Volume III
Note
autore; Salve a tutte/i!
Eccoci
all'ultimo volume di questa mia stramba idea. Grazie ancora a chi ha
dedicato tempo a questa storia e spero vi sia piaciuta o che comunque
abbia riempito e deliziato (come direbbe Jane ^^) qualche ora di una
vostra qualsiasi giornata.
Ancora
una volta a voi l'ardua sentenza e ancora una volta,
a
presto,
Anne
^^
Orgoglio e Pregiudizio
Volume
terzo
43
Mentre
procedevano, Molly spiava con un certo turbamento il primo apparire
dei boschi di Pemberley; e quando alla fine vi si inoltrarono il suo
animo era in grande agitazione.
La
mente di Molly era troppo colma per fare conversazione, ma vide e
ammirò ogni angolo e ogni punto panoramico. Salirono gradatamente
per mezzo miglio, e poi si trovarono sulla cima di una considerevole
altura, dove finiva il bosco, e lo sguardo era immediatamente
catturato da Pemberley House. Era un gran bell'edificio di pietra,
ben posizionato su un terreno in salita, con sullo sfondo una fila di
alte colline boscose e, di fronte, un corso d'acqua di per sé
abbastanza notevole, che diventava man mano più largo. Molly era
deliziata. Non aveva mai visto un posto a cui la natura avesse donato
di più, o dove le bellezze naturali fossero state così poco
intaccate dal cattivo gusto. Erano tutti pieni di ammirazione, e in
quel momento si rese conto di che cosa potesse significare essere la
padrona di Pemberley!
Alla
loro richiesta di visitare il luogo furono condotti nell'atrio.
Arrivò la governante; una donna anziana, dall'aria rispettabile,
molto meno raffinata, e più cortese, di quanto si fosse aspettata.
La seguirono nel salone da pranzo. Molly, dopo averla brevemente
esaminata, si diresse verso una finestra per godersi il
panorama. Tutto il parco era disposto in modo armonioso, e lei
osservò deliziata l'intera scena, il fiume, gli alberi sparsi sulle
rive e il percorso sinuoso della valle, che si estendeva a perdita
d'occhio. Quando passarono in altre sale il paesaggio assunse aspetti
diversi, ma da ogni finestra c'erano bellezze da vedere. Le sale
erano alte e belle, e l'arredamento consono alla ricchezza del
proprietario; ma Molly vide, ammirando il suo buon gusto, che non era
né sfarzoso, né inutilmente ricercato, con meno splendore e più
reale eleganza rispetto all'arredamento di Rosings.
"E
di questo posto", pensò, "avrei potuto essere la padrona!
Queste sale avrebbero potuto essermi familiari! Invece di vederle
come un'estranea, avrei potuto godermele come mie, e accogliere gli
zii come ospiti. Ma no", riprendendosi, "non sarebbe stato
così: avrei dovuto rinunciare ai miei zii; non mi sarebbe mai stato
permesso di invitarli."
Fu
una riflessione fortunata; la salvò da qualcosa di molto simile al
rimpianto.
Aveva
un forte desiderio di chiedere alla governante se il suo padrone
fosse davvero assente, ma non aveva il coraggio di farlo. Alla fine
la domanda fu posta dallo zio, e lei ascoltò con apprensione, mentre
la donna rispondeva di sì, aggiungendo, "ma lo aspettiamo
domani, con un numeroso gruppo di amici."
In
quel momento la zia le chiese di guardare un dipinto. Lei si
avvicinò, e vide il ritratto di Mr. Moriarty, appeso tra diverse
altre miniature. La zia le chiese, sorridendo, se le piacesse. La
governante venne avanti e disse loro che era il ritratto di un
giovanotto, il figlio dell'amministratore del defunto padrone, che
l'aveva cresciuto a sue spese. "Ora è entrato nell'esercito",
aggiunse, "ma temo che sia diventato uno scapestrato."
"E
questo", disse, indicando un'altra delle miniature, "è il
mio padrone, ed è molto somigliante. È stato dipinto nello stesso
periodo dell'altro, quasi otto anni fa."
"Ho
sentito molto parlare della bellezza del vostro padrone", disse
Mrs. Hudson, guardando il ritratto; "ha un bel volto. Ma, Molly,
tu puoi dirci se gli somiglia o no."
Il
rispetto della governante per Molly sembrò crescere a questo accenno
della sua conoscenza con il padrone.
"La
signorina conosce Mr. Holmes?"
Molly
arrossì, e disse, "Un po'".
"E
non pensate che sia un gentiluomo molto bello, signorina?"
"Sì,
molto bello."
"Sono
certa di non conoscere nessuno così bello; ma nella galleria di
sopra vedrete un suo ritratto migliore e più grande di questo.
Questa sala era quella preferita dal mio defunto padrone, e queste
miniature sono esattamente quelle di allora. Gli erano molto care."
poi attirò la loro attenzione su una di Miss Holmes, dipinta quando
aveva solo otto anni.
"E
Miss Holmes è bella come il fratello?" disse Mrs. Hudson.
"Oh!
sì, la più bella signorina mai vista; e così istruita! Canta e
suona per tutto il giorno. Nella prossima sala c'è uno strumento
nuovo per lei appena arrivato, un regalo del mio padrone."
Mr.
Hudson, i cui modi erano molto disinvolti e piacevoli, la incoraggiò
a proseguire con domande e osservazioni.
"Il
vostro padrone sta molto a Pemberley nel corso dell'anno?"
"Non
quanto vorrei, signore; ma posso dire che passa qui circa metà del
tempo, e Miss Holmes è sempre a casa nei mesi estivi."
"Se
il vostro padrone si sposasse lo vedreste di più."
"Sì,
signore; ma non so quando questo
succederà.
Non so chi potrà mai essere alla sua altezza."
Mr.
e Mrs. Hudon sorrisero. Molly non poté fare a meno di dire, "Gli
fa molto onore, ne sono certa, che voi la pensiate così."
"Non
dico nulla di più della verità, e di quello che dicono tutti quelli
che lo conoscono", replicò l'altra. Molly pensò che stesse
alquanto esagerando, e ascoltò con crescente stupore mentre la
governante aggiungeva, "da lui non ho mai ricevuto una parola
sgarbata in vita mia, e lo conosco da quando aveva quattro anni."
Questo
era, fra tutti gli altri, l'elogio più straordinario. Che non avesse
un buon carattere ne era stata sempre convinta. Si risvegliò tutta
la sua attenzione; voleva tanto ascoltare di più, e fu grata allo
zio quando disse,
"Ci
sono molte poche persone delle quali si possa dire altrettanto. Siete
fortunata ad avere un padrone del genere."
"Sì,
signore, so di esserlo. Ma ho sempre notato che chi ha un'indole
buona da bambino ha un'indole buona da grande, e lui è sempre stato
il ragazzo con il carattere più dolce, con il cuore più generoso
del mondo."
Molly
non riusciva quasi a staccarle gli occhi di dosso. "Come può
essere, questo, Mr. Holmes!" pensò.
"Il
padre era una persona eccellente", disse Mrs. Hudson.
"Sì,
signora, lo era davvero, e il figlio sarà proprio come lui,
ugualmente affabile con i poveri."
Molly
ascoltava, si meravigliava, dubitava, ed era impaziente di sentire di
più.
"È
il migliore dei proprietari terrieri, e il migliore dei padroni",
disse la governante, "che sia mai esistito. Non c'è nemmeno uno
dei suoi affittuari o dei suoi servitori che non
parli bene di lui. Qualcuno lo definisce orgoglioso, ma vi posso
assicurare di non essermene mai accorta. Per quanto ne so, è solo
perché non fa tante chiacchiere come gli altri giovanotti."
"Questa
ottima descrizione di lui", sussurrò la zia, mentre si
incamminavano, "non è affatto coerente con il suo comportamento
verso il nostro povero amico."
"Forse
potremmo essere stati ingannati."
"Non
è molto probabile; la nostra fonte era troppo attendibile."
Una
volta raggiunto lo spazioso corridoio al piano di sopra, fu mostrato
loro un salottino molto grazioso, arredato di recente con maggiore
eleganza e leggerezza degli ambienti del piano di sotto, e furono
informati che era stato appena terminato, per far piacere a Miss
Holmes.
"È
certamente un buon fratello", disse Molly, mentre si avvicinava
a una delle finestre.
"E
lui si comporta sempre così", aggiunse la donna. "Non c'è
nulla che non farebbe per lei."
La
galleria dei dipinti, e due o tre delle principali camere da letto,
era tutto quello che restava da vedere.
Nella
galleria c'erano molti ritratti di famiglia, Molly continuò a
camminare in cerca della sola faccia che fosse in grado di
riconoscere. Alla fine ci arrivò, e vide una forte somiglianza con
Mr. Holmes, con un sorriso che ricordava di avergli visto in volto in
qualche occasione, quando la guardava. Stette diversi minuti di
fronte al quadro in muta contemplazione, e ci tornò di nuovo prima
che lasciassero la galleria.
In
quel momento c'era, nella mente di Molly, una sensazione verso
l'originale più benevola di quella che aveva mai provato al culmine
della loro frequentazione. Gli encomi elargiti dalla
governante non erano da sottovalutare. Quale elogio è più prezioso
di quello di un domestico intelligente? Tutti i giudizi espressi
dalla governante deponevano a favore del suo carattere, e mentre era
davanti alla tela che lo raffigurava, e fissava gli occhi di lui che
la guardavano, pensò alla sua stima con un sentimento di gratitudine
più profonda di quanta ne avesse mai provata prima; rammentò il suo
ardore, e minimizzò l'improprietà del linguaggio.
Quando
ebbero visto tutto quello che della casa era aperto al pubblico,
tornarono al piano di sotto, e furono affidati al giardiniere, che
era venuto loro incontro all'ingresso.
Mentre
camminavano sul prato verso il fiume, Molly si voltò per dare un
altro sguardo; anche lo zio e la zia si fermarono, e mentre il primo
faceva ipotesi sulla data di costruzione, il proprietario in persona
apparve all'improvviso, venendo verso di loro dalla strada che
conduceva alle stalle.
Erano
a meno di venti metri di distanza, e la sua comparsa era stata così
repentina che sarebbe stato impossibile non vederlo. I loro occhi si
incontrarono all'istante, e sulle guance di entrambi si diffuse un
violento rossore. Lui sobbalzo di scatto, e per un attimo sembrò
paralizzato dalla sorpresa, ma si riprese subito, avanzò verso di
loro, e si rivolse a Molly, se non con un tono perfettamente
composto, almeno con assoluta cortesia.
Lei
si era girata d'istinto per andarsene, ma, bloccata dall'avvicinarsi
di lui, accolse i suoi ossequi con un imbarazzo impossibile da
vincere. Gli Hudson rimasero un po' discosti mentre lui stava
parlando con la nipote, che, stupita e confusa, a malapena alzava lo
sguardo sul suo volto, e non sapeva che risposte dare alle cortesi
domande circa la sua famiglia. Sbalordita dal cambiamento nei suoi
modi rispetto a quando si erano separati l'ultima volta, ogni frase
che lui pronunciava accresceva il suo imbarazzo, e tutte le
sensazioni che le si affacciarono alla mente sulla sconvenienza di
essersi fatta trovare là, nei pochi minuti in cui stettero insieme,
furono le più sgradevoli che avesse mai provato in vita sua.
Ma neanche lui sembrava molto a suo agio; mentre parlava, il tono
della voce non aveva nulla della sua usuale compostezza, e ripeté
talmente spesso e in fretta le domande su quando avessero lasciato
Longbourn e sul loro soggiorno nel Derbyshire, da far capire
chiaramente quanto fossero confusi i suoi pensieri.
Alla
fine, sembrò aver esaurito gli argomenti, e, dopo essere rimasto
qualche istante senza dire una parola, di colpo si ricompose e prese
congedo.
Allora
gli altri la raggiunsero, e manifestarono la loro ammirazione per il
suo aspetto, ma Molly non sentì una parola e, tutta presa dalle
proprie sensazioni, li seguì in silenzio. Era sopraffatta dalla
vergogna e dall'irritazione. Essere andata lì era stata la cosa più
infelice, la più sconsiderata al mondo! Come doveva essergli
sembrato strano! Oh! perché era venuta? o anche, perché lui era
arrivato in questo modo, un giorno prima del previsto? Se avessero
finito solo con dieci minuti di anticipo sarebbero stati al sicuro
dai suoi giudizi, poiché era evidente come fosse arrivato in quel
momento, come fosse sceso in quel momento da cavallo. Continuava ad
avvampare ripensando a quell'incontro così disgraziato. E il
comportamento di lui, così incredibilmente cambiato, che poteva
significare? Il solo fatto che le avesse rivolto la parola era
sorprendente! ma parlare con un tale garbo, informarsi della sua
famiglia! In vita sua non l'aveva mai visto comportarsi in modo così
poco solenne, mai le aveva parlato con tanta gentilezza come in
quell'incontro inaspettato. Non sapeva che cosa pensare, o come
spiegarselo.
Ora
stavano camminando in uno splendido viale di fianco al corso d'acqua
ma a Molly ci volle un po' prima di accorgersene. I suoi pensieri
erano fissi a quel punto di Pemberley House, quale che fosse, dove
ora si trovava Mr. Holmes. Voleva tanto sapere che cosa gli stesse
passando per la mente in quel momento, che cosa stesse pensando di
lei, e se, a dispetto di tutto, lei gli fosse ancora cara.
Alla
fine i commenti dei suoi compagni sul fatto che fosse con la testa
tra le nuvole la fecero tornare in sé, e capì che era necessario
mostrarsi com'era suo solito.
Mr.
Hudson espresse il desiderio di fare il giro completo del parco, ma
temeva che potesse essere ben più di una passeggiata. Con un sorriso
trionfante, furono informati che il perimetro era di dieci miglia.
Questo risolse la questione, e proseguirono nel giro consueto, che li
riportò sul bordo del corso d'acqua, in una delle sue parti più
strette. Lo attraversarono su un ponte rustico; era il punto meno
alterato tra quelli che avevano già visitato, e la valle, qui
ridotta a uno stretto passaggio, lasciava spazio solo per il torrente
e per un angusto sentiero in mezzo a un sottobosco selvatico che lo
costeggiava. Molly avrebbe voluto esplorarne i meandri, ma una volta
attraversato il ponte, e capito la distanza che li separava dalla
casa, Mrs. Hudson non se la sentì di andare oltre, e pensò solo a
tornare il più presto possibile alla carrozza. La nipote fu perciò
costretta a obbedire, e si avviarono verso la casa sul lato opposto
del fiume, la via più diretta; ma procedevano lenti, poiché Mr.
Hudson amava molto la pesca, ed era talmente impegnato a controllare
nell'acqua l'occasionale apparizione di una trota, e a parlarne con
il giardiniere, da avanzare pochissimo. Mentre procedevano così
lentamente, furono di nuovo sorpresi, e lo stupore di Molly fu pari a
quello precedente, nel vedere che Mr. Holmes si stava avvicinando, e
a non grande distanza. Dato che il sentiero lì era meno riparato di
quello dall'altro lato, riuscirono a vederlo prima che si
incontrassero. Molly, per quanto stupita, era comunque
più preparata di prima a un colloquio, e decise di mostrarsi calma e
di parlare tranquillamente. Con un'occhiata si rese conto che non
aveva perso nulla della recente cortesia e, per adeguarsi alla sua
gentilezza, iniziò, non appena incontratisi, ad ammirare la bellezza
del luogo; ma non era andata più in là delle parole "delizioso"
e "incantevole" quando fu bloccata da ricordi spiacevoli, e
immaginò che un elogio di Pemberley da parte sua avrebbe potuto
essere interpretato in modo malizioso. Cambiò colore, e non disse
più nulla.
Mrs.
Hudson era rimasta un po' indietro, e quando lei rimase in silenzio,
lui le chiese di fargli l'onore di presentarlo ai suoi amici. Era un
eccesso di cortesia al quale era del tutto impreparata, e poté a
stento reprimere un sorriso, all'idea che lui stesse ora chiedendo di
conoscere le stesse persone verso le quali il suo orgoglio si era
ribellato, nella dichiarazione che le aveva fatto.
La
presentazione fu fatta immediatamente, e quando rivelò la parentela
che c'era con lei, gli lanciò un'occhiata maliziosa, per vedere come
l'avrebbe presa. Che fosse sorpreso
era
evidente; comunque, sopportò la cosa con fermezza, e ben lungi
dall'andarsene, tornò indietro con loro, e si mise a chiacchierare
con Mr. Hudson. Molly non poteva non essere compiaciuta, non poteva
non sentirsi trionfante. Era consolante fargli sapere di avere
parenti per i quali non c'era nessun bisogno di arrossire. Ascoltò
con molta attenzione tutto ciò che si dicevano, e si sentì fiera di
ogni espressione, di ogni frase dello zio.
La
conversazione passò subito alla pesca, e lei sentì Mr. Holmes
invitare lo zio, con la massima cortesia, a venire a pescare lì
quanto volesse, mentre era nei dintorni, offrendosi nello stesso
tempo di fornirgli l'attrezzatura, e indicandogli quelle parti del
torrente che di solito erano più pescose. Mrs. Hudson, che camminava
sottobraccio a Molly, le diede un'occhiata che esprimeva la sua
meraviglia. Molly non disse nulla, ma ne fu
estremamente gratificata; il complimento era sicuramente tutto per
lei. Il suo stupore, tuttavia, era grandissimo, e si andava
continuamente ripetendo, "Perché è così cambiato? A che cosa
è dovuto? Non può essere per me,
non può essere per amor mio
che
i suoi modi si sono così addolciti. I miei rimproveri a Hunsford non
possono aver causato un cambiamento come questo. È impossibile che
sia ancora innamorato di me."
Dopo
aver passeggiato in questo modo per un po', le due signore davanti, i
due gentiluomini dietro, nel riprendere i loro posti, dopo essere
scesi sul bordo del fiume per osservare meglio alcune curiose piante
acquatiche, ci fu l'opportunità di un piccolo cambiamento. La causa
fu Mrs. Hudson, che trovò che il braccio di Molly fosse inadeguato a
sostenerla, e di conseguenza preferì quello del marito. Mr. Holmes
prese il suo posto accanto alla nipote e proseguirono insieme. Dopo
un breve silenzio, fu la signorina a parlare per prima. Voleva fargli
sapere che prima di venire si era accertata della sua assenza, e
quindi iniziò osservando che il suo arrivo era stato del tutto
inaspettato. Lui riconobbe la correttezza di tutto ciò, e disse che
il suo arrivo qualche ora prima delle persone con le quali aveva
viaggiato era dovuto a una faccenda da sistemare col suo
amministratore. "Mi raggiungeranno nelle prime ore di
domattina", proseguì, "e tra loro ce ne sono alcuni che
possono vantarsi di conoscervi... Mr. Watson e la sorella."
Molly
rispose solo con un leggero inchino. I suoi pensieri furono
istantaneamente ricondotti al momento in cui il nome di Mr. Watson
era stato pronunciato l'ultima volta tra di loro, e, a giudicare dal
colorito di lui, la sua
mente
non era impegnata in modo molto diverso.
"C'è
anche un'altra persona nel gruppo", proseguì lui dopo una
pausa, "che desidera particolarmente conoscervi; mi permetterete
di presentarvi mia sorella durante il vostro soggiorno a Lambton?"
La
sorpresa per una richiesta del genere fu davvero grande. Si rese
immediatamente conto che qualunque desiderio avesse Miss Holmes di
conoscerla, doveva essere frutto del fratello; era gratificante
sapere che il suo risentimento non aveva fatto
sì che lui pensasse veramente male di lei.
Ora
camminavano in silenzio, tutti e due immersi nei propri pensieri.
Superarono ben presto gli altri, e quando raggiunsero la carrozza Mr.
e Mrs. Hudson erano rimasti indietro di mezzo miglio.
Lui
allora la invitò a entrare in casa, ma lei affermò di non essere
stanca, e aspettarono insieme sul prato. In un momento come quello si
sarebbe potuto dire molto, e il silenzio fu molto imbarazzante. Lei
voleva parlare, ma sembrava esserci come un veto per ogni argomento.
Alla fine si ricordò che erano in viaggio, e parlarono di Matlock e
di Dove Dale con molta perseveranza. Ma il tempo e la zia si
muovevano lentamente, e pazienza e idee si erano quasi esaurite prima
che terminasse quel tête-à-tête. Una volta arrivati Mr. e Mrs.
Hudson, lui insistette con tutti affinché entrassero in casa per
qualche rinfresco, ma l'invito fu rifiutato, e si separarono con la
massima e reciproca cortesia. Mr. Holmes aiutò le signore a salire
in carrozza, e mentre si allontanavano, Molly lo vide camminare
lentamente verso casa.
Cominciarono
ora i commenti degli zii; e tutti e due affermarono che Mr. Holmes
era infinitamente superiore a quanto si erano aspettati.
44
Molly
aveva capito che Mr. Holmes avrebbe portato la sorella a farle visita
il giorno successivo al suo arrivo a Pemberley e, di conseguenza,
aveva deciso di non allontanarsi troppo dalla locanda per l'intera
mattinata. Ma la sua conclusione si rivelò sbagliata, poiché i
visitatori vennero proprio la mattina dopo il loro arrivo a Lambton.
Lei e gli zii erano andati a passeggio con alcuni loro nuovi amici,
ed erano appena tornati alla locanda per cambiarsi e pranzare con
quella famiglia, quando il rumore di una carrozza li fece affacciare
a una finestra, e videro venire su per la strada un gentiluomo e una
signora in un calesse. Molly riconobbe immediatamente la livrea e
sorprese non poco i suoi parenti, rendendoli partecipi dell'onore che
l'aspettava. Gli zii erano stupefatti, e l'imbarazzo che lei dimostrò
nel parlare, unito all'avvenimento in sé, e ai molti avvenimenti del
giorno precedente, suscitarono in loro che non c'era altro modo di
giustificare attenzioni del genere provenienti da quella direzione,
se non un particolare interesse per la nipote. Mentre la loro mente
elaborava questa idea appena partorita, il turbamento di Molly andava
man mano crescendo.
Apparvero
Miss Holmes e il fratello, e la presentazione ebbe luogo. Molly vide
con stupore che la sua nuova conoscenza era imbarazzata almeno quanto
lei. Da quando era a Lambton aveva sentito dire che Miss Holmes era
estremamente orgogliosa, ma fu sufficiente osservarla per pochi
minuti per convincersi che era solo estremamente timida. Le riuscì
difficile ottenere da lei anche una sola parola che non fosse un
monosillabo.
Non
erano insieme da molto, quando Holmes disse che anche Watson stava
venendo a farle visita, e lei ebbe appena il tempo di esprimere la
sua soddisfazione, e di preparasi a riceverlo, quando si udì il
passo veloce di Watson per le scale, e un istante dopo lui entrò
nella stanza. Tutta la collera di Molly verso di lui era da tempo
svanita, ma, anche se ne avesse provata ancora, sarebbe stato
difficile mantenerla inalterata di fronte alla spontanea cordialità
con la quale si espresse nel rivederla. Si informò in modo
amichevole sulla sua fa-miglia, e parlava e si comportava con la
stessa allegra disinvoltura di sempre.
