lo chiedi anche? Sono meravigliosi, ma non dovevi
spendere soldi per me > dissi baciandolo sulle labbra come
ringraziamento.
< Mi fa piacere che ti piacciano… > rispose
tra un bacio e
l’altro.
< Moltissimo! >
< Forza, ora valli a provare >
< Agli ordini! > dissi dirigendomi verso il bagno e
ritornando in camera pochi minuti dopo.
< Stai benissimo! > esclamò Robert non appena
mi vide.
< Grazie > risposi sorridendo < mi dai cinque
minuti? Poi
se vuoi sono pronta per andare via > aggiunsi guardando
l’orologio e
constatando che era abbastanza tardi.
< Anche dieci minuti se vuoi! > disse facendomi
l’occhiolino.
Tornai in bagno e mi lavai i denti, dopodiché mi truccai
leggermente, mi pettinai e infine uscii dal bagno.
< Ok, sono pronta >
< Bene. Vogliamo andare? > domandò offrendomi
il braccio.
< Certamente, solo una cosa: non è che possiamo
fermarci a
prendere un mazzo di fiori per tua nonna e una piantina per tua mamma?
>
domandai guardandolo.
< Tutto quello che vuoi piccola > rispose sorridendomi.
Passammo a casa sua e anche lui si preparò e poi ci
dirigemmo dal
fioraio vicino a casa dei suoi genitori, dove Robert mi
consigliò un mazzo di
tulipani per sua Amelia e un bonsai per Claire.
A mezzogiorno e mezza preciso arrivammo davanti a casa Pattinson: era
una villetta bianca a due piani, ma a differenza di quelle che vi erano
attorno
era molto più piccola. Accanto alla casa vi era un garage e
un giardinetto con
al centro la griglia per il barbecue.
Arrivati davanti alla porta feci un profondo respiro, cercai la
mano di Robert trovandola senza fatica e dopo che Robert mi diede un
leggero
bacio sulla tempia suonò alla porta.
< Zio Rob! > urlarono in coro Samantha e Brian quando
aprirono la porta.
< Ciao piccole pesti! Accipicchia Sam, sembri una vera
principessa oggi > disse Robert scompigliando i capelli di sua
nipote.
< No zio Rob! Ora ho tutti i capelli messi male! >
rispose
Samantha sbuffando.
< Sam, vieni qui che te li sistemo io… > dissi
sorridendo
alla bambina, la quale mi regalò un sorriso a trentadue
denti.
< Grazie Giulia! > esclamò abbracciandomi e
baciandomi sulla
guancia non appena finii.
< Di niente tesoro. E tu ometto non mi baci? > domandai
rivolta a Brian, che non se lo fece ripetere due volte e mi si
attaccò al collo.
< Ehm…Brian che ne dici, ti stacchi dal suo collo?
> chiese
Robert dopo cinque minuti.
< Lo zio Rob è geloso… > mi disse
Brian in un orecchio.
< Sì, è geloso perché sa che
sei mille volte più bello di lui
> risposi accarezzandogli una guancia e con la coda
dell’occhio guardai
verso Robert, che sgranò gli occhi ed io divertita gli feci
la linguaccia.
< Sono davvero più bello di lui? >
domandò Brian
felicissimo.
< Sì piccolo, sei bellissimo >
< Talmente bello che mi sposerai quando sarò
cresciuto? >
< Assolutamente > risposi sorridendogli.
< Evvai! > urlò correndo in casa con Samantha.
< C’è qualcosa che dovrei sapere amore?
> domandò Robert
guardandomi con uno sguardo accigliato poco prima che entrassimo in
casa.
< Mmm…no, direi proprio di no > risposi
sorridendogli con
uno sguardo da cerbiatta e lui iniziò a ridere divertito,
esattamente come
speravo.
Intrecciò le mani con le mie e mi avvicinò a
sé baciandomi
inizialmente dolcemente e poi approfondendo sempre di più.
< Buongiorno ragazzi > esclamò una voce che mi
fece
sobbalzare.
< Ciao Lizzy > disse Robert sorridendole e comportandosi
come se non fosse successo niente, a differenza mia che la salutai
imbarazzatissima.
< Tesoro, come stai? Il piede? > domandò
guardandomi
apprensivamente.
