Innanzitutto
mi scuso tantissimo per il ritardo!
Poi
passo a ringraziare tutti coloro che stanno seguendo questa serie, in
particolare due persone che hanno commentato l'ultimo capitolo:
TINAX86
Manu75
Grazie
mille ragazze!
P.S.
Come avrete notato non mi sono alla fine fermata alle 6 one-shot,
perchè ho sentito necessaria l'aggiunta di altri capitoli, non
so quanti altri ne aggiungerò, e mi scuso per la confusione!
(sono proprio disorganizzata -.-' )
Detto
questo vi lascio al capitolo, sperando che vi piaccia!
Un
abbraccio ed un saluto!
-Ecco
cosa ci salverà-
-Lui
morirà-
Narcissa
guardava suo marito con uno sguardo colmo di terrore, la morte della
speranza racchiusa nelle pozze gelide delle sue iridi grigie.
-Devi
avere fiducia in lui, è un Malfoy- Lucius tentava di
rassicurarla, ma nel suo sguardo colmo di stanchezza non sembrava che
esserci rassegnazione.
-E'
un ragazzino!-
-Ha
quasi diciotto anni, è un uomo ormai, e un abile mago-
Narcissa
fece scattare la sua mano sopra un vaso di fine vetro lavorato a
mano, ricordo di un viaggio in Italia, la reliquia di un passato
ormai morto.
L'oggetto
che si infranse a terra esplose con un fragore acuto, stridette
freddamente, facendo sobbalzare il marito.
-Non
trattarmi da sciocca, non farlo mai-
La
voce di lei era flebile ma così velenosa da farlo arretrare di
mezzo passo.
-Cosa
posso fare?- disse allora disperato, tentando di riportare alla
ragione Narcissa, e anche se stesso.
Perchè
sembrava non essere uscito da quella prigione, il freddo si era
insinuato troppo in profondità, così come il germe
della pazzia.
-Sei
tornato- disse lei riportando lo sguardo di nuovo su di lui -Non c'è
bisogno che lui continui a servirlo, no?Voglio dire, sappiamo che ha
marchiato lui per punirti, per sostituirti ma ora che...ora che sei
tornato...lui...lui-
L'urgenza
nel suo tono e nelle sue parole era così chiara da far
addolcire lo sguardo di suo marito, che prima invece la osservava
spaesato e spossato.
-Non
si smette di servire il Signore Oscuro mia cara, non finchè si
ha anche solo un respiro o la speranza di continuare ad averlo-
-Ma
lui...-il sussurrò morì nell'aria, mangiato dal
silenzio che era secondo solo all'oscurità della stanza.
-Lui
è nostro figlio, è Draco- i suoi occhi sembravano
enormi, specchi della sua disperazione, della sua confusione.
-Se
morirà...- riprese- non rimarrà niente di me-
Lucius
sempre più spaventato dal tono della moglie, così
confuso e delirante, si avvicinò a lei per stringerle una mano,
che sembrava non avere intenzione di smettere di tremare.
-Io
morirò con lui- concluse guardandolo negli occhi terrorizzata.
E
la vista della sua metà, in quello stato, sconvolse Lucius.
Che
era successo alla freddezza di quella donna, che cosa alla sua
potente indifferenza allo scorrere degli eventi attorno a lei?
Che
era successo al suo sguardo fiero, al suo portamento colmo di
alterigia e vanità?
Che
era successo a sua moglie?
Le
prese il volto fra le mani, e per la prima volta sembrò essere
così fragile da sbriciolarsi sotto le sue dita.
Osservò
poi le sue stesse dita.
Non
era abituato a vederle così secche, così ferite.
E
il proprio riflesso alla finestra richiese la sua analisi.
La
sua faccia sembrava essere priva di ogni vitalità, grigia e
tumefatta come un corpo morto per la morsa del gelo.
Gli
occhi erano spenti, non si nascondeva nessun orgoglio in essi, solo
umile rassegnazione.
Cosa
siamo diventati?
Due
spiriti, due spiriti terrorizzati dalla vita, e dalla morte.
Possibile?
No,
loro erano Malfoy.
-Lucius?-
lo richiamò preoccupata alla realtà.
-Non
salveremo nostro figlio con questo atteggiamento- mormorò
gelido facendo sobbalzare sua moglie.
-Co-cosa?-
la sua bocca era dischiusa, gli occhi ingigantiti dalla confusione.
-Ma
guardaci, qua a disperarci, smarriti animali in gabbia- canzonò
amaramente Lucius scansandosi per avvicinarsi al riflesso alla
finestra che sembrava chiamarlo a sé insistentemente.
L'uomo
prese a sistemarsi i capelli, che aggrovigliati se ne stavano placidi
sulle sue spalle, poi passò a rassettare il colletto, che si
limitava a cadere mollemente, con la stessa cura passò alla
giacca.
-Noi
non siamo animali braccati, noi siamo la trappola che riposa sotto le
foglie secche- continuò avvicinandosi di nuovo a Narcissa con
un sorriso derisorio- noi siamo i serpenti che se ne stanno
acquattati in attesa della preda, che l'avvelenano con un morso e la
guardano agonizzare-
-Che
cosa?- la donna aveva osservato tutta la scena con stupore sempre
maggiore.
Che
suo marito fosse alla fine impazzito?
-Non
aspetterò che il destino decida le mie carte, farò di
tutto per vincere questa mano, a costo di giocare sporco...non
metterò la vita di mio figlio nel piatto-
-Stai
dicendo di...andarcene? Di portarlo via dal Signore Oscuro?-
-No,
mia cara, perchè questo sarebbe come ucciderci tutti, dal
primo all'ultimo...come ti ho detto...il Signore Oscuro non ammette
dimissioni, né tanto meno disertori-
-Allora
cosa stai....?-
La
prese per le spalle, la strinse in una morsa ferrea ma non dolorosa e
la guardò negli occhi.
-Le
lacrime non lo salveranno, mio amore, né lo farà la
paura-
-Cosa
allora?- chiese impaziente, infastidita dalla misteriosità di
suo marito.
-Faremo
quello che ci riesce meglio tesoro, sopravviviamo, a costo di tutto e
tutti. Il nostro vero Dio non è il Signore Oscuro, è la
vita, e io intendo onorarla con ogni mezzo. Non faremo fuggire Draco,
ma nessuno toccherà nostro figlio, nessuno farà cadere
a terra neanche una goccia di quel sangue, del mio sangue,
perchè ho intenzione di giocare la carta della pedina...ma non
intendo essere mangiato alla fine di questa partita-
Lei
ora aveva uno sguardo duro e concentrato, analizzava lentamente
quelle parole nella sua testa.
-Ecco
cosa ci salverà moglie mia: noi siamo Malfoy, e non moriamo
per nessuno-
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