L'interesse
per lui da parte di Mr. e Mrs. Hudson era a malapena inferiore al
suo. Da tempo avevano un forte desiderio di conoscerlo. L'intero
gruppo di fronte a loro, a dire il vero, suscitava una intensa
attenzione. I sospetti che si erano appena affacciati circa Holmes e
la nipote li indussero a osservare entrambi con viva, anche se cauta,
curiosità, e questa osservazione li portò ben presto a essere
convinti che almeno uno di loro sapesse che cosa vuol dire essere
innamorato. Sui sentimenti della signorina rimasero un po' in dubbio,
ma che il gentiluomo fosse traboccante di ammirazione era più che
evidente.
Vedendo
Watson i suoi pensieri corsero naturalmente alla sorella; e con
quanto ardore avrebbe voluto sapere se qualcuno di quelli di lui
fosse andato nella stessa direzione. Di certo non era
possibile ingannarsi sul comportamento che aveva nei confronti di
Miss Holmes, che era stata presentata come una rivale di Mary. Da
parte di entrambi non ci fu nulla che rivelasse un interesse
particolare. Ci furono due o tre piccoli dettagli prima che si
separassero che, nella sua ansiosa interpretazione, indicarono il
ricordo di Mary, non privo di tenerezza, e il desiderio di dire
qualcosa che potesse condurre a parlare di lei, se solo avesse osato.
In un momento in cui gli altri stavano chiacchierando tra loro, lui
aveva osservato che era passato molto tempo da quando aveva avuto il
piacere di incontrarla, e, prima che lei potesse replicare, aveva
aggiunto, "Sono quasi otto mesi. Non ci vediamo dal 26 novembre,
quando siamo stati tutti insieme al ballo di Netherfield."
Molly
si compiacque di quella memoria così precisa, e lui dopo un po'
colse l'occasione per chiederle se tutte
le
sue sorelle fossero a Longbourn. Non c'era molto in questa domanda,
né nella precedente osservazione, ma c'era uno sguardo e un modo di
fare che le rendevano significative.
Non
le capitò spesso di poter rivolgere lo sguardo a Mr. Holmes, ma,
ogni volta che gli lanciò un'occhiata, vide un'espressione di
generale compiacimento, e in tutto ciò che diceva sentì un accento
così privo di alterigia o disprezzo verso gli altri, da convincerla
che il miglioramento nei suoi modi di cui era stata testimone il
giorno precedente, per quanto temporaneo potesse dimostrarsi, era
sopravvissuto almeno per un giorno.
Gli
ospiti rimasero per circa mezzora, e quando si alzarono per andarsene
Mr. Holmes invitò la sorella a unirsi a lui nell'esprimere il
desiderio di vedere Mr. e Mrs. Hudson, e Miss Hooper, a pranzo a
Pemberley prima di partire. Miss Holmes, anche se con una insicurezza
che faceva capire quanto fosse poco abituata a fare inviti, obbedì
prontamente. Mrs. Hudson
si azzardò a impegnarsi per tutti, e la data fu fissata per due
giorni dopo.
Quella
sera i pensieri di Molly erano rivolti a Pemberley più di quella
precedente, e la serata non fu lunga abbastanza da farle capire quali
fossero i suoi sentimenti verso qualcuno
in
quella dimora; e rimase sveglia per ben due ore, cercando di farli
emergere. Di certo non lo odiava. No, l'odio era svanito da tempo, e
da quasi altrettanto tempo si vergognava persino di aver provato
quella che poteva essere definita un'antipatia verso di lui. Al di
sopra di tutto, c'era in lei un motivo di benevolenza che non poteva
essere tralasciato. Era la gratitudine. Gratitudine, non
semplicemente per averla amata, ma per amarla ancora abbastanza da
perdonare la petulanza e l'acrimonia del suo modo di rifiutarlo, e
tutte le accuse ingiuste che avevano accompagnato il suo rifiuto. Lui
che, come aveva immaginato, l'avrebbe evitata come la sua più grande
nemica, sembrava estremamente ansioso di preservare la conoscenza, e
senza far mostra di nessuna premura sconveniente, o di atteggiamenti
particolari che coinvolgessero solo loro due, aveva cercato la stima
dei suoi parenti, e si era speso per farle conoscere la sorella. Un
tale cambiamento in un uomo così orgoglioso, suscitava non solo
stupore ma gratitudine... per l'amore, l'amore
appassionato a cui era da attribuire; e l'impressione suscitata in
lei era stata tale da essere incoraggiata, poiché tutt'altro che
spiacevole, sebbene non potesse essere esattamente definita. Lo
rispettava, lo stimava, gli era grata, provava un reale interesse per
il suo bene, e voleva solo sapere quanto quel bene dipendesse da lei,
e quanto avrebbe fatto la felicità di entrambi se lei avesse usato
il suo potere per indurlo a rinnovare la sua dichiarazione.
Tra
la zia e la nipote era stato deciso che una evidente cortesia come
quella di Miss Holmes di andare a trovarli lo stesso giorno del suo
arrivo a Pemberley doveva essere imitata, sebbene non potesse essere
eguagliata, da una qualche dimostrazione di gentilezza da parte loro,
e, di conseguenza, che sarebbe stato opportuno farle visita a
Pemberley il giorno seguente. Sarebbero perciò andate. Molly ne fu
contenta, anche se, quando se ne chiese il motivo, ebbe ben poco da
dire in risposta.
Mr.
Hudson le lasciò subito dopo colazione. Il giorno prima era stato
rinnovato il progetto di andare a pesca, e preso un concreto impegno
per incontrarsi con i signori di Pemberley a mezzogiorno.
45
Convinta
com'era Molly che l'antipatia di Miss Watson nei suoi confronti
avesse origine dalla gelosia, non poté fare a meno di pensare a come
la sua comparsa a Pemberley le dovesse risultare sgradita.
Arrivate
alla casa, furono condotte, attraverso l'atrio, nel salone.
In
questa stanza furono accolte da Miss Holmes, che era in compagnia di
Miss Watson e della dama di compagnia con la quale viveva a Londra.
L'accoglienza di Harriet fu molto cortese, ma accompagnata da tutto
l'imbarazzo che, sebbene dovuto alla timidezza e alla paura di
sbagliare, avrebbero dato a coloro che si sentivano inferiori
l'impressione che fosse orgogliosa e distaccata. Mrs. Hudson e la
nipote, comunque, la capirono e la compatirono.
Da
parte di Miss Watson furono degnate solo di una riverenza e, una
volta accomodatesi, seguì per qualche istante una pausa. La ruppe
per prima Mrs. Annesley, una donna garbata e dall'aspetto simpatico e
lei e Mrs. Hudson, con l'occasionale aiuto di Molly, portarono avanti
la conversazione. Miss Holmes sembrava desiderosa di avere il
coraggio sufficiente per unirsi a loro, e talvolta azzardò qualche
breve frase, quando c'era meno pericolo di essere sentita.
Molly
si accorse ben presto di essere controllata da Miss Watson, e di non
poter dire nemmeno una parola, specialmente a Miss Holmes, senza
richiamare la sua attenzione. Questa consapevolezza non le avrebbe
impedito di cercare di parlare con quest'ultima, se non fossero state
sedute a una distanza scomoda; ma non le dispiacque di essere
sollevata dalla necessità di dire molto. Era occupata dai propri
pensieri. A ogni istante si aspettava che qualcuno dei signori
entrasse nella stanza. Desiderava e temeva che il padrone di
casa si unisse a loro, e non riusciva a decidere se fosse maggiore il
desiderio o il timore.
L'altro
diversivo offerto alla loro visita fu prodotto dall'ingresso di
alcuni domestici con carne fredda, dolci, e una varietà di tutti i
migliori frutti di stagione.
Mentre
erano così impegnate, Molly ebbe un'ottima opportunità per decidere
se avesse più desiderio o più timore della comparsa di Mr. Holmes,
offertale dalle sensazioni che prevalsero quando lui entrò nella
stanza; e allora, anche se solo un istante prima aveva creduto che
fosse predominante il desiderio, iniziò a rammaricarsi per la sua
venuta.
Lui
era stato per un po' con Mr. Hudson, che, con due o tre altri signori
della casa, era impegnato sul fiume, e l'aveva lasciato solo quando
aveva appreso che le signore della sua famiglia avevano intenzione di
far visita a Harriet quella mattina. Non appena apparve, Molly prese
la saggia decisione di restare calma e a proprio agio; una decisione
molto opportuna da prendere, ma forse non altrettanto facile da
mantenere, poiché si rendeva conto che i sospetti di tutti erano
rivolti su di loro. In nessuno la curiosità era così fortemente
accentuata come in quello di Miss Watson, nonostante i sorrisi che le
si diffondevano in volto ogniqualvolta si rivolgeva a uno dei due
interlocutori che le interessavano, poiché la gelosia non l'aveva
ancora resa priva di speranza, e le sue attenzioni verso Mr. Holmes
non erano affatto cessate. Miss Holmes, dopo l'arrivo del fratello,
fece sforzi molto maggiori per parlare, e Molly capì che lui era
molto ansioso che lei e la sorella entrassero in confidenza, e
favoriva il più possibile ogni tentativo di conversazione tra loro
due. Anche Miss Watson lo capì, e, con l'imprudenza della collera,
colse la prima occasione per dire, con beffarda cortesia,
"Di
grazia, Miss Molly, è vero che la milizia ha lasciato Meryton?
Dev'essere una grande perdita per la vostra
famiglia."
In
presenza di Holmes non osò pronunciare il nome di Moriarty, ma Molly
comprese che in cima ai suoi pensieri c'era lui, e i vari ricordi
legati a quel nome gli procurarono un istante di angoscia; ma,
sforzandosi con vigore di respingere quell'attacco maligno, ripose
subito alla domanda con un tono di passabile indifferenza. Mentre
parlava, un'occhiata involontaria le rivelò un Holmes con un
colorito molto acceso, con lo sguardo ardente rivolto verso di lei,
mentre la sorella era sopraffatta dall'imbarazzo e incapace di
sollevare lo sguardo. Se Miss Watson avesse saputo quale angoscia
stesse provocando nel suo beneamato amico, si sarebbe senza dubbio
trattenuta dal fare quell'allusione, ma la sua intenzione era solo
quella di mettere in imbarazzo Molly. Non una sillaba le era giunta
all'orecchio della premeditata fuga d'amore di Miss Holmes.
La
compostezza di Molly, tuttavia, acquietò presto la sua emozione, e
dato che Miss Watson, irritata e delusa, non osò alludere più da
vicino a Moriarty, anche Harriet si riprese in breve tempo, anche se
non abbastanza da essere in grado di dire altro. Il fratello, del
quale temeva di incrociare lo sguardo, aveva quasi dimenticato il
ruolo da lei avuto in quella storia, e proprio
ciò che era stato concepito per distogliere i suoi pensieri da
Molly, sembrò concentrarli su di lei ancora di più, e con maggiore
trasporto.
La
visita non si protrasse a lungo e mentre Mr. Holmes le accompagnava
alla carrozza, Miss Watson diede sfogo ai suoi sentimenti criticando
l'aspetto, il comportamento e l'abbigliamento di Molly. Ma Harriet
non si volle unire a lei. L'opinione del fratello era sufficiente ad
assicurarle il suo favore, il suo giudizio non poteva essere
sbagliato, e lui aveva parlato di Molly in termini tali da non
lasciare a Harriet nessun'altra possibilità se non quella di
considerarla incantevole e simpatica. Quando Holmes tornò nel
salone, Miss Watson non poté fare a meno di ripetere qualcosa di
quello che aveva detto alla sorella.
"Che
brutto aspetto aveva Molly Hooper stamattina, Mr. Holmes",
esclamò; " È diventata talmente scura e volgare! "
Per
quanto poco un discorso del genere potesse fargli piacere, Mr. Holmes
si accontentò di una fredda replica, dicendo di non aver notato
altri cambiamenti se non il fatto che fosse piuttosto abbronzata, una
conseguenza non straordinaria del viaggiare d'estate.
"Da
parte mia", insistette lei, "devo confessare di non aver
mai visto nessuna bellezza in lei. Mi ricordo, quando l'abbiamo
conosciuta per la prima volta nell'Hertfordshire, quanto ci siamo
stupiti venendo a sapere che era considerata una bellezza; e rammento
in modo particolare quello che avete detto una sera, «Lei
una
bellezza! Sarebbe come dire che la madre è un genio.» Ma in seguito
è sembrata migliorare ai vostri occhi, e credo che un tempo
l'abbiate ritenuta piuttosto graziosa."
"Sì",
replicò Holmes, che non riuscì a contenersi oltre, "ma questo
è
successo solo quando l'ho vista per la prima volta, poiché sono
ormai molti mesi che la considero come una delle più belle donne di
mia conoscenza."
Poi
se ne andò, e Miss Watson fu lasciata a tutta la soddisfazione di
averlo costretto a dire qualcosa che non arrecava pena a nessuno se
non a lei.
46
Molly
era rimasta molto delusa nel non trovare una lettera di Mary, al loro
arrivo a Lambton, e questa delusione si era rinnovata ogni giorno
trascorso lì; ma il terzo il suo scontento ebbe fine, e la sorella
fu assolta, dall'arrivo contemporaneo di due lettere, su una delle
quali era indicato che era stata spedita erroneamente altrove.
All'arrivo
delle lettere stavano giusto preparandosi per una passeggiata, e gli
zii, lasciandola a godersele con calma, uscirono da soli. Quella
inoltrata erroneamente era sicuramente la prima da considerare; era
stata scritta cinque giorni prima. All'inizio c'era un resoconto di
tutti i loro piccoli ricevimenti e impegni; ma l'altra metà, datata
un giorno dopo e scritta in uno stato di evidente agitazione, forniva
informazioni più importanti. Era di questo tenore:
“Da
quando ho scritto quanto sopra, carissima Molly, è successo qualcosa
di inaspettato e di natura molto seria. Quello che ho da dire
riguarda la povera Janine. Ieri sera a mezzanotte è arrivato un
espresso dal colonnello Forster, per informarci che era scappata in
Scozia con uno dei suoi ufficiali: Moriarty! Immagina la nostra
sorpresa. A Philippa, tuttavia, la cosa non sembrava del tutto
inaspettata. Sono molto, molto addolorata. Un'unione così imprudente
da entrambe le parti! Ma voglio sperare per il meglio, e che il
carattere di lui sia stato frainteso. La sua scelta è perlomeno
disinteressata, poiché sa di certo che nostro padre non può
darle nulla. La povera mamma è estremamente afflitta. Come sono
sollevata dal fatto che non abbiamo detto a nessuno di loro tutto
quello che si dice su Moriarty. Si suppone che siano fuggiti sabato
sera, verso mezzanotte, ma la cosa non è stata scoperta fino a ieri
mattina alle otto. L'espresso è stato spedito immediatamente. Il
colonnello Forster ci ha dato motivo di aspettarci che presto sarà
qui. Janine ha lasciato poche righe per la moglie, informandola delle
loro intenzioni. Devo concludere, perché non posso stare a lungo
lontana dalla povera mamma. Temo che non riuscirai a cavarne molto,
ma a malapena so quello che ho scritto.”
Senza
concedersi il tempo di riflettere, e senza nemmeno capire bene ciò
che provava, Molly, finita quella lettera, afferrò immediatamente
l'altra e, aprendola con la massima impazienza, lesse quanto segue;
era stata scritta un giorno dopo la conclusione della prima.
“A
quest'ora, mia carissima sorella, avrai ricevuto la mia lettera
scritta di corsa; vorrei che questa fosse più comprensibile ma la
mia mente è così confusa che non posso rispondere della sua
coerenza. Carissima Molly, ho cattive notizie per te. Per quanto
imprudente possa essere il matrimonio tra Mr. Moriarty e la nostra
povera Janine, ormai siamo ansiosi di assicurarci che abbia avuto
luogo, poiché ci sono troppi motivi per temere che non siano andati
in Scozia. Il colonnello Forster è arrivato ieri. Sebbene la breve
lettera di Janine a Mrs. Forster facesse capire che stessero andando
a Gretna Green *, Denny ha fatto trapelare qualcosa circa la sua
convinzione che M. non avesse affatto intenzione di andarci, né di
sposare Janine, il che è stato riferito al colonnello F., che, messo
immediatamente in allarme, è partito con l'intenzione di seguire le
loro tracce. Tutto ciò che si sa è che sono stati visti proseguire
sulla strada per Londra. Non so che cosa pensare. Dopo aver
fatto ogni possibile ricerca in direzione di Londra, il colonnello F.
si è diretto nell'Hertfordshire, proseguendo con ansia le ricerche
ma senza alcun successo. Con la massima cortesia e sollecitudine è
venuto a Longbourn, e ha condiviso con noi le sue apprensioni in un
modo che gli ha fatto onore. La nostra angoscia, mia cara Molly, è
davvero grande. Il babbo e la mamma sono convinti del peggio, ma io
non posso pensare così male di lui.
Mi addolora, tuttavia, vedere che il colonnello F. non è propenso a
credere al loro matrimonio; ha detto di temere che M. non sia un uomo
di cui fidarsi. La povera mamma sta davvero male e quanto al babbo,
in vita mia non l'ho mai visto così colpito. La povera Philippa è
in collera per aver nascosto i loro rapporti, ma dato che le erano
stati rivelati in via confidenziale la cosa non può meravigliare.
Sono davvero contenta, carissima Molly, che ti sia stato risparmiato
qualcosa di queste scene angosciose, ma ora che il colpo iniziale è
passato, posso confessare che vorrei tanto che tu tornassi? Non sono
così egoista, tuttavia, da insistere, se dovesse essere un incomodo.
Addio.
Prendo
di nuovo la penna per fare quello che ti avevo appena detto di non
voler fare, ma le circostanze sono tali che non posso fare a meno di
pregare ardentemente tutti voi di tornare. Il babbo parte subito per
Londra con il colonnello Forster, per tentare di trovarla. Che cosa
intenda fare, non lo so proprio; ma l'angoscia è troppa per
permettergli di prendere qualsiasi decisione nel modo migliore e più
sicuro, e il colonnello Forster è costretto a tornare a Brighton
domani sera. In una circostanza simile il consiglio e l'aiuto dello
zio sarebbero la cosa migliore del mondo; capirà subito ciò
che provo, e conto sulla sua bontà.”
"Oh!
dov'è, dov'è mio zio?", esclamò Molly, balzando dalla sedia
non appena finita la lettera, impaziente di raggiungerlo ma mentre si
apprestava a uscire, la porta fu aperta da un domestico, e apparve
Mr. Holmes. Il pallore del viso e i modi impetuosi di lei lo fecero
trasalire, e prima che potesse riprendersi abbastanza per parlare,
lei, nella cui mente tutto era sovrastato dalla situazione di Janine,
esclamò precipitosamente, "vi prego di scusarmi, ma devo
lasciarvi. Devo cercare subito Mr. Hudson; non ho un istante da
perdere."
"Buon
Dio! che cosa è successo?", esclamò lui, con più emozione che
cortesia; poi, riprendendosi, "non vi tratterrò un solo
momento, ma lasciatemi, o lasciate che il domestico vada a cercare
Mr. e Mrs. Hudson. Non state bene... non potete andarci voi."
Molly
esitò, ma le tremavano le ginocchia, e capì quanto poco sarebbe
servito andare lei stessa a cercarli. Richiamò quindi il domestico,
e gli affidò il compito di riportare a casa il padrone e la padrona.
Una
volta uscito il domestico, si sedette, incapace di reggersi in piedi
e con un'aria così affranta che fu impossibile per Holmes lasciarla,
o trattenersi dal dire, in tono di gentilezza e commiserazione,
"Lasciate che chiami la vostra cameriera. Non c'è nulla che
possa portarvi, per darvi un po' di sollievo? Un bicchiere di vino;
ve ne procuro uno? State davvero male."
"No,
grazie", rispose lei, cercando di riprendersi. "La cosa non
riguarda me. Sto benissimo; sono solo angosciata per delle terribili
notizie che ho appena ricevuto da Longbourn."
Solo
a parlarne, scoppiò in lacrime, e per qualche minuto non poté dire
una parola. Holmes, in tormentata attesa, poté solo dire qualche
confusa parola di partecipazione, e osservarla in un compassionevole
silenzio. Alla fine, lei parlò di nuovo. "Ho appena ricevuto
una lettera da Mary, con terribili notizie. La mia sorella minore ha
abbandonato i suoi amici... è fuggita... si è messa nelle mani
di... di Mr. Moriarty. Sono partiti insieme da Brighton. Voi
lo
conoscete troppo bene per dubitare del seguito. Lei non ha denaro,
non ha conoscenze, nulla che possa tentarlo a... è perduta per
sempre."
Holmes
la fissava sbalordito. "Quando penso", aggiunse lei, con
voce ancora più agitata, "che io
avrei
potuto impedirlo! Se avessi rivelato alla mia famiglia solo una
piccola parte di quello che avevo appreso, questo non sarebbe
successo. Ma ormai è tardi, è troppo tardi."
"Sono
davvero addolorato", esclamò Holmes, "addolorato...
sconvolto. Ma è certo, assolutamente certo?"
"Oh,
sì! Hanno lasciato insieme Brighton domenica sera, e se ne sono
potute seguire le tracce quasi fino a Londra, ma non oltre; di sicuro
non sono andati in Scozia."
"E
che cosa è stato fatto, che cosa è stato tentato, per ritrovarla?"
"Mio
padre è andato a Londra, e Mary ha scritto per chiedere l'immediato
aiuto di mio zio. Ma non si può fare nulla; so benissimo che non si
può fare nulla. Come si può agire con un uomo del genere? Come
riuscire solo a scoprirli? Non ho la minima speranza."
Holmes
scosse la testa in un tacito consenso.
"Quando
ho aperto gli occhi sul suo vero carattere. Oh! se avessi saputo che
cosa avrei dovuto, che cosa avrei dovuto avere il coraggio di fare!
Ma non lo sapevo... temevo di fare troppo. Disgraziato, disgraziato
errore!"
Holmes
non rispose. Sembrava a malapena ascoltarla, e andava su e giù per
la stanza in profonda meditazione, la fronte contratta, l'aria cupa.
Molly lo notò subito, e capì. Il suo potere stava crollando; tutto
doveva
crollare
di fronte a una tale prova di debolezza da parte della sua famiglia,
a una tale certezza di un disonore così acuto. Non poteva né
stupirsi né condannare, ma la consapevolezza di quanto lui avesse
avuto ragione non aveva nulla di consolatorio per il suo cuore, nulla
che potesse alleviare la sua angoscia. Era, al contrario, proprio
quello che ci voleva per farle capire i propri sentimenti; e mai come
adesso aveva sentito con la stessa chiarezza che avrebbe potuto
amarlo, quando l'amore era ormai inutile.
Ma
il pensiero di se stessa, pur così invadente, non poteva imporsi.
Janine, l'umiliazione, la miseria che stava spargendo su tutti loro,
cancellarono ogni preoccupazione personale, e, coprendosi il volto
con il fazzoletto, Molly fu presto distolta da qualsiasi altra cosa;
dopo una pausa di qualche minuto, fu richiamata
alla consapevolezza della situazione solo dalla voce di lui, che, in
un modo che rivelava compassione, ma allo stesso tempo riserbo,
disse, "Temo che da tempo desideriate che me ne vada, né posso
in alcun modo giustificare il fatto di restare, se non con un
sincero, per quanto inefficace, interessamento. Volesse il cielo che
ci potesse essere qualcosa da dire o da fare da parte mia, per
offrivi consolazione in una simile angoscia. Ma non vi tormenterò
con inutili auspici, che possono sembrare offerti solo per
sollecitare i vostri ringraziamenti. Temo che questa incresciosa
faccenda impedirà a mia sorella di avere il piacere di vedervi oggi
a Pemberley."
