Capitolo
due – Si parte con la preparazione
Il
giorno dopo, appena finite le lezioni, in entrambi i licei l'aria che
si respirava era tesa.
Nessuno
aveva osato rivolgere la parola a Gajil per l'intera giornata,
neanche Natsu che di solito se ne fregava dell'aura nera e andava a
rompere le scatole comunque, e furono tutti contenti quando
uscì
dalla stanza, imprecando in un modo particolarmente volgare.
«Non
credo l'abbia presa molto bene,» biascicò Gray
mentre rovistava tra
le sue cose alla ricerca della sua camicia. Com'era possibile che la
perdesse senza accorgersene?
«Non
ho capito perché, però,» Cana scese dal
suo banco, si smosse i
capelli castani e sbadigliò, tirando fuori dal suo zaino una
fiaschetta argentata.
Natsu
scrollò le spalle e guardò fuori dalla finestra
il suo amico che
faceva ancora più paura del solito. «C'entra
Levy,» asserì
sicuro.
«E
che ne sai?» Gray alzò gli occhi su di lui ed
inclinò la testa:
non era il tipo che si impicciava degli affari degli altri, per cui
era strano che sapesse una cosa del genere.
«Beh,
se non è lei non saprei proprio. È l'unica che
gli fa cambiare
umore.»
Cana
e Gray si scambiarono un'occhiata e sospirarono: speravano che
passare del tempo con lei lo rendesse meno scontroso, perché
se
prima era inavvicinabile, così era davvero ingestibile.
«Ciao
ragazzi.» Eflman e Lisanna sbucarono dalla porta, salutando
gli
amici con una mano.
«Andiamo
insieme alla scuola delle ragazze?» domandò
allegramente la più
piccola dei fratelli Strauss, sorridendo emozionata. Probabilmente
era l'unica, insieme a Bixlow, ad essere entusiasta dell'idea di sua
sorella.
Gli
altri annuirono e si unirono a loro per raggiungere il resto della
combriccola della scuola pubblica.
«Gajil?»
Laxus si guardò attorno e si sorprese nel non vedere quello
sguardo
rosso e perennemente corrucciato e l'ammasso di piercings.
«Già
andato.» rispose prontamente Cana, dondolando la testa. Il
suo amato
liquore rubato dalla dispensa del padre stava iniziando a farla
sentire allegra senza motivo apparente. Aveva assolutamente bisogno
di un aiutino per sopportare una giornata intera con Laxus,
perché
Lucy e Natsu sarebbero andati per i fatti loro alla ricerca di cibo.
Okay, forse dondolare la testa non era proprio la cosa migliore per
lei al momento.
«Ma
ha già bevuto?» Elfman la osservava confuso.
Conosceva Cana da una
vita e sapeva benissimo quanto amasse gli alcolici.
«Come
farei a sopportare una bellissima
giornata con Laxus? Noi due, soli soletti?»
cantilenò la ragazza, andando un po' di qua e un po' di
là e quindi
costringendo tutti a rallentare.
Laxus si
passò le mani tra i
capelli disordinati e sbuffò sonoramente. Mise le mani
possenti
sulle spalle della sua amica d'infanzia e cercò di guidarla
dritta.
Probabilmente avrebbe voluto anche lui farsi un goccetto per riuscire
a gestirla.
«Lo vedi che
non mi parla
neanche?»
Levy fece sobbalzare
Lucy sul
posto con quella domanda.
«Mhm,
perché non provi a
parlargli tu?»
La ragazza dai capelli
blu
spalancò gli occhi e scosse forte la testa. Gajil stava
parlando
animatamente con Juvia, sembrava che fosse tutto normale, ma quando
era arrivato non l'aveva degnata di uno sguardo né tantomeno
l'aveva
salutata o presa in giro come al solito. La cosa la faceva
imbestialire, tremava e riusciva a trattenersi a stento dall'andare
da lui e prenderlo a pugni.
«Stare con
lui ti ha cambiata,
sai?»
Si voltò a
guardare la sua
migliore amica, che aveva uno dei suoi classici sorrisi luminosi sul
volto. Con quel sorriso non sapeva neanche come prendere la frase
appena pronunciata.
«Intendo
dire, vi influenzate a vicenda. Tu sei diventata molto più
energica,
più reattiva, e per una come te è un bene enorme!