< Sto bene, grazie Lizzy. Ho smesso di usare le stampelle e
piano piano sto ricominciando a camminare senza avere più
male >
< Oh che bello, mi fa molto piacere >
< Grazie…e grazie anche per i fiori e per il
bigliettino. Siete
stati troppo gentili >
< È stato un piacere cara. Ma non state lì
fuori, entrate! La
nonna è un po’ suscettibile perché ha
fame > ci disse facendoci passare.
< Robert! > esclamò un signore sui
settant’anni non appena
entrammo.
< Ciao nonno! > rispose Robert abbracciandolo e poi
aggiunse
< nonno lei è Giulia, la mia ragazza. Piccola, lui
è mio nonno Alfred >
< Buongiorno signore > dissi sorridendogli e allungando
la
mano.
< Ciao cara, è un vero piacere conoscerti >
rispose
stringendomi la mano e sorridendo a sua volta.
< Il piacere è tutto mio > risposi un
po’ imbarazzata.
< Ciao ragazzi > disse Claire venendo anche lei
nell’ingresso.
< Ciao mamma! >
< Ciao Claire >
< Tutto bene? > ci chiese.
< Sì, certo! > rispose Robert per entrambi.
“No, per niente” pensai
terrorizzata, ma alla fine mi
ritrovai ad annuire.
< Claire, questa è per te > dissi dandole il
bonsai.
< Oh, grazie tesoro non dovevi! > rispose sorridendomi e
baciandomi sulle guance.
< Eccoli finalmente! > esclamò venendoci
incontro un uomo
sui quarant’anni: era molto alto, aveva gli stessi occhi di
Robert e il suo
stesso sorriso ed era biondo.
< Buongiorno papà! > disse Robert abbracciando
anche suo
padre.
< E chi sarebbe questa splendida ragazza? >
domandò il padre
di Robert guardandomi.
< Piacere di conoscerla signor Pattinson, sono Giulia >
< Ciao Giulia, il piacere è tutto mio. Caspita, dal
vivo sei
più bella che dalla TV > disse facendomi arrossire e
prendendo la mia mano
per fare il baciamano.
< Richard tesoro, non provarci con la ragazza di tuo figlio!
> lo intimò Claire.
< Ma sì, tanto scommetto che alla nostra amica qui
non
dispiacerebbe! > esclamò facendomi
l’occhiolino e facendo ridere tutti.
< Sarebbe un onore per me > risposi sorridendogli.
< Tesoro, come ti avrà già detto mia
moglie, chiamami pure
Richard e dammi del tu. So di essere vecchio, ma mi piace sentirmi
giovane
>
< Lo farò! > risposi ridendo.
< Robert! > esclamò una ragazza scendendo di
corsa le scale
e saltandogli in braccio non appena scese: era molto alta e magra,
aveva gli occhi
verdi ed era bionda con i capelli a caschetto e la frangia.
< Vic, mi sei mancata un casino! Com’è la
Francia? > domandò
Robert guardandola e sorridendo apertamente.
< È meravigliosa! E poi nella scuola dove lavoro mi
trovo
benissimo > rispose sorridendogli.
< Sono davvero contento! > rispose abbracciandola di
nuovo.
< Tu devi essere Giulia, vero? > domandò la
ragazza
voltandosi verso di me.
< Sì, sono io > risposi sorridendole.
< Io sono Victoria, la più sexy tra tutti i Pattinson
>
rispose sorridendomi e allungando la mano.
< Tanto piacere > risposi sorridendole e ricambiando la
stretta.
< Finalmente ti conosco! Sei diventata una leggenda per me e
mia sorella! >
< Davvero? > domandai sorridendole.
< Certamente! Sei la prima ragazza che Robert presenta alla
famiglia. L’hai proprio stregato, eh? >
Sorrisi imbarazzata.
< Ehm…papà, dov’è la
nonna? > chiese Robert cambiando
discorso.
< Al telefono con sua sorella > rispose lui alzando gli
occhi al cielo.
Robert scoppiò a ridere e mi disse che quando sua nonna
Amelia e
sua sorella erano al telefono, erano capaci di restare al telefono a
parlare
anche per ore.
< Direi di andare nella sala da pranzo intanto che aspettiamo
la nonna. Vieni Giulia, ci sono degli antipasti > mi dissero
Lizzy e
Victoria prendendomi a braccetto.