"Oh
sì. Siate così gentile da scusarci con Miss Holmes. Ditele che
affari urgenti ci richiamano a casa. Nascondete la penosa verità il
più a lungo possibile. So che non potrà essere per molto."
Lui
la rassicurò prontamente sulla sua discrezione, esprimendo di nuovo
il proprio dolore per la sua angoscia, augurandole una conclusione
più felice di quanto fosse possibile sperare al momento e,
affidandole i propri ossequi per i suoi parenti, se ne andò, con un
unico, grave sguardo di addio.
Non
appena uscito dalla stanza, Molly si rese conto di quanto fosse
improbabile che si sarebbero rivisti con la stessa cordialità che
aveva contraddistinto i loro vari incontri nel Derbyshire; e gettando
un'occhiata retrospettiva sul complesso della loro conoscenza, così
piena di contraddizioni e cambiamenti, sospirò sull'incoerenza di
quei sentimenti che ora avrebbero stimolato la sua prosecuzione, e in
passato avevano gioito per averla interrotta.
Mr.
e Mrs. Hudson erano tornati precipitosamente indietro e lei li
informò con fervore sul perché li avesse mandati a chiamare,
leggendo le due lettere a voce alta, e soffermandosi sul poscritto
della seconda con trepidante energia. Sebbene Janine non fosse mai
stata la loro favorita, Mr. e Mrs. Hudson non potevano non essere
profondamente afflitti e dopo le prime esclamazioni di sorpresa e
orrore, Mr. Hudson promise subito ogni aiuto che fosse in suo
potere fornire. Molly, sebbene non si aspettasse nulla di meno, lo
ringraziò con lacrime di gratitudine; tutto ciò che riguardava il
viaggio fu sistemato speditamente e
Molly si trovò, in uno spazio di tempo minore di quanto avesse
immaginato, seduta in carrozza e sulla strada per Longbourn.
(*Gretna-Green
è il primo villaggio scozzese dopo il confine con l'Inghilterra,
sulla strada da Londra a Edimburgo. Era, ed è rimasto, famoso
perché, a seguito di una legge emanata nel 1753 (il "Lord
Hardwicke's Marriage Act") che vietava il matrimonio dei minori
di ventuno anni senza il consenso dei genitori, norma che si
applicava in Inghilterra ma non in Scozia, era diventato la meta di
tutti i giovani inglesi che scappavano di casa per sposarsi.)
47
Viaggiarono
il più speditamente possibile,e raggiunsero Longbourn il giorno
successivo.
Quando
entrarono nel giardino, i piccoli Hudson, attirati dalla vista di una
carrozza, erano in attesa sui gradini d'entrata; e quando la carrozza
si fermò alla porta la gioiosa sorpresa che li illuminò in volto, e
si diffuse per tutto il corpo con una varietà di capriole e
saltelli, fu il primo piacevole e sincero benvenuto che ricevettero.
Molly
salto giù, e, dopo aver dato a ciascuno di loro un bacio frettoloso,
si precipitò nell'atrio, dove Mary le venne subito incontro.
Molly,
mentre l'abbracciava con affetto, le chiese se si fosse saputo
qualcosa dei fuggitivi.
"Non
ancora", rispose Mary. "Ma adesso che è arrivato il mio
caro zio, spero che tutto andrà bene."
"Il
babbo è a Londra?"
"Sì,
c'è andato martedì, come ti ho scritto."
"E
avete ricevuto spesso sue notizie?"
"Solo
una volta. Mi ha scritto qualche rigo mercoledì, per dire che era
arrivato sano e salvo, e per fornirmi il suo indirizzo. Ha aggiunto
soltanto che non avrebbe più scritto, fino a quando non avesse avuto
qualcosa di importante da comunicare."
"E
la mamma... come sta?"
"La
mamma sta discretamente bene, credo; anche se è molto scossa. Ancora
non si muove dal suo salottino."
"Ma
tu... tu come stai?" esclamò Molly. "Sei pallida. Quante
ne devi aver passate!"
La
sorella, però, le assicurò di stare perfettamente bene, e la
conversazione, che si era svolta mentre Mr. e Mrs. Hudson erano
impegnati con i figli, fu interrotta dall'arrivo di tutti loro.
Mrs.
Hooper, nella cui stanza si recarono tutti, dopo aver parlato qualche
minuto tra di loro, li ricevette esattamente come ci si poteva
aspettare; con lacrime e gemiti di rimpianto, invettive contro
l'infame condotta di Moriarty e lamenti sulle sue sofferenze e su
come era stata trattata male, biasimando tutti salvo la persona alla
cui sconsiderata indulgenza si dovevano attribuire principalmente gli
errori della figlia.
"Se
avessi potuto", disse, "averla vinta nell'andare a Brighton
con tutta la mia famiglia questo
non
sarebbe successo. Perché mai i Forster le hanno permesso di sfuggire
al loro controllo? Lei non è il genere di ragazza che fa cose del
genere, se viene controllata come si deve. Povera bambina! E ora Mr.
Hooper se n'è andato, e so che si batterà con Moriarty, ovunque lo
trovi, e allora sarà ucciso, e che ne sarà di tutte noi? I Collins
ci cacceranno via prima che sia freddo nella tomba; e se tu non ti
occuperai di noi, fratello mio, non so proprio che cosa faremo."
Tutti
si ribellarono a quell'idea così tremenda, e Mr. Hudson le disse che
aveva intenzione di essere a Londra il giorno successivo, dove
avrebbe aiutato Mr. Hooper in ogni tentativo di
ritrovare Janine.
"Oh!
mio caro fratello", replicò Mrs. Hooper, "è esattamente
quello che desidero di più. E poi, quando sarai in città, scoprili
e se non sono già sposati falli
sposare.
E quanto al corredo, non permettere che aspettino per questo motivo,
ma di' a Janine che avrà quanto denaro vuole per comprarselo, dopo
che si sarà sposata e di non pensare ai vestiti, fino a quando non
mi avrà rivisto, perché non sa quali siano i negozi migliori."
Nel
pomeriggio, le due Hooper maggiori riuscirono a stare da sole per
mezz'ora.
"Oh,
Mary, se fossimo state meno discrete, se avessimo detto quello che
sapevamo, tutto questo non sarebbe successo!"
"Forse
sarebbe stato meglio", rispose la sorella. "Ma divulgare
gli errori del passato di una persona, senza sapere quali fossero i
suoi sentimenti in quel momento, sembrava ingiustificato."
"Il
colonnello Forster ha potuto riferirvi i particolari del biglietto di
Janine alla moglie?"
"L'ha
portato con sé per farcelo leggere."
Mary
lo prese dal suo taccuino e lo diede a Molly. Questo era il
contenuto:
“Mia
cara amica,
Riderai
quando saprai dove sono andata, e io stessa non posso fare a meno di
ridere pensando alla tua sorpresa domani mattina, non
appena risulterà che sono scomparsa. Sto andando a Gretna Green, e
se non riesci a indovinare con chi, dovrò ritenerti un'ingenua,
perché c'è un solo uomo al mondo che amo. Non c'è bisogno che tu
scriva a Longbourn, se non ti va, perché così la sorpresa sarà
maggiore, quando scriverò a loro firmandomi Janine Moriarty. Che
bello scherzò sarà! Riesco a malapena a scrivere per quanto sto
ridendo.
Addio.
Da' i miei affettuosi saluti al colonnello Forster, spero che
brinderete augurandoci buon viaggio.
La
tua affezionata amica,
Janine
Hooper”
"Oh!
sventata, sventata Janine!" esclamò Molly una volta finito di
leggere. "Che razza di lettera, da scrivere in un momento
simile. Ma perlomeno dimostra che lei
era
seria circa lo scopo del loro viaggio. Il mio povero padre! quanto
dev'esserne rimasto colpito!"
"Non
ho mai visto nessuno così sconvolto. Non è riuscito a dire una
parola per dieci minuti di fila."
"Oh!
se fossi stata con te; hai dovuto accollarti da sola tutte le cure e
le preoccupazioni."
Proseguì
poi informandosi su quali mezzi il padre aveva intenzione di usare a
Londra, per trovare la figlia.
"Credo
che abbia intenzione", rispose Mary, "di andare a Epson, il
posto dove hanno cambiato i cavalli per cercare di cavarne qualcosa.
Non so se avesse altri progetti, ma aveva talmente tanta fretta di
partire, ed era così sconvolto, che è stato difficile sapere anche
solo questo."
48
Il
mattino successivo
tutta Meryton sembrava fare a gara per infangare l'uomo che, appena
tre mesi prima, era stato quasi un angelo in terra. Fu affermato che
era in debito con tutti i commercianti del posto, e che i suoi
intrighi, tutti onorati con l'appellativo di seduzione, si erano
estesi alle famiglie di tutti i commercianti. Molly, anche se non
dava credito a nemmeno la metà di ciò che veniva detto, ci credeva
abbastanza per rendere ancora più certe le sue precedenti
convinzioni circa la rovina della sorella; e persino Mary, che ci
credeva ancora meno, cominciò quasi a disperare.
Mr.
Hudson aveva lasciato Longbourn la domenica; il martedì la moglie
ricevette una sua lettera; diceva che, Mr. Hooper era stato a Epsom e
a Clapham ma senza ottenere nessuna informazione utile, e che ora
aveva deciso di informarsi presso tutti gli alberghi in città, dato
che Mr. Hooper riteneva possibile che potessero essere andati in uno
di questi, appena arrivati a Londra e prima di essersi procurati un
alloggio. Aggiungeva che Mr. Hooper sembrava assolutamente restio a
lasciare Londra, e prometteva di scrivere di nuovo molto presto.
Ogni
giorno a Longbourn era ormai un giorno di ansia. L'arrivo delle
lettere era il traguardo maggiore di ogni impazienza mattutina. Le
notizie, buone o cattive che fossero, arrivavano attraverso le
lettere, e ogni giorno ci si aspettava qualche novità di rilievo.
Ma
prima di riceverne altre da Mr. Hudson, arrivò una lettera per il
padre da un mittente diverso, Mr. Collins, che Mary lesse; Molly, che
sapeva quanto fossero sempre stravaganti le sue lettere, sbirciò
alle spalle della sorella e la lesse anche lei. Conteneva quanto
segue:
“Egregio
signore,
Mi
sento in dovere di offrirvi la mia partecipazione al terribile dolore
che state patendo in questo momento, del quale sono stato informato
ieri tramite una lettera dall'Hertfordshire. Potete star certo,
egregio signore, che Mrs. Collins e io siamo sinceramente vicini a
voi, e a tutta la vostra rispettabile famiglia, nella vostra attuale
angoscia, che dev'essere la più amara che esista, in quanto prodotta
da una causa che il tempo non potrà mai cancellare. Non ci sono
parole, che possano alleviare una disgrazia così grave; la morte di
vostra figlia sarebbe stata una benedizione in confronto a questo.
Comunque sia, siete tristemente da compiangere, opinione questa che
ho condiviso non solo con Mrs. Collins, ma anche con Lord de Bourgh e
con la figlia, a cui ho riferito la faccenda. Sono d'accordo con me
nel ritenere che questo passo falso da parte di una figlia si
rivelerà dannoso per le prospettive di tutte le altre, poiché chi
mai, come dice benignamente lo stesso Lord de Bourgh, vorrà
imparentarsi con una famiglia del genere. E questa considerazione mi
conduce ancora di più a riflettere, con accresciuta soddisfazione,
su un certo evento del novembre scorso, poiché se fosse andata
altrimenti, sarei stato necessariamente coinvolto in tutto il vostro
dolore e nella vostra sventura. Permettete quindi che vi consigli,
egregio signore, di farvi coraggio il più possibile, di
bandire per sempre dal vostro cuore una figlia così indegna, e di
lasciare che raccolga i frutti del suo scellerato misfatto.
Sono,
egregio signore, ecc. ecc.”
Mr.
Hudson non scrisse fino a quando non ebbe ricevuto una lettera dal
colonnello Forster; e quello che aveva da dire non era piacevole.
C'era un motivo molto potente da parte di Mr. Moriarty per restare
nascosto, in aggiunta al suo timore di essere scoperto dai parenti di
Janine, poiché era appena trapelato come avesse lasciato dietro di
sé debiti di gioco per un ammontare considerevole. Il colonnello
Forster riteneva che sarebbero state necessarie più di un migliaio
di sterline per saldare le sue spese a Brighton. Mr. Hudson nella sua
lettera aggiungeva che potevano aspettarsi di rivedere il padre a
casa il giorno seguente, che era sabato. Abbattuto dall'insuccesso di
tutti i suoi sforzi, aveva ceduto alle preghiere del cognato affinché
tornasse dalla sua famiglia, e lasciasse a lui il da farsi.
Dato
che Mrs. Hudson cominciava a desiderare di tornare a casa, fu
stabilito che lei e i bambini sarebbero andati a Londra lo stesso
giorno in cui sarebbe arrivato Mr. Hooper. La carrozza, quindi, li
avrebbe portati nella prima tappa del viaggio, e avrebbe
riportato a Longbourn il padrone di casa.
Quando
Mr. Hooper arrivò, aveva l'aspetto della sua abituale filosofica
calma. Disse quel poco che era sempre abituato a dire, non fece
menzione della faccenda che l'aveva portato via da casa, e ci volle
un po' di tempo prima che le figlie avessero il coraggio di
parlargliene.
Fu
solo nel pomeriggio, quando si unì a loro per il tè, che Molly si
azzardò a introdurre l'argomento, e allora, dopo che lei gli aveva
brevemente espresso la sua pena per ciò che doveva aver sopportato,
lui replicò, "Non dire nulla. Chi avrebbe dovuto soffrire se
non io stesso? È successo per colpa mia, e devo essere io a pagare."
"Siete
troppo severo con voi stesso", replicò Molly.
"No,
Molly, lascia che una volta nella mia vita mi renda conto di quanto
sono da biasimare."
"Credete
che siano a Londra?"
"Sì,
dove mai potrebbero restare così ben nascosti?"
"E
Janine ha sempre voluto andare a Londra", aggiunse Philippa.
"Allora
è felice", disse il padre, con sarcasmo; "e il suo
soggiorno lì probabilmente durerà per un po'."
Poi,
dopo un breve silenzio, proseguì, "Molly, non ti serbo rancore
per la giustezza del consiglio che mi hai dato a maggio, che,
considerati gli eventi, dimostra una certa saggezza."
Furono
interrotti da Miss Hooper, che veniva a prendere il tè per la madre.
"È
una messa in scena", esclamò, "che fa piacere; conferisce
una certa distinzione alla disgrazia! Un giorno o l'altro farò lo
stesso; resterò nella mia biblioteca, col berretto da notte e la
vestaglia, e darò tutto il fastidio possibile; oppure, forse, potrei
differire il tutto fino a quando non scapperà Philippa."
"Io
non scapperei mai, papà", disse Philippa, stizzita; "se
mai dovessi andare io
a
Brighton, mi comporterei meglio di Janine."
"Tu
andare
a Brighton! No, Philippa, almeno ho imparato a essere prudente, e
sarai tu a subirne le conseguenze. Nessun ufficiale dovrà mai più
entrare in casa mia, e nemmeno attraversare il villaggio. I balli
saranno proibiti, a meno che tu non voglia ballare con una delle tue
sorelle. E non potrai mai più uscire di casa, finché non
dimostrerai di aver passato ogni giorno dieci minuti in modo
ragionevole."
Philippa,
che aveva preso sul serio queste minacce, cominciò a piangere.
"Su,
su", disse lui, "non sentirti triste. Se farai la brava
ragazza per i prossimi dieci anni, una volta finiti ti porterò a una
parata militare."
49
Due
giorni dopo il ritorno di Mr. Hooper, mentre Mary e Molly stavano
passeggiando tra le siepi dietro la casa, videro la governante venire
verso di loro.
"Vi
prego di scusarmi, signorine, per avervi interrotto, ma speravo che
aveste ricevuto qualche buona notizia da Londra, così mi sono presa
la libertà di venire a chiedervelo."
"Che
intendete dire, Hill? Non abbiamo saputo nulla da Londra."
"Cara
signorina", esclamò Mrs. Hill, molto stupita, "non sapete
che è arrivato un corriere per il padrone mandato da Mr. Hudson? È
qui da mezzora, e il padrone ha avuto una lettera."
Le
ragazze corsero via, troppo impazienti per avere tempo di parlare.
Attraverso l'atrio corsero nella sala della colazione, da lì nella
biblioteca; il padre non era in nessuna delle due stanze, ed erano
sul punto di cercarlo di sopra dalla madre, quando incontrarono il
maggiordomo, che disse,
"Se
state cercando il mio padrone, signorine, si è incamminato verso il
boschetto."
Avuta
questa informazione, ripassarono all'istante per l'atrio e corsero
attraverso il prato inseguendo il padre, che stava proseguendo la sua
strada verso un boschetto su un lato della zona recintata.
Mary,
che non era così agile, né così avvezza a correre come Molly,
rimase presto indietro, mentre la sorella, col fiato corto per
l'affanno, lo raggiunse e gridò ansiosa,
"Oh,
papà, che novità ci sono? che novità? avete saputo qualcosa dallo
zio?"
"Sì,
ho ricevuto una lettera tramite un corriere."
"E
allora, che notizie ci sono? buone o cattive?"
"Che
c'è mai di buono da aspettarsi?" disse lui, prendendo la
lettera dalla tasca; "ma forse vuoi leggerla tu stessa."
Molly
gliela strappò quasi dalle mani. Era arrivata anche Mary.
"Leggi
ad alta voce", disse il padre, "perché non so nemmeno io
se ho capito di che cosa si tratta."
“Mio
caro cognato,
Finalmente
sono in grado di fornirti notizie di mia nipote e spero che siano
soddisfacenti. Subito dopo la tua partenza, ho avuto la fortuna di
scoprire in quale zona di Londra fossero. I particolari li rimando a
quando ci vedremo. Ti basti sapere che sono stati ritrovati, li ho
visti entrambi...
"Allora
è come ho sempre sperato", esclamò Mary, "si sono
sposati!"
Molly
proseguì:
...
li ho visti entrambi. Non si sono sposati, né ritengo che ci fosse
intenzione di farlo; ma se sarai disposto ad assolvere gli impegni
che mi sono azzardato a prendere da parte tua, spero che lo saranno
tra non molto. Tutto quello che ti è richiesto è di assicurare a
tua figlia la parte che le spetta delle cinquemila sterline assegnate
alle tue figlie dopo la tua morte e quella di mia sorella e di
prendere l'impegno di garantirle, finché sarai in vita, cento
sterline l'anno. Sono condizioni che, tutto considerato, non ho avuto
esitazioni ad accettare per conto tuo. Ti mando questa mia tramite
corriere, per far sì che non si perda tempo nel ricevere la tua
risposta. Ti sarà facile capire, da questi particolari, che la
situazione di Mr. Moriarty non è così disperata come si crede e
sono felice di dire che, anche dopo aver saldato tutti i suoi debiti,
resterà disponibile una piccola somma per mia nipote. Se, come credo
avverrà, mi darai pieni poteri di agire in tuo nome, incaricherò
immediatamente Haggerston di preparare un contratto appropriato. Non
c'è nessun bisogno che tu venga di nuovo a Londra e conta sulla mia
diligenza e sulla mia premura. Mandami la tua riposta il più
rapidamente possibile. Abbiamo ritenuto sia meglio che nostra
nipote si sposi partendo da questa casa, e speriamo nella tua
approvazione. Oggi verrà a stare da noi. Ti scriverò di nuovo se ci
saranno altre decisioni da prendere.
Tuo
ecc.”
"Possibile!"
esclamò Molly, una volta finito. "Può essere possibile che la
sposi?"
"Allora
Moriarty non è così indegno come pensavamo", disse la sorella.
"E
avete risposto alla lettera?", esclamò Molly.
"No;
ma dev'essere fatto al più presto."
"Oh!
mio caro padre", esclamò, "tornate in casa, e scrivete
immediatamente. Pensate a quanto sia importante ogni istante, in un
caso del genere."
"Lasciate
che scriva io per voi", disse Mary, "se non volete
prendervi il disturbo di farlo voi stesso."
"Mi
disturba moltissimo", replicò lui, "ma dev'essere fatto."
E
così dicendo, tornò indietro con loro, e si avviarono verso casa.
"E
posso chiedere...", disse Molly, "ma le condizioni,
suppongo, devono essere accettate."
"Accettate!
Mi vergogno solo per il fatto che abbia chiesto così poco."
"E
devono
sposarsi!
Anche se è un uomo del genere."
"Sì,
sì, devono sposarsi. Non c'è nient'altro da fare. Ma ci sono due
cose che vorrei tanto sapere: una, quanti soldi vostro zio ha messo
sul piatto per arrivarci; l'altra, come potrò mai ripagarlo."
"Soldi!
lo zio!" esclamò Mary,"che intendete dire, signore?"
"Intendo
dire, che nessun uomo ragionevole sposerebbe Janine con una
tentazione così esigua come cento sterline l'anno finché sarò
vivo, e cinquanta quando me ne sarò andato."
"È
proprio vero", disse Molly; " I suoi debiti saldati, e
qualcosa che ancora resta! Oh! dev'essere opera dello zio! Che uomo
buono e generoso, ma temo che abbia fatto troppo. Una piccola somma
non sarebbe bastata per tutto questo."
"No",
disse il padre, "Moriarty sarebbe uno sciocco ad accontentarsi
di meno di diecimila sterline. Mi dispiacerebbe
molto pensare così male di lui, proprio all'inizio della nostra
parentela."
"Diecimila
sterline! Dio ce ne scampi! Come potrebbe essere ripagata solo la
metà di una somma del genere?"
Mr.
Hooper non rispose, e tutti e treproseguirono in silenzio fino a
casa. Poi il padre andò in biblioteca a scrivere.
Alle
ragazze venne in mente solo in quel momento che la madre era con
tutta probabilità all'oscuro di ciò che era successo. Andarono
quindi in biblioteca, e chiesero al padre se
desiderava che la mettessero al corrente. Lui stava scrivendo, e,
senza nemmeno alzare la testa, rispose freddamente,
"Come
volete."
"Possiamo
prendere la lettera dello zio per leggergliela?"
"Prendete
quello che volete, e andatevene."
Molly
prese la lettera dallo scrittoio del padre, e andarono insieme di
sopra. Philippa e Sally erano con Mrs. Hooper; la comunicazione,
quindi, sarebbe stata per tutte. Dopo un minimo di preparazione per
le buone nuove, la lettera fu letta ad alta voce. Mrs. Hooper non
riuscì a contenersi.
"Mia
cara, carissima Janine!" esclamò. "È davvero una gioia!
Si sposerà! La rivedrò! Si sposerà a sedici anni! Il mio caro,
buon fratello! Lo sapevo che sarebbe andata così... lo sapevo che
avrebbe sistemato tutto. Che voglia ho di rivederla! e anche di
rivedere il caro Moriarty! Ma gli abiti, il corredo! Scriverò subito
a mia cognata Hudson. Molly, mia cara, corri da tuo padre, e
chiedigli quanto le darà. Ferma, ferma, andrò io stessa. Philippa,
suona il campanello per Hill. Mi vestirò in un attimo. Mia cara,
carissima Janine! Come saremo felici quando ci rivedremo!"