Lui… lui penso
che sia diventato un pochino più socievole,» fece
una pausa, si
picchiettò la matita sul labbro, poi continuò:
«forse…»
Levy
scrollò le spalle e spostò
lo sguardo su Erza, che confabulava con Mirajane.
L'auditorium con solo
loro sei
all'interno sembrava davvero desolato e spoglio.
Stava per accasciarsi
sul sedile
quando un rumore fortissimo la distrasse e la spaventò.
Subito
guardò nella direzione delle porte e le diventò
tutto più chiaro.
«Siamo
arrivati gente!» strillò
Natsu, dando una spiegazione a quel trambusto.
«Natsu
perché urli…?»
biascicò Cana, da sopra le spalle di Gray. Ad un certo punto
lui
aveva dovuto prenderla a spalle a causa del troppo ondeggiare, aveva
rischiato di inciampare troppe volte per lasciarla sotto le mani di
Laxus.
«E tu
perché sei ubriaca?
Dovresti smettere di bere, almeno in orario scolastico,» la
rimproverò il ragazzo mentre la faceva sedere su uno
sgabello.
«Gray-sama!
Sei nudo…» Juvia
abbandonò immediatamente Gajil e corse incontro a Gray, che
aveva
perso per strada la camicia bianca della divisa.
«Stripper!»
lo prese in giro
Natsu, sganasciandosi dalle risate.
Il
moro deviò abilmente Juvia verso lo sgabello di fianco a
Cana con
una mossa degna di un ninja e si lanciò addosso all'amico,
buttandolo a terra e dando inizio ad una rissa, che presto
tirò al
suo interno anche Elfman, Bixlow e Gajil.
Lucy li guardava
esterrefatta,
con la bocca spalancata e probabilmente gli occhi terrorizzati.
«Quanto
tempo è passato?»
domandò Evergreen a Fried, che si tirò su la
manica della camicia.
«Da quando
siamo entrati? Cinque
minuti esatti,» rispose, per poi sospirare e guardare il suo
beniamino, che si era già seduto sul palco dell'auditorium
ad
ascoltare la sua musica spaccatimpani. Meno male che lui non era come
quei bruti dei suoi amici…
«Bene, ora
che siete arrivati,
possiamo dare inizio alla riunione!» pigolò
Mirajane, sedendosi di
fianco a Laxus ed accavallando le gambe snelle.
Aspettò un
paio di secondi che i
ragazzi si placassero, ma visto che non successe, diede uno sguardo
eloquente ad Erza.
La rappresentante
della Fairy
Accademy scrocchiò le dita e il collo e poi
infilò le mani in quel
groviglio di muscoli e testosterone. Tirò fuori i maschietti
uno ad
uno per la collottola – o, nel caso di Gray, per un orecchio
– e
li fece accomodare poco elegantemente sugli sgabelli della prima
fila.
«Grazie,
Erza. Bene, adesso
possiamo fare un piccolo ripasso generale e poi vi lasciamo andare
per adempiere ai vostri compiti.»
Tutti annuirono,
probabilmente
spaventati dallo sguardo omicida di Erza, in piedi di fianco a
Mirajane.
«Gray e
Juvia, dove avete
intenzione di andare a cercare le decorazioni?»
domandò la rossa,
appoggiandosi al palco.
«Ancora non
lo sappiamo,»
iniziò a parlare Gray, ma venne immediatamente interrotto da
una
Juvia particolarmente invadente, che gli si sedette in braccio e lo
abbracciò stretto.
«Juvia vuole
andare in giro per
il centro! Ci sono tanti negozi, tante cose belle, così
Juvia e
Gray-sama potranno comprare qualcosa anche per la loro nuova
casa!»
«Nuova
casa?» Gray provò a
spingerla giù, a togliersela di dosso almeno, ma quella
sgusciava
tra le sue mani e se la ritrovava sempre più attaccata. Per
un
attimo pensò bene di baciarla per farla stare ferma e zitta,
ma ci
ripensò quasi subito: e se non avesse reagito come voleva?
Se
l'avesse preso come una sottospecie di invito? Lui voleva solo stare
tranquillo!
«Levy e
Gajil?» Erza ignorò
spudoratamente i deliri di Juvia per concentrarsi sulla ragazza meno
entusiasta del gruppo.
Levy lanciò
un'occhiataccia al
suo compagno di disavventure ed alzò le spalle.