< Ah piccola, mia nonna è esattamente come i miei
genitori: non
le piace essere chiamata con signora perché la fa sentire
vecchia. Chiamala
pure Amelia > disse Robert quando arrivammo in sala.
< Davvero? >
< Sì tesoro, Rob ha ragione > confermarono
Lizzy e Richard.
< Ok, grazie mille a tutti > risposi grata.
< Nonna! > esclamò Robert quando Amelia
entrò: era una donna
bassa e poco più giovane di Alfred, aveva gli occhi azzurri
e i capelli biondi,
con qualche striatura bianca.
< Robert, angelo mio, come stai? > domandò
tutta sorridente.
< Sto benissimo nonna, tu? Accidenti ad ogni compleanno ti fai
sempre più bella > rispose lui dandole un sonoro
bacio sulla guancia e
involontariamente sorrisi intenerita da quella scena.
< Ma smettila, sono esattamente come la settimana scorsa!
>
obiettò lei ridendo.
< Nonna vorrei presentarti Giulia, la mia ragazza…
> disse
Robert prendendomi per mano e avvicinandomi a lui.
< Salve Amelia, è un vero piacere conoscerla. Buon
compleanno e
questi sono per lei > le dissi sorridendole educatamente e
porgendole il mazzo
di fiori.
< Oh, grazie Gaia… > disse senza neanche
guardarmi.
< Veramente è Giulia > la corressi
educatamente.
< Oh, sì certo…comunque grazie, ma io sono
allergica ai
tulipani… > disse lei.
Sgranai gli occhi e guardai Robert.
< Ma nonna, i tulipani sono sempre stati i tuoi fiori
preferiti… > obiettò Robert.
< No tesoro, sono le ortensie. Sono allergica ai tulipani e poi
non mi piacciono neanche più di tanto > rispose
guardando schifata i fiori e
facendomi sentire in un imbarazzo totale.
< Amelia > ma mi corressi quando mi lanciò
un’occhiata di
ghiaccio < cioè…signora, mi dispiace
tanto, non volevo portarle fiori a cui
era allergica >
< Mmm…no, tranquilla. Allora vogliamo mangiare?
> domandò senza
degnarmi di uno sguardo.
Presi posto di fianco a Robert e Brian, mentre Amelia era accanto
a Brian e ad Alfred.
< Allora Giulia, da dove hai detto che vieni? >
domandò
Amelia rivolgendomi la parola dopo dieci minuti.
< Dall’Italia > risposi educatamente.
< Quindi sei solo di passaggio qui > rispose guardandomi
sottecchi.
< Sì, sono in vacanza ma resterò a Londra
fino ai primi di
settembre >
< E dopo cosa pensi di fare con mio nipote? >
domandò
guardandomi come prima.
< Mamma, ti prego piantala > disse Claire guardando
Amelia.
< Che c’è? Sono solo preoccupata per mio
nipote > rispose
come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.
< Piccola, non badarla. Non so perché faccia
così… > mi
sussurrò Robert quando l’attenzione venne spostata
verso Samantha e Brian.
Annuii poco convinta.
In quel momento il telefono squillò e Samantha
andò a rispondere:
era una chiamata per Amelia, che tornò nella sala da pranzo
dopo cinque minuti
tutta pimpante.
< Oh, Katie è stata veramente carina! Mi ha chiamato
per farmi
gli auguri! > esclamò Amelia non appena si risedette
a tavola < l’ho
invitata a prendere una fetta di torta, ma non poteva venire, aveva un
impegno
alla radio. Che cara ragazza. Tu Giulia hai mai conosciuto Katie Leung?
>
domandò guardandomi.
< No signora > risposi sorridendole forzatamente.
< Oh, che peccato! Sai, è davvero una gran bella
persona, sia
fisicamente che caratterialmente…una cara ragazza >
disse lei sorridendomi.
< Nonna, ti prego > disse Robert guardandola severamente,
ma
lei ignorò il suo sguardo.
< Sai che sono grandi amici lei e Robert? >
< Sì signora, lo so > continuai a rispondere
educatamente, nonostante
fossi leggermente infastidita.
< Hey nonna, perché non prendi ancora un
po’ di pasta? >
domandò Victoria tentando di cambiare discorso, ma Amelia
non ascoltò neanche
lei.