La
figlia maggiore tentò di porre un freno alla violenza di quegli
slanci, riportando i suoi pensieri agli obblighi che avevano tutti
loro nei confronti di Mr. Hudson.
"Perché
questa felice conclusione", aggiunse, "la dobbiamo in gran
parte alla sua generosità. Siamo convinte che si sia impegnato in
prima persona per aiutare finanziariamente Mr. Moriarty."
"Be'",
esclamò la madre, "è più che giusto; chi avrebbe dovuto farlo
se non lo zio? Se lui non avesse avuto famiglia, io e le mie figlie
avremmo avuto tutto il suo denaro, ed è la prima volta che abbiamo
avuto qualcosa da lui, salvo qualche regalo. Be'! Sono così felice.
Tra poco avrò una figlia sposata. Mrs. Moriarty! Come suona bene!
Andrò a Meryton, non appena
vestita, e darò la bellissima notizia a mia sorella. E non appena
tornata, farò visita a Lady Lucas. Oh! ecco Hill! Mia cara Hill,
avete sentito la bella notizia? Miss Janine si sta per sposare, e
avrete tutti una tazza di punch, per festeggiare le sue nozze."
Mrs.
Hill cominciò subito a esprimere la sua gioia. Molly ricevette le
sue congratulazioni come le altre, e poi, nauseata da tanta follia,
si rifugiò nella sua stanza, per poter riflettere liberamente.
La
situazione della povera Janine era, nel migliore dei casi,
sufficientemente brutta, ma si doveva essere grati che non fosse
peggiore.
50
La
buona notizia si diffuse rapidamente in casa, e con adeguata velocità
nel vicinato.
Per
due settimane Mrs. Hooper non era scesa, ma in quel giorno felice
riprese il suo posto a capotavola, con un soffocante ottimo umore.
Nessun sentimento di vergogna offuscava il suo trionfo.
Molly
adesso era rammaricata per aver informato Mr. Holmes, nell'angoscia
del momento, dei suoi timori circa la sorella; visto che il
matrimonio avrebbe a breve concluso in modo appropriato quella fuga,
potevano sperare di nasconderne l'inizio sfavorevole a tutti coloro
che non ne erano stati direttamente implicati.
Non
temeva che la notizia si diffondesse tramite lui. C'erano poche
persone sulla cui discrezione avrebbe contato con maggiore fiducia,
ma, allo stesso tempo, non ce n'era nemmeno una la cui conoscenza
della debolezza della sorella l'avrebbe umiliata così tanto. Non,
però, per il timore degli svantaggi che potessero derivarne
direttamente a lei, poiché, in ogni caso, tra loro si era aperto un
abisso incolmabile. Anche se il matrimonio di Janine si fosse
concluso nel modo più onorevole, non c'era da immaginarsi che Mr.
Holmes si sarebbe imparentato con una famiglia in cui, a ogni altra
obiezione, si era adesso aggiunto un legame e una parentela con
l'uomo che così giustamente lui disprezzava.
Voleva
avere sue notizie, ora che sembrava così scarsa la possibilità di
averne. Era convinta che con lui avrebbe potuto essere felice, ora
che non c'era più nessuna possibilità di rivedersi.
Cominciò
a comprendere come lui fosse esattamente, per indole e qualità,
l'uomo più adatto a lei. La sua intelligenza e il suo carattere,
anche se diversi dai suoi, avrebbero appagato ogni suo desiderio.
Sarebbe stata un'unione vantaggiosa per entrambi; la spigliatezza e
la vivacità di lei avrebbero addolcito l'animo e migliorato i modi
di lui; e dalle capacità di giudizio, dalla cultura e dalla
conoscenza del mondo di lui, sarebbero derivati benefici ancora
maggiori per lei.
Dopo
poco, Mr. Hudson scrisse di nuovo al cognato. Ai ringraziamenti di
Mr. Hooper replicò brevemente, assicurandogli il proprio desiderio
di promuovere il benessere di ogni componente della sua famiglia, e
concludendo con la preghiera di non menzionare più l'argomento. Lo
scopo principale della lettera era di informarli che Mr. Moriarty
aveva deciso di lasciare la milizia.
“Avevo
fortemente auspicato che lo facesse
- aggiungeva - non appena fissato il matrimonio. E credo
che sarai d'accordo con me sull'estrema opportunità di lasciare quel
reggimento, sia per lui che per mia nipote. È intenzione di Mr.
Moriarty arruolarsi nei regolari, e, tra i suoi vecchi amici, ce n'è
ancora qualcuno disponibile ad aiutarlo. Gli è stato promesso il
grado di alfiere nel reggimento acquartierato ora nel nord. È un
vantaggio che sia così lontano da questa parte del regno. Lui
promette bene, e spero che tra gente diversa, dove entrambi avranno
una reputazione da preservare, siano più prudenti. Ho scritto al
colonnello Forster, per informarlo del nostro accordo, e per
chiedergli di assicurare ai vari creditori di Mr. Moriarty, a
Brighton e nei dintorni, un pronto pagamento, per il quale ho
garantito io stesso. Tu dovrai prenderti il fastidio di fare lo
stesso per i creditori di Meryton, dei quali allego la lista.
Haggerston ha avuto le nostre direttive, e il tutto sarà completato
entro una settimana. Loro poi raggiungeranno il suo reggimento, a
meno che non siano prima invitati a Longbourn, e ho capito, da quanto
mi ha detto Mrs. Hudson, che mia nipote desidera molto rivedervi
tutti, prima di lasciare il sud.
Tuo,
ecc.”
Mr.
Hooper e le figlie si resero conto, allo stesso modo di Mr. Hudson,
di tutti i vantaggi dell'abbandono della milizia da parte di
Moriarty. Ma Mrs. Hooper non ne era altrettanto soddisfatta. Janine
trasferita al nord, proprio quando si era aspettata più piacere e
orgoglio dalla sua compagnia; e inoltre, era proprio un peccato che
Janine dovesse rinunciare a un reggimento in cui conosceva tutti.
"È
così affezionata a Mrs. Forster", disse, "che per lei sarà
terribile allontanarsene! E ci sono diversi giovanotti che le
piacciono tantissimo."
La
richiesta della figlia di essere riammessa nella famiglia, prima di
recarsi nel nord, ebbe prima una risposta assolutamente negativa. Ma
Mary e Molly, che erano d'accordo nel desiderare, per il bene dei
sentimenti e della reputazione della sorella, che il suo
matrimonio fosse riconosciuto dai genitori, insistettero con tale
fervore, ma anche con ragionevolezza e tatto, per invitare lei e il
marito a Longbourn, non appena si fossero sposati, che il padre fu
costretto a pensarla come loro, e ad agire secondo i loro desideri. E
la madre ebbe la soddisfazione di sapere che sarebbe stata in grado
di esibire al vicinato la figlia sposata. Quando Mr. Hooper riscrisse
al cognato, perciò, gli mandò il suo permesso di farli venire, e fu
stabilito che, non appena finita la cerimonia, avrebbero proseguito
per Longbourn.
51
Arrivò
il giorno delle nozze della sorella, e Mary e Molly erano più
emozionate di quanto lo fosse lei. La carrozza fu mandata a prenderli
e sarebbe tornata con loro per l'ora di pranzo.
Arrivarono.
La famiglia si era riunita per riceverli nella sala della colazione.
Nell'atrio si sentì la voce di Janine, la porta si spalancò, e lei
irruppe nella stanza. La madre le andò incontro, l'abbracciò e
l'accolse estasiata; con un sorriso affettuoso, porse la mano a
Moriarty, che seguiva la sua signora, e fece gli auguri a entrambi,
con un fervore che non rivelava il minimo dubbio sulla loro felicità.
L'accoglienza
di Mr. Hooper, al quale si erano rivolti subito dopo, non fu affatto
così cordiale.
Molly
era nauseata, e persino Miss Hooper rimase colpita. Janine era sempre
Janine; indomabile, sfrontata, impetuosa, rumorosa e spavalda. Si
rivolse via via alle sorelle, chiedendo le loro congratulazioni, e
quando alla fine si sedettero, si guardò intorno, notò alcuni
piccoli cambiamenti e osservò, con una risata, che era passato un
bel po' di tempo da quando era stata lì.
Moriarty
non era affatto più turbato di lei, ma i suoi modi erano sempre così
gradevoli, che se il suo carattere e il matrimonio fossero stati
quelli dovuti, i suoi sorrisi e la sua disinvoltura, mentre
rivendicava la loro parentela, sarebbero stati graditissimi a tutti.
Molly non lo avrebbe mai creduto capace di una sicurezza del genere;
ma si sedette, decisa dentro di sé a non porre limiti in futuro alla
sfacciataggine di un uomo sfacciato.
Non
mancavano gli argomenti di conversazione. La novella sposa e la madre
non riuscivano a parlare abbastanza in fretta, e Moriarty, che si era
seduto casualmente accanto a Molly, cominciò a informarsi delle sue
conoscenze nel vicinato, con un'allegra disinvoltura che lei si sentì
incapace di eguagliare nelle sue risposte. Nulla del passato fu
rammentato con una qualche pena, e Janine aprì argomenti a cui le
sorelle non avrebbero accennato per niente al mondo.
"Solo
a pensare che sono passati tre mesi", esclamò, "da quando
me ne sono andata; giuro che non sembrano più di un paio di
settimane; eppure in questo periodo ne sono successe di cose. Dio
buono! quando me ne sono andata non avevo la più pallida idea che mi
sarei sposata prima di tornare!"
Il
padre alzò gli occhi al cielo. Mary era angosciata. Molly lanciò
uno sguardo significativo a Janine, ma lei continuò allegramente,
"Oh! mamma, la gente da queste parti lo sa che mi sono sposata
oggi? Temevo che non lo sapessero."
Molly
non riuscì a sopportarla oltre. Si alzò, corse fuori della stanza,
e non tornò finché non la sentì passare per il corridoio verso la
sala da pranzo. Allora li raggiunse in tempo per vedere Janine che,
con ostentata impazienza, si accostava a destra della madre, e la
sentì dire alla sorella maggiore, "Ah! Mary, ora prendo io il
tuo posto, e tu devi farti indietro, perché sono una donna sposata."
Non
c'era da aspettarsi che il tempo avrebbe donato a Janine quel senso
di imbarazzo del quale, sin dall'inizio, era stata così
completamente priva.
"Be',
mamma", disse, una volta tornate nella sala della colazione,
"che cosa ne pensate di mio marito? Non è un uomo affascinante?
Sono sicura di essere invidiata da tutte le mie sorelle. Spero solo
che possano avere la metà della fortuna che ho avuto io. Devono
andare tutte a Brighton. È il posto giusto per trovare marito."
Gli
ospiti non sarebbero rimasti con loro più di dieci giorni. Mr.
Moriarty aveva ricevuto la nomina prima di partire da Londra, e
doveva raggiungere il reggimento di lì a due settimane.
Una
mattina, subito dopo il loro arrivo, mentre era con le due sorelle
maggiori, Janine disse a Molly,
"Molly,
a te
credo
di non aver mai detto nulla delle mie nozze. Non sei curiosa di
sentire come si sono svolte?"
"No
davvero", rispose Molly; "penso che sia meglio parlarne il
meno possibile."
"Ma
dai! Che strana che sei! Ma te lo dico lo stesso com'è andata. Sai,
dovevamo sposarci a St. Clement. E si era stabilito che avremmo
dovuto essere tutti lì alle undici. Gli zii e io saremmo andati da
soli, e gli altri li avremmo incontrati in chiesa. Be', arriva lunedì
mattina, e io ero talmente agitata! E c'era la zia che, per tutto il
tempo che ci ho messo a vestirmi, faceva la predica e continuava a
parlare come se stesse leggendo un sermone. Comunque, io non
ascoltavo nemmeno una parola su dieci, perché stavo pensando al mio
caro Moriarty. Volevo tanto sapere se si sarebbe sposato con l'abito
blu."
"Be',
e così abbiamo fatto colazione alle dieci; pensavo che non sarebbe
mai finita, perché, a proposito, devi sapere che gli zii sono stati
terribilmente antipatici. Non ci crederai, ma non ho messo nemmeno
una volta il piede fuori di casa, anche se sono rimasta lì per due
settimane. Be', e proprio quando la carrozza era alla porta, lo zio è
stato chiamato per certi affari da quell'uomo orrendo, Mr. Stone. E
allora, sai, una volta insieme non la fanno mai finita. Be', ero
talmente terrorizzata che non sapevo che fare, perché era lo zio a
dovermi accompagnare all'altare, e se fossimo andati oltre l'orario,
per quel giorno non ci saremmo più potuti
sposare. Ma, per fortuna, è tornato dopo dieci minuti, e allora
siamo partiti. Comunque, dopo mi sono ricordata che se lui non fosse
potuto
venire, non ci sarebbe stato bisogno di rimandare le nozze, perché
avrebbe potuto farlo anche Mr. Holmes..."
"Mr.
Holmes!" ripeté Molly, assolutamente sbalordita.
"Oh,
sì! lo sai che sarebbe stato lì con Moriarty. Ma, povera me! Me ne
ero completamente scordata! non dovevo dirne una parola. L'avevo
promesso così seriamente! Che dirà Moriarty? Doveva essere un
segreto!"
"Se
doveva essere un segreto", disse Mary, "non dire un'altra
parola sull'argomento. Puoi stare tranquilla che non cercherò di
sapere altro."
"Oh,
certo", disse Molly, anche se moriva dalla curiosità; "non
faremo nessuna domanda."
"Vi
ringrazio", disse Janine, "perché se lo fate, di certo vi
direi tutto, e allora Moriarty si arrabbierebbe."
Con
un simile incoraggiamento a fare domande, Molly fu costretta a fare
quanto era in suo potere, e scappò via.
Ma
vivere ignorando una cosa del genere era impossibile. Mr. Holmes era
stato alle nozze della sorella. Era esattamente l'ultimo dei luoghi
con il quale avesse a che fare, e le ultime persone al mondo con le
quali avesse la tentazione di ritrovarsi. Le ipotesi su che cosa
potesse significare le si affollarono in mente, in modo rapido e
impetuoso; ma nessuna la soddisfaceva. Non riusciva a sopportare una
tale incertezza, e, preso in fretta un foglio di carta, scrisse una
breve lettera alla zia, per chiederle spiegazioni su ciò che si era
lasciata sfuggire Janine, se fosse stato compatibile con la
discrezione che era stata stabilita.
"Potete
facilmente immaginare",
aggiunse, "quanto
debba essere curiosa di sapere come mai una persona non legata a
nessuno di noi, e (relativamente parlando) un estraneo alla nostra
famiglia, fosse tra di voi in quel momento. Vi prego di scrivere
immediatamente, e di farmelo sapere, a meno che, per ragioni molto
valide, debba essere mantenuto quel segreto che Janine sembra
ritenere necessario; in questo caso, mi dovrò sforzare di ritenere
soddisfacente la mia ignoranza."
"Non
che creda di
riuscirci", aggiunse tra sé, una volta finita la lettera; "e,
mia cara zia, se non me lo direte in maniera appropriata, mi dovrò
ridurre a qualche trucco o stratagemma per scoprirlo."
Il
delicato senso dell'onore di Mary non le permise di parlare in
privato con Molly di ciò che si era lasciata sfuggire Janine. Molly
ne fu contenta; finché non avesse saputo se le sue richieste
sarebbero state soddisfatte, avrebbe fatto volentieri a meno di una
confidente.
52
Molly
ebbe la soddisfazione di ricevere una risposta alla sua lettera nel
più breve tempo possibile. Non appena ne fu in possesso, corse nel
boschetto, si sedette su una delle panchine e si preparò a essere
soddisfatta, poiché la lunghezza della lettera l'aveva convinta che
non contenesse un diniego.
“Mia
cara nipote,
Devo
confessare di essere rimasta sorpresa dalla tua richiesta; da te non
me l'aspettavo. Comunque, non credere che io sia in collera, poiché
voglio solo farti sapere che non immaginavo fossero necessarie tali
domande da parte tua. Se non sei disposta a capirmi, perdona la mia
impertinenza. Tuo zio è rimasto sorpreso quanto me, e nulla, se non
la convinzione che tu fossi coinvolta, gli avrebbe consentito di
agire come ha fatto. Ma se sei davvero innocente e ignara, dovrò
essere più esplicita.
Lo
stesso giorno del mio arrivo da Longbourn, tuo zio aveva avuto una
visita totalmente inaspettata. Era venuto Mr. Holmes, e si era
rinchiuso con lui per diverse ore. Era tutto finito prima che io
arrivassi, e quindi la mia curiosità non è stata messa così alla
prova come sembra sia stata la tua. Era venuto a dire a Mr. Hudson di
avere scoperto dove si trovavano tua sorella e Moriarty. Da quello
che ho potuto capire, aveva lasciato il Derbyshire solo un giorno
dopo di noi, ed era arrivato in città deciso a rintracciarli. Il
motivo dichiarato, era la sua convinzione che si dovesse a lui il
fatto che l'indegnità di Moriarty non fosse nota. Imputava tutto
questo al suo orgoglio sbagliato, e confessò che prima di allora
aveva pensato che fosse indegno di lui rivelare al mondo i propri
affari privati. Dichiarò perciò suo dovere farsi avanti, e tentare
di rimediare a un male che era stato provocato da lui
stesso. Se poi il motivo fosse stato un
altro, sono certa che gli avrebbe comunque fatto onore. Era già da
alcuni giorni in città, quando era riuscito a scoprirli. Aveva visto
Moriarty, e poi aveva insistito per vedere Janine. Riconobbe che il
suo scopo originario era stato di persuaderla ad abbandonare la
situazione disonorevole in cui si trovava, e a tornare dai suoi
familiari, offrendo il suo aiuto. Ma aveva scoperto che Janine era
decisa a restare dov'era. Era certa che un giorno o l'altro si
sarebbero sposati. Visto che questi erano i suoi sentimenti, lui
pensò che restasse solo una cosa da fare, farli sposare al più
presto, il che, da quanto aveva chiaramente capito nella sua prima
conversazione con Moriarty, non era mai stata la sua intenzione. Lui
aveva ammesso di essere stato costretto a lasciare il reggimento, a
causa di alcuni debiti d'onore molto pressanti, e non aveva avuto
scrupoli nell'addossare le conseguenze negative della fuga di Janine
solo alla follia di lei. Aveva intenzione di rinunciare al brevetto
da ufficiale e, quanto al suo futuro, era in grado di dire ben poco.
Mr. Holmes gli aveva chiesto perché non avesse sposato subito tua
sorella. Anche se Mr. Hooper non poteva essere ritenuto ricco,
sarebbe stato in grado di fare qualcosa per lui. Ma aveva scoperto
che Moriarty nutriva ancora la speranza di fare la sua fortuna
attraverso un matrimonio più vantaggioso, da qualche altra parte.
Nella sua attuale situazione, tuttavia, non era improbabile che fosse
immune dalla tentazione di un aiuto immediato. Si erano incontrati
diverse volte, poiché c'era molto da discutere. Moriarty voleva più
di quanto potesse ottenere, ma alla fine era stato ridotto alla
ragione. Una volta sistemato tutto tra di loro,
il passo successivo di Mr. Holmes era stato quello di informarne tuo
zio, ed era venuto per la prima volta a Gracechurch Street la sera
prima che io tornassi. Ma Mr. Hudson non c'era, e Mr. Holmes scoprì
che tuo padre era ancora con lui, ma che avrebbe lasciato Londra il
giorno dopo. Non riteneva che tuo padre fosse una persona con la
quale consultarsi come avrebbe potuto fare con tuo zio, e quindi
decise di rimandare la visita fino alla partenza del primo. Sabato
tornò. Tuo padre se n'era andato, tuo zio era in casa, e, come ho
detto prima, ebbero un bel po' di cose da dirsi. Non fu tutto
sistemato fino a lunedì e, non appena fatto, fu spedito l'espresso a
Longbourn. Ma il nostro visitatore era molto ostinato. Nulla doveva
essere fatto se non da lui stesso, anche se sono sicura (e non lo
dico per essere ringraziata, perciò non farne parola) che tuo zio
avrebbe volentieri sistemato tutto. Ma alla fine tuo zio è stato
costretto a cedere, e invece di aver modo di essere utile alla
nipote, è stato costretto ad accollarsene solo il merito, cosa che
ha fatto con molta riluttanza; e credo proprio che la tua lettera di
stamattina gli abbia fatto molto piacere, poiché richiedeva una
spiegazione che lo privava di una veste che non gli apparteneva,
ridandola a chi di dovere. Ma, Molly, tutto questo non deve andare
oltre te, o al massimo Mary. Sai benissimo, immagino, che cosa è
stato fatto per la coppia. I suoi debiti saranno pagati, per un
ammontare che credo sia notevolmente superiore a un migliaio di
sterline, altre mille in aggiunta a quelle stabilite per la
dote di lei, più
l'acquisto del brevetto da ufficiale. Il motivo per cui tutto questo
dovesse essere fatto da lui solo è quello che ho detto prima. Ma
nonostante tutte queste belle parole, mia cara Molly, puoi essere
certa che tuo zio non avrebbe mai ceduto, se non avessimo creduto in
un altro interesse nella faccenda. Una volta risolto tutto, fece
ritorno dai suoi amici, che erano ancora a Pemberley, ma eravamo
d'accordo che sarebbe stato di nuovo a Londra quando avrebbero avuto
luogo le nozze, e tutte le questioni economiche si sarebbero
concluse. Credo a questo punto di averti detto tutto. È un resoconto
che, a quanto mi dici, ti sorprenderà molto; spero almeno che non
risulti spiacevole. Janine venne da noi, e Mr. Holmes tornò
puntualmente e, come vi ha detto Janine, era presente alle nozze. Ha
pranzato con noi il giorno dopo, e ha lasciato la città mercoledì o
giovedì. Sarai in collera con me, mia cara Molly, se colgo questa
occasione per dire quanto mi piace. Il suo comportamento verso
di noi è stato, da ogni punto di vista, piacevole come quando
eravamo nel Derbyshire. Mi piacciono la sua intelligenza e i suoi
giudizi; non gli manca nulla se non un po' di vivacità, e quella,
se si sposerà in modo avveduto, gliela insegnerà la moglie. L'ho
trovato molto riservato; non ha mai fatto il tuo nome. Ma la
riservatezza sembra vada di moda. Ti prego di perdonarmi se ho
immaginato troppo, e almeno di non punirmi in modo così eccessivo da
escludermi da Pemberley. Non sarò mai contenta fino a quando non
avrò fatto il giro completo del parco. Un calessino, con un bel paio
di pony, sarebbe la cosa migliore. Ma devo smettere di scrivere. I
bambini mi reclamano da mezzora.
Sinceramente
tua, ecc.”
Il
contenuto di questa lettera gettò Molly in uno stato di confusione.
I vaghi e irrisolti sospetti suscitati dall'incertezza su ciò che
Mr. Holmes poteva aver fatto per promuovere il matrimonio della
sorella, si erano rivelati fondati ben al di là delle ipotesi! Aveva
fatto tutto questo per una ragazza per la quale non provava né
riguardo né stima. Il cuore le sussurrava che l'aveva fatto per lei.