«Non lo so,
non credo che al
gamberetto piacerebbe la musica che faccio io…»
«Se provassi
a chiedermelo
magari! Invece spari sentenze a caso, neanche lo sai cosa mi
piace!»
la voce di Levy era gutturale e non presagiva niente di buono, per
nessuno.
«Va bene.
Allora oggi andiamo
dove vado di solito.» la sfidò lui, sicuro al
cento per cento che
la marmocchia avrebbe cambiato idea. Non era proprio vero che lui
ascoltava solo musica di un certo tipo, gli piaceva quella ben fatta,
con una predilezione per l'Hard Rock, ma non voleva dire che fosse di
mentalità chiusa. Era comunque certo che lei non avesse mai
sentito
niente di quel tipo e che avrebbe avuto paura.
«Va
bene.» ringhiò la ragazza,
sostenendo il suo sguardo con le mascelle strette. Forse lui non
aveva ben capito con chi avesse a che fare…
«Gruppo
cibo?» proruppe
Mirajane con il suo solito tono deciso seppur estremamente dolce.
«Io e Cana
ci occuperemo delle
bibite, Natsu e Lucy del cibo.» spiegò brevemente
Laxus, osservando
Cana che sbadigliava stravaccata su un seggiolino. Non aveva voglia
di portarla a spalle tutto il pomeriggio, di certo avrebbe fatto in
modo di svegliarla.
«Noi quattro
andremo in
biblioteca a prendere qualche film ambientato negli anni '50 per
avere qualche idea, poi andremo a guardarli a casa Mira-nee.»
sorrise entusiasta Lisanna, battendosi il cinque di nascosto con
Bixlow. Si erano sentiti, la sera prima, e avevano escogitato una
serie di trucchetti per far mettere insieme Elfman ed Evergreen, che
si ostinavano ad essere sempre distanti.
«Quando
l'abbiamo deciso?»
«Puoi non
essere sempre così
antipatica, Ever?» ridacchiò Bixlow, guardando la
sua amica di
sbieco.
«Non
chiamarmi Ever!»
«E pensa che
non abbiamo ancora
iniziato…» sussurrò Lisanna a suo
fratello maggiore, che deglutì
sonoramente. Era preoccupato per come sarebbero andate le cose, e
soprattutto era preoccupato che quella ragazza avrebbe potuto
ucciderli tutti se solo avesse voluto.
«Stai
calma…»
«Non dirmi
di stare calma!
Energumeno senza cervello!» Evergreen arrossì e lo
prese a
ventagliate in testa, senza che lui potesse fare niente per
difendersi.
Lisanna e Bixlow si
guardarono
complici e si strizzarono l'occhio.
«Ne, sono
entrati nell'ottica
della preparazione, hai visto Erza?» Mirajane si
voltò verso la sua
amica e batté leggermente le mani, emozionata da tutta
quell'energia.
Erza
li guardava confusa, con le sopracciglia aggrottate. Forse Mirajane
aveva ragione, ma prevedeva sarebbero sorti parecchi problemi.
*§*
Gruppo musica
– Levy e Gajil
Levy sentiva i suoi
capelli lisci
che si arricciavano ad ogni minuto che passava in silenzio, a non
parlare. Era quasi un'ora che camminavano per le strade di Magnolia,
e ad ogni angolo le pareva di addentrarsi sempre di più in
città.
Onestamente, non poteva dire di conoscere quella parte, nonostante ci
fosse nata, ma di certo non poteva ammettere a Gajil che non sapeva
di cosa stesse “parlando”.
Decise comunque di
rompere quel
silenzio snervante, brontolando: «Manca ancora
molto?»
Gajil
ridacchiò, insaccando
ancora di più le mani nelle tasche dei pantaloni sdruciti.
Andare in
giro con lei non era così male come pensava, alla fine.
Sentiva che
stava per esplodere, che si stava riempiendo di energia, e che presto
sarebbe esplosa, ma voleva portarla in quel posto prima che
accadesse. Diede uno sguardo breve all'orologio del cellulare e
rabbrividì: forse si era dilungato troppo per le strade e
aveva
perso la cognizione del tempo, doveva darsi una mossa.
«No, ma sei
troppo lenta,» le
annunciò, abbassando gli occhi su di lei.
Levy fece per
ribattere, pronta,
non aspettava altro, ma si sentì afferrare e tirare su.