< E poi lei è così bella: ha uno sguardo
così innocente e
quegl’occhi dolci…sembra una bambolina >
< Nonna, ti dispiacerebbe non monopolizzare la conversazione su
Katie? > domandò Robert irritato.
Sulla tavola cadde un silenzio pesante.
< Senti Giulia, quanti anni hai? > mi chiese Amelia.
< Sedici > risposi con un sussurro.
< Sedici? Ma sei ancora una bambina! > esclamò
lei.
< Non mi reputo tale. Ho solo sedic’anni, lo ammetto,
ma sono
in grado di fare le mie scelte e di accettarne le conseguenze >
dissi
stizzita.
< Quindi sai già cosa vuoi nella vita? >
< In parte… > risposi guardando Robert e
sorridendogli e lui
fece lo stesso con me. Guardai Amelia con la coda dell’occhio
e mi sembrò che
stesse roteando i suoi.
< Sai già cosa farai quando finirai gli studi?
>
< Veramente no >
< Oh, bisogna imparare a decidersi in fretta nella vita. Per
esempio, Katie a dodic’anni sapeva già che sarebbe
diventata un’attrice… >
< Un applauso per Katie > risposi sarcastica in italiano.
< Come prego? > domandò Amelia guardandomi.
< Dicevo che è bello avere già in testa le
idee chiare >
risposi mentendo.
< E tu perché non le hai? > domandò
guardandomi.
< Per il semplice fatto che ho ancora qualche anno di liceo
linguistico da frequentare e quindi posso ancora permettermi di non
decidere
già il mio futuro > obiettai un po’
alterata, ma sempre educatamente.
< E finito il liceo vorresti frequentare
un’università? >
< Sì >
< Dove? >
< Questo non lo so >
< Sai che Katie avrebbe voluto frequentare Oxford se non fosse
diventata attrice? >
< Bene > risposi educatamente ma con una vena di sarcasmo
mentre giocavo con le mie patate.
< Oh Robert, a proposito di Katie, ho trovato in un vecchio
album le vostre foto di quando siamo andati tutti insieme in vacanza in
Irlanda. Voglio fare tre copie di quella dove voi due siete abbracciati
al mare
con dietro il tramonto: una per te, una per lei e una che io possa
appendere in
casa. Lei è venuta veramente bene in quella foto,
è ancora più bella del
normale e siete bellissimi abbracciati così…una
coppia perfetta >
< Nonna adesso smettila chiaro? > urlò Robert
sbattendo le
mani sul tavolo e facendo sobbalzare tutti, me compresa.
< Zio Rob… > sussurrò Samantha
spaventata e sgranando gli
occhi.
< Piccola, andiamocene > mi disse dopo essersi alzato in
piedi e avermi preso per mano.
Riuscii solo a sussurrare un “arrivederci”,
dopo di che
venni trascinata in macchina da Robert. Mi aprì la portiera
per farmi
accomodare,poi entrò anche lui e infine partì con
una sgommata.
< Giulia sono mortificato, non hai idea di quanto io mi senta
in colpa in questo momento. Non pensavo che mia nonna si comportasse
così, non
l’aveva mai fatto… > disse dopo qualche
minuto di silenzio mentre mi
accarezzava una guancia.
< Non sentirti così, tu non hai fatto niente >
risposi
rivolta al finestrino.
In quel momento i genitori di Robert lo chiamarono al telefono e,
se all’inizio l’avevano chiamato solo per parlare,
finirono col litigare:
Robert disse che c’era rimasto male per quello che Amelia mi
aveva detto, non
se lo aspettava. Lui era andato da loro perché voleva
presentarmi e come
risultato sua nonna non aveva fatto altro che paragonarmi a Katie,
giudicandomi
senza neanche conoscermi: era stato il pranzo più
imbarazzante della sua vita. I
suoi genitori tentarono di calmarlo, ma questo lo fece imbestialire
ancora di
più.
Oltretutto eravamo bloccati nel traffico a causa di un incidente e
la casa di Teo era a pochissimi metri da noi.
Chiusi gli occhi e appoggiai la testa sul finestrino tentando di
ignorare le urla di Robert che era ancora al telefono, ma quando mi
stancai
scesi dalla macchina e corsi fino a casa, chiudendomi a chiave.