Ma fu una speranza presto bloccata da altre considerazioni, e si rese
subito conto come persino la sua vanità fosse insufficiente, se
chiamata a credere che provasse un affetto per lei, per una donna che
lo aveva già rifiutato, capace di sconfiggere un sentimento così
naturale come la ripugnanza verso una parentela con Moriarty.
Aveva già fatto molto. Si vergognava a pensare quanto. Ma lui aveva
fornito un motivo per la sua intromissione, che non era poi così
difficile da credere. Era ragionevole che si fosse sentito in torto;
era dotato di generosità, e aveva i mezzi per esercitarla; e anche
ammettendo di non essere lei stessa l'incentivo maggiore, poteva
credere che forse un residuo di affetto avesse contribuito ai suoi
sforzi in una causa nella quale era sicuramente coinvolta la serenità
d'animo di lei. Era penoso sapere come tutti loro fossero in debito
con una persona che non avrebbe mai potuto essere ripagata. Oh! con
quanta sincerità si rammaricò di tutte le impressioni sgradevoli
che aveva sempre incoraggiato, di tutte le parole insolenti che gli
aveva sempre rivolto. Pensando a se stessa, si sentiva umiliata; ma
di lui era orgogliosa. Orgogliosa che in una questione di compassione
e d'onore avesse dato il meglio di se stesso.
L'avvicinarsi
di qualcuno interruppe le sue riflessioni e la fece alzare in piedi,
e prima che potesse dirigersi verso un altro sentiero fu raggiunta da
Moriarty.
"Temo
di aver interrotto la vostra passeggiata solitaria, mia cara
cognata", disse lui, avvicinandosi.
"Proprio
così", replicò lei con un sorriso; "ma non ne consegue
che l'interruzione debba essere sgradita."
"Mi
dispiacerebbe davvero, se fosse così. Siamo sempre stati buoni
amici, e ora lo siamo ancora di più."
"Giusto."
"E
così, mia cara cognata, ho saputo dai vostri zii che avete visitato
Pemberley."
Lei
rispose di sì.
"Quasi
vi invidio il piacere. Immagino che abbiate incontrato la vecchia
governante. Povera Reynolds, è stata sempre molto affezionata a me.
Ma naturalmente non vi ha parlato di me."
"Sì,
lo ha fatto."
"E
che cosa ha detto?"
"Che
eravate entrato nell'esercito, e temeva che aveste... che non aveste
fatto una buona riuscita. Sapete, a distanza le cose sono stranamente
fraintese."
"Certo",
replicò lui, mordendosi le labbra. Molly sperò di averlo ridotto al
silenzio, ma lui subito dopo disse,
"Mi
ha sorpreso vedere Holmes in città il mese scorso. Ci siamo
incrociati diverse volte. Mi chiedo che cosa ci stesse a fare."
"Forse
per i preparativi del suo matrimonio con Miss de Bourgh", disse
Molly.
"Senza
dubbio. Lo avete visto quando siete stati a Lambton? Mi sembra di sì,
a quanto credo di aver capito dagli Hudson."
"Sì;
ci ha presentato la sorella."
"E
vi è piaciuta?"
"Moltissimo."
"Ho
sentito dire, in effetti, che è migliorata in quest'ultimo anno o
due. Quando l'ho vista l'ultima volta, non era molto promettente.
Spero che faccia una buona riuscita."
"Credo
proprio di sì; ha superato l'età più difficile."
"Siete
andati nel villaggio di Kympton?"
"Non
me ne ricordo."
"Ne
parlo perché è lì il beneficio che mi sarebbe spettato. Un posto
davvero delizioso! Una canonica eccellente! Sarebbe stata adatta a me
da tutti i punti di vista."
"Vi
sarebbe piaciuto pronunciare sermoni?"
"Tantissimo...Ma
non doveva essere. Avete mai sentito Mr. Holmes parlare di questo,
quando eravate nel Kent."
"Ho
sentito
dire, da qualcuno che ho ritenuto altrettanto
affidabile,
che il lascito era soggetto a certe condizioni, e alla volontà del
proprietario attuale."
"Capisco.
Sì, in questo
c'è
qualcosa di vero; ve lo dissi fin dall'inizio, come certo
ricorderete."
"Ho
anche sentito
dire
che c'è stato un momento in cui pronunciare sermoni non vi era così
gradito; che in realtà avevate affermato di
essere deciso a non prendere mai gli ordini, e che la faccenda era
stata sistemata di conseguenza."
"Ah,
sì! e la cosa non è totalmente priva di fondamento. Vi ricordate
certamente che cosa vi dissi in proposito, quando ne parlammo per la
prima volta."
Ormai
erano quasi alla porta di casa, poiché lei aveva camminato
velocemente per liberarsi di lui, e dato che non voleva provocarlo,
per amore della sorella, la sua riposta fu solo, con un allegro
sorriso,
"Andiamo,
Mr. Moriarty, ormai siamo cognati. Non mettiamoci a discutere sul
passato. In futuro, spero che andremo sempre d'accordo."
Lei
gli porse la mano; lui la baciò con affettuosa galanteria, benché
non sapesse bene dove guardare, ed entrarono in casa.
53
Mr.
Moriarty rimase così soddisfatto da quella conversazione, che non
stimolò la cara cognata Molly, riprendendo l'argomento.
Arrivò
presto il giorno della partenza sua e di Janine, e Mrs. Hooper fu
costretta a subire una separazione che era probabile si protraesse
almeno per un anno.
"Oh!
mia cara Janine", esclamò, "Scrivimi molto spesso, mia
cara."
"Tanto
spesso quanto potrò. Sai che una donna sposata non ha mai molto
tempo per scrivere. Le mie sorelle potranno scrivermi. Non avranno
altro da fare."
Gli
addii di Mr. Moriarty furono molto più affettuosi di quelli della
moglie. Sorrise, mise in mostra la propria bellezza, e disse molte
cose carine.
"È
proprio un bel tipo", disse Mr. Hooper, non appena furono
usciti, "com'è sempre stato. Fa sorrisetti, smorfie strane, ci
fa la corte a tutti. Sono straordinariamente fiero di lui. Sfido
persino lo stesso Sir Lucas, a esibire un genero più apprezzabile."
La
perdita della figlia rese Mrs. Hooper molto triste per diversi
giorni. Ma la condizione di avvilimento in cui era stata gettata da
quell'evento fu in breve alleviata, e il suo animo si aprì di nuovo
all'eccitazione della speranza, grazie a una notizia che iniziò
allora a circolare. La governante di Netherfield aveva ricevuto
l'ordine di prepararsi all'arrivo del suo padrone.
Miss
Hooper non era riuscita a sentire del suo arrivo senza cambiare di
colore. Erano passati molti mesi da quando ne aveva menzionato il
nome a Molly; ma ora, non appena furono da sole, disse,
"L'ho
visto che mi stavi guardando oggi, Molly e so che sembravo turbata.
Ma non pensare che fosse per qualche strano motivo. È stato solo un
momento di imbarazzo, perché sapevo che sarei
stata
osservata. Ti assicuro che la notizia non mi procura né gioia né
pena. Di una cosa sono lieta, che viene da solo, poiché lo vedremo
di meno. Non che tema per me
stessa,
ma ho paura dei commenti degli altri."
Molly
non sapeva che cosa pensare. Se non l'avesse visto nel Derbyshire,
avrebbe potuto supporre che venisse con nessun altro scopo se non
quello dichiarato; ma lo credeva ancora innamorato di Mary, ed era
indecisa su quale fosse la probabilità maggiore tra il fatto che
venisse con
il
permesso dell'amico, o fosse audace abbastanza da venire senza
quel
permesso.
Nonostante
quanto affermava la sorella, in attesa del suo arrivo, Molly poteva
chiaramente percepire come ne fosse turbata.
Mr.
Watson arrivò. Mrs. Hooper, per mezzo della servitù riuscì
a essere la prima a saperlo, affinché il periodo di ansia e
agitazione da parte sua fosse il più lungo possibile. Contava i
giorni che dovevano passare prima di poter mandare l'invito per un
pranzo; disperava di poterlo incontrare prima. Ma il terzo giorno
dopo il suo arrivo nell'Hertfordshire lo vide, dalla finestra del suo
spogliatoio, entrare dal cancello e cavalcare verso la casa.
Le
figlie furono subito chiamate a condividere la sua gioia. Mary restò
risolutamente seduta al suo posto, ma Molly, per far piacere alla
madre, andò alla finestra... guardò... vide Mr. Holmes con lui, e
si sedette di nuovo vicino alla sorella.
"C'è
un signore con lui, mamma", disse Philippa; "chi può
essere?"
"Qualche
amico suo immagino, mia cara; sono sicura di non conoscerlo."
"Oh!"
replicò Philippa, "sembra proprio quello che di solito stava
con lui, Mr. come si chiama. Quello alto, che si dava tante arie."
"Bontà
divina! Mr. Holmes! Be', tutti gli amici di Mr. Watson saranno sempre
i benvenuti qui, statene certe, altrimenti direi che lo detesto solo
a vederlo."
Mary
guardò Molly, sorpresa e preoccupata. Sapeva molto poco del loro
incontro nel Derbyshire, e perciò era in ansia per l'imbarazzo che
doveva provare la sorella nel vederlo quasi per la prima volta dopo
aver ricevuto la sua lettera di spiegazioni. Entrambe le sorelle si
sentivano notevolmente a disagio. Ognuna era in ansia per l'altra, e
ovviamente per se stessa. Ma Molly aveva una fonte di agitazione che
non poteva essere sospettata da Mary, alla quale non aveva mai avuto
il coraggio di mostrare la lettera di Mrs. Hudson, né di riferire
quanto fossero cambiati i suoi sentimenti nei confronti di lui. Il
suo stupore per la sua venuta... la sua venuta a Netherfield, a
Longbourn, per averla di nuovo cercata di propria volontà, era quasi
pari a quello che aveva provato quando si era trovata di
fronte al suo comportamento così mutato nel Derbyshire.
Il
colorito che le era scomparso dal volto, tornò per un istante a
essere ancora più acceso, e un sorriso di gioia aggiunse lucentezza
ai suoi occhi, mentre in quell'istante pensava che l'affetto e i
desideri di lui fossero ancora inalterati. Ma non poteva esserne
certa.
"Vediamo
prima come si comporta", si disse; "poi ci sarà ancora
tempo per sperare."
Si
dedicò al suo lavoro, sforzandosi di apparire calma, e senza osare
alzare gli occhi.
Quando
apparvero i gentiluomini, il colorito di Mary si accese, ma li
accolse con discreta disinvoltura, e con una proprietà di
comportamento ugualmente priva di qualsiasi sintomo di risentimento o
di superfluo compiacimento.
Molly
parlò con entrambi negli stretti limiti della buona educazione, e si
mise nuovamente al lavoro con uno zelo che non le capitava spesso di
dedicargli. Si era concessa solo un'occhiata a Holmes. Lui appariva
serio come al solito, pensò, più come era solito apparire
nell'Hertfordshire, che come l'aveva visto a Pemberley. Ma forse, in
presenza della madre, non riusciva a essere lo stesso di quando era
stato di fronte agli zii. Era una congettura penosa, ma non
improbabile.
Anche
Watson lo aveva osservato solo per un istante, e in quel breve lasso
di tempo l'aveva visto sia contento che imbarazzato. Mrs. Watson
l'aveva accolto con un grado di cortesia che aveva fatto vergognare
le sue due figlie, specialmente se paragonato alla fredda e
cerimoniosa educazione dell'inchino e delle frasi rivolte all'amico.
Molly
in particolare, consapevole che la madre dovesse proprio a
quest'ultimo la salvezza della sua figlia prediletta da un
irrimediabile disonore, fu ferita e angosciata al massimo grado da
una discriminazione così male applicata.
Holmes,
dopo averle chiesto come stavano Mr. e Mrs. Hudson, una domanda a cui
lei non poté rispondere senza imbarazzo, non disse praticamente
altro. Non era seduto vicino a lei, e forse era questo il motivo del
suo silenzio; ma non era stato così nel Derbyshire. Lì aveva
chiacchierato con i suoi parenti, quando non poteva farlo con lei. Ma
ora passarono diversi minuti senza che le giungesse il suono
della sua voce; e quando, di tanto in tanto, incapace di resistere
alla curiosità, aveva alzato gli occhi per guardarlo in volto, lo
aveva visto osservare Mary quanto lei, e spesso null'altro che il
pavimento. Era chiaramente più pensieroso e meno ansioso di piacere
di quando lo aveva incontrato l'ultima volta.
"Come
avrei potuto aspettarmi altro!" si disse. "Ma allora,
perché è venuto?"
Non
aveva voglia di conversare con nessuno se non con lui; e non aveva il
coraggio di parlargli.
Gli
chiese della sorella, ma non riuscì a fare di più.
"È
passato molto tempo, Mr. Watson, da quando siete andato via",
disse Mrs. Hooper.
Lui
ne convenne subito.
"Cominciavo
a temere che non sareste mai tornato.
Da quando ve ne siete andato sono cambiate molte cose nel vicinato.
Miss Lucas si è sposata e sistemata, e così una delle mie figlie.
Immagino che ne abbiate sentito parlare; in effetti, dovreste averlo
letto nei giornali. So che era nel Times e nel Courier, anche se non
era riportato come dovuto. Si diceva solo che «Di recente, Jim
Moriarty, Esq., con Miss Janine Hooper». Eppure l'aveva redatto mio
fratello, e mi chiedo come possa aver combinato un tale pasticcio. Lo
avete letto?"
Watson
rispose di sì, e fece le sue congratulazioni. Molly non osava alzare
gli occhi. Non era, perciò, in grado di dire che faccia avesse
Holmes.
"È
davvero una gran bella cosa avere una figlia ben maritata",
proseguì la madre, "ma allo stesso tempo, Mr. Watson, è una
prova molto dura vederla andare così lontano. Sono andati a
Newcastle perché immagino abbiate saputo che ha lasciato la milizia
e che si è arruolato nell'esercito regolare. Grazie al cielo,
qualche
amico
ce l'ha, anche se forse non quanti ne meriterebbe."
Molly,
consapevole che questa era una stoccata a Mr. Holmes, si sentì
talmente al colmo della vergogna che a stento riuscì a restare
seduta. Questo la spinse, tuttavia, a fare uno sforzo per parlare,
cosa che nient'altro l'aveva costretta a fare prima,
e chiese a Watson se al momento avesse intenzione di restare per un
po' in campagna. Per qualche settimana, così riteneva lui.
Quando
i signori si alzarono per andarsene, Mrs. Hooper, memore dei suoi
cortesi propositi, li invitò a pranzo a Longbourn di lì a qualche
giorno, e loro accettarono.
"Siete
in debito con me di una visita, Mr. Watson", aggiunse lei,
"poiché quando siete andato in città l'inverno scorso, avevate
promesso di venire da noi per un pranzo in famiglia, non appena
tornato. Come vedete, non l'ho dimenticato."
Watson
sembrò un po' confuso da questa osservazione, e per scusarsi disse
qualcosa su degli affari che glielo avevano impedito. Se ne andarono.
Mrs.
Hooper era stata molto tentata di invitarli a restare a pranzo il
giorno stesso, ma, anche se la sua tavola era sempre ottima, riteneva
che non meno di due giri completi di portate potessero bastare per un
uomo sul quale riponeva tante ansiose aspettative, o per soddisfare
l'appetito e l'orgoglio di un altro che aveva diecimila sterline
l'anno.
54
Non
appena se ne furono andati, Molly uscì per risollevare il proprio
umore; o, in altre parole, per dedicarsi a quegli argomenti che
l'avrebbero di certo abbattuta ancora di più. Il comportamento di
Mr. Holmes l'aveva stupita e irritata.
"Perché
mai è venuto", si disse, "se l'ha fatto solo per restare
muto, serio e indifferente?"
Non
riusciva a pensare a nulla che la soddisfacesse.
"Ha
continuato a essere amabile, a essere simpatico, con i miei zii,
quando era a Londra; perché con me no? Se ha paura di me, perché
viene qui? Se non gliene importa più nulla di me, perché restare
muto? Che uomo irritante, proprio irritante! Non voglio più pensare
a lui."
La
sua decisione fu involontariamente mantenuta per un po' per
l'avvicinarsi della sorella, che si unì a lei con un'aria allegra
che dimostrava come fosse più soddisfatta di Molly dei due
visitatori.
"Ora
che si è concluso il primo incontro", disse, "mi sento
serena. So quanto sono forte, e non mi sentirò più in imbarazzo nel
vederlo arrivare. Sono lieta che pranzi qui martedì. Così diventerà
di dominio pubblico che, da entrambe le parti, ci incontriamo solo
come semplici conoscenti.”
"Oh,
Mry, stai attenta.", disse Molly, ridendo.
"Mia
cara Molly, mi credi davvero talmente debole da correre ancora
qualche pericolo?"
"Credo
che tu stia correndo il pericolo di farlo innamorare di te com'è
sempre stato."
Il
martedì c'era un gruppo numeroso riunito a Longbourn, e i due che
erano più attesi arrivarono in perfetto orario. Quando si recarono
in sala da pranzo, Molly stette ansiosamente attenta, per vedere se
Watson avrebbe preso il posto accanto alla sorella che, in tutti i
pranzi precedenti, gli era appartenuto. La madre, occupata con
la stessa idea, evitò con cura di invitarlo a sedere accanto a lei.
Entrando nella stanza, lui sembrò esitare; ma a Mary capitò di
guardarsi intorno, e capitò di sorridere: la decisione fu presa. Si
mise accanto a lei.
Molly,
con un senso di trionfo, guardò verso il suo amico. Sembrava
sopportare la cosa con nobile indifferenza, e lei avrebbe immaginato
che Watson avesse ricevuto il permesso di essere felice, se non
avesse visto anche lui dirigere lo sguardo verso Mr. Holmes, con
un'espressione mezzo allarmata e mezzo divertita.
Il
suo comportamento con la sorella fu tale, durante il pranzo, da
rivelare un'ammirazione che convinse Molly che la felicità di Mary,
e quella di lui, sarebbe stata presto assicurata. Anche se non osava
avere certezze sulla conclusione, le fece piacere osservare il
comportamento di lui. Le diede tutta l'eccitazione che le fosse
possibile provare, poiché non era certo di ottimo umore. Mr. Holmes
era lontano da lei quanto tutta la lunghezza del tavolo. Era seduto
in uno dei due posti di fianco alla madre. Sapeva bene quanto poco
una situazione del genere facesse piacere a entrambi. Non era
abbastanza vicina da poter sentire i loro discorsi, ma poteva vedere
quanto raramente si rivolgessero la parola, e quanto i loro modi
fossero freddi e formali. La scortesia della madre le rese più
penosa la consapevolezza di ciò che gli dovevano, e, a volte,
avrebbe dato chissà che per avere il privilegio di dirgli che non
tutta la famiglia ignorava o non apprezzava la sua generosità.
Sperava
che in serata avrebbe potuto cogliere qualche occasione per stare
insieme. Ansiosa e agitata com'era, il periodo trascorso in salotto,
prima dell'arrivo dei signori, fu talmente pesante e noioso da
renderla quasi scortese.
"Se
nemmeno allora
verrà
da me", si disse, "rinuncerò a lui per sempre."
I
signori arrivarono, e le sembrò che lui stesse esaudendo le sue
speranze, ma, ahimè! le signore si affollarono così fitte intorno
al tavolo, dove Miss Hooper stava preparando il tè, e Molly
versando il caffè, che vicino a lei non rimase un solo posto libero,
idoneo a far spazio a una sedia. E, all'avvicinarsi dei signori, una
delle ragazze si strinse più che mai accanto a lei, dicendo, in un
bisbiglio,
"Ho
deciso che gli uomini non devono riuscire a dividerci. Non abbiamo
bisogno di nessuno di loro, non è vero?"
Holmes
si era spostato in un altro lato della stanza. Lei lo seguì con lo
sguardo; invidiava tutti quelli a cui rivolgeva la parola, non aveva
nessuna voglia di servire il caffè, e poi si arrabbiò con se stessa
per essere così sciocca!
"Un
uomo che è stato rifiutato già una volta! Come potrei mai essere
così stupida da aspettarmi un ritorno del suo amore?"
Si
rianimò un pochino, tuttavia, quando riportò lui stesso la tazza
del caffè, e lei colse l'occasione per dire,
"Vostra
sorella è ancora a Pemberley?"
"Sì,
ci resterà fino a Natale."
"E
tutta sola? I suoi amici sono andati tutti via?"
"C'è
Mrs. Annesley con lei."
Non
riuscì a trovare altro da dire; ma se lui avesse voluto conversare,
avrebbe potuto avere più successo. Invece rimase in piedi accanto a
lei solo per qualche minuto, in silenzio, e alla fine, quando la
signorina bisbigliò ancora qualcosa a Molly, si allontanò.
Una
volta portato via il tè, e sistemati i tavoli da gioco, tutte le
signore si alzarono, e Molly sperò di potersi presto unire a lui, ma
tutte le sue speranze svanirono, vedendolo cadere vittima della
rapacità della madre di formare un tavolo da whist, e dopo pochi
istanti seduto con il resto del gruppo. Erano confinati per tutta la
serata a tavoli diversi, e non aveva più nulla da sperare, se non
che gli occhi di lui si rivolgessero spesso nella sua direzione,
tanto da farlo giocare male come lei.
Mrs.
Hooper aveva previsto di far restare a cena i due signori di
Netherfield; ma la loro carrozza fu sfortunatamente ordinata prima di
tutte le altre, e lei non ebbe modo di trattenerli.
"Be',
ragazze", disse, non appena rimaste sole, "che ne dite
della giornata? Credo che sia andato tutto straordinariamente bene,
ve l'assicuro. Il pranzo è stato servito bene come non mi era
mai capitato di vedere; persino Mr. Holmes ha riconosciuto che le
pernici erano cucinate particolarmente bene, e immagino che abbia
almeno due o tre cuoche francesi. Mia cara Mary, non ti ho mai vista
più bella. L'ha detto anche Mrs. Long, perché le avevo chiesto se
non fosse così."
Mrs.
Hooper, per farla breve, era eccitatissima; e le sue aspettative per
il bene della famiglia erano talmente lontane dalla ragionevolezza,
che il giorno successivo rimase molto delusa nel non vederlo tornare
per fare la sua dichiarazione.
"È
stata una giornata molto gradevole", disse Miss Hooper a Molly.
"La comitiva sembrava così ben assortita, così affiatata.
Spero che ci si possa ritrovare spesso."
Molly
sorrise.
"Molly,
non devi fare così. Ti assicuro di aver imparato a godere della sua
conversazione come quella di un giovanotto simpatico e intelligente,
senza desiderare altro. Sono perfettamente convinta, dai suoi modi
attuali, che non abbia mai avuto in progetto di conquistare il mio
affetto. È solo che è dotato di una grande dolcezza nel modo di
comportarsi, e di un desiderio di rendersi gradito a tutti maggiore
di qualsiasi altro uomo."
"Sei
molto crudele", disse la sorella; "non vuoi che io sorrida,
e mi provochi continuamente."
"Ma
perché vuoi convincermi che provo più di quanto ammetto?"
"Ecco
una domanda alla quale non so rispondere. Tutti amiamo educare, anche
se siamo in grado di insegnare solo ciò che non vale la pena di
sapere. Perdonami, e se persisti nella tua indifferenza, non fare di
me
la
tua confidente."