L'aveva presa in
braccio. O
meglio, se l'era messa a spalle come aveva fatto una serie di volte
prima di smettere di parlarsi.
«Mettimi
giù! Ma sei scemo? Che
ti passa per la testa? Gajil!» iniziò a scalciare,
menare pugni sul
suo ampio petto, ma lui non ebbe nessun tipo di reazione.
«Gajil!»
«Sei
semplicemente lenta.»
«E tu sei
semplicemente un
idiota.»
Si arrese, comunque,
ammosciandosi su di lui. Aveva capito che continuare a ribellarsi non
aveva senso, non in quella situazione.
«Perchè
mi odi?» disse, a
bassa voce. Avrebbe voluto urlarlo, ma non credeva sarebbe stata la
scelta migliore. Già si sentiva osservata abbastanza,
lì sopra,
visto che chiunque incrociassero li fissava stranito.
«Odiarti?»
Gajil sbuffò.
«Non mi
parli più, non mi
scrivi, non mi calcoli… che cosa ti ho fatto?»
«Non
è il momento.»
«Non
è mai il momento. Sai
cosa, hai rotto! Io mi sono rotta le palle, okay?»
«Gamberetto,
stai calma…»
«No! No
perché mi sono rotta!
Non voglio più starti dietro! Fai sempre quello che ti pare,
ma non
ti curi di quello che pensano gli altri. Mi sono rotta!» le
sfuggì
l'ennesimo pugno.
«Gamberetto…»
«Parla!
Santo cielo parla! Hai
paura di me?»
«Gamberetto!»
«Che
c'è?!» strillò,
arrossendo subito dopo.
Lui la fece quasi
cadere
mettendola giù. Si erano fermati di fronte ad un cancello
arrugginito che dava ad un giardino sul retro di qualcosa, forse.
Levy non capiva, non
conosceva
quella zona, non sapeva cosa ci fosse là dietro.
«Siamo
arrivati.»
Gajil lo spinse,
facendolo
cigolare. Camminò, con la ragazza al seguito, per un paio di
minuti
e spalancò le porte di quello che si rivelò un
club, fumoso e
rumoroso.
«Che posto
è?»
«Gajil!
Fratello, sei tornato!»
Un ragazzo dai capelli
chiari,
non si capiva benissimo, smise di suonare la chitarra e scese dal
piccolo palco con un balzo, andando a salutare Gajil.
«Sono di
passaggio, Mash.»
Levy si sentiva
tremendamente
intimorita da quella situazione, ma non poteva assolutamente dirlo a
voce alta. Perciò gonfiò il petto e si sporse da
dietro il ragazzo,
porgendo la mano.
«Ciao, io
sono Levy!»
Mash, quello che
doveva essere
qualcosa tipo un amico di lunga data di Gajil, la guardò di
sbieco,
un po' come si guardava un cucciolo.
«Ti sei
messo a fare il
babysitter?»
I capelli tornavano ad
arricciarsi per la frustrazione.
«Veramente
abbiamo la stessa età, Mash.»
sibilò.
«Un cucciolo
che mordicchia!»
Mash ridacchiò, poi mise una mano sulla spalla del suo
amico,
«Occhio che se la fai vedere troppo, qui dentro, te la
mangiano.»
«Non mi
faccio toccare da
nessuno. Ce l'avete con questa storia, solo perché sono
piccola, ma
potrei essere io a mangiarvi,» sbottò, pestando i
piedi a terra
forte.
Mash
scoppiò a ridere,
definitivamente. Le mise un braccio attorno alle spalle, portandosela
vicino prima che Gajil reagisse, e disse: «Mi piaci ragazza,
vieni!
Ti faccio conoscere gli altri!»
E il giovane Redfox
rimase a
bocca aperta, sconvolto da quella presa di posizione del gamberetto.
Sì, però doveva recuperarla prima che quegli
altri se la rapissero!
Gruppo cibo
– Lucy e Natsu
«Natsu…
non ce la faccio più…»
Lucy si sentiva
scoppiare. Aveva
anche dovuto allargare la cintura della sua minigonna per non
sentirsi costretta!
«Dai,
andiamo ancora in quel
posto!»
Lucy gemette, ma
trascinò i
piedi fino al pub che Natsu stava indicando con così tanta
energia.
Ma lui un fondo non ce l'aveva? Era da quando si erano separati dopo
la “riunione” che non smettevano un attimo di
mangiare per
provare il catering.