Robert mi corse dietro immediatamente, ma fui più veloce di
lui e
riuscii ad evitare che mi raggiungesse. Nel correre però
sforzai il piede e
questo cominciò a fare male, così una volta
entrata in casa zoppicai fino al
bagno, presi un antidolorifico che mi aveva prescritto il medico,
ignorai
Robert che chiedeva di aprirgli la porta e tutte le sue chiamate, mi
stesi sul
letto e mi addormentai immediatamente.
Trascorsi tutto il pomeriggio a dormire e mi svegliai alle otto e
mezza. Mi cambiai velocemente, misi da lavare l’ultimo
pigiama accorgendomi che
ne ero rimasta senza, mi vestii e decisi di uscire fuori per mangiare
un
gelato. Camminai fino alla solita gelateria, contenta del fatto che il
piede
non mi facesse più male e che Teo anche quella sera fosse
andato a lavorare
prima. In gelateria mi servii Phil, che salutai educatamente ma senza
troppo
entusiasmo.
Nell’esatto momento in cui mi sedetti su una sedia per
mangiare la
mia cena, guardando lo specchio che avevo davanti a me, notai un uomo
sulla
quarantina che mi guardava sorridendo, soffermandosi sulla scollatura
della mia
maglia. Quel gesto mi spaventò un pochino e così
decisi di rimanere dentro la
gelateria finché quel tipo non se ne fosse andato. Dopo che
lui se ne andò
aspettai una decina di minuti e poi uscii anche io, pronta per tornare
a casa.
La strada che stavo percorrendo a piedi quella sera era
praticamente al buio perché si erano fulminati diversi
lampioni e, come se non
bastasse, mentre stavo camminando sul marciapiede sentii dei passi
dietro di
me. Inizialmente non ci feci molto caso, ma quando voltai lo sguardo
verso una
vetrina alla mia sinistra, riconobbi il tipo che mi guardava nella
scollatura della
gelateria.
Finsi di fare l’indifferente ma velocizzai un po’
il passo. Il
piede stava incominciando a farmi male di nuovo, ma ero troppo
terrorizzata per
rallentare. La cosa però non sembrò migliorare la
situazione, perché sentii
anche i suoi passi velocizzarsi. Terrorizzata velocizzai sempre di
più i passi,
nella speranza di poter arrivare a casa il prima possibile, di
chiudermi dentro
e di dimenticare il viso per niente rassicurante di
quell’uomo, finché non
iniziai a correre. Quando sentii una mano prendermi un braccio urlai un
“no!” disperato
come riflesso
incondizionato mentre mi giravo verso lo sconosciuto e quando scoprii
con gioia
che era Robert i miei occhi si riempirono di lacrime ed iniziai a
piangere con
tanto di singhiozzo. Mi lanciai contro il suo corpo, abbracciandolo
stretta e
affondando la testa sul suo petto, non accennando minimamente a
fermarmi.
Robert, che non sapeva cosa fare, mi prese in braccio e mi
portò
in casa e, non appena fui tra le sue braccia, alzai lo sguardo per
vedere se
quell’uomo mi stava seguendo ancora: vidi che si era fermato
e che mi stava
guardando intanto che indietreggiava.
Entrammo dentro casa e Robert chiuse a chiave la porta dopo che lo
pregai di farlo, mi portò di sopra, mi adagiò sul
mio letto, mentre io mi
rannicchiavo su me stessa, continuando a piangere e a singhiozzare,
cercò un
pigiama, ma, a fatica e ancora singhiozzante, gli dissi che avevo messo
tutto
da lavare e non avevo niente per dormire; così lui mi tolse
dapprima le scarpe,
poi tutti gli indumenti, lasciandomi solo in reggiseno e culottes.
< Giulia, che cos’hai? Ti prego, parlami >
disse implorante
mentre mi copriva con il lenzuolo, ma non riuscivo a rispondere e
così,
rassegnato, mi diede un bacio sulla fronte e fece per andarsene.
Lo afferrai per la manica.
< N…no, r…resta, ti…ti prego
> dissi con un sussurro mentre
non accennavo a smettere di singhiozzare e piangere.
Robert senza farselo dire due volte si stese sopra il lenzuolo e
mi abbracciò.
< Piccola, calmati. Va tutto bene… > ripeteva
sempre mentre
mi accarezzava la schiena.