55
Qualche
giorno dopo quella visita, Mr. Watson tornò a trovarli, e da solo.
Il suo amico era partito il mattino per Londra, ma sarebbe tornato
nel giro di dieci giorni. Si fermò per più di un'ora, ed era di
ottimo umore. Mrs. Hooper lo invitò a pranzo, ma, con molte
espressioni di rammarico, lui dichiarò di essere già impegnato
altrove.
"Domani
potete venire?"
Sì,
non aveva nessun impegno per l'indomani, e l'invito fu accettato
molto volentieri.
Venne,
e così di buonora che nessuna delle signore era vestita.
Precipitandosi nella camera della figlia, in vestaglia e con i
capelli mezzo spettinati, Mrs. Hooper gridò,
"Mia
cara Mary, sbrigati a scendere. È arrivato... è arrivato Mr.
Watson. Sbrigati, sbrigati."
"Scenderemo
non appena possibile", disse Mary, "ma credo che Philippa
sia più avanti di noi due, visto che è salita mezzora fa."
"Oh!
lascia perdere Philippa! che c'entra lei? Fai in fretta, in fretta!
dov'è la tua cintura mia cara?"
Ma
una volta uscita la madre, Mary non si lasciò convincere a scendere
senza una delle sorelle.
Lo
stesso desiderio di lasciarli da soli emerse di nuovo nel pomeriggio.
Dopo il tè, Mr. Hooper si ritirò in biblioteca e Sally salì al
piano di sopra dal suo strumento. Essendo così rimossi due ostacoli,
Mrs. Hooper rimase seduta lanciando sguardi e facendo l'occhiolino a
Molly e Philippa per un bel po', senza che le due se ne accorgessero.
Alla
fine, Philippa disse con molta ingenuità. "Che c'è, mamma?
Perché continuate a farmi l'occhiolino? Che cosa devo fare?"
"Nulla,
bambina mia. Non ti sto facendo l'occhiolino." Poi rimase
seduta ancora per cinque minuti, ma, incapace di sprecare
un'occasione del genere, si alzò improvvisamente e, dicendo a
Philippa,
"Vieni,
tesoro mio. Ti voglio parlare." la portò fuori della stanza.
Mary
lanciò subito un'occhiata a Molly, che esprimeva il suo imbarazzo
per una manovra così scoperta, e la sua preghiera affinché lei
non
cedesse. Dopo qualche minuto, Mrs. Hooper socchiuse la porta ed
esclamò,
"Molly,
mia cara. Ti voglio parlare."
Molly
fu costretta ad andare.
"Possiamo
anche lasciarli soli, sai"; disse la madre non appena lei fu
nell'atrio. "Philippa e io andremo di sopra nel mio
spogliatoio."
Molly
non fece nessun tentativo di discutere con la madre; rimase
tranquilla nell'atrio, fino a quando lei e Philippa non furono
sparite, e poi tornò in salotto.
Aprendo
la porta, si accorse che la sorella e Watson erano in piedi
appoggiati al caminetto, come se fossero impegnati in una seria
conversazione; e anche se questo sarebbe potuto non bastare per
insospettirla, le facce di entrambi, quando si girarono
all'improvviso e si allontanarono l'uno dall'altra, avrebbero detto
tutto. La loro
situazione
era imbarazzante, ma lei pensò che la sua
fosse
ancora peggiore. Nessuno dei due disse una parola, e Molly era sul
punto di andarsene, quando Watson, che si era seduto insieme a Mary,
si alzò improvvisamente, e sussurrando qualche parola alla sorella,
corse fuori della stanza.
Mary
non aveva segreti per Mollye l'abbracciò .
"È
troppo!" aggiunse, "davvero troppo. Non lo merito. Oh!
perché non sono tutti così felici?"
Molly
le fece le sue congratulazioni con una sincerità, un calore, una
gioia, che le parole potevano esprimere solo in minima parte. Ogni
frase affettuosa era per Mary fonte di nuova felicità. Ma per il
momento non voleva restare lì con la sorella, o dire la metà di ciò
che doveva essere detto.
"Vado
dalla mamma", esclamò. "Non vorrei assolutamente prendermi
gioco della sua affettuosa premura, o permettere che lo sappia da
altri e non da me. Lui è già andato dal babbo. Oh! Molly, sapere
che ciò che ho da dire darà così tanta gioia a tutta la mia cara
famiglia!"
Si
affrettò quindi dalla madre.
Molly,
che era rimasta sola, sorrise per la rapidità e la facilità con cui
si era finalmente risolta una faccenda che aveva provocato così
tanti mesi di incertezza e malumore.
"E
questa", si disse, "è la fine di tutta l'ansiosa cautela
del suo amico! di tutte le bugie e gli stratagemmi delle sorelle! la
conclusione più felice, più saggia e più
giusta!"
Dopo
qualche minuto fu raggiunta da Watsson, il cui colloquio con il padre
era stato breve e fruttuoso.
"Dov'è
vostra sorella?" disse con impazienza, non appena aperta la
porta.
"Con
mia madre di sopra. Credo proprio che scenderà a momenti."
Lui
allora chiuse la porta, e le si avvicinò, richiedendo gli auguri e
l'affetto di una cognata. Molly espresse sinceramente e con tutto il
cuore la sua gioia in vista di quella parentela. Si strinsero la mano
con grande cordialità, e poi, fino a quando la sorella non scese,
lei dovette ascoltare tutto ciò che lui aveva da dire della sua
felicità e di tutte le perfezioni di Mary.
Fu
una serata di gioia non comune per tutti loro.
Non
appena Watson se ne fu andato, Mr. Watson si rivolse alla figlia e
disse,
"Mary,
mi congratulo con te. Sarai una donna molto felice."
Mary
corse da lui, lo baciò, e lo ringraziò per la sua bontà.
"Sei
una brava ragazza", replicò lui, "e mi fa tanto piacere
pensare che ti sistemerai così bene. Non ho dubbi sul fatto che
insieme starete benissimo. Avete caratteri molto simili. Siete
entrambi così accondiscendenti, che non prenderete mai una
decisione; così indulgenti, che tutte le persone di servizio vi
imbroglieranno; e così generosi, che spenderete sempre di più della
vostre entrate."
"Spero
di no. La leggerezza o la sbadataggine in materia di soldi
sarebbero imperdonabili per me."
"Spendere
di più delle loro entrate! Mio caro Mr. Hooper", esclamò la
moglie, "ma di che stai parlando? Ma come, ha quattro o
cinquemila sterline l'anno, e molto probabilmente ancora di più."
Poi, rivolgendosi alla figlia, "Oh! mia cara Mary, sono così
felice! Lo sapevo come sarebbe andata. Ho sempre detto che doveva
andare così, alla fine. Ero sicura che non potevi essere così bella
per niente!"
Watson,
da quel momento, fu naturalmente tutti i giorni ospite a Longbourn;
veniva spesso prima di colazione, e restava sempre fino alla cena.
Molly
aveva ora pochissimo tempo a disposizione per conversare con la
sorella, poiché, quando c'era lui, Mary non aveva attenzioni per
nessun altro; ma si trovò a essere estremamente utile a entrambi, in
quelle ore di separazione che talvolta capitavano. In assenza di
Mary, lui stava sempre con Molly, per il piacere di parlare di lei; e
quando Watson se ne andava, Mary cercava costantemente lo stesso tipo
di sollievo.
"Mi
ha resa così felice", disse, una sera, "dicendomi che
ignorava totalmente il fatto che fossi a Londra la primavera scorsa!
Non l'avevo creduto possibile."
"Io
lo sospettavo alquanto", replicò Molly. "Ma come lo ha
spiegato?"
"Dev'essere
stata opera della sorella. Non era benevola nei confronti della sua
conoscenza con me, cosa che non mi meraviglia, dato che avrebbe
potuto scegliere in modo più vantaggioso. Ma quando vedrà che il
fratello è felice con me, imparerà a essere
soddisfatta, e torneremo in buoni rapporti, anche se non potranno mai
essere quelli di una volta."
"È
il discorso più inflessibile che ti abbia mai sentita pronunciare",
disse Molly.
"Ci
crederesti, Molly, che quando è andato a Londra lo scorso novembre
mi amava davvero, e che nulla se non la convinzione che io
fossi
indifferente, gli avrebbe impedito di tornare?"
"Sicuramente
ha fatto un piccolo sbaglio; ma fa onore alla sua modestia."
Questo
naturalmente diede la stura a un panegirico da parte di Mary sulla
sua insicurezza, e sullo scarso valore che lui dava alle sue buone
qualità. A Molly fece piacere che lui non avesse rivelato
l'intromissione dell'amico.
"Sono
sicuramente la creatura più fortunata mai esistita!" esclamò
Mary. "Oh! Molly, se potessi vedere te
altrettanto
felice! Se solo ci fosse
un
altro uomo del genere per te!"
"Se
anche ce ne fossero quaranta di uomini così, non potrei mai essere
felice come te. Finché non avrò la tua indole, la tua bontà, non
potrò mai provare la tua stessa felicità. No, no, lascia che me la
sbrighi da sola, e, forse, se sarò molto fortunata, potrò
incontrare in tempo un altro Mr. Collins."
Lo
stato di cose nella famiglia di Longbourn non poteva certo restare a
lungo un segreto.
Gli
Hooper furono rapidamente proclamati la famiglia più fortunata del
mondo, anche se poche settimane prima, quando Janine era scappata,
erano stati da tutti segnati a dito per la loro disgrazia.
56
Una
mattina, circa una settimana dopo il fidanzamento di Watson con Mary,
mentre erano seduti in sala da pranzo, l'improvviso rumore di una
carrozza li spinse alla finestra, dove notarono un tiro a quattro
attraversare il prato. Era troppo presto per dei visitatori, e
inoltre l'equipaggio non sembrava essere nessuno di quelli dei loro
vicini. Poiché era comunque certo che qualcuno stesse arrivando,
Watson convinse Miss Hooper a evitare di restare rinchiusi per
quell'intrusione, e a fare una passeggiata con lui in giardino.
Uscirono entrambi, e le ipotesi delle tre rimaste proseguirono finché
non si spalancò la porta ed entrò il visitatore. Era Lord Mycroft
de Bourgh.
Lord
Mycroft entrò nella stanza con un'aria più sgarbata del solito, non
rispose al saluto di Molly se non con un lieve cenno del capo, e si
mise a sedere senza dire una parola. Molly aveva fatto il suo nome
alla madre, all'ingresso di sua signoria, anche se non era stata
fatta nessuna richiesta di presentazione.
Dopo
essere rimasta seduta in silenzio per un istante, lei disse con molta
freddezza a Molly,
"Spero
che stiate bene, Miss Hooper. La signora immagino sia vostra madre."
Molly
rispose molto concisamente di sì.
"E
quella
immagino
sia una delle vostre sorelle."
"Sì,
signora", disse Mrs. Hooper. "È la penultima delle mie
ragazze. L'ultima si è sposata di recente, e la maggiore è in
giardino, a passeggio con un giovanotto che farà
presto parte della famiglia."
"Avete
un parco molto piccolo qui", affermò Lord de Bourgh dopo un
breve silenzio."e questo salotto dev'essere molto scomodo nei
pomeriggi d'estate; le finestre danno tutte a ponente."
Mrs.
Hooper le assicurò che non lo usavano mai dopo il pranzo, e poi
aggiunse,
"Posso
prendermi la libertà di chiedere a vostra signoria se ha lasciato
Mr. e Mrs. Collins in buona salute?"
"Sì,
stavano benissimo. Li ho visti l'altro ieri sera."
Mrs.
Hooper, con molta gentilezza, pregò sua signoria di prendere qualche
rinfresco, ma Lord Mycroft, con molta decisione, e non molta
educazione, si rifiutò di prendere alcunché e poi, alzandosi, disse
a Molly,
"Miss
Hooper, sembra che ci sia una specie di boschetto su un lato del
vostro prato. Sarei lieta di farci un giro, se mi farete l'onore
della vostra compagnia."
"Va,
mia cara", esclamò la madre, "e mostra a sua signoria i
vari viottoli. Credo che il tempietto le piacerà."
Molly
obbedì, corse di sopra a prendere il parasole e poi si unì alla sua
nobile ospite al piano di sotto.
Procedettero
in silenzio lungo il sentiero di ghiaia che conduceva al boschetto;
Molly aveva deciso di non fare nessun tentativo di conversazione, con
una donna che in quel momento appariva insolente e antipatica più
del solito.
Non
appena entrate nel boschetto, Lord de Bourgh iniziò così,
"Non
avrete certo nessuna difficoltà, Miss Hooper, a capire il motivo del
mio viaggio fin qui."
Molly
la guardò con genuino stupore.
"Vi
state davvero sbagliando, signora. Non riesco a spiegarmi l'onore di
vedervi qui."
"Miss
Hooper", replicò sua signoria, in tono irato, "dovreste
saperlo, che con me non si scherza. Una
voce di natura molto allarmante mi è arrivata due giorni fa. Mi è
stato detto che non solo vostra sorella era sul punto di sposarsi in
modo molto vantaggioso, ma che voi
vi sareste, con tutta probabilità, unita subito dopo con mio nipote,
Mr. Holmes. Anche se so
che
dev'essere una scandalosa menzogna, ho immediatamente deciso di
venire qui, per mettervi al corrente della mia opinione."
"Se
credete impossibile che sia vero", disse Molly, arrossendo dallo
stupore e dallo sdegno, "mi meraviglio che vi siate presa il
disturbo di venire fin qui. Qual è lo scopo della vostra visita?"
"Esigere
che una notizia del genere venga immediatamente e pubblicamente
smentita."
"La
vostra venuta a Longbourn", disse Molly freddamente,
"contribuirà piuttosto a confermarla, se una voce del genere
esiste davvero."
"Se!
pretendete dunque di non saperne nulla? Non è stata fatta circolare
ad arte da voi stessa? Non sapete che una voce del genere è
ampiamente diffusa?"
"Non
ne ho mai sentito parlare."
"E
potete dunque dichiarare che in essa non c'è nessun fondamento?"
"Non
pretendo di possedere la stessa franchezza di vostra signoria. Voi
potete
fare domande, alle quali io
potrei
scegliere di non rispondere."
"Questo
non è tollerabile. Miss Hooper, esigo una risposta soddisfacente. Vi
ha mio nipote fatto una proposta di matrimonio?"
"Vostra
signoria ha affermato che è impossibile."
"Dovrebbe
esserlo; deve esserlo, se lui ha ancora l'uso della ragione. Ma le
vostre
arti
di seduzione potrebbero avergli fatto
dimenticare ciò che deve a se stesso e a tutta la sua famiglia.
Potreste averlo adescato."
"Se
l'avessi fatto, sarei l'ultima persona ad ammetterlo."
"Miss
Hooper! Io sono quasi la parente più stretta che lui abbia al mondo,
e ho il diritto di conoscere i suoi interessi più intimi."
"Ma
non avete il diritto di conoscere i miei."
"Fatemi
essere ancora più chiara. Questa unione non potrà mai avere luogo.
No, mai. Mr. Holmes è fidanzato con mia
figlia.
E ora che cosa avete da dire?"
"Solo
questo: che se è così, non avete alcun motivo di supporre che lui
faccia una proposta a me."
Lord
Mycroft esitò per un istante, e poi replicò,
"Fin
dalla loro infanzia sono stati destinati l'uno all'altra. Era il più
grande desiderio della madre di lui,
così come di quella di lei. Abbiamo progettato l'unione quando erano
nella culla; e proprio ora, debbono essere ostacolati da una giovane
donna di nascita inferiore, senza nessun rilievo sociale, e
totalmente estranea alla famiglia! Non mi avete sentito dire che fin
dalla nascita era destinato alla cugina?"
"Sì,
e l'avevo sentito dire anche prima. Ma che importanza ha per me? Se
Mr. Holmes non è legato alla cugina né dall'onore né dall'affetto,
perché mai non può fare una scelta diversa? E se sono io quella
scelta, perché mai non dovrei accettarlo?"
"Perché
lo vieta l'onore, il decoro, la prudenza, anzi, l'interesse. Sì,
Miss Hooper, l'interesse; perché non aspettatevi di essere presa in
considerazione dalla sua famiglia o dai suoi amici, se vi ostinate a
opporvi ai desideri di tutti."
"Queste
sono terribili disgrazie", replicò Molly. "Ma la moglie di
Mr. Holmes avrà una tale straordinaria fonte di felicità connessa
con il suo stato, che potrà non avere nessun motivo per lamentarsi."
"Ragazza
ostinata e testarda! Mi vergogno per voi! È questa la vostra
gratitudine per le mie premure della scorsa primavera? Dovete
capire, Miss Hooper, che sono venuta con l'assoluta determinazione di
ottenere il mio scopo, e non mi lascerò dissuadere. Mia
figlia e mio nipote sono fatti l'uno per l'altra. Sono destinati
l'uno all'altra dai desideri di tutti i membri dei loro rispettivi
casati; e che cosa dovrebbe dividerli? Le pretese venute dal nulla di
una giovane donna senza un nome, senza parentele o ricchezze. Non è
tollerabile!"
"Lui
è un gentiluomo; io sono figlia di un gentiluomo; fin qui siamo
pari."
"È
vero. Voi siete
figlia
di un gentiluomo. Ma chi è vostra madre? Chi sono i vostri zii e
zie? Non crederete che io ignori la loro situazione sociale."
"Quali
che siano le mie parentele", disse Molly, "se vostro nipote
non ha obiezioni da fare, a voi
non
deve interessare."
"Ditemi,
una volta per tutte, siete fidanzata con lui?"
Anche
se Molly avrebbe voluto non rispondere alla domanda, non poté non
dire, dopo un istante di riflessione,
"No."
Lord
de Bourgh sembrò soddisfatto.
"E
mi promettete di non impegnarvi mai in questo fidanzamento?"
"Non
farò mai una promessa del genere."
"Miss
Hooper, sono sconvolta e stupita. Ma non illudetevi che io possa
rinunciare. Non andrò via finché non mi avrete dato le
assicurazioni che esigo."
"E
io sicuramente non le darò mai.
Quanto approvi vostro nipote questa intromissione nei suoi
affari,
non sono in grado di dirlo; ma voi non avete nessun diritto di
interessarvi dei miei. Vi devo pregare, quindi, di non essere
importunata oltre su questo argomento."
"Non
ho affatto finito. A tutte le obiezioni che ho già esposto, ne ho
un'altra da aggiungere. Non sono all'oscuro dei particolari della
vergognosa fuga della vostra sorella minore. E una ragazza del
genere dovrebbe
diventare cognata di mio nipote? E suo
marito,
il figlio dell'amministratore del suo defunto padre, diventare suo
cognato? Il cielo ce ne scampi!Le ombre di Pemberley devono essere
profanate a tal punto?"
"Ormai
non
potete avere più nulla da dire", rispose lei indignata. "Mi
avete insultata in tutti i modi possibili. Devo pregarvi di tornare
in casa."
Sua
signoria era furibonda.
"Non
avete nessun riguardo per l'onore e la reputazione di mio nipote!
Ragazza insensibile ed egoista! Non vi rendete conto che un'unione
con voi lo farebbe cadere in disgrazia agli occhi di tutti?"
"Lord
Mycroft, non ho più nulla da dire. Conoscete le mie opinioni."
"Siete
dunque decisa ad averlo?"
"Non
ho detto nulla di simile. Sono solo decisa ad agire nel modo
che, a mio giudizio, possa rendermi felice, senza renderne conto a
voi o
ad altre persone che mi sono totalmente estranee."
"E
questo è ciò che pensate! Questa è la vostra decisione finale!
Molto bene. Non crediate, Miss Hooper, che la vostra ambizione sarà
mai appagata. Sono venuta per mettervi alla prova. Speravo di
trovarvi ragionevole; ma state pur certa che la spunterò."
Lord
Mycroft continuò a parlare in questo modo finché non furono allo
sportello della carrozza, dove, girandosi frettolosamente, aggiunse,
"Non
mi congedo da voi, Miss Hooper. Non mando i miei omaggi a vostra
madre. Non meritate una tale attenzione. Sono molto in collera."
Molly
non rispose e rientrò silenziosamente. La madre le andò incontro
impaziente sulla porta dello spogliatoio, per chiederle come mai Lord
Mycroft non fosse rientrato per riposarsi.
"Ha
preferito di no", disse la figlia, "è voluto andar via."
"È
un uomo molto elegante! ed è stato cortesissimo a venire fin qui!
poiché, immagino, è venuto solo per dirci che i Collins stavano
bene. Credo che fosse diretta da qualche parte, e così, passando per
Meryton, ha pensato che avrebbe potuto farci visita."
57
Il
turbamento provocato in Molly da quella straordinaria visita non
poteva essere superato facilmente. Lord de Bourgh si era preso il
disturbo di quel viaggio da Rosings al solo scopo di rompere il suo
presunto fidanzamento con Mr. Holmes. Un progetto davvero razionale!
ma su quale fosse l'origine delle voci sul loro fidanzamento, Molly
non riusciva a immaginarlo.
Nel
ripensare alle affermazioni di Lord Mycroft, tuttavia, non poté fare
a meno di sentirsi a disagio sulle possibili conseguenze del
persistere in quella sua intromissione. Da ciò che aveva detto circa
la sua determinazione nell'impedire il loro matrimonio, a Molly venne
in mente che doveva aver pensato di rivolgersi al nipote; e su come
lui
avrebbe
potuto reagire a una simile descrizione dei mali connessi a un legame
con lei, non osava pronunciarsi. Non conosceva esattamente quanto
fosse affezionato alla zia, o quanto dipendesse dal suo giudizio, ma
era naturale supporre che lui nutrisse per la zia una stima più alta
di quanta ne potesse avere lei;
ed era certo che, nell'enumerare le disgrazie di un matrimonio con
qualcuno i cui parenti più stretti erano così inferiori ai suoi, la
zia avrebbe toccato il suo punto più debole.
Se
prima lui aveva esitato sul da farsi, come spesso era sembrato, i
consigli e le preghiere di una parente così stretta avrebbero potuto
fugare ogni dubbio, e farlo decidere una volta per tutte
a scegliere la felicità che avrebbe potuto dargli una dignità senza
macchie. In quel caso non sarebbe più tornato. Lord Mycroft avrebbe
potuto incontrarlo durante il suo viaggio verso Londra, e l'impegno
con Watson di ritornare a Netherfield sarebbe stato cancellato.
"Se,
quindi, entro qualche giorno dovesse arrivare all'amico una scusa per
non mantenere la sua promessa", aggiunse tra sé, "saprò
come interpretarla."
Il
giorno dopo, mentre scendeva le scale, si imbatté nel padre, che
usciva dalla biblioteca con in mano una lettera.
"Molly",
disse lui, "stavo venendo a cercarti; vieni in camera mia."
Lei
lo seguì, e la sua curiosità di sapere che cosa avesse da dirle fu
accresciuta dal supporre che fosse in qualche modo col-legata alla
lettera che aveva in mano.
Seguì
il padre accanto al camino, ed entrambi si sedettero. Poi egli disse,
"Stamattina
ho ricevuto una lettera che mi ha estremamente stupito. Dato che
riguarda soprattutto te, devi conoscerne il contenuto. Non sapevo di
avere due
figlie
in procinto di sposarsi. Lascia che mi congratuli con te, per una
conquista così importante."