«Io non
mangio più, però,»
asserì mentre si lasciava cadere su una seggiola di legno e
si
teneva la pancia. Si sentiva tirare tutta e non era una bellissima
sensazione.
«Ma non
posso mangiare solo io!
E se scelgo qualcosa che non va bene?» Natsu si
imbronciò,
aggrottando la fronte come un bambino.
«C'è
ancora tempo eh… non possiamo girare tutti i posti
oggi!»
«Ma
io ho fame!»
Lucy fece per
ribattere che era
umanamente impossibile che avesse effettivamente ancora fame, che
ormai il suo stomaco avrebbe dovuto essersi strappato –
perché lei
stava morendo, ma lui aveva mangiato il doppio se non il triplo in
ogni ristorante/pub/locanda/qualsiasi cosa – e avrebbe dovuto
stramazzare al suolo senza forze, vomitando per evitare di esplodere.
Eppure rimase in silenzio, sorridendo e scuotendo la testa.
«Facciamo
che assaggio quello
che prendi, poi decidiamo,» inclinò leggermente la
testa di lato e
alzò il braccio per fermare una cameriera.
«Benvenuti
al Sabertooth, avete scelto cosa ordinare?» indicò
il menù con gli
occhi nocciola. Aveva i capelli lisci come spaghetti ed una frangetta
spostata di lato che le incorniciavano alla perfezione il bel viso
ovale.
«Ciao!
Vorremmo assaggiare qualcosa per il ballo scolastico della Fairy
Academy…
avete un servizio di catering?»
spiegò brevemente Lucy, cordiale come sempre.
«Certo!
Vi presentiamo le nostre proposte!» e la cameriera si
allontanò.
Lucy aveva un strana
sensazione
riguardo a lei, era come se avesse dentro una tristezza immensa, ma
non sapesse come farla sfogare.
«Ehi
Lucy…»
Venne riportata sulla
Terra da un
Natsu con le bacchette infilate nel naso che faceva smorfie senza
ritegno.
«Ma sei
scemo? Smetti di fare
così!» lo rimproverò, anche se sentiva
che stava per scoppiare a
ridere. Quel ragazzo aveva un tempismo che rasentava l'impossibile
talmente era preciso. Ogni volta che si sentiva giù, che un
ombra le
oscurava gli occhi, lui irrompeva nei suoi pensieri con una carica
esplosiva e la faceva ridere. Sempre. Non c'era stata una volta che
avesse fatto un discorso serio con lui, era sempre finita a ridere
per qualche scemenza che combinava.
«Quella
ragazza è molto triste…
che dici se la invitiamo al ballo?» propose, sfilandosi le
bacchette
e poggiandole sul tavolo.
«Non
sappiamo neanche come si
chiama!»
«Eh
beh?» Natsu la guardò
confuso, come se davvero non capisse il senso dell'obiezione che
aveva fatto la sua amica, «Cosa significa?»
«In genere
non si invita al
ballo una persona che non si conosce…»
«Ma
è triste!»
«Lo vedo
anche io, ma non è una
nostra amica e non possiamo aiutarla… lo capisci?»
«No.»
Lucy si
spalmò le mani sul volto
e scosse la testa, consapevole che lui avrebbe fatto di testa sua a
prescindere dalla sua opinione.
«Eccomi
ragazzi! Allora, qui abbiamo i piatti principali del servizio, se per
caso voleste qualcosa di più c'è un supplemento
di venti jewel ad
ogni pietanza. Di base, comunque, è duecento jewel senza
dessert,
duecentocinquanta con dessert,» sorrise ed iniziò
a poggiare le
pietanze sul tavolo. C'era di tutto lì dentro, piatti per
vegetariani, piatti per vegani, piatti per carnivori convinti, piatti
per uccellini e per dinosauri: praticamente ogni scelta di
alimentazione era contemplata e chiunque avrebbe potuto mangiare come
si doveva.
A Natsu brillavano gli
occhi,
mentre a Lucy veniva quasi da piangere. E leiavrebbe dovuto
assaggiare tutta quella roba? Sarebbe morta.
«Senti, come
ti chiami?»
La cameriera
inarcò un
sopracciglio alla domanda di Natsu, che aveva già iniziato a
mangiucchiare una coscia di pollo.
«Yukino,
perché?»