Non gli credevo, ma comunque avevo bisogno di averlo vicino a me e
così mi avvicinai maggiormente a lui, gli afferrai i
colletti della camicia e
addormentandomi dopo moltissimi minuti passati a piangere e ad
abbracciarlo.
Mi
risvegliai che erano le tre del mattino a causa di un incubo
che non riuscivo ricordare, ma che comunque mi lasciò
interdetta, mi diressi
verso l’armadio per cercare qualcosa che potesse coprirmi per
andare di sotto
e, dopo essermi infilata una tuta, scesi di sotto, trovando Robert
davanti alla
TV.
< Ciao > sussurrai piano mentre mi avvicinavo.
< Amore, è tutto ok? > chiese lui voltandosi
verso di me e
guardandomi preoccupato. Annuii piano, senza un accenno di sorriso.
< Posso? > domandai indicando il divano.
< Naturalmente > rispose sorridendomi e allargando le
braccia per farmi stendere su di lui.
< Perché non sei rimasto di sopra? >
< Beh, per due motivi: il primo perché volevo
rispettare la tua
privacy. Cioè…se fossi rimasto con te e tu ti
fossi svegliata constatando di
essere solo in biancheria…non lo so, magari ti saresti
sentita in imbarazzo
>
< E il secondo motivo? >
< Eri troppo sexy e non sapevo per quanto sarei rimasto lucido
> sussurrò al mio orecchio facendomi arrossire.
Restammo in silenzio per parecchio tempo ed io pensavo ancora alle
parole di Amelia.
< Robert, io…credo che tua nonna abbia
ragione… > sussurrai
dopo un lungo respiro.
< Riguardo a cosa? > mi chiese preoccupato.
< Riguardo a noi. Cioè…cosa
accadrà quando tornerò in Italia?
Non ci siamo mai soffermati a parlare su questo… >
< Credi davvero che non ci abbia mai pensato? >
< Non voglio che questa sia solo una storiella estiva >
ammisi col magone.
< Nemmeno io >
< È solo che… >
< Che? > domandò incitandomi a continuare.
< Forse tua nonna ha ragione, staresti meglio con Katie >
< Perché dici questo? > chiese facendomi
alzare il mento per
guardarmi negli occhi.
< Perché lei è bella, famosa, la tua
famiglia l’adora, andate
in vacanza insieme e abita qui a Londra. E poi è vero, siete
bellissimi in
foto. Una coppia perfetta > dissi sussurrando le ultime parole.
< Stai dicendo questo solo perché hai paura >
< No, sto dicendo questo perché è vero.
Oltretutto lei è più
grande di me, ha quasi la tua età, mentre io? Sono solo una
ragazzina di
sedic’anni > risposi seria mentre mi asciugavo una
lacrima.
< Giulia, ascoltami bene. Ti amo e voglio stare con te, voglio
te. Non Katie, non una qualsiasi ragazza di Londra, te. E smettila di
dire
queste cose. È la paura a dettarti questo; tu non sei
così e so che non lo pensi
davvero. Non è da te fare paragoni con altre ragazze e
ascoltare le cattiverie
che vengono dette… >
< Ho paura di perderti… > dissi onestamente.
< E non mi perderai. Ti amo e sei l’unica a essere
sentire così
felice >
< Ti amo > sussurrai al suo orecchio.
< Anche io Giulia…è tutto a posto adesso?
>
< Sì > risposi sorridendogli.
< Mi dici perché prima hai urlato spaventata?
> domandò
mentre mi accarezzava una guancia.
Feci un respiro profondo e gli raccontai dell’uomo che mi
stava
seguendo dopo essere uscita dalla gelateria.
Al mio racconto sgranò gli occhi.
< Che hai? >
< E se non fossi stato nei paraggi in quel momento? >
domandò preoccupato.
< Non lo so,
ma non voglio pensarci. Ti prego fa’ qualcosa che mi possa
distrarre… >
dissi con ancora un po’ di magone e lui non se lo fece
ripetere due volte.Prese
il mio volto tra le mani e iniziò a darmi una serie di
bacetti,
fino a scendere sul mio collo e risalire catturando la mia bocca con un
bacio
passionale. Infine prese la coperta che era di fianco a noi, me
l’adagiò su e
mi abbracciò, dopodiché mi addormentai.
|