Il
rossore avvampò le guance di Molly, nell'immediata certezza che la
lettera fosse del nipote, invece che dello zio; e non riusciva a
decidersi se essere più contenta che si fosse finalmente dichiarato,
o più offesa per la lettera indirizzata al padre anziché a lei,
quando il padre proseguì,
"Sembri
aver capito. Su argomenti come questi le signorine hanno una grande
perspicacia, ma credo di poter persino sfidare la tua
sagacia
nello scoprire il nome del tuo ammiratore. La lettera è di Mr.
Collins."
"Di
Mr. Collins! e che cosa può avere da dire lui?"
"Qualcosa
di molto pertinente, ovviamente. Comincia con le congratulazioni per
le nozze imminenti della mia figlia maggiore, delle quali sembra sia
venuto a conoscenza da qualcuna di quelle care pettegole delle Lucas.
Quello che ti riguarda è la parte che segue.
«Lasciatemi
ora aggiungere un breve accenno su un altro argomento, del quale
siamo stati informati dalla stessa fonte. Vostra figlia Molly, a
quanto sembra, non porterà a lungo il nome degli Hooper e il
compagno prescelto per il suo futuro può essere considerato come uno
dei più illustri personaggi della nazione.»
"Riesci
a indovinare, Molly, di che cosa si tratta?"
«Questo
giovane gentiluomo è baciato dalla fortuna in modo particolare: una
splendida proprietà, una nobile famiglia e ampi poteri di nomina.
Eppure lasciate che io metta in guardia mia cugina Molly, e voi
stesso, sui mali in cui potreste incorrere con una precipitosa
accettazione delle proposte del gentiluomo, delle quali,
naturalmente, sarete propensi ad approfittare.»
"Hai
qualche idea, Molly, su chi sia questo gentiluomo? Ma ora ci
arriviamo."
«Il
motivo per cui vi metto in guardia è il seguente. Abbiamo ragione di
immaginare che lo zio, Lord Mycroft de Bourgh, non veda di buon
occhio questo matrimonio.»
"Capito?
si tratta di Mr.
Holmes!
Ora, Molly, credo di averti
sorpreso.
Avrebbero potuto, lui o i Lucas, scegliere un uomo, all'interno della
cerchia delle nostre conoscenze, il cui nome potesse smentire con più
efficacia ciò che hanno riportato? Mr. Holmes, che non guarda mai
una donna se non per vederne i difetti, e che in vita sua non ti ha
mai degnata di uno sguardo! È straordinario!"
Molly
cercò di unirsi all'allegria del padre, ma riuscì soltanto ad
abbozzare un sorriso stentato. Il suo spirito non si era mai espresso
in modo così poco gradevole per lei.
"Non
sei divertita?"
"Oh!
sì. Vi prego, continuate a leggere."
«Ieri
sera, dopo aver accennato alla probabilità di questo matrimonio
a sua signoria, lui ha espresso la sua opinione al riguardo, dalla
quale è emerso chiaramente che non avrebbe mai dato il suo consenso
a quella che ha definito un'unione vergognosa. Ho pensato fosse mio
dovere informarne mia cugina con la massima urgenza, affinché lei e
il suo nobile ammiratore possano essere consapevoli di quello a cui
vanno incontro, e non si affrettino a contrarre un matrimonio che non
è stato appropriatamente autorizzato.»
“Il
resto della lettera riguarda solo lo stato della cara Meena, e
l'attesa di un nuovo virgulto. Ma, Molly, sembra come se tu non ti
stia divertendo."
"Oh"
esclamò Molly, "mi sono molto divertita. Ma è così strano!"
"Sì...
ed è questo
che
lo rende divertente. Se avessero puntato su un altro non sarebbe
stato nulla; ma la sua
indifferenza, e la tua
antipatia, rende il tutto così deliziosamente assurdo! E ti prego
Molly che cosa ha detto Lord Mycroft di questa voce? È venuto per
rifiutare il suo consenso?"
A
questa domanda la figlia rispose solo con una risata, e poiché era
stata fatta senza il minimo sospetto, non ebbe il fastidio di
sentirsela ripetere. Per Molly non era mai stato così difficile
far apparire i propri sentimenti per ciò che non erano. Il padre
l'aveva crudelmente mortificata, con quello che aveva detto
dell'indifferenza di Mr. Holmes, e lei non poteva fare nulla se non
meravigliarsi di una tale mancanza di perspicacia, o temere che
forse, invece di essere lui a capire troppo poco,
fosse stata lei ad aver fantasticato troppo.
58
Invece
di ricevere quella lettera di scuse dal suo amico che Molly si
aspettava che gli arrivasse, Watson fu in grado di portare Holmes con
sé a Longbourn prima che fossero passati molti giorni dalla visita
di Lord Mycroft. I signori arrivarono di buonora, e prima che Mrs.
Hooper avesse il tempo di raccontargli di aver incontrato la zia,
cosa che la figlia aveva temuto, Watson, che voleva restare solo con
Mary, propose a tutti di fare una passeggiata. Mrs. Hooper non aveva
l'abitudine di camminare, Sally non aveva mai tempo da perdere, ma i
rimanenti cinque uscirono insieme. Watson e Mary, tuttavia,
lasciarono che gli altri li superassero. Loro rimasero indietro,
mentre Molly, Philippa e Holmes si facevano compagnia l'un l'altro.
Si dissero pochissimo; Philippa aveva troppa paura di lui per
chiacchierare, Molly stava maturando dentro di sé una decisione
disperata, e forse lui stava facendo lo stesso.
Andavano
verso i Lucas, poiché Philippa lo desiderava; e dato che Molly non
vedeva il motivo di farla diventare una visita comune, quando
Philippa li lasciò lei continuò a camminare sola con lui. Quello
era il momento di mettere in pratica la sua decisione, e, mentre il
coraggio era ancora saldo, disse precipitosamente,
"Mr.
Holmes, non posso più fare a meno di ringraziarvi per la vostra
straordinaria generosità verso la mia povera sorella. Da quando l'ho
saputo, non vedevo l'ora di mettervi a conoscenza di quanto vi fossi
grata. Se lo sapesse anche il resto della mia famiglia, non avrei
solo la mia gratitudine da esprimere."
"Mi
dispiace", replicò Mr. Holmes, in tono sorpreso ed emozionato,
"che siate stata informata di ciò che, in una luce sbagliata,
può avervi turbato. Non credevo che Mrs. Hudson fosse così poco
degna di fiducia."
"Non
dovete biasimare mia zia. È stata la sventatezza di Janine a
rivelarmi per prima che voi eravate stato coinvolto nella faccenda.
Lasciate che vi ringrazi ancora una volta, a nome di tutta la mia
famiglia, per quella generosa compassione che vi ha indotto a
prendervi così tanto disturbo, e a sopportare tante mortificazioni,
allo scopo di rintracciarli."
"Se
volete
ringraziarmi",
replicò lui, "fatelo solo a nome vostro. Che il desiderio di
rendervi felice possa aver rafforzato gli altri stimoli che mi hanno
condotto a farlo, non tento di negarlo. Ma la vostra famiglia
non
mi deve nulla. Per quanto io possa rispettarla, credo di aver pensato
solo a voi."
Molly
era troppo imbarazzata per dire una parola.
Dopo
una breve pausa, il suo compagno aggiunse, "Siete troppo
generosa per prendervi gioco di me. Se i vostri sentimenti sono
ancora quelli che erano lo scorso aprile, ditemelo subito. Il mio
affetto
e i miei desideri sono immutati, ma una vostra parola mi farà tacere
per sempre."
Molly,
rendendosi conto di tutto l'imbarazzo e l'ansia della situazione di
Holmes, si sforzò di parlare; e, sebbene con un eloquio non molto
scorrevole, gli fece capire che i propri sentimenti avevano subito un
cambiamento così sostanziale da farle accogliere con gratitudine e
gioia le sue dichiarazioni attuali. La felicità prodotta da questa
risposta fu tale che probabilmente lui non ne aveva mai provata una
simile, e in quel frangente si espresse con la veemenza e l'ardore
che ci si può aspettare da un uomo appassionatamente innamorato. Se
Molly fosse stata capace di guardarlo negli occhi, avrebbe potuto
vedere quanto gli donasse l'espressione di vera gioia che gli si era
diffusa in volto; ma, anche se non poteva guardare, poteva ascoltare,
e lui le parlò di sentimenti che, rivelandole quanta importanza lei
avesse per lui, le resero il suo affetto ogni istante più prezioso.
Continuarono
a camminare, senza sapere in che direzione. C'erano troppe cose da
pensare, da provare, da dire, per prestare attenzione ad altro. Lei
apprese presto che la loro intesa attuale era dovuta agli sforzi
dello zio, che gli aveva
fatto
visita a Londra sulla via del ritorno, e lì lo aveva informato del
suo viaggio a Longbourn, delle sue ragioni, e della sostanza della
conversazione con Molly, indugiando con enfasi su tutte le
affermazioni di quest'ultima che, nella mente di sua signoria,
denotavano in modo particolare la sua malignità e la sua
sfacciataggine, convinto che un tale resoconto avrebbe aiutato i suoi
sforzi per ottenere dal nipote quella promessa che lei
aveva
rifiutato di fare. Ma, sfortunatamente per sua signoria, l'effetto
era stato esattamente opposto.
"Mi
ha indotto a sperare.", disse lui, "Conoscevo
a sufficienza il vostro carattere per essere certo che, se foste
stata decisa contro di me, lo avreste fatto sapere a Lord Mycroft,
con franchezza e apertamente."
Molly
arrossì e rise, mentre rispondeva, "Sì, conoscete a
sufficienza la mia franchezza
per
credermi capace di questo.
Dopo avervi insultato in modo così abominevole di persona, non
potevo certo avere scrupoli nell'insultarvi di fronte a tutti i
vostri parenti."
"Che
cosa avete detto, che io non meritassi? Poiché, anche se le vostre
accuse erano infondate, basate com'erano su false premesse, il mio
comportamento verso di voi in quel periodo meritava la più severa
delle condanne. È stato imperdonabile. Non posso pensarci senza
provare ripugnanza."
"Non
dobbiamo metterci a litigare su chi meriti la parte maggiore di
biasimo per quella sera", disse Molly. "La condotta di
nessuno dei due risulterà irreprensibile."
"Non
riesco a riconciliarmi con me stesso con tanta facilità. Il ricordo
di ciò che dissi allora, della mia condotta, dei miei modi, del modo
di esprimermi nel suo complesso, è adesso, ed è stato per molti
mesi, indicibilmente penoso per me. Il vostro rimprovero, non lo
dimenticherò mai: «se vi foste comportato più da gentiluomo.»
Queste furono le vostre parole. Non potete neanche immaginare, quanto
mi hanno torturato; sebbene sia passato del tempo, lo confesso, prima
che diventassi ragionevole a sufficienza per render loro giustizia."
"Non
avevo la più pallida idea che potessero colpirvi in modo simile."
"Non
mi è difficile crederlo. Voi allora mi ritenevate privo di ogni
sentimento, ne sono certo. Non dimenticherò mai come cambiò
espressione il vostro volto, quando mi diceste che non avrei potuto
rivolgermi a voi in nessun modo, tale da indurvi ad accettarmi."
"Oh!
non ripetete quello che ho detto allora. Vi assicuro che è da molto
tempo che me ne vergogno di cuore."
Holmes
menzionò la sua lettera. "Vi ha fatto", disse, "vi ha
fatto subito
pensare
meglio di me? Leggendola, avete dato credito al suo contenuto?"
Molly
spiegò quale effetto aveva avuto su di lei, e di come avesse
cancellato i suoi pregiudizi.
"Sapevo",
disse lui, "che ciò che avevo scritto vi avrebbe addolorata, ma
era necessario. Quando scrissi quella lettera, mi ritenevo calmo e
freddo, ma da tempo sono convinto che sia stata scritta in uno stato
di terribile amarezza."
"La
lettera, forse, iniziava amaramente, ma non finiva così. L'addio è
in sé benevolo. Ma non pensiamo più a quella lettera. I sentimenti
della persona che l'ha scritta, e della persona che l'ha ricevuta,
adesso sono così diversi da come erano allora, che ogni spiacevole
circostanza che le sia legata dev'essere dimenticata. Dovete imparare
qualcosa della mia filosofia. Si deve pensare al passato solo quando
il ricordo è piacevole."
"Non
posso credervi capace di una filosofia del genere. I vostri
ricordi
sono così totalmente privi di possibilità di biasimo, che la
soddisfazione che suscitano non deriva dalla filosofia, ma da una
cosa molto più apprezzabile, dall'innocenza. Ma per me
non
è così. Sono stato egoista per tutta la vita, nella pratica, anche
se non nei principi. Da bambino mi è stato insegnato ciò che era
giusto,
ma non mi è stato insegnato a correggere il mio carattere. Mi sono
stati trasmessi principi sani, ma mi è stato permesso di coltivarli
nell'orgoglio e nella presunzione. Tale sono stato, dagli otto ai
ventotto anni; e tale potrei ancora essere se non fosse stato per te,
mia carissima, amatissima Molly! Che cosa non
devo a te? Mi hai dato una lezione, molto dura all'inizio, ma che mi
ha procurato enormi vantaggi. Da te, sono stato giustamente umiliato.
Venni da te senza alcun dubbio su come sarei stato accolto. "
"In
quel momento eri convinto che avrei accettato?"
"Certo
che lo ero. Che cosa penserai della mia vanità? Mi ero convinto che
desideravi, che ti aspettavi la mia dichiarazione."
"I
miei modi sono stati sbagliati, ma non intenzionalmente, te
l'assicuro. Non ho mai avuto intenzione di ingannarti, ma il mio
temperamento mi ha spesso portata a sbagliare. Come devi avermi
odiata dopo quella
sera!"
"Odiarti?
Forse all'inizio ero in collera, ma la mia collera ha presto
cominciato a prendere la direzione giusta."
"Ho
quasi paura di chiedere che cosa hai pensato di me, quando ci siamo
incontrati a Pemberley. Ce l'avevi con me per essere venuta?"
"Assolutamente
no; non ho provato altro che sorpresa."
"La
tua sorpresa non può essere stata più grande della mia,
quando mi sono accorta delle tue attenzioni. La mia coscienza mi
diceva che non meritavo quella cortesia."
"Il
mio scopo allora",
rispose Holmes, "era di mostrarti, con tutta la gentilezza di
cui ero capace, che non ero così meschino da essere risentito per il
passato; e speravo di ottenere il tuo perdono, di attenuare la
cattiva opinione che avevi di me, facendoti vedere che i tuoi
rimproveri erano stati ascoltati."
Poi
le raccontò della gioia di Georgiana nell'aver fatto conoscenza con
lei, e della sua delusione per la brusca partenza, il che, conducendo
alla causa di quella partenza, le fece apprendere che la sua
decisione di partire dal Derbyshire per cercare la sorella era stata
presa prima che egli lasciasse la locanda, e che l'atteggiamento
serio e pensieroso in quella circostanza non era dovuto a nient'altro
che alle difficoltà che quella decisione avrebbe comportato.
Lei
espresse di nuovo la sua gratitudine, ma era un argomento
troppo penoso per entrambi per indugiarvi ulteriormente.
Dopo
aver camminato senza meta per diverse miglia, troppo occupati per
rendersene conto, alla fine scoprirono, guardando gli orologi, che
era tempo di tornare a casa.
"Che
ne sarà stato di Mr. Watson e di Mary?" fu l'interrogativo che
introdusse la discussione sulle loro
faccende.
Holmes era felice del loro fidanzamento; il suo amico lo aveva
informato per primo.
"Devo
chiederti se ne sei rimasto sorpreso", disse Molly.
"Per
niente. Quando me ne sono andato, sentivo che presto sarebbe
successo."
"Vale
a dire, gli avevi dato il tuo permesso. Lo sospettavo." E anche
se lui si ribellò a quel termine, lei capì che era andata proprio
così.
"La
sera prima della mia partenza per Londra", disse lui, "gli
raccontai tutte le circostanze che avevano reso la mia intromissione
nei suoi affari assurda e insolente. La sua sorpresa fu grande. Gli
dissi, inoltre, che ritenevo di avere sbagliato nel supporre che tua
sorella fosse indifferente nei suoi confronti; e dato che mi resi
conto che il suo affetto verso di lei era inalterato, non nutrii
alcun dubbio sulla loro felicità."
Molly
non poté fare a meno di sorridere per la facilità con cui manovrava
il suo amico.
"Parlavi
a seguito alle tue osservazioni", disse lei, "quando gli
dicesti che mia sorella lo amava, o sulla base delle mie
informazioni della scorsa primavera?"
"A
seguito delle prime. L'avevo osservata durante le mie visite da voi;
e mi ero convinto del suo affetto."
"E
le tue assicurazioni in proposito, immagino, lo hanno convinto."
"Sì.
Watson è modesto. La sua insicurezza gli impediva di fidarsi del
proprio giudizio in un caso così delicato, ma la sua fiducia nel mio
ha facilitato il tutto. Sono stato costretto a confessare una cosa
che per un po' lo ha offeso. Non potevo nascondergli che tua sorella
era stata in città per tre mesi lo scorso inverno, che io lo sapevo,
e che l'avevo di proposito lasciato all'oscuro. Si è arrabbiato. Ma
la sua rabbia non è durata più del tempo che ci ha messo per
scacciare ogni dubbio sui sentimenti di tua sorella. Ora
mi ha perdonato."
Molly
avrebbe voluto osservare come Mr. Watson fosse stato un amico ideale,
così facile da guidare da essere impagabile; ma si controllò. Si
rammentò che lui doveva ancora imparare a essere preso in giro, e
che era troppo presto per cominciare. Facendo previsioni sulla
felicità di Watson, che ovviamente era inferiore solo alla sua,
Holmes proseguì la conversazione fino a quando non raggiunsero la
casa. Nell'atrio si separarono.
59
"Mia
cara Molly, ma dove siete stati?" fu la domanda che Molly si
sentì fare da Mary quando entrò nella stanza, e da tutti gli altri
quando si sedettero a tavola. Rispose solo che avevano vagabondato
senza meta. Mentre parlava arrossì, ma né questo, né altro, fece
sorgere alcun sospetto sulla verità.
Il
pomeriggio passò tranquillamente, senza che succedesse nulla di
particolare. Gli innamorati ufficiali chiacchierarono e risero,
quelli segreti rimasero in silenzio. Il temperamento di Holmes non
era di quelli in cui la felicità sfocia nell'allegria; e Molly,
agitata e confusa, sapeva
di
essere felice più di quanto sentisse
di
esserlo, poiché, al di là dell'imbarazzo di quel momento, aveva di
fronte altre difficoltà. Prevedeva le reazioni in famiglia una volta
a conoscenza della loro situazione; era consapevole che lui non
piacesse a nessuno tranne Mary; e aveva persino paura che per gli
altri sarebbe stata un'antipatia
che
nemmeno la sua ricchezza e la sua importanza avrebbero cancellato.
La
sera aprì il suo cuore a Mary.
"Stai
scherzando,Molly?fidanzata con Mr. Holmes! Non mi farò imbrogliare.
So che è impossibile."
"Un
bell'inizio davvero! Facevo affidamento solo su di te, e sono sicura
che nessun altro mi crederà, se non lo farai tu. Non dico altro che
la verità. Lui mi ama ancora, e siamo fidanzati."
Mary
la guardò dubbiosa. "Oh, Molly! non può essere. Lo so quanto
ti è antipatico."
"Quello
è
tutto da dimenticare. Forse non l'ho sempre amato tanto come adesso.
Ma in casi come questi, una buona memoria è imperdonabile. Questa è
l'ultima volta che me ne ricorderò."
Miss
Hooper sembrava ancora sbalordita. Molly le assicurò di nuovo, e più
seriamente, che era la pura verità.
"Santo
cielo! come può essere! Eppure ora sono costretta a crederci",
esclamò Mary. "Mia cara, cara Molly, dovrei... devo
congratularmi con te... ma sei sicura? perdona la domanda... sei
proprio sicura che potrai essere felice con
lui?"
"Su
questo non ci sono dubbi. L'abbiamo già stabilito tra di noi, che
saremo la coppia più felice al mondo. Ma sei contenta, Mary? Ti
piacerà avere un cognato del genere?"
"Tanto,
tantissimo. Nulla potrebbe rendere più felici sia John che me. Ma ci
avevamo pensato, e ne avevamo parlato come qualcosa di impossibile. E
davvero lo ami così tanto? Oh, Molly! fa' qualsiasi cosa, ma non
sposarti senza amore. Sei proprio sicura di provare quello che
dovresti?
Dimmi tutto quello che devo sapere, senza altri indugi. Mi vuoi dire
da quanto lo ami?"
"È
successo così gradualmente, che non saprei quando è cominciato. Ma
credo di poter dire che è stato quando ho visto per la prima volta
la sua bellissima proprietà a Pemberley."
Una
preghiera di essere seria, tuttavia, produsse l'effetto desiderato; e
Mary rimase soddisfatta dalle solenni assicurazioni circa il suo
affetto. Una volta convinta di questo, Miss Hooper non ebbe altro da
desiderare.
"Ora
sono completamente felice", disse, "perché tu sarai felice
come me. L'ho sempre apprezzato. Non fosse altro che per il suo amore
per te, l'avrei sempre stimato; ma ora, come amico di John e tuo
marito, solo tu e John potete essermi più cari."
"Dio
mio!" esclamò Mrs. Hooper il mattino dopo mentre era alla
finestra, "guarda se quell'antipatico di Mr. Holmes non sta
venendo di nuovo col nostro caro Watson! Che gli dirà mai la testa
per essere così fastidioso da stare sempre qui da noi? Pensavo
che sarebbe andato a caccia, o a fare qualche altra cosa, senza darci
la seccatura della sua compagnia. Molly, dovrai andarci di nuovo a
passeggio insieme, per non farlo stare tra i piedi a Watson."
Molly
poté a malapena reprimere una risata di fronte a una proposta così
conveniente; ma era davvero contrariata che la madre dovesse sempre
affibbiargli epiteti del genere.
Non
appena arrivati, Watson la guardò con un'aria talmente espressiva, e
le strinse così calorosamente la mano, da non lasciare alcun dubbio
che fosse ben informato; e subito dopo disse ad alta voce, "Mrs.
Hooper, conoscete qualche altro viottolo qui intorno in cui Molly
oggi possa perdersi di nuovo?"
"Stamattina
consiglio", disse Mrs. Hooper, "di fare una passeggiata a
Oakham Mount. È una passeggiata lunga e piacevole, e Mr. Holmes non
ha mai visto il panorama."
Holmes
si dichiarò curiosissimo di vedere il panorama dalla cima, e Molly
acconsentì in silenzio. Quando andò di sopra a prepararsi, Mrs.
Hooper la seguì, dicendole,
"Mi
dispiace tanto, Molly, che tu debba essere costretta ad avere un uomo
tanto antipatico tutto per te. Ma spero che non ti importi, è tutto
per amore di Mary, lo sai."
Durante
la passeggiata, decisero che il consenso di Mr. Hooper sarebbe stato
chiesto nel pomeriggio. Molly si riservò l'onere di chiedere quello
della madre. Non riusciva a stabilire come l'avrebbe presa; ma sia
che fosse contro quell'unione, sia che ne fosse felice, l'unica
certezza era che i suoi modi sarebbero stati ugualmente inadatti; e
per lei era ugualmente insopportabile che Sherlock dovesse ascoltare
le sue estasi di gioia, o il suo impeto di disapprovazione.