Natsu
ingoiò il pezzo, si battè
una sonora pacca sulla pancia e sorrise smagliante.
«Che ne dici
di venire al ballo
della Fairy Academy?»
Lucy rimase
esterrefatta, e come
lei anche Yukino, che non sapeva bene come comportarsi.
«Perchè…?»
«Sembri
molto triste, così
magari al ballo ti diverti!»
La sua compagna di
avventura
scosse la testa. Natsu era, probabilmente il ragazzo più
imbecille
che avesse mai incontrato, ma era anche il più buono e
dolce, perciò
decise di dargli man forte e sostenerlo. Aveva un sesto senso,
diceva, che gli faceva capire quando intervenire e quando no.
«Beh,
sarebbe bello che venissi
anche tu! Così potresti anche controllare che il servizio
sia come
si deve e che tenga alto l'onore del ristorante,» ecco,
sì, almeno
lei aveva dato una spiegazione un po' meno da esaltata.
Yukino si
inchinò e ringraziò,
scomparendo dalla loro vista in un batter d'occhio.
«Secondo te
ha detto di sì?»
domandò Lucy, appoggiando il gomito al tavolo ed iniziando a
giocare
con un pisellino verde solitario.
«Verrà,
lo so!»
Gruppo cibo
– Laxus e Cana
«Ti
è andata bene, sai?»
esclamò Cana, ridacchiando di gusto.
«In che
senso?» Laxus la guardò
dall'alto, spostandosi una cuffia di lato per poterla ascoltare.
«Finire in
coppia con me! Sono
esperta di alcolici,» spiegò come se fosse la cosa
più logica del
mondo.
«Già…
sei sempre ubriaca,»
berciò lui. Sinceramente non capiva perché
dovesse prestarsi a
quella inutile organizzazione, tanto era sicuro che non sarebbe
andato al ballo. A lui non importava un accidente di quelle
stronzate, non era il tipo che si metteva in tiro e ballava sulle
note di un lento.
«Non
sono sempre
ubriaca, lo sono spesso,
che è ben diverso,»
borbottò, incrociando le braccia al petto prosperoso e
accelerando
il passo. I tacchi delle sue scarpe risuonavano distintamente sul
ciottolato, ma lei si sentiva sicura di sé, «Come
se poi tu ne
capissi qualcosa di alcol… è una cosa troppo
raffinata per un
amante dell'animalier selvaggio,» sghignazzò,
iniziando a dondolare
di qua e di là.
Laxus
sbuffò, si passò una mano
sulla faccia e schioccò la lingua al palato.
Perché? Perché
Mirajane aveva dovuto scegliere loro due come accoppiata? Forse
preferiva di più andare in giro con quell'idiota di Natsu
piuttosto
che con Cana.
La verità
era che la conosceva
da quando era bambina, da quando portava dei vestitini dai colori
pastello e aveva almeno l'aspetto di una ragazza; mentre ora era una
specie di scaricatore di porto ubriaco, sempre pronto a far baldoria
o ad azzuffarsi, e si portava costantemente dietro una fiaschetta.
Chi aveva mai visto una ragazza bere da una fiaschetta? Neanche fosse
stata nel proibizionismo, per la miseria. Non sapeva più
come
rapportarsi con lei, ecco qual era il vero problema.
«Allora? Ti
sei incantato?»
Cana gli passò la mano davanti al volto, sulle punte per
poterci
arrivare per bene.
«Non
sono un amante dell'animalier.»
«I
tuoi vestiti gridano l'opposto, invece,» Cana
roteò gli occhi al
cielo, smuovendosi i folti capelli castani con una mano,
«Comunque
prima lo facciamo e prima finiamo, se vuoi accompagnarmi…
altrimenti faccio da sola, tanto mi conoscono.»
«Dove?»
per un attimo si preoccupò. Davvero la conoscevano in quei
posti
loschi? Quante sbronze si era presa? Quante bevute di troppo? E se
qualcuno le avesse fatto del male mentre era ubriaca?
Cana alzò
un angolo della bocca
in una smorfia esasperata: lui proprio non aveva idea di chi fosse.
«Faccio
la cartomante, per questo mi conoscono. Senza contare tutti i soldi
che spendo per gli alcolici…» sogghignò.
«Non
credi sia il caso di smettere?»