Nel
pomeriggio, non appena Mr. Hooper si ritirò in biblioteca, vide
anche Mr. Holmes alzarsi e seguirlo, e a quella vista la sua
agitazione arrivò al culmine. Non temeva che il padre si opponesse,
ma che stesse per essere reso infelice; e che dovesse essere
per causa sua, che proprio lei
dovesse addolorarlo con la sua scelta, dovesse colmarlo di timori e
rimpianti nel separarsi da lei, era un pensiero tremendo, e lei
rimase in ambasce fino a quando non ricomparve Mr. Holmes; allora,
guardandolo, fu un po' sollevata dal suo sorriso. Dopo qualche minuto
lui si avvicinò al tavolo dove lei era con Philippa, e, fingendo di
ammirare il suo lavoro, disse in un sussurro, "Va' da tuo padre,
ti vuole in biblioteca." Lei andò subito.
Suo
padre andava su e giù per la stanza, con aria grave e impaziente.
"Molly", disse, "che cosa combini? Ti sei ammattita,
ad accettare quell'uomo? Non l'hai sempre detestato?"
Quanto
avrebbe voluto Molly, in quel momento, che i suoi giudizi precedenti
fossero stati più ragionevoli, le sue parole più moderate! Le
avrebbero risparmiato giustificazioni e chiarimenti imbarazzanti da
fornire; ma in quel momento era necessario farlo, e lei lo rassicurò,
con un po' di confusione, sul suo affetto per Holmes.
"Ovvero,
in altre parole, sei decisa ad averlo. È ricco, certo, e potrai
avere vestiti e carrozze più eleganti di Mary. Ma ti faranno
felice?"
"Avete
altre obiezioni", disse Molly, "oltre a quella di credermi
indifferente?"
"Assolutamente
nessuna. Sappiamo tutti che è un uomo orgoglioso e antipatico; ma
questo non significa nulla se a te piace."
"Sì,
mi piace", replicò lei, con le lacrime agli occhi, "lo
amo. Non ha affatto un orgoglio improprio. È una persona
incantevole. Non sapete quanto lo sia."
"Molly",
disse il padre, "gli ho dato il mio consenso. È un genere di
persona, in effetti, alla quale non oserei mai rifiutare qualcosa che
si degni di chiedere. Ora lo do a te,
se sei decisa ad averlo. Ma ascolta il mio consiglio, pensaci meglio.
Conosco il tuo carattere, Molly. So che non potrai mai essere né
felice né degna di rispetto, se non stimerai davvero tuo marito, se
non guarderai a lui con l'ammirazione che si deve a un uomo
superiore. Le tue brillanti qualità ti metterebbero in enorme
pericolo in un matrimonio inadeguato. Non potresti evitare discredito
e infelicità. Bambina mia, non farmi soffrire vedendo te
incapace
di rispettare il compagno della tua vita."
Molly,
ancora più turbata, fu sincera e solenne nella sua riposta,
e alla fine, dopo avergli assicurato ripetutamente come Holmes fosse
davvero il destinatario della sua scelta, spiegato il mutamento
graduale subito dalla sua stima verso di lui, affermato l'assoluta
certezza che il suo affetto non fosse questione di un giorno, ma
avesse superato la prova di molti mesi di incertezza, ed elencato con
energia tutte le sue buone qualità, vinse l'incredulità del padre,
e lo riconciliò con quell'unione.
"Be',
mia cara", disse lui, "non ho più nulla da dire. Se le
cose stanno così, lui ti merita. Non mi sarei mai potuto separare da
te, Molly mia, per qualcuno meno degno."
Per
completare l'impressione favorevole, lei poi gli raccontò ciò che
Mr. Holmes aveva fatto di sua spontanea volontà per Janine. Lui la
ascoltò stupito.
"Questa
è davvero la giornata delle sorprese! E così, ha fatto tutto
Holmes! Tanto meglio. Mi risparmia una quantità di preoccupazioni e
di soldi. Se fosse stata opera di tuo zio, avrei dovuto e voluto
rimborsarlo;
ma questi giovani e focosi innamorati fanno sempre le cose a modo
loro. Domani mi offrirò di rimborsarlo, lui farà fuoco e fiamme sul
suo amore per te, e così la faccenda sarà bella e conclusa."
Poi
ricordò l'imbarazzo della figlia di qualche giorno prima, quando le
aveva letto la lettera di Mr. Collins; e dopo averla presa in giro
per un po', alla fine le concesse di andare, dicendole, mentre stava
uscendo, "Se arriva qualche giovanotto per Sally o Philippa,
mandamelo pure."
Molly
si era ormai liberata di un peso considerevole, e, dopo una mezzora
di tranquille riflessioni nella sua stanza, fu in grado di unirsi
agli altri con discreta disinvoltura. Tutto era ancora troppo recente
per gioirne, ma la serata trascorse tranquillamente; non c'era più
nulla di concreto da temere, e il conforto della serenità e
dell'intimità sarebbe arrivato col tempo.
Quando
la madre salì nello spogliatoio per la notte, lei la seguì, e le
diede l'importante notizia. L'effetto fu straordinario, perché in un
primo momento Mrs. Hooper sedette immobile, incapace di pronunciare
una parola. Passarono moltissimi minuti prima che riuscisse a
comprendere ciò che aveva udito. Alla fine
cominciò a riaversi, ad agitarsi sulla sedia, ad alzarsi, a
rimettersi seduta, a meravigliarsi e a congratularsi con se stessa.
"Dio
mio! Il signore mi benedica! solo a pensarci! povera me! Mr. Holmes!
Chi l'avrebbe mai detto! Ed è proprio vero? Oh! mia dolcissima
Molly! come sarai ricca e importante! Che appannaggio, che gioielli,
che carrozze avrai! Mary è niente in confronto... proprio niente.
Sono così contenta... così felice. Un uomo così affascinante! così
bello! così alto! Oh, mia cara Molly! scusami per averlo disprezzato
così tanto. Spero che ci passerà sopra. Cara, carissima Molly. Una
casa a Londra! Tutto ciò che si può desiderare! Tre figlie sposate!
Diecimila sterline l'anno! Oh, signore! Che ne sarà di me. Sto per
impazzire."
Era
abbastanza per capire che la sua approvazione non poteva essere messa
in dubbio, e Molly, felice che di effusioni del genere fosse lei
l'unica testimone, se ne andò ben presto. Ma prima che fossero
passati tre minuti da quando era arrivata in camera sua, la madre la
raggiunse.
"Bambina
mia adorata", esclamò, "non riesco a pensare ad altro!
Diecimila sterline l'anno! Ma tesoro mio, dimmi quale piatto
predilige Mr. Holmes, così domani lo faccio preparare."
Era
un triste presagio di quello che avrebbe potuto essere il
comportamento della madre con quel gentiluomo; e Molly scoprì che,
sebbene certa del suo più fervido affetto, e sicura del consenso dei
suoi, c'era ancora qualcosa da desiderare. Ma l'indomani trascorse
molto meglio di quanto si fosse aspettata, poiché, per fortuna, Mrs.
Hooper aveva una tale soggezione del futuro genero che non si azzardò
a rivolgergli la parola, a meno che non fosse in grado di riservargli
una qualche premura, o sottolineare la propria deferenza per
le sue opinioni.
Molly
ebbe la soddisfazione di vedere il padre prendersi il disturbo di
conoscerlo meglio; e Mr. Hooper le assicurò presto che la stima che
aveva di lui stava crescendo di ora in ora.
"Ammiro
moltissimo i miei tre generi", disse. "Moriarty, forse, è
il mio preferito, ma credo che tuo
marito
mi piacerà quanto quello di Mary."
60
Avendo
ritrovato il suo umore scherzoso, Molly volle che Sherlock le
raccontasse quando si era innamorato di lei. "Come è
cominciato?" disse. "Posso capire il piacere di proseguire,
una volta iniziato, ma che cosa ti ha dato la prima spinta?"
"Non
so dire l'ora, il luogo, lo sguardo, o le parole che hanno posto le
basi. È stato troppo tempo fa. Mi ci sono trovato in mezzo prima di
accorgermi che fosse
cominciato."
"All'inizio
avevi resistito alla mia bellezza, e per quanto riguarda i miei
modi... il mio comportamento con te
era
sempre al limite della scortesia, e non mi sono mai rivolta a te
senza il desiderio di darti più fastidio che altro. Ora sii sincero;
mi ammiravi per la mia impertinenza?"
"Ti
ammiravo per la vivacità della tua intelligenza."
"Puoi
anche chiamarla impertinenza. Il fatto è che eri stufo di cortesie,
di deferenza, di attenzioni invadenti. Eri nauseato da donne che
parlavano, si comportavano, pensavano solo in funzione della tua
approvazione.
Ho suscitato il tuo interesse perché ero così diversa da loro.
Se non fossi stato davvero amabile, mi avresti odiata per questo; ma
nonostante la pena che ti davi per apparire diverso, i tuoi
sentimenti sono sempre stati nobili e giusti, e in cuor tuo
disprezzavi le persone che ti facevano la corte con tanta assiduità.
Vedi... ti ho risparmiato il fastidio di spiegarlo; e in effetti,
tutto considerato, comincio a credere che sia una cosa ragionevole.
In realtà, in me non distinguevi nessuna reale bontà... ma nessuno
pensa a questo
quando
si innamora."
"Non
c'era forse bontà nel tuo affettuoso comportamento verso Mary,
quando si è ammalata?"
"Carissima
Mary! chi avrebbe potuto fare di meno per lei? Ma falla sembrare pure
una virtù. Le mie buone qualità sono sotto la tua protezione, e
dovrai esagerarle il più possibile; e, in compenso, spetta a me
trovare le occasioni per infastidirti e litigare con te quanto più
spesso potrò; e comincerò subito chiedendoti che cosa alla fine ti
ha reso così riluttante a venire al punto. Che cosa ti ha reso così
riservato con me, quando sei venuto a farci visita la prima volta, e
poi hai pranzato qui? Perché, in particolare, quando sei venuto,
sembrava come se di me non ti importasse nulla?"
"Perché
eri seria e silenziosa, e non mi davi nessun incoraggiamento."
"Ma
ero imbarazzata."
"E
io lo stesso."
"Avresti
potuto parlare di più con me quando sei venuto a pranzo."
"Un
uomo meno coinvolto, avrebbe potuto."
"Che
sfortuna che tu abbia una risposta ragionevole da dare, e che io
debba essere così ragionevole da accettarla! Ma mi chiedo per quanto
tempo saresti
andato
avanti, se fossi stato lasciato a te stesso! Mi chiedo quando avresti
parlato,
se non ti avessi interpellato io! La mia decisione di ringraziarti
per la tua generosità con Janine ha avuto un grande effetto. Troppo,
temo; perché dove va a finire la morale, se il nostro bene deriva
dalla rottura di una promessa, visto che non avrei dovuto menzionare
l'argomento? No, così non va."
"Non
devi darti tanta pena. La morale è assolutamente salva. Sono stati
gli ingiustificati tentativi di Lord Mycroft di separarci a rimuovere
tutti i miei dubbi. La mia attuale felicità non la devo al tuo
fervido desiderio di esprimere la tua gratitudine. Non ero nello
stato d'animo adatto ad aspettare una mossa da parte tua. Le
informazioni che mi aveva dato mio zio mi avevano fatto sperare, ed
ero deciso a sapere subito tutto."
"Lord
Mycroft è stato infinitamente utile, il che dovrebbe renderlo
felice, visto che ama rendersi utile. Ma dimmi, che cosa sei venuto a
fare a Netherfield?"
"Il
mio scopo reale era di vederti, e di giudicare, se possibile, quanto
avrei potuto sperare di farti innamorare di me. Quello dichiarato, o
meglio, quello che avevo dichiarato a me stesso, era di vedere se tua
sorella fosse ancora attratta da Watson, e se così fosse stato,
confessare a lui quello che poi gli ho confessato."
"Avrai
mai il coraggio di annunciare a Lord Mycroft quello che gli sta per
capitare?"
"Ci
vorrebbe forse più tempo che coraggio, Molly. Ma dev'essere fatto, e
se mi dai un foglio di carta, sarà fatto subito."
"E
se non avessi io stessa una lettera da scrivere, mi siederei accanto
a te, e ammirerei la regolarità della tua calligrafia, come una
volta ha fatto un'altra signorina. Ma anch'io ho una zia che non può
essere trascurata più a lungo."
Per
la riluttanza a confessare quanto fosse stata sopravvalutata la sua
intimità con Mr. Holmes, Molly non aveva ancora risposto alla lunga
lettera di Mrs. Hudson; ma ora, avendo da comunicare qualcosa
che
sapeva sarebbe stato estremamente gradito, quasi si vergognò di
scoprire che gli zii avevano già perso tre giorni di felicità, e
scrisse quello che segue:
Vi
avrei ringraziato prima, mia cara zia, per il vostro lungo, cortese,
soddisfacente, resoconto sui particolari; ma a dire la verità, ero
troppo irritata per scrivere. Avevate ipotizzato più di quanto fosse
in realtà. Ma ora fate pure quante ipotesi volete; date libero sfogo
alla fantasia, assecondate ogni possibile volo dell'immaginazione che
l'argomento possa fornire, e, a meno che non mi crediate già
sposata, non potrete sbagliare di molto. Dovrete scrivermi di nuovo
molto presto, e fare le sue lodi molto più di quanto abbiate fatto
nella vostra ultima lettera. Vi ringrazio sempre di più per non
essere andati nella regione dei laghi. Come ho potuto essere così
sciocca da desiderarlo! Sono la creatura più felice del mondo. Forse
l'hanno già detto altri, ma nessuno così a ragione. Sono persino
più felice di Mary; lei sorride soltanto, io rido. Mr. Holmes vi
manda tutto l'affetto che gli avanza da quello riservato a me. A
Natale dovete venire tutti a Pemberley.
Vostra,
ecc.
La
lettera di Mr. Holmes a Lord Mycroft era scritta con uno stile
diverso, e ancora più diversa dalle due fu quella che Mr. Hooper
mandò a Mr. Collins, in risposta alla sua ultima.
Egregio
signore,
Devo
ancora una volta disturbarvi per delle congratulazioni. Molly sarà
presto la moglie di Mr. Holmes. Consolate Lord de Bourgh come meglio
potete. Ma, se fossi in voi, starei dalla parte del nipote. Ha più
da dare.
Sinceramente
vostro, ecc.
Le
congratulazioni di Miss Watson al fratello, per il suo matrimonio,
furono tutto quello che può esserci di affettuoso e insincero. Per
l'occasione scrisse anche a Mary, per esprimere la sua gioia, e
ripetere tutte le sue precedenti attestazioni di
stima. Mary non si lasciò ingannare, ma ne rimase colpita; e sebbene
non avesse nessuna fiducia in lei, non poté fare a meno di
risponderle con più cortesia di quanto sapeva che ne meritasse.
La
gioia espressa da Miss Holmes nel ricevere la stessa notizia fu
sincera quanto quella del fratello nel comunicargliela. Quattro
facciate non bastarono a contenere tutta la sua contentezza, e tutto
il suo fervido desiderio di essere amata dalla cognata.
Prima
che arrivasse una risposta da Mr. Collins, o le congratulazioni a
Molly dalla moglie, la famiglia di Longbourn venne a sapere che i
Collins sarebbero venuti a Lucas Lodge. Il motivo di quell'improvvisa
partenza fu presto evidente. Lord de Bourgh si era talmente infuriato
per il contenuto della lettera del nipote, che Meena, davvero felice
per quel matrimonio, era ansiosa di andarsene fino a quando la
tempesta non si fosse esaurita. In un momento del genere, l'arrivo
dell'amica fece sinceramente piacere a Molly, anche se, durante i
loro incontri, talvolta dovette ritenerlo un piacere comprato a caro
prezzo, quando vide Mr. Holmes esposto a tutte le pompose e
ossequiose cortesie del marito. Lui comunque le sopportò con
ammirevole calma.
La
volgarità di Mrs. Phillips fu un'altra prova per il grado di
sopportazione di Holmes; e anche se Mrs. Phillips, come la sorella,
ne aveva troppa soggezione per parlargli con la stessa familiarità
permessa dal buon carattere di Mr. Watson, qualsiasi cosa dicesse
risultava volgare. Molly faceva il possibile per proteggerlo dalle
frequenti attenzioni di entrambe, ed era sempre impaziente di averlo
tutto per sé; e sebbene le sgradevoli sensazioni suscitate da tutto
questo togliessero molta della sua piacevolezza alla stagione del
corteggiamento, aggiunsero speranze per il futuro, e lei guardava con
gioia al momento in cui si sarebbero allontanati per tutto l'agio e
l'eleganza della loro cerchia familiare a Pemberley.
61
Felice
per i suoi sentimenti materni fu il giorno in cui Mrs. Hooper si
liberò delle due figlie più meritevoli. Con quale delizioso
orgoglio facesse in seguito visita a Mrs. Watson e parlasse di Mrs.
Holmes, si può immaginare.
Mr.
Hooper sentiva moltissimo la mancanza della sua seconda figlia;
l'affetto per lei lo portò via da casa più spesso di quanto avrebbe
potuto fare qualsiasi altra cosa. Adorava andare a Pemberley,
specialmente quando meno lo si aspettava.
Mr.
Watson e Mary rimasero a Netherfield solo per un anno. Una così
stretta vicinanza alla madre e ai parenti di Meryton non era
desiderabile nemmeno per il temperamento accomodante di lui,
o per il cuore affettuoso di lei.
Si realizzò quindi il fervido desiderio delle sue sorelle; Watson
comprò una tenuta in una contea confinante con il Derbyshire, e Mary
ed Molly, in aggiunta a ogni altra fonte di felicità, si ritrovarono
a trenta miglia l'una dall'altra.
Philippa,
a suo concreto vantaggio, passava la maggior parte del tempo con le
sorelle maggiori. In un ambiente così superiore a quello che era
abituata a frequentare, migliorò moltissimo. Dagli ulteriori danni
della compagnia di Janine fu tenuta lontana con ogni cura, e sebbene
Mrs. Moriarty la invitasse spesso da lei, con la promessa di balli e
giovanotti, il padre non acconsentì mai.
Sally
fu l'unica figlia a rimanere in casa, e fu distratta dal perseguire i
propri talenti dall'assoluta incapacità di Mrs. Hooper di restare da
sola. Sally fu costretta a frequentare di più gli altri, ma poté
ancora esercitare le sue doti di moralista in ogni visita quotidiana;
e, visto che non era più umiliata dal paragone
tra la bellezza delle sorelle e la sua, il padre intuì che si era
sottomessa al cambiamento senza troppa riluttanza.
Quanto
a Moriarty e Janine, il matrimonio delle sorelle non apportò nessun
cambiamento nei loro caratteri. Lui sopportò con filosofia la
certezza che Molly fosse ormai al corrente di tutta l'ingratitudine e
la falsità che prima erano rimaste nascoste, e nonostante tutto, non
perse le speranze che Holmes potesse essere ancora convinto a fare la
sua fortuna. La lettera di congratulazioni che Molly ricevette da
Janine in occasione del matrimonio, le fece capire che quella
speranza era ancora nutrita. La lettera era di questo tenore,
Mia
cara Molly,
Ti
auguro tanta gioia. Se ami Mr. Holmes la metà di quanto io amo il
mio caro Moriarty, sarai felicissima. È una grande consolazione
saperti così ricca, e quando non avrai altro da fare, spero che
penserai a noi. Sono sicura che a Moriarty piacerebbe un posto a
corte, e non credo che avremo mai soldi a sufficienza per vivere
senza un qualche aiuto. Andrebbe bene qualsiasi posto con più o meno
tre o quattrocento sterline; ma non parlarne a Mr. Holmes, se
preferisci non farlo.
Tua,
ecc.
Guarda
caso, Molly preferiva molto
non
farlo; cercò nella risposta di mettere fine a tutte le
sollecitazioni e aspettative di quel genere. Tuttavia, un qualche
aiuto, per quanto fosse in suo potere permettersi, praticando quella
che può essere definita economia nelle sue spese private, lo mandò
spesso. Le era sempre apparso evidente che entrate come le loro,
gestite da due persone che non badavano a spese e non si curavano del
futuro, sarebbero state sempre insufficienti a mantenerli. Il loro
modo di vivere rimase estremamente disordinato. Si spostavano sempre
da un posto all'altro in cerca di una sistemazione più economica,
spendendo sempre più del dovuto. L'affetto di lui si trasformò
presto in indifferenza; quello di lei durò un po' più a lungo; e
nonostante la sua gioventù e i suoi modi, lei mantenne tutti i
diritti alla reputazione che le aveva conferito il matrimonio.
Anche
se Sherlock non volle mai riceverlo a Pemberley, per amore di Molly,
gli diede ulteriori aiuti per la sua professione. Janine fu
occasionalmente ospite da loro, quando il marito andava a godersela a
Londra, e dai Watson rimanevano spesso entrambi talmente a lungo, che
persino il buon Watson ne fu sopraffatto, e arrivò al punto di dire
che
era il caso di far loro capire di andarsene.
Miss
Watson rimase profondamente mortificata dal matrimonio di Holmes; ma
dato che ritenne opportuno mantenere il diritto di far visita a
Pemberley, abbandonò ogni risentimento, fu più affettuosa che mai
verso Georgiana, quasi premurosa come prima con Holmes, e saldò
tutti gli arretrati di cortesia con Molly.
Pemberley
era adesso la casa di Harriet; e l'affetto tra le cognate era
esattamente quello che Sherlock aveva sperato che fosse. Harriet
aveva un'altissima opinione di Molly, anche se dapprima la ascoltava
spesso con uno stupore che rasentava l'allarme, quando si rivolgeva
al fratello con i suoi modi vivaci e giocosi. Lui, che le aveva
sempre ispirato un rispetto che quasi sovrastava l'affetto, le
appariva ora oggetto di scoperte, anche se bonarie, prese in giro.
Acquisì nozioni che non le erano mai passate per la testa. Grazie
agli insegnamenti di Molly cominciò a capire che una donna può
prendersi delle libertà con un marito, che un fratello non sempre
permette a una sorella che ha più di dieci anni meno di lui.
Lord
Mycroft fu estremamente indignato dal matrimonio del nipote, e dato
che aveva dato libero sfogo a tutta la genuina franchezza del suo
carattere, nella risposta alla lettera che annunciava il fidanzamento
si era rivolto a lui con un linguaggio così offensivo, specialmente
nei confronti di Molly, che per qualche tempo fu interrotto ogni
rapporto. Ma, alla fine, su sollecitazione di Molly, lui si convinse
a passare sopra all'offesa, e a cercare una riconciliazione; e, dopo
una piccola ulteriore resistenza da parte dello zio, il risentimento
fu abbandonato, sia per l'affetto che aveva per lui, sia per la
curiosità di vedere come si comportasse la moglie.
Con
gli Hudson i rapporti furono sempre strettissimi. Sherlock, così
come Molly, era veramente affezionato a loro; ed entrambi
rimasero sempre consapevoli dell'estrema gratitudine che dovevano a
persone che, portando Molly nel Derbyshire, erano diventate lo
strumento che li aveva uniti.
The End
|