«Di
leggere le carte?» sapeva a cosa si riferiva, ma non aveva
voglia di
entrare in un discorso del genere senza avere neanche una birra
scadente di fronte.
«Di
bere…»
«Oh
ma dai, sul serio pensavi non avessi capito?» gli
lanciò
un'occhiataccia, per poi tornare a guardare di fronte a sé.
Molti
avrebbero avuto paura a parlare in quel modo a Laxus, che rande e
grosso com'era avrebbe potuto spezzare le ossa di chiunque
praticamente, ma lei no. Lo conosceva bene, sapeva che era buono e
non aveva la minima paura di lui. Neanche un pochino, «Dove
vado di
solito mi trattano come se fossi una figlia, nessuno ha mai provato a
farmi del male, o se ci ha provato è stato cacciato e preso
a calci.
A me piace stare in quei posti, mi sento bene, mi sento tranquilla.
Insomma, è come se avessi tanti papà che provano
a fare qualcosa di
buono per me.»
«In
ogni caso, è un hobby dispendioso e poco salutare.»
«Ma
pensi che io mi ubriachi tutte le sere? Ogni tanto capita che mi
prenda una sbronza, ma sono sempre lucida abbastanza da smettere
prima di star male. Al massimo mi addormento,»
spiegò
tranquillamente. Ci mancava solo Laxus che provava a farle la
paternale, poi le aveva viste davvero tutte, «Comunque sia,
non sono
affari che ti riguardano. Mi accompagni alla vodkeria o no?»
«Vodkeria?»
esisteva davvero un posto del genere? «Non dovevamo occuparci
delle
bibite normali?»
Cana
scoppiò a ridere,
trattenendosi addirittura la pancia per lo sforzo, «Sul
serio? Pensi
davvero che un ammasso di ragazzi della mia età andrebbe ad
un ballo
sapendo che non ci sono alcolici?»
«Forse
no, ma non credo che Mira ne sarebbe contenta.»
«Hai
paura di Mirajane?» lo prese in giro, pungolandogli il fianco
muscoloso. Alla fine non era così male andare in giro con
quell'energumeno.
«No,
ovviamente no,» si affrettò a rispondere,
distogliendo lo sguardo.
«Ovviamente,
certo,»
la ragazza scosse piano la testa e prese l'amico a braccetto,
iniziando a tirarlo verso una porticina rossa, «Eccoci
arrivati!»
«Sicura
sia il posto giusto? Sembra una casa…»
«Sembra,
esatto! Ma qui dentro ci sono le vodke più buone della
città, posso
assicurartelo.»
Cana bussò
alla porta, che venne
aperta di un filo per osservare chi fosse.
«Cana!
Bentornata! Era da un po'
che non ti facevi viva!» un uomo la fece entrare, sorridente
e
allegro, «E lui chi è? Il tuo nuovo
fidanzato?»
Laxus
sgranò gli occhi, mentre
Cana ridacchiò come se la cosa non la toccasse minimamente.
«No,
no… è un amico, diciamo.
Stiamo organizzando una festa, ci servirebbe il tuo alcol
migliore.»
Il ragazzo si sorprese
nel vedere
con che nonchalance si rapportasse con quell'uomo decisamente
più
grande di lei.
«Ciao
comunque, Cana non ci ha
neanche presentati!» l'uomo dai capelli rossi strinse la mano
di
Laxus, sorridendo tranquillo.
«Gildarts,
lui è Laxus, un mio
compagno di scuola; Laxus, lui è Gildarts, mio
padre.»
Il ragazzo dai capelli
biondi
quasi non si mise ad urlare. Quello era suo padre?
Sophie's
space______
Mi vergogno
un pochino per
essere scomparsa nel nulla così… mi spiace, mi
spiace davvero.
Non voglio
accampare scuse per
nessun motivo, vorrei solo che ci crediate… mi spiace, mi
spiace
davvero.
Detto
ciò, spero che il
capitolo vi piaccia! Dopo ci saranno altri piccoli pezzi sulle altre
coppie/gruppi, in modo che ognuno abbia un bel momento specifico =)
Quindi non
disperate, ce la
farò a concludere anche questa storia! Errore mio che mi
sono messa
a pubblicare prima di aver concluso di scrivere… spero
possiate
perdonarmi >.<
Nonostante
tutto, VI VOGLIO
BENEEEEEEEEE
Alla
prossima,
Sophie
<3
|